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Harry Potter e I due serpenti, FF che ho trovato Posto l'indice e i primi 2 cap

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spaik1981
view post Posted on 24/8/2007, 16:35




Questa FF non è fatta da me l'ho trovata e la posto in realtà è quasi un libro....
Non penso di infrangere qualke regola ma se fosse così invito chiunque a segnalare il fattoagli amministratori
Grazie ciao

Harry Potter 7 I due Serpenti

Indice generale capitoli:

1 Ritorno a Privet Drive
2 L’ultima festa il matrimonio di Bill e Fleur
3 Sulle tracce degli horcrux Godric’s Hollow
4 R.A.B.
5 Uno strano personaggio,l’incantatore di serpenti.
6 Nagini
7 Ritorno a Hogwarts (il sogno di Silente)
8 La bacheca dei trofei,la coppa
9 La stanza delle necessità
10 Dobby e la scomparsa di Kreacher!
11 Natale con Hagrid la caverna dei Giganti
12 Piton e la trappola del fiume che non c’é
13 Draco la fuga dalla villa abbandonata
14 Belatrix all’inseguimento di Hermione
15 Il grave dilemma
16 Ron entra nel territorio dei folletti
17 IL ritorno della Fenice
18 La scoperta della stanza della forza misteriosa,la rivelazione del Ministero
19 Sweeky Scova il covo di Colui-che-non-deve-essere-nominato.
20 Uno strano alleato
21 Guerra
22 Grop libera Hagrid e Ron
23 Un atto disperato,il rapimento di Edvige
24 Es. si mobilità
25 I due serpenti
26 Un anno dopo.


Cap 1

Ritorno a Privet Drive.
La sedia era appoggiata obliquamente vicino alla finestra che da diciasette anni mostrava ad Harry
il panorama di Privet Drive, case allineate ognuna col suo prato curato, la sua automobile
posizionata davanti alla villetta ostentata come un trofeo di ricchezza brillante al sole, lucidata con
maniacale attenzione, passatempo scrupolosamente seguito dagli abitanti del quartiere sempre
indaffarati a mostrarsi meglio degli altri e a criticare ogni più piccola mancanza del vicino.
Panorama che nella sua consuetudine così monotono, strideva con le emozioni che Harry sentiva
dentro di sé,era li come separato da quell’assolata giornata, da un gelo che riprovava ogni volta che
pensava a ciò che era accaduto
L’isolamento a cui si era auto imposto al suo ritorno nella casa degli zii era come una barriera a
vivere nel mondo Babbano (non parlava infatti con nessuno),perfino zio Vernon aveva avvertito che
qualcosa era cambiato dal ritorno dell’odiato mago nipote. Non solo dovuto all’abisso che la vita
condotta da Harry,da quando era andato a studiare a Hogwarts sette anni prima alla scuola di
stregoneria e magia che fino a quella estate aveva frequentato dove imparava ogni sorta di sortilegi
e magie,strideva con la vita babbana cadenzata dagli acquisti ad ogni successo lavorativo dello zio,il
televisore al plasma,che torreggiava dall’alto dei suoi 42” in salotto,ne era un esempio.
Quell’ossesivo rifiutare ogni contatto,anche il più evidente con quel mondo magico,era diventato
motivo di ritorsioni che la famiglia aveva fatto scontare in tutti i modi possibili,tanto che Harry
odiava le vacanze estive.
Si qualcosa era cambiato nell’atmosfera di casa,certo contava anche la paura che quello strano e
ingombrante nipote,ora che stava per compiere 17 anni (la maggior età nel mondo magico),potesse
dar libero sfogo a anni di ingiustizie e privazioni,compiendo una qualche magia,proibita ai maghi
minorenni. Teneva tutti lontani e insolitamente silenziosi,persino Dudley il figlio amato e
stravizziato dalla zia Petunia,che nell’ultimo anno aveva assunto le dimensioni di un gorilla
adulto,ma con molta più pancia, badava bene a non incrociare nei suoi brevi spostamenti
Harry,operazione resa ancor più remota visto che passava tutto il suo tempo incollato davanti allo
schermo televisivo,sorbendosi ogni programma riguardante il realsling,sua nuova passione,che
commentava con enormi manciate di pop corn,ad ogni azione particolarmente cruenta che
vedeva,amando di più quelle che a suo giudizio sembravano le più scorrette e subdole.
Gli occhiali di Harry riflettevano i suoi pensieri,ovvero un calendoscopio di immagini che
semplicemente passavano davanti ai suio occhi: i Dursley, la strada,ma nulla di tutto ciò si fissava
nella sua mente ne era ormai totalmente distaccato,persino la giusta punizione tante volte
fantasticata nei riguardi di quella famiglia,per lui non aveva più alcun significato.
Ora era il momento di progettare il futuro,le cose da fare erano tante,e poche gradevoli,aggravate
dal peso che le avrebbe affrontate da solo. Mai come in quel momento la solitudine gli pesava,la
ricerca che si stava apprestando a iniziare,non lo sgomentava era ormai da diversi anni che con Ron
e Hermione risolvevano enigmi,ma dal fatto che il suo più grande difensore Albus Silente era
morto,
Agli amari pensieri,fece capolino una frase che Silente gli aveva detto,in occasione di un altro
momento che si sentiva particolarmente giù,Non dobbiamo lasciarci prendere dallo
scoraggiamento ma dobbiamo farci forza e continuare a lottare.
Metre si sentiva infondersi nel petto un calore,che gli dava forza,sentì un rumore fuori dalla finestra,
di sbattiti d’ali.
Un minuscolo gufo si era appena appoggiato sul davanzale della finestra aperta. Harry lo riconobbe
subito per essere Leo,il gufo di Ron,che alla zampetta aveva attaccato un rotolo di pergamena più
grande di lui,e con soddisfazione ed anche con difficoltà si lasciò slegare la missiva,gli occhi di
Harry leggono con febbricitante impazienza il testo: Si invita Il Signor Harry James Potter al
matrimonio di Fleur Delacour con il signor Bill Weasley, nel frattempo una musica festosa
proveniente dalla lettera,canta un motivetto festoso. Harry capìsce subito che é una lettera
canterina,ma la sorpresa più grande fù che anche Leo si era unito al canto,stonando un pò il
motivetto,finito il quale fece un giro sopra la testa di Harry tubando allegro. Dal comodino Harry
prese un biscottino gufico sorridendo e lo diede da mangiare ad un vorace Leo che quasi
strozzandosi ne trangugio buona parte,in un sol boccone.
Edwige,la civetta di Harry,che a quella scena aveva assistito,dal suo trespolo lo guarda con occhi di
disapprovazione,come se in qualche modo,il comportamento di Leo non fosse consono al suo ruolo
di Gufo Messagero.
Harry socchiude gli occhi decidendosi,che sarebbe partito la sera prima di compiere i 17 anni,età
nella quale sarebbe diventato maggiorenne.
Istintivamente comincia a sgombrare il letto e a porre le sue cose nel baule che fino a
quell’estate,era stato il segnale che presto sarebbe ritornato ad Hogwarts, La scuola di magia e
stregoneria,che aveva frequentato fino a Giugno quando i Mangiamorte,aprofittando dell’assenza
sua e di Silente avevano fatto irruzzione nella scuola e il tutto era finito con la morte Del Preside
per quella che ora come ora,Harry aveva capito,essere stato il suo ultimo dono, la sua ultima
prottezione.
Subito prima che l’emozione abbia il sopravvento su di lui,Harry si sdraia nel letto tirandosi il
lenzuolo fin sopra la testa,domani sarà un altro giorno,e quel che sarà lo affronterà al momento.
Con l’immagine di Ginny che gli sorride i suoi lineamenti si distendono e un sonno liberatore,gli
scende sugli occhi come un oblio.
IL giorno prima del suo diciasettesimo compleanno Harry aveva preparato il baule,I Dursley gli
stavano da quando era tornato da Hogwarts,lontani facendo finta di essere tutti impegnati,ma si
capiva che la loro era tutta una scena,infatti dai loro volti traspare un’inquetudine forse dovuta al
fatto che il giorno successivo Harry sarebbe diventato maggiorenne e allora avrebbe potuto usare la
magia,senza incorrere nella legge di ragionevole restrizione della magia ai minori,che il Ministero
della Magia, l’aveva messo più volte nei guai,ricordava il processo davanti a tutto il Wizengamot
per aver evocato il suo Patronus a forma di Cervo,quando fù attaccato dai Dissennatori,proprio li
vicino a Privet Drive: Ancora una volta il volto di Silente si affaccia nella sua mente,mentre lo stà
difendendo e ottiene che le accuse cadano nel vuoto. La mano di Harry si stringe sul baule per
l’ennesima volta come a fermare i pensieri che lo stanno per sommergere.
D’impulso scende le scale verso il salotto, gli zii vedendolo arrivare smettono di
parlottare,facendogli capire che stavano parlando di lui,zio Vernon socchiude gli occhi
porcini,fissandolo con un misto fra la diffidenza e la paura.
Harry con malcelato rancore gli dice “Stasera me ne vado,finalmente non vedrò più le vostre facce”.
Poi come se un nuovo pensiero gli passa per la testa aggiunge. “Silente avrebbe voluto che vi
ringraziassi per avermi ospitato,durante tutti questi anni,non ci rivedremo mai più, e questo penso
sia un solievo per noi tutti”.
Nel dire ciò il suo sguardo passa con lentezza dallo zio alla zia,dire cosa passa nella loro mente nel
sentire quelle parole.(nessuno pare cogliere che parlava di Silente al passato)i volti avevano un
misto di solievo rabbia e riprovazione,ma ambedue rimasero lì, immobili,muti,come a soppesare
quello che stavano udendo,Dudley,che lo ascoltava dalla cucina,luogo ove passava tutto il suo
tempo quando stava in casa,era ben nascosto dietro l’angolo,come a proteggersi da un improvabile
attacco,tenendosi il posteriore,a ricordo di quando Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts con una
magia gli fece spuntare una coda da topo,che gli zii furono costretti a far togliere,all’ospedale.
Quest’ultimo pensiero strappò a Harry un sorrisetto,mentre solitario sale le scale per l’ultima volta
per prendere il baule e la gabbia con Edwige,al suo ritorno la scena non era cambiata i tre erano
ancora nella stessa posizione di quando era salito di sopra,trascinadosi dietro il baule che conteneva
tutta la sua vita di mago e con l’altra mano teneva la gabbia con Edwige,si avvicina alla porta si gira
e da un ultima occhiata ai tre immobili come statue di sale, tenta un sorriso dicendo, “Be
addio,grazie di tutto”. Aver parlato ad un muro avrebbe dato più risultati,con una sensazione di
ancor più solitudine,chiude la porta e si allontana nel vialetto,trascinando non solo i suoi bagagli
nella via ma come se lui stesso sia pesante da trasportare,alza la bacchetta magica e quasi
istantaneamente un bus tre piani di un viola acceso si ferma davanti a lui,la porta si apre e un
incuriosito Harry guarda dentro se intravede il bigliettaio. Stan non compare sulla porta come era
abituato a fare di solito recitando la sua solfa,ma c’era solo Ern,il vecchio autista,che saluta Harry
riconoscendolo, subito apostrofandolo, “ Ciao Harry cosa fai tutto solo di questi tempi,non é
prudente,muoversi da soli,non hai letto l’opuscolo del Ministero che invita tutti i maghi a viaggiare
in compagnia?”.
Harry con una rapida ispezzione con la testa come ad assicurasi che Stan veramente non ci sia,gli
risponde.
“Anche tu viaggi solo. Allora Stan Picchetto non é stato rilasciato da Azkaban,credono ancora che
sia un Mangiamorte,come che se lo fosse andrebbe in giro a vantarsene”. A queste parole, i due soli
passeggeri del “Nottetempo” si strinsero più vicini,inorriditi al sentire pronunciare la parola
Mangiamorte. Ern alzando le spalle come uno che avesse troppi anni per portare altri pesi gli
risponde. “E’ sempre stato uno che amava farsi bello di bocca, glielo sempre detto che o prima o poi
si sarebbe cacciato in un bel guaio,ma lui mi ha sempre risposto che, “a un bigliettaio,nessuno da
peso”. A quanto pare là, al Ministero sono proprio disperati se pensano di risolvere la faccenda con
un arresto “Clamoroso”, é come la prima volta che Colui-che non deve-essere-nominato apparve
devono dare l’impressione che fanno qualcosa,anche se non si sà che cosa é quel qualcosa”.
Nel frattempo consegna ad Harry un biglietto e mentre ne intasca i nove Falci del prezzo,Harry gli
dice “Portami al Paiolo Magico,per favore”.
L’ultima fugace visione di Privet Drive,attira la sua attenzione,come se un ombra sia accovacciata
fra i cespugli di fianco alla casa in una posizione che non poteva essere vista di fronte ma col
movimento del bus si fece notare.
La corriera prese a zigzagare come al solito mentre una automobile parcheggiata saltava su di un
marciapiede per non essere investita in pieno dal passaggio dell bus.
Harry si stringe nelle spalle,pensando di aver confuso un ombra di un cespuglio al sole a picco che
quel giorno era particolarmente accanito,e caldo.pochi minuti dopo mentre il “Nottetempo” si
arresta con uno stridio di freni,davanti al Paiolo Magico,con urla di protesta di una Edwige
sbattacchiata nella sua gabbia. Harry, la afferra con il baule e aiutato da Ern sbuffante,scende dal
bus,che tra uno sbuffo e l’altro gli dice speriamo che lo rilascino presto a Stan sono troppo vecchio
per questi sforzi alla mia età.
Harry lo ringrazia sorridendo ma subito il pensiero di Stan imprigionato,gli si smorza il sorriso e
mestamente entra in un vuoto locale e dietro al bancone scorge un ancora più abbacchiato Tom, il
barista che lo osserva con sguardo interrogativo.
Dormo qui questa notte dice Harry ad un incredulo oste,che non vedeva molti clienti negli ultimi
tempi, il quale con aria rassegnata gli consegna una chiave. Harry silenzioso porta sulle scale
i suoi bagagli e l’unica che ancora turba quel silenzio é un’Edwige ancora arrabbiata per le scosse
subite durante il viaggio,gli echi si perdono nel corridoio del piano di sopra.
Il mattino dopo,di buon ora Harry scende per far colazione gettando un occhio al Profeta del giorno
per vedere cosa era successo di nuovo scorgendo un titolone in prima pagina. Casa di Babbani
assalita alle prime ore del giorno,la famiglia Dursley é stata attaccata alle prime luci del giorno da
un gruppo di Mangiamorte,in Privet Drive,Residenza Babbana del “Prescelto”Harry Potter.
L’attacco si presume sia stato portato,perchè si pensa che Harry Potter,da anni impegnato
contro,Colui-che-non-deve-essere-nominat, fosse ancora in casa a festeggiare allegramente con i
parenti il suo diciasettesimo compleanno.
La rabbia di Harry nel leggere le notizie riportate sulla Gazzetta del Profeta,si mischiano nella sua
mente,con la visione fugace intravista nel giardino,di un ombra,mentre stava partendo col
“Nottetempo”.
Allora era un Mangiamorte che si era nascosto in giardino la sera prima ed un’altra constatazione,si
fece luce in lui. Era scappato inconsapevolmente ad un agguato. Decidentosi di partire la sera
prima,gli occhi impazienti cercano notizie su quello che era accaduto ai Dursley,e una nota più in
basso diceva.
Un tale di nome Vernon Dursley,trovato in stato confusionale,urlava forte contro la squadra di
Oblivator accorsi tempestivamente sul posto per prestare soccoso,dicendo frasi sconnesse del tipo
“Sono stati i vicini a mandarmi quei tipacci solo perché io ho una automobile più di prestigio”,poi
inveiva contro Harry Potter urlando,”E’ da quando quell’ingrato é venuto a vivere qui che noi non
siamo stati mai in pace,gufi ad ogni ora del giorno e della notte,persone poco raccomandabili hanno
calpestato il nostro prato e Dio sà se abbiamo cercato di mantenerlo curato,per il decoro e la
rispettabilità del quartiere. Detto ciò si scaglia contro un Oblivator con due pugni mandandolo
svenuto al San Mungo,l’Ospedale per malattie e ferite magiche,il cui guaritore Pomatis ha
dichiarato,non ho mai curato pesti agli occhi cosi brutalmente fatti.
Tale Dursley circondato dagli altri Oblivaor é stato sottoposto ad un immedita cancellazione durata
più di un quarto d’ora,l’eccezzionale resistenza che ha opposto alla cancellazione della memoria é
dovuto alla coriacità ed abbruttimento nel quale versava il Babbano al momento si sà che tutta la
famiglia ora si sia trasferita in un luogo lontano. Il Ministero si scusa per l’accaduto,ecc ecc.
L’articolo prosegue,ma quello che interessa ad Harry é che se la siano cavata illesi,il solievo che
stava provando in quel momento combatteva furiosamente con una perfida soddisfazzione al
pensiero che si siano trasferiti in un luogo remoto,improvvisamente si fece strada nella sua mente
che doveva avvertire Ron ed Hermione,saranno certamente preoccupati pensando che lui era a casa
quando é successo il fatto.
Subito si precipita nella stanza,dove dormiva,alla ricerca di Edwige che sonnacchiosa e preoccupata
lo osserva mentre scrive febbrilmente su una pergamena,stò bene non ero a casa metre sono arrivati
i Dissennatori entro stasera sarò li alla Tana,devo solo fare una cosa e arrivo.
Legò alla zampetta della sua bianca civetta,che pazientemente gliela porgeva,poi spicco il volo
mentre Harry gli raccomandava, “resta là, ad aspettarmi non tarderò a venire”, mentre era alla
rinfusa caccia nel baule, le poche cose che aveva adoprato durante la sua breve permanenza al
Paiolo Magico.
Aveva poco tempo solo allora se ne rese conto,una paura viscerale gli faceva sobbalzare le budella
come serpenti che si attorciliavano fra loro. L’analogia dei serpenti,lo fece se é possibile stare ancor
più male,poi pensò devo concentrarmi sul da farsi,non posso permettermi di sbagliare non ora,non
più.
Con passo rapido si innoltra in Diagon Alley,lanciando furtive occhiate per vedere se qualcuno lo
stà osservando,stringendo la bacchetta magica che nella mano sudata,é la sua unica difesa.
Si dirige verso a Notturn Alley,e vi scompare dentro un vicoletto. Si ricordava che una volta quando
si era perso uscendo dal camino della Tana,per caso vi era uscito,era quella volta che vide il negozio
con un serpente imbalsamato dietro la vetrina polverosa.
Un impulso lo aveva fatto prendere la decisione già che era a Diagon Alley,di visitare il
negozio,normalmente non sarebbe mai venuto fin lì,ma ormai di normale non c’era più niente nel
mondo magico e i suoi impulsi lo avevano aiutato tante volte nella sua vita tutt’altro che tranquilla,
il motivo non se lo sarebbe saputo spiegare,ma l’essere lì sentiva che lo avrebbe aiutato nella sua
ricerca.
Svoltando un angolo vide ciò per cui era arrivato lì,un negozio che non sembrava aver risentito
dell’improvvisa crisi che il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato aveva scatenato,
provocando la chiusura dei negozi che era abbituato a frequentare durante le sue visite a Diagon
Alley. La vetrina sporca come se la polvere di anni si fosse sccumulata, all’interno a mala pena si
intravvedevano oggetti di indubbia fattura oscura,statue con pugnali che più che per
decorazione,sembravano minacciose armate che aspettavano un incantesimo per rianimarsi,Harry
credette perfino che una di esse la più minacciosa,lo stesse seguedo con gli occhi mentre stava
entrando.
Un uomo lo osservava da dietro un bancone polveroso come tutto del resto li dentro”Cerchi
qualcosa in particolare?”. Alla domanda,lo sguardo di Harry girandosi si sofferma sul venditore,i
lineamenti non erano certamente inglesi,la pelle color caffèlatte ne tradiva la provenienza da
qualche paese caldo,anche la pronuncia aveva un accento sibillante,forse di qualche paese esotico.
“Cerco L’incantatore di serpenti”. Rispose Harry gettando una rapida occhiata all’enorme serpente
imbalsamato,dietro al bancone,,che anni prima lo aveva sconvolto.
Poi quando ne ebbe avuto l’occasione chiese a Ron,di quel negozio e seppe che era di proprietà di
un famoso incantatore di serpenti.
L’idea folle che gli era venuta in mente,era cercare aiuto da lui,visto la sua rinomata conoscenza dei
serpenti.
Ma quello che sconvolse Harry,appena se ne rese conto fu che a parlare non era stato l’uomo con un
turbante vistoso in testa,ma uno strano serpente,più ridicolo che spaventoso con un ventre tondo
come se al suo interno avesse ingiottito una Pluffa,gli occhi anch’essi,erano tondi sporgenti che lo
fissavano interrogativi.
Il proprietario del negozio sembrava essere rimasto Pietrificato dalla sorpresa,Harry aveva risposto
alla domanda di un serpente e gli aveva risposto in Serpentese!.
“Tu.. tu parli con Tweeky”. Lo apostrofa,incredulo il negoziante.
“Non credevo fosse possibile,di solito Tweeky é molto restio ad avvicinarsi agli
estranei,figuriamoci a parlagli!”.
Harry Balbetta una risposta incomprensibile. Ma il negoziante,sotto shock,sembra neanche volerlo
ascoltare.
“Tu gli hai parlato !” Come a confermarsi quello che aveva appena visto.
Tweeky più ballonzolando che strisciando si avvicina ad Harry,il quale ha un brivido
all’approssimarsi dello strano serpente. Non ha l’aria di essere pericoloso. Pensò,guardandolo diritto
negli occhi. Harry trova in qualche modo incoraggiato dalla sua buffa presenza,il coraggio di
sbiasciccare una risposta.
.”E’ che fin da piccolo,fin da quando mio cugino Dudley é caduto dentro una vasca allo Zoo,che ho
scoperto di riuscire a parlare con i serpenti”.
Il negoziante ,il cui viso sembra essersi illuminato dalla risposta di Harry,abbozza un
sorriso,dicendo.
“Uno che conosce il Serpentese,che io sappia,é solo Colui-che-non-deve-essere-nominato,che lo
conosca,e tu”. Guardandolo chiudendo gli occhi sino a ridurli a due fessure,come a concentrarsi per
capire se nei suoi lineamenti ci fosse un qualche indizio rivelatore, “Non mi sembri Lord
Voldemort”.
Harry trasalì al sentire pronunciare quel nome così impunito.
“Come fà a pronunciare il suo nome,così senza aver paura,chi é lei?”.
Il mio nome é Robert Biforcus,e il tuo?”.
Harry non voleva rispondere alla domanda,ma restare zitto gli sembrava maleducato,fece finta di
restare sorpreso più di quello che era in realtà davanti a Tweeky.
Il serpente mostrava a Harry un interesse come se condividere la stessa lingua,lo facesse in qualche
modo,degno di massimo interesse.
Ormai era a una ventina di centimetri dagli occhi di Harry riuscendo così a intravvedere la
ciccatrice nascosta,dai capelli ribelli corvini.
I grandi occhi a palla,certamente non somiglianti a quelli di un normale serpente,se possibile si
spalancarono ulteriormente. Di riflesso anche quelli di Harry dietro le lenti tonde dei suoi occhiali,si
dilatarono,ad un tratto Tweeky emise un sibilo che si concluse con una specie di pernacchia.
Il negoziante,come se avesse capito lo strano verso,sbottò.
“Allora tu sei il famoso Harry Potter,Tweeky,ed io abbiamo sentito parlare di te”.
Il volto del venditore si addolci e fece persino,un accenno di sorriso. Alla sua reazione Harry dentro
di sè si rilasso,tirando un sospiro di sollievo.
“Mi chiamo Omar il mercante,e sono molti anni che ormai ho aperto questo negozio e vivo qui”.
Facendo un gesto della mano per presentare Tweeky disse. “Questa é Tweeky,una serpentessa
Harsader e come vedi anche lei porta i segni indelebili come la tua ciccatrice di un sfortunato
incontrocon Tu-sai-chi.
Per essersi rifiutata di obbedire ai malvagi ordini di Lord Voldemort,ora vive con quell’enorme
ventre,che non gli permette di strisciare sinuosa ma goffamente deve ballonzolare,é stato un
incantesimo che ha molto divertito Tu-sai-chi”.
Harry provò subito un immediata compassione e gli ultimi rimasugli di tensione,si sciolsero nel suo
stomaco,facendolo sorridere al buffo serpente.
Di rimando quest’ultimo,stortò il muso rendendolo ancora più divertente. I due vengono interrotti
dal negoziante Omar,che prosegue il suo racconto.
“Ma a dispetto di quando possa aver pensato Voldemort,Tweeky non si é lasciata intimidire,e resta
una feroce cacciatrice di serpenti,infatti gli Harsader sono un tipo di serpenti che vengono nel mio
paese utilizzati,come Guardinserpi,nelle case che altrimenti verrebbero assaltate visto il gran
numero di serpenti che vivono da noi”.
Alla spiegazione il muso quasi simpatico di Tweeky si indurisce,mostrando un lato della sua
natura,che fece rabbrividire Harry,.
Omar,spostando dei cuscini disse ad Harry. “Ti prego,siedi e prendi un té con me”.
Contento del diversivo Harry,si allontanò da quella strana creatura.
Omar con un gesto della bacchetta magica,fece comparire due tazze,prese una teiera e cominciò a
versare del té.
“Conosco la tua storia,come credo tutto il mondo magico. Ma permettimi di raccontarti un pò della
mia storia”.
Tre miei parenti sono stati brutalmente torturati,perché rivelassero il segreto della magia che
controlla la volontà dei serpenti.
Uno di quei tre era mia moglie. Non fù mai ritrovata.
Harry al pensiero di qull’orribile storia si mosse a disagio,anche Tweeky si mosse come chi si sente
a disagio,e si arrotolò in uno strano modo,visto il corpo più simile ad una palla oblunga che
all’affusolato aspetto abituale della sua specie.
“Stai chiedendoti come può un serpente essere di quella forma”. Indovinò Omar guardando
Harry,che osservava Tweeky.
“E’ tutta colpa di Tu-sai-chi,Tweeky era con Nagini al servizio di Voldemort,ma non era crudele
come Nagini,e non provava un gran affetto,per quel padrone che ben presto si stufò dei suoi
continui rifiuti ad obbedire. Così per divertirsi lo ha ridotto così,e sucessivamente,lo ha scacciato
stanco anche di quest’ultimo divertimento.
Harry al sentire quel racconto ebbe un’espressione di raccapriccio,e di pietà per quello strano
serpente.
Omar continuò il suo racconto, “Io trovai Tweeky da Mustafà, un mio parente,al quale mi ero
rivolto per nascondermi,fuggendo da un Mangiamorte,con il quale ho combattuto,quando la mia
famiglia é stata attaccata.
Harry fissava l’uomo e nei suoi occhi perduti nel suo racconto in qualche modo,riviveva
l’angoscioso racconto.”Ecco perché mi ha invitato a bere del té,avendomi riconosciuto,mi ha
raccontata la sua storia in qualche modo simile alla sua,forse può aiutarmi,nella mia ricerca,di colui
che ambedue ha marchiato la vita”. Rispose Harry con una nota di dolore mista a rabbia,nella voce.
“Si credo che ti potrò essere utile,ma ora é meglio che tu te ne vada. Non voglio che qualcuno ti
possa aver riconosciuto, e quindi abbia dei sospetti sulla mia identità,la mia é una storia che qui in
giro nessuno sà,fuori del villaggio di Pomlphest c’é una villetta diroccata,la riconosci dallo steccato
bianco consumato dal tempo,possiamo vederci lì é un posto sicuro,martedì pomeriggio,ti farò
conoscere qualcuno che potrà darti una mano,lo chiamano l’incantatore di serpenti”.
Vedendo lo sguardo di diffidenza,Omar il negoziante, gli sorride rassicurante e mentre si alza per
far capire che il colloquio é finito conclude, “Fidati non voglio farti del male,raccontandoti quello
che mi é sucesso corro grossi rischi,e come vedi anche Tweeky,ha sofferto per causa di
Voldemort”,Il serpente fà un’espressione mite guardando Harry,e poi mostrando il suo
ballonzolante ventre,con tristezza. “vedi siamo in qualche modo dalla stessa parte”.
Terminato di dire ciò sospinge delicatamente Harry verso l’entrata,ma come ripensandoci
esclama,”Sai materializzarti?. “Sì”,risponde un incerto Harry. “Ma non ho passatol’esame di
materializzazione,ho da oggi compiuto 17 anni e non ho ancora,la patente”.
“Bé penso che per una volta sia meglio che tu,dimentichi gli esami e consideri,molto più pericoloso
avventurarti nei vicoli di Notturn Alley,che semplicemente materializzarti”. Detto ciò,conduce
Harry verso il retro del negozio in un angusto cortiletto,pieno di scatole vecchie di legno annerite
dal tempo. “sai dove andare vero?”,chiede Omar con uno sguardo interrogativo. “Si”, risponde
Harry. Pensando alla Tana,con un certo sollievo misto a felicità.
“Bene,allora a Martedì e stai attento. Con queste parole che gli risuonano nelle orecchie, Harry
sente la famigliare sensazione di essere spinto in un tubo,il cortiletto scompare,risucchiato e senza
respiro fissa un’immagine nella mente il vialetto davanti alla Tana.
Cap 2
L’ultima festa il matrimonio di Bill e Fleur
Finalmente dopo un vorticare nel tubo, i piedi di Harry si trovano ben piantati nell’erba del vialetto
che porta alla Tana una strana costruzzione in legno fatta su più piani, ma disposti come se un
architetto impazzito l’avesse progettata,infatti le stanze sembrano più accatastate confusamente
l’una sopra l’altra in un equilibrio precario come a mostrare che si sia sviluppata man mano che la
famiglia Weasley cresceva di componenti..
Il cuore di Harry batte all’impazzata affrettandosi verso la porta,quando una voce familiare grida
“Harry cosa ci fai qui;senza una scorta tutto solo”. Era la madre di Ron,una robusta signora dai
capelli rossi e un cipiglio,di chi era abituato a trattare con molti ragazzi,visto che aveva allevato
sette figli.
Dietro di lei uscendo dalla porta di casa,.comparve Ron seguito a ruota da una preoccupata
Hermione,insieme all’unisono urlarono, “Harry Harry come stai eravamo preoccupati da morire”.
Hermione abbracciandolo gli disse. “Come ti é venuto in mente di scorazzare tutto solo in giro per
Diagon Alley”. Interrotta da Ron che subito si affretta ad aggiungere. “E che fortuna la Gazzetta del
Profeta ha scrittto un articolo,in prima pagina,riguardo l’attacco ai tuoi zii,peccato che nessuno sia
rimasto gravemente ferito!”.
“Che cosa orribile da dire”,Rinproverò subito Hermione,irritata a quell’affermazione.
“Beh dicevo così per dire”. Rimbottò Ron.
Harry sorrise al pensiero che nulla in quella casa era cambiato. Anzi si qualcosa era
cambiato,guardandosi intorno Harry vide che La signora Molly aveva adornato la facciata della casa
con una quantità di fiori bianchi e rosa e arancio,facendola sembrare dipinta da un pittore pazzo.
Nell’insieme ad Harry piaceva,aveva un non sò che di allegro,ma le sue constatazioni furono
bruscamente interrotte dalla voce di Hermione che gli chiedeva.
“Allora dove sei stato,dicci perché hai rischiato per restare a Diagon Alley,invece di correre qui”.
Harry lanciando un occhiata alla madre di Ron,”Più tardi ora sono stanco,vorrei riposarmiun pò”..
Senza aspettare una risposta si infilò dentro casa ,con la speranza che i suoi amici,avessero capito di
rimandare ad un momento più calmo e sopratutto più discreto,di dare le spiegazioni.
Entrando in casa Harry fu accolto da un boato,tutta la famiglia Weasley,(assente il solo Percy) era lì
riunita per festeggiarlo,una torta enorme era posta in mezzo al tavolo.
Poi fu una marea di braccia e sorrisi che lo travolsero,lasciandolo completamete stupefatto.
Una voce solo riusci a decifrare,quella di Ron che gridava,”Da quando abbiamo ricevuto Edwige
con il tuo messaggio,mamma si é organizzata e ha pensato di farti una sorpresa!”.
Si sentiva strattonato da mani,confuso da voci e sorrisi che gli si paravano davanti e gli si
rivolgevano tutti insieme,mai si sarebbe aspettato una simile accoglienza,una lacrima di felicità
forzo la sua determinazione a non far vedere i sentimenti che provava,sgorgando furtiva rigandogli
una guancia,si senti insomma come qualcuno che aveva tanti amici.
Harry fece finta di aggiustarsi gli occhiali per tergerla. Non fece in tempo a riprendersi che sentì un
bacio sulla guancia,una Fleur allegra lo stava tempestando di parole,Harry comprese solo che
doveva trattarsi del suo matrimonio. Ma una presenza in qualche modo ancora più vicina,stava
osservandolo immobile,i capelli lunghi rosso fuoco,non lasciavano dubbi,era lei Ginny.Un altro
bacio arrivò a segno schiccato da lei,ma questa volta tutti si zittirono.
Harry andò subito a cercare il volto del padre di Ginny,preoccupato di vederlo in collera,e lo trovò
attonito mentre che guardava quella scena,nella sua espressione Harry lesse,che per la prima volta
vedeva Ginny,come se ai suoi occhi fosse improvvisamente diventata grande,e non la bambina
come sempre l’aveva considerata.
Harry si scostò come se si fosse scottato ma fece un breve sorriso,per riprendersi,e fece un cenno
con la mano,per salutare tutti quanti.
La contentezza provata un atimo prima sparisce al pensiero che Ginny non stà più con lui. Doveva
mantenere la sua decisione ad ogni costo,quello che le aveva detto durante il funerale di Silente,che
non potevano stare assieme,causa il pericolo che correva visto che Voldemort aveva spie ovunque,e
poteva usarla o peggio farle del male,da ciò la decisione sofferta di lasciarsi.
Hermione intui i pensieri di Harry proponendo subito di mangire la torta, Harry gliene fù grato
sedendosi immediatamente,imitato dagli altri.
La cucina era strapiena,tanto che la signora Molly propose di trasferisi tutti fuori.
Cosa che fù accettata con allegria dal gruppo. Una volta sistemanti nel cortile con tavoli e torta,Bill
il futuro sposo di Fleur,si alzò e propose un brindisi a Harry e a Ron che non era stato festeggiato al
suo compleanno causa la sua decisione di aspettare Harry,per fare una festa degna di questo nome.
I fratelli gemelli Fred e George portarono uno scatolone ammiccando a Harry. “Abbiamo pensato
che ti sarebbe servita una mano”disse Fred,”e quindi eccoti quà una linea completa dei prodotti
Weasley”. Continuò George,”si, di difesa contro le Arti Oscure,e un qualcosa di particolare solo per
te” teminò Fred.
Gli occhi di Ron si trabuzzavano per vedere cosa avessero inventato di nuovo i due gemelli.
Anche il volto sfigurato di Bill,dopo il combattimento contro il Lupo Mannaro Freyback,avvenuto
nella scuola di Hogwarts,il giorno della morte di Silente,era animato da una certa curiosità.
Un rumore nel vialetto distrasse l’attenzione dal pacco. Lupin accompagnato da Tonks,con gli
immancabili capelli rosa shocking,entrarono tenendosi per mano.
“Auguri”, disse Lupin,che era stato professore di Difesa contro le Arti Oscure al terzo anno di
scuola e Harry lo ricordava come il più capace insegnante che avesse avuto.
Tonks camminava tenendo la mano di Lupin e da come la stringeva si capiva quanto teneva a lui e
come era felice, si fece crescere il naso che divenne una palla rossa,come un clown da
Circo,facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata. “Auguri Harry” gli disse allargandosi la bocca
con i due indici fino a farsela arrivare quasi alle orecchie. Era tornata la Tonks che Harry
conosceva.
Lupin dopo aver dato a Harry il loro regalo,che consisteva in un libro sulle magie difensive e sue
applicazioni, si diresse verso Bill senz’altro per parlare di cose riguardanti i Lupi Mannari, natura
che ambedue condividevano.
Un crak caratteristico rumore di una materializzazione preannuciò l’arrivo di un altro mago.
Malocchio Moody,era apparso nel vialetto davanti casa.
Il suo tipico zoppicare dovuto alla gamba di legno a forma di zampa di leone,lo fece riconoscere
prima di avvicinarsi. Una volta entrato nel giardino, il suo occhio magico che roteava in tutte le
direzioni cercava incessantemente da ogni parte segni di qualche pericolo.
Alzando la mano verso Harry gli grida: ”Auguri Harry”.
Ora l’atmosfera era piena di vociare, gente che per quanto era possibile si comportava in modo
allegro,ridendo e scherzando.
Harry pensò alla parola “amore” come un legame, che si scopri aver già provato nell’infermeria di
Hogwarts appena dopo la morte di Silente, un qualcosa che si percepiva sia nel dolore che nella
gioia.
Ron lo interruppe nei suoi pensieri, dicendo: “Sembra che ti abbia rapito un Gorgosprizzo che come
dice Lunatica Lovegood si imposessa della mente “. Sul viso di Harry si cancellò il velo di tristezza
mentre che Ron spingendolo per un braccio continuava a dirgli : “Non hai ancora aperto i tuoi
regali. Chi sa cosa c’è nello scatolone di Fred e George?”. Harry ebbe la sensazione che se non si
fosse sbrigato ad aprirlo, Ron l’avrebbe fatto al suo posto, tanto era la smania di sapere cosa c’era
dentro.
Un altro rumore blocco Harry dal compiere il gesto di scoprire cosa i due gemelli gli avevano
regalato. Una motocicletta stava sopraggiungendo nel viottolo,ma il suo rumore non proveniva dalla
strada ma bensì dal cielo.
Una enorme figura stava appollaita sul sedile della motocicletta,era inconfondibile.
Hagrid stava scendendo nel cortile della Tana.
Harry si precipitò ad abbracciarlo,seguito a ruota da Ron ed Hermione.
“Ciao”,esclamò Harry mentre Hagrid scendeva dalla motocicletta. Il volto del guardiacaccia di
Hogwarts portava ancora i segni ancora freschi della sua sofferenza,due occhi gonfi come se in quel
periodo avesse pianto molto.
“Ciao tutti”,rispose cercando di fare un sorriso,che gli riuscì solo in parte deformando il suo viso
con un espressione grottesca,strinse forte Harry soffocandolo,e se Hermione non fosse arrivata a
tirare Harry fuori da quell’abbraccio tropppo vigoroso,c’erano buone possibilità che provocasse una
crisi respiratoria a Harry.
“Buon compleanno Harry”,disse Hagrid porgendogli una scatola,contenete (Harry sospettava) una
torta.
Poi appoggiando una mano sulla spalla e fissandolo negli occhi gli disse: “Sò che anche per te deve
essere stato terribile quello che é accaduto nella scuola”.
Hagrid lancia una rapida occhiata a Hermione che discretamente abbassa lo sguardo; “Hermione mi
ha scritto che non tornerete più a Hogwats.
Harry prevedeva quello che avrebbe detto Hagrid e in qualche modo voleva evitare il discorso
abbassando lo sguardo come a evitare ciò.
“Ora che Silente c’é morto,sappi che puoi contare su di me......,insomma su noi Grop ci viene su
bene,e ci sà che che soffriamo molto,per ...Beh hai capito. Mi aiuta,é la famiglia che avevamo
bisogno”.Hagrid tenta un sorriso,ma i suoi occhi si perdono lontano.
“Se avrai bisogno,quelle carogne.....,noi saremo sempre là,sai dove trovarci”.
Si gira e alzando il manone come gesto di saluto verso tutti, risale sulla moto e con uno scoppiettio
si alza da terra e senza volatrsi indietro vola verso quella che Harry sà essere la direzione di
Hogwarts. La sua scuola,quella che ora mai non é più la sua scuola.
Ron osservava Hagrid che si allontanava, a fianco di Harry con il pomo d’Adamo,che degluttiva a
vuoto come a voler ingoiare un boccone troppo grosso.
Con il braccio spinge Harry verso il tavolo. “Dai guardiamo il regalo di Fred e George”.
Meccanicamente le sue mani aprono il voluminoso pacco,scorgendo all’interno qualcosa che
all’apparenza sembra un vestito.
Tirandolo fuori Harry vede un completo giacca pantaloni,amaranto scuro,in pelle di drago.
“Huauu”,esclama Ron ammirato.
George arrivando vicino a Harry gli dice. “Non é un Vestito qualunque”.
“Si non lo é!”. Gli fà eco Fred,”E’ La nostra ultima invenzione,e abbiamo deciso che non sarà
messa in vendita”.
“Abbiamo pensato che non sarebbe stato opportuno visto quello che riesce a fare. Indossalo,e ti
facciamo vedere cosa fà”. Conclude George.
Harry si dirige verso le scale che portano di sopra,verso la stanza di Ron e di tutta fretta indossa il
magnifico abito.
Ridiscende verso il giardino con una certa apprensione,ricordando gli scherzi che i due gemelli in
tutti questi anni di scuola avevano architettato,ai danni dello sfortunato di turno.
Il signor Weasley lo osserva dalla sua sedia con interesse,mentre George gli dà istruzioni,”Mettiti lì
fermo”. Esclama e estraendo la bacchetta pronuncia,”Pietrificus Totalis”.
Subito l’urlo del signor Weasley “noo”. Non ferma il gesto di George, ma con stupore di tutti
l’incantesimo rimbalza su di Harry,che istintivamente fà un balzo indietro, ancora più stupito per il
fatto di essere ancora capace di muoversi.
Fred dal suo angolo ride nel vedere lo stupore generale,seguito da vari mormorii che si trasformano
man mano che gli altri si riprendono dallo spavento,in commenti di ammirazione.
Ron a bocca aperta tocca la pelle esclamando. “Ne voglio uno anch’io di questi”.
Interrotto nel suo pensiero ad alta voce da Fred che soddisfatto dell’effetto dice,”Forte no,respinge
una maledizione Pietrificus,di media intensità. L’abbiamo provata su di noi, non garantiamo però
che uno come Tu-sai-chi non riesca ad eseguirla ugualmente”.
“E’ grazie alla pelle che il drago ha una resistenza così forte alla magia,noi vi abbiamo aggiunto
solo un tocco personale,é stata trattata con polvere di luna,in cui é stata immersa e il gioco é fatto.
Comunque il disegno é alla moda e dà un tocco di classe a chi l’indossa” termina
George,sogghignando.
La signora Weasley per riprendersi dallo shock esclama “Non sono cose da fare in casa,sono
pericolose,anche se siete adulti non voglio vedere queste cose,qui. Poi alzandosi esclama ho
bisogno di una mano per fare gli addobbi attorno al Gazebo e mi servono dei autorampicanti
gioiosi. Sono dietro alla casa,chi va a prenderli?”.
Harry prende la scusa per allontanarsi,facendo un cenno a Ron ed Hermione. A passo svelto prima
che qualcuno possa replicare si dirige verso il retro della casa.
Girato l’angolo si volta e spiega ai due che lo guardano con aria di aspettarsi qualcosa di
inquietante,tutto ciò che era accaduto durante la sua permanenza a Diagon Alley.
Alla fine del racconto, Hermione con un espressione corrugata del viso dice: “Hai pensato che possa
essere stato un Mangiamorte travestito che fosse stato messo lì apposta per tenderti una trappola
Harry?.
“No,mi sono ricordato quando la prima volta che sono capitato li per errore; Ron me ne ha parlato
del negozio dell’incantatore di serpenti”. Harry cerca con lo sguardo Ron che abbassa gli occhi
come a voler restare fuori dalla discussione.
“Cercavo indizi su come Voldemort fosse venuto a conoscenza del potere del controllo dei
serpenti”.
Con una nota di nervosismo nella voce che tradiva un’insicurezza di aver fatto bene a seguire
quell’impulso Harry continua.
“Bé mi ha salvato no?”.
Hermione gli lancia uno sguardo ironico come di chi pensa che abbia fatto l’ennesima cosa
incoscente.
Harry vedendo la reazione sbottà. “Mi ha allontanato da Privet Drive giusto in tempo,prima che i
Mangiamorte attaccassero!.
“Ho sentito mio padre parlarne,si dice che Tu-sai-chi sia stato in Oriente per apprendere le magie
oscure riguardanti i rettili e che li abbia trovato molti seguaci, ma alla fine non si sà di preciso cosa
sia successo. Sono scomparsi”. Disse Ron per legittimare l’avventura di Harry agli occhi di
Hermione.
“La quale” incalza Harry dicendo;”Ne é valsa la pena allora di correre a Nottur Alley, cosa
sappiamo di lui....Perché ci vuole aiutare?.
“Ha avuto dei problemi anche lui con Tu-sai-chi!. E a meno di non sbagliarmi di grosso,gli ho letto
negli occhi la determinazione a vendicarsi”.
“Comunque, sappiamo che di rischi da correre ne sarebbero stati molti e tutto l’aiuto che possiamo
avere per sconfiggere Voldemort,dobbiamo cercare di averlo”.
Finito di parlare Harry,sentito il silenzio di assenso degli altri due,si chinò a prendere un vaso di
auto rampicanti gioiosi da portare alla signora Weasley. Dopo tutto erano li per un matrimonio e
non avrebbe permesso a nessun dei suoi problemi di rovinargli quest’unico momento di felicità che
gli restava. IL matrimonio di Bill e Fleur.
La mattina successiva Harry si svegliò di buon umore. Anche se il risveglio fù movimentato,da un
Ron impaziente di andare con lui a giocare una partita a Quidditch nel campo dietro casa,come
ormai facevano da anni durante le vacanze estive.
“Dai, svegliati pigrone”. Ron scuoteva Harry che appena sveglio e senza occhiali,aveva la vista
appannata.
A tastoni cercò le lenti e inforcò gli occhiali,mettendo a fuoco un Ron impaziente.
“Dai andiamo fuori a fare una bella partita,George e Fred con Bill e Ginny. Abbiamo organizzato le
squadre”.
Harry si precipitò a far colazione pensando che una meravigliosa giornata lo attendeva,il
quidditch,il cibo preparato dalla signora Weasley,e magari i fuochi d’artificio,se Fred o George,ne
avevano ancora. Dimenticare le orribili cose,che ormai succedevano quotidianamente e più o meno
riportate fedelmente sulla Gazzetta del Profeta.
Ma oggi era solo una giornata di cose che sapevano di ...casa,ecco il pensiero che Harry non
riusciva a trovare.
In cucina fervevano i preparativi,per quella che sarebbe stato il primo matrimonio in casa Weasley.
La più indaffarata di tutti era senza dubbio Fleur,che ondeggiando di qua e di là,abbelliva la casa
per il suo matrimonio. Seguita a ruota dalla signora Weasley,che dispensava consigli sul
matrimonio. “Sai cara, dopo sette figli conosco bene come organizzare le cose”.
Puntualmete una Fleur decisa a mantenere una sua posizione,ripeteva di rimando:”Ma é il mio
matrimonio. Vedo bene,due ninfee vicino al Gazebo che gettano petali di fiori su di noi”.
Harry afferò la sua Fireboard,dopo una veloce colazione si dirresse verso il campo dietro casa.
Fred e George erano già là,con le loro scope,subito raggiunti da Bill che borbottava,”donne é
meglio lasciare organizzare tutto o si rischia un incidente diplomatico”,la smorfia che fece era solo
in parte dovuta al ragionamento ad alta voce che stava facendo. Ma in buona parte era dovuta alla
strana espressione,che lo scontro con il lupo mannaro,gli aveva lasciato sul volto, gli indelebili
segni di quella lotta.
Eppure vedendolo lassù volare impegnandosi con la Pluffa,di disarcionare dalla scopa George,che
all’occasione gioca nella squadra avversaria,un pensiero colse Harry,che la voglia di Bill di
continuare a fare come se nulla fosse successo,anzi che trovava il tempo di divertirsi,era come dire
che si va avanti lo stesso,nonostante tutti i guai. Il pensiero fece capire a Harry,che il futuro forse
non era solo terribile,ma poteva essere vissuto,accettando....
Harry non fece in tempo a finire il ragionamento che Sbamm! Si ritrovo per terra,la Pluffa l’aveva
colpito in pieno. Cosi imparava ad essere concentrato sul gioco,al posto di imbambolarsi a sognare
ad occhi aperti.
Ron lo aiutò ad alzarsi,”Forza dobbiamo preparaci per la cena,é ora di andare”,Harry a
malincuore,intontito,afferra il manico della sua scopa e si dirige con gli altri verso casa,dopo tutto
non era stata una brutta partita.
La sera a tavola e dopo era inevitabile che l’argomento principale di conversazione fù il matrimonio
che il giorno dopo si sarebbe celebrato,Fleur e la signora Weasley erano stanche per il gran
preparare la casa per il grande evento.
Durante la partita di Quiddich,era arrivata la zia di Ron, Muriel,Harry la vedeva per la prima
volta,anche se ne aveva sentito parlare un giorno da una Ginny arrabbiata quando era stata sorpresa
a baciarsi con Dean Thomas vicino al buco del ritratto della signora grassa.
Solo allora per vendicarsi Ginny,lo aveva ferito spiattellando a tutti l’amore segreto di Ron per la
zia Muriel.
Era una donna di media statura,meno corpulenta della sorella,la signora Molly. Tutto sommato una
bella donna,anche lei con i capelli rossi,(come del resto tutta la famiglia Weasley).
Con un largo sorriso e molta curiosità salutò Harry ,in un primo momento lanciandogli una lunga
occhiata,sopratutto guardando la famosa cicatrice sulla fronte,la quale lo rendeva riconoscibile a
tutto il mondo magico,cosa che a Harry non piaceva per niente,l’essere sempre additato come un
fenomeno da baraccone,per via di quel ricordo lasciatogli da Voldemort il giorno che tentò di
ucciderlo. Ma subito dopo aver ispezzionato il volto di Harry zia Muriel lo abbracciò cosi stretto
quasi da soffocarlo.
“Molly mi racconta sempre delle tue gesta,ero curiosa di conoscerti di persona....,e devo dirti che
sei molto carino,visto di persona”.
La frase piombò su Ron come un doccia fredda,sgranado gli occhi come uova al tegamino.
A quanto pare non gli era passata del tutto la cotta per la zia,pensò Harry.
Mentre Ginny,in un angolo,improvvisamente si bloccò,come colpita da una maledizzione
congelante,e subito il suo viso che normalmente era gioioso,divenne triste e discretamente si
allontanò dal gruppo.
Hary si scostò bruscamente dalla zia di Ron che gli sorrideva ancora. Tentando di mitigare il
gesto,abbozzando un sorriso,ma riuscendo a fare solo una mezza smorfia.
La signora Weasley trascinò la sorella Muriel,a vedere le decorazioni che lei e Fleur avevano
preparato,a rischio di un esaurimento di nervi,a causa delle insistenze di Fleur a voler rendere tutto
perfetto per quando gli ospiti sarebbero arrivati.
Fleur da parte sua correva avanti indietro,nervosamente per sistemare le ultime cose. Uscita nel
giardino,lanciò un gridolino, sua madre e sua sorellina erano sbucate sul vialetto di casa,seguite da
due bauli che galleggiavano nell’aria,la bacchetta della madre ,puntata verso la porta,li dirigeva fino
a farli adagiare dolcemente vicino al muro.
Fleur sorrise mentre la sorellina Gabrielle,gridava il suo nome e le gettava le braccia al collo.
Fleur scomparve con la sorellina per mostrarle l’abito da sposa,che come lei dice,”E’ stato creoto
con quaranta nastrini in un bleu lescermonte più chiaro del colore del resto del vestito per dare un
contrasto e per risaltare la beautè dei lunghi capelli biondi”,della ormai imminente cerimonia.
Harry si trova come scombussolato dal contrasto fra la normalità che tutti cercavano di mostrare e le
notizie che La Gazzetta del Profeta,ormai dava a raffica sull’intensificarsi degli incidenti,che tutti i
giorni si susseguivano,con accanimento crescente,poi pensò che quella normalità lui la preferiva di
gran lunga a quella che si paventava essere sempre più,una guerra imminente.
“Verrà anche la McGrannitt,al matrimonio”,gli dice interrompendo i suoi pensieri Ron. “Ieri é
arrivato un gufo dalla scuola,per annunciare che lei sarà libera di venire al matrimonio. Sai con tutto
quello che c’é da fare a Hogwarts dopo la morte di Silente per preparare la sicurezza per gli
studenti. Per cominciare il nuovo anno scolastico,con nuove misure di sicurezza. Dicono al
Ministero che molti più Auror saranno di stanza alla scuola per proteggerla. La McGrannitt non ha
più molto tempo libero ora mai visto che è diventata preside”.
Harry pensò con nostalgia alla loro vecchia scuola, l’unico posto dove mai fosse stato felice,poi
scuotendo il capo pensò : “Sile diceva che non dobbiamo lasciarci andare,il ricordo di queste
parole,lo fece sentire meglio. “Andiamo ad aiutare per i preparativi”, disse Harry spingendo Ron
verso il giardino dove tutta la famiglia Weasley era indaffarata a contribuire a rendere il
matrimonio,il giorno dopo, un evento memorabile nella storia della famiglia.
“Ron,Ron,svegliati,tua madre é già alzata dalle sei ,dobbiamo vestirci per dare una mano in
giardino”.
Ron assonnato risponde ad un Harry che scuotendolo vigorosamente tenta di strapparlo dal sonno.
Ron dal canto suo fà una fiera resistenza e cerca una posizione comoda per riaddormentarsi.
Hermione entra nella loro stanza per dare a Harry manforte e alla fine Ron sopraffatto dai due
decide che é inutile di provare a riaddormentarsi. Boffonchiando dice,”Va bene va bene...ora mi
alzo,prima cominciamo questa storia prima terminerà”.
Dopo il pomeriggio e la sera passati a preparare i festeggiamenti, il risveglio il giorno dopo per tutti
fù lento e faticoso, borbottii, si levarono un pò da tutti,ad eccezzione della signora Weasley, e di
Fleur, che dopo la disgrazia successa a Bill, avevano allacciato un sodalizio. Infatti correvano
instancabilmente da una parte all’altra per gli ultimi ritocchi.
Ginny entrò nella stanza di Ron con indosso un’abito lungo, il colore era un giallo paglierino,
rifinito con nastrini e voulant di tonalità più cremè per staccare con il fondo dell’abito. Insomma
sembrava una bomboniera ambulante. “Non dite niente per favore”, esclamò palesemente a disagio.
“Io e Gabrielle siamo le damigelle d’onore, dobbiamo per forza assecondare i suoi desideri”.
Harry restò a bocca aperta dallo stupore. Non aveva mai visto Ginny vestita a quel modo.
Francamente capiva il suo imbarazzo a presentarsi così vestita.
Ron dal canto suo indossava l’abito portato al ballo del Ceppo,con qualche miglioria apportata dalla
madre. Le maniche e il colletto erano state rifinite rispetto al lavoro grossolano che lui aveva fatto a
scuola per togliere gli sbuffi e i voulant che originalmente erano attaccati,(era un abito di seconda
mano). Neanche lui aveva da stare allegro in quanto abbigliamento.
Harry indossava,il suo abito da cerimonia verde bottiglia,anch’esso acquistato in occasione del ballo
organizzato dalla scuola.
Hermione si parò davanti alla porta e a quanto pareva era stata più fortunata dei Weasley, mostrava
un abitino rosa con gonna lunga alla cui vista Ron ne rimase affascinato.
Hermione si accorse dell’effetto suscitato su Ron che subito gli fece un complimento di rimando, il
tuo abito é molto migliorato da quando tua madre lo ha aggiustato.
Ricevendo da parte di Ron una smorfia di risposta che la fece desistere da cercare di incoraggiarlo
ulteriormente.
Gabrielle si fece incontro sulle scale mentre scendevano verso il giardino portando fra le mani un
cestino pieno di fiori, campanelline gioiose,che ogni volta che Gabrielle scuoteva il cestino
tintinnavano con un suono argenteo,che subito ti rendeva allegro senza sapere perché.
“Il suono é loro”,disse Hermione chinandosi verso Harry. “Ma la sensazione di gioia,sospetto che
sia opera di Fleur,l’ho vista aggirarsi questa mattina con la bacchetta in mano e fare l’incantesimo
soavis a tutti gli oggetti decorativi della cerimonia.
Per fare sentire quelli che gli passano vicino che si sentano in tono con la cerimonia”.
Harry non sapeva cosa rispondere,a quella maniacale ricerca del frivolo,se lo scusò pensando che
visto quello che era accaduto al volto di Bill, Fleur voleva far si che quel particolare passasse del
tutto inosservato.
Guardando il risultato fuori,vicino al gazebo (un tetto di legno con quattro tronchi d’albero a
sostenerlo). L’idea che aveva progettato di dare un senso di allegria e felicità le era riuscita in pieno.
Tutto dalle sedie disposte a semi cerchio intorno ad esso che sembrava essere creato apposta per
essere al centro dell’attenzione della scena. Piante rampicanti,cosi fitte che avvolgendo i trochi fino
a salire su per l’architrave del tetto fanno scomparire la struttura che li sorregge dando
l’impressione che i fiori salgono nel cielo,arrampicandosi nel vuoto.
Una moltitudine di veli leggeri;appesi ai tralicci del tetto.creano uno spazio,intimo in mezzo al
cortile; come un alcova d’amore.
In mezzo al Gazebo,su in alto due colombe bianche che tubano . fiori bianchi rosa arancione,sulle
sedie.Tanto che a camminarci in mezzo dava ad Harry,l’impressione di entrare in un campo in
primavera quando la natura esplode,in una moltitudine di colori.
Vedeva mentre si avvicinava ad una sedia,discretamente in fondo: Seguito da vicino da Ron che un
pò vergognandosi,del proprio vestito. Si faceva scudo di Harry per guadagnare un posto a sedere
senza incidenti,
La gente che si affollava,attorno a quel gazebo,era di quanto più vario come colori e personaggi,che
Harry avesse mai visto,a pensarci bene Harry non aveva mai assistito,ad un matrimonio fra maghi.
Il constatare ciò,lo fece osservare meglio. C’erano cappelli di ogni foggia,da quelli a cilindro alle
bombette.
Le donne sfoggiavano lunghe chiome con piume di ogni colore viola rosse gialle.
L’insieme di questi colori faceva girare un pò la testa di Harry,anche perché si confondevano con i
fiori che essendo sparsi sul vialetto sulle sedie dietro al gazebo. Facevano a gara per rendere
l’ambiente il più chiassoso possibile.
Dalla destra dietro rispetto a dove era seduto Harry insieme a Ron ed Hermione si sentiva un
rumore di strumenti musicali appena appoggiati per terra,voltandosi i tre quasi come una sola
volontà,videro un orchestrina di quattro elementi. Erano dei Folletti tutti vestiti di un rosso intenso.
“Quello é Nabeus dell’ufficio matrimoni “,disse a bassa voce Ron rivolto a Harry che fissava
l’ometto piccolo e magro,vestito di un verde pistacchio con un lungo cappello a tubo,forse per
compensare la bassa statura. L’ometto si trovava in piedi di fronte al gazebo e aspettava gli
sposi.Con un profondo inchino,parlò.”Signore e signori,benvenuti al matrimonio della Signora
Fleur Delacour che oggi andrà in sposa al signor Bill Johnatan Weasley”.
Finito di pronunciare il suo discorso introduttivo,fece un cenno ai folletti che intonarono una
marcetta allegra.
Fù come un segnale dal fondo del vialetto comparve Bill vestito con un abito amaranto tempestato
di stelle dorate. Il suo viso sfigurato dall’incontro col lupo mannaro rivelava un sorriso che lo
faceva in qualche modo più bello di quanto fosse in realtà,era per via degli occhi sorridenti,quello
sguardo esprimeva felicità come se avesse preso una pozione di felix felicis.
L’attenzione di tutti si era rivolta a cercare Fleur,che ancora non si vedeva.
Da un lato del giardino spiccava una figura..., ma si era di Hagrid con la sua pelliccia di castoro,era
inconfondibile,i loro sguardi si incrociarono e Hagrid fece un cenno di saluto rivolto a Harry che
ricambiò con entusiasmo.
L’orchestra intonò una marcetta allegra e subito dopo proveniente dalla casa comparve Fleur,dieci
uccellini le reggevano il velo di un oro pallido molto luminoso,dietro di lei c’erano Gabrielle,e
dall’altro lato Ginny,che con aria afflitta gettava petali di rose che con un aggrazziato dondolio,
quasi una danza cadevano a terra,tutti applaudivano,mentre la testa di Fleur ondeggiava con cenni
brevi del capo. La corona prestata dalla prozia Murriel sfavillava con un luccichio che quasi faceva
male agli occhi. Era bellissima, i lunghi capelli argentei raccolti elegantemente,e sostenuto dal
diadema,solo due boccoli ribelli scendevano di fianco vicino alle orecchie,con un sorriso che si
stendeva da una parte all’altra del viso.
I presenti uomini erano ipnotizzati. Seguivano l’ondeggiare del capo come se da quel
movimento,dipendesse la loro vita.
Harry provò la stessa sensazione di quando le Veela danzarono alla coppa del mondo di
Quidditch,sentì la necessità di fare qualcosa di sensazionale cercò di scavalcare Ron seduto vicino a
lui e di gettarsi sul velo di Fleur,usando Ron come una specie di trampolino.
Trovandosi a lui avvinghiato mentre il suo amico lo guidava in una sorta di valzer. Hermione con
un gesto discreto della sua bacchetta li fece risvegliare da quella danza frenetica con una sorta di
doccia gelata asciutta.
I due si guardavano imbarazzati subito irrigidendosi nei loro posti e fissando il gazebo davanti a
loro.
“Possibile che basti un incantesimo da Veela per sconvolgervi così”.Disse Hermione seccata
guardandoli come se fossero due bambini piccoli.
Harry pensò lanciando un occhiata furtiva a Ron che lei di Veela come di Quidditch non ne capiva
niente; ma poi ripensandoci capì che di Veela ne capiva meglio di loro,anche se un ghigno gli si
affacciò sul volto,di Quidditch era sicuro che non ne capisse niente.
Fleur e Bill finalmente si trovavano vicini, la mano di lei arrivò a toccare quella di Bill.
La voce di lui risuona nel cortile attirando ancora di più l’attenzione dei presenti . Delacour Fleur io
Bill Jonathan Weasley prendo tè come mia moglie e che il cupido unisca i nostri cuori per sempre”.
Da sopra il gazebo Harry nota che un cupido,una sorta di bambino con le ali,sogghignante si
copriva la bocca con le mani per nascondere un convulsivo ghigno, tende un arco che tiene nella
mano destra e scocca una freccia,colpendo Bill,e innondandolo di luce azzurrina.
Poi é la volta di Fleur che ripetendo la formula,viene a sua volta colpita da un altro cupido,la
scoccata al cuore la innonda, questa volta di luce rosa.
Tutti esplodono in un applauso liberatorio. Che Harry interpretò come il segnale dell’avvenuto
matrimonio.
Gli uccellini che avevano portato il velo di Fleur fino al gazebo,nel momento che Bill la prende fra
le sue braccia per baciarla, fanno scendere un velo a forma di cuore su di loro e cinguettando si
dispongono anch’essi a formare un cuore.
Ginny che aproffittando della confusione evidentemente disgustata,caccia il cestino dei petali di
rosa sotto una sedia e si siede vicino ad Hermione,la quale aveva gli occhi umidi e fissava i due
novelli sposi.
Ginny si era seduta approfittando che tutti si erano alzati per congratularsi con Bill e Fleur,vicino ad
Hermione dicendo.”Hai visto che roba....,behh é raccapricciante. Non vorrei mai che il mio
matrimonio fosse così mieloso”.
Harry sentite le parole,si incupì in viso,una tristezza velò il suo sguardo.
Ron urlò a tutti “dai andiamo a fare le congratulazioni a Bill,che dopo c’é il pranzo,vedrai che roba
Harry”.Detto ciò prese per un braccio Harry che come un automa si fece condurre verso Bill
circondato da una moltitudine di amici e parenti,mentre l’orchestrina faceva un chiasso indiavolato.
 
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RaphaelArcanghelos
view post Posted on 25/8/2007, 12:06




Carino...Certo,dopo aver letto l'originale, un po' di tristezza permane...
 
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spaik1981
view post Posted on 25/8/2007, 19:02




Ecco altri tre capitoli:

Cap 3

Sulle tracce degli horcrux Godric’s Hollow
Due giorni dopo al matrimonio,Harry ricordava ancora con piacere del banchetto e della festa che
durò tutta la notte,aveva ancora negli occhi la musica, i fuochi d’artificio, i brindisi, gli scherzi di
George e Fred che fecero ridere tutti,visto che nessuno ne era immune e che a turno dovettero
subirli. Poi Ginny che quando tutti danzavano,lo guardava come aspettandosi che lui la invitasse a
ballare, ma poi capendo che lui non si sarebbe fatto avanti aveva cominciato a ballare con i due
gemelli come una trottola ridendo e divertendosi in quelle danze sfrenate.
“Harry,Harry,cosa stai pensando.sembravi molto lontano, a cosa stavi pensando?”.
Hermione era entrata nella stanza che lui condivideva con Ron. In mano teneva un libro che portava
il titolo –Maghi famosi nella storia-.
“Non c’é nulla riguardo a un mago il cui nome inizi con R.A.B”.
Harry si scosse da quei piacevoli ricordi per piombare nel presente e a quello che stavano per
intraprendere. Il ritorno alla casa dei suoi genitori a Godric’s Hollow, per ritrovare un qualcosa che
lo riconducesse sulle tracce dell’Horcrux,che Voldemort aveva lasciato la notte che tentò di
ucciderlo e che quasi aveva ucciso se stesso.
“Oggi partiamo hai preparato tutto?,non sappiamo quando torneremo,quindi ti conviene portarti
tutto ciò che ti potrà servire”.
Harry a quelle parole,gettò un’occhiata,al suo sacco,che conteneva il manto dell’invisibilità.
Qualche ricambio e niente altro,aveva indossato giacca e pantaloni di pelle di drago,il regalo di Fred
e George con il quale si sentiva ridicolo,forse perché non era abituato a portare vestiti da mago al di
fuori della divisa di Hogwarts.
“Hagrid alla fine del matrimonio prima di andarsene mi ha detto di essere il nuovo direttore di
Grifondoro,che era stato appena nominato dal consiglio,su candidatura della McGranitt”.
Le disse.
“Lo sò,me lo ha detto la McGranitt,quando mi ha chiesto se avrei accettato il ruolo di capo scuola
per Grifondoro”.
Fece un sospiro come una che volesse togliersi un peso dallo stomaco,poi riprese a parlare.
“Naturalmente le ho detto di no,che non sarei più tornata a scuola,abbiamo una missione da
compiere....forse finito tutto questo ma..”.
Hermione lasciò la frase in sospeso,Harry capì i suoi sentimenti,la scuola le mancava come a lui del
resto. Il suo futuro,il loro futuro era un incognita. Per lui la cosa più importante al mondo era di
trovare Voldemort, Piton,e fargliela pagare di tutti i dolori,le pene che in tutti quegli anni aveva
subito. E voleva farlo presto.
“Harry”, era il signor Weasley che lo chiamava “Al ministero hanno pensato,che non era sicuro che
tu faccia l’esame di materializzazione con gli altri così il signor Twycross é venuto apposta qui per
esaminarti,tu e Ron,visto che lui non é riuscito nell’esame l’altra volta. Potete farlo insieme qui
oggi”.
Ron divenne di un verde pallido al sentire il padre. Ad un cenno della mano che gli indicava il
giardino lo segui,con Harry alle calcagna,pensò forse é meglio così senza preavviso,anche il padre
doveva averlo pensato. Avrebbe passato un brutto matrimonio se fosse stato avvertito prima.
Il pomeriggio dopo l’esame,che andò meglio dell’ultimo,per Ron,e bene per lui tutti e due ebbero il
patentino di materializzazione,Ron sostenne che se anche aveva ora il permesso ufficiale,a
materializzarsi,preferiva la scopa. Harry era daccordo con lui.
Harry ,Ron ed Hermione erano pronti,sacco in spalla,ora restava da fare la cosa più difficile.
Salutare tutti e riuscire a partire .
Harry si mosse per primo davanti alla porta ed a una esterefatta signora Weasley,che vedendoli
vestiti per il viaggio con borse sulle spalle.disse.
“Ma la scuola comincia il primo settembre,dove credete di andare,é pericoloso girare,non leggete di
tutti gli incidenti che succedono in giro?”.
“Signora,noi ecco.. noi”.
Harry si voltò come a cercare aiuto da Ron,che si interessava ostinatamente allo studio delle sue
scarpe.
“Ecco volevo dire,che noi abbiamo deciso che quest’anno,non torneremo a scuola”.
Colto da un’improvvisa idea continuò,”Volevo visitare la casa dei miei genitori,a Goldric’s Hollow,
Ron e Hermione,si sono subito offerti,di accompagnarmi,ma poi torniamo qui se...se lei,ci
vuole,naturalmente”.
La signora Weasley,li guardò spaventata e diffidente,come a cercare un qualche segno,che George e
Fred,avessero dato instruzioni a Harry di parlare a quel modo.
“Non dovreste andare da soli...é ,é pericoloso,so che siete adulti ora,non posso impedirvelo,ma..”.
Harry senti un colpo al cuore,vedendo la paura negli occhi della Madre di Ron,ma i suoi occhi
riflettevano la sua determinazione, a partire,cosa che la signora Weasley intuì,abbassando lo
sguardo e dicendo. “Va bene ma state attenti,vi voglio qui il più presto possibile,Harry questa é
anche casa tua non dimenticartelo mai,capito!”.
Harry non seppe come ma si ritrò fra le braccia della signora Weasley,che piangeva.
Alle sue spalle una voce che Harry riconobbe subito essere il padre di Ron.
“Harry,prima di partire devi leggere questo”.
In mano aveva una pergamena,sigillata,con una ceralacca,dll’aria ufficiale.
“questo é il testamento di Albus Silente,voleva che te lo dessi,se...se gli fosse successo qualcosa”.
La voce gli tremò nel pronunciare quelle parole.
La mano di Harry tremando prese il plico,che il signor Weasley gli porgeva.
Gli occhi di tutti si fissarono sulla pergamena,che Harry prese.
La aprì con una lentezza esasperata,come a non volerla danneggiare. L’ultimo legame con
Silente,l’ultimo pensiero che lui aveva avuto era per Harry,il suo testamento.
Caro Harry,
dal momento che stai leggendo questo mio scritto,io non sono più a Hogwarts,anche se
non mi vedi più,il mio spirito é,e resterà sempre vicino a te.
Mai mi sarei aspettato di conoscere uno come te,i nostri incontri sono stati per me,motivo di
continua sorpresa. Le difficoltà che hai affrontato sono state veramente grandi.
Come grande ti sei mostrato,nel combatterle. Ti rammento che solo combattendo ancora,e ancora,il
male può essere relegato,negli oscuri inferi da dove é scaturito.
Sembra che sia compito tuo,mettere a tacere quel male.
Tutto quello che ti é successo quindi,non é stato inutile,o per caso. Ora ti può sembrare così,ma nel
tempo capirai che ti é servito per fortificarti e divenire quello splendido essere che sei diventato,e
che ancora di più diventerai.
Ho fiducia in te,nella tua purezza,nel tuo amore. Amore per gli altri,si quell’amore che ancora non
hai capito come possa aiutarti cotro Voldemort,ma che al momento giusto,ti guiderà nel momento
più difficile.
Ora come sai ho passato gli ultimi anni della mia vita per studiare la vita di Tom Riddle,unicamente
per darti la possibilità di sopravvivere.
Ora penso che ne sai abbastanza per intraprendere il viaggio che ti porterà verso il tuo destino.
Ma ricorda non sei solo,hai i tuoi amici che hanno sofferto con te,hanno gioito con te.
Si batteranno con te fino alla morte se necessario,perché é da te che hanno preso la forza di farlo.
Non ti deluderanno,perché tu non li hai mai delusi.
Quando sarà il momento,torna a scuola,capirai da solo il momento più appropriato per farlo.
Permettimi di darti un ultimo consiglio,fidati del tuo istinto,é puro e non ti tradirà nel momento del
bisogno.
Io sarò sempre anche se in spirito sempre vicino a te.
Un’ultima cosa mi resta da dirti,dei miei averi terreni ne lascio buona parte a te,perché tu possa
proseguire il compito che ti ho assegnato,e una parte la lascio all’Ordine della Fenice,perché
anch’essa ne fà parte,approfitto di questo scritto per nominare il mio sucessore come capo
dell’Ordine che sarà Arthur Weasley,in lui troverai sempre un appoggio,se ne avrai bisogno.
Ed ora ti abbraccio visto che non sono più il tuo preside,mi sento in diritto di farlo,come tante volte
avrei voluto.
Tuo con affetto
Albus Silente
Harry piangeva,nascondendo il volto per non farsi vedere. Alzò la pergamena per darla al signor
Arthur,che una volta presa la lesse ad alta voce.
Tutti nella stanza rimasero scossi nel udire quelle parole.
Harry avrebbe scommesso che da qualche parte Fanny,stava cantando. Ma poi a pensarci
bene,pensò che forse era solo il suo desiderio,di riavere li Silente ancora una volta,scosse le spalle
come per snebbiarsi la testa.
Dalle sue spalle Hermione gli disse. “E’ stato bello non é vero!”.
Harry pansando che si riferisse al testamento rispose; “Si quelle parole mi hanno toccato”.
Non fece in tempo di finire la frase,che Hermione continuò, “Bella sì,ma non mi riferivo a quella.
Parlavo del canto della Fenice”.
Harry per scaricare la tensione,fece un passo verso la porta e uscendo disse, “Beh ci vediamo
presto”.
La signora Weasley abrracciò tutti,due volte per essere sicura di non aver dimenticato nesuno.
Harry una volta nel giardino tirò fuori l’album delle foto che Hagrid gli aveva dato tanto tempo fà.
Cercò la foto che ritraeva i suoi genitori,che lo tenevano in braccio,fuori dalla casa,dove dovevano
andare. Mostratala a Ron e Hermione disse. “Siete pronti?.Ad un cenno dei due,sentì la ormai
famigliare sensazione di essere strizzato in un tubo di gomma.
Quando potè respirare,vide quella che una volta era una villetta graziosa. Ma che ora era decadente
e molto trascurata,il bel steccato di legno dipinto di bianco,ora era scrostato,e il legno consumato
dal tempo.
Il giardino le finestre,avevano subito il medesimo trattamento.
Ma era l’aria che si respirava,che era per Harry la cosa che più lo metteva a disagio.
Come se qualcosa di tremendo vi era successo.
Dalla serratura evidententemente forzata dalla magia,si intuiva che l’impressione era corretta.
Al suo fianco sentiva la presenza di Hermione.
“Ti senti bene?,se vuoi entriamo io e Ron,non sei obbligato, ad entrare. Ti diremo noi se c’é
qualcosa di interessante”.
“No non c’é bisogno,sono in grado di farcela”. Rispose Harry,Facendo una mossa repentina,entrò
nella casa.
Dentro la sensazione di decadenza, aumentò.
L’ingresso era sottosopra una bibblioteca era riversa sul pavimento.
Dei libri erano sparsi in disordine rovesciati,alcuni aperti.
Era li che suo padre,aveva tentato la prima difesa.
Una rabbia cieca sommerse Harrry,la bocca tremava. Gli occhi erano due fessure lucenti,come
spade,che volevano trafiggere,chi aveva fatto tutto ciò,Voldemort.
A mala pena sentì il commento di Ron,”fà paura a vederlo così”.
Una volta continuata l’ispezzione trovarono,nella stanza da letto altri segni,della lotta.
Il sacrificio di sua madre,era ancora percepibile,nell’aria.
Un letto che oltre a rivelare i segni del tempo,polvere,biancheria sporca,disordine.
Mostrava i segni di una bruciatura. Luogo dove senza dubbio,la maledizione Avada Kedavra aveva
colpito sua madre a morte!.
Harry si aspettava qualcosa del genere.
Con la mano cercò di aggiustare quel letto. Gesto inutile,ma che mostravaa Ron ed Hermione. Il
conflitto,che dentro di lui si stava svolgendo.
Hermione capì,che quel gesto voleva in qualche modo,riparare l’orrore che stava vivendo
Harry,dentro di sè. Serrò i pugni,ma la voglia prepotente di uscire e scappare via di lì,fù
soffocata,dalla fredda determinazione di perseguire lo scopo che ormai era diventato la causa
principale della sua vita.
Scovare e distruggere Voldemort,e tutti quelli che avrebbero sbarrato la sua
strada,Piton,Belatrix,volti con ghigni beffardi che nella sua mente rimbombavano.
Ancora poco si disse,e vedremo se riderete ancora,pensò.
Hermione,che per alleggerire l’atmosfera,che si era allontanata per ispezzionare la stanza,disse.
“Non sembra che nulla di strano ci sia da vedere qui,Silente certamente avrà ispezzionato la stanza
prima di andarsene”.
In mano teneva una lampada a petrolio,inpolverata e con ragnatele che la rendevano ancora più
abbandonata..
Harry esclamò.
“All’epoca non sapeva degli Horcrux,é plausibile che se ce ne sono stati,siano sfuggiti,alla sua
ricerca”.
Harry aveva notato che sotto il letto,vi era un rigonfiamento in prossimità del bordo come se
qualcosa fosse caduto e rotolato li.
Con la mano destra scostò la coperta e chiamò gli altri a vedere.
“Ron Hemione,guardate anche voi e ditemi cosa ne pensate”.
Hermione che era arrivata subito,guardò con impazienza. Sotto il letto c’era un pupazzetto,doveva
essere stato nelle sue mani quando avvenne l’attacco di Voldemort.
Era un unicorno con due occhi azzurri e un muso simpatico,Ma Harry non ricordava di averci mai
giocato.
Ron con sorriso ironico,lo guardava quasi a voler dire qualcosa di pungente,ma visto il luogo e il
perché erano li, si accontentò solo di sorridere.
L’unicorno fece uno sguardo duro,come di qualcuno che voleva fare del male.
Harry pensò subito,al diario di Tom Riddle,che il pupazzetto in qualche modo,vi fosse collegato?.
Hermione non disse niente,segno che non lo reputava degno di considerazione,ma almeno non
aveva avuto quel sorrisetto ironico che Ron aveva mostrato prima.
Ron usci dalla stanza,dicendo che andava a dare un’occhiata nelle altre stanze.
Harry preferì restare li dentro,il segreto della sua sopravvivenza doveva essere li racchiuso fra le
mura di quella che una volta era stata la sua casa. Istintivamente mise il pupazzo dell’unicorno in
tasca,forse come per riappropriarsi del suo passato.
“Andiamo a vedere la tomba dei miei genitori”. Disse a Hermione,dirigendosi verso la porta,lei nel
frattempo si era avvicinata alla finetra per lasciarlo solo a pensare.
“Va bene tanto qui non c’é nulla che ci può essere utile alla nostra ricerca”.
Esclamò uscendo dietro di lui.
Fuori un sentierino portava verso una radura.Guardandosi su qualcuno avesse idea di dove andare
per il cimitero,decise semplicemente di proseguire per cercare qualcuno o delle indicazioni. Infatti
un cartello posto su un lungo ramo grossolanamente sfrondato indicava quella direzione per il
cimitero.
La spianata sulla quale era stato costruito il cimitero era contornata di fiori,qualcuno doveva averne
cura perché erano tutti allineati,e nonostante la calura che quel giorno era particolarmente
opprimente,avevano un’aria di essere annaffiati spesso.
Ron fù il primo a trovare la tomba dei genitori di Harry.
Da vicino in realtà le tombe erano due,sulla lapide oltre ai nomi di Lilly e James Potter,c’era
un’iscrizzione,che diceva: Qui giaccino Lilly e James Potter morti per aver contrastato il male,la
comunità magica riconoscente.
Harry a leggere l’iscrizzione ebbe un moto di rabbia. Loro erano morti per salvare lui,Harry e non
per qualche oscuro progetto pubblicitario,che il Ministero potesse fruttare a suo piacimento.
“A questo punto,dobbiamo pensare,che non c’é molto da scoprire qui”. Dice Ron guardandosi
sconsolato in giro.
“Già”, ammette Harry a testa bassa,poi preso da un’idea improvvisa si infila una mano in tasca ed
estrae l’unicorno.
Gli occhi fiammeggiano come se fossero vivi.
Hermione che vede per la prima volta lo sguardo duro e gli occhi fiammeggianti del pupazzetto
esclama. “No,non é possibile...che sia!”.
Harry intuisce cosa pensa Hermione dicendo. “E’ come se avesse una vita propria”.
Hermione lo interrompe anticipandolo. “E’ esattamente quello che pensavo io,assomiglia al diario
di Tom Riddley,forse che sia un Horcrux?”.
Improvvisamente il pupazzetto,cerca di mordere la mano di Harry,che sorpreso istintivamente,lo
lascia cadere.
Una nuvola nera a forma di mano fuoriesce,dall’unicorno,cercando di strozzare Harry.
Istintivamente la bacchetta di Harry si solleva e a alta voce grida, “Incendio!”.
L’unicorno,esplode in una fiammata violacea.
“Accidenti,Harry,era proprio come il diario”.
Esclama Ron scosso dall’improvvisa azione.
Hermione avvicinandosi al mucchietto di cenere gli risponde,scuotendo la testa; “No non é come il
diario. Questo pupazzetto,non era nelle intenzioni di Tu-sai-chi,farlo diventare un Horcrux”.
Harry ansimando continua:“Si é vero,penso che durante la maledizione fallita Voldemort aveva
preparato un incantesimo per fare un altro Horcrux,con la mia morte. Al momento quando é
rimbalzata su Voldemort”. Hermione termina la frase come se un ‘illuminazione l’avesse colpita.
“IL frammento d’anima di Tu-sai-chi,é entrato inavvertitamente,dentro il pupazzetto,col quale
Harry,stava giocando”.
“Che fine ingloriosa per un pezzo dell’anima di Colui-che-non-deve-essere-nominato”. Aggiunge
Ron,a mò di epitaffio.
Harry si guarda intorno nervosamente,”presto andiamo via prima che qualcuno possa averci visto!”.
“Si é meglio,se torniamo alla Tana”. Conferma Ron.
I tre guardandosi negli occhi,scompaiono dal cimitero.
Una volta al sicuro nella piccola cucina della Tana,Hermione,dopo essersi rassicurata che nessuno
sia in giro a sentire quello che hanno da commentare eccitata dice: “E’ vero che Colui-che-nondeve-
essere-nominato,non aveva intenzione di creare un Horcrux,con quell’unicorno”.
“Quindi”,conclude Harry. “Non sapeva che la settima parte della sua anima fosse custodita nel
giocattolo”.
“Certo che non lo sapeva,era più morto che vivo. Quando é fuggito come uno spettro”. Riflette Ron
ad alta voce.
“Bene uno di meno”. Conclude Harry,e poi aggiunge vedendo il volto soddisfatto di Ron;”Ma non é
ancora finita,se viene a scoprirlo diventerà ancora più cattivo!”.
“Beh si..si,immagino”,risponde Ron abbassando gli occhi.
“Perché diventa ancora più cattivo?”.
Domanda Ginny entrando nella cucina,con le braccia in conserta, e guardando alternativamente i
tre.
“Non sono cose che ti riguardano”, Risponde un Ron imbarazzato.
“E invece si”,quasi gridò Ginny,posandosi di fronte a Ron,con le mani sui fianchi come avrebbe
fatto sua madre,la stessa espressione,lo stesso cipiglio.
Ron cercò lo sguardo di Harry,per cercare un sostegno.
Harry dal canto suo,non riusciva a trovare le parole per confrontarsi con Ginny.
“Abito qui con voi se nel caso non lo avreste notato”. Continuò Ginny.
“E La cosa mi sembra abbastanza strana”.
Fece un attimo di silenzio,poi notando che nessuno reagiva,per niente scoraggiata continuò.
“Che cosa é un Horcrux?. Che cosa é uno di meno?.
E ancora a raffica,”Harry hai fatto qualche cosa di male,hai....hai...insomma mi hai capito!”.
Harry chiamato in causa e non potendosi ritirare sbottò.
“Cerca di restarne fuori”.
Non la guardava negli occhi e questo rafforzò,la convinzione di Ginny.
“Non credere che io sia stupida,dimmi”.
“Beh,sai non voglio che ti accada nulla di male. E’per questo che noi...io..Ho Hermione diglielo
tu!”.
Hermione che fino a quel momento era stata in disparte a osservare la scena,si vece avanti.
“Ginny,lo sò che cosa provi per Harry ma questa é una cosa del tutto diversa,sai”.
Non fece in tempo a terminare la frase che Ginny la assalì continuando a forzare Harry a parlare.
“Son abbastanza adulta per capire,che mi state nascondendo qualcosa ,qualcosa di
importante....qualcosa di terribile!”.
“No,non é quello che pensi tu!,ho solo visitato la casa dei miei genitori,ma..”.
“Cosa sono gli Horcrux?”. Ginny sembrava decisa.
“Daccordo,daccordo. Sono una cosa pericolosa,ma mi aiuterà a sopravvivere,sai non devi
parteciparci,ne abbiamo già parlato”.
“Si ne abbiamo già parlato,ma credo che tu non mi possa lasciare in disparte così”.Rispose
Ginny,più battagliera di prima.
Poi come una pioggia a ciel sereno,esclamò: “Perché loro e io no?”.
Questa affermazione,spiazzò Harry,lasciandolo senza parole.
“Va bene,gli Horcrux sono.....”.
La signora Weasley,entrò proprio in quel momento,facendo tacere tutti.
“Benomale che siete tornati. Ero in pensiero”.
Harry a questa opportuna interruzione tirò un sospiro di solievo,ma sapeva che era solo rimandata la
spiegazione a Ginny.
Usciro dalla stanza in fretta,per non dover ricominciare con la signora Weasley con nuove
spiegazioni.
Ginny si affrettò ad avvicinarsi a Harry,sussurrrandogli,”A dopo”.
IL suo volto era deciso,come di qualcuno che non si sarebbe fatto mettere da parte,ancora una volta.
A tavola la sera,tutti erano sospettosi,i genitori Weasley guardavano Harry,Ron,Hermione. Come se
non trovassero il modo di chiedere cosa avessero fatto,in quella giornata. Il signor Weasley sbottò.
“Harry lo sai che ora io sono il successore di Silente,nell’Ordine della Fenice”.
Harry rispose,”Si”.
“Bene sai cosa stiamo affrontando,vorrei che tu entrassi a far parte dell’Ordine,ora che hai 17 anni”.
“Ecco”,rispose un Harry alquanto imbarazzato. Entrare nell’Ordine voleva dire riferire cosa stava
facendo e Silente non avrebbe voluto che ciò accadesse.
“Ne sono onorato,ma Silente mi ha dato un compito da svolgere”,
Esitando continua la spiegazione che aveva pensato,per la McGranitt,subito dopo la morte di
Silente.
“E’ un compito solitario,che solo io posso svolgere”.
“Capisco”Risponde il signor Weasley,”Ma tuttavia,penso che ti sia d’aiuto il nostro
contributo,combattiamo la stessa guerra”.
“Si”, rispose un Harry sempre più in difficoltà.
Lo sguardo di tutti era fisso sul suo volto,e ciò lo metteva sempre più a disagio. Ginny era come se
stesse praticando la Legimanzia,e a Harry piaceva poco,sentirsi così,ma era pericoloso lo sapevano
tutti,e la sua decisione doveva essere mantenuta ad ogni costo.
“Voi siete un pò come la mia famiglia,ma devo..devo farlo da solo”.
Detto ciò Harry si alza da tavola,e si allontana.
Devo andarmene se nò,metto in pericolo tutti con la loro insistenza,nel aiutarmi.
Deciso ciò,Harry si dirige verso il giardino e senza voltarsi si smaterializza.


Cap 4

R.A.B
Notturn Alley era se é possibile ancora più deprimente del solito.
Harry si aggirava guardingo nei suoi vicoli.
Arrivato in una zona desolata chiamata Polmphest, una radura con solo due vilette alquanto
malandate, Harry vide lo steccato bianco,come gli aveva descritto Omar il negoziante.
Si fece coraggio e si avviò verso l’entrata della villetta.
Quando una voce dall’interno lo chiamo.
“Harry Potter vieni dentro”.
Omar era sull’uscio con in mano un braciere che sprigionava vapori ,che all’odorato risultavano
rilassanti.
Il cenno dell’uomo con la mano sinistra libera ad entrare ad Harry sembrò amichevole.
Lo segui all’interno della villetta.
Dentro l’arredamento rifletteva un gusto non certo inglese,con tappeti di ogni grandezza e colore,sia
sui pavimenti che sulle pareti.
Harry non aveva mai visto appendere tappeti alle pareti.
La sua espressione di sorpresa,non sfuggi all’ospite,”E’ consuetudine nel mio paese di adornare la
casa con tappeti”.
Harry fù guidato in una stanza,dove spesse nuvole di fumi aromatici,salivano da altri bracieri.
Erano un po dappertutto nella stanza.
“Siedi,e prendi un tè con noi”.
Alla parola noi Harry si allarmò,perché non vedeva nessuno li in giro.
Omar gli fece un cenno della mano,sopra un baldacchino,coperto di veli,stava seduto un uomo.
Era seduto non come Harry era abituato,ma stava a gambe incrociate,fra pesanti ondate di fumo.
A vederlo meglio,sembrava un bianco,ma i suoi modi tradivano,un comportamento straniero.
Si piegò davanti ad Harry e gli mostrò il cuscino vicino al suo.
Harry titubante si sedette,per non sembrare maleducato.
“Allora tu sei Harry Potter!”.
La voce dell’uomo era senza accento,ma qualcosa in lui era decisamente diverso dal tipo di persone
che lui conosceva.
“Siediti prego”.
Harry con circospezzione si sedette. Mentre Omar gli poneva davanti una tazza di fumante tè.
“Io mi chiamo Reginald Arcibald Berkley”.
In un primo momento Harry non percepì quelle parole.
Ma da qualche parte quel nome che non aveva mai sentito,aveva qualcosa di importante. Anche se
lui non sapeva dirsi perché.
“Sono originario di Londra anche se ho vissuto per molti anni in terre lontane”.
Harry si spiegò perché quell’aria straniera.
“Ti conosco di fama e devo dire che anche se tu non mi conosci”. Fece una breve pausa per
sorseggiare un pò del sul tè “ho seguito con molta attenzione la tua vita”.
Lo guardò direttamente negli occhi ad Hary quello sguardo sembrava come le lezioni disastrose
avute con Piton che gli scendeva dentro a leggere i pensieri.
Reginald sembrò intuire il pensiero perché gli disse: “Ho anch’io la facoltà di leggere il pensiero”.
Altra sorsata di tè,ma questa volta Harry pensò che fosse dovuta a veder l’effetto,alla notizia.
“Ma in me é una dote naturale. Non ho bisogno di legimanzia”.
Harry si senti a disagio,anche se non lo voleva cominciò ad agitarsi sul cuscino.
“Non preoccuparti,non ho intenzione di farti male. Abbiamo un nemico in comune Voldemort”.
Harry trasalì,al sentire pronunciare quel nome. Pergiunta senza che l’altro battè cilio.
“Come abbiamo un nemico in comune?”.
Chiese Harry in fretta.
“E’ semplice anch’io sono stato vittima di Voldemort. Non immagini quante persone sono state
rovinate quando Voldemort ha asceso il potere oscuro”.
“Posso immaginarlo” rispose Harry con un impeto di rabbia.
“Certo,non intendevo nei tuoi riguardi,ma veniamo al dunque. Dopo la scuola Voldemort ha
cominciato a frequentare molti luoghi e naturalmente ha saputo della mia capacità di controllare i
serpenti”.
Harry aveva gli occhi sgranati. Guardava Reginald con intensità.
Gli vennero alla mente le lezioni avute con Silente sulla vita di Voldemort.
Quello che l’Incantaore di serpenti gli stava dicendo era il seguito della storia di Tom Riddle.
Spostò gli occhi sapendo che se li avesse tenuti fissi l’altro avrebbe potuto leggere il suo pensiero.
“Mi contattò,apprese le mie arti. Poi cercò di uccidermi”.
Tweeky entrò nella stanza mentre Arcibald pronunciava il suo discorso andandosi ad accucciare
vicino all’incantatore di serpenti.
“Se non fosse stato per lui, Twekky,io sarei morto. Ma come vedi, ha riportato un segno indelebile
di quella lotta”.
Il corpo di Tweekky a forma di Pluffa con una coda e un collo allungato non somigliava certo a
nessuna specie di serpenti conosciuta dai maghi.
Un’idea pazzesca si fece luce nella mente di Harry.
Pronunciò il nome di Reginald Arcibald Berkley,e ....ma certo! era semplice. R.A.B.
“Voi,voi avete distrutto l’Horcrux nella caverna in riva al mare!”.
Fu la volta di Reginald di fare un sussulto, così violento che si rovesciò il tè sul lungo vestito
finemente ricamato.
“Tu sai degli Horcrux!?”.
Disse Reginald con stampato sul volto uno stupore incredulo.
Harry pensò che era inutile mentire a questo punto, gli conveniva dire la verità.
“Si, io sò degli Horcrux”.
Il suo sguardo si posò sul volto di Omar,che da quando avevano cominciato la discussione era
rimasto in disparte seduto silenzioso a gustare la sua tazza di tè.
“Non preoccuparti,lui sà degli Horcrux. Mi ha aiutato a scoprire il primo. Anche lui ha un debito,nei
riguardi di Voldemort.
Harry non sapeva più cosa fare. La notizia,lo aveva lasciato stupefatto.
Restarono ognuno a sorseggiare il proprio tè immersi ognuno nei propri pensieri.
Il primo a rompere il silenzio fù Reginald.
“A questo punto,mi rendo conto che la mia decisione di contattarti é stata ottima”.
Un nodo nello stomaco,di Harry si sciolse al sentire quelle parole. Aveva degli alleati nella lotta
contro l’odiato Voldemort!.
“Ho saputo degli Horcrux,quando Voldemort era venuto nel paese dove abitavo io. All’epoca fece il
suo terzo Horcrux”.
La mente di Harry lavorava vorticosamente,la conferma di ciò che con Silente avevano scoperto era
per lui come se fosse improvvisamente arrivato Natale.
Un ultimo sorso di tè scese giù,Harry lo beveva come le parole di Reginald.
“Mi usò,come se fossi un suo servo,credendo che la mia dote fosse acquisita con lo studio. Una
volta creduto di aver imparato tutto su di essa”.
Fece una pausa nel suo racconto,gli occhi si fecero due fessure,dure,Reginald mostrava rabbia e
sofferenza,sul volto.
“Cercò di uccidermi!”.
Un sibillo di Tweekky sottolineò la frase.
“Ma non aveva capito che la dote era naturale,come la mia Legimanzia. Lo prevenni. Mi finsi morto
e in parte lo ero,Tweeky,mi curò con il suo siero,quando anche lui aveva subito danni da Nagini”.
“Insieme,ci nascondemmo finché trovammo Omar che ci aiutò”.
Reginald posata la tazzina da tè,fisso intensamente,Harry.
“Ora come vedi,viviamo qui,Ma é ora che ritorniamo a muoverci,ritorniamo a combattere”.
“Combattere,contro Voldemort,e tu,che sei quello che più gli ha tenuto testa,in tutti questi anni”.
Harry lo interruppe,”No non é stao merito mio”.
Reginald,fece come se lui non avesse parlato continuando,il suo racconto: “Ma sei giovane e ancora
ti manca addestramento,per confrontarti con lui”.
Harry voleva dirgli,che si sentiva pronto,che era in grado di combattere,la sua rabbia,lo era.
Ma poi dovette convenire,che da sola non bastava,perciò decise di restare in silenzio,prima
bisognava sentire cosa aveva in mente Reginald.
“Ho dato importanti informazioni a Voldemort,e come ti dissi,lui per paura o per ringraziarmi,tentò
di uccidermi”.
Un silenzio piombò,sui tre,ognuno seguiva i suoi pensiero. Fù di nuovo Reginald,che ruppe
quell’atmosfera di attesa e riprese a parlare.
“Mi chiamano l’Incantatore di serpenti,perché riesco a dominarli,e grazie a questo potere
naturale,controllo anche la Legimanzia,l’Occlumanzia..Ecc.”.
“Omar mi ha detto della tua capacità,di parlare il serpentese,ora penso che non sia per te difficile,di
acquisire queste capacità”.
“Veramente,Piton,che era il mio insegnante di pozioni a Hogwarts,tentò,di insegnarmele,ma..
ecco..fù,un disastro”.
Disse Harry facendo trasparire,una nota di rancore e di sfiducia.
“non hai pensato,che forse,non volesse,che tu apprendessi tali poteri?”.
“Si,ci ho pensato,ma tanto...lei dice?”.
“E’ semplice da verificare,se vuoi possiamo provare”.
Harry si mosse a disagio,voleva si provare,ma voleva evitare di cadere,nelle mani,di Reginald,se nel
caso fosse stato,beh non proprio amico.
“Va....va bene!”:
Reginald,estrasse la bacchetta,dalla sua manica destra,e la depositò,sul tavolino da tè posto di fronte
a lui.
“Te lo avevo detto,che é una dote naturale,la mia. Non ne ho bisogno”.
Cominciò,a fare un verso,cantilenante,la mente di Harry,fù subito pervasa,da un senso di
leggerezza.
Ma diversamente da altre spiacevoli occasioni,in cui subì,la legimanzia.
Questa volta la sua volontà,non fù alterata.
Poteva,decidere,se far vedere i suoi ricordi o meno. Con enorme stupore,era come se dialogasse,con
Reginald,senza parole.
Più che altro,sembravano sensazioni.
Il canto sommesso cesso, e l’incantesimo si spezzo,ma per Harry poco era cambiato.
“Visto,non hai subito un attacco,ma invece la tua volontà era sveglia”.
Harry stupito,sbottò: “Ma come ha fatto,voglio dire,ero io o cosa!”.
“No non eri tu,ma come ti ho detto,posso insegnarti,ma non oggi,e penso che sia meglio che ora tu
vada.
Harry non aveva nessuna voglia di andarsene. Omar si era alzato come per accompagnarlo,ma
Harry esitò.
“Non é prudente che tu stia qui a lungo”. Disse Reginald mentre si alzava.
“Vediamoci qui,dopodomani,se ti và! Potremmo cominciare e potremo parlare degli Horcrux”.
Harry fece un cenno d’assenso con tutto quello che era successo, l’argomento Horcrux era stato
messo da parte.
“Va bene,ci vediamo dopodomani”. Ancora un esitazione,Harry era passato dal sospetto
all’eccitazione,gli Horcrux,la Legimanzia,tutti argomenti,che gli premevano.
Un idea gli venne in mente,e disse:
“Posso portare due miei amici,anche loro mi aiutano,e pensavo che sarebbe stato utile vederci
insieme”.
I due ospiti si guardarono,e fu Reginald a parlare.
“Se sono fidati,si. Ma solo a te insegnerò le mie arti,e a nessun altro,daccordo!”.
“Daccordo”rispose Harry un pò deluso. Si voltò e usci dalla villetta. Pensò alla Tana e crack.
Nel vialetto che portava alla Tana,ripensò a tutti gli avvenimenti della giornata e a come farli
digerire a Ron e a Hermione.
Interrotto nei suoi pensieri dalla voce di Hermione,che correva nel cortile davanti alla
Tana,gridando.
“Dove sei stato,eravamo preoccupati. Sapevamo dell’incontro di oggi con l’Incantatore di serpenti,e
credavamo che ti fosse successo qualcosa,dicci come é andata!”.
Al fiume di parole che lo assalirono Harry non riuscì a spiaccicare parola. Una volta calmata
Hermione,la mise al corrente,degli avvenimenti del giorno.
“Horcrux,Legimanzia,come é possibile,che questo Reginald,sia maestro,di queste arti. Potrebbe
essere una trappola,di qualche Mangiamorte”.
I dubbi di Hermione,erano anche di Ron,anche se quest’ultimo era più affascinato,delle nuove
possibilità,che aprivano queste conoscenze,che ai pericoli,di un eventuale attacco,di qualche
Mangiamorte.
Harry convenne con lui. Mentre Hermione,stava un pò sulle sue. Convinta che bisognava essere più
guardinghi.
Ron e Harry,erano eccitati,la sera a letto parlarono del da farsi,fantasticando. Harry era molto tempo
che non si sentiva così partecipe di realizzare nuovi progetti. Inoltre pensò,che non faceva male al
morale,essere di nuovo con qualche speranza in più,con la mano poso gli occhiali sul comodino,e
un sonno ristoratore lo avvolse.
Il mattino presto al risveglio era una splendida giornata di sole,il caldo non era ancora
insopportabile.
Harry scese per una bella colazione,al suo ingresso in cucina,vide che Hermione e Ginny,erano a
confabulare fitto,a bassa voce,Harry ebbe un tuffo al cuore,al pensiero della loro ultima
conversazione. Pensò che oggi non sarebbe riuscito,a scappare,dalle sue domande.
Ginny,gli lanciò uno sguardo sfuggente,e con un rapido ciao,si rimise a parlare con Hermione. La
quale,sembrava seriamente concentrata,a risponderle.
Ron scese dopo un buon quarto d’ora,allegro al pensiero,del giorno dopo. Per l’incontro con
l’Incantatore di serpenti.
Fù Hermione che dopo aver aspettato,che Harry finisse la colazione,che intavolò il discorso.
La sua voce era acuta come quando stava per dire qualcosa che sapeva essere difficile.
Un crack e in cucina apparvero Fred e George,Hermione si sbocco,non volendosi far sentire dai due
gemelli.
“Ciao,Harry,come và”. Dissero all’unisono i due.
Fred sedendosi,accanto a Harry,rubandogli una fetta di pane tostato, gli disse:
“lo sai che puoi contare su di noi,mamma dice che ultimamente ti assenti e sei molto misterioso,su
dove vai,e cosa fai”.
Dall’altra parte George,gli parlò all’altro orecchio.
“Si se possiamo aiutarti,non hai che da dirlo. Noi abbiamo aderito,all’Ordine della Fenice,e per il
momento nostro padre ci dà dei compiti noiosi”.
“Si noiosi,pensiamo,che abbia paura e non voglia farci rischiare,più di tanto”.
Incalzò Fred.
“Ma tu,hai l’aria di fare qualcosa di interessante”. Continuò il gemello.
“Azione,é quello che cerchiamo,e tu ne sei,in mezzo”.
Concluse Fred.
“Beh,ecco”.
Harry era totalmente spiazzato. Prima Ginny,adesso i fratelli Fred e George.
Si alzò di scatto quasi urlando: “Lo capite,che uccidere Voldemort,non é uno scherzo!”.
Subito si pentì di quelle parole,i tre lo gurdarono,stupefatti,era come se qualcuno gli avesse fatto
una fattura,rimbanbente.
Aveva fatto colpo,anche se fare colpo,non era nei suoi piani.
“Immaginavamo qualcosa del genere,ma così,non ce la saremmo aspettati”.
La voce di George,risuonò,come una costatazione. Nella stanza calò un silenzio,che gridava.
Harry si aflosciò,su di una sedia.
Hermione era preoccupata,Ron,sembrava più incuriosito,che preoccupato,di vedere la reazione dei
suoi fratelli.
Ginny,era l’unica che sembrava a suo agio,come se sapesse già.
Harry capì,che doveva dare qualche spiegazione,e guardando fuori dalla finestra,come a estraniarsi
dal racconto che stava per intraprendere iniziò a parlare.
“E’ da anni che voi sapete che Voldemort stà cercando di uccidermi,insomma niente di nuovo”.
Sperava che minimizzando,la cosa si sarebbe,sgonfiata da sola.
“Si,ma la storia del Prescelto,é come confermarla,non ti pare?”.
Fred aveva buttato lì la frase,come chiarire un pensiero comune,in quel momento.
Ginny si alzò seccata dicendo: “Insomma se lui non ne vuole parlarne,a diritto di tacere. Noi
possiamo aiutarlo,sostenendolo,non creandogli più preoccupazioni”.
Il suo volto era a pochi centimetri dal volto dei due gemelli,che a una sfuriata del genere,non erano
preparati.
“Ok se veramente gli serve comprensione,daccordo”. Conciliò George.
“Ma restiamo dell’avviso che gli serva di più,una mano che una pacca sulla spalla”.
Concluse Fred,con una occhiata d’intesa i due gemelli,si alzarono,per uscire.
Harry per non scontentarli,visto che dopo tutto volevano aiutarlo, gli sorrise dicendogli: “Certo che
sò di poter contare su di voi,vi ringrazio,ma certe cose,devo farle da solo”.
I due si guardarono soddisfatti.
Harry continuò incoraggiato dalla loro reazione.
“Ci sarà bisogno di tutti se questa guerra continuerà”.
Usciti Fred e George,Ginny,si rimise a sedere,inbronciata,Harry pensò che lei lo capiva più di
chiunque altro,persino di Ron.
La sera a tavola Ginny fece di tutto per impedire alla famiglia di fare domande imbarazzanti,quel
suo nuovo ruolo,ad Harry piacque,cercò di essere il più rilassato possibile per accreditare un
immagine che dopo tutto se era rilassato,non faceva nulla di così pericoloso. L’atmosfera si rilassò,e
tutti godettero di una piacevole serata.
Il mattino dopo Harry era pronto a tornare a casa di Reginald,anche Ron ed Hermione,erano
impazienti,sebbene quest’ultima mostrava preoccupazione,rassicurata da Ron che non vedeva l’ora
di incontrare l’Incantatore di serpenti.
Giunti davanti alla casa,i tre aspettarono che Omar, li venisse ad aprire.
Dopo due minuti,una certa apprensione,serpeggiò,nel gruppo.
Harry cominciò,a girare intorno al giardinetto della villetta.
Ron fece lo stesso dall’altra parte,incontrandosi nel retro,ma senza aver incontrato nessuno.
Hermione,con un sussurro,li richiamò,chiedendogli di rientrare alla Tana.
Harry era curioso,di capire perché non ci fossero,Reginald e Omar,ad attenderli.
Non pensava comunque,che ci fosse un pericolo immediato,anche se,imitato da Ron,estrasse la
bacchetta,e si guardo,intorno.
Una voce da un gruppo di alberi,attirò,la sua attenzione.
“Sssh...,ei...sono qui”. Harry avanzo con prudenza,tenedo la bacchetta,tesa davanti a lui.
“Venite presto,dobbiamo allontanarci da qui”.
Tweeky,era semi nascosta,dietro un tronco d’albero.
Harry comprese che aveva parlato,in serpentese.
Perché sia Ron,che Hermione,non avevano dato segno di muoversi.
“Quel sibilo che hai emesso,cosa era?”.
Chiese a confermo,Hermione.
“Parlavo con Tweeky”.
Rispose Harry e gli spiegò,quello che si erano detti.
I tre seguiro,Tweeky,che ballonzolando,si innoltrò,nel folto del boschetto.
Lontani un centinaio di metri,Tweeky si fermò,e voltandosi gli disse:
“Qui é più sicuro,la casa non lo é più”.
Ron,con sguardo fra il divertito e lo spaventato osservava Tweeky, come se non avesse mai visto un
serpente come lui.
Hermione doveva pensarla allo stesso modo,ma ambedue,non si mossero,e non diedero segno,di
fare alcun ché,evidentemente aspettavano,che Harry facesse la prima mossa.
“Questi sono i miei amici,Ron e Hermione”.
Harry pensò,che fosse un modo per alleggerire la loro tensione.
Tweeky,dal canto suo continuò a parlare,sembrava agitato.
“La casa é meglio che non veniate più là. Ieri sera un Mangiamorte é passato,e sembrava che
spiasse,cosa succedeva all’interno”.
La notizia ebbe l’effetto,di scatenare,la tensione,Ron si agitava,guardandosi attorno,come se si
aspettasse,un attacco,da un momento all’altro.
Hermione stringeva la bacchetta,così forte che le nocchie,le diventarono bianche.
“Devi essere stato notato,quando passavi a Notturn Alley,e qualcuno ti ha seguito,fino a qui”.
Tweeky guardava Harry,con un intensità,forse credeva che era stato lui ha portare li i Mangiamorte.
“Sono stato attento”. Cercò di scusarsi Harry,ma lo sguardo fisso del serpente,non lo abbandonava.
Dopo qualche istante,il serpente,distolse lo sguardo dal suo.
Segno che forse lo aveva creduto.
“Sei uno che é difficile che passi inosservato,devi fare qualcosa per cammuffarti,o va a finire,che ci
scoprono”.
La frase ebbe un effetto,di distendere,tutti,anche se Tweeky,resta muso ritto,per percepire il minimo
segno di pericolo.
“”Nel villaggio di Northwood,poco lontano da qui,c’é una fattoria abbandonata,vi accompagno là
Reginald,vi aspetta,sbrighiamoci,se volete venire,qui non é più sicuro”.
Harry,traducendo le parole di Tweeky,vide l’espressione di dubbio,stampato sui loro volti.
“Va bene,vado da solo,voi apettatemi a casa”.
A queste parole,Ron sembrava offeso. “Io vengo”.
Rispose stizzito.
Hermione sembrava,più titubante,a prendere una decisione,ma al fine anche lei acconsentì,ad unirsi
al gruppo.
I tre seguirono Tweeky,che ballonzolando,si innoltrò,in un sentiero. Dopo una mezz’ora,si
ritrovarono davanti alla fattoria di cui Tweeky aveva parlato.
Sulla porta gli si fece incontro,Reginald,che con espressione preoccupata invitò,gli ospiti ad entrare.
Una volta seduti. Ron continuava a guardarsi intorno,non aveva mai visto,una casa tappezzata di
tappeti,in vita sua.
“Abbiamo trasferito tutto durante la notte”.
Disse Omar,notando lo sguardo indagatore di Ron.
Servendo l’immancabile tè a tutti.
Reginald spiegò dopo le presentazioni,della visita poco opportuna del Mangiamorte,però,non potè
dire chi fosse,anche se era sicuro,che dall’atteggiamento,era là sicuramente per spiare.
Hermione non ne era convinta,e chiese il perché.
Regiland,fece levitare,fino a loro,uno strano strumento,simile ad un vecchio grammofono,in
miniatura.
Era brucciacchiato,come se un fulmine lo avesse colpito.
“Questo é uno spioscopio oscuro”.
I tre erano chini sull’oggetto, ma dai volti,si capiva che nessuno ne avesse mai visto uno.
“Ho letto sull’argomento,si dice che siano irrilevabili,agli anti detector oscuri. Come avete fatto a
scovarlo?”.
Hermione che aveva formulato la domanda,guardò,Reginald.
L’altro senza scomporsi le rispose di rimando; “Non sono rilevabili ad un oggeto creato dai maghi.
Ma nulla sfugge all’udito dei serpenti,Tweeky,lo ha individuato,e ci ha avvertito: Era nascosto su di
un albero,vicino alla finestra che da sulla strada”.
Hermione era come se fosse stata punta con uno spillo,non le piaceva,che qualcuno,la trovasse,in
difetto.
“Uscendo per controllare abbiamo visto una figura vestita di nero che fuggiva,nella notte”.
Continuò Reginald a spiegare,”Lui non ci ha visti,avrà pensato che dentro,nessuno si fosse
accorto,della sua azione”. Fini di spiegare,sorseggiando il suo tè.
“Ho distrutto,lo spioscopio oscuro,prima che potesse dara qualche informazzione,al suo padrone”.
Omar disse la frase a conclusione dell’avventura.
Poi fra i cinque,scese un silenzio,ognuno ragionava sulla storia,cercando qualche
indizzio,all’accaduto.
Fù di nuovo Reginald,che ruppe il silenzio: “E’ chiaro che qualcuno di noi ,forse Harry,é stato
individuato,e seguito”.
Il viso di Harry si avvampò,come se lo avessero,acceso.
“Non credo,sono stato attento,non vado in giro,con un cartello con su csritto Harry Potter!”.
“Certo ma sei troppo noto,nel mondo dei maghi,per passare inosservato. Ci sono state foto tue
spesso,sulla Gazzetta del profeta,perché anche il più sprovveduto,dei maghi,non ti possa
ricoscere!”.
Harry si sgonfiò,non aveva nulla da ribadire,a quell’affermazione.
“ora io e Omar,abbiamo da controllare chi fosse quel Mangiamorte,direi se siete daccordo,di
vederci fra una settimana,per fare il punto,della situazione,per quell’epoca dovremmo aver saputo
qualcosa”.
Cap 5
Uno strano personaggio,l’Incantatore di serpenti
IL ritorno alla Tana,fù per i tre amici,un momento di riflessione,nessuno aveva idea,di cosa pensare.
Hermione,dovette ammettere che neanche lei,aveva idea,se tutta quella storia,era vera o invenzione
dell’incantatore di serpenti.
Ginny trovandoli in giardino,muti,pensò che fosse successo qualcosa. Con circospezzione,si sedette
vicino a Hermione,e disse: “E’ una bella serata,vi andrebbe di fare una partita a Quidditch,dopo
mangiato,le teste di Harry e Ron si alzarono contemporaneamente,al punto in cui erano una partita
di Quidditch,non poteva fargli che bene. Avrebbe allentato la tensione,e chissà che dopo qualche
idea,sarebbe saltata fuori.
La famiglia al completo,partecipò,chi come spettatori,i genitori Weasley e Hermione,(notoriamente
una schiappa a Quidditch),ma fece la sua parte lo stesso incitando Ron e Harry .Ad ogni passaggio
difficile ,della partita. I gemelli,Fred e George,si erano divisi,una volta tanto uno per ogni squadra,e
tiravano la Pluffa con accanimento,per disarcionarsi,l’uno verso l’altro.
Bill segnò,la maggior parte dei goal,anche se Harry quasi alla sconfitta,prese il boccino d’oro.
Finì quasi pari,la squadra di Hary vinse,centonovanta a centosettanta.
Il mattino dopo i commenti e le discussioni non si erano sopite,sulla partita. Anche se tutto
fù,rimandato ad una eventuale rivincita.
Il giorno dopo,arrivò la lettera per Ginny da Hogwarts,per l’inizio del nuovo anno scolastico.
Il morale di Harry piombò a terra, pensando che con Ron e Hermione,avevano deciso di non
andare più a scuola,.
La lotta contro Voldemort e i suoi Mangiamorte,era diventato il loro scopo di vita.
Hermione non aveva resistito,aveva chiesto il permesso a Ginny e l’aveva letta; conteneva oltre al
consueto elenco dei libri di testo,tutto un promemoria,su come arrivare a scuola.
Tra l’altro c’era scritto,che gli studenti dovevano essere accompagnati fino al binario dai parenti,che
ci sarebbe stata una scorta di Auror,che avrebbe viaggiato con loro fino a Hogsmeade.
Era un clima di guerra.
La sera tardi tennero un consiglio di guerra su cosa fare. Al lume di una candela posta per terra
davanti a loro,seduti in circolo,i volti deformati,dalla luce tremolante alla corrente d’aria.
Uno scricchiolio sinistro sul pavimento di legno e un brivido li fece voltare verso la porta che si
socchiuse. Ginny era sulla porta e guardava il gruppetto,seduto per terra,aspettava un cenno per
potersi unire agli altri.
Harry capì,che non poteva più evitare di tenerla lontana,guardò Hermione,come dire decidi tu:
Hermione sorridendo disse: “Vieni,se Harry é daccordo,stiamo decidendo il da farsi”.
Passarono una buona mezz’ora a mettere al corrente Ginny sull’incantatore di serpenti,dopo di
chè,calò un silenzio nel gruppo. Ognuno rimurginava sulla migliore strategia da intraprendere.
Ginny,ebbe un’idea: “Perché non posso spiare io prima che voi andiate all’appuntamento”.
Nessuno obbiettò.”Potrei veder senza essere sospettata,visto che non mi conosce nessuno,vedere
cosa succede,e poi riferivi”.
Harry fù il primo a dire di no,seguito da Ron,che elencò,fra i suoi doveri di fratello maggiore,vi era
quello di impedire,che a Ginny potesse sccadere qualcosa di male.
Ginny rispose che se non la smetteva di impicciarsi degli affari suoi,gli avrebbe fatto un afattura
Orcovolante,da zittirlo per una buona mezz’ora.
Hermione che fin ora era stata silenziosa,disse: “Io penso che l’idea di Ginny sia buona,nessuno la
conosce,passerà inosservata”.
Hary avrebbe voluto dire che era una pessima idea. Ma in cuor suo sapeva che non era vero.
Ron invece sosteneva accaloratamente,che era una pessima idea. Harry annuiva con la testa,ma
stava zitto.
Ginny gli si rivolse a parlare direttamente chiedendogli: “Allora cosa pensi,é una buona idea o é
un’idea cattiva?”.
Messo alle strette,Harry ammise che era una buona idea. Ma convenirono alla fine,che Ginny non
sarebbe stata da sola, Hermione avrebbe dato un discreto appoggio nascondendosi dietro a Ginny.
Ron cercò l’ultimo appiglio,facendo notare che era complicato e inutile,che non avrebbe mai
funzionato. Tutto inutile,Hermione e Ginny erano oramai daccordo,sarebbero partite prima degli
altri,all’appuntamento con l’Incantatore di serpenti.
Harry guardò a malincuore partire Ginny,lei per rassicurarlo,gli fece un gran sorriso,anche se gli
occhi erano decisi.
L’ora che passò con Ron ad aspettare che sia arrivato il momento anche per loro di partire. Fù
terribile aspettare, chiese a Ron ogni dieci minuti che ora fosse. Finché Ron scocciato gli mise
davanti l’orologio sul tavolo. La lancetta dei minuti pareva stregata,andava lenta come a prendersi
gioco della loro fretta.
Dieci minuti prima dell’orario convenuto,Ron disse che ne aveva abbastanza di aspettare, e con
Harry,che anuii,convenne che era daccordo,uscirono,in giardino per potersi Materializzare,davanti
alla vecchia fattoria.
Nel giardinetto del rifugio di Reginald,tutto sembrava normale,all’apparire di Harry e Ron, pochi
secondi dopo essersi allontanati dalla Tana.
La casa sembrava vuota,ad una rapida ispezzione. Da un cespuglio,una voce attirò l’attenzione di
Harry.
“Sssh,sssh...siamo qui”.
Harry tirò un sospiro di solievo.
Hermione e Ginny erano appostate in un avvallamento,dietro al cespuglio.
“Da quando sono venuta,un’ora fà,non é arrivato nessuno,e nessuno non é uscito”.
Ginny,fece il suo rapporto,poi come convenuto si allontanò con Hermione,si sarebbe materializzata
grazie a Hermione,pensò Harry,alla Tana,al sicuro.
Harry lasciò Ron indietro a fare la guardia,e lui si presentò all’ingresso della villetta.
Attese un paio di minuti,finché luscio si apri,e Omar gli fece cenno di entrare. Harry attese che Ron
fosse arrivato alla porta e entrarono insieme.
Dentro l’atmosfera non era cambiata dall’ultima volta che erano entrati.
Il solito odore di profumi esotici.
I pavimenti,e le pareti tappezzate,di tappeti.
Reginald li attendeva nel salotto,seduto con l’immancabile tazza di tè,attese che si fossero
accomodati,e cominciò a parlare.
“Ultimamente i Mangiamorte sono,se possibile,ancora più in attività. Ma quello che ci preoccupa,é
che si stanno interessando a noi”.
Harry e Ron,guardavano il volto di Reginald con molto interesse,dimentichi del tutto del loro
tè,servito con puntualità da Omar.
Reginald non dava a vedere di averlo notato,continuando fra un sorso e l’altro di tè,il suo discorso.
“Ci siamo trasferiti,già,una volta in fretta dal nostro ultimo rifugio. Non vorremmo che dovesse
accadere di nuovo. Quindi per non attirare sospetti su questa casa ti sarei grato,che le tue
amiche,non restino a pernotare fuori,creando sospetti”.
Ron era diventato rosso,più del colore dei suoi capelli,Harry prese la sua tazza e
improvvisamente,ebbe bisogno di bere il suo tè.
“Chiuso l’incidente,se vogliono venire,che entrino,mi sembra più semplice”.
“Come ha fatto a scoprirle”. Chiese Harry titubante.
“Vediamo detector oscuri,e pensi che due fanciulle sfuggano ai nostri sensori?”. Ironizzo Reginald.
“Va bene sono venute perché io glielo chiesto”. Rispose Harry che sentiva il bisogno di scusarsi in
qualche modo.
“Naturale!”. Rispose Reginald, “Non mi sarei aspettato nulla di meno,sarebbe stato sospettoso
l’incontrario”.Replicò Reginald.
“Dunque oggi abbiamo diverse cose di cui parlare,per prima cosa la Legimanzia di cui accennai al
nostro primo incontro”.
Gli occhi di Ron strabuzzarono sentendo l’argomento di cui avrebbero parlato.
“Sei daccordo ad approfondire l’argomento con me?”.
“Certo”, rispose Harry che oramai aveva preso una decisione. Vada come vada,non si sarebbe tirato
indietro,per apprendere di più,sull’argomento,sarebbe valsa la pena di correre,qualche rischio.
“Bene,ma devo avvertirti che essa é possibile,solo a te,di svilupparla, é legata intimamente ai
serpenti, e i tuoi amici,non penso che abbiano le tue stesse capacità,di dialogare coi
serpenti,Almeno la Gazzetta del profeta,ne avrebbe parlato, se non fosse stato così”.
Ron fece un’espressione di delusione,e si rifugiò,dietro la sua tazza di tè.
Reginald lanciata un’occhiata fugace a Ron,riprese la sua spiegazione. “Mi chiamano l’Incantatore
di serpenti,perché questa dote é intimamente collegata,con il controllo della mente dei serpenti. Una
simbiosi,direi e se tu sei in contatto con loro,é possibile,che anche tu possa fare altrettanto”.
“Ora Omar mi passerà il flauto. E’ con questa musica che da secoli,gli incantatori di serpenti,creano
un contatto con i rettili,per fissare la loro mente”.
Nella stanza a parte Omar,che porgeva un vecchio flauto,a Reginald,non si muoveva nessuno.
L’aria era carica di attesa.
Reginald,intonò,una melodia,ipnotica,e Harry si senti,come rilassato,ma al contrario di quando era
sotto l’incantesimo di Legimanzia,sperimentato con Piton,qui la sua mente,era padrona di reagire,ed
era molto più presente,come se il suono avesse aumentato,le sue percezzioni,di migliaia di volte.
Ron vicino a lui si mise a fare una strana danza,ondeggiando,come un serpente,che si drizza in
piedi.
Le braccia erano alzate sopra la testa e le mani unite,come se volesse avvitarsi nell’aria.
Harry disse “No!”.
E Ron si aflosciò come se fosse svuotato dall’energie.
Harry in quel momento vede quello che doveva essere un pensiero dell’amico; baciare Hermione e
stringerla a sè.
La musica cessò,Ron sembrava non rendersi conto di quanto accaduto,Harry pensò,che se per caso
non ricordasse nulla di quello che era successo,avrebbe portato il segreto fino alla tomba,non voleva
ferire i sentimenti di Ron,ma non aveva mai pensato a quanto Ron tenesse a Hermione.
“No non resterà traccia,disse Reginald,infatti solo chi é in contatto con i serpenti, resiste all’ipnotico
richiamo del serpente,gli altri non se ne rendono nemmeno conto”.
Harry intui,che Reginald era veramente maestro nell’arte dell’incantatore,visto i risultati terribili
che era in grado di produrre
“Adesso tocca a te,concentrati,libera la mente,lascia che la musica venga creata,dalla tua musica”.
Harry in un primo momento non capì. La sua bacchetta,prese come ad avere vita propria,e senti,il
canto,percepì,di nuovo,Il sentimento di Ron,per Hermione.
Subito distolse,la musica e il sentimento sparì. Si ripropose di non usarlo mai,pensando ai suoi
amici. Sopratutto,nei riguardi di Ginny,il pensiero lo fece arrossire.
“A questo punto,penso che l’esperimento,ha avuto successo. Ancora qualche cosa da controllare
meglio,ma avevo ragione a pensare,che anche tu,potessi controllare,lincantio serpis,in modo
naturale.
Ron sembrava non aver capito niente,e guardava Harry,come cercare di capire,cosa avesse
imparato.
Harry pensò,a come Ron era fortunato,era un potere,che in mani sbagliate,poteva creare grossi
danni.
“Voldemort ha imparato ha fare questo incantesimo?”. La voce di Harry sembrava preoccupata,nel
rivolgere la domanda a Reginald.
“Non mi hai ascoltato,ti ho detto che é una dote naturale,lui ha voluto estorcerla,ma ha saputo solo
una parte dell’incantesimo. Tu lo hai scoperto in maniera naturale”.
“Ricordi la bacchetta,si é mossa naturalmente,e non sotto imposizione del mago. Lui ha dovuto
pensare all’incantesimo!. Col tempo riuscirai a padroneggiarla”.
Harry non era sicuro di aver capito bene. Ma c’era un’altra questione che voleva affrontare,ed era
quella degli Horcrux, “
“Lei sa degli horcrux,vero?”.
Ron emesse un grugnito,non si aspetava che toccasse quel argomento,così di vitale importanza,e
così direttamente.
“Certo,quando ci incontrammo,lui stava cercando,indizi su come creare un Horcrux,era
ossessionato,non era certo all’epoca una cosa che aveva realizzato segretamente!”.
“Perché non aveva cercato,di essere discreto?”.
Ribattè Harry con un espressione dubbiosa,in volto.
“Certo che no!,ma dimentichi che era apposta venuto in terre assai lontane,e quindi pensava che
nessuno,lo avrebbe saputo”.
Reginald fece una breve pausa e poi riprese.; “Poi era anche sicuro,che nessuno potesse andarlo a
riferire,visto che tutti quelli che avevano a che fare,con le sue ricerche,morivano”.
Ron esclamò. “Ma lei non é morto! Perché?”.
“Perché come ho già detto,lui sperava,di avermi ucciso,ma grazie a Tweeky,non lo sono. Ma per lui
devo rimanere come se lo fossi...,morto!”:
“Certo,certo”. Ron degluti,all’avvertimento,Harry non poteva dare torto a Reginald di desiderare di
essere dimentico,visto come si era sempre comportato Voldemort con chi gli dava fastidio.
“E’ tardi,ci vediamo domani,portate anche le vostre amiche,così evitiamo di dare nell’occhio,Va
bene?”.
“Va bene”. Rispose Harry imbarazzato.
Lui e Ron si diressero verso la porta,avevano molto da dire e molto da discutere,con Hermione e
Ginny al rientro.
La sera dopo cena si riunirono nella stanza da letto di Ron con la solita candela per terra,seduti a
fissare la fiamma,Ron perduto nei suoi pensieri,(Harry sospettava che pensasse a Hermione).
Ginny che non aveva digerito di essere stata scoperta come una principiante,e Hermione,che Harry
non si sarebbe stupito,di vederla prendere fuoco,talmente,il suo cervello lavorava.
Harry dal canto suo,non aveva avuto il coraggio di dire che l’esperimento di Legimanzia aveva
avuto successo.
Temeva che tutti lo avessero evitato come la peste,se avessero saputo,che era capace di percepire i
loro pensieri. O più precisamente di percepire i sentimenti,le cose che veramente li interessavano.
Ancora una volta il suo pensiero và a Ginny,seduta tranquilla vicino a lui,senza sospettare,quello
che lui fosse in grado di fare,ovvero che la vocina cattiva gli insinuava di tentare di fare,leggere i
suoi pensieri.
Fortunatamente Hermione interruppe il suo ragionamento,”Harry penso che dovremmo
attendere,finora Reginald,non ti ha fatto alcun male,sembra proprio intenzionato a lottare contro
Colui-che-non-deve-essere-nominato”.
Era l’unica cosa da fare,Harry era daccordo,con lei.
Ma quello che non voleva dirgli,é che non avrebbe interrotto i loro incontri per niente al mondo.
Stavano diventando fin troppo interessanti!.
“Poi dobbiamo pensare agli altri Horcrux,e ancora non abbiamo nessuna idea,di dove siano”.
Hermione pronunciò la frase guardando Harry come un cattivo studente,che non aveva fattto i
compiti. Ginny guardò alternativamente Harry e Hermione. Aveva intuito,che l’argomento era
estremamente interessante.
Ron nervosamente,si rivolse a Hermione,”Non dovevi parlarne di fronte a Ginny,la stai mettendo di
fronte ad un pericolo maggiore di quello che dovrebbe!”.
“Invece no!”sbottò Hermione irritata,”Lei vuole partecipare per aiutare,tutti noi”.
“Ma così,lei diventa in pericolo”. Harry si unì,alle proteste di Ron.
“Io..io,non trovo giusto,che mi teniate all’oscuro!”.
La voce di Ginny era diventata decisa,il suo cipiglio,assomigliava a quello della signora Weasley.
“In ogni caso,lei non deve sapere,é per lei,che le facciamo”. Harry tentò,di riprendere il controllo
della situazione.
Ginny invece,non sembrava scoraggiarsi,con impeto ancora maggiore,continuò.
“E cosa mi dite di Hermione?. Lei non é meno in pericolo di me no?!”.
“E’ diverso”,rispose Ron,accalorandosi.
“In cosa é diverso,é una ragazza come mè,e solo perché ha tre anni in più,non vuol dire che abbia
dei diritti,che io non ho. Poi anche a me stà a cuore la vita di tutti voi,cosa credete!”.
Dopo aver pronunciato,queste parole,espresse con un accanimento,prese fiato,aspettando un
appoggio da Hermione.
“Beh, ha ragione penso,lei é stata coinvolta fin dall’inizio,quando Tu-sai-chi,la obbligata a eseguire
i suoi scopi,penso che abbia un conto con lui”. Hermione aveva esternato,Harry intui,un pensiero
che aveva in mente da molto tempo,e lui non aveva mai pensato alla cosa da questo punto di
vista,non sapeva cosa rispondere.
Ron lo guardò,speranzoso che lui,avesse una buona risposta. Ma vedendolo muto,abbassò lo
sguardo come dire “Beh fai quello che vuoi”.
“Va bene,ma dobbiamo fare una votazione,se tutti siamo daccordo,diremo a Ginny delle nostre
scoperte.
Hermione e Ginny alzarono subito la mano. Harry e Ron si guardarono,indecisi sul da
farsi,lentamente la mano di Harry si levò in aria,Ron trovatosi in minoranza,più per non essere
lasciato solo,con riluttanza levò la sua.
Ginny ebbe negli occhi un lampo di trionfo,Hermione,sembrava imbarazzata.
Harry era scosso da sentimenti contrastanti,una vocina gli diceva che ora potevano rimettersi
insieme,un’altra diceva che era troppo pericoloso e che se lui sentiva un sentimento per lei doveva
proteggerla.
Prevalse il secondo sentimento,distolse la mente dal pensiero di lei,e pensò agli Horcrux.
Ginny doveva aver intuito i suoi pensieri,perché gli lanciò,una occhiata penetrante,Harry avrebbe
preferito,stare in quel momento a combattere contro Voldemort,che stare vicino a Ginny.
Hermione,prese a parlare,fortunatamente,distogliendo l’attenzione da quel campo minato,che era il
sentimento che provava.
“Dobbiamo trovare e distruggere,ancora tre Horcrux”. Così iniziò la sua spiegazione,che continuò
ancora.per una buona oretta.
Alla fine Ginny era imbarazzata,guardava Harry,e gli altri,come se li vedesse per la prima volta.
“Voi avete fatta,tutto questo!”.
“No,non noi. E’ stato Silente a scoprire,gli indizzi,io,noi abbiamo solo seguito le sue indicazioni”.
Si afffrettò a correggere Harry.
Lo sguardo che gli lanciò Ginny,lo fece sprofondare.
Lo guardava con ammirazione e amore. Harry non potendo sostenerlo, disse: “IL punto non é quello
che abbiamo fatto,ma quello che dobbiamo fare!”.
“Un momento”,Ginny restava stupita e voleva saperne di più. “Dite che Tu-sai-chi,é vulnerabile,se
distruggiamo le parti della sua anima?”.
“Si per lo meno,la sua immortalità”. Rispose Harry.
Lei rimase impressionata,e non aggiunse altro. “Ma rimane un nemico temibile,come mi ha detto
Silente,indebolito,ma pienamente capace di usare la sua magia!”.
Terminò Harry.
“Penso che Harry debba continuare a frequentre Reginald,e noi dobbiamo concentrarci sugli altri
Horcrux”. Intervenne Ron.
“Hai ragione”,rispose Hermione. Ginny intervenne”Ma per cercarli a Hogwarts,posso pensarci
io,visto che voi a scuola non tornerete”.
Ron, Hermione e Harry improvvisamente,si zittirono,la nostalgia di Hogwarts era forte.
Harry per riprendersi disse: “Senza Silente,non ha più scopo per me tornare là”.
Ancora una volta Ginny cercò di tirare su il morale a tutti.
“Penso che una bella partita a Sparaschiocco non farebbe male a nessuno”.
Il giorno dopo la Gazzetta del profeta,riportava una terribile notizia,La scuola di magia e stregoneria
di Howgarts,era stata attaccata da un gruppo di mangiamorte!.
Tutti erano intorno al giornale,mentre il padre Weasley,leggeva ad alta voce.
“Si suppone che i Mangiamorte,abbiano cercato di entrare per impossessarsi,di qualcosa. Visto che
la scuola é ancora chiusa per le vacanze estive. Ma la pronta reazione del custode Rubeus
Hagrid,con l’aiuto, di funzionari del Ministero della Magia,hanno sventato,l’assalto,ricordiamo che
quest’anno le misure di sicurezza sono state aumentate,con l’arrivo degli studenti,da qui a tentare di
fare il colpo adesso,quando la sicurezza é ancora bassa.
“cosa cercavano,dentro la scuola?”. Chiese la signora Molly,al marito. Guardandolo preoccupata.
“L’articolo,non lo riporta”. Rispose il marito,scorrendo la pagina.
“Ma secondo me,é stata tutta pubblicità negativa,contro il Ministero”.
Ad un cenno della testa di Harry Ron,Hermione e Ginny,uscirono dalla stanza per parlare in
privato,sull’accaduto.
“Cosa ne pensi,é per via degli Horcrux,o cosa?”. Ron aveva posto la domanda ad Harry prima che
fosse riuscito,ad entrare e sedersi nella stanza di Ron,(ormai eletta come la stanza del consiglio).
“Non sò,é certo che qualcosa cercassero,per correre un simile rischio!”.
Rispose Harry scuotendo le spalle.
“io penso che invece, volevano solo fare cattiva pubblicità alla scuola,per scoraggiare le famiglie,a
mandare i figli “. L’idea di Hermione,era tutto sommato plausibile,anche se non certa,pensò Harry.
Il pomeriggio dopo,Harry era come al solito,seduto nel rifugio,di Reginald.
Ginny Ron e Hermione erano seduti vicino a lui.
La notizia che Hogwarts era stata di nuovo attaccata,non aveva scosso Reginald,più di tanto. Era
stato daccordo con Hermione,probabilmente era un operazione volta ha fare cattiva pubblicità,per
spaventare i genitori e non mandare i figli a scuola,per farla chiudere. Così Reginald aveva chiuso
l’argomento incalzato da Hermione a proposito degli Horcrux,cominciò a raccontare:
“Ho saputo degli Horcrux,da Voldemort stesso. E penso che mi abbia cercato di uccidere,per non
divulgare,il suo segreto”.
Reginald spiegava ad Hermione,come aveva fatto a scoprire l’esistenza degli Horcrux,di come vi
fosse rimansto coinvolto. Finito il racconto della caverna in riva al mare,guardò Harry. IL pensiero
che quel racconto aveva fatto rivivere ad Harry,l’ultima notte passata con Silente.
La sua bocca era seccata,tutti si aspettavano che in qualche modo desse qualche dettaglio,sulla
vicenda,ma dalla sua gola,usci solo un laconico; E’ così,il medaglione era un finto Horcrux”.
Nessuno lo forzò,visto l’espressione del suo viso,di rabbia mista a tristezza.
“Rimane solo da scoprire,gli ultimi Horcrux,dove sono stati nascosti”. Reginald preferì distrarre
l’attenzione,forse per dare ad Harry la possibilità,di riprendersi.
“Dobbiamo cercare,un oggetto,di cui sono sicuro,ed é la coppa di Tosca Tassorosso Era
ossessionato,da quella coppa come dal medaglione che io ho trovato e distrutto!”.
Harry trovò la conferma che quello che avevano visto nel pensatoio di Silente,era giusto!,ma cosa
più importante,Reginald dicendogli quella cosa,non mentiva,ed era dalla sua parte!.
“La coppa di Tosca Tassorosso era appartenuta ad una Vecchia maga,lui,la uccise e poi nascose la
coppa ad Hogwarts,é tutto quello che sò!”. Reginald,finito di parlare,aspettò,che Harry dicesse
qualcosa.
“E’ vero!,la coppa era di una collezzionista,ma non sapevo,che l’avesse nascosta a Hogwarts”.
Hermione che non si era persa una parola,esclamò: “Dove può averla nascosta a Hogwarts?,e
quando!”.
Nessuno parlò,ognuno elaborava quelle informazioni,senza trovare una risposta.
“Dové Tweeky?”. Chiese Harry che da due giorni non vedeva più lo strano serpente.
“E’ in missione,sulle tracce di Nagini,alcuni serpenti,gli hanno detto,che si trovava,a nord”.
“Ha trovato qualche traccia?”. Chiese Ron.
“Si dalle parti di Hogwarts,circa a nord sulle montagne”. Fù la risposta di Omar,che normalmente
era silenzioso,durante le loro sedute,forse pensò Harry,era legato al serpente,visto che per quanto ne
sapeva,se ne era sempre occupato lui.
“Potremmo sapere di più?”. Domandò Hermione. “Certo,una volta che ritorna,non credo che ci
vorrà molto”.
“Ora come l’ultima cosa,vorrei farti conoscere,la parte dell’Occlumanzia,che ancora non abbiamno
preso in considerazzione”:
Dicendo ciò,Reginald fece comparire la bacchetta dalla manica e cominciò a spiegare il
meccanismo; “L’occlumanzia,come già saprai,é l’arte del impedire che i tuoi pensieri possano
essere letti da altri. Come già detto per la Legimanzia esiste un metodo naturale per praticarla”:
Hermione,era come se fosse tornata a scuola,era attenta,e se avesse avuto a portata di mano un
blocknotes,avrebbe senz’altro preso appunti. Harry ne era convinto.
“Come tutti i metodi naturali,anche questo,é legato alla capacità,del singolo individuo”.
Ron guardava Reginald parlare,con la bocca aperta.
“Quindi quello che stiamo per fare é intimamente legato,alla tua capacità,di comunicare,coi
serpenti. Perché é da essi che viene questo metodo”.
Hermione aveva un’espressione delusa come Harry non l’aveva mai visto,il pensiero che potesse
esistere una magia che le fosse in qualche modo impedita,si capiva che le era insopportabile.
“Lo stesso canto che ammalia i serpenti può essere usato come scudo,o barriera per chiudere la
propria mente,alle intromissioni altrui”.
Harry percepì dentro di se,che una nuova musica,formava una barriera invisibile,ma tuttavia
percepibile,come una pressione calda,sulla testa.
“La sento,é calda!”. Confermò a voce Harry,sapeva che così protette le sue sensazioni,erano
schermate,all’attacco,di chiunque.
“bene,bene,é esattamente quello che si prova”. Reginald per la prima volta sorrise a Harry,che
considerato la brutta esperienza con Piton,era incoraggiante.
Harry usci quella sera molto contento,anche se gli altri,sopratutto Hermione,sembravano non averci
capito un gran ché!.
 
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spaik1981
view post Posted on 26/8/2007, 16:51




Ecco x ki vuloe un nuova parte del testo ciao ciao

Cap 6

Nagini

Come Harry aveva previsto i giorni successivi, fù bersagliato da domande,sul potere dei
serpenti,sopratutto da Hermione,che non sapeva darsi pace,al riguardo della sua incapacità,a
eseguire la magia.
Harry dal canto suo le ripeteva che non sapeva esattamente,come faceva a eseguire
l’incantesimo,forse perché parlava coi serpenti,ed era quindi naturale che gli venisse,ma il perché
logico,non lo sapeva.
Ginny fù più discreta,ma un paio di volte,lo aveva messo alle strette,con le sue domande,e anche se
lui non lo confermò mai. Lei aveva capito,che poteva eseguire sia la legimanzia,che l’Occlumanzia.
Forse il loro sentimento,le dava la possibilità,di praticare una sorta di legimanzia su di lui,o forse
era semplicemente la persona al mondo che potesse capirlo.
Ma il modo di lei di quasi sfidarlo a leggere,i suoi pensieri,era un qualcosa,che poteva metterlo in
imbarazzo,non osò,approfondire l’argomento. Da come si sentiva a disagio lui,quando lei anticipava
i suoi pensieri,capiva come quale terribile arma,sia la Legimanzia,e si ripropose di non usarla mai,se
non costretto,per fermare Voldemort!.
Gli incontri con Reginald,si susseguivano senza notizie di Tweeky. Harry era ormai padrone della
tecnica dei serpenti,aveva anche imparato,come comunicare con essi in maniera coscente,così
poteva chiamarli e lui stesso chiedeva informazioni sulle eventuali notizie di Tweeky,ma il tempo
passava senza riceverne.
In compenso era riuscito a parlare con il signor Weasley,che era sempre assente,causa il super
lavoro al Ministero convincendolo a prendere un piccolo compenso per la sua permanenza alla
Tana,che oramai era diventata fissa . Le finanze della famiglia erano come al solito magre e lui non
se la sentiva di restarci gratis,sopratutto perché grazie ai lasciti della sua famiglia ,di Sirius Black,il
suo patrino e per ultimo Silente aveva accumulato una piccola ricchezza. Ma dovette,minacciare di
andare a vivere altrove,per convincere il signor Weasley ad accettare. Quest’ultimo cedette solo al
pensiero che Harry una volta uscito di casa non avrebbe più potuto godere della protezione della
casa. Casa che più o meno discretamente,era osservata o protetta,a secondo del punto di vista da
uno o due Auror,che di tanto in tanto pernotavano nel giardino o nel vialetto.
Harry sospettava che la protezzione era dovuta alla curiosità,che il Ministero,aveva nei suoi
contronti,per sapere quello che faceva e chi incontrava,più che un reale desiderio di proteggerlo, ma
il signor Weasley,insisteva col dire che visto la posizione di rischio che ogni membro del Ministero
correva,le protezzioni erano aumentate.
Gli altri membri dell’Ordine della fenice venivano sporadicamente alla Tana preferendo incontrarsi
ancora a Grimauld Place,la ex casa di Sirius,ora di proprietà di Harry,il quale non vi aveva più
messo piede dalla morte di quest’ultimo.
Hermione passava molto tempo fra i libri,cercando ogni possibile notizia sugli Horcrux,che poteva
trovare,scoprendo che l’origine della magia era anteriore a Salasar Serpeverde,e che questi,l’aveva
elaborata,moltiplicando il numero degli Horcrux,che potevano essere stati prodotti. Non che
servisse a un gran ché ma almeno la teneva occupata. Anche Ron passava più tempo con
lei,dicendo,che le dava una mano,ma Harry sospettava,che la ricerca non lo interessasse,piuttosto
non avevano più littigat dalla morte di Silente e Harry li aveva scoperti a tenersi per mano,quando
nessuno li osservava,se anche lui non fosse legato,dalla sua guerra con Voldemort,forse ora sarebbe
in un qualche angolo oppure a passeggiare con Ginny!.
Ginny ,lei stava attenta a non forzare Harry e non si soffermava mai con lui da soli,preferendo
frequentarlo sempre con qualcuno presente,e di ciò,lui la ringrazziava,rendendogli la vita meno
pesante,o quanto meno più sopportabile.
Nelle rare visite dei membri,un giorno Lupin,l’ex professore di difesa contro le arti oscure,si fermò
a parlare con Harry dandogli delle notizie sconfortanti; “Per quanto facciamo per impedire ai
Mangiamorte di fare le loro azioni,sembrano moltiplicare gli sforzi,per farne di nuove! Senza
Silente che li intimoriva,ora si sentono spavaldi e sempre più spericolati”.
Harry gli aveva promesso che quando avesse sistemato i suoi affari,sicuramente si sarebbe unito
all’ordine,anche se sapeva che era solo per confortarlo che diceva quelle cose,la sua battaglia,anche
se negli scopi non era differente da quella di Lupin e gli altri,tuttavia doveva farla da solo!”.
Finalmente,una settemana dopo,Reginald gli inviò un gufo,dicendogli di anticipare la visita,al
mattino,aveva notizie importanti!.
Tutti erano eccitati, Hermione andava avanti e indietro con un grosso libro che non faceva altro che
aprirlo e chiuderlo senza leggere niente in realtà,Ginny aiutava la madre facendo le faccende
domestiche come se non fosse presente,Ron che doveva scacciare gli gnomi dal giardino,con la
bacchetta,creò,una polvere sopra il prato,costringendoli ad abbandonare le tane,tossendo e
rifugiandosi nel campo vicino.
Tutti avevano finito le loro faccende per l’ora convenuta e si erano discretamente radunati nel
vialetto di casa per Materializzarsi,Ginny che ancora era minorenne,diede il braccio a Hermione,che
la portò con sè.
Reginald li accolse,non come al solito nel salotto del suo rifugio,ma nel giardino dietro,dove Harry
per la prima volta,vide un tavolo,in legno e due lunghe panche.
“Vi ho ricevuti qui perché oggi dovrebbe tornare Tweeky,e penso abbia un ospite”.
Ron e Harry,si guardarono in faccia,come se l’altro avesse la risposta.
Reginald,quel giorno servì il tè,probabilmete Omar,era occupato.
Faceva ancora caldo e una leggera brezza accarezzava l’erba,formando piccole onde,la scelta del
giardino,era piacevolmente azzeccata.
I discorsi vertevano,come al solito,sulle ultime azioni,che i Mangiamorte avevano
compiuto,riportate più,omeno fedelmente,sulla Gazzetta del Profeta.
Nel bel mezzo della discussione,un fruscio,nell’erba fece guardare Harry dalla parte dove proveniva
il rumore.
Tweeky,col suo ballonzolante strisciare,dovuto al suo ventre gonfio come una Pluffa,si fece largo
nell’erba,verso di loro.
Ginny che non lo aveva mai visto sgranò gli occhi.
Tweeky,in serpentese cominciò,a fare un resoconto,della sua perlustrazione,che Harry,tradusse,per i
suoi amici.
In sostanza prima dell’attacco al castello di Hogwarts,la scuola di magia e stregoneria.Nagini,il
serpente di Voldemort,era stato avvistato,a nord del villaggio magico di Hogsmade,nel sentiero che
portava alla montagna.
Harry lanciò,un occhiata,ad Hermione,che lo ricambiò,la zona era pressapoco quella dovo Sirius
Black, si era nascosto,nel periodo del concorso Tre Maghi,per aiutare Harry e stargli vicino.
Disse agli altri la sua idea,e subito Reginald gli chiese. “Sai esattamente,dové il posto?”.
“Certo,é una grotta imboccato un sentierino è circa una mezz’oretta di strada,io Ron e Hermione,ci
siamo stati,possiamo portarvi”.
Rispose Harry prontamente.
Reginald,si alzò dicendo; “Domani,di buon ora,devo ancora sistemare alcune cose,e poi possiamo
partire,siete daccordo?”.
Ron guardando la sorella rispose; “A parte Ginny,che non può,allontanarsi di casa,noi ci saremo”.
L’espressione di delusione di Ginny,era palese,ma non si ribellò,sapeva che anche le scocciava,Ron
aveva ragione,non c’era più niente da discutere,il gruppo si preparò,a rientrare a casa.
Hogsmade era più fredda rispetto a Londra essendo più a nord.Ma per Harry non era l’aria che lo
interessava,era tornare a Hogwarts,che gli dava nello stomaco,tanti sentimenti contrastanti,i suoi
anni più felici e tristi nello stesso tempo li aveva trascorsi lì,come erano lontani i tempi in cui i
compiti e gli esami riempivano la loro vita,pochi mesi e era tutto un altro mondo.
In silenzio si incamminarono,verso la montagna sopra Hogsmade,per l’occasione Harry su consiglio
di Reginald,indossava il suo mantello dell’invisibilità,spiegandogli che era troppo pericoloso girare
senza essere riconosciuto. Dovette ammettere che era una buona idea,fra i pochi che avevano
incontrato poteva nascondersi un Mangiamorte,o una spia,meglio essere prudenti.
L’aria si era fatta più fina man mano che salivano,dopo una buona mezzora,si appostarono dietro
una rocciamentre Tweeky,andava in avan scoperta,a veder se dentro non ci fosse nessuno.
Harry lo segui,con la bacchetta tesa davanti a sè,solo il rumore del vento che li accarezzava e quello
dei suoi passi,rompevano il silenzio,che li circondava. Harry senti,un movimento dietro di se,ma
non si voltò a guardare chi fosse,l’importante era trovare Nagini.
Vicino alla grotta,si appostò,vicino all’ingresso sulla parte sinistra,mentre
Tweeky,srisciava,circospetta poco davanti a lui.
Dentro non proveniva alcun rumore,segno che forse non c’era più nessuno ,o forse che qualcuno si
era appostato per sorprendere,,i visitatori.
Harry vide scomparire Tweeky dentro e lo segui a ruota. Tenendosi attaccato al muro,la bacchetta
dritta davanti a sè,fece fatica ad abbituarsi al buio che c’era dentro,rassicurato da Tweeky,che lo
aveva avvertito,che nessuno era dentro,come serpente aveva più capacità,di adattarsi di Harry,ai
cambiamenti di luce improvvisi.
La grotta,era come se la ricordava Harry durante le loro visite a Sirius,ma per terra c’erano segni
che altri avessero pernotato lì,
Legna bruciata di fresco,e i serpenti non sono usi a scaldarsi,col fuoco,nemmeno quelli magici.
Dietro a Harry alla spicciolata erano arrivati tutti gli altri,e osservavano la grotta,come stava
facendo Harry.
Due copie della Gazzetta del Profeta,stavano in un angolo,erano di due giorni prima. Altro segno
che uno o più uomini,erano stati lì a pernotare.
Hermione escamò,”Erano tre uomini”,Indicando con la bacchetta,una zona dove si notava che il
terreno era stato sistemato,per accogliere dei sacchi a pelo,Ron invece notò,con gran
soddisfazione,un angolo,dove i segni lasciati,da un corpo che si era attorciliato,aveva
dormito,chiaramente un serpente.
Reginald,propose di uscire,e allontanarsi subito,cosa che fecero.
Scesero la montagna,fino ad una radura a metà strada per Hogsmaide,si sedettero in circolo,fù
Harry a parlare: “E’ chiaro che i Mangiamorte sono stati qui”.
Il cenno della testa di Hermione e Reginald,lo incoraggiarono a continuare.
“Il punto é se siano definitivamente andati oppure se torneranno ancora”.
Hermione che da come si agitava,doveva avere una sua idea. “E’ facile da capire,se non hanno
raggiunto il loro scopo torneranno,cerchiamo informazioni a Hogsmade,poi decideremo il da farsi”.
Ron con l’aria di chi sia molto lontano da li disse: “E’ stato Malfoy,a dire ai Mangiamorte del
rifugio di Sirius,se no come facevano a sapere dove era?”.
“Bene bisogna cominciare a fare la guardia qui,se vogliamo scovare qualcuno,che per caso ritorni
nella grotta,e penso che sia giusto,che resti io”.
Harry,pronunciò le parole con un impazzienza nella voce,si intuiva che voleva trovarsi faccia a
faccia con un seguace di Voldemort. Nessuno replicò.
“Bene faremo dei turni,però,qualcuno deve andare a chiedere informazioni a Hogsmade per sapere
se sono passati di là”.
Rispose Ginny,con decisione. Aveva detto la frase in fretta come chi ha paura di essere messa da
parte.
“Io e Ginny,andremo a Hogsmade”. Decise Hermione,ci ritroveremo qui fra un ora!”.
Reginald,che fino a quel momento,era rimasto in silenzio,ammirava quell’organizzazione
spontanea,di quel gruppetto di amici,che si comportavano come un piccolo esercito,ben
organizzato.”Io penso che sarà meglio che perlustri sopra la grotta,con Tweeky,mentre
Harry,resterà vicicino ad essa,così copriremo più area possibile”. Fece una pausa per veder se
qualcuno aveva da ridire qualcosa,al silenzio del gruppo,continuò:”E’ deciso fra un ora da adesso,ci
ritroveremo,qui per un aggiornamento”.
Ginny si materializzò,con Hermione,Ron che non sapeva cosa fare,le segui,a Hogsmade,Harry e
Reginald,si incamminarono,per tornare verso la grotta.
“Ti vogliono molto bene,i tuoi amici,nessuno si é rifiutato,di seguirti qui. Anzi sembravano
timorosi,che qualcuno restasse indietro”. Reginald durante la loro camminata,esternò ad Harry,il
suo pensiero.
“Si e sono preoccupato,per loro,vorrei fare tutto ciò,da solo!”.Harry teneva la testa bassa,e il tono
della voce era preoccupato.
“Sembrano abbastanza giudiziosi,per cavarsela da soli,non ti pare?.
Harry non rispose.
“Anche se non venissero con te pensi che siano più al sicuro a casa!,nessuno lo é.in realtà,così
possono rendersi utili,avera uno scopo,tutto questo li rende più forti”.
Harry non aveva mai pensato,che essere attivi li avrebbe resi più forti,ma a ripensarci Reginald
aveva ragione,erano certamente più vigili,e quindi meno facilmente,si sarebbero fatti cogliere di
sorpresa. IL pensiero lo incoraggiò,ma restava un punto nero,nella questione...”Stai pensando a
Ginny,non é vero,lei ti vuole molto bene,farebbe di tutto per non sfigurare ai tuoi occhi,lo sai”.
Quella spiacevole sensazione che altre volte Harry aveva provato,quando Reginald lo anticipava,nei
suoi pensieri,lo metteva a disagio.
“Lo so!, ma preferirei,che lei restasse a casa,già una volta é stata coinvolta con Voldemort,e per
poco non ci rimetteva la vita!”.
Raccontò,a Reginald,la storia del diario,mentre salivano alla grotta,poi si divisero prima che
Reginald potesse aggiungere qualcosa. Ora Harry era solo ,solo coi suoi pensieri,in attesa che
qualcuno si facesse vivo.
Ma non accadde sconsolato, si diresse verso il luogo dell’appuntamento. Dove trovò tutti ad
aspettarlo,tranne Ginny,i suoi occhi si diressero verso Hermione,come a domandarle dove era
andata.
“L’ho accompagnata a casa,comincia a diventare tardi,sua madre non deve sospettare che si
allontana troppo da casa se no non la lascia più uscire”.
Harry tirò un sospriro di solievo,era salva!.
Subito dopo aver rassicurato Harry,Hermione cominciò a fare la sua relazione,a quanto pareva sol
un tipo era stato al pub Tre teste di porco,che poteva essere messo in relazione con un
Mangiamorte,era straniero,e non aveva mai parlato con nessuno,durante la sua permaneza al pub,e
quando il barista gli aveva posto una domanda da dove venisse,gli aveva risposto di farsi gli affari
suoi. Un po poco,si scusò Hermione,ma in tutti i locali in qui erano stati non vi era stata traccia di
individui sospetti. “approposito,abbiamo incontrato Tonks che ti saluta,aveva i suoi capelli rosa
schocking,segno che con Lupin,andava tutto bene”.
Harry ricordava che nel periodo quando era in crisi con Lupin,i suoi capelli erano di un grigio
topo,un sorriso gli sfuggi,al pensiero.
“Io e Tweeky,abbiamo trovato segni di presenza umana,sopra la grotta,ma dire se fossero recenti o
no,non saprei dirvelo. Ora é meglio che torniamo tutti a casa,domani ci incontreremo per stabilire il
da farsi”.
Con questa frase Reginald,attese le reazioni di tutti,nessuno obiettò nulla,e lui scomparve.
Rimasti soli,Ron Hermione convenirono che era ora anche per loro,di ritirarsi,Harry invece disse
che si sarebbe trattenuto ancora per un pò,e sarebbe arrivato in tempo per la cena.
Sapeva di essere ostinato,anche senza bisogno che Hermione glielo ricordasse,ma una volta rimasto
solo si riappostò,di fuori dalla grotta,se non altro aveva la possibilità, di ragionare un pò da solo.
Deluso da un ora di inutile attesa, discese un pezzo a piedi, e si rimaterializzò,in tempo per il
pranzo della sera.
I giorni successivi per lui erano uina littigata dietro l’altra con Hermione e Ginny,quando
poteva,andava alla grotta,da solo gli altri ritenevano inutile ritornarci,sostenendo che era
improvabile,che Nagini o un Mangiamorte,sarebbero ritornati,ma Harry,preferiva quelle lunghe
sedute in montagna a fare qualcosa di evidentemente inutile che aspettare notizie in casa.
Ogni tanto Ron gli faceva compagnia,ma spesso era solo,nascosto sotto il suo mantello
dell’invisibilità,guardava gli animali che popolavano la zona,avvicinarsi e riallontanarsi,non
sospettando che una persona era li,ad osservarli.
Una mattina quando il tempo prometteva pioggia,ed Harry era quasi convinto a tornarsene a casa.
Una marmotta che ogni tanto si spingeva vicino alla grotta,quel giorno,entrò dentro. Harry
incuriosito la segui,e badando a non fare rumore entro dietro a lei,era meglio entrare a spiare una
marmotta che restare fuori,col rischio di beccarsi un acquazzone,come le nuvole promettevano.
Manco poco che urlasse dallo spavento,la marmotta non c’era più,si era trasformata,in un
uomo,vestito di nero.
Harry era alle sue spalle no poteva vedere chi fosse,decise di capire cosa ci facesse li l’uomo.
La figura vestita di nero,stava trafficando con una grossa roccia e con la bacchetta,pronuciò,un
incatesimo,”Sesamo revela”e subito la roccia si spostò,rivelando un passaggio,che la roccia
evidentemente copriva.
L’uomo scese in uno stretto tunnel scavato nella roccia e subito Harry gli si mise alle calcagna.
Aveva paura che il passaggio si richiudesse una volta fosse entrato.
Il cuore di Harry batteva all’impazzata,temeva che l’uomo potesse sentirlo,visto che era a due metri
da lui.
Il tunnel finiva dentro una grotta più piccola di quella da cui erano entrati,all’interno,c’erano delle
brandine,come se saltuariamente venisse abitata,da qualcuno,persino i resti di una cena davano
l’impressione che il luogo fosse frequentato. In un angolo c’erano i resti scheletriti di topi morti,
anche un serpente,doveva averci soggiornato.
Harry non voleva tentare la fortuna oltre,decise di lasciare l’uomo in pace e di tornare,alla Tana per
riferire agli altri!.
Velocemente fece ritorno su per il passaggio che aveva percorso per entrare e usci fu una buona
idea,perché poco dopo,l’uomo che adesso vedeva di fronte stava uscendo dal passaggio,era
Macnair,il Mangiamorte,che Harry aveva visto l’ultima volta,durante la riunione davanti alla tomba
Riddle,quando Voldemort era risorto!.
L’impulso di schiantarlo,era irresistbile,ma una vocina dentro di lui gli diceva di aspettare,se lui
frequentava quel posto,altri forse sarebbero tornati,e se lui fosse mancato,si sarebbero insospettiti,e
non sarebbero più venuti li,doveva sapere dove fossero e cosa facessero.
Lui Nacmare,non era così importante da imprigionare subito.
Poi pensandoci bene Harry se lo ricordava come marmotta e le sue visite erano frequenti alla
grotta,adesso che sapeva che era Animagus,poteva tenerlo d’occhio facilmente.
Macnair nella camera principale della grotta si ritrasformò,in marmotta e usci. Altrettanto fece
Harry,che il più discretamente possibile si allontanò,per Materializzarsi alla Tana.
Nel giardino di casa Weasley,tutti erano come se avessero appena littigato,la signora Weasley,era
rossa in viso,Ginny stava rientrando quasi in lacrime e Ron giocava con un pezzo di
legno,percuotendo la terra con aria arrabbiata,Hermione stava ancora tentando di spiegare,alla
signora Weasley che le loro passeggiate erano solo intorno alla proprietà Weasley,Ma la madre di
Ginny li guardava,torva con le mani sui fianchi,l’arrivo di Harry,calmò gli animi.
La signora Weasley,si diresse verso di lui,evidentemente rassicurata dal fato che fosse vivo e in
buona salute.
“Harry lo sai che é pericoloso che voi vi allontaniate da casa,c’é tanto spazio qui,che proprio non
vedo il perché abbiate il bisogno di allontanarvi per passare il tempo”.
La signora Weasley quando si rivolgeva a Harry non era mai in collera,come se capisse che tutto
quello che aveva dovuto sopportare,non meritava,di agggiungere altro.
Harry si fece coraggio,”Ginny viene con noi a passeggiare,tutto qui”. Una volta che ebbe detto la
bugia,si senti male,la signora Weasley lo guardò come se le avesse capito,che diceva qualcosa solo
per calmarla,ma era necessario,che parlasse con gli altri,nel più breve tempo possibile.
Forse perché per Harry aveva un debole,Il viso della signora Weasley,si raddolci;”E’ come se fosse
affidata a te,quando siete in giro,si voltò,ed entrò in casa.
Harry si senti peggio,di come si sarebbe sentito se lo avesse sgridato. Fece un cenno agli altri,ed
entrò nella stanza di Ron,le ultime ad entrare furono Hermine e Ginny,che aveva ancora sul volto i
segni dell’arrabiatura appena passata.
“Ho da dirvi una cosa importante”. Harry passò dieci minuti a relazionarli,il tempo di mettere al
corrente gli altri sull’incontro,con il Mangiamorte,che la littigata con la signora Weasley,era del
tutto dimenticata.
La sera sembravano dei cospiratori,era tutti guardinghi,nel caso che i genitori sospettassero
qualcosa,infatti il signor Weasley che oramai tornava sempre tardi la sera,a causa del super lavoro
al Ministero,domandò ad Harry se c’era qualcosa che non andava,la risposta fù troppo rapida,ma
non insistette,preferendo lanciargli un’occhiata profonda,per un uomo che aveva allevato Fred e
George,le bugie,dovevano essere un buon allenamento.
Harry pensò che non importava,lo avrebbe messo al corrente più avanti,ora era importante scoprire
più cose possibile,su cosa era quella seconda grotta,a cosa serviva e chi la frequentava,finalmente
un indizio. Anche gli altri la pensavano così,si diedero dei turni,lui Ron e Hermione,che sarebbe
stata in compagnia di Ginny,a fare la guardia all’ingresso della grotta.
Hary insitè,perché chi fosse di guardia portasse il mantello dell’invisibilità,tutti furono
d’accordo,restava solo da organizzare con Reginald il suo turno,anche se Harry voleva passare il
massimo del tempo davanti alla grotta capì che era impossibile,per non attirare ulteriori sospetti da
parte dei Weasley.
I giorni sucessivi furono per tutti molto indaffarati,fra il sembrare disinvolti nell’entrare e uscire
dalla Tana,e restare a guardia alla grotta. Ma oltre un paio di visite della marmotta,nulla di rilevante
era successo,il morale che all’inizio era alle stelle,ora sembrava risentire dell’inutile attesa.
Harry era il più convinto che qualcosa sarebbe successo,ma gli altri,erano convinti che sarebbe stato
meglio dare l’informazione al Padre di Ron,e lasciare che l’Ordine della Fenice,si occuppasse del
Mangiamorte.
Harry gridò,”Sono sempre il solo che crede a perseverare,anche a sorvegliare la grotta sono stato
l’unico,a insisterre. Se no Macnair,ci sarebbe sfuggito!”.
Hermione abbassò la testa,in cuor suo sapeva che Harry aveva ragione.
“Senza contare che se il padre é come il figlio,(che studiava a Hogwarts,con Harry,Hermione Ron),
Certo non brilla per intelligenza”.
Harry guardò torvo gli altri. “Potremmo sfruttarlo a nostro vantaggio,non trovate?”.
Ron improvvisamente sorridendo esclamò: “Penso che sia stato uno dei pochi a prendere Troll,in un
esame!,in tutta la storia di Hogwarts”.
Tutti risero,la tensione si era sciolta,il legame che li univa era più forte delle difficoltà,che
incontravano,ad Harry venne in mente una frase detta da Silente. Hai bisogno dei tuoi amici,più di
quanto tu creda. Ora capiva in pieno il significato di quella frase.
“Hermione tu puoi andare a Hogsmade,a informare Tonks,visto che é stata messa fissa a
spattugliare il villaggio”.
Hermione guardò Hary come se non capisse.
“Ma non avevamo deciso,che avremmo tenuto la cosa segreta,per scoprire altri Mangiamorte?”.
“Si,ma qui si stanno innervosendo e il signor Weasley,sospetta qualcosa delle nostre regolari
assenze”.
Hermione che capiva finalmente dove voleva arrivare Harry,terminò,il pensiero; “Certo cosi
Reginald non sarebbe costretto a restare sempre di guardia per coprire i nostri turni,e se succedesse
qualcosa,noi in ogni caso,avremmo avvertito l’Ordine della Fenice”.
“Certo e Tonks,se glielo chiediamo manterrà il segreto,almeno finché non diventasse troppo
pericoloso”.
Harry sorrideva all’idea,non gli andava di restare lì,a casa Weasley e fare le cose come un ladro!.
“Resta solo un problema”.
Disse Ginny con aria di voler smorzare gli entusiasmi,”Se avvertiamo Tonks,dovremmo parlare di
Reginald,e non so se lui é daccordo”.
“Potremmo fare in modo che i due non si incontrino,stabilendo dei turni,che non permettano di
incontrarsi”. Menttre Hermione rispondeva,la sua bacchetta aveva già compilato un orario su
pergamena con i turni della sorveglianza,evidentemente aveva considerato il problema per prima.
Tonks all’inizio si era arrabiata,con Hermione,ma dopo un pò,sentendo il ragionamento di
Hermione,si calmò,e se pur con riluttanza accetò,di fare un turno alla grotta,ma aveva posto la
condizzione,di mettere al corrente Lupin,di tutta la faccenda. Il quale venne la sera stessa alla
Tana,e tenne a Harry un lungo discorso,sulla pericolosità,ma dovette convenire che Harry se la era
sempre cavata bene. Perlomeno accettò,di tenere la cosa fra loro per il momento.
“Sai Arthur,sospettava qualcosa di simile,me ne ha parlato,diverso volte,del tuo..,vostro strano
comportameto alla Tana,spero che Ginny non ne sia coinvolta!?. Quest’ultima frase alla quale
Harry mentì clamorosamente lascio a Lupin uno sguardo accusatore,ma Harry si ripetè,che in fondo
non era andata male,avevano due aiuti in più e per il momento la segretezza non era stata
compromessa.
Due giorni dopo Harry ripensò a tutta la faccenda di Tonks e Lupin,e si chiedeva se avessero fatto
bene a metterli al corrente della loro scoperta,senza pensare all’imprevisto Reginald,se mai si fosero
incontrati...!.
Il suo cuore fece un tuffo e perdette dei battiti aveva visti strisciare qualcosa fra l’erba,era troppo
grosso per essere un topo e troppo lungo per un roditore. Ma si era un enorme serpente,non fece a
tempo di organizzare una reazione,che tre uomini,si avvicinarono alla grotta,seguendo il serpente,a
tre quattro metri dietro a lui,come se il serpente fosse stato mandato avanti,a controllare che la via
fosse libera.
La mano di Harry subito si strinse sul manico della sua bacchetta,la mano era sudata,gli occhi fissi.
Aveva ancora mezz’ora,prima che Tonks gli desse il cambio,lui non poteva allontanarsi,e se si
fossero allontanati,lui non sarebbe riuscito,ad andare e tornare in tempo con rinforzi.
Decise di seguirli dentro la grotta,doveva assolutamente sapere cosa facessero la dentro.
La loro presenza così numerosi,faceva pensare che stessero per fare qualcosa di grosso. Lui doveva
fermarli a qualuncue costo!.
Mentre ragionava sul da farsi,era già scivolato dentro.
L’ultimo uomo stava in quel momento entrando,nella galleria di fianco alla roccia porta. Harry gli
fù alle spalle,era a mezzo metro dietro la figura nera,se si fosse tornato indietro,certamente Harry
non avrebbe avuto lo spazio di indietreggiare,e uscire senza essere scoperto.
Ma per fortuna,l’uomo entrò senza ripensamenti nella seconda grotta,e si sedette in cerchio con gli
altri. Nagini si era attorcigliata in un angolo dove durante la prima ispezzione avevano notato tracce
di scheletri di topi,la sua cena.
IL Mangiamorte seduto di fronte a lui,non lo riconosceva,era un giovane dai capelli biondo
cenere,la faccia di uno che non vedeva il sole da quando era nato,le spalle erano portentose,in
contrasto con la voce esile ,parlava basso come se avesse paura di essere ascoltato.
“Dovrà essere fatto questa notte,domani sarà,il giorno che viene,e tutto dovrà essere già compiuto”.
La voce di un altro Mangiamorte,che dava le spalle a Harry,aveva detto la frase sibillina,Harry era
disperato voleva saperne di più,e non sapeva come.
Nagini parlò,”io entrerò,per ultima a cose fatte,il signore oscuro vuole così”.
Aveva parlato in serpentese,quell’ultima frase aveva messo in agitazione Harry,quelle parole non
gli dicevano niente,il tempo passava e lui rischiava di essere scoperto,la grotta era grande a
sufficenza per tre,ma bastava che qualcuno si muovesse e urtasse Harry che il mantello
dell’invisibilità,non sarebbe servito a niente.
Immobile senza sapere cosa fare Harry ascoltava i dicorsi dei Mangiamorte,ma nulla di quello che
dicevano chiarì la loro missione.
Il sangue si gelò a Harry,era appena stato toccato dietro da qualcuno,un breve soffocato verso di
sorpresa lo immobilizzò,lentamente si girò,non vide nesssuno,mentre una mano invisibile,lo
toccava,era immobilizzato dalla sorpresa. Poi capì, era Tonks,che indossava il mantello
dell’invisibilità di Malocchio Moody,lo stesso usato nel Ministero,per tenere d’cchio la stanza delle
profezie.
La testa invisibile,si avvicinò al suo orecchio,e in un sospiro sentì,”Sono Io”.
Ci manco poco che Harry facesse un salto, e urlasse,era una reazione quasi incontrollabile per lo
spavento.
Decise di calmarsi,una mano lo stava trascinando fuori,verso l’uscita,lui si lasciò portare, non
voleva fare rumore e restare adesso sarebbe stato impossibile senza farsi individuare.
Una volta fuori,lontani dalla grotta,Harry esplose”Perché mi hai trascianto fuori,doveso sentire i
loro piani,stanno progettando qualcosa per questa sera e io devo impedirlo!”.
Tonks ,era furiosa almeno quanto lui. “Ma non ti rendi conto che restare là sarebbe stato ancora più
pericoloso!. E se ti avessero scoperto,come li avresti fermato in tre contro uno”. O il Prescelto ha
poteri che io non conosco!”. Poi con un tono conciliante proseguì.
“La grotta é Piccola,bastava un piccolo movimento e ti avrebbero scoperto,fortuna che sono venuta
qualche minuto prima e ti ho chiamato dove dovevi essere,non ricevendo risposta ho capito che eri
entrato dentro,vedendo la roccia spostata ho pensato che eri entrato”.
Fece una pausa e continuò; “Quando ti ho urtato davanti ai Mangiamorte,mi sono sentita morire!”.
Harry capiva quello che doveva aver provato,perché era simile a quello che aveva sentito anche lui!.
“Be e ora cosa facciamo,non sppiamo cosa hanno in mente,apparte che stasera faranno qualcosa a
Hogwarts,e non sappiamo cosa!.
Disse Harry amareggiato,la rabbia non lo aveva ncora del tutto abbandonato,respirava ancora
male,quando le rispose.
“Innanzi tutto informiamo La Preside, La Mcgranitt,vorrà essere informata penso!”.
Altra pausa,anche Tonks,sembrava calmarsi,dopo lo spavento. “Poi facciamo una riunione con
Remus,e decidiamo il da farsi”.
“Diglielo tu,allla McGranitt del possibile attacco,io peferirei restarne fuori,non é opportuno che mi
faccia altra pubblicità,così posso agire ancora protetto,dille quello che vuoi che lo hai scoperto
tu,ma non parlarle di noi,te ne prego”. Harry si mostrava ansioso nella voce e Tonks tutto sommato
comprese che era meglio lasciarli fuori dall’inevitabile pubblicità,che sarebbe venuta da quella
notizia. Il Ministero della Magia,non vedeva l’ora di mostrarsi come capace di fronteggiare il
crescete dilatarsi degli attentati a causa dei Mangiamorte,e Harry non aveva alcuna intenzione di
restare coinvolto,in quella che sicuramente sarebbe diventata un’ottima campagna pubblicitaria,se
qualche Mangiamorte fosse per caso stato arrestato.
Tonks rispose: “Daccordo tu aspetta qui,che io vado a Scuola,ma mi raccomando non fare nulla!,
aspetta che torni,resta solo di guardia”.
Con un tocco della sua bacchetta Tonks,che era un Metamorfomagus si trasformò. Assumendo le
sembianze di una vecchia strega arcigna,e con passo traballante si diresse verso il villaggio e poi
sicuramente a scuola. Harry sapeva perché di quella trasformazione,alla scuola era impossibile
materializzarsi,così,lei doveva entrarci cammuffata da vecchia strega per non destare i sospetti,di un
eventuale osservatore.
Restò lì a vigilare,ma dalla grotta non proveniva alcun rumore o segno che qualcuno si stesse
muovendo, Per passare il tempo,Harry immaginò,quale trambusto poteva aver scatenato una notizia
come quella a Hogwarts,la Mcgranitt aveva preso il posto di Silente come preside,ed era
estremamente rigida sulle regole,chissà quali protezzioni aveva adottato,dopo l’ultimo attacco,che
quell’estate avevano fatto,ma cosa cercavano?.
I suoi pensieri furono interrotti,una voce stava cercando di attirare la sua attenzione.
“Hei,Harry sei lì?”.
Harry si diresse verso la voce era Lupin,che evidentemente aveva ricevuto un messaggio da Tonks.
Nascosto dietro un cespuglio,fuori vista dll’ingresso della grotta,era accucciato che spiava.
“benomale che Ninfadora,mi ha detto esattamente dove ti trovavai,con quel mantello
dell’invisibilità,non ti avrei mai trovato”.
Harry si accuciò,vicino a lui togliendosi il mantello per poter parlare.
“Immaginavo che qualcosa di simile sarebbe successo”. Disse Lupin. Ninfadora é a discutere con
Minerva sulla difesa della scuola,io ufficialmente,tengo d’occhio la situazione qui”.
Una voce interruppe Lupin,che si girò di scatto.”Harry sei lì”. Ron col volto preoccupato,stava
risalendo verso il cespuglio: Harry con tutto quello che era successo,si era dimenticato di avvertire i
suoi amici alla Tana,Ron doveva essere stato mandato,sicuramente da Hermione preoccupata,a
vedere cosa fosse accaduto.
“Siamo qui,vieni”.Harry dopo aver chiamato l’amico,spiegò a Ron della sua fortuna di imbattersi
nel gruppo di Mangiamorte,e tuto il seguito della storia. Ron sembrò impressionato,ed eccitato che
qualcosa si stesse muovendo.”Dobbiamo dire qualcosa a casa sono tutti preoccupati,della tua
assenza Hermione sai stava aggirando per casa nervosamente. Ginny fortuna che l’ha calmata,se no
mia madre,avrebbe cominciato a fare delle domande”.
Harry gli disse che la cosa importante era adesso di non fare fuggire i Mangiamorte dalla grotta.
Ma un nuovo rumore zittì la loro conversazione,dietro di loro altre due persone stavano salendo il
sentiero che portava alla grotta.
Tonks stava guidando La McGranitt,verso di loro.
Harry fù colto da panico non doveva essere visto là,affannosamente cercò di coprirsi col manto
dell’invisibilità,mentre Ron,cercava di abbracciare Harry,per nascondersi con lui.
Lupin gli disse: “No restare visibile,parlo io con Minerva,é normale che sia venuta dopo tutto é la
sua scuola”.
La McGranitt scorgendo Harry ebbe un sussulto,come non aspettandosi di trovarlo lì. Poi lanciando
un’occhiata a Ron,che era visibilmente arrossito esclamò: “E’ chiaro che se c’é Harry il suo amio
del cuore il signor Weasley,non poteva essere lontano,cosa ci fate qui?”.
Lupin prima che lui potesse inventare una scusa disse in fretta; “Li ho chiamati io,avevo bisogno di
una mano per sorvegliare la grotta,nel caso che qualcuno uscisse,e nessuno era disponibile,così ho
chiamato loro”.
“ I due amici,non si sono visti per tutta l’estate,Arthur,é preoccupato,per le loro continue scomparse
e adesso,li trovo qui,a sorvegliare un luogo infestato da Mangiamorte,mi sembra che sia per lo
meno sospetto”.
Un altro rumore e Hermione si Materializzò,sotto di loro,col volto preoccupato,con al braccio una
Ginny,che sembrava dire ,non ho potuto trattenerla.
La McGranitt con un gridolino,esclamò: “Mancava solo la signorina Granger alla riunione,ma della
signorina Weasley,non me lo sarei mai aspettata!”.
Silenzio,la segretezza era definitivamente andata a farsi benedire.
“Remus,resta qui a far la guardia,e voi due signorina Granger e signorina Weasley é opportuno che
torniate a casa,Molly sarà in pena se non vi vede!”.
Hermione aveva ancora l’aria sconvolta e stupita,di essersi ritrovata in mezzo ad una riunione non
prevista. La McGranitt,comprendendo il suo stato d’animo,si raddolcì,”come può vedere non é
successo niente,Il signor Potter e il signor Weasley,godono di buona salute,su torni a casa,e... si
ricordi che la signorina Weasley non può materializzarsi in giro,é ancora minorenne,dimenticherò la
faccenda a patto che non vi veda più,comparire in giro per Hogwarts e dintorni,mi sono spiegata?”.
Ginny con impeto,le rispose: “Hermione era preoccupata,non volevo lasciarla da sola ,e se fosse
successo qualcosa,ad Harry e Ron!”.
La McGranitt la guardò con un espressione di compatimento rispondendole:
“Comprensibile,tuttavia,le gite non autorizzate,sopratutto in luoghi pericolosi,non sono
salutari,anche se di questi tempi oramai,di luoghi sicuri...,beh andate!”.
Hermione e Ginny,si allonanarono e dopo un Crack,scomparvero.
La McGranitt,guardò Harry come a domandarsi cosa dovesse fare di lui, “Potter ora devo tornare a
scuola,sono sicura che farà compagnia, a Remus,anche se ciò,evidentemente é estremamente
pericolo,in ogni caso tre Auror sono presenti nella scuola nel caso ci fosse necessità di un aiuto,e
due sono dislocati a Hogsmade,stasera se ci attaccheranno avranno una bella sorpresa ve lo
assicuro!. Il Ministero ha a cuore che la scuola resti aperta”.
Detto ciò,giro sui tacchi e si incamminò,verso la scuola evidentemente convinta che lì Lupin avesse
la situazione sotto controllo.
Harry restò accanto a Lupin e a Tonks,mentre insistette con Ron,perché tornasse a casa,e
informasse di tutto Hermione,decisero di incontrsi a Hogsmate la sera ,
Anche Tonks dopo venti minuti disse che andava a cercare da mangiare e sarebbe ritornata più
tardi.
Restati soli Lupin disse che era meglio che indossassero i mantelli dell’invisibilità,cosa che fecero.
Era strano parlare con qualcuno che ti era al fianco ,ma non lo vedevi,Harry ricordò le volte che
aveva fatto la stessa cosa con Ron ed Hermione.
“Sai Harry,in questi anni sono successe molte cose,e non piacevoli”.
Il riferimento implicito,alla morte dei suoi genitori di Sirius e di Silente,suonava come un
avvertimento,ma Lupin continuò,con voce tranquilla.
“Intendo dire quelle che hai dovuto affrontare,sono orgoglioso che con quello che hai passato,sei
ancora così combattivo,penso che Voldemort,sia per lo meno preoccupato di tè”.
Dalla grotta stava uscendo un Mangiamorte,la voce di Lupin si spense poi rapido disse: “Se si
allontana,resta qui io lo seguo,Ninfadora dovrebbe essere qui a momenti”.
Ma Tonks in quel momento stava salendo sul sentiero e il Mangiamorte la vide.Urlando rientrò
nella grotta .
Lupin si gettò,su di lui,per impedire di dare l’allarme. “Pietrificus totalis”. Gridò Lupin,ma era
troppo tardi il Mangiamorte aveva già gridato,e rumori di rabbia si sentivano nella grotta,gli altri
sentitisi in trappola dentro usciro di corsa. Macmaire Gridò,verso Lupin: “Impedimenta”. Lupin fù
scaraventato a terra,mentre Tonks gridava,Harry lanciò,il manto per terra e si gettò su Macnaire.
“Incarceramus”.
La sua magia colpi Macnaire,in pieno costringendolo immobile legato,Harry senti,un calore che lo
colpiva in pieno e si ritrovò,steso a terra. Tonks Guardava sopra di lui e lanciò,un
incantesimo,metre a sua volta veniva colpita e stramazzava a terra,sia lei che il
Mangiamorte,finirono a terra,Nagini,strisciava verso Harry con le fauci aperte,pronta a morderlo.
Harry cercò disperatamente la sua bacchetta,che era caduta poco lontano. Ma Nagini arrivò,su di lui
in un baleno,il muscolo della gamba fu addentato,fortunatamente di striscio,comunque il bruciore
indicava che era andato in profondità.
“Impedimenta”,una voce arrivò,dal vialetto,Nagini si trovò respinta indietro,Harry al colmo della
rabbia afferrando la bacchetta,urlando: “Avada kedavra”,un fiotto di luce verde scaturì dalla punta.
Il grosso serpente,si aflosciò per terra come se fosse stato svuotato. Harry ansimando lasciò cadere
il braccio che impugnava la bacchetta,come se la sua rabbia si fosse calmata con la morte di Nagini.
La mano di Lupin lo trasse in disparte,anche lui sbuffava. “Andiamo Harry, sei ferito dobbiamo
andare subito a Hogwarts”.
Le parole rimbombavano nella testa di Harry,lo aveva fatto, aveva lanciato una maledizione senza
perdono ed aveva funzionato!. Non si sentiva ne soddisfatto ne tanto meno colpevole della sua
azione,semplicemente andava fatto. Quello era una parte di Voldemort che era distrutta. La gamba
lo fece tornare alla realtà, il dolore era lancinante.
Andiamo alla scuola là,c’é madama Chips che può,darti una mano”.
“No!”. Rispose Harry a Tonks che cercava di sorreggerlo. “Prima devono catturare i
Mangiamorte,bisogna avvertire gli altri.
“Sono qui”, Harry aiutato si voltò,vide Ron Hermione che correvano verso di lui,si aflosciò,Tonks
ripetè,”Dobbiamo andare a Hogwarts,in infermeria”.
“Materializziamoci davanti al cancello, sei pronto?”.
Harry fece un cenno di si.
Cap 7
Ritorno a Hogwarts (il sogno di Silente)
Dentro i cancelli,c’era Hagrid,che aspettava armato della sua balestra,evidentemente aspettava
visite,ma il suo stupore gli fece pensare che non di Harry si aspettava la visita.
“Harry cosa diavolo ci fai qui?”.
Tonks teneva Harry dalla parte destra dove era stato ferito,”Aiutami a portare dentro Harry,é
ferito”.
Hagrid notando in quel momento che la gamba perdeva sangue,si riprese dallo stupore, prese in
braccio Harry e cominciò a correre verso il portone d’ingresso,i saloni erano vuoti e poco illuminati.
Arrivato in prossimità dell’infermeria,Madama Chips era arrivata alla porta a vedere se una mandria
di buio inferocito stava salendo le scale,Hagrid oltre a correre sbuffava come un toro scatenato.
Il rumore doveva sembrare forte perché dietro l’angolo comparve anche un Auror che sembrava
spaventato,riconoscendo Hagrid il viso pallido riprese colore.
“Madama Chips é Harry celo hanno ferito!”.
Madama Chips cominciò a trafficare sui pantaloni di Harry dicendo :”Mettilo li sul letto,é una ferita
da morso di serpente,chi ti ha morso,e cosa facevi qui a Hogwarts, le lezioni non sono ancora
cominciate,che già ti sei fatto male Potter!”.
“Mi ha morso Nagini,un mio amico é stato morso così,il veleno non permette alla ferita di
rimarginarsi”.
“Ummhh vediamo,reagisce al succo di pericola,due impacchi al giorno,e in una settimana te la
caverai”. Madama Chips tamponava la ferita con con un liquido giallastro,che sembrava bile.
“Una settimana ma io devo andare”.
“Sei fortunato potrai cominciare la scuola in tempo,non preoccuparti”. Terminò l’infermiera,dopo
averlo fasciato.
La porta si aprì e Ron e Hermione entrarono,l’espressione sconvolta,guardando la gamba fasciata di
Harry come per fare una diagnosi sullo stato di salute di Harry.
“Guarirà,ma gli ci vuole una settimana”. Li rassicurò,madama Chips.
“Una settimana ripetè Hermione!”.
Il pensiero stava facendo lavorare la sua materia grigia,il pensiero di restare a Hogwarts,una
settimana,vicino ad Harry sembrava non dispiacergli,anzi il sorriso che timido le si
affaciò,increspandogli le labbra,era un segnale che ne era contenta.
“Penso che sia meglio che tu resti a letto,se madama Chips,ha detto che devi restare,beh,ti faremo
compagnia!”.
“Harry hai passato più tempo qui in infermeria che a studiare”. Ron cercava di tirare su il morale di
Harry,riuscì perfino a strappare un sorriso dal volto dell’amico afflitto da quella notizia.
Fu una strana settimana,la scuola era vuota,a parte le visite per Harry il giorno dopo una
delegazione della famiglia Weasley,andò a trovarlo. La prima a entrare nella stanza fù Ginny che si
precipitò,verso il letto abbracciandolo,sembrava che non le importasse cosa pensavano gli altri. La
signora Weasley,pianse tutto il tempo,accarezzandolo e sgridandolo per la sua leggerezza,il signor
Weasley,aveva in mano la Gazzetta del Profeta e lesse ad Harry uno stralcio: Il Ministero che da
mesi stava alle costole di tre noti Mangiamorte,ieri durante un Blitz un gruppo di Auro ,é
intervenuto per impedire un secondo attacco alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Risultato tre Mangiamorte e il serpente (notoriamente utilizzato da Colui-che-non-deve-esserenominato)
Nagini morto,il Ministero vigila..ecc.
“Sai Harry temevo una tua azione,le tue...,vostre assenze non facevano presagire nulla di
buono,sono contento per i risultati naturalmente,ma gradirei che prima di dichiarare guerra,almeno
mi informassi. Perlomeno per darti una scorta,pensa anche a Ron e Hermione,se non posso tenervi
fuori dai guai almeno posso darvi qualche consiglio!”.
Passarono due giorni,con la gamba che migliorava a vista d’occhio. Le visite regolari dei
Weasley,(Ginny aveva insistito che preferiva restare a scuola per far compagnia a Hermione,che
altrimenti sarebbe stata da sola nel dormitorio femminile).
Contribuirono a rimontare il morale di Harry.
Zoppicando prese a fare passeggiate nella scuola deserta,un miscuglio di sensazioni provava al
pensiero che quel luogo gli dava; La sua decisione di non tornare a scuola a finire l’ultimo
anno,esserci e vederla vuota,senza studenti ne rumori vari come se fosse un enorme fantasma.
I suoi pensieri furono interrrotti dall’ingresso in infermieria della Professoressa McGranitt.
“Madama Chips,mi ha informata che presto puoi uscire e quindi sei libero di andartene Harry”.
Ron seduto vicino a Harry sul suo letto,guardò la McGranitt,con un aria interrogativa,stava per dire
qualcosa: “Bene signori Potter e Weasley,se volete seguirmi,vorrei parlarvi in un luogo più
appartato”.
Girandosi si diresse verso le scale che portavano alla presidenza.
Zoppicando Harry con Ron che lo aiutava, la seguirono.
Si diressero verso l’ufficio del preside,ora della McGranitt.
Davanti alla porta lei pronunciò la parola che permetteva di accedera all’ufficio “Silente”, i
Gargoye subito si spostarono per farli salire.
La stanza era come quando l’aveva lasciata la notte della morte di Silente,solo che un quadro in più
sulla parete coi ritratti dei presidi che l’avevano diretta. Era appeso,quello di Albus Silente,che
sonnecchiava nella sua cornice,gli occhiali a forma di mezzaluna quasi sulla punta del naso.
“Harry ma é meglio parlare di quello che stà succedendo,capisci che sei un bersaglio per Tu-sai
chi,e la sua cozzaglia di Mangiamorte,non venire più a scuola quest’anno e beh,la missione che
Albus ti ha affidato,la decisione che anche i tuoi amici non tornino a scuola,francamente troverai
tutto un pò difficile da digerire”.
Harry dovette ammettere che la sua situazione era estremamente delicata,ma non poteva distrarsi
dal suo compito doveva ritornare a cercare gli Horcrux,e Voldemort e doveva farlo presto!..
Un pensiero gli venne alla mente. “Lei vuole dirmi che divremmo tornare a scuola quest’anno,non
é vero?”.
L’idea una volta espressa a voce alta suonava,era pazzesca e assurda. Ma la McGranitt sembrò
spiazzata,dopo qualche attimo di silenzio, continuò: “Albus credeva tanto in tè,e tutte le mattine
quando guardo fuori dalla finestra dell’ufficio vedo la tomba bianca,ho ricordi che in tanti anni di
scuola con lui si sono accumulati e mi hanno dato la possibilità di apprezzarlo per le cose grandi che
ha fatto”.
A Harry cominciavano a torcersi dei serpenti che gli annodavano lo stomaco pensando alla sua vita
nella scuola,lanciando un occhiata a Ron doveva pensarla allo stesso modo,visto l’espressione triste
che aveva,guardando per terra sotto la scrivania.
La McGranitt continuò a parlare; “Ti guardava come mai aveva guardato uno studente,eri una
speranza,e qualcosa di più. Ora non voglio sapere quello che non puoi dirmi anche se tutto quello
che é accaduto,dal tuo arrivo alla scuola,beh insomma si intuisce che non potevi essere normale.
Non hai fatto cose normali”.
Un borbottio dal ritratto di Silente confermava le parole della nuova preside.
“Devi restare qui,forse non sei al sicuro più che in ogni altro posto ma penso che lui lo volesse,io lo
desidero,francamente non hai completato la tua istruzione,e apprendere qualche cosa in più,non mi
sembra che ti danneggi. Elencò i vantaggi che avrebbe avuto a completare la sua istruzzione,mentre
lei parlava nella sua mente si faceva strada un idea,se Voldemort era tanto interessato a tornare a
scuola,era li dentro che si trovava la risposta,è a Hogwarts che loro avrebbero continuato la ricerca!.
“La signorina Granger,quando non é in infermeria é in bibblioteca,lo studio le manca,hai mai
pensato Harry,che una studentessa così dotata sia sprecato averla allontanata da scuola e da una
carriera sicuramente promettente,senza pensare che tu tornassi a scuola,la gente ripèrenderà fiducia
e manderà i figli di nuovo qui, Considera che Albus ha passato la maggior parte della sua vita a
insegnare,in questa scuola,pensi che non dobbiamo qualcosa anche a lui?”.
Harry capiva cosa le stava chiedendo le rispose: “Devo pensarci su,non é una decisione facile”.
“Naturalmente,fatti una buona dormita,poi domani mi darai una risposta,approposito,per quelli del
settimo anno c’é un orario ridotto,va dal lunedì,al venerdì,escluso il periodo degli esami”.
La Mcgranitt,si alzò,segno che la loro visita era terminata. Harry e Ron si alzarono,e si diressero
verso l’infermeria Passarono davanti il portone principale,deserto i saloni che di solito erano pieni
di ragazzi deserti,nessun rumore nei corridoi.
Harry sapeva il perché di quella visita,la preoccupazione che la scuola chiudesse,per la
McGranitt,era una sconfitta,anche per il lavoro di Silente,per dare un’istruzzione a tutti i maghi
avrebbe contribuito a mantenere viva la sua memoria.
Restò pensieroso finchè furono dentro l’infermeria,poi chiese a Ron: “Cosa ne pensi?”
“Beh,sai credo che se gli Horcrux sono qui dovremmo...dovremmo cercarli qui”.
Il ragionamento di Ron nella sua semplicità era quello che pensava Harry; “Dovremmo chiedere a
Hermione cosa ne pensa”. Rispose Harry pensieroso.
“Si penso anch’io che quando torna dalla bibblioteca,dovremmo sentire cosa ne pensa”.
Gli fece eco Ron.
Naturalmente Hermione era entusiasta di restare durante la settimana,e di cercare durante i
weekend. ”Poi non ho perso tempo con il permesso della McGranitt,ho cominciato le mie ricerche
ed ho scoperto notizie sulla coppa di Tassorrosso”. La sera cenavano al tavolo di Grifondoro,loro
quattro,sembravano sperduti,seduti lì,in mezzo ai tavoli vuoti delle altre case,con di fronte solo la
preside Hagrid Gazza,Madama Chips.
Gli altri professori li aspettevano domani,prima dell’arrivo degli studenti.
“Allora cominciamo con Tassorossso,la coppa é riportata negli annali della scuola”.
Disse Hermione,con aria di cospiratrice.
“Secondo voi dove Tu-sai-chi,possa averla nascosta?”. Ron con l’espressione corrugata del viso
nticipò ermione nella prossima domanda.
“Se io fossi Voldemort,l’avrei nascosta...,in maniera plateale!”. Harry sembrava riflettere a voce
alta,quando suppose una idea.
“Forse”. L’espressione di Hermione denunciavache lei aveva un’altra teoria, sullargomento.
“Comunque,é qui che la troveromo”. Concluse Ron.
“Si dobbiamo dire alla McGranitt,che restiamo,almeno per il momento”. Harry non era entusiasta
per la sua scelta.
“Daccordo!”. Risposero insieme Ron e Hermione,anche se quest’ultima sorrise mentre esprimeva
l’assenso.
La scuola si stava animando,l’espresso per Hogwarts era arrivato. Ma la consueta confusione di
molti studenti che si accalcavano per entrare nella scuola,risultava essere molto contenuta,rispetto al
passato. Sintomo che Voldemort,era riuscito,a scoraggiare molti genitori,a mandare a scuola i propri
figli.
Facce note,si stupirono che Harry Ron e Hermione non erano sul treno ma si trovavano già a
Hogwarts. Tra questi Neville Paciock,che restò imbambolato sulla porta di’ingresso,a fissarli
rischiando di venire travolto,dagli altri che spingevano per entrare.
Luna Lovegood,invece abbracciò,Ginny,e dall’occhiata che diede a Neville,dava l’impressione che
avesse avuto contatti con lui durante le feste estive. “Neville ha trovato tracce della Cannella
coraggiosa,quest’estate,vicino al fiume dove a trascorso le vacanze con la nonna”
I sospetti di Harry,si concretizzarono,con la sucessiva dichiarazione di Neville: “Si e la nonna é
stata contenta di conoscere Luna,dice che é molto simpatica,anche se stramba,e
intelligente”.Accortosi di quello che aveva detto,divenne subito rosso,esi ammutolì.
“Beh ho convinto mio padre ad andare a trovare Neville,su quel fiume,crescono anche gli Elefanti
nani dalla pelle rosa,sii di dice che si nutrano di Gill,che si trovano lungo i fiumi.
Hermione guardava Luna con un espressione di ironia,nessuna di quelle creature o pinte esisteva nel
mondo dei maghi,era una prerogativa sua e di suo padre inventare piante o animali.
“Se esistessero gli Elefanti nani”. Si lasciò sfuggire Hermione,anche se il suo tono era divertito,e
non d’accusa,conosceva bene,Luna e non era cattiva.
“Che esistono,ma il Ministero,per nasconderne l’esistenza lì ha sterminati,perché,davano fastidio ai
loro piani”.
Ron rideva di gusto,a quest’ultima affermazzione di Luna,Neville invece teneva la testa bassa,come
a voler essere lasciato fuori dalla disputa.
La sera la sala grande era discretamente affollata,di gente,Harry era cioso di sapere chi fosse
l’insegnante di Difesa contro le arti oscure. Nella confusione dei ultimi giorni,non si era
preoccupato di chiederlo.
La preside si alzò,in piedi,come era tradizzione fare Silente,e cominciò il discorso di inizio anno:
“Bene,sapete che dalla tragica scomparsa,delnostro preside Albus Silente,che sono sicura manca a
tutti,molte cose sono cambiate alla scuola”.
Il silenzio era totale,nessun studente si voleva perder una sola parola.
“Innalzi tutto,nulla dello spirito della scuola verrà cambiato,tutti siete ben venuti,sia aquelli che
sono al loro primo anno,che a quelli che continuano i loro studi”.
Nella pausa la McGranitt,si guardava attorno come a contarli, poi riprese: “Siamo più di qulli che
temevo,sarebbero ritornati a scuola Quest’anno,e ne sono compiaciuta,non dobbiamo lasciarci
intimorire,dalle minacce di Voldemort!”.
Al sentire pronunciare quel nome,tutti quanti si irrgidirono,e un mormorio di spavento,usci dalle
bocche degli studenti.
La McGranitt,aveva usato apposta il nome di Voldemort,per mostrare che lei non era
intimorita,neanche a nominarlo. Harry fece un applauso,subito guardato,da molti,impressiotati e
spaventati allo stesso momento.
“Grazie signor Potter,ora il nostro insegnante di difesa contro le ari oscure,che devo dire é stato
molto difficile,da trovare,questa sera non é qui,ma mi ha assicurato,che entro domani,sarà a
scuola,quindi per ora non ve lo presento”.
A quella frase,metà,della scuola cominciò a mormorare, Molti pensavano che nessuno,avesse
accettato l’incarico e che la McGranitt stesse solo prendendo tempo.
“Per quanto riguarda Pozzioni,il professor Lumacorno rimane a insegnare la materia,ed é stato
confermato,anche come direttore della casa di Serpeverde,un applauso,e il grosso pancione di
Lumacorno,sobbalzò,fasciato da una larga veste verde ricamata con motivi a forma di serpenti,con
fili d’argento.
“Invece per Griffondoro,il nuovo direttore é stato nominato,il professor Rubeus Hagrid”.
Dal tavolo di Grifondoro,una boato e un lungo applauso,segno che Hagrid era stato accolto con
entusiasmo per la sua nuova carica.
Lui urtando il tavolo col suo enorme stomaco,si alzò,per ringrazziare,spostando il tavolo di un buon
metro,prima che un preoccupato Vitius,cercasse di di rimetterlo al suo posto,con un colpo di
bacchetta magica.
“Ultima cosa che voglio dirvi é che potete immaginare che la sicurezza é stata molto
accresciuta,durante le vacanze estive,e quindi a nessuno é permessso di lasciare la scuola durante la
settimana,per le rigide misure impartite dal Ministero,ma per i fine settimana,é stato
organizzato,con l’ufficio Metropolvere,nei camini delle rispettive case un collegamento con le
abitazioni,dei singoli studenti,per farvi ritorno. Di conseguenza le lezioni terminano,venerdi sera”.
La sera le polemiche sulle nuove direttive non si erano ancora placate,quando Harry mise piede
nella sua vecchia stanza che sulla porta d’entrata quest’anno aveva scritto,studenti settimo anno.
La notte Harry era agitato,non riusciva a dormire,sognò,Nagini che lo azzannava alla gamba,e per
reazione la gamba gli bruciava,ma non solo anche la ciccatrice,aveva ripreso a bruciagli. Stati di
coscenza si alternavano a stati di sogno. Voldemort lo stava guardando poi si trasformava in
Codaliscia,che si trasformava in Silente.
Quei sogni Harry non pensava che fossero uguali a come le chiamava Silente “Le intrusioni nella
mente di Voldemort”.
In effetti a pensarci bene,non era lui il protagonista,in prima persona. Ma la parte con Silente,quella
in qualche modo lo era,se l’avesse continuato a sognare forse avrebbe avuto una risposta per il
momento.
Hermione osservò.seduti a tavola per la colazione,quella mattina stessa che se la ciccatrice gli
bruciava,una connessione con Tu-sai-chi doveva esserci,anche se lei non la vedeva.
Come al solito pensò Harry lei aveva ragione,convenirono che se si fosse ripresentao il sogno ne
avrebbero saputo di più.
Tutte le mattine Ron lo guardava e gli chiedeva se avesse sognato qualcosa di nuovo,ma Harry
seccato gli rispondeva che non era come accendere la tv e guardare un notiziario,ma la faccia
inespressiva di Ron gli diceva che provabilmente non aveva mai visto un notizioario,alla tv e quindi
non poteva sapere che cosa volesse dire.
Harry cambiò tattica e appena sveglio diceva niente anche oggi nessun sogno,così era più semplice.
Passò una settimana,senza che Silente gli avesse parlato. Ma durante un sogno dove tirava il
Boccino d’oro,seduto sulla sua Fireboard,a Neville,la voce di Silente gli fece un’osservazione:
“Hary non sprecare,il tuo tempo continua la ricrca che hai poco tempo!. Presto sarai di nuovo
attaccato!”.
Harry tentò di ripendersi il Boccino ma era dinuovo nel suo letto,e Neville ancora russava vicino a
lui.
Silente aveva ragione,doveva continuare a cercare gli ultimi Horcrux,Voldemort era una minaccia
che ogni giorno si faceva sempre più vicina e lui non poteva restare ad aspettare che un sogno lo
liberasse di lui.
Cap 8
La bacheca dei trofei,la coppa
La mattina si svegliò,più stanco di quando era andato a dormire. Ron, mentre si vestiva lo guardava
preoccupato,consigliandolo ad andare da madama Chips per farsi dare qualcosa,ma Harry sapeva
che non era di una pozione di cui aveva bisogno.
A lezione fù come fare qualcosa che non lo riguardava,trasfigurazione era ancora con la
McGranitt,che non accennò,al nuovo insegnante di difesa contro le arti oscure.
Il professore Ruff,la lezione successiva,si comportava,come se niente fosse cambiato,con la solita
voce monocorde,snocciolava date e avvenimenti. Harry pensava per passare il tempo a dove potesse
aver nascosta la coppa di Tassorosso,Voldemort. Certamente avrebbe scelto un luogo che potesse
dare in qualche modo risalto,alla sua grandezza. Ma sapere dove era non ne aveva la minima idea.
Hermione non voleva accennare,alla sua di idea,a tavola sia lui che Ron cercarono di estorcerle
qualche informazione,ma tutto quello che ottennero fù una sbrigativa risposta. “Quando l’avrò
verificata,ve ne parlerò”.
Ginny che aveva lezioni diverse da loro la vedevano solo la sera,e per non creare sospetti,in sala
comune,non accennavano mai alla ricerca davanti agli altri.
Harry era studiato,come se fosse un alieno,dai pochi studenti con cui condivideva le lezioni.
Pensava che se si fosse trasformato in un trofeo,sarebbe stato meglio,visto che stavano studiando la
trasfigurazione umana.
Il suo ragionamento aveva qualcosa che lo disturbava,c’era una connessione che gli
sfuggiva,trofeo,coppa. Ma certo ecco la cosa che nella logica,gli sembrava tanto assurdo,ma
funzionava,doveva aspettare,fino alla sera per mettere al corrente sia Hermione che
Ron,quest’ultimo aveva notato la sua espressione e piano piano gli bisbigliò all’orecchio. “E’
ancora quel sogno che hai fatto,che ti turba?”.
Harry non si teneva più,e in fretta gli espose il suo pensiero.
Ron sembrava impressionato,ma ammise che forse non c’erano connessioni,fra la coppa e i
trofei,visto che lui li aveva lucidati tutti l’ultimo anno come punizione.
Aspettarono per ulteriori riflessioni di trovarsi soli nella sala comune di Griffondoro,per parlarne
con Hermione.
“Si é possibile”. Rispose quando Harry le raccontò della teoria del trofeo coppa; “Ma andiamo sai
come si dà importanza Tu-sai-chi,i miei libri raccontano che la coppa,é fonte di grande potere,e lui
non se ne sarebbe privato facilmente”.
Concluse Hermione.
“Certo che non se ne sarebbe privato facilmete,ma per quanto ne sappiamo,se ha messo la sua
anima dentro la coppa,é come se l’avesse tenuta vicino,no!”. Sbottò Harry.
Ron seguiva quel discorso a bocca aperta,non sapendo che parte prendere,ma alla fine esclamò:
“Beh ma rimane che se la coppa é qui non lavrà messa mica nella sala delle onorificenze,no!”:
Harry guardò Hermione,che guardò Ron,che aprì la bocca.
“Andiamo a verificare,per quanto sia assurda l’idea,non ci costa niente,e avremo tentato anche
questa!”. Harry rispondendo corse a prendere il mantello dell’invisibilità.
Le scale fuori dal buco della casa del Griffondoro,era silenziose ma fatti pochi metri
fuori,incontrarono un Auror,messo a pattugliare i corridoi,la McGranitt li aveva avvertiti che ci
sarebbero stati,ma la mappa del Malandrino li indicava sulla sua mappa,come puntini.
Arrivati nella sala dei trofei,si divisero in tre zone per poter fare una ricerca accurata e sopratutto
rapida.
“Ron,ti ricordi dove era sistemata la targa a Tom Riddle,che hai lucidato?”. Chiese a voce bassa
Harry per non farsi sentire.
“Certo che me lo ricordo stava lì,la terza sulla destra,l’ho dovuta pulire più delle altre visto che ci
ho vomitato sopra”. Ron si spostò,verso una targa che era stata insiglita al giovane Voldemort,per
ricordo,quando fù aperta la camera dei segreti,la prima volta.
Hermione la prese dalla bacheca e la rigirò,fra le mani. La cornice era di legno che cominciava a
mostrare gli anni,visto che ne erano passati cinquanta,si ricordò Harry.
Ma di indicazioni,o indizzi nemmeno l’ombra.
Hermione prese la bacchetta e pronunciò,l’incantesimo:Speciali revelo”.
La cornice emise uno sbuffo di luce rossastra,e poi più nulla.
Hermione si mostrò delusa,e Ron le disse: “Avresti ottenuto di più,se gli avessi versato su del succo
di zucca”. L’ironia non scompose Hermione che alle sue battute,era abbituata,anche se dalla morte
di Silente,era la prima volta che ne sentiva una.
“Non porta a niente”. Harry parlando si guardò intorno,possibile che fosse un oggetto,magari
vicino,ma tutta la bacheca conteneva solo altri trofei,nessun indizio.
“Beh,torniamo di sopra prima che qualcuno ci scopra,o cominceremo l’anno con la prima
punizione”. Ron sembrava intenzionato a tornare di sopra al dormitorio.
Hermione invece osservava la targa,fece un altro gesto con la bacchetta dicendo: “Mostrami
cammino”.
La cornice prese a brillare e una scritta di fuoco comparì sotto la citazione; Ciò che ti necessita,é
dove ti necessita.
La frase sembrava essere messa li per prendersi gioco di chiunque avesse tentato di scoprire
qualcosa,forse uno scherzo di Voldemort!. Disse stizzito Ron,ma Hermione sembrava poco
propensa a pensare ad uno scherzo. “No non credo,per quanto ne sappiamo,aveva un senso
dell’umorismo come un Troll di montagna,piuttosto deve essere un messagio..,un istruzione per
qualche suo seguage,un Mangiamorte,che avesse fatto la scuola con lui”.
Hermione come al solito aveva centrato il punto.
“Bello ma non ci dice cosa,centrasse le necessità,con quello che ti necessita”. Ron sembrava
scettico,alla risposta fornita da Hermione,ma Harry pensò di intuire dove volesse arrivare. Se avesse
avuto necessità di far ritrovare un oggetto Voldemort avrebbe dato un indizio noto a chi doveva
penderla,e non fidandosi di nessuno,bisognava conoscere la vicenda a cui si riferiva,della loro vita a
scuola.
Un rumore interroruppe le sue congetture,”Andiamo ci pensiamo domani,a mente fresca,farci
scoprire qui non ci serve a risolvere il problema.
Detto ciò,Harry si nascose sotto il manto e rientrò con gli altri a dormire.
Anche quella notte Harry la passò agitato,questa volta i serpenti erano tre e tutti e tre
assomigliavano a Nagini e lo mordevano contemporaneamente alla gamba, Poi improvvisamente
vide Silente,che gli parlava: Naturalmente Harry nessuno può tornare dalla morte ma tu puoi
capirmi grazie al dono stai facendo bene,ma ricordati che presto sarai chiamato alla
guerra,ricorda non lasciare Hogwarts,é qui...!”.
Si svegliò Neville aveva fatto cadere il suo baule,scusandosi con un borbottio proprio quando
Silente stava per dirgli...,già qualcosa forse della coppa,ma già che era sveglio tanto valeva alzarsi.
Anche Ginny non aveva la minima idea di dove potesse essere stata messa la coppa,quando Harry la
mise al corrente della visita alla stanza dei trofei.
L’indizio aveva dato prima un euforismo al gruppo,ma sucessivamente erano caduti tutti in una
specie di torpore,Hermione studiava in bibblioteca ma per quanto si sforzasse non riusciva a trovare
un indizio.
Harry ricevette un gufo ,del quale restò molto stupito,visto che nessuno gli scriveva mai. La lettera
era di Reginald,che lo informava che aveva preferito restare in disparte quando Tweeky lo aveva
informato dell’accaduto nella grotta,comunque si congratulava con lui del risultato,proseguendo che
ora che Nagini era morta, le sue informazioni su Voldemort,lo davano per molto arrabbiato,di stare
attento,perché senzaltro avrebbe tentato di vendicarsi,Harry non dubitava che Voldemort tramava
qualcosa,dopo il fallimento di entrare a Hogwatrs. Chiudeva la lettera con una frase in qui Tweeky
lo informava che era sulle tracce di un rifugio di Voldemort,o dei suoi Mangiamorte,ma per il
momento non sapeva dirgli di più.
La buona notizia diede una carica di ottimismo nel gruppo,Hermione si concentrò ancora di più
nella sua ricerca in bibblioteca.
La sera andarono a trovare Hagrid nella sua ricostruita casa,non era come prima della morte di
Silente,c’era un’atmofera cambiata anche lì,Hagrid era più silenzioso del solito,benché gli avesse
messo d’avanti il solito secchio di tè,i suoi modi erano come se fosse lontano,era chiaro che la loro
presenza era gradita ma quell’aria di insicurrezza che aleggiava nell’aria pesava anche su Hagrid.
Thor, il cane di Hagrid aveva dato una leccata poco convinta a Harry; le sue feste non erano più
come quelle di una volta.
Forse perché anche lui era stato toccato da quella guerra,il pelo brucicchiato che aveva sul
dorso,ricordo di quando era scampato miracolosamente all’incendio della casa,lo aveva segnato.
“Harry stai attento ora ci sono anche il tuo direttore e non voglio che ti succeda nulla di
male,capisco che non possiamo evitarlo,ma come sono entrati con facilità,mai ci avevo creduto che
si potessero,beh insomma parlo di Silente,era un bravo uomo,e ce lo hanno portato via”.
Una grossa lacrima cadde sul lungo barbone. Harry tentò di incoraggiarlo,mentre Thor si univa al
concerto ululando,Hermione fece un cenno ad Harry e Ron,forse era meglio lasciarlo solo.
“Adesso rientriamo,prima che sia troppo tardi,non vorrei che il nostro direttore coi scoprisse fuori la
notte,potrebbe punirci”.
Con questa ultima battuta Harry riusci a strappare un sorriso al povero Hagrid.
“Se non ci foste voi e Grop,non so se sarebbe più interessante vivere!”.
“Povero Hagrid,avete visto,questa mattina l’ho visto mettere una nuova piantina di fiori vicino alla
tomba di Silente,lui e Grop la stanno trasformando in una serra”.
Hermione riferì la notizia,mentre rientravano a scuola. Harry ebbe un moto di ridere pensando a
Grop che con gentilezza cercava di interrare un Ciclamino,Ron doveva pensarla come lui perché
fece fatica a trattenersi di ridere,fortuna che Hermione non li guardava.
Harry aveva un’altro motivo per sentirsi su di morale,i Serpeverde non lo prendevano più in
giro,anzi cercavano di farsi più piccoli possibile e Tyger e Goyle,i compagni di Draco,da quando
quest’ultimo era fuggito dopo l’assassinio di Silente,cercavano di farsi più piccoli che potevano,ma
visto la loro stazza la cosa risultava ridicola. Restavano sempre da soli parlando poco,persino con i
Serpeverde.
Il loro direttore Lumacorno aveva smesso di organizzare i suoi festini,anche se teneva sempre
d’occhio chi ha suo giudizio,poteva diventare qualcuno.
Anche il tempo risentiva di quel generale senso di oppressione,era cupo e minacciava pioggia.
Le lezioni di Pozioni,erano per Harry diventate meno brillanti dell’anno passato,vuoi perché il
nuovo testo,non riportava quelle preziose annotazioni che la copia del principe
mezzosangue,(Piton),gli aveva fornito l’anno passato.
Era rimasta nella stanza delle necessità,e Harry si convinse che sarebbe passato di là una volta o
l’altra a riprenderlo cercando qualche incantesimo da usare in occasione di un eventuale incontro
con Piton.
Ginny lo lasciava generalmente da solo rispettando la sua decisione,anche se da come lo
osservava,la cosa doveva costarle caro,visto che non frequentava più,neanche i suoi vecchi amici
preferendo restare con Hermione a studiare.
La Gazzetta del Profeta continuava a snocciolare una sequela di notizie sempre più terribili,un
bambino di nove anni ha tentato di fare una fattura al padre mentre rincasava,si é scoperto in seguito
che il bambino era sotto la maledizione imperius,l’articolo riferiva che non era la prima volta che
fatti del genere succedessero,ma la cosa peoccupante era che stavano aumentando.
Ron commentò con sarcasmo la notizia letta da Ginny: “Metteranno uno spioscopio nelle culle per
essere sicuri di non essere attaccato dai neonati”.
Ginny e Hermione lo guardaro torve.
Per Harry le lezioni di Pozioni erano tornate scadenti i suoi risultati non brillavano e Lumacorno,lo
aveva detto in classe,Harry sentiva una punta di vergogna,tanto che pensava seriamente di
riprendersi il libro di Piton,convincendosi pensando che almeno sarebbe servito a qualcosa pure
Piton.
La domenica sera rientrando dalla Tana dove avevano passato un piacevole weekend giocando a
Quidditch,cosa che Hogwarts non era più possibile visto le misure restritive imposte dal Ministero,
Harry si ripropose di andare nella stanza delle necessità. Dopo pranzo,sarebbe salito in camera e
avrebbe preso il mantello dell’invisibilità,ma dopo cena quando stava per salire a prendere il
mantello,vide la professoressa Cooman che si aggirava da sola,con in mano l’immancabile bottiglia
di Sherry. Pensando che volesse riporla nella stanza delle necessità,si nascose dietro una statua per
non essere visto,precauzione inutile visto che la Cooman era così brilla che forse non lo avrebbe
neanche riconosciuto.
“Il raazzo con il segno presto incontrerà chi lo odia,presto...!”.
Harry pensava che lei era una falsa veggente ,ma qualche volta aveva azzeccato nel segno,e quelle
parole lo distolsero dal suo proposito,sembrava in un momento di vera veggenza anche se brilla.
Cominciò a seguire la Cooman.
Le frasi senza senso continuarono: “Colui che ha dato il segno aspetta notizie da colui che il
ragazzo odia....”.
Harry dallo sproloquio aveva intuito che colui che portava il segno si riferiva alla sua
ciccatrice,almeno così lò interpretò,ma chi era colui che odiava?. Non si riferiva certo a
Voldemort,se no non avrebbe detto,che aspettava notizie da un altro.
Lei continuava ma le frasi erano del tutto dei borbottii,Harry si fermò a pensare a quel poco che
aveva detto che avesse un senso.
Decise di rientrare nella sala comune per riferire agli altri,e sentire cosa ne pensassero,al libro ci
avrebbe pensato domani.
Detto agli altri dell’incontro con la Cooman,non riuscì a ottenere un gran interesse,Ron pensava che
la Cooman doveva essere rinchiusa al San Mungo,l’ospedale per malattie e ferite
magiche,Hermione meno pessimista gli rispose che la Cooman dava i numeri senza sherry
figuriamoci dopo una buona bevuta,l’unica che ascoltò Harry,fù Ginny,che pertanto non sapeva
cosa pensare di quelle frasi sconnesse,poi considerò la versione di Hermione come la più provabile.
Harry seccato dalla tiepida accoglienza se ne andò a letto a rimurginare da solo.
Il giorno dopo cercò di dimenticare le parole dette dalla professoressa Cooman,ma più si
concentrava sulla scuola e più si ritrovava a fissare il soffitto,o a guardare fuori dalla finestra il
tempo grigio e tendente alla pioggia.
Così decise che sarebbe andato nella torre nord,dove la Cooman aveva la sua classe e se era
fortunato di trovarla sobria avrebbe cercato di saperne di più,riguardo alla visione,sempre che se ne
ricordasse.
Senza mettere gli altri al corrente per evitare di essere oggetto,di occhiate che lo compativano,o di
frasi tipo:Te lo avevo detto che era solo una perdita di tempo.
Si diresse verso la torre di divinazione,l’orario era perfetto sapeva avendo guardato il calendario
delle lezioni che la professoressa non teneva lezioni,quell’ora.
Arrivato alla botola chiese:”Hemm,c’é nessuno”.
Una voce soffocata dai fumi che erano sempre abbondanti,in quella classe rispose; “Si chi é?”.
La Cooman usci dalle nuvole con i suoi occhiali a fanali ,che davano da quando Harry l’aveva
conosciuta l’impressione di essere sempe assente.
“Sono io, Harry, Harry Potter”.
“Harry mi domandavo dove eri quest’anno,la preside aveva detto che forse non saresti più tornato a
scuola,ma io le ho detto che la mia sfera ti ha visto tornare e cosi é stato”.
“Mi domandavo se lei ultimamente non....non ha visto qualcosa riguardo un segno ecco”.
Si sentiva ridicolo e adesso che era lì penso che era tutto sbagliato,essere venuti lì e aver chiesto
quelle cose,ma oramai...
“Allora non mi sbagliavo,hai senz’altro visto anche tu,se no non riusciresti a sapere,non é vero?”.
Harry era contento di essere andato là da solo,se gli altri lo avessero visto.
“Si ecco ho visto come dice lei,e volevo saperne di più!”.
“Cosa hai visto in particolare”. Gli occhi erano fissi su di lui,da così vicino era ancora più
somigliante a un grosso insetto.
“Ecco c’era un uomo che mi odiava”. Ripetè la frase come l’aveva sentita pronunciare dalla
Cooman,sperando che lei potesse completarla.
“Bene vedo che dopo tutto le mie lezioni non sono state del tutto inutili,come quel ronzino giù di
sotto insinua,sapevo che avevi il dono,non come il mio,ma..”.
Harry cominciava a spazzientirsi,così non arrivava da nessuna parte,senza contare che se per caso lo
avessero visto lì.
“La visione é confusa forse lei,che vede più chiaramente,potrebbe completarmelo”. Harry buttò li la
frase,come ultima risorsa.
“Ma certo,la mia visione riguarda un uomo celato da un cappuccio nero, le lunghe mani bianche che
stava sopra un giovane in attesa di colpirlo,il viso coperto dal cappuccio,nasconde un volto che
assomiglia ad un serpente.
Colpirà quando il giovane cercherà l’ultima parte di lui che é stato sparso in molti pezzi.Allora si
accorgerà di essere diviso,e ne avrà paura”.
Harry capiva la metà delle cose,che la Cooman gli diceva forse l’uomo col cappuccio si riferiva a
Voldemort,visto che assomigliava a un serpente.
I molti pezzi parlava degli Horcrux,ma comunque rimaneva una storia pazzesca perfino per la
Cooman.
“Non ho ancora interpretato la visione,ma a te dice niente?”.
Chiese la Cooman,a Harry che fece un’espressione ebete per non dare a capire che per lui un senso
lo aveva,e che era stato spinto lì per un intuito,comunque decise di non dire niente ne alla
Cooman,ne a Hermione.
Con la scusa di una lezione si congedò,e discese le scale,chiedendosi come poteva dire una cosa del
genere a Ron,poi pensandoci bene Ginny sarebbe stata quella che lo avrebbe capito,alla prima
occasione decise di parlargliene.
“Beh la Cooman ha predetto la profezia che ti ha in qualche modo nominato come il Prescelto no!”.
Ginny ascoltato della visita alla Cooman,non lo prese in giro,come Harry si era aspettato,anzi
continuava a seguire una logica che a Harry sembrava verosimile.
“Niente ci dice che anche questa volta la sua visione sia vera,e quindi che solo con la distruzione
dell’ultimo Horcrux,si accorgerà di essere in pericolo,mi sembra un’indicazione importante no?”.
Harry la pensava esattamente come lei; “Certo se fosse una premonizione vera ci darebbe un dato
importante che ancora lui non sà della distruzione che stò operando dei pezzi della sua anima,e che
sò degli Horcrux,la morte di Nagini,la considera come un caso in questa guerra che sia stata
uccisa!”.
Harry battè il pugno sulla sedia dove era seduto,il fuoco scoppiettava nel camino,e la sala comune
era quasi vuota,in parte per l’ora tarda,in parte perché erano tornati alla casa di Griffondoro,solo i
due terzi degli studenti,rispetto all’anno passato,e anche di giorno non circolavano molti studenti
Ginny con voce insicura gli disse: “Hai ....hai veramente fatto una maledizione senza perdono,non ti
arrabbiare,ma me lo ha detto Hermione,che glielo ha detto la Tonks”.
Harry assunse un’espressione dura nel volto, “Si,speravo che non si risapesse in giro, Hermione non
me ne ha mai parlato. Non perché ne sono pentito,ma perché meno lo sanno e meno Voldemort può
arrivare a saperlo,che sono capace di farlo,nemmeno io credevo di esserlo,Voldemort mi ha
preparato bene”.
“Non preoccuparti nessuno a parte noi lo ha saputo,ma come ti senti,voglio dire,solo i maghi potenti
possono evocare...L’Avada kedavra!. Non te ne abbiamo parlato perché pensavamo che ti saresti
arrabbiato o che sò,magari che avremmo avuto paura di tè,ma io penso che hai fatto bene,e che non
ti giudico male,volevo che lo sapessi!”.
“E’ solo un’altra brutta storia, la mia vita é piena di brutte storie,siamo in guerra e non l’ho voluta
io,ma per una volta non sono solo io a pagarle!”.
“Io non penso che la tua vita sia solo fatta di brutte storie,lo sai, ti ammiro!”. Non trattenendosi più
vuoi per confortarlo vuoi perché lo voleva,Ginny abbracciò forte Harry,lui non si sotrasse,ne aveva
bisogno,ma i suoi occhi rimasero due fessure,il non poter stare con Ginny,gli pesava ed era un’altra
cosa di cui Voldemort avrebbe dovuto rendere conto alla fine.
La mattina dopo prima dell’inizio delle lezioni durante la colazione la McGranitt,fece un annunciò a
tutta la scuola.
“Oggi sono lieta di annunciarvi che abbiamo un insegnante di Difesa contro le Arti oscure. Si tratta
di Alastor Moody,che ritorna da noi per ricoprire la carica che già una volta é stata sua durante
l’anno del Torneo tre Maghi!”: Un applauso di tutta la scuola molti ricordavano la sfortunata
vicenda di Malocchio Moody che era stato imprigionato nel suo stesso baule per tutto l’anno
scolastico fino alla fine del Torneo. A causa della pozione Polisucco Barty Crouch (Figlio del
direttore della sezione Giochi Magici del Ministero della Magia),aveva impersonato Malocchio
Moody per tendere una trappola a Harry. Lui sentiva ancora nel braccio il bruciore della ferita
inflitta dal pugnale di Codalisca per colpa di Barty,che aveva fatto in modo che lui cadesse nelle
mani di Voldemort,e potesse risorgere!.
Moody era guardingo quando alzò una mano in segno di saluto,l’occhio magico roteava su tutta la
sala per cercare qualche cosa che non andava,ma si capiva dall’espressione del viso che non era
molto contento di essere di nuovo a Hogwarts. Harry pensò che la McGranitt doveva essere
disperata per far tornare Malocchio ad insegnare a scuola,ma era comprensibile il suo sentimento
perché nessuno era durato più di un anno a questa cattedra e oggi con i Mangiamorte che
imperversavano dappertutto il posto doveva esere ancora meno invitante.
“Restero solo finchè la preside non avrà trovato un rimpiazzo!”.
Eslamò nervoso il professore,con un espressione di chi vorrebbe essere in un altro posto.
Le sue lezioni come Harry potè constatare il mercoledì mattina sucessivo,furono molto più discrete
rispeto a quelle del suo sosia.
A parte il nervoso costante del suo occhio magico che se lo fissavi per più di un minuto ti veniva da
vomitare,era sempre interrotto,quando parlava, da un minimo rumore che lo faceva sobbalzare e
discretamente metteva la mano in tasca dove teneva la sua bacchetta,fino a chè non capiva di che
tipo di rumore si trattasse. Temendo, dopo un pò, di essere sul punto di essere attacato a sua volta,
Seamus Finnigan oramai teneva la mano sulla sua bacchetta,durante tutta la lezione come
Malocchio,convinto che prima o poi l’attacco ci sarebbe stato,anche se sempre più spesso accusava
crampi alla mano,che anche a tavola si accarezzava di continuo.
Ron invece aveva preso l’abitudine di sedersi in fondo all’aula con le spalle al muro,sussurando a
Harry che in caso di attacco non sarebbero stati presi alle spalle,suscitando in Hermione
un’espressione di compatimento che per dimostrargli la sua stupidità si metteva sempre nei primi
posti davanti alla cattedra,che era il posto dove quando alzava la mano si poteva notare subito dalla
cattedra,aveva notato Ron piccato dai suoi commenti. “Tipico comportamento di chi si da arie di
quello che sà tutto” commentava acidamente Ron alle sue spalle.
Nervosismi, a parte le lezioni di Malocchio, erano una ripetizione di quello che Harry aveva
imparato ormai sul campo. Lezioni e poco a poco divennero sempre più noiose, la causa era da
imputare alla paura degli allievi di non mettersi troppo in luce nell’insegnamento per non attirarsi
vendette da parte dei Mangiamorte,fin troppo attivi con chi li ostacolava.
Harry rispondeva sempre a queste calunnie che “Se Moody era pauroso non sarebbe mai ritornato a
scuola a insegnare dopo quello che aveva subito,e sopratutto quello che era successo” mettendo a
tacere le voci dei più maligni.
Una mattina si mise a sedere davanti, insieme a Hermione, per dimostrare che non c’era bisogno di
aspettarsi un attacco solo perché Malocchio era nervoso.
Comunque, trovare nuovi incantesimi per difendersi stava diventando un’idea che gli ronzava nella
testa da un pò di tempo, era venuto il momento di studiarne dei nuovi.
 
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RaphaelArcanghelos
view post Posted on 26/8/2007, 22:29




Non male,decisamente,si sta facendo interessante.
Anche se ovviamente, la predizione era palese...Dove ti necessita, non è altro che la stanza delle necessità...
 
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spaik1981
view post Posted on 27/8/2007, 07:45




Continuo con altri capitoli ciao....

Cap 9

La Stanza delle necessità

Nel pomeriggio del giorno dopo, a seguito della disastrosa lezione di pozioni,Harry aveva
riconsiderato di cercare il libro di pozioni di Piton. Non poteva spiegare a Lumacorno che la sua
mente non aveva il minimo interesse per la scuola ma pensava a pieno ritmo a come ritrovare gli
ultimi Horcrux e a come apprendere nuovi metodi di difesa. Prima di cena sarebbe andato nella
stanza delle necessità a riprendersi il libro,giusto per darci un’occhiata se c’era qualcosa che lo
poteva aiutare e poi rientrare nella mente di Piton. Era come quando studiava i ricordi riguardanti
Voldemort,capire la sua mentalità segreta,quella che non aveva mai mostrato in pubblico gli
sarebbe servito in un provabile incontro per neutralizzarlo. Nel libro c’erano scritte numerose
annotazioni,che non riguardavano solo pozioni,infatti nonostante le lezioni si facessero più
impegnative,non riusciva a dimeticare Piton.
Un’idea balzò nella testa di Harry,pensando di entrare nella stanza delle necessità ripensò alla
scritta letta sulla targa di onorificenza che Voldemort aveva ricevuto dalla scuola, “Quello che ti
necessita,si trova dove ti necessita!”.
La stanza delle necessità,ecco il luogo delle necessità,corse come un pazzo,doveva incontrare gli
altri. Entro come un fulmine nella sala grande e li trovo che lo guardavano sconvolti alla sua entrata
precipitosa. Si calmò nel veder che era osservato non solo dai suoi amici ma da metà della casa di
Grifondoro,si impose di calmarsi e sfoderò un falso sorriso,in parte anche per tranquillizare i suoi
amici che erano decisamente spaventati.
Messi discretamente al corrente da Harry sulla sua idea,dovette sussurrare, perché molte orecchie
erano tese a sentire quello che aveva da dire.
Per poco Hermione non scattò in piedi dirigendosi subito verso la stanza,ma si trattenne,come Harry
non voleva dare a nessuno l’idea di cosa si fossero detti.
Convenirono che sarebbero andati subito dopo la cena,anche durante la quale non mangiarono
molto,escluso Ron,che alla notizia era diventato di buon umore. Harry invece non toccò
cibo,sgomitato da Hermione come incoraggiamento a non farsi notare,sezionò un cavolfiore senza
per altro assagiarlo
Con discrezzione sgattaiolarono su per le scale,chiedendosi a quel punto quale parola avrebbe
potuto aprire la porta giusta per accedere nella stanza che li serviva,infatti la stanza si trasformava
secondo le necessità di chi la stava cercando.
Ginny senza scomporsi dichiarò: “Ma é semplice,la stessa dove hai nascosto il libro di Piton”.
Tutti fecero il rituale passando tre volte davanti alla parete dove si nascondeva la stanza,ripetendo
“Mi serve una stanza dove nascondere qualcosa”.
Al terzo passaggio una porta si materializzò,e veloci i quattro vi entrarono cercando la Coppa di
Tassorosso,Harry per prima cosa prese il libro del Prncipe mezzosangue,lo mise sotto braccio,poi
come gli altri cominciò a aprire gli armadi e a guardare sulle bibblioteche,c’erano una miriade di
oggetti,persino una colonnina era nella stanza.piazzata in mezzo,ma di coppe non c’era traccia,verso
le undici decisero,di ritornare alla sala comune di Griffondoro,non volendo essere scoperti e dover
rispondere a delle domande imbarazzanti su dove fossero stati.
Una volta tornati,nessuno aveva idea di dove cercare La coppa,Ron dichiarò che provabilmente non
era semplicemente lì,o avevano sbagliato a fare la domanda per entrare dentro,Voldemort poteva
avere avuto un’altra idea der nascondere la sua preziosa anima.
Harry come al solito non era convinto,c’era qualcosa che non gli tornava riflettendo con
Hermione,convennero che certamente se la coppa era lì,Riddle l’aveva in qualche modo messa in
modo da essere un oggetto importante,nascosta ma in una posizione di rilievo.
Ginny e Ron andarono a dormire mentre Harry con Hermione continuarono a fare supposizioni,su
come loro al posto di Voldemort avrebbero nascosto la coppa,stanchi e senza risultato si arresero e
andarono a riposare.
Harry durante la settimana,non fece che pensare che la soluzione era li a portata di mano,ma più ci
pensava, meno ne capiva.
Ritornò con Ron due volte nella stanza delle necessità,ma non arrivarono a nesssun risultato,la
coppa non c’era,o almeno loro non riuscirono a trovarla.
Anche se Harry aveva preso la scuola come una scusa per cercare gli Horcrux,i compiti si facevano
sempre più difficili. Hermione era costretta ai doppi compiti,trasfigurazione era così difficile che
solo lei ,e a volte con difficoltà,riusciva a seguire,Ron e Harry facevano atto di presenza . Nelle
esercitazioni pratiche, Harry se la cavava discretamente ma Ron aveva dichiarato che se non fosse
per Harry se ne sarebbe già andato,la trasfigurazione umana,era diversa e veramente difficile,da
quella praticata fin ora.
Hermione mancando alla sua reputazione non riusciva a trasfigurarsi in un coniglio mentre Ron
sfiduciato,non provava nemmeno,riuscendo così a farsi dare una punizione dalla McGranitt. Harry
era riuscito a farsi crescere i peli folti e bianchi su tutto il corpo,e un pon pon vicino al fondo
schiena,a detta di Hermione molto grazioso,facedo ridere tutta la classe,ma era rimasto
sostanzialmente umano.
Hermione fu la seconda a ottenere un risultato,facendosi crescere due lunghe orecchie bianche,che
fecero ridere Harry,gli altri diffidavano di riuscire a trasformarsi per non suscitare lo scherno
generale.
Dean Thomas fece un commento su Neville: “Immagina Neville se mai fosse avesse continuato qui
oggi si sarebbe di sicuro trasformato in una rana,così avrebbe fatto compagnia a Oscar”. Harry non
condivideva la sua battuta,anche se Oscar la rana di Neville a qui era molto affezzionato,delle volte
cercava inutilmente di scappare per riacquiatare la libertà. Dean credeva che la battuta potesse
irritare Harry visto che l’anno prima gli aveva soffiato Ginny,e che sapeva che Neville era suo
amico. Ma Harry aveva altre cose per la testa,più importanti per farsi irritare da lui.
Le riunioni la sera erano sempre meno sulla coppa e sempre più sui compiti,tutti brontolavano che
non sarebbero riusciti a finire l’anno tanto che erano scoraggiati,c’erano alcuni che passavano il
loro tempo chiusi in bibblioteca,e si vedevano solo per pranzo o cena.
Neville anche lui si vedeva poco,Harry pensò che era dovuto ai compiti,ma un giorno passando per
il corridoio del terzo piano,lo intravide,era con Luna,nascosti dietro una statua,da come si mossero
veloci al rumore del suo passaggio Harry intui più che vedere che si stavano baciando. Infatti tutti e
due rossi in viso,salutarono Harry e gli chiesero se ci fosse stata qualche riunione dell’ES,peccato
che l’ultima era stata due anni prima,Harry imbarazzato mormorò qualcosa, disse che aveva fretta e
ritornò nella sala comune dove incontrò Ginny piegata sui libri e schiaritasi la gola,le chiese. “Sai
niente di Neville ,si vede con qualcuno?”.
Lei senza alzare la testa rispose. “Parli di Luna si lo sò,sono due settimane che stanno insieme”.
“Ha bene”. Fu tutto quello che Harry riuscì a dire,poi si scoprì nervo anche se non sapeva
perchè,usci per farsi una passeggiata e calmarsi,in fin dei conti tutti e due gli erano simpatici,e era
contento che stessero insieme almeno loro,non avevano problemi a vivere la loro vita come
volevano,invece lui che desiderava Ginny,non poteva neanche avvicinarsi a lei per paura che
Voldemort lo sapesse e potesse fargli del male,attraverso di lei. Era solo la paura che lo frenava,
vedere altri che si abbracciavano aveva risvegliato in lui un sentimento che credeva di aver
soffocato,dentro di lui.
La sera a tavola il cielo era come il suo umore nero e plumbeo,Ron gli chiese se aveva littigato con
qualcuno.Lui non rispose ma vide Ginny che piegava la testa,Hermione che non aveva bisogno
d’altro per capire diede una gomitata a Ron per zittirlo,mostrando con la testa Ginny,che si era
incupita almeno quanto Harry.
Hermione emerse il giorno dopo dalla bibblioteca dicendo ad Harry che un libro intitolato,Storia dei
quattro fondatori di Hogwarts raccontava che la coppa di Cosetta Tassorosso era famosa per i suoi
numerosi poteri,e fra gli altri ne aveva uno particolare,che la sua creatrice nota per aver dato il
motto alla sua casa, l’impegno,avesse dotato la coppa del potere di dare grande capacità di
realizzare una azione che si era intrapresa.
La frase che Ron aveva interpretata come una sorta di magia tipo la pozione Felix Felicis,venne
corretto da Hermione. “Non da fortuna ma concentrazione e volontà di perseguire uno scopo”.
“E’ per questo che Voldemort sembra sempre così risoluto”, disse Ginny.
“No, é diverso, quella é malvagità”, intervenne Harry del suo umore cupo.
“Bene così quando la troveremo,se la troveremo,toglieremo a Voldemort la sua volontà di
uccidere”.
Nessuno replicò,solo Ginny si alzò dalla poltrona in cui era comodamente sprofondata,si avvicinò a
Harry e disse “Posso parlarti da sola?”:
Harry non vedeva il perché ma la segui di malavoglia,uscirono nel corridoio,fino al primo passaggio
segreto,dove spinse Harry e gli si mise davanti dicendo:”Non possiamo continuare così,é chiaro che
non riesci a stare senza di me!,lo vedo da come sei nervoso”.
Prima che lui potesse rispondere,Ginny col volto risoluto continuò; “Anchio pensi che non senta
quello che provi tu,Voldemort non può farci del male se non glielo consentiamo noi.!”.
Ginny fece una pausa. “Cosa intendi per consentire noi?”.
La domanda usci da Harry come se dipendesse la sua vita da quella risposta.
“Intendo dire che non c’é bisogno che noi lo diciamo a tutta la scuola che stiamo insieme,il
problema se mai é di essere molto discreti,ecco tutto”.
Harry per la prima volta da giorni sentì come un peso che si scioglieva nel suo petto.
“E’ difficile che riusciamo a nascondere a tutti che stiamo insieme,che succederà se qualcuno come
ho fatto io passando nel corridoio ci vedesse,anche Neville e Luna li ho scoperti così per caso!”.
“Tu mi hai insegnato che un rischio vale la pena correrlo se ci tieni a realizzare quello che vuoi,.e
adesso mi vieni a dire che é difficile,quante cose difficli hai fatto nella tua vita?”.
Harry non ricordava cose facili,ne rapporti che non avesse pagato con il dolore.
“No almeno per il momento,no”. Detto ciò si allontanò
Ginny non fece niente per fermarlo pensando che tanto lo avrebbe dovuto accettare o prima o poi.
Harry riprese a leggere il libro di pozioni di Piton,cercando nuovi incantesimi,ne provò uno su un
incantesimo di disarmo che trovava ingegnoso,consisteva nel fare la prima mossa
all’avversario,però precedentemente bisognava operare una parte non verbale,pensando Retifico.
L’avversario lanciando l’incantesimo,subiva lui l’effetto. Decise di provarlo su di Tiger.
Il probblema era se mai di obbligare Tiger a lanciargli una fattura,escogitò un piano che prevedeva
di fare finta di parlare male di Draco,obbligando Tiger a prendere le parti dell’amico assente
scagliandogli addosso una fattura e poi di vedere l’effetto che faceva,ne parlò con Ron il quale fù
felicissimo di partecipare. L’idea di prendersi gioco di Tiger e dei Serpeverde era
spassosissima,Harry dovette precisare che era solo per provare un incantesimo e non per cercare un
pretesto per creare confusione.
Aspettò Tiger e Goyle che passavano nel corridoio che portava nei sotterranei,e fingendo di non
averli visti,cominciò a parlare con Ron dando del vigliacco a Draco,con la bacchetta nascosta
pronunciò la formula.
Ma ne Tiger ne Goyle diedero il minimo segno di aver ascolato la finta conversazione fra Harry e
Ron,una volta che i due Serpeverde furono scomparsi nel sotterraneo,Ron che dava l’impressione di
aver saltato il Natale ed esseresi risvegliato il giorno dopo,mormorò, “Non credo che ci abbiano
sentiti,magari hanno il cervello così ottuso che lo capiranno solo fra qualche ora”.
“O magari hanno capito benissimo e cercano solo di non farsi notare,il peso della loro amicizia con
Draco Malfoy gli fà paura!”.
Decisero di raccontare l’accaduto a Hermione quando la videro sommersa dietro una montagna di
libri in bibblioteca,se lo aspettavano; la smorfia di disapprovazione seguita da:”Non avete meglio da
fare,ci sono due temi da consegnare,e voi non avete ancora cominciato!. Era certo che si sarebbero
comportati così cosa credete,senza Malfoy sono persi”.
Harry chinò il capo,lei aveva perfettamente ragione.
Ron dal canto suo aveva un’espressione di chi non vuole accettare un simile verdetto e replicò: “Ti
ricordi quanti insulti Harry si é dovuto subire tutti questi anni?,pensi che dargli un pò della loro
moneta gli faccia male!”.
“Si penso che sia meglio snobbarli,sono così patetici,che non meritano attenzione”.
Harry usci dalla sala e Ron ed Hermione non lo videro fino alla cena serale.
Ron si avvicinò con fare da cospiratore e gli chiese dove sei stato?”.
“Ho camminato lungo il lago,mi ha calmato”:
“Ti ha calmato!. Ma non pensi che sia stato imprudente,e se qualche amico di Tu-sai-chi ti avesse
visto!”.
“Credo che se ne sarebbe pentito”.
Harry rispose con aria stizzita all’osservazione di Ron,il quale decise che era meglio lasciarlo
sfogare,in fin dei conti era capace di badare a se stesso.
Nella sala comune la sera Ginny entrò sorridentee sedendosi su una comoda poltrona guardò Harry
negli occhi dicendo: “Ho una buona notizia per te,per noi tutti,la McGranitt,ci ha dati il permesso di
fare un pò di ginnastica e con la supervisione di madama Bumb,potremmo fare un’ora di Quidditch.
Il morale del gruppo si risollevò,Harry non volava da due settimane,e l’ultima volta che aveva
volato era stato alla Tana,ma lì su un vero campo da Quidditch,era tutta un altra cosa.
La neve aveva fatto la sua comparsa,e le giornate ormai passavano dietro le finestre della
scuola,Harry non usciva se non per trovare Hagrid,il quale era sempre indaffarato con Grop,il quale
a dare retta a Hagrid,oramai poteva servire il tè senza versare una goccia sul piattino,Ron aveva
suggerito che per forza non versava una goccia,il piattino nelle sue mani sarebbe stato
semplicemente polverizzato.
Hagrid li invitò a veder la nuova casa di Grop,e tutti ebbero uno sguardo smarrito,e spaventato.
Il pomeriggio si diressero dietro a Hagrid,verso la foresta alle spalle della capanna di Hagrid,per un
buon quarto d’ora,camminarono con la neve alle caviglie,fino a raggiungere uno spiazzo,che
sembrava realizzato più strappando gli alberi che abbattendoli. Tutti rabbrividirono,ma non dal
freddo.
“Cosa vi ciò detto!,non é una meraviglia,se la é preparata da solo!.
Una capanna che nell’idea doveva assomigliare a quella di Hagrid,ma nella pratica era un pò più
grezza. Le pietre che formavano la base erano piuttosto squadrate e massicce,e il legno che formava
le pareti laterali tagliate con laccetta,il tetto sembrava più una catasta di legna ammonticchiata a
cono che un vero tetto.
Hermione sorrise;”Beh se é opera di Grop ha fatto passi da gigante”.
Ron sorrise alla battuta i passi da gigante di Grop erano nel vero senso della parola,Giganti!.
“Venite venite!,entriamo. Grop ci sei!”.
Schiudendo luscio della casa tre tronchi inchiodati fra loro da una assse traverso Hagrid entrò nella
casa di Grop,il quale era seduto su una sedia di rocciosa e salutava tutti con la sua manona ,era
vestito con molte pellicce,cucite insieme,con dello spago,doveva aver seminato il panico nella
foresta per abbigliarsi,penso Harry.
“Bevenuti,mia casa”.
Aveva parlato,Ron fece un balzo indietro,non se lo aspettava un camino formato da un cumolo di
pietre con un buco sopra per far passare il fumo era scoppiettante,e dava un idea di casa.
Tre alberi erano allungati per terra a mò di panche e visto che non c’erano sedie o simili si
sedettero a malinquore lì.
“Che ve ne pare non é spendida!”.
Hagrid era come un bambino portato in un negozio di giocattoli,aveva gli occhi che gli brillavano.
“Ha fatto tutto lui,dopo che ci abbiamo ragionato su ,che non ci si stava in due neòlla mia capanna
lui tutto da solo si é organizzato,e l’ha copiata passo a passo,bravo no!”.
Quando uscirono da li tutti tirarono un sospiro di sollievo,anche se Hermione dovette ammettere
che per gli standard di Grop quella era civiltà evoluta.
Quella settimana Harry ebbe un’altro incontro di vecchia data che non vedeva da un bel pò di
tempo,La sera che si trovava tutto solo nella sala comune,davanti al camino intento a fare un
compito particolarmente difficile per Vitius,sentì il ritratto della signora grassa che cigolava segno
che qualcuno era entrato,un urlo fece sobbalzare Harry nel momento che si girava per guardare chi
fosse,due braccine piccole lo strinsero quando fu in piedi. Dobby l’elfo domestico,lo statva
bagnando di lacrime di gioia. “Harry Potter signore che bello Dobby pensava che avrebbe rivisto
Harry Potter signore di nuovo a Hogwarts,che bello”.
Harry soprafatto da qull’irruenta dimostrazione d’affetto. Ebbe solo la forza di dire. “Ciao
Dobby,anch’io sono contento di rivederti!”.
“Dobby ha saputo molto pianto quest’estate per la morte di Professore preside Silente,pensa che
Harry ancora più in pericolo,ma Harry Potter signore é molto più forte di Signore oscuro,e quando
sarà momento Harry Potter signore vincerà sul male,anche gli altri elfi domestici dicono che Harry
,vincerà,anche se lo sussurrano perché hanno paura signore!”.
Gli occhi di Harry provavano quello che le parole non potevano esprimere,gratitudine.
Tornando nel dormitorio Harry si ripropose di trovare una soluzione presto,pre scoprire gli ultimi
Horcrux,così ci sarebbe stato l’inevitabile,lo scontro finale con Voldemort,che sentiva sempre più
vicino e inevitabile!.
Parlando con Hermione il giorno dopo a pranzo e toccando ancora l’argomento coppa,vide
l’espressione stanca di lei,come di una che aveva già affrontato l’argomento troppe volte e non
aveva trovato una soluzione,alla fine sbottò: “Mica avrà nascosto la coppa su di un piedistallo,con
la scritta,Coppa nascosta di Tu-sai-chi!. Scritta sull’etichetta,noo!”.
La risposta spazzientita di Hermione fece scattare Harry in piedi; “Ripeti quello che hai detto!”,.
“Intendevo dire che non celo viene certo a dire dove l’ha nascosta”.
“No prima hai detto una frase diversa”.
Hermione lo guardava senza capire,e non rispose.
“Hai detto che non l’avrebbe messa sopra un piedistallo. Che stupido a non averci pensato prima da
solo,ricordi la collonina al centro della stanza delle necessità,quella che all’apparenza é senza niente
sopra?”.
“Si me la ricordo intendi dire che la coppa può essere stata messa la sopra e resa invisibile da un
incantesimo!”.
“Certo che lo penso,resta solo da andare a veder subito”. Rispose Harry concitato,tirando Hermione
per il braccio.
“No aspetta,abbiamo lezione fra mezz’ora,non lo ricordi”.
“Ma che lezione,senti se non vuoi venire ci vado da solo”.
“Aspetta che vengano anche gli altri,forse é protetta da incantesi difensivi,e più siamo e
più,possiamo proteggerci nel caso che succeda qualcosa”. Esclamò Hermione spaventata.
Harry si precipitò fuori senza neanche risponderle; Doveva arriavre nella stanza e distruggere
l’Horcrux,non gli importava di niente altro al momento.
Fece le scale in un baleno e recitando la formula che lo avrebbe fatto entrare nella porta
invisibile,per tre volte si scagliò dentro al varco trovò subito la colonnina che era ben disposta nella
stanza al centro ma messa come se fosse stato casuale il suo posizionamento,Harry era sicuro che
Voldemort intendeva così dare importanza alla sua realizzazione senza attirare troppo l’attenzione
su quella colonnina che conteneva qualcosa di prezioso per lui.
Un respiro affannoso dietro alla sue spalle e Hermione si fermo ansante al suo fianco destro,il volto
era preoccupato ma al tempo stesso incuriosito,a verificare se tutto il baccano che Harry aveva
fatto,potesse essere in qualche modo giustificato.
“Avrà fatto una fattura d’invisibilità”. Disse Hermione ancora col fiato affannato.
“No non penso conoscendolo,penso che se ha fatto come l’altra volta, ha escogitato una barriera
diversa per proteggerlo”.
Harry dal tono sicuro della voce,armeggiava con la sua tasca destra e ne fece uscire un coltellino.
Hermione preoccupata esclamò. “Non vorrai scalfire la pietra con quello,cosa credi che lo abbia
nascosto dentro!”.
“No”. Fu la semplice risposta di Harry e prima che Hermione capisse e tentasse di fermarlo,si ferì
alla mano sinistra e lasciò colare un pò di sangue,sul pianale della colonnina sperando che la
barriera magica che sicuramente proteggeva la coppa la mostrasse.
Un breve grido di Hermione subito smorzato dallo stupore.
La colonnina prese a vibrare,e con un sbuffo di luce e fumo comparve la coppa di Tassorosso.
“Come..come hai fatto a saperlo!”.
Balbettò Hermione.
“Ho tirato ad indovinare,ho pensato che se avesse fatto come ha protetto l’altro Horcrux,avrebbe
chiesto un contributo di sangue”.
Poi prosegui per chiarire il concetto: “Lui é fatto così!”.
La frase non chiarì a Hermione il contesto,ma era troppo occupata a capire cosa fare ora che non
chiese nulla.
“A questo punto cosa dici di fare,voglio dire possiamo toccarla o cosa”.
Hermione sembrava indecisa se era ancora pericolosa o era stata appagata dal sangue ed era
neutralizzata.
Harry con mano tremante,allungo il braccio e prese la coppa,non aveva ancora terminato il gesto
che la coppa gli si incollò alla mano.
Con un gesto tentò di scrollarla dalla mano ma la coppa non si scaccava sembrava incollata.
Hermione aveva estratto la bacchetta e urlò vari incantesimi senza riuscire a separare la mano di
Harry dalla coppa.
Harry senza sapere assolutamente cosa fare,prese con la mano restata libera il coltellino.
“No Harry non staccarti le dita”. Urlò Hermione.
Harry con decisione si ferì ancora una volta la mano e lasciò colare il sangue sulla coppa che
all’improvviso si staccò dalla mano. Voldemort aveva avuto il suo tributo di sangue.
“Avevo paura che ti saresti staccato le dita”, si giustificò,Hermione ancora tremante.
La coppa giaceva rovesciata sul pianale della colonnina con dentro scintillante il sangue di
Harry,immobile!.
“Dobbiamo estrarre l’Horcrux”. Harry era deciso a voler finire subito di distruggere subito il
frammento dell’anima di Voldemort,ma sembrava incerto su come fare.
“Discindo!”. Gridò con la bacchetta sfoderata Harry,un lamento usci dalla coppa,e una figura
fumosa ne scaturì,ondeggiando come un serpente,si vibrava nell’aria la forma di Voldemort che con
arria arrabiata apriva le braccia come a voler germire Harry,che sibillò: “Avada Kedavra!”.
Un esplosione e poi torno la tranqullità.
Harry col volto sconvolto,abbracciava Hermione che lo stringeva forte.
Uscirono dalla stanza delle necessità,abbracciati,dalla mano destra di Harry pendeva la coppa ormai
inerte,oltre al suo sangue,che aveva tentato di fermarlo con un fazzoletto.
Lasciata Hermione davanti al ritratto della signora grassa,Harry come uno zombi si diresse verso
l’ufficio della Preside,incontrando sul cammino,il professor Vitius,che notoriamente era il direttore
di Tassorosso,che lo guardava alternativamente la mano sanguinante e la coppa che una volta
riconosciuta per quella di Tassorosso,la prese con reverenza: “Come hai fatto a trovarla,e che cosa ti
sei fatto alla mano?”. Estraendo la bacchetta pronunciò;”Emorragia impedimenta!”. La mano smise
di sanguinare.
Entrati nell’ufficio della preside,Vitius fece sedere Harry su di una poltrona e alla McGranitt,che
stava scrivendo al momento che furono entrati,spiegò tutto di un fiato l’incontro con Harry nel
corridoio.
La McGranitt si fece bianca in viso e guardando Harry come se fosse indecisa se gridare o
consolarlo,con voce tremante chiese a Harry di dirgli cosa era successo.
“la coppa ero andato nella stanza delle necessità per recuperare un libro che avevo lasciato l’anno
scorso quando una colonnina a cominciato a emettere luce,poi una maledizione mi ha attaccato,mi
sono difeso,sono riuscito a neutralizzare la coppa,che doveva essere stata maledetta,da Voldemort.
La McGranitt lo fissava senza sapere se credergli o no.
La storiella l’avevano rimediata mentre accompagnava Hermione al dormitorio,daltronde era
importante che la coppa fosse custodita dalla preside.
“Dici che ti ha attaccato,possibile che tu finisca sempre per essere al centro di situazioni pericolose
signor Potter!”.
Harry era arrabbiato ed esplose: “Forse perché Voldemort vuole vedermi morto,cosa ne pensa!”.
Sbilanciata dalla reazione di Harry la McGranitt fece una smorfia: “Sono consapevole di questo
signor Potter cosa pensi che abbia insistito per farti tornare a scuola,é stato per proteggerti come
avrebbe fatto Silente,se fosse stato ancora vivo!”.
“Ma é morto,come vorrebbe che anche io lo fossi!”.
Reagì Harry irritato.
La McGranitt non si scompose, “Allora gli attacchi alla scuola non solo avevano lo scopo di
scoraggiare gli studenti a tornare a scuola,ma anche di recuperare la coppa,visto che ha un potere
eccezionale,poteva essere usata per qualche scopo oscuro”.
Harry non corresse la versione della preside,dopo tutto gli conveniva quella versione gli evitava di
rispondere a delle domande imbarazzanti,alle quali non voleva dare una spiegazione.
“Vai in infermeria,se no continui a sporcarmi il tappeto col tuo sangue,ma non finisce qui Harry
devo fare un inchiesta, questo lo capisci vero?”.
“Si”,rispose alzandosi con solievo,e per il momento l’aveva scampata e sopratutto aveva distrutto
un altro pezzo della vita di Voldemort!.
Tornato nella sala comune di Grifondoro dopo essere stato medicato da madama Chips,che aveva
assicurato a Harry che se continuava così,avrebbe battuto ogni record di permanenza in
infermieria,a parte Neville che contava su gli incidenti più disparati,e che batterlo sarebbe stato
difficile.
Ne Ron Ginny gli fecero domande,una volta rientrato nella sala comune di Griffondoro,stanco si era
accomodato nella sua poltrona preferita,non diedero segno di particolare eccitazione,non potevano
dimostrare che sapevano dell’accaduto,(Cosa che Hermione certamente aveva accennato).
Hermione era seduta con un braccio di Ron sulla spalla che la consolava,tremava ancora. Ginny era
fintamente immersa nella lettura di un libro ma gli occhi lo stavano accarezzando,come se lo stesse
stringendo fra le sue braccia,per confortarlo,questo atteggiamento ricordò a Harry l’abbraccio della
signora Weasley.
Ron da lontano gli fece un gran sorriso di vittoria,era fiero di Harry,si leggeva nei suoi occhi.
Ginny con indifferenza si alzò dalla sua poltrona e si sedette vicino ad Harry come per mostrargli il
libro e discretamente mise la sua manina a stringere quella sana di Harry e non lo lasciò,con uno
sguardo di sfida negli occhi,Harry capì che lei non si sarebbe allontanata,e lui non aveva intenzione
di chiederglielo!.
La mattina dopo tutta la scuola sapeva che un antico cimelio dei fondatore di Hogwarts era stato
ritrovato,le voci era dalle più disparate,chi diceva che un indumento chi asseriva senza dubbio che
si trattava di un vecchio paio di scarpe appartenuto Griffodoro i più macabri sapevano per certo che
era stato un osso della gamba di Cosetta Tassorosso,Neville aveva saputo invece da un ragazzo di
Corvonero del secondo anno che aveva visto di persona,Gazza portare via di buon mattino una teca
contenente il pettine di Salazar,Ron confermò la voce,e aggiunse che c’erano ancora tracce di
forfora,sul pettine!.
Harry rimase il giorno successivo molto solo,evitava tutti quando pensava ancora all’accaduto,il
sangue gli ribolliva nelle vene.
Si era spinto molto in là,solo un Horcrux mancava e non aveva la minima idea di dove potesse
essere. Hermione non aveva trovato nessun indizio,Ginny preferiva restare in disparte dalla
discussione,pensava che per il momento Harry aveva già avuto abbastanza emozioni,Ron era sicuro
che al momento buono Harry avrebbe trovato la soluzione facilmente visto che il più era stato fatto.
Ma Harry non condivideva quell’ottimismo,apprezzava l’aiuto di Ron di non far pesare le cose,ma
anche con uno solo degli Horcrux,Voldemort era ancora invincibile,e chissà che la Cooman nella
sua ultima visione,dove aveva predetto che l’ultimo Horcrux avrebbe portato Voldemort a rendersi
conto che stava correndo un pericolo mortale,la sua vendetta sarebbe stata terribile.
Cap 10
Dobby e la scomparsa di Kreacher!
La McGranitt come promesso fece un’inchiesta per cui un membro anziano del Ministero della
Magia,venne a Hogwarts,per sapere come fossero andate le cose,dal ritrovamento dalla coppa ai
tentativi dei Mangiamorte di entrare a Hogwarts.
La Preside aveva preparato una relazione in cui si diceva che Harry fortunatamente si trovava nelle
vicinanze della grotta e aveva dato l’allarme,dopo altre tre pagine di rapporto si dichiarava che
Harry per caso aveva acceduto alla stanza delle necessità,cercando un posto per studiare e vi aveva
trovato la coppa di Tassorosso,sempre casualmente.
La relazione che trovò tutti soddisfatti,costò a Harry due ore in presidenza con la McGranitt che gli
dettava quello che doveva scrivere,sottolineando tutte le coincidenze,per fagli capire il guaio che
aveva combinato; “Oltre a essere preside di questa scuola,appartengo anche all’Ordine della Fenice
come ben sai,ho discusso ieri con Arthur dei pericoli che avresti corso,in caso di una versione,emhh
più aderente alla realtà,così oggi mi aiuterai. Siccome sono abbituata a non scrivere delle menzogne
le scriverai tu!”.
Harry provò un forte imbarazzo,avrebbe desiderato essere in bibblioteca a fare un compito sulla
storia della magia piuttosto di essere la con la McGranitt,che lo guardava torva e dettava tutte quelle
stupidate.
Al termine del racconto riportato nei suoi fatti sostanziali,come li definì la preside,una domanda a
bruciapelo spiazzò Harry: “Almeno ti é servito a fare qualcosa di utile per la nostra causa?”.
Uno sguardo e senza attendere risposta continua: “Penso di sì anche se non capisco cosa,la sola
prova che abbiamo é che i Mangiamorte sono più feroci,in questo periodo,segno che Voldemort é
seriamente arrabbiato,devi avergli fatto qualcosa di grosso,per farlo reagire così!”.
Il cambiamento del tono aveva agitato Harry peggio che se lo avesse messo in punizione fino alla
fine della scuola.
“Almeno stai attento,sai che non possiamo proteggerti più di tanto,io fuori di quà non ho alcuna
possibilità di aiutarti!”. Il tono ora era preoccupato quasi gentile.
“Stò continuando a fare quello che Silente mi ha ordinato di fare,ma come le ho già detto non posso
dire di più,mi dispiace!”.
“Immagino di si torna dai tuoi amici senz’altro loro una mano te la possono dare,tienteli vicini!”.
Abbassando la testa su di una lettera come segno di congedo,la McGranitt riprese il suo lavoro di
preside.
Aggiustandosi gli occhiali tondi tornò alla sua casa a testa bassa come se fosse stato sgridato,non
capendo l’atteggiameto della preside,da una parte lo stava aiutando,dall’altra lo trattava come un
irresposabile.
Combattere contro Voldemort,non era facile,ne senza pericoli,comunque lei aveva capito che stava
facendo qualcosa di importante,e forse per questo che non lo opprimeva più di tanto,il pensiero lo
incoraggiò,visto quello che lo attendeva.
La notta sognò la Cooman che gli urlava contro che sarebbe morto a causa di aver lasciato
Divinazione,poi improvvisamente si trovò sulla sua scopa che giocava a Quidditch e si lanciava con
Ron la Pluffa che era Tweeky,per ultimo rivide Silente che lo toccava e diventava
luminoso,dorato,si divise in due e la parte dorata di sè lo guardava muta come se aspettasse da lui
che dicesse qualcosa ma lui non sapeva cosa potesse dire. Al risveglio si sentiva come energizzato,e
anche in qualche modo fiducioso. Decise che per lo standard dei suoi sogni ,popolati da serpenti o
Dissennatori o Mangiamorte, questo era decisamente positivo.
Ron sentito del sogno lo guardò con espressione vuota,esprimendo quello che Harry pensava già
che forse non volesse dire niente,partirono per colazione quella mattina fredda avevano lezione di
erbologia,e dovevano recuperare energie per lavorare nella serra numero 5,le piante contenute erano
fra le più pericolose che il modo magico conoscesse, dovevano essere ben svegli per affrontarle.
La sera la riunione con il gruppo al completo,che oramai tenevano quasi ogni sera.Fu disturbato da
una presenza estranea.
Normalmente facevano molta attenzione di non farsi sentire,e sceglievano ora in cui la sala di
Grifondoro era vuota,oppure si sistemavano in un angolo,con libri aperti sulle ginocchia come un
gruppo di studio e parlavano sul da farsi.
Quella sera Neville tardava ad andare a letto,era da solo in un angolo,e di tanto in tanto lanciava
occhiate verso il gruppo come a cercare il coraggio,di unirsi a loro.
Cercarono di abbassare la voce per non farsi sentire quando Ron fece notare la presenza solitaria
nella poltrona.
Dopo un quarto d’ora Neville si avvicinò schiarendosi la gola per far notare la sua presenza:
“Sapete io...,io volevo dirvi che insomma io e Luna...,siccome ci incontriamo,vi vedo spesso che
parlate e avendolo notato anche lei beh!”.
Il discorso di cui nessuno aveva capito niente,da come Neville era imbarazzato nel
pronunciarlo,sembrava una richiesta più che un discorso in sè,decisero di stare in silenzio,per
aiutarlo a farsi coraggio.
“Insomma sappiamo che state facendo qualcosa di importante”.
Riuscì a dire prendendo coraggio; “Noi pensiamo facendo parte dell’ES,o almeno una volta,che
vorremmo aiutarvi,ecco!”.
Neville stava lì imbarazzato in piedi e con le mani in tasca,a guardarli.
“Hermione gli disse sorridendo di sedersi.,poi guardò Harry,come a lasciare a lui la parola.
“Noi ti ringraziamo..,vi ringraziamo,ma non facciamo nulla di paricolare,e quindi non saprei cosa
dirvi”. Sperò che la risposta fosse stata un capolavoro di diplomazia,ma l’espressione del viso di
Neville,era di tutt’altro avviso; “Sai non sono molto intelligente lo sò,ma stanno succedendo molte
cose strane,qui a Hogwarts,e tu ci sei sempre dentro fino al collo!”.
Hermione con le orecchie rosse lo interrompe: “Non abbiamo mai pensato che tu sia stupido,ma
Harry é come sai il bersaglio preferito di Tu-sai-chi,é inevitabile che ogni tanto sia oggetto,delle sue
attenzioni,per altro non facciamo nulla se non studiare”.
“Io non ho studiato difesa contro le arti oscure con voi semplicemente per prendere un buon voto a
scuola,pensavo che servisse a qualcosa!”.
La voce di Neville era emozionata.
“Aver appreso a difenderci é di questi tempi é senza dubbio importante,ma non vedo come possa
cambiare le cose,con quello che stà succedendo,non possiamo noi ne voi non trovi?”.
Harry pensava che la sua risposta non offendesse la sensibilità di Neville e nel contempo gli facesse
capire che era una cosa troppo grande per lui.
“Lo sò che per quello che vi stò per dire mi prenderete in giro,ma ci ho pensato e voglio dirvela lo
stesso,Luna sappiamoche é..,insomma é un pò stramba,lo ammetto ma suo padre a volte ha della
informazioni,che non riguardano solo animali di fantasia,certe volte visto che é reputato poco
serio,come editore di giornali ha delle informazioni su Tu-sai-chi che potremmo sfruttarle per
combatterlo,almeno possiamo rpovarci no!”.
Si capiva dal lungo discorso detto tutto in un fiato che se lo era preparato a lungo prima di farlo,ma
Harry pensava che se anche le informazioni potevano essere di una qualche utilità,invischiare
Neville e Luna per quanto potesse dargli qualche vantaggio,era un rischio troppo grande.
“No Neville,correresti un rischio troppo grande e non ne varrebbe la pena!. Cosa ti importa di
Voldemort,finisci la tua scuola e fatti un futuro”.
Harry era dispiaciuto di rispondere così a Neville ma pensava veramente che era un rischio aiutarli.
“Ha distrutto la mia famiglia,lo sai tutte le settimane vado al reparto al San Mungo,ove sono
ricoverati i miei genitori,e tutte le volte che esco sento la rabbia per quello che hanno fatto,non ha
colpito solo tè nel profondo”. Detto ciò si girò per andarsene la testa bassa una rabbia dipinta sul
volto che normalmente era insicuro impacciato,oggi finalmente aveva mostrato cosa lo turbava da
anni.
“Neville aspetta!”. Ginny lo aveva chiamato: “Qui nessuno crede che tu non abbia sofferto,ma
battersi con Voldemort va al di là delle nostre forze capisci!”.
Neville girandosi la guardò dritto negli occhi: “E’ per questo che forse tutti abbiamo una
possibilità”.
“Daccordo vediamoci nella sala dei trofei con Luna e parliamone domani pomeriggio,dovrebbe
essere vuota”.
La risposta uscì da Harry di getto senza che ci avesse ragionato,aveva paura che avesse riflettuto
non glielo avrebbe mai detto.
Neville fece un piccolo timido sorriso e sparì nel dormitorio,sapeva che ancora non era stato deciso
niente ma almeno non gli avevano chiuso la porta come lui temeva.
Harry fu l’ultimo che pensò di andare a dormire,quando si decise il fuoco nel camino era quasi
spento.
Una vocina lo fermò prima di salire sulla scala a chiocciola che portava al suo dormitorio.
“Harry Potter signore,devo parlarti”.
Harry sentì Dobby dietro di lui,per quella sera ne aveva abbastanza di discorsi,e disse a Dobby di
tornare domani che era stanco. “Ma signore é importante,lei deve saperlo ora!”.
“Va bene dimmi cosa c’é che non può attendere domani”.
“Si tratta di Kreacher signore é scomparso!”.
Harry improvvisamente si sentì sveglio e guardò Dobby che a sua volta con aria peoccupata lo stava
osservando.
“Come...,come é scomparso,che vuoi dire. Magari é uscito a fare una paseggiata o a fare quello che
gli elfi fanno nei momenti liberi”.
“Gli elfi non hanno momenti di libertà,e normalmete passiamo il tempo in cucina,o per servizio a
pulire il castello,Kreacher doveva fare la sala di Serpeverde e preparare il loro tavolo per domani
mattina e non si é presentato”.
Harry provò una stretta di ghiaccio nello stomaco,con la casa di Sirius Black aveva ereditato alla
sua morte anche il suo elfo domestico Kreacher,che non aveva mai perdonato Sirius di aver a suo
modo disonorato la stirpe pura dei maghi.
Preferendo a Harry la parte di famiglia di Belatrix,notoriamente dalla parte oscura.
Con malavoglia Kreacher aveva accettato di seguuire gli ordini di Harry,doveva essere successo
qualcosa per averlo convinto di disubbidire a un ordine diretto di Harry suo legittimo padrone.
Harry si ricordava bene di aver detto a Kreacher di restare nelle cucine di Hogwarts,su
suggerimento di Silente,così Dobby poteva sorvegliarlo,ma qualcosa evidentemente era andato
storto.
“Dobby non hai idea di dove possa essere andato?”.
“No Harry Potter signore,ieri era stranamente giulivo,e non come al solito che evitava di parlare con
chiunque,sembrava che avesse avuto una buona notizia”.
La sola buona notizia a cui Harry veniva in mente che poteva dare a Kreacher del buon umore era la
morte di Harry,ma questo era assurdo,lui stava bene e non pensava che qualcuno avesse potuto fare
uno scherzo,diffondendo la notizia della sua morte.
“Torna in cucina e tienimi informato Dobby se caso mai tornasse”.
“Certo! Harry signore”. Con uno schiocco scomparve e Harry restò solo con i suoi dubbi,decise che
era meglio informare gli altri la mattina a tavola tanto nessuno per il momento poteva fare
qualcosa,almeno avrebbero riposato,cosa che lui non avrebbe fatto bene comunque quella notte.
La mattina dopo, a colazione il tempo stava dando una breve tregua un pallido sole minacciato da
pesanti nubi rischiarava la sala grande,assicuratosi che nessuno lo potesse sentire riferì agli altri
della visita di Dobby,e della scomparso di Kreacher,la più panicata fu Hermione,che subito
esclamò: “Ti rendi conto che se và a riferire a Tu-sai-chi l’Ordine della Fenice,non sarà più al
sicuro, bisogna subito avvertire la McGranitt,che avverta gli altri di stare attenti”.
Decisero che Harry avrebbe mandato Edwige alla sede in Grimmauld Place con una lettera per
Lupin,mentre Hermione sarebbe ritornata all’ufficio della preside,che quando Harry si era
presentato la mattina presto, non aveva risposto.
Ron avrebbe spedito Leo a casa per spiegare a suo padre che come successore di Silente alla
direzione dell’Ordine doveva essere informato.
Harry si ritrovò in aula con Harry per la prima lezione,ma Hermione non si era ancora
presentata,arrivò scusandosi con venti minuti di ritardo.
Sedutasi in fondo alla classe, vicino a Ron e Harry,gli disse a bassa voce che li avrebbe informati
più tardi.
La McGranitt era stata chiamata da Hagrid la mattina presto per controllare qualcosa che non volle
riferire a Hermione una volta quando riuscirono ad incontrarsi fuori dalla porta della presidenza. Per
questo motivo Hermione era arrivata in ritardo alla prima lezione. Il mistero della sua visita a
Hagrid,pensava lei era collegato alla scomparsa di Kreacher, ne era sicura,ma era solo un istinto
dovette ammettere. Harry disse che avrebbero fatto meglio a chiedere direttamente a Hagrid che
notoriamente non riusciva a mantenere un segreto,e forse con un pò di fortuna avrebbero scoperto il
motivo della scomparsa dell’elfo domestico.
Il pomeriggio, finite le lezioni pomeridiane,tutti e tre,Ginny era rimasta in bibblioteca a preparare
un compito per il giorno dopo,infagottati per il forte vento che soffiava quel pomeriggio,si diressero
verso la capanna di Hagrid che li accolse,con un enorme grembiule che cingeva il pancione,perché
stava preparando delle conserve. Un calderone stava bollendo sul fuoco,con un qualcosa che
fermentava al suo interno,doveva essere qualcosa di alcolico,perché tutti si sentirono subito la testa
leggera.
“Siete peggio delle spie,sapete subito tutto quello che capita in questa scuola,me lo aspettavo che
sareste venuti subito qui a chiedermi di questa mattina. Ma io non ci dico niente!”.
“Ha a che fare con la scomparsa di Kreacher vero?”. Harry ignorò del tutto la parole di Hagrid
quando con cipiglio si mise davanti a lui fissandolo dritto nei occhi.
“Dovreste fare le spie,vi ripeto. Cinque minuti dopo che é successa una cosa e siete qui a estorcermi
delle informazioni,e poi sono anche il direttore della vostra casa,per la barba di Merlino!”.
“Dai Hagrid siamo dalla tua parte, non vorrai dirmi che che la McGranitt é venuta la mattina presto
solo per discutere di conserve no!”:
“Ci avete azzeccato. Qualcuno é entrato nella scuola ,ma accidenti a me se sò come ha fatto,il buffo
é che non ha cercato di entrare dalle porte normali ma é passato dalle cucine,nel momento quando si
scarica la merce dal mercato per rifornire la scuola e come al solito venuto Appleo per scaricare la
roba e dopo quando se ne é andato,era scomparso quel tuo elfo di nome Kreacher!”:
Siamo andati con la McGranitt al mercato ma di Appleo non vi era traccia. É dodici anni che
serviva la mensa della scuola e adesso dobbiamo cercane un altro se non si fà più vivo!”.
Harry non aveva mai pensato che qualcuno dovesse rifornire la scuola di cibarie,ma
ripensandoci,era logico che ciò avvenisse.
Tornati alla loro sala comune,attesero che Ginny rientrasse e le riferirono quello che Hagrid gli
aveva detto.
Hermione con aria di aver capito come era andata disse: “La pozione Polisucco,qualcuno ha
impersonato Appleo,e é entrato nella cucina di Hogwarts per rapire o convincere Kreacher a
seguirlo!”:
Hermione come al solito aveva dato,una risposta convincente.
“Ma perché doveva architettare questo piano,dopo tutto l’elfo non é così importante da rischiare di
essere scoperti per rapirlo no!”. Ginny nel risponderle si era sprofondata nella sua poltrona
evidentemente stanca dello studio che aveva appena terminato.
“Per il momento non lo sappiamo,ma penso che presto ne sapremo di più!”. Con questa frase
sibillina Hermione si immerse nella lettura di un enorme libro dal titolo Artimanzia per studenti
dell’ultimo anno.
Harry parti per le cucine a parlare con Dobby,che se non si era fatto vivo non aveva niente da
dirgli,ma restare li seduto,lo innervosiva e una passeggiata nei sotterranei lo avrebbe calmato.
Giunto davanti al ritratto della natura morta,solleticò la mela che nascondeva la maniglia della porta
che conduceva alla cucina,una volta entrato vide che nulla era cambiato dall’ultima volta che era
entrato.
Enormi paioli di rame lucidi erano appesi sopra i molti fornelli che servivano a cucinare il cibo per
Hogwarts.
Subito un elfo gli si mise davanti per chiedergli se volesse mangiare qualcosa.
In un angolo Dobby che vedendo Harry gli si precipitò addosso per abbraciarlo,in testa portava la
sua copriteiera preferita,ai piedi gli immancabili calzini spaiati.
“Harry Potter signore che bello vederla qui!. Cosa posso fare per lei?”.
“Ero venuto a sapere se avevi delle novità,come stà .......?”.
“Ho no signore, non abbiamo avuto più notizie di Kreacher da ieri quando é scomparso!. ........... é
sempre ubriaca le ho detto che la preside la butterà fuori dalla scuola se non smette,ma lei non fà
altro che bere e dormire!”.
Dobby con la mano indicava una brandina vicino al fuoco dove una figura era sdraiata russando
fragorosamente.
Harry provò un senso di pietà per l’elfa,cominciava a capire l’interesse di Hermione per quelle
creature.
“La signorina Granger viene di tanto in tanto a far compagnia a Winky,signore, ma lei non vuole
essere aiutata,gli ha persino portato un cambio d’abiti puliti e la costretta a cambiarsi!”.
La notizia che Hermione veniva a trovare gli elfi da una parte non sorprese Harry,ma lei non aveva
mai fatto cenno che si occupava di Winky. Era sicura che ne Ron ne lui l’avrebbero aiutata. Sentì un
senso di vergogna,si avvicinò al lettuccio,per terra in un angolo c’era una bottiglia di Burrobirra,la
copertina era di traverso.la sistemò prima di allontanarsi.
Tonks il giorno dopo era stata messa di nuovo a guardia a Hogwarts,la videro durante il pranzo si
avvicinò discretamente al tavolo dopo che ebbero mangiato,e a bassa voce rivolgendosi a Harry
disse: “Abbiamo sgombrato la sede fino a quando non sarà ritrovato Kreacher,e non sapremo cosa
ha detto”.
Poi si allonanò come se niente fosse successo,Harry capiva che meno ne parlavano in
pubblico,meglio era.
Passate le lezioni del pomeriggio Harry ricevette un gufo,era Reginald che lo informava della
scoperta di Tweeky,sapeva dove era Kreacher,
Hermione subito,sentita la notizia si animò,quella Tweeky é una cacciatrice,commentò sorridente
“Si, dobbiamo organizzarci con la Tonks, é al secondo piano e andare subito.
L’indirizzo che Reginald aveva scritto,era una catapecchia ai margini di una fabbrica dismessa.
Macchine arruginite e chissà da quanti anni abbandonate,un vialetto su cui l’erba era cresciuta a
macchie.
La porta di ingresso scardinata forse da qualche barbone che cercava un posto in cui dormire,dentro
un odore di chiuso e di ammuffito.
I quattro Tonks,Ron, Hermione e Harry,restarono nell’ingresso per abbituarsi all’oscurità che c’era
dentro.
I vetri della fabbrica erano stati asportati da un pezzo,e al loro posto erano state inchiodate assi di
legno,che stavano cedendo al tempo,visto che qualcuna si stava schiodando.
Il freddo all’interno era aumentato dall’umidità,dando un atmosfera di opressione ancora maggiore.
“Harry, tu con Ron andate di là”.
Disse a bassa voce Tonks per non farsi sentire da un eventuale ascoltatore. Tweeky aveva accennato
alla sola presenza di Kreacher durante il suo sopraluogo,ma non aveva assicurato che potesse
esserci qualcun altro nello stabile.
Hermione e Tonks imboccarono una scala che portava a quello che sembrava la zona uffici.
Mentre Harry e Ron,che era visibilmente teso,teneva la bacchetta davanti a se come una spada
sguainata.
Si diressero verso quello che si dimostrò uno stanzone grande,forse utilizzato per la fabbricazione di
qualcosa.
Un rumore di sopra fece immobilizzare i due. Era la direzione presa da Tonks e Hermione.
Dopo un minuto il rumore non si ripetè,e Harry fece un cenno a Ron di proseguire. Il buio dentro
era meno fitto un pò perché si erano abbituati all’oscurità,un pò per via di finestroni in alto verso il
soffito che lasciavano filtrare più luce.
Ron chiamò Harry indicando un angolo dietro un ammasso di ferraglia che un tempo doveva essere
stato un contenitore metallico di qualche prodotto industriale,in un angolo c’era vicino a una
coperta dove da come era disposta era servita da letto per qualcuno di piccolo,come poteva essere
un elfo,ma lo stupore fu lo stesso forte che vicino a quel giacilio di fortuna c’era il ritratto di
Belatrix,la cugina di Sirius,la sua asassina!.
Harry predendolo in mano ricordò di averlo già visto nella casa dei Black,a Grimmauld Place 12.
La sede dell’Ordine della Fenice!”.
“Ha dormito qui”,con un filo di voce gli sussurrò Ron.
Un rumore di lotta proveniva dal soffitto a destra presumibilmente dove potevano essere Hermione
e Tonks. Harry seguito a ruota da Ron,corsero verso quella direzione,con il fiato corto imboccarono
le scale che portavano su ma la prima porta non conduceva verso il rumore che adesso si era
calmato. Deviarono a sinistra verso un corridoio,e finalmete entrarono in una stanza dove Hermione
e la Tonks stavano in piedi che con la bacchetta puntavano su un fagottino per terra.
Era Kreacher che era stato legato da un incantesimo legante,corde lo avvolgevano impedendogli di
muoversi.
Hermione aveva la manica del mantello bruciacchiata,e all’occhiata preoccupata di Ron lo
rassicurò; “Ha cercato di lanciarmi una fattura ma Tonks é stata più rapida e lo ha bloccato”.
L’elfo era in uno stato di agitazione gli occhi erano pieni di odio quando vide entrare Harry.
“Allora non eri morto padrone come mi avevano detto!”.
L’elfo si dimenava come se volesse liberarsi dalle corde che lo tenevano prigioniero. “Kreacher
perché sei fuggito da Hogwarts,disobbedendo ai miei ordini?”.
La domanda gli uscì di getto,Harry si sentiva rabbioso al pensiero dei danni che quel elfo poteva
aver creato all’Ordine.
“E’ venuto uno a dirmi che eri morto padrone e che voleva mostrarmi il tuo corpo!”.
La voce tradiva un dispezzo e si capiva che in qualche modo stava mentendo.
“Perché non hai chiesto a Dobby se era vero,lui poteva venire a vedere se c’ero o no?”:
L’elfo non guardò Harry che continuava a fargli delle domande,con il respiro sempre più affannoso.
“Padrone morto”.
Ripete caparbio l’elfo come se non ci fosse nessuno a fargli delle domande.
“Andiamo”,disse Tonks che cominciava ad essere agitata,con la bacchetta magica fece un gesto e
l’elfo venne sollevato e spinto verso l’uscita.
“Gli faremo le domande al castello, é più sicuro!”.
La McGranitt,li atendeva nelle cucine quando arrivarono con l’elfo che faceva finta di niente come
se non si fosse mai mosso da lì”.
“Ha detto dove é stato?”:
Chiese ansiosa la preside.
“No!”, rispose Tonks,sciogliendolo dalle corde.
“Si ostina a dire che Harry é morto”. Esordì Hermione. “Si comporta come se noi non ci fossimo”.
Puntualizzò Harry.
La McGranitt fissò l’elfo che stava lì in piedi,l’aria severa,si capiva che non credeva allo strano
comportamento di Kreacher. “Per ora resterai qui in cucina e se ti muovi chiamerò l’ufficio
controllo creature magiche per farti arrestare!”.Neanche questa minaccia scalfì l’atteggiamento di
Kreacher che sembrava sempre più ostinato a voler fare come se non ci fosse nessuno lì a guardarlo.
Saliti nell’ufficio della preside, Tonks fece un rapporto sulla scoperta del luogo,omettendo chi
aveva passato l’informazione,dato che Harry aveva ritenuto che meno si sapesse più Reginald era al
sicuro.
La McGranitt fissò pensierosa il gruppo; “Speriamo che Kreacher non abbia rivelato nulla a
proposito dell’Ordine,per ora lo teniamo d’occhio,non possiamo fare altro per ora poi vedremo.
Ritornati alla sala comune, Harry, Ron e Hermione incontrarono Ginny,che li attendeva,sulle gambe
teneva una pergamena dove stava scrivendo un compito,il foglio segnato da molti scarabocchi
segno che era stata nervosa durante la loro assenza.
Ascoltato della cattura di Kreacher e del mistero che lo aveva spinto a fuggire,tirò un sospiro.
“Beh se non altro voi siete tornati senza un graffio”,sospirò Ginny,arrotolando la pergamena e
salutando tutti dirigendosi verso il dormitorio.
Cap 11
Natale con Hagrid, la caverna dei Giganti
La neve ormai cadeva con ritmo sempre più serrato. Natale era sempre più vicino,e nessuna novità
da Reginald o dall’Ordine della Fenice,anche se gli attacchi dei Mangimorte erano sempre più
rabbiosi. Una fattoria nel sud era stata attaccata e quattro persone erano sate uccise,la Gazzetta del
Profeta riportava la presenza ,secondo testimoni oculari,anche di Piton oltre che di un
gigante,l’attacco era stato organizzato per punire gli abitanti della casa per non aver dato rifugio a
due Mangiamorte che si nascondevano dalla ricerca da parte del Ministero della Magia.
Harry ebbe un’ondata d’odio a sentire che Piton aveva partecipato ad un assalto in pieno giorno e
per gettare la paura nella comunità magica.
Ginny che leggeva l’articolo per tutti nella sala da pranzo,lanciava occhiate fra una frase e l’altra a
Harry i cui occhi si stringevano sempre più man mano che il racconto scendeva nei particolari.
Ron per alleggerire la tensione,lesse la lettera che i suoi gli avevano mandato via gufo,erano stati
invitati per Natale assieme a Lupin, Tonks e Malocchio Moody.
Stranamente Hermione non aveva ancora parlato degli esami di fine anno. I M.A.G.O.gli ultimi
esami della scuola erano notoriamente i più difficili,ma Harry sospetava che lei si era già portata
avanti rispetto a tutto il resto della classe. Ginny invece studiava molto passando le sue giornate
nella sala comune fra rotoli di pergamene,forse per tenersi occupata,e non lasciarsi predere dalla
tensione,che anche sotto Natale era sempre alta,visto che gli attacchi dei Mangiamorte,si
susseguivano,con ritmo regolare.
Harry e Ron passavano il tempo libero con Hagrid,erano stati convinti ha sistemare la casa di
Grop,dovevano riuscire a trasportare delle provviste per l’inverno che si faceva sempre più duro.
Ron aveva scoperto una simpatia per Grop,da quando lo aveva ripescato dopo una scivolata
memorabile dentro un canalone innevato,quando stavano trasportando delle vettovaglie verso
l’enorme dispensa ,nella quale con quello che ci avevano stipato si sarebbero sfamati
tranquillamente tutti i Grifondoro per un mese.
Ron annaspava per risalire il pendio vicino alla strada scivolando senza fare presa,quando la
manona di Grop l’aveva sollevato come se fosse pesato come una bambola di pezza,sentendo il
racconto di Ron era come essere sollevati da una gru,la spolverata dalla neve che ne era seguita,per
aiutarlo a scrollarsi la neve di dosso,fù la parte meno simpatica,restò tremante per un paio di
minuti,ripproponendosi di mai più farsi aiutare da Grop a spolverarsi di nuovo.
Hagrid era nervoso,quando tornando verso la scuola passata la risata che aveva colto un pò tutti a
veder Ron che si riprendeva dalla spolverata, si avvicinò a Harry,”Arthur mi ha detto che i giganti
stanno diventando sempre più violenti,e...e Piton sembra diventato il loro capo li guida alle
scorribande che organizzano per spaventare chi viveva isolato”.
Fecero ancora un cento metri prima che Hagrid immerso nei suoi pensieri,riprendesse a parlare.
“Abbiamo pensato che ci deve andare qualcuno a fermarli e io e Grop andiamo,adesso che la scuola
ci chiude per le vacanze,é che Grop é fondamentalmente un bambinone”.
Harry pensò alle parole di Hagrid un piano gli si stava formando nella testa.
Se Piton era in contatto coi giganti,nella zona dove Hagrid sarebbe andato,c’erano buone possibilità
che ci fosse qualche traccia di lui o magari di Voldemort.
Ne parlò la sera dopo che tutti gli altri erano andati a letto,con Hermione e Ron.
Hermione sembrava propensa che fosse una buona idea; “Potrebbe essere che ci siano tracce
importanti ma come andare senza essere scoperti,il mantello non ci può nascondere tutti. Senza
contare che se la zona é coperta di neve lasceremo delle tracce che possono facilmete farci
individuare”.
“Chiederò ad Hagrid se sà come possiamo nasconderci nella foresta,dopo tutto é il suo mestiere di
seguire gli animali”. Harry era entusiasta,quando dicendo quelle cose ,battè un pugno sul bordo
della poltrona.
“Già é vero,lui potrebbe insegnarci come fare per avvicinarci senza essere individuati,girare nel
bosco é la sua vita!”. Fece eco Ron guardando fuori dalla finestra cercando di immedesimarsi con la
foresta che fuori era totalmente imbiancata.
Il pomeriggio successivo tutti e tre andarono alla capanna di Hagrid e davanti una tazzona di tè
fumante gli spiegarono la loro idea.
“No,no non se ne parla nemmeno! Tu, Harry hai già molti brobblemi a restare alla Tana a passare il
Natale che venire li aumenterebbe di molto”.
Hagrid scuoteva l’enorme testone,rispondendo alla proposta che Harry gli aveva appena fatto. “Ma
Hagrid non sono più in pericolo qui di come lo sarei sulla montagna con te,senza contare che non si
aspetteranno che io sia là,a cercarli”:
“Harry ha ragione,con te che ci aiuterai a coprire le nostre tracce sarà un giochetto da ragazzi,andare
e tornare senza che nessuno se ne accorga”.
A Ron l’idea piaceva, era sicuro che con Hagrid e Grop con loro nessuno li avrebbe seriamente
ostacolati.
“Coprire le tracce non é un problema, Ron, la questione sono i giganti,possono essere molto cattivi
se vengono disturbati,figurati se vengono attaccati!”.
“Ma avreste meno possibilità voi due,voglio dire che non sei.....,non sei capace di usare la magia,e
noi potremmo darti una mano”. Hermione intervenne nella discussione per la prima volta il suo tono
era incerto,non voleva offendere Hagrid,che nei combattimenti magici non era certo un leone.
Anche se la sua forza fisica lo faceva resistere agli schiantesimi,ma contro una maledizione senza
perdono,era un’altra cosa.
“Va bene,riuscite sempre ad averla vinta voi,ma faremo il nostro giro dopo Natale,così i Weasley
non si preoccuperanno se non vi vedono arrivare.
L’idea era grande pensò Harry così potevano passare un pò delle loro feste allegramente e non sopra
chissà quale montagna al freddo.
Le vacanze arrivarono presto,arrivati alla Tana la trovarono già decorata con vischio che pendeva
dai soffitti,legato da nastrini doratie rossi..
Un abate faceva sfoggio di decorazioni rosse e angioletti dorati,delle pigne erano state pitturate con
dell’argento e fiocchettini blu.
La casa sembrava preparata per festeggiare il Natale allegramente.
La signora Weasley aveva commentato il loro stupore; “Anche se siamo in un momento difficile,
non vedo perché non fare di tutto per renderlo piacevole.
Passò fin troppo presto il Natale, i regali furono come al solito maglioni da parte della signora
Weasley, dolci e libri. L’atmosfera si rattristì solo l’ultimo giorno,poco prima di partire. Per non
preoccupare nessuno durante le feste Hermione consigliò di avvertire della loro partenza anticipata
prima della fine delle feste,e al vedere le loro facce preoccupate Harry capì che era stato meglio
così. L’unico che non sembrava stupito era il signor Weasley,che doveva aver saputo del piano da
Hagrid; “Andate ma siate prudenti,cercate di essere molto veloci a fare la ricognizione!”.
Con la voce bassa per non essere sentito dalla moglie,confermò i sospetti,che lui sapesse del loro
piano,la discrezione era per non inquietare di più di quanto non fosse la moglie Molly.
L’appuntamento era convenuto,al bivio di Castlevalley,una strada che dopo Hogsmade portava
sulle montagne che si vedevano sullo sfondo del castello di Hogwarts.
Grop era vestito con una serie di pellicce,che Hagrid aveva cucito come regalo di Natale,sembarva
un ammasso di pelliccia semovente,il vestito doveva piacergli molto,visto come stava impettito nel
muoversi,alla vista dei tre amici fece un sorriso,spalancando la vista su una fila di denti grandi come
pietre di medie dimensioni.
Fece anche un timido gesto di scrollare Ron come a voler scherzare con lui,la cosa doveva aver
fatto piacere a Hagrid che rise; “Hai visto Ron che ti ha riconosciuto,é felice di vederti,vuole
persino scherzare con te!”:
Ron da parte sua si era immobilizzato come se muoversi potesse far invogliare Grop a dargli di
nuovo una scrollatina.
Hagrid si incamminò verso il sentiero che portava sopra la montagna.
Ron, Harry e Hermione erano imbacucati con pesanti abiti da montagna e sciarpe guanti,sulle spalle
degli zaini che dalle dimensioni dovevano pesare diversi chili,se non fosse che Hermione li aveva
incantati riducendo il peso a meno di un chilo ciascuno.
Edwige era appollaiata sulla spalla di Harry che aveva pensato di portarla con loro un pò perché si
poteva sgranchire le ali e un pò perché potevano avere bisogno di inviare messaggi urgenti
all’Ordine per chiedere rinforzi.
Hagrid e Grop viaggiavano leggeri,come se non fosse loro necessario portarsi dietro troppe
cose,solo Hagrid aveva un sacco sulle spalle,che sembrava sperduto rispetto alle sue spalle giganti.
La giornata passò inoltrandosi sulla montagna al calare del sole Hagrid decise di accamparsi in una
spianata,al riparo da venti e neve,protetta attorno da alberi che formavano una protezione naturale
alle interperie.
“Per oggi ci conviene restare qui,sono già stato qui l’anno scorso quando siamo andati a parlare ai
giganti e ho ritrovato Grop”.
Spiegò Hagrid mentre si preparava ad accendere un fuoco.
Le tende che montarono Ron e Harry erano,una volta terminate,due spaziose stanze da letto,con
minuscoli camini per riscaldarle. Edwige aveva un piccolo trespolo che guardò interessata anche lei
sembarva interessata a un riposino. Ad Harry quella’ambientazione fece pensare l’esperienza che
fece alla coppa del mondo di Quidditch,dove aveva già visto tende simili.
Mangiarono e restarono a guardare il fuoco che scoppiettava parlando della scuola e di creature
magiche,Hagrid aveva molti aneddoti che fecero ridere tutti,aparte Grop che dopo mangiato,cadde a
terra con un tonfo sordo e si addormentò,russando come una mandria di bufali alla carica.
Harry prevedeva una notte insonne,visto il rumore che faceva Grop,ancora una volta Hermione era
stata previdente,forni a Ron e lui dei tappi che aveva acquistato alla farmacia di Diagon alley,sulla
scatola c’era scritto tappi dolce sonno,una musica dolce vi farà addormentare trasportandovi in
dolce sonno ristoratore.
Harry era dubbioso che qualcosa potesse essere più forte del russare di Grop,ma la prova fù una
piacevole sorpresa.
La mattina si alzò che Hermione aveva già preparato la colazione,sorridente per l’opera compiuta e
dopo che la ebbero con soddisfazione gustata ammettè che era un preparato già pronto all’uso,che
con un colpo di bacchetta era già preparato in due minuti.
Grop e Hagrid preferirono il metodo tradizionale con carne di selvaggina fresca cotta sul fuoco.
Ripresero il cammino,secondo Hagrid il posto segnalato dall’Ordine dove presumibilmente erano
accampati i giganti era ancora a un giorno di cammino,e così proseguirono la loro marcia con
Hagrid che gli raccontò molte cose sugli animali magici,e anche sui giganti che li a poco si
sarebbero trovati ad affrontare!.
“Sapete i giganti sono un pò stupidi,si confondono facilmente,basta che due persone fanno due cose
diverse allo stesso tempo,che non sanno bene come reagire,e cercano di picchiare il più
vicino,quindi fate in modo di restare lontani dalle loro mani.
Ron degluttendo guardò i manoni di Grop,immaginando che si scagliassero su di lui.
Grop che invece pensava alla scrollatina sorrise,imitando il gesto facendo allontanare Ron di dieci
mentri per prudenza.
“Siamo entrati in territorio dei giganti,indossate queste”.
Disse Hagrid quando dopo l’ultima tappa erano arrivati ai bordi di una foresta che avevano
attraversato durante la mattinata.
Le cose che Hagrid aveva tirato fuori dal suo sacco erano delle scarpe,ma non scarpe
normali,avevano la suola della forma di zampe di animali,era così semplice a pensarci esclamò
Hermione sorpresa,mettendosi le sue zampe a forma di piede di coniglio.
“Le ho cucite io stesso durante Natale!”.
Disse soddisfatto Hagrid mentre che guardava il suo lavoro indossato dai tre amici,il modello
portato da Hermione aveva un solo difetto,era di misura un tantino largo se avesse camminato con
quelle scarpe le avrebbe perse di sicuro,erano almeno cinque taglie la sua misura,con un colpetto di
bacchetta magica le riportò alla sua misura guardandole ancora dubbiosa.
Un altro colpo di bacchetta magica e il suo sorriso fù soddisfatto vi aveva aggiunto un
fiocchettino,che ha suo dire gli dava un tocco elegante.
Ron alzò gli occhi al cielo,borbottando “Donne”,Harry invece rise di gusto all’idea.
“Andiamo ancora un’ora di cammino e saremo giunti al luogo dell’accampamento”.
Li spinse a proseguire Hagrid verso la loro meta.
Grop di tanto in tanto dava un colpetto a Ron quando stava per scivolare,con occhiate che avevano
poco di ringraziamento in cambio; “Peché aiuta solo me,e non anche voi!”.
Ma il resto gli restò chiuso nella gola.
Un rumore poco umano lo immobilizzò,un suono gutturale simile a quello che Grop faceva di tanto
in tanto,quando era nervoso,si udiva dall’altra parte della collina.
Hagrid con circospezione e per quanto la sua mole gli permetteva,si avvicinò curvo e si riparò
dietro un enorme tronco d’albero.
Harry gli fù dietro in un baleno. La vista che si scorgeva dall’altra parte era inquietante,due giganti
che si stavano spintonado per prendere un pezzo di carcassa d’animale morto.
Le pacche che si davano per avere la parte migliore faceva tremare la collina con piccole ondate
vibratorie.
Harry sussurrò: “Sarà meglio che mi avvicini io hemm,tu sei un pò vistoso.
Hagrid grugni,forse qualcosa di assenso.
Approfittando della macabra spartizione che impegnava i due,Harry scivolò verso quella che
sembrava l’apertura di un’enorme grotta,forse più una spaccatura nella montagna,dalla tasca fece
spuntare il suo mantello dell’invisibilità,e indossatolo vi entrò deciso.
Una volta abbituato alla luce fioca dell’interno,vide che era organizzato come un campo
stabile,c’erano segni di diversi fuochi,che erano stati accesi e poi spenti,da una parte alla destra
delle sorta di piazzole spianate che immaginava essere i giacigli dei giganti,ma la cosa più
insolita,era una scrivania segno che non solo i giganti avevano pernotato lì.
Avvicinandosi al tavolo Harry cercò qualche indizio di cosa ci facesse una scrivania in mezzo ai
monti e pergiunta in una caverna tutto sommato selvaggia.
Sul ripiano consumato dal tempo,vi erano diverse copie della Gazzetta del Profeta.
La data era di qualche giorno prima,scorrendo i titoli,le prime pagine avevano come notizie stabili
attacchi dei Mangiamorte,e dei giganti.
Harry sapeva che normalmente i giganti non sapevano leggere,Hagrid certamente avrebbe cercato
di insegnargli se avesse potuto,ma dubitava che chiunque d’altro,avrebbe mai tentato di farlo.
La deduzione più logica a questo punto era che un Mangiamorte,o forse Piton stesso avevano
conservato le loro gesta,come un motto di orgoglio.
Un ulteriore ricerca fece trovare ad Harry delle frasi scarabocchiate su due margini del giornale.
Della prima si leggeva; La famiglia Bootle é stata punita. Il titolo di quel giornale era intitolato alla
fattoria Bootle la cui famiglia era stata assassinata,causa il loro rifiuto di aiutare i Mangiamorte in
fuga.
La seconda annotazione diceva; Parte prima completata é riuscita, ora é dentro,avvertire per il
segnale!.
Il titolo di questa Gazzetta era scomparsa di un elfo domestico a Hogwarts!.
Harry si sentì gelare il sangue nelle vene. Stavano parlando di Kreacher.
Facendo attenzione di non fare rumore ritornò sui suoi passi verso il punto dove aveva lasciato gli
altri.
Quando si fù sufficentemente allontanato da non essere più sentito si mise a correre e ansimando
arrivò al tronco che nascondeva Hagrid e gli altri,ma dietro non c’era più nessuno!.
Una voce lo chiamò da un arientranza della montagna,Ron con la mano faceva segni di
raggiungerlo,Harry ripiegando il mantello e riponendolo in tasca,si diresse verso l’amico.
“Grop si stava innervosendo,così abbiamo deciso di allontanarci dagli altri giganti,prima che ci
facesse scoprire”. Ron aveva pronunciato la frase tutta di un colpo prima che Harry potesse
replicare.
“Io..io,ho visto una scrivania!”.
“Una scrivania?”.
Gli fece eco Hermione che tutto si sarebbe aspettata fuorchè di sentirsi dire che là si trovava una
scrivania.
Harry raccontò dei giornali e delle annotazioni scritte a margine.
Hagrid che non si sarebbe mai aspettato che dei giganti avessero una scrivania restò muto,Grop che
non aveva capito nulla tranne che i rumori che avevano sentito,era nervoso e sbatteva per terra un
ramo,spezzandolo come se fosse stato fatto di carta.
Hermione era pensierosa quando riprese a parlare: “Quindi dici che é dentro ma dentro
cosa,Keacher non può aver portato niente a Hogwarts di nascosto,é stato perquisito”.
“Forse é un’arma segreta che noi non conosciamo!”. La interruppe Ron.
“No, non può essere,lui non avrebbe la capacità di usare un arma”.
“Ancora la tua convinzione che gli elfi domestici siano solo capaci di essere degli schiavi!”.
La redargui Ron seccato.
“No, ha ragione”. Intervenne Hagird; “Gli elfi domestici non sanno utilizzare armi,e dubito che
qualcuno glielo abbia insegnato”.
La risposta di Hagrid spense l’animosità di Ron e Hermione.
“Hagrid si alzò per cercare un posto per la notte riparato da occhi indiscreti e gli altri cominciarono
ad organizzarsi per un altra notte fra le montagne.
Harry passò la giornata sucessiva a spiare il campo con la speranza di scoprire l’arrivo di Piton o di
qualcun’altro,ma passò senza che nessuno si unì ai due giganti.
Un ispezione dei dintorni dell’accampamento dei giganti non portò nulla di rilevante. Sembrava che
vi abitassero solo i due che avevano visto il primo giorno.
Ormai decisi a catturare quelli che c’erano e a ritornare a Hogwarts,con la sola opposizione di Harry
che si ostinava a voler restare per catturare Piton.
Decisero di restare solo una mezza giornata in più,proprio per il rifiuto di Harry,in ogni caso
decisero di inviare Edwige per avvertire Lupin e Tonks che potevano aiutarli l’indomani quando
avrebbero attaccato i giganti.
La mattina dopo si pepararono a entrare nella grotta per neutralizzare i due.
Harry indossava il mantello dell’invisibilità,per prendere di sorpresa e confondere gli avversari.
Hagrid aveva due mazze che aveva peparato la sera prima,per stordire i due e Ron doveva fare da
esca per attirarne uno lontano dall’altro,l’idea non piacque per niente a lui ma rassicurato da
Hagrid,accettò anche se il suo viso aveva l’espressione di chi considerasse la via per tornare a casa
una soluzione dignitosa.
Per giunta Grop istruito da Hagrid sull’uso del bastone,percuotendolo per terra non infondeva a Ron
fiducia,spaventandolo ancora di più.
Hermione doveva fare ai due giganti un incantesimo Confudus,in mezzo agli occhi,Harry l’aveva
presa dal suggerimento che Sirius gli aveva dato prima del Torneo tre Maghi per vincere il drago e
se andava bene per un drago...!
Erano più o meno pronti, Harry era davanti e quasi stava per compiere la sua parte di
missione,quando vide una figura nera entrare nella fenditura che portava nell’accampamento,che
subito si bloccò ritornando sui suoi passi.
Togliendosi il mantello per farsi veder dagli altri correndo li individuò trenta metri indietro: “Non
sono soli i due giganti oggi, c’é anche un uomo. Restate qui io vado a controllare chi é poi
decidiamo il da farsi!”.
Prima che qualcuno potesse rispondergli era già di ritorno verso l’accampamento,e si era rimesso il
mantello.
Entrò di soppiatto cercando di non fare rumore e individuò l’uomo che stava parlando con quello
che sembrava il più intelligente dei due giganti, “Dovete aspettare ancora due,massimo tre
giorni,che poi dobbiamo andare all’appuntamneto con gli altri!”.
Le parole che mentre si avvicinava Harry sentì,lo avevano fatto decidere di restare in ascolto e di
avvicinarsi ancora di più,protetto dall’invisibilità.
Si mosse fino a circa quattro metri dal gruppo.
L’uomo che era nervoso,forse causa del espressione feroce dei due giganti che evidentemente non
gradivano di restare lì ancora del tempo.
Si guardava in giro,poi spalancò gli occhi nella direzione di Harry come se lo vedesse.
Alzò la bacchetta magica e Harry capì in un baleno il perché di quella reazione,le impronte sulla
neve.
Un raggio di luce rossa piovve su Harry e miracolosamente lo schiantesimo rimbalzò su di Harry.
Harry levò la sua baccchetta e pronunciò le parole: “Pietrificus totalis!”:
L’uomo cadde a terra come un macigno.
Harry pensò che avebbe fatto un’ottima pubblicità a Fred e George,quando sarebbere tornati a
casa,il vestito anti fatture aveva funzionato a meraviglia.
I due giganti emettevano urla di rabbia,certo che attaccare qualcuno che non si vede non doveva
farli sentire al sicuro. Infatti cominciarono a dare delle mazzate in giro alla cieca,con due enormi
bastoni,Harry si sentì in trappola, lo spazio dentro la grotta era normalmento grande,ma quando due
giganti infuriati e spaventati si agitano improvvisamente, lo spazio si restringe maledettamente.
Prese agirare in tondo sperando di fuggire ai colpi.
Il fracasso della lotta era infernale,colpi terribili andavano a vuoto facendo tremare la terra e le
rocce della caverna.
Pesi di pietra partivano come proiettili impazziti,quando una mazza colpiva qualcosa di solido.
Un bruciore alla spalla destra avvertì Harry che una scheggia aveva trovato il suo bersaglio.
Cominciò a correre curvo per dare meno superficie possibile alle schegge vaganti,si sentiva
perduto,il piano era un fallimento totale!.
“Impedimenta!”.
Una voce urlò lo schiantesimo,un’altra femminile questa volta: “Cofundus!”, un gigante cominciò a
girare su se stesso come se non sapesse dove fosse.
“Insieme,a quello di destra!”. Una voce maschile gridò forte; “Impedimenta!”.
Quattro luci rosse partirono in direzione del gigante che si trovava alla sinistra rispetto a
Harry,centrandolo e facendolo cadere per terra schiantato.
L’altro per nulla intimorito, anzi, sempre più arrabbiato,alzò la mazza e con un urlo da raccapriccio
corse verso a Ron che era il più vicino,non c’era tempo per organizzare un altro schiantesimo in
sieme,Ron capì di essere presto colpito e restò là immobile,senza sapere cosa fare.
Dalle sue spalle giunse come una furia Grop correndo come mai avrebbero pensato potesse
fare,diede una mazzata al bastone dell’altro gigante assordando tutti nell’impatto,quando i due
bastoni si distrussero nello scontro.
Hermione, Lupin e Tonks e Harry ancora nascosto dietro l’invisibilità,fecero partire istintivamente
un: “Impedimenta!”.
Anche il secondo gigante schiantò a terra con un rombo potente.
Harry si sedette sulle sue ginocchia Hermione gridò “Harry dove sei? Stai bene!?”.
Harry si sfilò il manto rivelando la sua posizione, era svuotato e stanco delle violente emozioni
provate in così poco tempo.
Ron si guardava la gamba, anche lui era stato colpito da una scheggia,ma questa era di legno,molto
più dolorosa di di quella di Harry che lo aveva solo scalfito.
Tonks scoprendo la gamba di Ron per vedere la ferita,fece un ncantesimo di estrazione,succeduto
da uno di cucitura.
Soddisfatta dal suo lavoro, si guardò intorno a vedere se nessun altro avesse riportato altre ferite.
Anche Harry fù medicato,ma a lui toccò Hermione che preoccupata lo aveva subito soccorso mentre
Tonks soccoreva Ron.
La sua medicazione fù più artistica,la bacchetta compiva svolazzi armoniosi mentre lo medicava.
Harry notò uno sguardo di gelosia a vedere che Hermione si era occupata di Harry al posto di
correre verso di lui.
Lupin si era spostato verso il Mangiamorte che Harry aveva pietrificato.
Guardandolo in viso esclamo: “ E’ Macnair!”. Esclamò Lupin vedendolo in faccia.
Compiuta un ispezzione della grotta che a parte la scrivania non presentava niente altro di
interessante,misero Grop a guardia dell’ingresso e fecero il punto della situazione.
Lupin prese la parola; “E’ chiaro che qui é solo un posto di passaggio e non può dirci niente di più
interessante,é ora che rientriate alla scuola, io e Ninfadora restiamo qui ad attendere che qualcuno
dal Ministero venga per portare questi qui a Azkaban.Voi ufficialmente non siete mai stati qui. Se
Voldemort sapesse che tu, Harry o qualche tuo amico avete partecipato all’azione cercherebbe di
vendicarsi in fretta.
Hagrid con Grop che sorrideva a Ron,e da questi ricambiato,con uno smagliante sorriso,si diressero
verso la strada del ritorno,ambedue erano contenti del lavoro svolto.
Hermione con Ron e Harry si prepararono a Materializzarsi a Hogsmade,per rientrare a scuola.
Era stata per gli altri una buona giornata,il resto lo avrebbero letto sula Gazzetta del Profeta il
giorno dopo. Harry penso con soddisfazione che anche qualcun altro su una altra scrivania avrebbe
letto la medesima notizia provando meno soddifazione a leggerla.
Dormirono nei loro letti per tutta la notte difilato quando tornarono al castello,solo alle otto e mezza
scesero a fare colazione,i volti ancora sciupati per l’emozione passata.
Durante la colazione arrivò un gufo con nel becco la Gazzetta del giorno e Hermione pagando il
gufo ,con impazienza aprì il giornale per leggere il resoconto della loro azione.
Stava per iniziare che entrò Ginny e si fiondò ad abbracciare Harry,evidentemente al corrente della
fine della loro avventura,lo tenne a lungo stretto infischiandosi degli eventuali commenti di chi
poteva vederli.
Per fortuna alla tavola non c’era quasi nessuno,visto che il treno non era ancora arrivato da Londra e
la cosa passò inosservata.
Una volta che Ginny si fù calmata, Hermione cominciò a leggere l’articolo intitolato:Il Ministero
sgomina una banda di giganti e di Mangiamorte”.
Seguito da un fantasioso racconto di come sapesse da tempo dell’esstenza del luogo come base dei
Mangiamorte e avesse deciso di punire il gesto compiuto nella fattoria,l’articolo terminava con una
frase rassicurante che ora il modo magico poteva dormire sogni più tranquilli, il Ministero vegliava
sulla sicurezza pubblica.
Harry ebbe uno scatto di rabbia,il Ministero era un branco di incapaci e Scrimgeour, il nuovo
ministro era poco più di Caramell,ma poi nemmeno così diverso,in fin dei conti.
Passarono la mattinata parlando male del Ministero,e dei nuovi progetti per scovare l’ultimo
Horcrux.
Erano nella sala comune che la McGranitt entrò e chiese a Harry di seguirla nel suo
studio,certamente voleva parlare dell’accaduto,e Harry aveva da discutere di Kreacher con lei.
La stanza era come sempre con gli strumenti d’argento ereditati dalla preside che sbuffavano e si
muovevano secondo geometrie cicliche.
I ritratti dei precedenti presidi sonnechiavano nei loro ritratti.
La preside si sedette alla sua scrivania,fissando Harry come a pensare da dove cominciare.
“Remus mi ha detto cosa é successo alla grotta. Innnanzi tutto devo dirti che sono contrariata per la
vostra iniziativa”. Harry che si aspettava un elogio per il successo restò visibilmente deluso.
“Però devo felicitarmi per aver portato dei pericolosi criminali al sicuro dietro le sbarre di
Azkaban,se lo meritavano. Macnair sarà processato la settimana prossima, me lo ha confermato il
Ministro della Magia proprio questa mattina via gufo”.
Dopo una breve pausa continuò: “Ora che voi tre siate indisciplinati non é una novità,ma andare a
caccia di Mangiamorte é diverso dalle vostre solite storie,é ora che tu mi dica tutto salla faccenda
dei vostri incontri,parlo di tè e Albus,come puoi capire da solo la situazione é cambiata,Kreacher é
strettamente sorvegliato e presto sarà trasferito dal Ministero in un luogo più sicuro dove potrà
essere tenuto d’occhio meglio che qui a scuola,questa vicenda penso che sia strettamente legata
all’attività che tu svolgevi con il mio predecessore.
Harry prese tempo,guardandosi le scarpe,capiva che qualcosa doveva dire,ma non era intenzionato a
dire tutto.
“In effetti é vero che Kreacher é legato agli avvenimenti,sia dell’Ordine che quelli più personali”.
Si sistemò gli occhiali per prendere un pò di tempo.
“Silente ha escogitao un sistema che mi permetesse di sopravvivere agli attacchi di Voldemort....”.
Non voleva spingersi più in là ,e lasciò cadere il discorso.
LaMcGarnitt,stava per replicare quando la voce di Silente la interruppe.
“E’ vero Minerva,io e Harry siamo riusciti a scovare degli indizi per proteggerlo dagli attacchi di
Voldemort”.
Era la prima volta da quando Silente era morto che lo sentiva parlare come non fosse successo
niente.
“Ti prego di non metterlo in imbarazzo,facendogli delle domande inopportune,lui ha un compito
che io gli diedi a suo tempo che stà portando avanti devo dire in maniera splendida da quello che
sento dire in giro”.
L’improvviso complimentofatto da Silente per giunta, lo lasciò senza parole.
“Ma Albus,come faccio a proteggerlo se non sò di cosa si tratta e l’Ordine neanche Arthur ne sà più
di me sulla faccenda”.
“Certo ed é per mia volontà che ciò é accaduto,non prendertela con Harry se ubbidisce ai miei
ordini,se mai prenditela con me!”.
La McGranitt era a sua volta imbarazzata,e si mise a scartabellare sui suoi documenti sparsi sulla
scrivania,per prendere tempo.
Harry capì che l’intervento di Silente aveva messo termine alla loro discussione,si alzò e visto che
la preside non lo fermava, si avviò verso la porta,di istinto si girò e guardando Silente gli disse: “Ne
resta solo uno”.
Subito si diresse verso la porta per non dover rispondere alla sbigottita preside,sentendo dietro di se;
“Lo sò, vai avanti così”.
Nel corridoio era euforico non vedeva l’ora di parlare con gli altri dell’elogio di Silente,dopo tutto
era stata una buona festa di Natale!.
 
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RaphaelArcanghelos
view post Posted on 27/8/2007, 10:59




Niente male...anche se devo ancora capire alcune cose,tipo come sono numerati i capitoli..sei passato dal 6 al 9...
E ci sono delle incongruenze, la distruzione degli horcrux è troppo facile,come facile è trovarli....
 
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spaik1981
view post Posted on 27/8/2007, 12:17




Non sono passato dal 6 al 9, ma nei testi ke poso ci sono di solito 3 cap cercherò di spaziarli meglio. Si la distruzione e la ricerca è un po' rapida...ma è la parte finale ke è spettacolare...in questo libro l'autore ha preferito focalizzarsi di più sui rapporti tra i protagonisti soprattutto tra Harry e Ginny....

Se riesco inserisco ancora qualke cap prima di sera...Ciao

Edited by spaik1981 - 27/8/2007, 13:53
 
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spaik1981
view post Posted on 27/8/2007, 13:37




ECCO IL SEGUITO CIAOOOOO

Cap 12

Piton e la trappola del fiume che non c’é


Pensandoci bene Harry non trovò così eccezzionale la loro avventura alla grotta,non avevano traccia
di Piton e di Voldemort,anche se dovette ammetter che almeno gli assassini della fattoria erano stati
messi al sicuro.
La scuola ricominciò i commenti degli studenti all’azione intrapresa. Erano entusiasti,c’é chi lodava
il Ministero commentando che era sicuro che avebbero ottenuto dei risultati positivi perché i giganti
avevano oltrepassato ogni limite,con l’attacco ai maghi che vivevano isolati.
Altri più pessimisti dicevano che ora gli attacchi sarebbero stati più feroci,per vendicarsi di quelli
che erano stati inprigionati.
La Gazzetta dopo due giorni di titoloni e elogi al lavoro del Ministero,portava finalmete una notizia
che fece gridare Hermione dalla gioia: “Evviva hanno liberato Stan Pichetto,con l’interessamento
del funzionario Arthur Weasley oggi la commissione di riesame ha decretato che il pesunto
Mangiamorte Stan Picchetto é risultato innocente delle accuse a lui imputate”.
La foto che riportava l’articoletto,nemmeno troppo lungo,mostrava un Stan magro e spaurito mentre
veniva prosciolto al Ministero,l’espressione era di chi non sapesse bene cosa ci facesse lì e non
avesse capito nulla della sua liberazione.
Ron commentò che l’importante era che finalmete era stato liberato,ma Harry obbiettò; “Si ma
resterà per tutta la sua vita segnato,per una stupida vanteria che avrebbe ricordato a lungo!”.
Un grido interruppe le loro considerazioni. Proveniva dalla direzione dell’entrata,Gaza entro
urlando nella sala grande,dove tutti facevano colazione,e lanciavano occhiate intorno spaventate.
“Kreacher,ha tentato di rubare nella sala dei trofe,i lo visto trovatosi scoperto é fuggito”.
Si fermò ansimante davanti alla McGranitt che subito ordinò agli studenti di rientrare nelle lor case.
Seguita dagli altri insegnanti si diresse verso il portone per organizzare la cattura.
Harry si mise una mano in tasca e estrasse il mantello che da quando Silente glielo aveva
ordinato,teneva sempre con se.
Ron e Hermione subito gli si incollarono addosso per rendersi invisibili,e seguirlo.
Anche Ginny valutò la possibilità di unirsi al gruppo ma poi nel caos di chi correva verso le
scale,disse a Hermione che provabilmente nessuno ci avrebbe fatto caso se andavano scoperti alla
ricerca di Kreacher,visto che le gambe di tutti spuntavano di sotto. La colpa era di Ron che era
ormai cresciuto troppo per far stare gli altri,ben nascosti.
Harry e Ron restarono nascosti sotto il mantello e Hermione e Ginny li seguivano a ruota sentendo
la voce di Ron che le guidavano nei corridoi.
Harry aveva una mezza idea di sapere dove si era rifugiato Kreacher,e stava guidando gli altri a
cercarlo.
L’ingresso della cucina dalla parte dell’ingresso delle merci,la doveva aver cercato la
fuga,esattamente dove era entrato l’ultima volta.
Cercarono nella cucina piena di elfi spavenati da quella irruzione improvvisa,Dobby si fece incontro
riconoscendo Hermioe, Harry si tolse il cappuccio e Dobby fece un salto in dietro per la paura,ma
subito si riprese,”E’ andato di là era sconvolto”.
Indicò con la mano una porta nascosta dietro una madia grande che doveva contenere gli ingredienti
della cucina,corsero verso la porta che splancarono restando inchiodati la dietro c’era
Kreacher,ansante che teneva la coppa di Tassorosso in mano e aveva uno sguardo smarrito,una
barriera magica gli impediva di scappare dal castello. Dietro di loro un rumore di passi,la McGranitt
seguita da Vitious e da Hagrid,uscirono dalla porta della cucina e si fermarono dietro a Ginny.
La McGranitt con la voce alterata dalla rabbia gridò. “Cosa pensavi di fare,credevi di poter fuggire
così senza che nessuno ti vedesse!”.
L’elfo aveva gli occhi igniettati di odio,e guardava la direttrice con sguardo di sfida,tenendo la
mano alzata verso di loro per tenerli a bada,ad Harry ricordò il gesto che Dobby fece quando
protesse lui contro Lucius Malfoy,dopo l’avventura nella camera dei segreti.
“Andiamo, non hai via di fuga, é chiusa,la scuola é protetta da incantesimi potenti contro entrate e
uscite non autorizzate.
L’elfo mise una mano in tasca e prima che nessuno potesse fare qualcosa estrasse della polvere
dalla tasca della tunica e gettò della polvere nera addosso a tutti i presenti,l’ultima fugace visione
che Harry ebbe fù Kreacher che si trasformava in Piton,che teneva la coppa mentre lanciava una
magia verso la barriera e fuggiva. Poi tutto restò nero per più di un minuto e tutti andarono a tastoni
toccandosi reciprocamente per cercare di uscire dal buio.Harry urlò:”E’ Piton. Ha rubato la coppa di
Tassorrosso!”.
La luce tornò, la scena era di sbigottimento generale,Hermione si teneva la faccia con le mani come
a voler tenere su la testa.
Ginny era bianca in viso,come se non avesse più sangue nelle vene.
La McGranitt urlava furiosa contro Piton,anche lei doveva aver intravisto la trasformazione di
Piton.
“Lui....lui conosceva gli incantesimi di difesa della porta e é restato tutto questo tempo qui con
noi!”.
Non riuscì a dire altro, rientrò nel castello mentre Vitious faceva un altro incantesiomo sigillante
alla porta delle merci.
Harry restò con Ron nascosto sotto il mantello,ne aveva avuta abbastanza di dover spiegare alla
preside i suoi spostamenti,per farsi vedere ancora sul luogo degli avvenimenti.
Hermione intuito il motivo della loro invisibilità si mise davanti alla preside per spiegarle la loro
presenza con Ginny ancora scossa al suo fianco.
Ma la McGranit non le prestò la minima attenzione,dati gli ultimi ordini in cucina si diresse verso il
suo ufficio visibilmente scossa.
La sera gli studenti erano agitati,naturalmente tutti sapevano dell’accaduto nella cucina,anche per
via del cibo che quella sera era un pò fatto frettolosamnete, chi si lamentava del poco sale chi
invece cercava la saliera per aggiungerlo, dei dolci erano guarniti con maionese al posto della salsa
di ribes rosso dolce,ma tutto sommato riuscirono a trovare il modo di cenare con qualcosa di
commestibile.
Hermione notò che dovevano essere tutti ancora spaventati la sotto per riuscire a fare bene il loro
lavoro,nessuno osò contraddirla.
Era a lezione Harry quando uno del terzo anno di Corvonero bussò alla porta del professor
Ruff,interrompendo una noiosa lezione di storia della magia,chiedendo che Harry era desiderato in
direzione.
Lanciato un’occhiata a Ron che gli rispose scuotendo le spalle come se non avesse idea del perché
fosse stato chiamato in direzione. Harry seguì il ragazzo che si teneva a distanza da lui lanciandogli
occhiate di tanto in tanto timorose,forse le storie che avevano raccontato sul suo conto
continuassero a mieter vittime. Facendolo vedere come uno di cui non fidarsi troppo.
Il Ragazzo scomparve con sollievo quando la McGranitt gli disse di entrare l’ufficio.
Era intenta a scrivere quando Harry si sedette davanti a lei.
“La ragione per cui ti ho fatto venire qui,é per dirti che Alastor dovrà partire alla ricerca di tracce di
Piton,l’Ordine ha tutti i suoi effetivi impegnati e non può lasciare da parte nessun compito per il
momento”.
Harry ebbe l’impressione che una scure si stesse per abbattere sul suo capo.
“Dal momento che hai del tempo libero dalle lezioni di Difesa contro le arti oscure,non vorrei che
tu ti cacciassi in altri pasticci. Ho deciso che tu lo sostituirai...,insomma che farai compagnia a
quelli del primo anno durante l’ora di difesa!”.
La tegola aveva toccato la testa di Harry; “Ma io non sò fare l’insegnante,cosa gli dico? sopratutto
cosa faccio?!”:
“Non devi fare l’insegnante e se non ricordo male,hai tenuto lezioni abusive già una volta quà a
Hogwarts,se non sbaglio!”.
Harry ricordò a cosa si riferiva la McGranitt,lei parlava dell’ES.
“Ma allora era diverso, c’era la Umbrige”, Tentò una debole difesa,ma sotto sotto sapeva cosa
diceva la preside.
“Hai imparato qualcosa no? Allora puoi fare qualche incantesimo semplice,lo saprai fare no?”.
Il tono era decisamente di scherno.
“Così ti terrai fuori dai guai,e io riuscirò a tenere a bada una mandria di ragazzini che se no
invaderebbero la scuola e in questo momento non possiamo permetterci che degli studenti siano per
i corridoi a urlare e a combinare chissà che cosa!”.
Harry era depresso,uscì senza alzare la testa dall’ufficio della preside.
Raccontare quel colloquio agli altri sarebbe stato difficile.
Alla notizia che Harry diede con un tono disperato agli altri,ottenne degli sguardi ammutoliti.
La prima a riprendersi fù Hermione che con un gran sorriso andò a cercare gli orari per organizzare
le lezioni. Ron lo guardò come se lo vedesse per la prima volta,poi con la bocca semi aperta gli
disse: “Prenderai un ottimo voto quest’anno all’esame per difesa e sarai tu a dartelo!”.
La frase sembrava più un tentativo di trovare una logica che un commento alla decisione della
preside.
Andò a letto presto quella sera e anche se ci fosse stato Voldemort in persona nella scuola sarebbe
andato a dormire ugualmente,ne aveva avuto abbastanza per quel giorno.
La colazione del mattino fù un incubo per Harry,Hagrid con un cenno lo invitava a sedersi lì al
tavolo dei professori sorridendo,la McGranitt che con un’occhiataccia,gli consigliava di desistere
dallo scherzo,Ron che dalla sera prima lo guardava a bocca semi aperta e si brodolava addosso ogni
tanto dimenticandosi di chiudere la bocca quando mangiava.
Hermione gli aveva organizzato su una pergamena il corso completo di Difesa contro le arti
oscure,primo anno,con disegnini,che illustravano le varie tecniche che a suo giudizio poteva
insegnare.
La botta finale venne da Ginny che gli disse candidamente; “Insomma farai solo il Baby Sitter a dei
ragazzini per un pò,non vedo cosa ci sia di male no?”:
Il sorriso di lei,lo tramortì, non aveva mai pensato alla questione da quel punto di vista,lui un Baby
Sitter,era troppo.
Si alzò da tavola e tristemente si diresse verso la classe, non doveva arrivare dopo gli alunni.
Hermione le aveva redarguito su quel punto dicendo: “Un insegnante dà sempre il buon esempio
che gli alunni devono imparare a copiare”.
La frase rimbombava ancora nella sua testa,quando con una certa apprensione aprì la porta della
classe di Difesa,la sala era vuota niente che facesse pensare che qualcuno vi insegnasse, nessun
tocco personale,di cui Harry ricordava dei vari insegnanti che si erano succeduti negli anni
precedenti, il vuoto.Malocchio aveva messo le sue cose nella stanza personale dell’insegnante
geloso che nessuno potesse manometterle.
Uno scalpitio,interrompe i tristi pensieri di Harry che si gira ad affrontare una miriade di ragazzini
timorosi e insieme curiosi che varcarono la soglia della classe e in silenzio si sedettero aspettando
un cenno dal loro nuovo insegnante.
Le annotazioni di Hermione che teneva in mano lo fecero sentire stupido,e mise subito sul tavolo le
pergamene.
Grifondoro, Tassorosso, Serpeverde, Corvonero, tutte le case erano riunite lì a
guardarlo,curiosi.,alcuni diffidenti.
“Io non sono un nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure,sono solo uno studente come voi,la
preside mi ha chiesto di sostituitre il professor Moody,assente per questioni personali,faremo
insieme qualche esercizio tutto quà,qualche domanda?”.
Un attimo di silenzio e un piccoletto di Corvonero alzando la mano gli chiese: “E’ vero che hai
combattuto contro Tu-sai-chi in persona?”.
La giornata cominciava male. “Sentite le storie su di me,sono tante e molte volte esagerate”.
Gli occhi di tutti erano attenti a non perdere una sola battuta di quell’atipica lezione,Harry aveva la
sensazione che fosse stato meglio restare sulle montagne a dare la caccia ai giganti che essere lì a
rispondere a quelle faccine dall’espressione poco innocente,e ingordi di curiosare nella sua vita.
Un’altra mano si levò,e un’altra sembrava che tutti avessero da chiedere qualcosa,bisognava
inventarsi un diversivo e subito.
“Basta non siamo qui per parlare di me!”.
Gli animi sembrarono calmarsi. “Ora se vogliamo fare un ripasso di quello che avete studiato
quest’anno possiamo rivedere qualcosa che non avete ben capito”.
Molti sembravano delusi,ma una timida mano di una bambina con lunghi capelli biondi,si alzò per
aria e lei chiese: “Che cosa é un Infero,mia madre dice di mio padre che se fosse aiutata da un
Infero avrebbe più aiuto”.
Harry si arrese non sapeva più cosa raccontare.
“Ok niente ripasso,mettetevi in fila l’uno di fronte all’altro facciamo un incantesimo di disarmo”.
Alla fine dell’ora i risultati non furono deludenti la bambina dai capelli biondi che si chiamava
Jenny fù capace di disarmare un bambino di nome Bertram,e uno alto e timido fù in grado di far
saltare la bacchetta di una sua coetanea di Tassorosso.
Finnalmete suonò la campanella di fine lezione,Harry attese che tutti furono usciti,per andarsene a
sua volta. Sulla porta incontro la McGranitt,che con un fascio di pergamene sotto il braccio,passava
di lì:”Ti hanno massacrato vero?”.
Senza aspettare risposta lei salì le scale mentre Harry distrutto e senza la forza di ribadire nulla si
diresse verso la lezione sucessiva di pozioni che avrebbe cercato di non mostrare a nessuno che era
stato battuto da una mandria impazzita di ragazzini.
Entrò e subito si diresse al tavolo dove lavoravano Ron con Hermione,quest’ultima guardandolo
disse: “Ti hanno massacrato”. Harry pensò che Hermione si era messa daccordo con la
McGranitt,ma lei poteva guardarla torvo,non rischiando altre terribili punizioni.
“Ho capito non hai studiato gli appunti che ti ho lasciato e hai fatto di testa tua,Vero?”.
Harry rovesciò gli ingredienti nel suo calderone,senza emettere parola,voleva solo andare a dormire
presto quella sera e dimenticare tutto.
Alla cena un piccoletto di Grifondoro gli si sedette vicino a tavola salutandolo ; “Ciao proff”.
L’occhiata cattiva di Ron lo dissuase a fare amicizia,e filò via verso i compagni del suo anno.
Ormai la parola era passata tutti nei corridoi lo chiamavano professore Potter,anche quelli non
appartenevano al primo anno.
Pensò che la McGranitt,lo aveva incastrato bene,se prima era famoso,ora non riusciva a fare niente
che qualcuno non lo seguisse o gli rivolgesse qualche domanda su Difesa contro le arti oscure,alla
fine non provò nemmeno a negare di non essere il professsore.
Lunedì le cose migliorarono,Malocchio era tornato a scuola e con un sogghigno gli chiese di
seguirlo nella loro classe. L’allusione alle sue disastrose lezioni era palese.
Accertatosi di essere soli Malocchio non la smetteva di roteare il suo occhio magico. Harry per non
avere la nausea guardò il pavimento.
“Ho trovato tracce di Piton”, esordì Malocchio con voce bassa ma tesa.
“E’ vicino alla zona industriale di Liverpool,ci và nei fine settimana e non é solo!”:
Harry sentì la rabbia bruciare dentro di sè,una traccia per ritrovare la persona che più odiava al
mondo dopo Voldemort.
“Andremo insieme no?”. Domandò con ansia a Malocchio. “Se te la senti,non é una passeggiata ci
sarà da combattere,e duramente!”.
“Certo che me la sento,e quando mai é stata una passeggiata?”.
Malocchio guardò Harry con tutti i due occhi.fissi su di lui.
“No non lo é stato,daccordo ma senza i tuoi amici,se no non se ne fà niente”.
“Va bene”.
“Saremo solo io e te e Remus,ci saranno parecchi conti da regolare ...anche quello di Silente”.
Harry annui con la testa,erano daccordo e non c’era niente da aggiungere.
“Bene professore Potter,é così ti chiamano adesso no? Vai sopra a riposarti,e silenzio,andremo
sabato mattina presto”.
La settimana passò per Harry come in un film,partecipava con il corpo a quello che succedeva ma
non con la mente,spesso era assente,anche se cercava di scherzare e partecipare ai discorsi con Ron
e Hermione ma la mente era fissa a sabato,venerdì sera Ron dal suo letto gli disse: “E’ per domani
no?”.
“Cosa non possiamo giocare a Quidditch domani devo restare a scuola”.
“No intendevo la caccia é per domani”.
Harry si sentì male, aveva finto per tutta la settimana e ora all’indomani della prova tutti sapevano
ma avevano fatto finta di niente.
“Sapevate tutto e non mi avete detto niente?”.
“Sinceramente la scusa della scuola non reggeva. Malocchio torna dalla perlustrazione e tu hai un
impegno che non puoi rimandare,per non contare che sei stato assente con la testa per tutta la
settimana e pretendi di essere stato un buon attore?”.
Ron aveva ragione, non lo era stato. “Si, é per domani, cercheremo di stanarli alla fine”.
“Non dirlo a Hermione che te ne ho parlato,non vorrei che mi rimproverasse,ha capito tutto da sola
ma ha pensato che se tu volevi così,era meglio asssecondarti”.
Poi nessuno parlò più, non c’era più niente da dire.
La colazione passò in una finta atmosfera di fine settimana senza lezioni da seguire e con la
prospettiva di un weekend in relax ma le occhiate furtive di Ginny e di Hermione la dicevano lunga
sui loro sentimenti. Harry salutò tutti e se ne andò temendo di non riuscire ad andarsene più.
Nell’atrio incontrò Malocchio che senza una parola gli fece strada verso Hogsmade,sulla via
incontrarono Lupin che li salutò riuscendo perfino a fare un sorriso a Harry che non riuscì a
contraccambiarlo,camminarono in silenzio fino a essere nascosti alla vista dell’ultima casa del
villaggio. Lupin fece vedere una foto a Harry per memorizzare dove doveva materializzarsi,aspettò
che avesse impresso bene la foto nella memoria e si dissolse con Malocchio, poi Harry li seguì.
Si era appena materializzato che Lupin lo tirò per un braccio per spostarlo dalla strada, si era
materializzato troppo allo scoperto,mentre si metteva al riparo,si guardò intorno.
La zona era come se la immaginava: squallida, desolata e anonima,perfetta per chi avesse desiderio
a mantenere l’anonimato.
Fabbriche di mattoni rossi, sporchi dal fumo dell’inquinamento rendevano palpabile la sensazione
di abbandono e degradazione,una fila di cancelli arrugginiti con ai lati ciuffi di erba mai rasata
rendevano il paesaggio ancora più solitario.
Lupin lo distrasse dalle sue considerazioni.
“Lo stabile é là”.
Fece un cenno con la mano verso una costruzione che era in sostanza uguale alle altre,anonima,ma a
guardare bene il cancello era stato aperto di recente, l’erba non aveva fatto a tempo di crescere e
bloccare lo scorrimento del cancello a battente.
Il sentiero che portava all’ingresso del fabbricato era consumato dal calpestio dei piedi che vi erano
entrati e usciti molte volte,formando un passagio di terra battuta.
Malocchio era appostato già dietro un muro parzialmente crollato e il suo occhio magico roteava
all’impazzata per controllare se dentro i muri qualcuno si stava muovendo o avesse intuito la loro
presenza la fuori.
“Metti il mantello dell’invisibilità,Harry”.
La voce di Malocchio era ferma e decisa,nonostante la non più giovane età era ancora un temibile
avversario per i Mangiamorte che avessero avuto la sfortuna di incontrarlo.
Il pensiero confortò Harry.
“Dietro”, continuò Malocchio “una volta c’era un fiume che ora é stato deviato, là un muro é
crollato e possiamo entrare senza farci vedere,andiamo”.
Malocchio mise sulle spalle il suo mantello dell’invisibilità lasciando scoperta solo la testa, forse
per far sapere a Harry e a Lupin che lo seguivano dove fosse.
Girarono intorno allo stabile e passando lungo il muro di recinzione che attorniava la proprietà,
arriavrono sul letto del fiume dove, come descritto da Malocchio,trovarono il muro parzialmente
crollato e entrarono nel cortile interno.
Moody aveva messo il cappuccio restando completamente invisibile.
Lupin si era fatto un incantesimo di dissimulazione rendendosi trasparente ed essendo visibile solo
durante i movimenti,Harry indossò il suo cappuccio e seguiva Moody guardando l’entrata del retro
fabbrica e l’erba calpestata da Malocchio.
Una porta era socchiusa vicino a quello che sembrava un’area carico merci.
Harry pensò che se il luogo era frequentato da Mangiamorte,la sicurezza lasciava un pò a desiderare
visto che non si erano premuniti di chiudere una porta,oppure si sentivano al sicuro,e non
prevedevano di essere visitati.
Malocchio a voce bassa disse: “Attenti,non mi piace é troppo facile”.
La frase anche se sussurrata fece esplodere un finimondo.
Raggi rossi volarono fuori dalle finetre colpendo alla cieca tutt’intorno a loro.
Lupin corse a mettersi a fil di muro per portarsi fuori tiro delle finestre Harry,ebbe un momento di
indecisione,e fortuna perché il tiro dei Mangiamorte deviò verso il rifugio più vicino che era un
bidone di metallo a lato porta.
Restare lì voleva dire farsi colpire di certo, fece la cosa più assurda che gli venne in mente, entrò, la
bacchetta ben tesa davanti a sè, vide un Mangiamorte che furiosamente lanciava maledizioni fuori
dalla finestra gridò; “Impedimenta!”.
La figura vestita di nero,fece un balzo indietro cadendo a terra.
Un altro che stava all finestra sucessiva urlò: “Hanno il mantello dell’invisibilità,formate un
cerchio!”.
Era la voce dll’odiato Piton.
Immediatamente sei o sette Mangiamorte sbucarono ognuno dal suo angolo e si riunirono in centro
stanza,lanciando maledizioni a raffica.
La stanza era piena di raggi rossi e verdi. Harry stava basso per farsi più piccolo possibile.
Cercò un riparo dietro un angolo,urtando qualcosa di solido,che non vedeva. Malocchio aveva avuta
la sua stessa idea;”Bene ragazzo,io vado a sinistra verso l’altro muro,tu passa a destra e ricorda,
colpisci solo se sei sicuro di centrarli, una volta tirato loro sanno dove sei,spostati molto in fretta.
La frase sussurrata,attirò lo stesso due potenti maledizioni che si infransero nello spigolo del muro
facendolo saltare un enorme pezzo.
Harry pensava solo a Piton,e un’altra idea pazzesca gli attraversò la mente. Individuò Piton in
mezzo al gruppo erano tutti mascherati ma lui,forse per distinguersi,come un comandante dei vecchi
libri di storia babbana che aveva visto.
Ci teneva a farsi riconoscere come tale.
Harry si tolse il cappuccio gridando: Ei sono qui!”.
La battaglia ebbe un momento di pausa.
I Mangiamorte smisero di lanciare incantesimi e lo fissarono come uno spettro uscito da qualche
incubo.
Malocchio e Lupen non si fecero prendere dalla sorpresa e due raggi rossi stesero due dei
nemici,assotigliando il cerchio difensivo.
Piton,alla vista di Harry ebbe un’espressione disumana.
I tratti del volto erano deformati dall’odio,come lo aveva visto fare la notte della morte di Silente.
“Non colpite Potter a morte!”.
Fù il suo secco ordine,Harry contava su di questo. Immediatamente quattro raggi rossi lo centrarono
in pieno.
Lasciando gli uomini del cerchio esterefatti,le fatture rimbalzarono su di lui dando la possibilità a
Lupin e a Malocchio di abbatterne altri due.
I Mangiamorte si ripresero dallo stupore,oramai erano rimasti solo in tre,e quella che sembrava una
trappola architettata per dare un brutto colpo all’Ordine della Fenice,si stava rivoltando contro di
loro.
Harry lanciò una maledizione non verbale,chiudendo la sua mente con il canto del serpente,che gli
ronzava in testa,Sectursempra.
L’odio di Piton si trasformò inn sorpresa aveva calcolato di sapere in anticipo la mossa di Harry e
adesso invece perdeva sangue,sostenuto solo dal suo odio latrò: “Ritiriamoci!”.
Scomparve smaterializzandosi. Gli altri avevano un espressione di sorpresa e paura non sembravano
più tanto determinati e uno di loro cadde prima di che l’ultimo segui Piton.
La battaglia era finita!.
Lupin gridò: “Harry sei....seei stato eccezionale!:
Non poteva credere ai suoi occhi,. Malocchio si tolse il cappuccio era vicino alla pozza di sangue
lasciata da Piton e la stava guardando dubbioso.
“Ragazzo non sò dove hai imparato quella cosa ma deve fare molto male!”.
Esclamò Lupin era dietro di loro che controllava se intorno non ci fosse rimasto nessuno nascosto.
Malocchio legava i Mangiamorte restati svenuti sul campo.
Harry si sedette sudi una cassa,svuotato da tutte le sue energie,ancora con il cervello che si rifiutava
di funzionare correttamnet.
“Riposa non credo che abbiano voglia di tornare,hanno preso una batosta dura oggi,ci aspettavano
per distruggerci e sono rimasti loro ad aver paura di noi”.
Lupin aveva messo una mano sulla spalla di Harry mentr epronunciava queste parole.
“Io devo andare ad avvertire gli Auror,Harry é meglio che tu yti Materializzi a scuola subito,prima
che arrivino,é meglio che non sappiano che c’eri anche tu!”: Lupin aveva ragione,con le gambe
tremanti,si mise in piedi e pensò a Hogsmade.
La strada era tranquilla in netto contrasto con la confusione che fino a pochi istanti prima aveva
sollecitato i suoi sensi.
Cercò un bastone,le gambe non lo reggevano troppo bene. Chissà che fine aveva fatto Piton,non
sembrava colpito a morte,lui sperava con tutto se stesso di si,comunque aveva preso una lezione che
certamente da Harry non si aspettava,e se era sopravissuto ora aveva paura di lui,l’epoca delle sue
arroganti battute e dei suoi modi altezzosi era finita per sempre.
Ai cancelli di Hogwarts c’era ad aspettarlo una McGranitt ansiosa e un Hagrid che teneva
nervosamente la balestra come se fosse un Mangiamorte che personalmente voleva strozzare.
“Harry come mai sei da solo e Alastor,dove é rimasto?”:
“E’ restato indietro,doveva aspettare qualcuno del Ministero,era un atrappola!”.
“Una trappola,cosa intendi con,era una trappola?”.
Ribattè nervosa la preside.
“Ci stavano aspettando,ovvero lì stavano aspettando,quando mi hanno visto sono rimasti sorpresi,e
siamo riusciti ad avere la meglio su di loro”.
Rispose semplicemente Harry. Era stanco e voleva solo salire al dormitorio e dimenticare tutto
quello che aveva passato,la McGranitt sembrò aver letto nella sua mente perché disse: “Vai di
sopra,immagino che sarai stanco,ma mi aspetto che tu mi dica esattamnete cosa é accaduto,prima di
sera”.
Harry fece un breve cenno di assenso e si diresse verso il castello.
Nella sala comune di Grifondoro,un’altro comitato lo stava aspettando,non fece in tempo di varcare
il buco del ritratto che ginny gli si gettò fra le braccia guardandolo fisso negli occhi come e
assorbire col contatto visivo tutta la storia,Harry disse semplicemente; “Ho incontrato Piton”.
Poi si diresse verso il dormitorio aveva solo voglia di dormire,nessuno lo fermò,per fargli delle
domande.
Dopo uin paio d’ore era disteso sul suo letto che Ron avvicinandosi di soppiatto gli chiese se
dormiva,sentendolo rispondere si sedette sul bordo del suo letto e lo guardò,non era solo Hermione
e Ginny,lo seguivano a distanza e visto che ra sveglio si misero anche loro a sedere vicino a lui.
Harry cominciò la storia e quando arrivò alla parte di Piton Hermione emise un debole
gridolino,subito smorzato aggiungendo; “Se la é meritata,ho letto della maledizione
Sectursempra,se presa in tempo può non essere mortale. Vedremo se ritornerà in circolazione!”.
Harry ripensava alla prima volta che aveva stupidamente usato la maledizione su Draco e ne era
rimasto sconvolto. Ora desiderava che avesse avuto successo su di Piton,comunque per il momento
non poteva saperlo.


Cap 13

Draco la fuga nella villa abbandonata


Harry e gli altri passarono i giorni successivi rilassandosi il più possibile. Ron era un fiume di
battute sul comportamento della McGranitt, che da una parte mostrava ad Harry un disappunto per
quello che lei definiva un comportamento irresponsabile dei tre che sono andati a caccia di
Mangiamorte,dall’altro lo guardava con ammirazione. Anche lei avrebbe voluto,sue parole,dare una
lezione a Piton,la voce mentre pronunciava quelle parole era dura e determinata.
Risultato che non fù messo in punizione,anzi Malocchio durante le lezioni lo guardava con di tanto
in tanto con un lieve sorriso,come di due monelli che avevano fatto qualche marachella insieme.
Il resto della scuola naturalmente venne a sapere dalla Gazzetta della battaglia,che per la prima
volta accennava all’Ordine della Fenice,come l’autore del colpo,comunque il Ministero ci tenne a
precisare che la supervisione degli Auror era stata fondamentale per il successo della missione.
La foto dei Mangiamorte mentre venivano presi in custodia dagli Auror e incarcerati,diceva molto
sul loro morale,erano spauriti, confusi,come se qualcosa che non si sarebbero mai aspettato fosse
caduto su di loro.
Malocchio commentò a Harry alla fine di una lezione,che era senz’altro una battuta che non
avrebbero dimenticato tanto facilmente.
In bibbliteca Harry cercava di risolvere un compito di trasfigurazione,senza troppo successo,più che
altro giocava con la sua piuma e faceva ghirigori sulla pergamena. Ad interrompere la sua noia fù
Neville,che con aria insicura gli si sedette accanto.
Harry pensò subito al motivo,aveva promesso si discutere insieme di un eventuale attività insieme
anche a Luna,e aveva dimenticato totalmente la cosa. Certo aveva delle ottime scusanti ,ma questo
non lo faceva sentire meglio,Neville tutto sommato si era comportato sempre bene nei suoi riguardi
e non meritava l’indifferenza che gli aveva mostrato. “Neville,io devo scusarmi con te e Luna,ma
ho dovuto fare molte cose e mi sono scordato del nostro appuntamneto”.
“Lo sò, Hermione è venuta con Ginny e ci ha spiegato tutto,non devi scusarti,tu stai facendo
qualcosa di importante e forse noi ti diamo solo fastidio,e non possiamo certo essere molto
utili,quindi va bene così”.
“No, non é vero che mi date fastidio,e non é vero che non mi siete utili,mi ricordo bene al
Ministero,che se non era per tutti voi,non me la sarei cavata bene!”:
Harry si chiedeva cosa Hermione gli avesse raccontato delle sue azioni,ma aveva fiducia che se la
conosceva bene, se l’ era cavata senza problemi.
“Sai cosa facciamo, ci incontriamo nella stanza delle necessità come una volta e mettiamo giù un
piano per fare qualcosa insieme presto!”.
Neville sembrava al settimo cielo,lasciò Harry con un gran sorriso a continuare il suo noioso
compito.
Harry riprese a pensare all’ultimo Horcrux,la soluzione doveva essere ancora una volta a
Hogwarts,in quel momento avrebbe voluto che Silente fosse lì a guidarlo,coi suoi suggerimenti
raffinati e la sua serenità,ora che ci pensava era una dote importante che era talmente discreta che
quasi non si notava,ma a pensarci bene era una dote notevole.
“Harry hai voglia di fare una passeggiata?”.
La voce di Ginny lo riportò nella bibblioteca,e al compito che non voleva saperne di essere svolto.
“Ma si, tanto qui non combina niente,e ho ancora un giorno per consegnarlo!”.
Ginny lo aveva invitato a passeggiare,vedendolo così pieno di pensieri aveva pensato che una
semplice passeggiata era un ottimo modo di scaricare la tensione.
“Harry, noi passiamo poco tempo insieme,non fraintendermi non ti voglio accusare di nulla ma tu
hai bisogno ogni tanto di distrarti e avere soltanto qualcuno che ti cammina accanto senza proporti o
risolverti problemi,semplicemente é lì. Insomma sai che se ne hai bisogno io ci sono”.
IL ragionamento Harry,più che compenderlo lo intuì,del resto sapeva che Ginny era la persona al
mondo che più lo capiva. Camminarono in silenzio,non c’era bisogno di spiegare nulla,sarebbe stato
inutile.
Il tempo stava tendendo al brutto, nella sala grande Harry faceva la colazione con Ron. Hermione li
raggiunse con una pergamena nella mano,in un primo momento Harry non ci fece
caso,provabilmente se Hermione non avesse libri o pergamene in mano,non l’avrebbe riconosciuta.
“Harry se hai un attimo,vorrei farvi leggere un’idea che mi é venuta a proposito dell’incontro con
Neville e Luna,ho pensato che potremmo dividerci i posti da controllare per trovare indizzi
sull’ultimo Horcrux.,naturalmente bisogna fare in modo che non sappiano dell’Horcrux
direttamente,basterà dire che vogliamo impedire a Tu-sai-chi di entrare in possesso di un oggetto
che potrebbe aumentargli il potere e farlo ancora più temibile”.
Harry trovò la cosa veramente utile,più sarebbero stati più avevano possibilità di scorpire indizi
utili.
Ron era dubbioso,pensava che non era una buona idea,perché se sarebbe trapelato qualcosa della
loro ricerca,rischiavano di trovarsi in grosse difficoltà.
Hermione mostrò la pergamena con una mappa disegnata da lei, con i punti dei provabili indizi dell
presenza di oggetti appartenuti a Goldrig Grifondoro.
Alla fine decisero con il parere positivo di Ginny di parlarne anche con Neville e Luna e di farli
partecipare al progetto.
Presero accordi per il pomeriggio,davanti alla stanza delle necessità,visto che quel giorno era di
guardia Tonks all’interno della scuola,non avrebbero avuto problemi di dover spiegare a un
Auror,che venivano cambiati spesso dal Ministero,cosa ci faceva un gruppo di studenti lì,in quel
corridoio.
L’idea di scegliere un giorno in cui era di guardia la Tonks fù azzeccata,infatti mentre che salivano
per andare verso la stanza delle necessità,incontrarono la Tonks che li salutò allegramente,effetto
della cattura dei Mangiamorte pensò Harry.
Una volta davanti al corridoio,videro che Neville e Luna erano già lì che aspettavano tenendosi per
mano,Hermione lanciò un’occhiata di comprensione,forse avevano approfittato per stare un pò soli.
“Ciao!”,esclamò Luna con la sua tipica espressione di essere lì per caso,infatti si interessò subito
alla statua vicino al muro.
“Ciao”,risposero sorridendo Hermione e Ginny. Harry alzò una mano sorridendo,mentre Ron fece
una smorfia che all’origine era partita come un sorriso poco convinto,sintomo del suo disaccordo a
far partecipare Luna e Neville alla loro ricerca.
Harry passò davanti al muro per tre volte,completando il rituale per far comparire la stanza che si
materializzò. Tutti entrarono,mentre si accomodavano su soffici cuscini,Harry pensò che era una
scena famigliare,ricordò quando le riunioni clandestine dell’ES avevano portato a formare il
gruppo,del quale Neville e Luna erano i più nostalgici.
Hermione prese a illustrare pergamena alla mano,il piano concordato in precedenza,man mano che
spiegava dell’importanza del trovare l’oggetto per impedere a Tu-sai-chi di acquisire nuovi poteri.
Fù interrotta da Luna che ricordò l’attacco dei Mangiamorte e il furto della coppa,Hermione prese la
palla al balzo,confermando che lo scopo era di impedire un nuovo furto.
Neville aveva sentito i discorsi con molta attenzione dimostrando che prendeva seriamente quello
che si accingevano a fare.
Furono decisi i compiti,si divisero a coppie,Ron fece coppia con Harry,Luna con Ginny e Hermione
con Neville.
Hermione aveva diviso la scuola in vari settori,tracciati sulla pergamena. Ogni coppia doveva
cercare indizzi e verificarli sugli oggetti appartenuti al cofondatore di Hogwarts.
Harry e Ron avevano la parte alta, zona direzione,secondo la pergamena c’erano linee semplificate
secondo gli studi della vita di Goldrig Grifondoro,che certamente Hermione aveva letto in “Storia di
Hogwarts”.
Dopo una settimana di ricerca,che a vederla dal di fuori sembrava più una caccia al tesoro,furono
rinvenute solo due oggetti appartenuti a Goldrig Grifondoro;
La fibia appartenuta all sua cintura e un acciarino.
Nessuno dei due oggetti,presentava alcun indizio che all’interno potessse aver contenuto l’ultimo
Horcrux.
Anche il fatto che era una settimana di studio intenso,che come ricordato da molti insegnanti,era di
preparazione all’esame finale,la ricerca venne accantonata alla settimana sucessiva.
Malocchio e Lupin,si assentavano di tanto in tanto per trovare nuove tracce di Mangiamorte,ma la
sconfitta subita avevano reso le loro mosse molto più prudenti con un leggero calo anche dei loro
assalti alla popolazione magica.
La corrispondenza via gufo con Reginald,non portava notizie interessanti,era anche suo parere che
le ultime sconfitte,avessero calmato gli animi,ma contemporaneamente avevano ridotto la
possibilità di scovarne qualcuno vicino a Voldemort da pedinare. Sembrava insomma che fossero
diventati molto più attenti,di quanto fossero mai stati.
La mancanza di risultati nella ricerca dell’Horcrux,e nelle notizie su eventuali presenze di
Mangiamorte aveva cominciato a innervosire Harry che sempre più spesso si scopriva a percorrere
pensando, lunghe passeggiate nei corridoi e nella sala comune.
Passarono due settimane senza che ci fossero novità,lo studio aveva preso il sopravvento nelle
priorità del gruppo.
In pozioni Harry era migliorato,sopratutto grazie ai suggerimenti di Hermione,quel giorno erano
intenti nella bibblioteca a fare una complicata ricerca per Malocchio su difesa contro i lupi
mannari,quando Ron sorridente aveva dichiarato che avrebbero fatto meglio a chiedere a Lupin,e
godersi la giornata a fare a palle di neve.
Quando in bibblioteca entrò Malocchio, diede una rapida occhiata ai libri e esclamò: “La ricerca
può attendere,Harry ho bisogno di parlarti”.
Harry fissò Malocchio con sguardo che tradiva una certa tensione.
Malocchio non lo avrebbe mai interrotto in una sua ricerca se non avesse qualcosa di importante da
dirgli.
Il corridoio era deserto e l’occhio di Malocchio ruotava a cercare la presenza di qualche orecchio
indiscreto. “Ci sono giunte voci che il piccolo Malfoy sia stato avvistato nei pressi di un villaggio,
forse ha notizie di Piton,o di Tu-sai chi!”.
Harry spalancò gli occhi,la notizia era veramente interessante,forse voleva dire che qualche difesa
nella rete di Voldemort si stava sfaldando. Draco non era tipo da aggirarsi tutto solo in zone
isolate,valeva la pena di indagare a fondo.
Parlò con Malocchio dei suoi sospetti e il viso sfigurato di Moody fece una smorfia di interesse,non
conoscendo Draco personalmete,gli era utile il parere di Harry.
Decisero di andare la mattina presto a controllare,questa volta da soli per non dare troppo
nell’occhio,Harry restò in silenzio con tutti tranne che con Ron,che reagì proponendosi per
accompagnarli,ma Harry gli fece notare che camminare in due sotto il mantello dell’invisibilità,e
eventualmente correre o battersi,non era per niente pratico.
Ron restò male al rifiuto di una mano,avrebbe voluto ripagare anni di sopprusi e di umiliazioni a
Draco.
Harry gli fece notare che ora Draco era un fuggiasco,odiato da tutti e con la costante paura di essere
ucciso,non era una bella vita. Forse voleva smetterla con il mondo dei Mangiamorte,ma non sapeva
cosa fare.
Era poco prima dell’alba il cielo era nero,screzziato di blu cobalto,segno che un nuovo giorno stava
per spuntare dietro al lago.
Harry con indosso il mantello scendeva nervoso le scale verso il portone d’entrata,un Auror stava
appoggiato su di una sedia a combattere col sonno,evidentemente aveva fatto la notte,e non vedeva
l’ora di ricevere il cambio.
Harry si immobilizzò e attese.
Dopo due minuti,una figura scese le scale zoppicando con un rumore di legno che sbatte per terra.
Malocchio salutò la guardia che si ridestò dal torpore e riconosciuto il professore,si mosse per
aprirgli il portone.
L’occhio magico roteò fino a mettere a fuoco Harry e discretamente gli fece l’occhiolino.
Lo aveva riconosciuto.
Moody uscì dalla scuola senza voltarsi indietro dicendo all’Auror che era un’ottima mattina per fare
una passeggiata e si diresse verso Hogsmade.
Il freddo era pungente,e l’umidità entrava nelle ossa,Harry pensò che Malocchio aveva un senso
dell’umorismo contorto.
Arrivato in prossimità della fine del villaggio dopo il Porco a tre teste,senza voltare la testa verso
Harry che era dietro di lui,estrasse dalla tasca il manto uguale a quello di Harry e lo indossò tenendo
fuori la testa, comparve da sotto il manto una foto,come l’altra volta che erano andati alla fabbrica.
La fece vedere a Harry che visualizzò la meta, una villa vecchia in pietra e legno,poi un crack e
svanì.
Hary lo seguì e poco dopo vide la villa della foto davanti a lui. Moody si assicurò di averlo dietro e
indicò con una mano la parte destra della casa che aveva lo staccato di recinzione rotto,poi
scomparve sotto il cappuccio.
Harry seguì lo zoppichio della gamba di legno di Moody,fecero il giro da dietro.
La casa era stata abbandonata molti anni prima a giudicare dallo stato del legno,scrostato, con pochi
segni del colore originale, un azzuro che si stava definitivamente scrostando dalle colonnine che
decoravano la facciata e il dietro dell’immobile.
La porta sul retro era stata inchiodata come tutte le finestre che videro durante l’ispezzione,non
c’erano segni di forzatura delle porte o delle finestre,Harry si chiedeva se Draco era stato lì come
aveva fatto a entrare.
Ultimato il giro non notarono posti da dove poter entrare,Malocchio in un sussurro gli disse
avvicinandosi al suo orecchio: “Hai visto la botola che va in cantina,é aperta e anche la porta che
conduce di sopra nella casa.
Harry non aveva visto niente di tutto ciò,ma immaginava che all’occhio di Moody,quei dettagli non
potevano sfuggire,rifecero la starda all’inverso e finalmente Harry notò semi coperto dall’erba una
botola che portava sotto il livello della casa.
Sentì la doppia porta a battente che veniva aperta,Malocchio aveva fatto un incantesimo per aprirla
e sentì un leggero rumore quando la sua gamba di legno toccò la cornice della botola per entrare.
Fortuna che aveva l’occhio e poteva vedere se c’era appostato qualcuno all’interno se no con il
rumore che faceva difficilmente poteva entrare senza far sospettare la sua presenza.
Harry era quasi cieco.
L’interno era buoi non c’erano finestre e l’unica luce che filtrava era quella della botola.
Restò in piedi con le mani tese davanti a lui e la bacchetta tesa come un bastone per ciechi che
cercava oggetti davanti a lui per non inciampare.
La mano di Moody lo prese sotto il gomito,guidandolo con un sussurro;”Fai attenzione ci sono
quattro gradini che portano di sopra davanti a te.
Harry con il piede cercò a tastoni il primo che era leggermente sulla destra,con prudenza cominciò a
salire con Moody che era davanti a lui.
Una volta entrati nel corridoio,le cose andavano meglio,una luce filtrava da una finestra che non era
più bene chiusa dalle assi che avevano inchiodato per impedire di rompere i vetri.
Due porte si affacciavano sul corridoio e una scala in legno portava nel piano di sopra,immaginò
che Moody roteasse l’occhio per vedere cosa ci fosse di interessante da controllare e dopo un
minuto si sentì trascinare verso la porta di sinistra.
Entrarono e da una finestra entrava un raggio di luce,che illuminava un tavolo che aveva qualcosa
che stonava con il resto della cucina,ci mise un attimo a capire che non era impolverato,anzi era ben
lucido e sopra aveva ancora un piatto pulito con della frutta che sembrava avere non più di due
giorni.
Qualcuno era stato li,e vi abitava. Cerano tracce di attività in tutta la cucina,il lavandino era stato
usato per via del bagnato che ancora non era del tutto asciugato sul fondo,una piccola goccia veniva
fuori dal rubinetto,la voce di Moody interruppe la sua ispezzione; “Vado di sopra,tu stai qui!”.
Certamente Malocchio preferiva muoversi da solo perchè Harry per via della poca luce non poteva
spostarsi agilmente.
Senti i deboli rumori della gamba che salivano verso la parte notte della villa.
Passarono dieci minuti,e poi la testa senza cappuccio di Moody spuntò giù dalle scale.
“No c’é nessuno adesso nella casa,ma di sopra un letto é stato usato,non ci resta che sederci e
aspettare qui che chi ci abita torni”.
“Ma come fai a dire che torna qualcuno qui, forse é stata abbandonata da chi pensava che il rifugio
non fosse più sicuro”.
Rispose Harry togliendosi il cappuccio a sua volta.
“Ragazzo quando avrai vissuto molti anni come ho fatto io a dare la caccia ai maghi oscuri,capirai
che qui ci ritornerà qualcuno. E’ questione di tempo!”.
Per sottolienare il concetto spostò una sedia e si mise a sedere allungando la gamba di legno
scoprendo la zampa di leone,il motivo con cui era stato scolpito il legno.
Harry sentì montare la rabbia. Nessuno resta fuori di note e rientra di giorno,non farà mica il
metronotte di lavoro noo!”.
“Solo i Mangiamorte Harry,solo loro”.
La risposta vuoi per il tono tranquillo,vuoi per la logica,fecero sedere Harry senza replicare.
Passarono due ore nelle quali il professor Moody fissava un gruppo di piastrelle due delle quali
staccatesi dalla parete,e spaccate per terrra. L’occhio magico per compensare la fissità di quello
normale era incessantemente a ruotare da ogni parte della casa per avvertire dell’arrivo
dell’ipotetico inquilino della casa.
Il sole era ormai forte fuori dalle finestre e gli occhi ormai abbituati di Harry,distinguevano ogni
dettaglio della cucina.
Un rumore proveniente dall’esterno fece fissare l’occhio magico di Moody.
L’indice della mano destra si alzò portandosi alla bocca,segno inequivocabile che Malocchio aveva
visto qualcosa e gli diceva di stare in silenzio.
Si alzò e si mise al fianco della porta d’entrata e si mise il cappuccio,Harry fece la stessa cosa un
rumore proveniente dal corridoio indicò che qualcuno era entrato nella casa e stava avanzando verso
le scale del primo piano. Malocchio fece un gesto e mostrò a Harry di abbassare la bacchetta,Harry
in un primo momento non capì,ma poi interpetò il gesto,Malocchio intendeva dirgli di non fare
nulla per intrappolare lo sconosciuto,forse voleva vedere cosa avrebbe combinato.
I passi da sopra le loro teste si stavano spostando e tornando verso le scale che portavano di sotto.
Il rumore di passi era dietro la porta,entrò una figura esile, la faccia scavata e pallida come uno che
non avesse mai visto il sole,l’espressione infelice e spaurita e Draco entrò in cucina,prese una mela
dal tavolo e si sedette a mangiarla gli occhi stanchi,come di chi avesse fatto la notte in piedi.
Harry non vide la bacchetta, segno che lì si sentiva al sicuro,ma non era detto che sotto il maglione
non la portasse.
Draco fece una cosa di cui Harry non aveva mai pensato che potesse fare; cominciò a
piangere,all’inizio sommessamente poi singhiozzando,ad Harry caddero tutte le veleità di
colpirlo,tanti anni di odio era come se si fosse dissolto.
Ora provava solo pietà verso quella figura patetica che faceva colazione con una mela e nessun
futuro negli occhi.
“Draco,come mai non sei al servizio del tuo padrone?”.
La voce di Malocchio Moody era ferma e decisa.
Draco ribaltò la sedia e cercò sotto il maglione,la bacchetta,un lampo di luce dall’angolo di Moody
che nel fratempo che parlava si era tolto il cappuccio.
La bacchetta di Draco saltò lontano e lui restò li senza cercare di recuperarla con le mani sui
fianchi.
Malocchio si mise di fronte al ragazzo e con sguardo minaccioso lo fissava dritto negli occhi.
“Ho portato un amico,sono convinto che sarai contento di rivederlo,lui ci tiene molto a salutarti”.
La bacchetta di Moody fece un leggero giro e Harry si sentì svilare il mantello e si ritrovò lo
sguardo terrorizzato di Draco che lo fissava come se avesse visto il peggior incubo e non potesse
risvegliarsi.
“Sai Harry,ultimamente ha avuto un incontro con Piton,e penso che Severus non l’abbia molto
gradito,non trovi!”.
Un balbettio uscì dalla bocca di Draco,gli occhi guardavano in torno per cercare una
scappatoia,.senza trovarla.
Harry era lì senza sapere cosa fare non aveva più intenzioni di fare del male a Draco ma non
riusciva a togliersi dalla mente,la scena di Draco davanti a Silente.
Esplose: “Silente ti aveva dato una possibilità quando lo hai bloccato sulla torre e tu non ne hai
approffittato!”.
La frase uscì senza che Harry se ne fosse accorto.
Draco impallidi ancora di più; “Cccome ,,come fai a saperlo?”.
“C’ero,sotto questo stesso mantello che porto oggi. Ho visto tutto!. Silente mi aveva bloccato ,con
l’ultima cosa che poteva fare,quando stavi per entrare,mi ha dato una possibilità a scapito della sua
vita!”.
Le parole erano diventate un urlo troppo tempo aveva aspettato per pronunciarle,la bacchetta che
pendeva lungo il braccio,emise lampi dorati,con scintille verdi.
Gli occhi di Draco divennero grossi come palle da golf.
“Lui non solo a protetto me,ma anche a cercato di salvare te,te ne rendi conto?!”.
Draco non rispose. Gli occhi passavano da Harry a Malocchio come se si aspetasse di essere
attaccato da un momento all’altro,da uno dei due.
“No, non vogliamo farti del male. Anche se non ti lasceremo andare,Silente non voleva che tu
finissi fare il Mangiamorte,e per quanto abbia voglia di fartene,rispetto la sua memoria!”.
Malocchio che era rimasto a guardare la reazione di Harry,fece una smorfia che assomigliava a un
sorriso.
“Silente ti ha insegnato bene,portiamo via questo feccia alla scuola Minerva e Arthur decideranno
cosa farne. Dovrai dirci molte cose della tua permanenza a servizio di Voldemort!”.
Draco era diventato estraneo alla sua sorte,gli occhi guardavano verso il muro mentre Malocchio
eseguiva un incantesimo per legarlo.Poi lo prese sotto braccio e disse: “Ci vediamo a scuola!”:
e i due scomparvero.
Draco era stato sistemato nella stessa torre dove era stato rinchiuso Sirius,a nessuno era stato
permesso di ne di sapere che era stato catturato ne di di visitarlo.
Gli unici a conoscere gli ultimi accadimenti,erano La McGranitt ,La Tonks,che lo teneva d’occhio e
gli portava da mangiare,e Lupin.
La preside no era a conoscenza che Harry aveva partecipato alla cattura, Harry non si sentiva
obbligato a mantenere il silenzio con i suoi amici.
Anche Neville e Luna erano stati messi al corrente della situazione e Luna aveva guardato Harry e
come se fosse uno strano animale,e aggiungendo: “Tu dovresti fare l’Auror,e a pensarci bene lo hai
sempre fatto!”.
La semplice affermazione di Luna,era come al solito disarmante,Harry constatò che era vero.
Malocchio dopo due giorni dalla cattura di Draco aveva detto che Draco si rifiutava di parlare,con
chiunque,e mangiava poco,segno della frustrazione che lo aveva preso dopo l’inprigionamento.
Harry era curioso di sapere di più sui rapporti fra lui e il resto dei Mangiamorte.
Decise con gli altri di andare discretamente a trovarlo la sera stessa. Ron da parte sua aveva insistito
per accompagnarlo,ma Harry si era opposto,era già rischioso che andasse da solo,visto i controlli
che gli Auror facevano di continuo nella scuola giorno e notte,ma Ron fù irremovibile. La sera dopo
mangiato quando tutti stavano risalendo alle loro case,Harry e Ron entrarono in un corridoio vuoto
e Harry si mise l’immancabile mantello e a fatica con Ron che a stento riusciva a restare nascosto
sotto visto che era più alto della lunghezza della cappa,doveve restare curvo per non farsi vedere.
Evitarono due Auror,e giunsero davanti la scala a chiocciola che portava sopra la torre che
custodiva il prigioniero.
Fuori dalla porta della cella c’era la Tonks che cercava di convincere Draco a mangiare e dopo un
suo silenzioso rifiuto,si allontanò per tornare alle sua facende.
Harry e Ron che si erano schiacciati contro il muro per non essere toccati inavvertitamente dalla
Tonks quando si allontanò. Attesero che il rumore dei passi si fosse spento prima di togliersi il
manto e mostrarsi a Draco.
La sorpesa di quest’ultimo di rivedere Harry accompagnato da Ron fù uno shock.
Emise un rumore con la bocca come a voler chiamare aiuto,ma poi si trattenne.
Fissò Ron come se fosse un sgradevole insetto che camminava sulla mano,ma non fece niente per
scacciarlo capiva di essere in trappola,o forse aveva altro per la mente.
“Draco sei scampato a un destino peggiore di restare qui,e non penso che tu abbia voluto
partecipare alle azioni dei Mangiamorte,ancor meno a quel pazzo di Voldemort”:
Harry aveva calcato l’accento sulla parola Voldemort,per ottenere una reazione da Draco.
Le parole entrarono nel cervello dello smunto e assente ragazzo che una volta ostentava arroganza e
scherno ma che ora era più che altro un’ombra di quello studente che conoscevano.
Sentire dare del pazzo a Voldemort aveva scosso Draco,più profondamente di quanto Harry avesse
pensato.
“Tanto é inutile, mi ucciderà comunque ora che sono scomparso dal suo servizio,e ucciderà anche
mia madre”.
“No, se riusciamo a fermarlo!”.
Anche questa frase colpì Draco,tentò di aprire la bocca e la richiuse,come un pesce fuor d’acqua.
“Non é più il momento di restare fuori in questa storia ci sei fino in fondo,lo capisci. Se non mi aiuti
a fermarlo,lui ti troverà!”.
Le parole uscirono con una determinazione che scosse perfino Ron,che si era limitato a guardare
torvo Draco da quando erano apparsi lì.
“Tu non hai la minima idea di quanto ti odi. Il Signore oscuro stà progettando di ucciderti e presto ti
troverà,stà cercando nuovo potere con gli oggetti dei fondatori della scuola e dopo distruggerà ogni
ostacolo alla sua ascesa!”.
La lezione imparata da Draco sembrava più un indottrinamento che una reale convinzione.
“Fin’ora non c’é riuscito mi pare,anzi sembra che tema di trovarmi,visto che sono qui a scuola dove
tutti sanno che studio e non ha tentato di farmi un solo attacco diretto,non mi sembra che sia un
atteggiamento di grande sfida”.
Harry era sempre più determinato,e fissava Malfoy dritto negli occhi.
“Ti serba per il gran finale ha detto”.
“Mio o suo?”.
La risposta tagliente tolse la risposta a Draco,ritornò a essere silenzioso.
“Quegli oggetti,sono la sua distruzione!”.
Con questa frase Harry fece come per coprirsi col manto e andarsene.
Ron non aveva intenzione di seguirlo e messosi davanti alla porta Disse: “E’ Harry l’unico che può
salvarti la vita!”.
Detto ciò si mise sotto il manto e uscì con l’amico.
Il giorno dopo la visita a Draco,Harry stava sul gradino preferito nel cortile, il mantello della scuola
ben chiuso per proteggarsi dal freddo e dal vento,Hermione era li vicino e il naso completamente
rosso, stavano per decidersi a tornare dentro quando La Tonks gli si avvicinò.
“Hai per caso visto Draco ultimamente?”.
Harry si sentì improvvisamente caldo in viso,guardò l’Auror come se non sapesse cosa rispondere.
“Perché oggi mi ha chiesto di te!”.
“Cosa mi ha cercato?”. “Si!,mi ha detto di chiamarti,senza che nessuno lo venga a sapere,sai che
devo avvertire la preside di quello che riguarda Draco,vero?”.
“Immagino di si,ma sarebbe molto imbarazzante se lo facessi,ho solo cercato di convincerlo a dirci
dove é Voldemort!”.
Al nome Ninfadora ebbe un sussulto. “Il ministro ieri sera é venuto tardi per interrogarlo ed é
restato a lungo,diponendo che per il momento sia tenuto sotto stretta sorveglianza,e presto lo
trasferiranno in un luogo segreto,comunque non ha parlato!”.
La notizia fece scattare nella mente di Harry un pensiero,dunque se non aveva parlato c’era ancora
una speranza,visto che lo voleva vedere.
Tonks sembrava del suo stesso parere perché non ripropose più la minaccia di chiamare la
preside,infatti cambiò argomento.
“Dovrei sequestrarti quel tuo mantello,stasera sono di guardia fino alle nove vieni alla
torre,immagino che conosci la strada”:
Si voltò per andarsene e cambiò idea voltandosi: “Sii puntuale,dopo c’é il cambio!”.
Le ombre stavano allungandosi nel castelloi piedi invisibili atavano salendo le scale per la
torre,sbucato l’angolo che portava davanti alla porta della prigione di Draco,Harry pensò che
ultimamente aveva indossato spesso il mantello dell’invisibilità,che si sentiva come un fantasma,il
pensiero gli passò velocemente vedendo La Tonks,fuori dalla porta,si tolse il cappuccio per farsi
riconoscere.
“Ha sei qui benomale,stasera hanno anticipato il trasferimento di Malfoy,dobbiamo fare presto!”.
Aprì la porta e Draco stava mangiando quando si mise a sedere davanti a lui,pensava che se fosse
stato rilassato avrebbe facilitato il compito all’altro di fidarsi.
“Ho pensato a quello che mi hai detto”:
Esordì Draco,con voce insicura,guardando per terra e smettendo di mangiare,il ragazzo arrogante
che aveva odiato in tutti quegli anni aveva una pallida somiglianza con quello che gli stava davanti.
“Severus é stato mortalmente ferito da tè,non riusciva a credere che tu fossi stato capace di ridurlo
così,il Signore oscuro,personalmente lo ha curato,e al momento é tenuto in un posto che nemmeno i
Mangiamorte conoscono”.
Prese un sorso d’acqua; “Dove sia il rifugio del Signore non lo sò,dovevo materializzarmi in un
giardino con le siepi molto alte e venivo portato bendato all’interno prima che potessi veder
qualcosa”:
La Tonks,si era sistemata meglio dietro di lui,forse per ascolatre meglio la conversazione.
“Non...non mi é mai piaciuto restare là,le finestre sono sempre chiuse,e quel serpente che ti sbuca
fuori quando meno te lo aspetti”. Il racconto di Draco durò una ventina di minuti,la vita alla corte di
Voldemort era una cosa da drizzare i capelli a chiunque. Harry sentiva una pietà per il ragazzo
troppo cresciuto alla fine del discorso,ma era evidente che non la avevano fatto partecipare ai loro
progetti ,Voldemort non si fidava di lui.
Una cosa era stata di un certo interesse,Harry lo capì bene, la fiducia di molti Mangiamorte era
molto in ribasso nel gruppo,e la colpa o il merito era suo di Harry.
“Cercherò di portare via tua madre,se posso é tutto quello che posso prometterti”.
La frase sorpese Harry,prima ancora di sorprendere Draco.
“Lei non...beh forse se sà che può venire da me,lei é sempre nella nostra casa di
Windmouth,diglielo e stai attento,Belatrix sarebbe capace di ucciderla se sapesse che stà pensando
di abbandonare il Signore oscuro”.
Si richiuse nel suo silenzio,tutto sommato Harry pensava che stava meglio lì che in compagnia di
Voldemort,un’altra vittima dei sogni folli di Lord Voldemort.
Un rumore di molti passi presagiva l’arrivo di molte persone,Tonks lo guardò e Harry senza perdere
tempo uscì mettendosi il cappuccio,si appiati fuori dalla orta in un angolo e vide il Ministro e tre
Auror,la McGranittt e uno che non aveva mai visto,sembrava un carceriere.
Tonks aveva fatto in tempo a chiudere la porta,Harry passato il gruppo tornò in fretta nel suo
dormitorio,era meglio non farsi vedere in giro,aveva troppe cose da nascondere al Ministro.
Nel dormitorio c’erano tutti ad attenderlo alzati. Harry fece un resoconto di quello che era
successo,le reazioni al suo comportamento furono sostanzialmete positive.
Hermione era contenta,gli disse che si era comportato come certamente Silente avrebbe voluto che
lui si comportasse. Ginny fece solamente un debole sorriso,anche lei si aspettava già quella reazione
da parte sua,Ron fù l’unico che fece un commento: “Potevi almeno lanciargli una fattura per fargli
crescere dei bubboni così tutte le volte che si sarebbe seduto ti avrebbe ricordato!”.
Ma dopo scoppiò in una risata.


Cap 14

Belatrix all’inseguimento di Hermione

Dopo la partenza di Draco di cui la Tonks non seppe dire dove fosse stato portato,il castello viveva
ingnaro di tutta la storia,la McGranitt aveva pensato che era meglio tenere tutto segreto,così i
genitori non avrebbero preso al volo l’occasione per mostrarsi ancora di più peoccupati,per la
sicurezza dei loro figli. Gazza portava personalmete la posta delle famiglie per la preside e aveva
adottato una cassa gigante,munita di ruote che trascinava a fatica,bastava un non nulla che la cassa
si riempiva pericolosamente.
Bastò un giorno che uno studente di Tassorosso vece esplodere un calderone a Pozioni che l’allarme
scoppiasse nella scuola,Auror che entrarono con le bacchette sfoderate,e prima di capire che era
stato un errore dello studente,uno del terzo anno di nome Everard,che la fantasia degli altri studenti
fece partire uno stormo di gufi diretti a casa per raccontare dell’accaduto.
Ma questo fù niente,la Preside vide una nuvola nera poche ore dopo l’accaduto,erano le lettere per
lei dei genitori spaventati che chiedevano rassicurazioni per i loro figli.
Gazza fece molte volte il giro dalla voliera all’ufficio della preside con la sua cassa,lanciando
sguardi di fuoco ad ogni studente che incontrava durante il tragitto.
La McGranitt non si vide la sera a pranzo,e il giorno dopo era stanca e portava una fasciatura che
madama Chips le aveva fatto per tenere su il braccio.
Le lezioni pratiche del giorno di Trasfigurazione furono saltate per via che lei non poteva muovere
il braccio,ma in compenso tutti lamentavano che cinque rotoli di pergamena sull’argomento
l’impossibilità della Trasfigurazione umana in una piuma,fossero un pò troppo.
L’inverno stava poco a poco migliorando,le giornate si erano allungate di qualche minuto,ma il
freddo non accennava a essere così pungente.
La stanza delle necessità era diventata un luogo più di incontro che di pianificazione della ricerca
dell’ultimo Horcrux rimasto,le ispezzioni non avevano portavano a nessun risultato,avevano
controllato pressochè tutta la scuola ma di novità nemmeno l’ombra.
Decisero tutti,Luna e Neville compresi di andare a cercare a Windmouth la madre di Draco,Narcisa.
Harry aveva parlato a lungo se era il caso di coinvolgere anche loro e erano tutti daccordo,di trovare
il modo di convincerla di andare con il figlio e in questo modo di salvarsi dalla vendetta di
Voldemort.
Hermione ebbe un idea,parlare con Dobby l’elfo domestico che lavorava in casa Malfoy,Harry fù
entusiasta dell’idea,chi meglio di lui poteva descrivere la casa della quale aveva lavorato come
schiavo!.
Harry e Hermione,discesero alle cucine,entrarono nell’enorme stanza dove si preparavano i pranzi
della scuola. Dobby venne subito incontro a Harry quando varcarono la porta d’entrata: “Harry
Potter signore,che bello riaverti qui,vuoi qualcosa da mangiare?”.
Tre elfi si erano precipitati con un vassoio pieno di merendine e biscottini e un enorme teiera
fumante.
Imbarazzati dalla velocità si sedettero,e gustarono lo spuntino,Harry chiese a Dobby di sedersi e
fare loro compagnia. Gli altri elfi domenstici quardarono disgustati Dobby,nessuno di loro si
sarebbe mai permesso di sedersi vicino ad un padrone!.
Hermione raccontò la storia di Malfoy,e Dobby restò visibilmente commosso al pensiero di Harry
che salvava la vita al suo vecchio padrone,non fece commenti,ma abbracciò Harry che
imbarazzato,lo rimise a sedere.
Sette o otto elfi erano inorriditi a vedere quella scena,e si erano allontanati,per non essere in qualche
modo coinnvolti,erano abituati allo strano comportamento di Dobby,ma quelle dimostrazioni di
affetto,passavano la loro comprensione.
Solo un piccolo elfino,che doveva essere di qualche mamma elfa si avicinò,pensando che erano
strani gli uomini e voleva toccarne uno,ma una elfa subito lo venne a
prendere,sgridandolo,Hermione fece due occhi dolci come a voler prendersi cura del piccolo,la
mamma la guardò con occhi di rimprovero,subito pentita abbassò la testa,e si nascose con il
piccolo,Hermione divenne improvvisamente triste.
Harry che per tutta la scena aveva terminato di raccontare la storia a Dobby,riamse in silenzio per
aspettare che l’elfo rispondesse.
“Harry signore,io conosco bene quella casa,i miei ex padroni ci andavano ogni anno
d’estate,padrone Lucius,odiava il sole estivo,e in quel villaggio é difficile che il sole ci arrivi,perché
la montagna copre la luce durante il giorno,e piove quasi sempre”.
Seguì a descrivere nei dettagli la casa e diede una notizia importante riguardo alla sua
piantina,Lucius aveva fatto costruire un piano nascosto nella villa che serviva in caso di necessità,in
modo che se qualcuno maleintenzionato avesse varcato la solia,loro potevano mettersi in
salvo,rifigiandosi nella parte nascosta,Dobby aveva per caso scoperto la porta segreta,un giorno che
stava pulendo un’armatura nel corridoio,accidentalmente abbassò la spada mentre la
puliva,mormorando dallo spavento la parola padron Malfoy,mi punirà,in seguito scoprì che era solo
Malfoy la parola che apriva il passaggio,che portava nella casa segreta della famiglia.
La padrona puliva personalmente la parte nascosta perché non si fidava di nessun elfo per esguire il
compito,ma una volta che la famiglia intera uscì Dobby diede un’occhiata all’interno del rifugio,era
pieno di oggetti oscuri,ed era la riproduzione della casa ufficiale,segno che non avevano molta
fiducia,negli altri maghi.
Nemmeno la cugina Belatrix ne era a conoscenza. Harry e Hermione si guardavano in faccia come
se avessero giocato ad una lotteria e avessero centrato il risultato,Harry fù talmete contento che
abbracciò Dobby,che imbarazzato si guardò intorno,gli altri erano andati ancora più lontano per non
essere costretti ad abbracciare nessuno e si erano tutti raggruppati molto vicini,come per darsi
forza,Harry e Hermione di buon umore uscirono dalla cucina ringraziando Dobby,avevano
finalmente un piano.
Il sabato partirono tutti e sei per andare a Windmounth,era un villaggio che contava un centinaio di
casette appoggiate sul versante nord di una montagna a est di Hogsmade.
Draco aveva dato la sola informazione di cercare una casa in vecchio stile,Hermione aveva pensato
che bisognava trovare una villa che dominasse il paese,certamente la famiglia Malfoy non sarebbe
stata in basso rispetto a una comunità di babbani.
Si disposero nella parte alta del villaggio e concordarono di cercare ognuno per conto suo per fare
prima. La rapidità era essenziale,per non farsi troppo notare,sia dai babbani che da eventuali spie di
Voldemort.
Ad Harry toccò la parte ovest del villaggio e avevano convenuto che il primo che trovava la villa
avrebbe avvertito gli altri facendo scoccare un lampo con la bacchetta,visto che il cielo era nero i
babbani avrebbero pensato che si trattasse di un temporale in arrivo.
Il freddo aveva creato una nebbiolina che nascondeva i dettagli della montagna. Rendendo il tutto
come se il villaggio fosse immerso in una nube.
Harry procedeva studiando le villette davanti a cui passava,ma nessuna gli sembrava una casa
abitata da maghi,il luogo era silenzioso e deserto,gli abitanti preferivano restare dentro le loro case
con un tempo incerto.
Aveva deciso di arrivare fino a quello che sembrava la parte centrale del villaggio e risalire verso il
punto di ritrovo.
Era improvabile che casa Malfoy fosse troppo vicino ai babbani. Hermione aveva ragione,non si
sarebbero mai mischiati con i babbani.
Harry arrivò fino ad un punto che sembrava troppo babbano e ritornò indietro,sperava che qualcuno
avesse avuto più fortuna di lui,scrutava il cielo per vedere se un lampo avesse guidato gli altri verso
la casa giusta.
Quando il lampo arrivò Harry era quasi arrivato al punto di partenza,subito cominciò a correre verso
la parte alta e centrale del villaggio.
Le scarpe scivolavano sul suolo e un paio di volte rischiò di fare una caduta rovinosa.
Aveva raggiunto pressapoco la zona del lampo quando incontrò Luna che si stava dirigendo anche
lei nella stessa direzione. Procedettero l’uno accanto all’altra verso quella che sembrava una casa di
grossa dimensione,era di un colore scuro,quasi minaccioso e sembrava certamente la casa di un
mago oscuro.
Sul lato trovarono Ginny,che stava controllando l’interno da un buco in un cespuglio che
proteggeva la casa da sguardi indiscreti.
Neville arrivava dalla parte opposta alla loro,respirava affanosamente,segno che aveva corso per
arrivare in fretta.
Nessuno aveva visto ne Ron ne Hermione,Ginny propose di entrare nella casa e Neville doveva
restare fuori,in caso che qualcuno arrivasse mentre erano all’interno. Harry insistè perche solo lui
entrasse dentro la casa,Ginny non ne volle sapere. Così entrarono in due.
La porta della casa era di vecchia quercia con al centro un battacchio a forma di serpente.
Harry diede il mantello dell’invisibilità a Ginny e si mise davanti a lei.
Lei pronunciò la formula “Alhomora e la serratura saltò,l’interno era illuminato da una lampada che
pendeva dal muro, i due avanzarono spediti il rumore comunque aveva messo in allarme chi si fosse
trovato nella casa.
Harry contava sui suoi riflessi e sul fatto che Ginny essendo invisibile potesse aiutarlo in caso di
difficoltà.
Luna aveva fatto il giro da dietro,in caso di fuga da quella parte e Neville copriva il davanti della
villa.
Harry voleva fare presto a controllare la casa,l’assenza di Ron e Hermione lo preoccupava.
Corse nel corridoio davanti all’ingresso,doveva fare presto.
La sala al piano terra era ricca di mobili e di oggetti di chiara fattura oscura.
Ma in quel momento la visita della casa era il suo ultimo desiderio entrò di corsa in una cucina con
al centro un enorme camino,decorato da due serpenti alari.
Tornò nel corridoio,per salire al piano di sopra mormorando a Ginny di restare lì al piano terra a
controllare la porta,ricordò che Dobby lo aveva messo in guardia di saltare il terzo gradino,era una
trappola che avevano messo nel caso che un ladro fosse entrato nella casa.
Si diresse nelle stanze,riccamente arredate da pesanti velluti blu e verde scuro,ma non incontrò
nessuno.
Restava la parte più importante della casa quella che nessuno doveva sapere che esistesse.
Draco non ne aveva parlato,sintomo che non voleva che lui entrasse nel segreto della loro vita.
Si mise davanti all’armatura,abbassò la spada pronunciandola parola “Malfoy”,l’armatura fece un
passo di lato rivelando una porta.
Un raggio di luce rossa balenò davanti agli occhi di Harry che si buttò a terra per evitare il
raggio,dalle sue spalle una voce forte gridò.” Orcus Volante!”.
E un raggio violetto colpì la figura nascosta dietro la porta ,Narcissa Malfoy venne colpita e intorno
alla sua testa volavano quattro orchi che le confondevano la testa che ciondolava come smarrita
togliendole ogni capacità di reagire.
Ginny parlò: “Ne avrà per un ora, controlliamo che non ci sia nessun altro in giro!”.
Harry era rimasto impressionato,era la prima volta che vedeva in azione la fattura orcovolante,di cui
Ginny a detta di tutti era un’esperta. Fece il giro delle stanze nella casa segreta,scoprendo solo che
doveva essere la parte che i Malfoy abitavano veramente,l’aspetto era più usato,scacchi magici
posizionati come se aspettassero che qualcuno facesse una mossa sedevano annoiati,in mancanza
dei giocatori.
Guardarono dapertutto ma a parte strani oggetti che sbuffavano,che Harry si vide bene di non
toccare,non c’erano segni di altre presenze anche in quella parte della casa. Decisero di uscire nella
parte ufficiale della villa. Nel corridoio incontrarono Neville che nel frattempo che erano entrati
nella parte segreta, era entrato e stava sulla porta .
Andarono nel retro del corridoio che portava nella parte posteriore della casa per chiamare
Luna,aperto la porta del girardino non trovarono neanche lei.
Corsero fuori e si innoltrarono nel giardino,un lamento da dietro un cespuglio e dietro c’era Ron
sdraiato,con le vesti bruciacchiate,doveva aver preso una fattura in pieno,quando vide
Harry,Mormorò: “Hermione”.
Harry capì che doveva essere successo qualcosa ad Hermione,anche Luna non si vedeva.
Si sparsero per il giardino per cercare tracce,ma la proprietà dei Malfoy,aveva un parco molto
esteso,e trovare qualcuno no sarebbe stato facile.
Harry seguì quello che sembrava un sentiero per circa un centinaio di metri,un rumore improvvisso
attirò la sua attenzione,era Luna che gridava contro qualcuno,Corse veloce verso il luogo da dove
proveniva la voce.
Un grosso albero centenario gli impediva di vedere oltre,urlò; “Luna dove sei!”.
“Dietro l’albero!”.
Fù la risposta di lei,Harry passò di fianco al grosso tronco,vedendo Luna che era appoggiata alla
corteccia,ma quello che peoccupò Harry era che Beltrix stava combattendo con Hermione,e le
scagliava contro a raffica maledizioni su maledizioni,il viso della seguace di Voldemort,era
deformato dalla rabbia,Hermione rispondeva colpo su colpo,ma sembrava sempre più in difficoltà.
“Ha é arrivato anche il Prescelto,bene e anche i suoi cucciolotti il nido é al completo!”.
Belatrix,pronunciò quelle parole con evidente intento di mostrarsi forte e per niente
preoccupata,dell’intervento di così tanti maghi.
Harry era furioso,scagliò un urlo: “Crucio!”.
La maledizione colpì a pieno La Lestrange,strappandole un grido,fra il dolore e la sorpresa,gli occhi
le si appannarono.
Mai aveva subito quello che aveva fatto sopportare ad altri.
Hermione era appoggiata ad un albero per sorreggersi,si teneva il fianco.
Harry era una furia,colpiva la Mangiamorte ripetutamente,ma subì nella foga una Tarantula,che non
fece effetto grazie alla pelle di drago che indossava.
Sentì solo un formicolio che gli fece tremare leggermente le gambe.
Belatrix scagliò come una belva in trappola una fattura incendiante a Hermione,che prese
fuoco,Ron che era arrivato zoppicante la spense sibito urlando: “Aguamenti!”.
E la abbracciò.
Harry gridò: “Crucioooo!”.
E il dolore prese il sopravvento sulla bellicosità di Belatrix,urlo!,come forse non aveva mai fatto in
vita sua.
“Espelliamus!”.
Neville era anche lui intervenuto,facendole volare la bacchetta lontano,con un ultimo lamento di
dolore Belatrix,a terra scomparve,si era smaterializzata!.
Harry corse vicino a Hermione,contemporaneamente agli altri,aveva una spalla ustionata,ma per il
resto sembrava che non avesse subito danni gravi.
“Ho Ron mi ha sfigurata!”. Hermione guardava Ron con gli occhi doloranti e tristi.
“Non ci pensare,non é niente,tornerai come prima,sei sempre la più bella,lo sei sempre stata”.
Si baciarono,Harry si alzò come a voler vedere se c’erano rimasti pericoli in giro. Non voleva
mettere gli amici a disagio,Neville e Luna fecero altrettanto.
Mancava Ginny,Harry se ne accorse,e tornò verso la casa Malfoy,entrò dentro come un disperato e
vide Ginny adaggiata su di una poltrona che guardava Narcissa seduta tranquilla ipnotizzata dai suoi
orchi che come piume le giravano attorno alla testa,assente.
Tutti entrarono nella casa,Hermione aiutata da Ron,che con il viso teso guardava in giro;
“”Dobbiamo trovare delle pomate o qualcosa per le bruciature,Ginny che non sapeva dell’avventura
di Hermione con Belatrix,scattò in piedi,e corse fuori,Neville entrò nella cucina della villa nascosta
e ne uscì con due barattoli,ne mischiò in parti uguali con una scodella rimediata anch’essa nella
madia, girò il tutto con un cucchiaio,quando Ron rientrò con della polvere di Gracchio,Neville
aveva con delicatezza pulito la spalla dai residui di tessuto bruciato,e aveva spalmato l’ustione con
il preparato,tutti restarono senza parole,ma lui con calma disse: “Mi sono ricordato che la
professoressa Sprite in una lezione ci ha consigliato di mischiare la Semantula con del
pallbracco,per le bruciature”.
La tranquillità della sua risposta shoccò ancora di più il gruppo. Hermione subito ne sentì gli effetti
mettendosi in piedi,la spalla indolenzita ma non avvertiva più alcun bruciore,Luna sorrise; “Te lo
avevo detto che devi aprire una faramacia,Nev hai la stoffa per diventare un grande spezziere!”.
Nessuno ebbe nulla da obbiettare sopratutto Hermione,che lo baciò sonoramente sulla
guancia,facendolo arrossire come se fosse stato lui a subire la bruciatura.
Ron esclamò:”Nev?” e rise sonoramente. Anche gli altri lo immitarono,tranne Luna che li fissava a
bocca aperta senza capire.
Nev non poteva diventare più rosso ma si sforzò assumendo un colorito violaceo.
Harry tornò al motivo della loro visita dicendo: “Abbiamo trovato la Malfoy,ora dobbiamo
andarcene via,nel caso che Belatrix torni con qualche rinforzo”.
La frase non era completata che sentirono un rumore fuori,avevano visite!.
“Dentro tutti materializzatevi da lì,io li distraggo”,spinse tutti nella casa segreta e chiuse la porta
rimettendo al suo posto la spada dell’armatura.
Corse verso il parco dietro la casa.
“Prendetelo!”.
Belatrix aveva portato dei rinforzi come Harry temeva. Lui correva come il vento sperando di
portarsi dietro gli altri per dare l’opportunità ai suoi amici di materializzarsi al sicuro.
Un raggio verde lo sfiorò all’orecchio destro,lanciò un incantesimo d’ostacolo alla cieca,dietro di
se,ma non ottenne alcun risultato,doveva trovare un posto per Materializzarsi e subito!.
Tre lo stavano circondando alla sua sinistra,due a destra e Belatrix,forse con qualcuno era alla sue
spalle.
“Prendetelo,e il Signore oscuro,vi premierà oltre ogni vostro desiderio!”.
La voce delirante di Belatrix entusiasmò un Mangiamorte che si protese per fermare Harry con un
incantesimo di sgambetto,Harry saltò come un partecipante ad una corsa ad ostacoli.
Era perduto! Nel panico che lo stava prendendo avvertì una musica che lo rincuorò,vide un
cespuglio e vi si gettò in mezzo.
Cadde forse per due o tre metri il cespuglio nascondeva un buco dietro.
I Mangiamorte pensando che si era Materializzato,urlarono di rabbia,il pensiero di averlo a portata
di mano e di esserselo lasciato fuggire era un dolore per loro.
Ma Harry aveva la gamba che gli faceva un male terribile,la caviglia era diventata il doppio del
normale.
La musica lo invase di nuovo,tentò un incantesimo di sgonfiamento,per la caviglia e si rimise
zoppicando a scendere,i Mangiamorte si accorsero del dislivello dopo il cespuglio,uno gridò: “E’
ancora qui!,non si é ancora smaterializzato,correte!!”.
Harry si gettò sulla sinistra che c’era un folto gruppo di alberelli,dietro a lui due Mangiamorte
bruciavano la vegetazione per stanarlo.
Harry decise che non poteva più correrre,si voltò e alzò la bacchetta: “Reductor!”.
Il primo che non lo aveva ancora visto fece un salto come una rana che spicca il volo e atterrò
immobile.
“Incarceramus!”. Il secondo schiva e reagisce scagliandogli addosso; “Pietrificus totalis!”.
Harry centrato in pieno,barcollo, ma il vestito di drago trattato dai gemelli Weasley,respinse la
fattura. “Pietrificus totalis!”. Gli rimandò indietro Harry e la figura vestita di nero cadde irrigidito.
Urla provenivano da sopra ai cespugli,Harry sapeva che non avrebbe resistito a lungo,immaginò
Hogsmade,e il tubo ormai famigliare della Materializzazione lo compresse,quando recuperò la vista
Hogsmade,era davanti ai suoi occhi.
“Harry.Harry sei ferito?.
Ron guardava l’amico preoccupato erano tutti restati là ad attenderlo,vicino al crocivia per
Hogwarts.
Neville gli fù vicino quando barcollò,i suoi occhi correvano dall’uno all’altro,per vedere se anche
loro stavano bene.
Erano tutti più o meno sani,con le vesti stracciate e sporche,Hermione portava ancora i segni
dell’ustione ma madama Chips avrebbe fatto il possibile per cancellare ogni segno.
Luna sorrideva li guardava tutti come se avesse preso coscenza di avere degli amici,l’unica che non
era contenta della situazione,era la madre di Draco,che con aria fredda ma inqiueta stava osservando
Harry,certamente domandandosi cosa facesse lì insieme a quella scompaginata compagnia.
“Non si preoccupi signora Malfoy,l’abbiamo presa per portarla da suo figlio!”.
“Dove é mio figlio?”. Chiese con scetticismo nella voce a Harry di risposta.
“Beh,non sappiamo dové”. Harry non aveva pensato che non conoscevano dove il Ministero aveva
nascosto Draco,ed era molto difficile che riuscissero a saperlo!.
“Lo immaginato che era tutta una storia che ti stavi inventando”.
Il suo disprezzo uscì nonostante che era legata e incapace di fare qualsiasi cosa,non credeva che
Draco fosse stato preso e messo al sicuro.
“Hermione,vai al castello e fatti curare la spalla con Ron,Ron tu cerca la Tonks e digli dove siamo e
chi abbiamo preso,noi restiamo qui ad aspettarla.
Hermione e Ron si avviarono verso il castello. Ginny si avvicinò ad Harry e mise una manina sul
vestito di pelle di drago,dopo la battaglia era stato alcuanto malridotto,chissà se Fred e George
potevano ripararlo.
Si sedettero aspettando l’arrivo dell’Auror,che dopo un quarto d’ora la videro arrivare,camminava
velocemente ed era alquanto nervosa.
Harry le andò incontro,e discretamente le raccontò tutta la storia.
Lei non smise di passare con gli occhi da Harry a Narcissa che le ricambiava lo sguardo,ma con
freddezza.
Alla fine del racconto,Ninfadora sembrava indecisa su cosa fare della prigioniera,portarla al castello
non le sembrava il caso,per non coinvolgere Harry e gli altri nella catttura,avrebbero dovuto dare
delle spiegazioni sia alla preside che al Ministero,se quest’ultimo avesse capito che c’era Harry
dietro all’azione,lui sarebbe stato guardato a vista,e non era sicuro che un trattamento del genere gli
sarebbe stato riservato per la sua sicurezza. Più provabilmente lo avrebbero controllato e basta.
La Tonks non poteva dire di aver catturato la madre di Draco,perché era stata tutto il giorno in
servizio nella scuola,e non aveva motivo di allontanarsi per catturarla,non aveva scuse.
Restava di nasconderla da un’altra parte e darla in consegna di là,al Ministero,per riunirla al figlio.
“Ma dove?”. Ginny che aveva seguito l’ultima parte del discorso ebbe un’idea; “Portiamola alla
sede dell’Ordine della Fenice,di là sarà più facile trasferirla domani al Ministero”.
L’idea sembrò la più logica. “Harry vieni con me!”.
La Tonks si era rivolta verso di lui per vedere la sua reazione. Hary fece un cenno con la testa.
Tornare alla casa di Grimmauld Place 12,dopo la morte di Sirius era per lui una possibilità che non
aveva mai considerato,anzi a pensarci bene rivedere quei posti,avrebbe sicuramente fatto risorgere
in lui i ricordi che cercava disperatamente di ricacciare dentro di se.
La Tonks stava mettendo un fazzoletto sugli occhi per impedirle di vedere la casa e eventualmente
di rivelare a chiunque la sua posizione. Certo c’era ancora il problema di Kreacher che non era stato
ancora ritrovato,considerò la Tonks con Harry ma tutti pensavano che aveva poche possibilità di
aver parlato con chichessia.,Piton non era tenero con chiunque figuriamoci con un vecchio elfo!.
Harry teneva Narcissa per un braccio e si Materializzò davanti al numero 12,Tonks era arrivata
subito dopo di lui,si diressse verso la porta e suonò. Lupin con l’espressione stanca gli aprì e
vedendo Harry con una donna bionda con gli occhi bendati vicino a Ninfadora,era un immagine che
non si aspettava,di colpo fù perfettamente lucido.Entrarono senza che lui facesse domande.
Portarono Narcissa in una stanza di sopra e la sbendarono,l’espressione di lei era fredda e
apparentemente poco interessata a capire dove si trovasse.
Lupin fece un incantesimo sigillante alla finestra,e si sedette su di una sedia davanti ad uno scrittoio
e guardò il terzetto,con aria interrogativa.
La Tonks fece un rapido resoconto per metterlo al corrente dell’accaduto,con gli occhi della madre
di Draco,che non la perdevano di vista un solo istante.
Lupin fece una mossa per uscire dalla stanza,certamente voleva fare il punto della situazione,ma
non davanti alla donna.
Uscirono per andare verso la cucina,Lupin fece un incantesimo sigillante alla porta per impedire a
Narcissa di visitare la casa mentre loro erano di sotto.
L’aspetto della villa era un pò meno triste e lugubre da quando Harry c’era stato l’ultima volta.
Le teste di elfo mozzate sulle scale erano state rimosse,le pareti sembravano state rinfrescate con
nuova carta da parati.
Il ritratto della madre di Sirius era stato in qualche modo sigillato da nuove tende che qualcuno
aveva ben incollato per impedire che qualche rumore risvegliasse il ritratto e cominciasse a urlare.
Harry si sentiva strano,ricordi della sua permanenza nella casa affiorarono nella sua mente.
Ora era il legittimo proprietario dell’immobile,ma in qualche modo era come se fosse estraneo al
tutto,più precisamente si sentiva in transito li dentro.
La cucina era stata un pò abbellita, c’era un vaso di fiori alla finestra,e una tovaglia allegra copriva
il tavolo di vecchio legno stagionato.
Una volta seduti,Harry ripetè tutta la storia a Lupin che lo guardava con molta attenzione,finito il
racconto prese la parola: “Sembri sempre più simile a tuo padre e a Sirius,e questo mi preoccupa,ma
hai qualcosa che ne l’uno ne l’altro avevano,non sò di preciso cosa ma vedendoti all’opera avevi
una forza che non appartiene al mondo della magia. L’ammirazione che quegli occhi stanchi
mostravano faceva vedere a Harry un’aspetto che lui non aveva mai considerato di se stesso,decise
che non era molto importante in quel momento.
Presero la decisione di lasciare che Kinsley portasse Narcissa al Ministero, quella sera stessa
quando sarebbe ritornato dal servizio che stava svolgendo.
Lupin sembrava ora preoccupato quando gli disse: “Stai attento Harry,l’ammaccature che hai
addosso sono niente,se Voldemort ti trova,gli stai pestando troppo i piedi per restare ancora a lungo
nell’ombra,o prima o poi dovrai fare i conti con lui!”.
Ad Harry gli si indurirono gli occhi prima di rispondere a Lupin: “Immagino di sì,ma ho qualche
sorpresa per lui quando ci incontreremo di nuovo!”.
Non sembrava una minaccia ma semplicemente qualcosa che era inevitabile,qualcosa che era
destino che dovesse succedere prima o poi.
“Immagino di sì,Silente parlava di tè con una ammirazione che non gli ho mai sentito nei riguardi di
nessun altro,e malgardo che ne parlassimo fra di noi non abbiamo mai capito il perché!”.
Fece una breve pausa quando la Tonks mise davanti a tutti una tazza di tè,e ravvivò il fuoco.
“Non fraintendermi,non che tu manchi di qualità,come studente di Difesa contro le arti oscure,hai
dimostrato un’attitudine eccellente,ma stiamo parlando di qualcosa di più di questo,hai contrastato
Voldemort ormai troppe volte e te la sei sempre cavata direi molto bene,nessuno di noi,e parlo
anche di Sirius e James,avrebbe avuto la tua capacità di cavartela come hai fatto tu!”.
Ninfadora si era riseduta e fissava Harry con curiosità,evidentemente anche lei era del suo stesso
parere.
Lupin continuò: “Ora capiamo che stai nascondendo qualcosa di importante,anche Minerva ne é
convinta ed é imbarazzata,da una parte stà cercando di proteggerti come può,e dall’altra le scappi
dalle mani e sembra che stai seguendo una strategia,e pare che questa funzioni,ma se lo abbiamo
capito noi,non ti illudere che anche Voldemort ha intuito che stai tramando qualcosa di grosso,e
credimi che farà di tutto per impedirtelo!”.
“Io stò solamente eseguendo..”.
“Gli ordini di Silente ,lo sappiamo!”. Lupin lo aveva interrotto,mentre cercava di tagliare corto il
discorso,imbarazzato di Harry.
“Ma non credere che ci siamo bevuti questa spiegazione,le accettiamo solo per aiutarti,ma ormai é
chiaro che c’é molto di più dietro. La stanza delle profezie,i tuoi viaggi con Silente che nessuno di
noi ha mai saputo ne lo scopo ne la destinazione,cosa credi che siano indizzi,che lasciano credere
che fai cose normali. Qui ogni giorno pediniamo Mangiamorte o orribili creature oscure,non c’é una
di queste creature che non ti stia cercando per distruggerti.
Hai i tuoi amici che ti sostengono come possono,ma li hai mai visti,come li vediamo noi.
Ogni volta che scatti o che fai qualcosa cominciano a tremare,perché sanno che qualcosa di terribile
stà per accadere,é chiaro che sanno,e quello che sanno li spaventa terribilmente!”
Harry guardava per terra non aveva mai pensato che i suoi scatti potessero spaventare i suoi amici
così,certo loro lo conoscevano,sapevano che per lui erano molto importanti,ma il carico sopra le
loro spalle era molto pesante. Doveva proseguire da solo,ne era sempre più convinto.
Lupin sembrava leggere i suoi pensieri; “Non credo che non ce la facciano più a sopportare tutto
questo,ma considera che hai una responsabilità e non é quella di farli o no partecipare della tua
vita,ma capisci che noi siamo qui come amici e non come semplici conoscenti che di tanto in tanto
ti danno una mano,portiamo quel carico tutti i giorni, e condividere il tuo forse darà a tutti la
possibilità di essere più efficaci!”.
“Io sò dall’anno scorso quando Silente mi ha rivelato il mio destino,al riguardo della profezia e di
altre cose,che cosa dovevo affrontare,ma é solo mio,voi mi date una mano,una grossa mano,ma é
qualcosa che devo fare da solo,neanche Ron o Hermione che conoscono la mia storia meglio di
chiunque altro possono alleviare il mio peso!”.
“Io sono un Lupo Mannaro,e Ninfadora mi aiuta tutti i giorni a portare questo peso,non volevo
neanchio,e tu lo sai,ci hai visti all’infermeria di Hogwarts quando Silente é morto,come mi sono
opposto a questo,ma credimi ora é meglio,molto meglio!”.
“Come potrebbe essere meglio per me,potete aiutarmi ad uccidere Voldemort,potete?”.
“A lui ci penserà il Ministero,non tocca te anche se Voldemort cela sù con tè,ci sono tanti maghi
che gli danno la caccia,e prima o poi qualcuno lo farà fuori!”.
“Lo credi veramente,o lo vuoi credere,io con questo pensiero ci convivo tutti i giorni della mia
vita,credimi che non ne sono per niente convinto!”.
Lupin aveva abbassato lo sguardo,sembrava per la prima volta capire l’abisso nel quale era
piombato Harry.
“Quest’anno ho gli esami di M.A.G.O. come molti altri miei coetanei,questa dovrebbe essere la mia
preoccupazione principale,e non é così!”.
Harry doveva rientrare a Hogwarts a vedere come stavano gli altri,e sopratutto non voleva che
qualcuno sospetasse qualcosa di quello che avevano fatto lui e i suoi amici,Lupin intui e disse
rivolto a Ninfadora: “Accompagnalo a scuola,se no qualcuno sospetterà qualcosa di strano.Ciao
Harry,la settimana prossima sarò a scuola e possiamo vederci,se non sei in giro a catturare
Mangiamorte”. Un debole sorriso increspò le sue labbra.
Harry e Ninfadora uscirono per andare a scuola,mentre Lupin restava a finire il suo tè.
Materializzati davanti alla scuola,la Tonks salutò Harry,non era opportuno che i due entrassero
insieme a scuola,Harry si sentiva stanco sporco e ammaccato,ma sopratutto solo!.
Vicino alla casetta di Hagrid,una voce lo chiamò,era Ginny: “Harry ce ne hai messo del tempo,é
meglio che indossi questo prima di entrare”.
Gli porse il suo mantello dell’invisibilità.
“A noi hanno fatto molte domande,e se vedono anche tè in quello stato dovrai rispondere a molte
domande imbarazzanti,noi abbiamo dettto di non averti incontrato,é importante che ti vedano
normale senza quei vestiti sporchi”.
Harry prese il manto con un sorriso,forse non era solo,non lo era mai stato. Come avrebbe voluto
essere invisibile sempre così nessuno lo avrebbe mai considerato,e poteva starsene in pace.
 
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RaphaelArcanghelos
view post Posted on 27/8/2007, 17:44




Sempre meglio...Mi chiedo invece perchè del furto di Piton...A meno che la coppa distrutta fosse un faso..oppure era la falsa coppa portata via a non essere una coppa.Un altro oggetto trasfigurato?
 
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Thirrin
view post Posted on 27/8/2007, 23:10




heilà! ho leggicchiato questa fic... nn mi attira molto, anke xke mi da troppo fastidio ke è raccontata al presente invece ke al passato... come storia com'è?
 
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spaik1981
view post Posted on 28/8/2007, 08:16




Raph non posso anticiparti niente....comunque scoprirai dopo....adesso posto ancora qualcosa

Thirrin all'inizio non è molto avvincente....ma poi ha un finale da paura...forse fore, se non perr scrittura, per contenuti è migliore di quello del libro vero...Ciao e grazie x l'interesse
:)
 
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spaik1981
view post Posted on 28/8/2007, 08:32




Cap 15

IL grave dilemma


Per due giorni successivi Harry si riposò con gli altri,non fecero accenno all’accaduto. Più che altro
cercò di riprendere una vita normale,anche se di studiare non ne aveva molta voglia.
Hermione si era ripresa dalla bruciatura sulla spalla,anche se aveva dovuto inventarsi una scusa su
come se la era procurata.
Il cielo diventava man mano che il tempo si avvicinava alla primavera,un pò meno scuro,di tanto in
tanto barlumi di sole spuntavano dalle nubi,ed era un’occasione per brevi passegiate sopratuttto per
visitare Hagrid,impegnato fra le lezioni e Grop,il quale chiedeva spesso di Ron suscitando
commenti via gufo da parte di Fred e George,molto pungenti.
Durante le sere davanti al fuoco nella sala comune di Grifondoro,parlavano di progetti per nuove
esplorazioni del castello,cercando indizi su dove potesse essere,o cosa potesse essere l’ultimo
Horcrux ancora in circolazione.
Nemmeno Hermione aveva nuove ipotesi su dove cercare,nonostante che instancabilmente cercava
nuovi indizi su qualsiasi libro che le capitasse di mettere sopra le mani.
Invece con Luna che non era di Grifondoro,gli appuntamenti erano nella vecchia stanza delle
necessità che era ritornato ad essere il loro quartier generale.
Harry notò che mentre era seduto comodamente sui cuscini e gli altri parlavano di nuove
riceche,Luna partecipava con molto entusiasmo,come se l’esperienza nella casa dei Malfoy avesse
fatto maturare in lei una convinzione di essere parte integrante di un gruppo ed essere utile
all’interno di esso.
Ron teneva la mano sulla spalla di Hermione,come a rassicurarsi che era ben guarita.
Neville si lamentava di non essere capace di difendersi bene come voleva,e all’mprovviso fece una
domanda a brucia pelo a Harry: “To hi visto usare una maledizione senza perdono,contro Belatrix
come hai fatto?”.
Harry improvvisamente non sapeva cosa rispondere,non voleva negare di averlo fatto,tutti lo
avevano visto!,ma confermare senza dare una spiegazione non gli sembrava il caso,sopratutto con
Neville.L’esitazione nel rispondere a Neville dava l’impressione che volesse giudicarlo e si affrettò
ad aggiungere; “Non voglio fartene una colpa,ma anch’io avrei data non sò che cosa per scagliarla
contro la Lestrange,e non ne sono capace!”.
Il suo carattere mite e insicuro,era scomparso e una frustrazione affiorava nel suo comportamento.
“Forse io ho solo della rabbia in più”.
Cercò di confortarlo Harry,che ancora non sapeva come rispondere alla domanda.
“No,non lo credo,delle sere mi sembra di scoppiare,pensando alla mia famiglia,e quando li vado a
trovare,mi sembra...”.
Non finì la frase,ma tanto era lo stesso,nessuno aveva bisogno che lui chiarisse i suoi sentimenti si
leggevano sul suo volto.
“Ti capisco Neville,i genitori possono essere una molla molto potente per fare cose che
normalmente non faresti,ma per me c’é in più che devo sopravvivere in qualche modo e forse per
questo che trovo la forza di lanciare maledizioni,poi in quei momenti,uno combatte e basta .”
“Già forse é così,ma vorrei tanto avere la tua forza e fare quello che tu hai fatto alla Belatrix”.
Lupin stava salendo le scale dell’entrata del castello,quando vide Harry che stava passando di lì,con
in braccio dei libri,aveva appena finito una lezione. Alzò il braccio per salutarlo e Harry rispose al
saluto.
Lupin si guardò in giro prima di parlare a Harry come per assicurarsi che nessuno stesse ad
ascoltarli.
“Ciao Harry ti sei ripreso dalla passeggiata a villa Malfoy?”.
Lupin aveva pronunciato la frase preventivamente guardandosi in torno,per vedere se nessuno li
stava ascoltando.
“Ho da dirti delle novità,c’é qualcosa nell’aria e vorrei parlartene in privato se sei libero”:
Harry aveva ancora una lezione,e poi c’era il pranzo di mezzogiorno.
Lupin gli diede appuntamento nell’aula di Malocchio,sicuro che Moody non avrebbe avuto niente
da ridire se si fossero incontrati là.
La lezione passò lentamente,Harry non vedeva l’ora di incontrare Lupin per sapere le novità.
La campanella finalmente suonò,e Harry fece un cenno a Ron si erano ripromessi di vedersi dopo il
colloquio,per fare il punto della situazione.
Lupin era già nella classe che ammirava delle foto di vampiri che Malocchio aveva portato per la
lezione sugli effetti della tossicità del sangue dei vampiri.
“Ricordo quando studiai anch’io i vampiri, avevo la tua stessa età,con James e Codaliscia avevamo
inventato uno scherzo che combinammo ad una compagna di classe che era veramente antipatica”.
Poi ripensò che non era l’occasione per raccontare la storiella,Lupin avrebbe voluto rilassare Harry
con qualche aneddoto divertente,ma la tensione di quest’ultimo,non si allentava,facendo convincere
Remus a cambiare discorso. “C’é un movimento di Mangiamorte anomalo”.
“Cosa intendi dire con un movimento anomalo?”. Gli chiese Harry aggrottando le ciglia.
“Che stanno organizzando qualche cosa di grosso,le tue ultime imprese devono aver convinto
Voldemort,a fare qualcosa di importante per dimostrare sopratutto ai suoi che é lui che stà
imponendo la sua legge. Non dimenticare che ancora tu gli sfuggi nonostante tutte le sue
intenzioni,salti fuori all’improvviso e gli sfuggi subito dopo”:
Lupin lasciò un attimo di silenzio perché Harry intuisse l’importanza dell’impatto delle sue azioni.
“Sappiamo tutti e due che é in fermento per qualcosa che tu stai facendo,che gli crea dei
probblemi,e penso a ragione,che siano dei grossi probblemi. Silente ha passato molto tempo a
progettare cose con te,e di solito non era sua abitudine perderne. Non mi dire che era solo per
proteggerti che passavate ore nel suo studio,Minerva non é riuscita a strappargli nessuna notizia al
riguardo,ed erano soliti parlare delle questioni riguardanti Voldemort,ma quando centravi
tu,diventava all’improvviso enigmatico”.
Harry riflettendo da quel punto di vista,intuiva che i suoi appuntamenti con Silente,non dovevano
apparire come dei normali contatti fra preside e studente,anche speciale come quello che un
sopravvissuto come lui potesse avere avuto.
“Tornando a Voldemort,stà spostando molti dei suoi,verso la parte sud di Londra. Il perché non lo
sappiamo,ma dagli avvistamenti,sempre più frequenti intuiamo che ha dei progetti che vuole
realizzare là,o almeno lo vuol far credere. Ora possiamo solo restare a vedere come le cose si
sviluppano,senza altre informazioni questo é quello che possiamo per ora”.
Il cervello di Harry lavorava a pieno ritmo,i Mangiamorte a Londra,voleva dire che si preparavano
ad attaccare il Ministero stesso,perché allora Scrimgeour il ministro non aveva avvertito del
pericolo imminente? Lupin non era della stessa idea,attaccare il Ministero della Magia era folle,con
tutti quegli Auror,che la difendevano sarebbe stato un suicidio,anche se Voldemort era tornato al
pieno del suo potere.
Lupin concluse il loro colloquio con un ultima osservazione; “E’meglio che tu non ti muova di qui
per il momento,andare per Londra non é molto consigliabile,potrebbe essere una trappola per
attirarti là”.
Lupin detto ciò,sì voltò e uscì dall’aula di Difesa,lasciando Harry immerso nei suoi pensieri,
La sera erano tutti nella sala comune,che ascoltavano Harry che raccontava dell’incontro con
Lupin,e alla notizia dell’avvistamento dei Mangiamorte a Londra fece serpeggiare fra tutti un
brivido di inquetudine. Ron non credeva che Tu-sai-chi volesse attirarlo in una trappola,riteneva più
probabile un attacco al Ministero. Ma Ginny invece gli fece notare che se anche la notizia era solo
di dominio dell’Ordine della Fenice,anche il Ministero avrà notato il movimento di seguaci oscuri
dalle parti del Ministero.
Hermione che aveva interrotto di scrivere con la sua piuma un compito di Artimanzia,era pessimista
che il ministro fosse venuto a conoscenza dell’accaduto,anche perché Lupin non aveva specificato
di eventuali contromosse da parte del Ministero.
Senza contare che non avevano ancora trovato una soluzione di dove si trovasse l’ultimo
Horcrux,senza del quale ogni altra mossa da parte loro sarebbe stata inutile.
Come al solito lei aveva ragione,meglio concentrarsi su quello,aveva pensato Harry,per il resto
potevano solo aspettare che Voldemort facesse la sua mossa.
Col passare della settimana il tempo migliorò,la mattina di venerdì nella sala grande il cielo era di
un timido azzurro,con qualche nuvola che ancora filtrava la luce del sole. Harry faceva colazione
con Ron quando un gufo,gli si avvicinò posandosi sulla tavola,e alzando la zampa in attesa che lui
prendesse la posta.
Harry guardò Ron con aria interrogativa,ricevendo in cambio una scrollata di spalle. Aprì la lettera
che era di Lupin,lo informava che l’argomento del quale avevano parlato aveva avuto degli
sviluppi,diceva di leggere la Gazzetta di quel giorno,alla pagina tre. Hermione che aveva da poco
pagato la sua copia,al gufo che gliela aveva portata,aprì incuriosita il giornale,la prima pagina era
intitolata a un discorso che Scrimgeour aveva tenuto durante una manifestazione di Maghi e aveva
sottolineato che l’azione del governo per contrastare la crescente violenza aveva ottenuto dei
risultati importanti,e riportava le recenti catture,solo che non erano stati gli uomini del Ministero a
compierle!. Ron divenne rosso nelle orecchie dalla rabbia: “Ti stanno usando per apparire loro che
hanno sconfitto i Mangiamorte nella grotta,non é giusto!”.
Harry abbassando la voce per non essere sentito dagli altri studenti gli ricorda: “E’ meglio
così,almeno non figuriamo come quelli che hanno combattuto,questo ci dà un vantaggio,Voldemort
non sà delle nostre ricerche. O almeno non ne é sicuro!”.
Ron che non aveva considerato la cosa da quella prospettiva,si sgonfiò,borbottando che se loro
rischiavano almeno gli altri non si dovevano vantare della cosa. Hermione convenne con Harry che
era meglio così,piuttosto che attirasi la rabbia di Tu-sai-chi.
Ron restò silenzioso e immusolito tutto il giorno,un pò di gloria non la doveva considerare
male,dopo tutto.
Sfogliando la Gazzetta Hermione trovò la pagina tre dove leggette ad alta voce il titolo dell’articolo:
“I folletti prendono posizione contro il Ministero della Magia,rivendicando i diritti che il governo
negava loro da molti secoli.Il loro rappresentante Broddely annuncia che se la loro situazione non
cambia,rivedranno la loro posizione di neutralità riguardo al conflitto in atto”:
Il Ministero aveva fatto mettere apposta l’articolo in terza pagina per non dare importanza alla cosa.
Notò Hermione alla fine della lettura,ma se Lupin lo aveva sottolineato,doveva essere una cosa
grave.
Decisero di parlarne con Hagrid,per sapere cosa ne pensasse.
Il pomeriggio sucessivo alla lettera di Lupin approfittando del tempo mite,andarono a trovare
Hagrid.Lo trovarono nell’orto di fianco alla sua capanna,che stava piantando delle zucche
autocrescenti,le quali non contente di essere piantate,scappavano dalla buca quando tentava di
impiantarle. Obbligandolo a rincorrerle e e stordirle per interrarle.
Harry mentre lo aiutavano gli pose la domanda al riguardo dei folletti.
Hagrid improvvisamente divenne nervoso,quasi trozzava una zucca talmente che la stringeva per
depositarla nella terra.
“Lo sapevo voi vi fate vivi solo quando avete bisogno di qualcosa,e chi vi ha detto dei folletti?”.
“Lupin,é stato lui che ci ha accennato dei folletti,e vedendo la tua reazione penso che ne sai
molto!”.
Rispose Harry gettando della terra sulla zucca che ancora si lamentava per il trattamento subito.
“Beh se é stato Remus,andiamo in casa é più sicuro”.
Davanti l’immancabile catino di tè,Hagrid cominciò a raccontare della ribellione dei folletti,che non
si fidavano più della capacità del Ministero di gestire la Questione Mangiamorte.
Avevano subito molte perdite sopratutto nei loro depositi d’oro. Il Ministero non era riuscito a
garantire la sicurezza e loro preferivano fare un accordo con Voldemort piuttosto che perdere le loro
sostanze.
Hagrid era stato incaricato dall’Ordine della Fenice di contrattare la loro neutralità. Visto la sua
conoscenza delle creature magiche che gli aveva valso il rispetto di molte di queste.
Un rumore di terra percossa attirò la loro attenzione,qualcosa si stava avvicinando.
Da lontano Grop era indaffarato a trasportare un grosso tronco d’albero. Hagrid con un sorriso alzò
la manona per salutarlo,e Grop con un frastuono,lasciò cadere l’albero per rispondere al saluto.
Stava ultimando la sua casetta,spiegò Hagrid con soddisfazione.
Alla vista di Ron,Grop salutò con entusiasmo: “Ron iaooo”.
Ron in un primo momento fu incerto se spaventarsi o rispondere al saluto,decidendo di alzare la
mano in fine e di salutare a sua volta; “Non c’é problema,abbiamo stabilito un buon
rapporto,almeno nelle parti fondamentali!”. Commentò il saluto.
Hermione e Harry lo guardarono senza aver capito nulla del suo discorso.
Hagrid si era nel frattempo scurito in volto: “Sapete non oso entrare nel territorio dei folletti con
Grop,chissà che cosa può combinare laggiù”.
Fece una pausa e continuò: “Ma andare da solo,non sono dei tipetti simpatici,hanno la fama di
essere molto crudeli,quando si tratta del loro oro!”.
Sentire parlare dei folletti in quel modo da Hagrid sembrò a tutti per lo meno strano. Amava le
creature più pericolose,grosse e temibili,e non era contento di parlare con esseri dalla piccole
dimensioni.
Restarono senza parole e si congedarono,era tempo di rientrare a scuola.
La sera alla solita riunione ognuno di loro si sentiva frustrato,Mangiamorte a Londra,folletti in
rivolta,e loro in mezzo,che non sapevano cosa fare.
Per giunta non avevano idea di dove cercare l’ultimo Horcrux,il morale alla fine era a terra.
Decisero di aspettare e di studiare visto che gli esami erano ormai vicini e la sola che era in pari con
le lezioni era Hermione,anche se lei sosteneva di essere come gli altri lontana da sapere tutto il
programma,ricevette in cambio un’occhiata torva si da Ron che da Harry.
Leggevano la Gazzetta tutte le mattine come per trovare un indicazione,un nesso fra i Mangiamorte
e i folletti,il giornale fino ad ora non aveva riportato nessuna notizia che dessero delle indicazioni
sui movimenti dei Mangiamorte,le lettere via gufo di Reginald erano dello stesso tenore,nulla
all’apparenza si muoveva,Lupin era in giro, a sentire la Tonks a cercare indizi,ma nemmeno lui
dava notizie. Harry si sentiva come un leone in gabbia. Si innervosiva per un nonnulla e e
rispondeva sempre più nervoso,anche alle domande più banali,tanto da prendersi una punizione
dalla McGranitt quando non era riuscito a trasformare Ron,che faceva da cavia,in un
Porcospino,riuscendo solo a fargli crescere gli aculei sulla testa al posto dei capelli,e provocando
l’ilarità in tutta la classe.
Hagrid li aveva informati che da lì a una settimana sarebbe andato per la sua missione a parlare con
i folletti e che Grop non sarebbe venuto con lui,a causa del suo carattere. Non era ancora in grado di
controllarsi e di restare tranquillo,e l’ultima cosa che gli serviva era di aumentare la diffidenza dei
folletti,con la presenza di Grop che li guardava minaccioso,sarebbe stato un disastro!.
Il volto di Hagrid era preoccupato,anche lui di diplomazia non era certo una cima. Ma nessun altro
dell’ordine poteva aiutarlo nel suo compito,erano tutti occupati,con i Mangiamorte a Londra,e tutti
quegli attentati in giro,c’era poco da allentare la guardia.
Ritornarono al castello commentando la missione di Hagrid; “Non possiamo lasciare che Hagrid
resti solo a cavarsela coi folletti”. Hermione aveva un tono preoccupato nel dire a voce alta quello
che un pò tutti pensavano.
“Certo,ma come?”. Ron non vedeva il modo,senza notizie certe di cosa stesse per accadere.
Harry non disse niente neanche lui aveva in mente cosa potessero volere a Londra,il Ministero della
Magia era ben protetto,molti Auror erano a guardia dell’edificio,Scrimgeour il Ministro era un
vecchio combattente,quindi sapeva cosa attendersi dal lato oscuro,quindi non sarebbe stato facile
sorprenderlo,poi che attaccassero il Ministero francamente era impensabile perfino per uno come
Voldemort.
Nella settimana sucessiva le notizie erano di una calma piatta.Harry temeva che fosse una calma
prima della tempesta.
Il Ministro aveva fatto una dichiarazione che l’ordine era stato ristabilito e che le azioni che
avevano intrapreso contro i Mangiamorte erano state efficaci.
Harry nel leggerle divenne ancora più nervoso: “Non capiscono che il loro atteggiamento,mette in
pericolo la comunità!,Dando una immagine di falsa sicurezza”.
Appallotolò il giornale e lo gettò per terra stizzito.
“Sono incapaci come Caramel”. Aggiunse Ron che condivideva in pieno la sensazione di Harry.
La mancanza di realismo del Ministero era un pericolo più degli attacchi dei Mangiamorte.
Hermione ipotizzò che Tu-sai-chi avesse detto ai suoi seguaci di non compiere azioni per far
credere a tutti che era stato obbligato dai recenti arresti a diminuire i suoi attacchi,per fare abbassare
la guardia. Per poi sferrare un attacco di sorpresa in grande stile.
Harry trovava quella spiegazione terribile,ma Voldemort era capace di attuare un piano simile. Era
plausibile che lo avesse pensato,commentò Ginny con una certa tensione nella voce.
Ron invece tendeva a considerare le minacce dei folletti più seriamente dell’attacco al Ministero,ed
era di conseguenza più preoccupato di aiutare Hagrid.
“Comunque una cosa la realizzata Tu-sai-chi,ha messo il mondo magico,nell’incertezza e nel
terrore,e questo é già un risultato!”, fù il commento finale di Hermione.
Il giorno dopo la McGranitt li informò che avrebbero sostenuto un pre esame,per prepararsi a quello
vero che si sarebbe tenuto di lì a tre mesi,avevano una settimana di tempo per studiare prima che
ciascun professore dettasse il suo compito,per mezzo del quale si sarebbero formati i giudizi,che i
veri esaminatori avrebbero sommato ai loro per la votazione finale.
Fra tutti gli studenti ci fù un mormorio di inquietudine,molti non si sentivano preparati a sostenere
un pre esame,e poi il preavviso di una settimana era molto corto,per preparasi bene.
La sola che non sembrava minimamente preoccupata era Hermione,che trovava il tempo concesso
sufficente per ripassare.
Harry non fece commenti,con quello che stava succedendo,se passava o no l’esame era per lui
indifferente.
Studiarono tutta la settimana restante,dando un’occhiata tutti i giorni alla Gazzetta del
Profeta,cercando indizi sui piani di Voldemort. Harry spediva Edwige tutti i giorni da Reginald per
chiedere se avesse novità,ricevendo sempre la stessa risposta,pazientare,ma la pazienza di Harry era
agli sgoccioli non si era sentito così inutile in tutta la sua vita. Hermione continuava a ripetergli che
senza indizi non potevano fare nulla,e che se voleva passare il pre esame,doveva applicarsi ma
Harry non le prestava ascolto,allora lei gli prendeva la pergamena e gli correggeva i compiti.
L’esame che era stato organizzato nelle varie aule di pertinenza delle varie materie,fù per Harry
penoso,non vedeva l’ora che terminasse.
La cosa positiva che la prima prova era Difesa contro le Arti Oscure,che Harry fece molto bene.Il
professore Moody gli fece fare diversi incantesimi disarmanti ,non verbali. Provò a mettere in
difficoltà Harry con diversi impedimenti,gli fece fare delle fatture da Finnegan mentre era di
spalle,ma l’intuito di Harry lo avevrtiva sempre dell’imminenete attacco e riusciva un attimo prima
a contrattaccare. Superata la prima prova brillantemente trovò l’entusiasmo di impegnarsi di più
anche nelle altre materie.
Strappando una sufficenza anche in quelle come Erbologia,o Trasfigurazione,che aveva trascurato
di ripassare bene.
Ron era di umore nero,avendo sbagliato Trasfigurazione,non era riuscito a trasformare un topo in un
gatto. Invece aveva ottenuto un ibrido fra un topo e un pavone,la testa era di topo e il corpo era di
pavone,con una strana ruota di pavone che al posto di aprirsi come quella tipica dell’uccello era più
somigliante ad un ventaglio.
Hermione era passata bene in tutte le materie,tranne che in Difesa,dove aveva per sbaglio dato
fuoco a Anna Habboth di Corvonero,in una prova di una fattura congelante.
L’importante era che fosse finita,disse Harry a Ron per tirarlo sù di morale,ed era veramente
convinto di ciò,ora poteva pensare all’ultimo Horcrux rimasto e a dare la caccia a Voldemort.
Il sole anche se debole era spuntato nel cielo quella mattina sul soffitto della sala grande mentre che
facevano colazione,il morale di Harry montò notevolmente,in fin dei conti avevano ottenuto dei
risultati notevoli negli ultimi tempi,e il pessimismo passato si era attenuato notevolmente.
Hermione che non aveva mai smesso di cercare tracce sulla vita di Goldrig Grifondoro,aveva
trovato tracce,del suo pugnale che era come la spada un oggetto che lui preferiva. L’aveva trovato
nella Cronaca dei Maghi d’Ingilterra bibbliografia di Goldrig Grifondoro,scritto da Emauel
Horfley,il suo sucessore come capo della casa di Grifondoro,commentando l’orgoglio del fondatore
per la bellezza di questi oggetti,li aveva perciò dotati di incantesimi difensivi molto potenti. Harry
ricordava la sensazione di tenere in mano la spada,gli aveva dato la forza di battersi contro il
Basilisco,nei sotterranei di Hogwarts.
Era provabile che anche il pugnale avesse poteri particolari.
L’eccitazione alla notizia nel gruppo crebbe e tutti avevano ipotesi e fantasticavano su dove potesse
essere e cosa avesse come poteri.
Ma a sapere dove fosse custodito e quali poteri avesse nessuno aveva una qualche idea.
Luna alla notizia del pugnale di Grifondoro,esclamò come se fosse la cosa più naturale di questo
mondo,di chiedere alla McGranitt notizie. La cosa sembrava troppo semplice per essere presa in
considerazione, e molti erano visibilmente imbarazzati per non averci pensato prima.
Decisero che Hermione era la sola che potesse chiedere informazioni alla preside senza destare
sospetti.
Alla fine della lezione che ebbero il giorno dopo di Trasfigurazione,Hermione si attardò a uscire
dall’aula,attese che tutti fossero usciti per domandare alla McGranitt del pugnale,la Professoressa la
guardò un attimo con le giglia corrugate,con un aria sospettosa.
Hermione notando l’espressione subito si affrettò ad aggiungere che aveva letto il libro e che forse
sarebbe stata materia d’esame,in storia della magia,rassicurando la preside che raccontò la storia
delle armi del fondatore della loro casa.
La sera Hermione riferì al gruppo delle notizie,smorzando degli entusiasmi iniziali. Il fondatore
della loro casa non sembrava aver dato una particolare preferenza al suo pugnale,anzi aveva
dichiarato che la spada era di gran lunga la sua preferita. Restava da capire se Voi-sapete-chi,avesse
ritenuto l’arma corta degna di qualche speciale interesse.
Erano al punto di partenza,Ron era convinto che Tu-sai-chi avrebbe preferito nascondere un suo
pezzo d’anima dentro una spada che dentro il pugnale essendo una spada più vistosa e quindi più
importante di un pugnale,Ginny era di parere opposto,non credeva che si potesse giudicare la mente
folle di Tu-sai-chi semplicemente con delle misure o della logica.
Harry era daccordo con lei visto che era entrato nella sua follia,non era sicuro che una teoria fosse
migliore dell’altra.
Lupin tornò dal suo giro fatto nei sobborghi di Londra,in quella periferia squallida che era luogo di
ritrovo di emargianti,dove spesso chi voleva nascondersi trovava buoni rifugi e sopratutto
discreti,senza aver trovato tracce di Mangiamorte,apparte un incontro con Mondungus Fleacher che
tentava di vendere polvere di Opalvina,che spacciava per un potente antimaleficio.
Alla vista di Lupin era fuggito lasciando persino la sua inutile mercanzia abbandonata,per fuggire in
fretta.
Un tempo apparteneva all’Ordine come informatore ma dopo il furto in casa Black,quando Sirius
era già morto,era stato allontanato dalla casa,e si trovava sempre meno in giro,un emarginato sia nel
mondo dei maghi sia nel mondo oscuro,di nessuna utilità.
Lupin riferì anche che nella società dei Lupi Mannari,c’era fermento,si avvertiva che qualcosa di
grosso fosse lì per scoppiare.
Harry sentendo le notizie ebbe un’altro scatto di rabbia,Hermione aveva ragione che forse l’intento
di Voldemort era quello solo di creare insicurezza e paura!,e ci stava riuscendo molto bene.
Il tempo era decisamente migliorato,il cielo era di un pallido azzurro,con qualche nuvoletta che
imbiancavano a spruzzi quà e là,il soffitto della sala grande.
Nel pomeriggio Ron aveva in progetto di andare a trovare Hagrid che aveva da sistemare un orto
per Grop dietro la sua casa,con piante con un nuovo campo di zucche,perché aveva scoperto la
passione di Grop per quest’ortaggio,ne mangiava una al giorno e il campo di Hagrid era ormai agli
sgoccioli,così aveva avuto l’idea di fare un’altro campo dietro alla ormai quasi terminata casa di
Grop,per avere una scorta sempre nuova di zucche.
Ron aveva proposto con entusiasmo di aiutarlo a impiantare il nuovo campo,così aveva anche la
possibilità di parlare del viaggio ormai imminente di Hagrid,nel villaggio dei folletti.
Arrivata l’ora Ron accompagnato da Harry,che preferiva aiutare nella preparazione del campo che
restare al castello a studiare. Si diressero verso la foresta verso la casa di Grop che era a dieci minuti
di marcia dalla casa di Hagrid. Arrivati là Hagrid era già all’opera e stava impostando il recinto in
legno che avrebbe contenuto l’orto.
“Ciao,Guardate,non é bello!”.
Hagrid con la manona aveva salutato allegramente i due,mentre finiva di inserire nel terreno
l’ultimo palo del piccolo steccato.
“Ho recintato,così nessun Koonty,viene a rubare i semi e le zucche dopo,cosa ne pensate?”. Ron
aveva uno sguardo di approvazione,certamente lo steccato avrebbe resistito agli assalti di una
piccola mandria di Koonty,ma trattandosi di Grop,se era un pò più robusto era meglio,visto che due
sere prima aveva distrutto la sua sedia,di quercia massiccia sedendosi,le precauzioni non erano mai
troppe.
Due ore più tardi,aevano impiantato l’orto,e Grop come gesto di ringraziamento,aveva con due dita
dato un buffetto sulle spalle di Ron,mandandolo giù direttamente faccia a terra.
Era così stupito di ritrovarsi a terra che Harry aveva cominciato a ridere in maniera
contagiosa,trasciando tutti in una risata irrefrenabile.
Hagrid invitò lui e Harry a bere una tazza di tè.
Era il momento di parlare del viaggio nel villaggio dei folletti. Fu Hagrid a entrare nel argomento:
“Ci devo da andare nel villaggio,e non mi sento di dire cose che li possono convincere,ma Arthur ci
ha detto che nessun altro può andarci,me di diplomazia non me ne intendo!”.
La voce era di chi fosse molto preoccupato,Harry era convinto che se gli avessero proposto di
andare in una comunotà di draghi sarebbe stato molto contento,ma i folletti doveva reputarli al
confronto,molto meno pericolosi. Ma invece lo lasciavano incerto,non certo perché non aveva
studiato,ma per la loro innato senso del calcolo e del profitto,cose che a Hagrid,erano del tutto
sconosciute.
“Beh,ci ho pensato,verrò con té!”. Ron aveva esclamato,la cosa come se ci avesse pensato a
lungo,prima di decidere,Harry restò senza parole,Ron non gli aveva confidato del suo progetto di
seguire Hagrid nella sua missione.
“Davvero ci verresti? Io ci penso che sia una buona idea,non sono cattivi,ma io...,io non ci sò
parlare bene,forse tu avrai migliore possibilità!”.
Hagrid sembrava più rilassato,ora che Ron si era proposto di aiutarlo,Harry non aveva avuto il
coraggio di obbiettare nulla,un pò perché era stupefatto dell’iniziativa del suo amico,un pò perché
forse non era una cattiva idea,certamente poteva parlare meglio di lui visto che Ron era nato in quel
mondo e conosceva le regole meglio di lui,quindi sarebbe stato capace di non fare errori che lui non
avrebbe potuto evitare.
Tornarono al castello,con Ron che si sentiva fiero della sua proposta.
Una volta che misero al corrente Hermione dell’idea di Ron,anche lei si era dimostrata ottimista,e
considerava i folletti più fortunati rispetto agli elfi domestici,ma sostanzialmente anche loro sfruttati
come le altre creature magiche,passarono la serata a parlare delle colpe del Ministero della
Magia,nei suoi rapporti con tutte le creature magiche.


Cap 16

Ron entra nel territorio dei folletti


Gl insegnanti dopo un breve periodo di calma avevano ricominciato a fare pressione sugli studenti
per l’esame finale del settimo anno.
I compiti erano aumentati,e i rotoli di pergamena avevano raggiunto lunghezze sempre più lunghe.
Harry no se ne preoccupava più di tanto anche se si trovava sempre più spesso in bibblioteca a
studiare per i compiti,forse non credeva nemmeno che sarebbe arrivato alla fine degli esami,visto
che le notizie di un possibile allargamento del conflitto nel mondo magico,aveva fatto dichiarare
alla McGranitt,che se il pericolo sarebbe aumentato i consiglieri di Hogwarts avrebbero preso in
considerazione l’ipotesi,di chiudere la scuola,anche se per un periodo limitato.
Il Ministero però,avrebbe ostentato quest’idea,secondo voci che giravano nella scuola il professor
Vitious ne era venuto a conoscenza,come anche la professoressa Sprite aveva sentito la stessa cosa,
per non dare l’impressione che la situazione stava sfuggendo di mano,si tendeva a lasciare la scuola
il più aperta possibile,a dimostrazione che le cose non andavano poi così male.
Harry e Ron incontrarono la Tonks nel corridoio del secondo piano,andando a lezione,le chiesero
preoccupati cosa succedeva esattamente,visto che erano in anticipo sull’orario della
lezione,approfittarono del incontro casuale per sapere se era vero che il Ministero avesse preferito
accettare il pericolo che succedesse qualcosa di grave nella scuola,che invece prudentemete
chiuderla per evitare,qualsiasi rischio per gli studenti,in caso di notizie allarmanti.
Ninfadora mentre li ascoltava aveva l’aria stanca,causa i turni che a tutti gli Auror Il Ministero
aveva imposto per fronteggiare le tante piccole crisi,che spesso scoppiavano in giro. Era una
strategia per stancare e fiaccare la reazione del Ministero,che faceva anche i tripli turni per
fronteggiare l’emergenza.
Anche lei confermò le voci che la parola d’ordine al Ministero era minimizzare,per salvare le
apparenze.
Questa considerazione che lei fece mise in allarme ancora di più Harry che come del resto anche gli
altri temevano che Voldemort avesse ideato tutto ciò per mettere alla prova la resistenza del
Ministero,ma sopratutto l’opinione del mago medio,che a leggere le lettere pubblicate dal
Cavillo,rivista che il padre di Luna dirigeva,strillavano sempre di più all’incapacità di ristabilire
l’ordine e la sicurezza.
La Gazzetta del Profeta,invece era più influenzabile,e accettava di buon grado la tesi del
Ministero,non riportando i fatti se non quando erano troppo eclatanti per poterli tacere.
Ne parlarono il pomeriggio nella stanza delle necessità,con Luna e Neville,presenti,e i timori di
Harry erano i timori di tutti,solo Hermione era assorta nei suoi pensieri,l’espressione di chi non
volesse peggiorare le cose dicendo quello che pensava.
Ginny fù la prima a notare il comportamento e ha chiederle un parere.
Hermione stette per un secondo in silenzio,poi con voce poco convinta disse: “Voi-sapete-chi stà
demoralizzando il mondo magico,la preside riceve ormai più lettere di genitori preoccupati ogni
giorno di più”.
“Mio padre non torna quasi più a casa,fà turni anche alla sera”. Continuò Ron il triste bollettino
iniziato da Hermione.
“Insomma siamo vicini ad una guerra totale!”. Saltò su a dire Harry che vedendo le espressioni dei
suoi amici era sempre più convinto che quello di cui non avevano bisogno era del disfattismo.
“Abbiamo ottenuto dei grandi risultato finora no?”.
Il suo sguardo indagatore cercava dei consensi che faticavano ad arrivare,fino che Hermione per il
troppo silenzio gli rispose: “Certo!,che tu hai ottenuto dei risultati,ma la questione resta ora non é
più uno scontro limitato a pochi é sempre più,uno scontro che si allarga di giorno in giorno”.
Harry si sentiva montare la rabbia; “Noi gli abbiamo impedito di prendere la profezia,noi lo
abbiamo costretto a cambiare i suoi piani e penso che noi,riusciremo a fermarlo,quando deciderà di
uscire allo scoperto!”.
Era così alterato per quello che considerava solo una debolezza dei suoi amici,che si voltò per
andare a dormire senza volere continuare quella discussione che per lui non aveva alcun
senso,avrebbe fatto i conti con Voldemort,e non era sicuro che a rimetterci fosse lui alla fine della
storia. Andò a letto e quando dopo mezz’ora anche Ron entrò nel dormitorio fece finta di
dormire.Ron intui che non aveva voglia di parlare , si mise il pigiama e si sdraio ma Harry sentì che
per lungo tempo non russava,sintomo che anche lui non dormiva,poi piano piano anche Harry si
addormentò.
La mattina di giovedì Hagrid venne al loro tavolo durante la colazione e con l’aria da cospiratore,si
guardò in giro,per vedere se nessuno li ascoltasse,poi con aria indifferente disse a Ron: “Sabato
andiamo dove sai tu!”. Senza attendere una risposta si diresse verso la foresta a iniziare le sue
lezioni di Cura delle Creature Magiche.
Ron guardò Hermione e poi successivamente Harry come a chiedere una risposta a quella strana
dichiarazione. Hermione scosse le spalle,come dire che non aveva alcuna idea di cosa volesse dire
quel comportamento. Harry si limitò a fissarlo,senza muovere un muscolo. Neanche lui aveva un
idea,forse voleva farsi un pò di coraggio dando alla cosa un pò di importanza del dovuto.
La sera ne parlarono nella stanza comune quando anche gli ultimi studenti del terzo anno andarono
nella loro stanza; “Ho già detto alla mamma inviandole Leo,che questo fine settimana non tornerò a
casa per il weekend,ma resterò a scuola a studiare”. Ron aveva progettato durante il giorno questa
risposta perché Harry non ne sapeva niente,e guardando Hermione e Ginny,dalle loro espressioni
nessuna delle due sembrava essere stata messa al corrente prima da Ron,anche lui aveva un’aria di
importanza quando disse le sue intenzioni,per il viaggio,un pò come Hagrid.Harry pensò che voleva
darsi importanza,e reputava la sua una missione di grande importanza. Decise di non fare nessun
commento al riguardo,notando lo sguardo di sua sorella che doveva avere lo stesso pensiero,perché
aveva stampato sul viso un sorriso di scherno.
Ron non dava segno di aver notato la cosa e tutti ,compresa Hermione, fecero finta di niente.
Il giorno della partenza prefissato Ron non aveva più quell’aria di trionfo,ma il colorito verde della
sua faccia faceva capire che si era pentito di aversi proposto per quella missione,guardò Harry come
a chiedere cosa doveva fare. Harry scosse le spalle e per incoraggiarlo disse: “Sai se fossi andato io
chi sà che pasticci avrei combinato,non conosco il mondo magico come tè e non saprei come
comportarmi,e se facessi una gaffè,loro magari si offenderebbero e chissà se manderei tutto a
rotoli!”.
Sperava che quello che aveva detto incoraggiasse Ron,che invece fece una smorfia,e con aria
dubbiosa replicò: “Le storie che papà mi raccontava sugli folletti,erano tutte di attaccamento
all’oro,farebbero di tutto per possederne ancora e sono molto crudeli verso chi possa derubarli o
minacciare in qualche modo,le loro ricchezze!”.
“Ma tu non vai là per portare via il loro oro,quindi che male possono farti?”.
“Lo sai tu,ma loro sono sospettosi di natura,e al minimo sospetto,reagiscono,hanno magie proprie”.
“Cerca di sembrare rilassato e sorridi,quando parli,e vedrai che tutto andrà bene!”. Concluse Harry.
“Fai presto tu a dire,ma una volta uno di loro che pensava che un mago di passaggio stesse per
portare via il suo oro,lo fece stare una settimana incatenato con una magia di costrizzione,finchè
passo uno che conosceva il folletto,e lo convinse a rilasciare il mal capitato,che fuggì senza
guardarsi indietro,sono molto efficaci quando si tratta di proteggere i loro interressi”.
Detto ciò Ron si voltò e si incamminò verso la foresta dove aveva appuntamento con Hagrid per
andare al villaggio,Harry lo seguì per incoraggiarlo,ma non disse niente per tutto il tragitto.
Giunti alla capanna di Hagrid,lo videro che li salutava,aveva in dosso la sua giacca migliore,quella
di pelli di castoro,con la sua orribile cravatta,gialla a pois arancioni.Ron ancora più depresso guardò
Harry,certo che vestito così,non si presentava al meglio,anzi incuteva una certa diffidenza in chi lo
osservava,sembrando un orso vestito con le pelli di un altro animale,Ron divenne verde acceso.
Grop stava salendo dalla direzione della sua casa,salutando con la sua manona.
“Verrà con noi,ha insistito quando ci ho detto che Ron ci veniva con me,é molto attaccato a Ron,lo
considera come me,un fratello”.
Harry sorrise alla battuta involontaria di Hagrid,infatti al pensiero di Grop suo fratello fece
assumere a Ron un colorito verde prugna,Harry si ripropose di dire la cosa a Fred e George,così lo
avrebbero preso in giro per tutta la vita.
Il corpo di Ron che a ogni passo di Grop veniva massaggiato da delle vibrazioni fastidiose,quando il
gigante pestava il suolo camminando con i suoi enormi piedi,gli diede una scossa,si voltò a dire a
Harry; “Beh noi andiamo,saluta tutti,e....e ci vediamo!”.
Harry si rese conto di essere molto stupido,alzando la mano e salutando,ma al momento non gli
veniva niente di più opportuno da fare. Grop era il più indietro di tutti e copriva le altre due
sagome,mentre si allontanavano,Hagrid era in mezzo,e il piccolo Ron davanti,Harry ebbe
l’impressione che Grop fosse in dietro per proteggere Ron,o almeno la sua coscenza voleva vederla
da quella prospettiva. Restò là a guardarli tutti e tre che si dirigevano verso la foresta.
Harry rientrò nella torre di Grifondoro dove Hermione stava nervosamente seduta,con le mani si
toccava i ginocchi come se quel gesto ritmico potesse rassicurarla. “Sono andati vero?Io non
sopportavo di vederli partire e così ho preferito salutarlo qui!”.
Evidentemente parlava di Ron con la frase al singolare.
“Anche Grop é andato alla fine con loro,sai credo che voglia diventare amico di Ron,ha una
tendenza a proteggerlo quando sà che c’é anche lui”. La considerazione di Harry fece sollevare la
testa di Hermione,che lo guardò per capire se stava scherzando o parlava seriamente.
“Lo sai che Ron non é un gran diplomatico”. Escalmò lei.
“Lo sò ma non è questo che mi preoccupa,penso che non abbiano molte possibilità,di convincere i
folletti,sono tipi molto avidi,e non si accontentano di promesse di pace con i maghi,vogliono
garanzie che non verranno attaccati da Voldemort,e protezione per i loro interessi,e temo che
l’ordine non possa garantire tutto ciò!”.
“E’vero ma almeno c’é un contatto e come tale é un segnale che non tutti sono passivi,forse se
hanno paura di perdere le loro sostanze sotto il dominio di Tu-sai-chi,ci ripenseranno”.
Hermione aveva centrato la speranza di Arthur,quando aveva incaricato Hagrid di andare a parlare
con i folletti. Doveva essere questa la sola molla che avrebbe permessso a Hagrid,Ron e Grop di
ottenere almeno una neutralità nello scontro in atto.
Ginny guardava il camino senza parlare fintamente disinteressata al discorso,ma proprio quella
calma dava l’impressione di essere peroccupata.Harry andò a sedersi vicino a lei e senza parlare
restò seduto a fissare il camino spento,nella sala piena di rumori degli studenti che facevano progetti
per gli studi oppure scherzavano ridendo di qualche battuta,era lì senza rendersene conto,come se
vivesse in un altro mondo.
Era agitato dormiva ed era sveglio,quel girarsi lo faceva sudare come se fosse impegnato in una
corsa. Era in un villaggio Ron era attaccato da dei esserini che lo stavano pungolando con energia
che scaturiva dalle loro dita. Sette otto,nove,continuavano a scagliargli addosso raggi di luce
giallastra appiccicosa come miele fluido. Ron urlava ed era in balia dei suoi aggressori.
Harry era lì paralizzato dalla sorpresa e dalla paura,non sapeva cosa facesse lì,ma la cosa più
importante era che Ron aveva bisogno di lui. Ron cominciò a separasi da se stesso,come se una luce
argentata,un filo si distaccasse dal resto del corpo. Un Dissennatore era sulla sua testa che fluttuava
nell’aria e dava una sensazione di freddo molto freddo un freddo che non si poteva riscaldare,Ron
veniva chiamato da quel freddo sù,Harry doveva fare presto,ma presto cosa?. La figura
incappucciata non era un dissennatore era una donna la donna più brutta che Harry avesse visto in
vita sua.
Portava in mano una falce,l’agitava per staccare il filo d’argento di Ron e lo chiamava per farsi
seguire,Ron paralizzato,come ipnotizzato la seguiva fluttuando.
Harry si sentì all’improvviso caldo,il canto della fenice,stava irrompendo dal suo petto,e riempiva
l’ambiente circostante,doveva scaldare Ron che era ormai di un colore argentato come il filo che lo
univa al suo corpo.
Sentiva Ron che piano piano si stava scaldando,era un pò più giallo sole, si comportava come un
neonato nelle braccia della madre,l’importante pensò Harry é che avesse smesso di seguire la figura
incappucciata. Harry piangeva sapeva che era la sola cosa che si frapponeva fra Ron e la
vecchia,che sembrava infastidita,da tutto quel calore. Infatti cominciò ad allontanarsi,
Continuò a lasciare che il canto dirompesse dal suo petto,sembrava che stesse funzionando,stava
scaldando Ron a sufficenza,visto che stava ritornando,nel suo corpo.
I folletti erano atterriti,spaventati,i loro malefici,non toccavano più Ron che era ormai disteso per
terra senza più muoversi.
Harry sentì parlare in una lingua che non conosceva,forse era Follese,le piccole figure smisero di
lanciare i loro dardi di energia,e sempre più si allontanavano dalla figura inerte di Ron. Hagrid urlò
e si avvicinò,di corsa.
Ron guardò Harry,che ricambiò lo sguardo,era di riconoscimento,entrambi stupiti della presenza
dell’altro,muti si chiedevano senza parlare che cosa ci facesse l’altro lì. La ciccatrice faceva
male,come se un vecchio ricordo assopito,stesse risvegliandosi e aveva paura,si contorceva come un
serpente.
“Harry,Harry,svegliati,cosa ti stà succedendo?”:
Neville in pigiama scuoteva Harry che aveva conati di vomito,come quella volta che era Voldemort.
Non capiva bene dove finiva il sogno e dove cominciasse la realtà. Era ancora una parte nel sogno e
stava toccando la ,mano di Ron. Poi fù definitivamente sveglio: “Stò bene,é....é solo unn brutto
sogno,nulla di più!”.
Rispose a Neville,più che altro per farlo smettere di scuoterlo.
“Un sogno,ma stavi quasi per levitare ed eri come se avessi dentro una luce che emanava un calore
come il camino quando é accesso da molte ore!”. Neville aveva la faccia spaventata.
Seamus e ........ gli altri due compagni di stanza di Harry erano da poco svegli e guardavano Neville
che era chino sul corpo di Harry,senza capire che cosa stesse succedendo; “Harry hai avuto un
incubo?”. Disse fra uno sbadiglio e l’altro Seamus.
“Si é così é stato solo un incubo,dormite ora mi sento meglio!”.
Si teneva la testa come se fosse spaccata in due e le mani servivano a tenerla insieme.
Neville aveva capito che qualcosa non andava perché non fece commenti,ma si sedette sul suo letto
e non dava cenno di andare a dormire,mentre gli altri resosi conto che tutto era passato,tornarono a
dormire,tirando le tende dei loro baldacchini.
Restò a lungo a fissare il soffitto del suo letto,Neville era vcino a lui,non parlava,come qualcuno
che avesse visto qualcosa,che normalmente un mago,abituato a magie di ogni sorta non é abbituato
a vedere,si addormentò,senza sogni nel nero.
Molte ore dopo il sole era già alto.Hermione era su di lui che lo guardava,come se fosse lì da
diverso tempo a guardarlo.
“Ciao,Neville ci ha raccontato della tua notte,e non vedendoti arrivare sono venuta a vedere come
stavi”.
“E’ molto che sei qui”. Chiese Harry inforcandosi gli occhiali,e mettendosi a sedere sul letto.
“No non molto venti minuti forse,sembravi morto talmente che dormivi profondamente,come và?”.
“Suppongo che sono stato meglio,ma tutto sommato bene!”:
Lei lo guardava indecisa,quasi titubante a fargli una domanda che gli premeva sulle labbra; “Ti
ricordi qualcosa di questa notte?”.
“Si,purtroppo si,ero......
Harry cominciò a raccontare il sogno,della sensazione di freddo e caldo,di come era sicuro di aver
salvato Ron dall’attacco dei folletti.
Hermione lo ascoltava man mano che il racconto proseguiva,lei abbassava la testa come se pensasse
a qualcosa.
“E alla fine mi sono svegliato e Neville mi guardava”.
Concluse Harry mettendosi a sedere e coprendosi con la coperta ,per non mostrare il pigiama.
Hermione non lo guardava,ma cominciò a dirgli: “Neville era molto preoccupato,ha detto di non
aver mai visto una cosa del genere,questa ...questa notte!”.
Non voleva continuare anche perché forse non sapeva come continuare,visto che neanche Harry
sapeva bene cosa fosse accaduto,
Hermione si alzò: “Vestiti che andiamo a fare un giro,dopo colazione”.
“Ma non abbiamo lezione oggi?”. La guardò stupito,lei non avrebbe mai saltato una lezione se non
fosse stato per un motivo grave.
“Beh,oggi diremo che non ci sentiamo bene,per una volta possiamo permetterci di saltare una
lezione,credo che neanche se ne accorgeranno.
Hermione era davanti al portone principale,con il mantello aperto sul davanti,la giornata era tiepida
e invogliava a scoprirsi per prendere quel pò di calore che il sole mandava.
Si incamminarono lungo il sentiero che portava al lago,La Tonks li guardava dalla finetra
dell’orologio,era lei di guardia quella mattina,restò immobile,segno che non era preoccupata della
loro passeggiata.
Hermione prese la mano di Harry,e camminarono così senza parlare fino al lago,seduti sotto al loro
albero peferito,si sedettero verso la tomba bianca,e restarono in silenzio a guardarla.
“Cosa ti stà succedendo Harry?”.
La domanda così inaspettata colse alla sprovvista Harry,che ci mise un pò a capire che neanche lui
riusciva a capire.
“Volevo dire che é un pezzo che non fai cose che normalmente fanno i maghi,non sono scritte sui
libri di magia,penso che neanche hanno un nome!. Prima cominci a entrare nella testa di Tu-saichi,
poi riesci a fare cose che nessun mago adulto penserebbe mai di fare”.
Harry nervoso la interruppe: “Sono un fenomeno da circo babbano,mi metteranno insieme agli
animali,e mi faranno fare un numero così che...”.
“No lo sai cosa voglio dire”. Hermione si aspettava una reazione simile e non si lasciò travolgere
dall’emozioni di Harry.
“Tu sei speciale,ma non penso che nessun mago abbia mai pensato di esporti come un trofeo”.
“Apparte il Ministero,voleva usarmi come un simbolo,ricordi?”.
“Si ricordo,ma la questione non cambia,sei di fatto un simbolo che ti piaccia o no!. Tornando alla
mia domanda,cosa ti succede,stanotte forse hai sognato,ma forse non é così!,devi ammetterlo”.
“Certo che lo posso ammettere,ma cosa cambia?”.
“Cambia che dobbiamo arrivare a capo di questa situazione,non sappiamo cosa ti stà succedendo,e
mi piacerebbe tanto saperlo,cosa credi che non mi stia a cuore la tua vita,ma é difficicile non ti
comporti come un mago normale e...e...”.
Hermione non sapeva cosa dire,Harry era ancora più spaventato dal sapere che Hermione non
sapesse esattamente cosa fosse successo e cosa fossero quelle sensazioni che aveva provato quella
notte.
Tre figure da lontano si avvicinavano al castello,si distingueva la più grande era di Grop.
Harry e Hermione si alzarono insieme,e si diressero verso il castello a passi veloci.
Ron entrò con Hagrid nel castello mentre Grop,che non aveva il permesso dalla preside di circolare
nel castello,causa il panico che poteva generare la sua presenza all’interno,si diresse verso la
foresta.
Harry e l’amica entrarono di corsa nel portone,mentre Ron ne stava uscendo: “La Tonks mi ha detto
che eravate fuori,ho una cosa da straordianria da dirvi!”.
Hermione guardò Harry con espressione smarrita,sapeva già cosa voleva dire Ron.
Uscirono per tornare verso il lago,era più sicuro che nessuno sentisse là.
Ron era un fiume di parole. Harry non aveva il coraggio di fermarlo. Descrisse tutta l’avventura con
un gruppo di folletti che tenevano per Voi-sapete-chi,quando lo attaccarono,alla sera fuori dalla
locanda dove avevano pernotato per dormire.
A quanto pareva pensava che Harry era stato una sorta di magia,spettro,non credeva che Harry fosse
intervenuto in qualche inspiegabile modo veramente!:
Ron vedendo l’espressione dei due amici,che non erano per niente sorpresi del suo racconto,piano
piano cominciò a capire che qualcosa non andava,dalle loro espressioni intuì!. La storia la
conoscevano già.
Ron rimase muto a bocca aperta a fissare Harry che da parte sua aveva poco da dire,visto che anche
lui non ne capiva niente,di tutta quella storia.
Hermione si schiarì la gola per attirare la loro attenzione: “Harry é stato là o almeno qualcosa di lui
ci é stato,non abbiamo capito cosa,ma eravate là tutti e due. Accidenti se sò perché,ma l’importante
é che ci fosse non vi pare?”.
Ron restò per un buon due minuti senza parlare,poi un gran sorriso gli si aprì sul viso,non disse
nulla ma per Harry era meglio così,non aveva bisogno di sentire nulla Ron era un amico,lo avrebbe
fatto per chiunque,figuriamoci per un lui.
Rientrarono al castello tutti muti ma in qualche modo contenti,solo Hermione aveva oltre ad una
certa allegria,che gli increspava un sorrisetto,ma gli erano occhi fissi,stava pensando a come potesse
essere successo,e se era scritto su di un libro lei lo avrebbe scoperto,il pensiero la fece
rilassare,decisero di raccontare tutto a Ginny,una volta restati soli nella sala comune di Grifondoro.
Messa la corrente Ginny si mostrò esattamente come gli altri,non capiva ma era contenta,no forse
era fiera,si orgogliosa di Harry.
Furono due giorni di euforia,Harry sentiva di essere in pace con se stesso,sensazione che di rado gli
capitava di provare. Ma le notizie riportate dalla Gazzetta del Profeta,lo rimisero in uno stato di
agitazione.
Altri assalti nel cuore di Londra volevano mostrare che Voldemort no era per niente spaventato,anzi
sembrava ancora più furioso,visto che aveva cercato una maniera eclatante per riproporre la sua
strategia.
Nella serata di ieri a sud del Tamigi,bande di Mangiamorte hanno fatto irruzione nella casa di un
funzionario del Ministero,uccidendo la famigli dell’uomo e rapendo l’alto funzionario,fonti del
Ministero non vogliono rivelare il nome del mago,ma sembra che sia una donna.
L’articolo continuava con varie dichiarazioni di sicura punizione dei colpevoli ecc..
Hermione finito di leggere ad alta voce l’articolo commentò: “Non hanno la minima idea di dove
trovare i colpevoli,ed é veramente grave che non rivelino il nome della funzionaria del
Ministero,che é stata rapita,chiassà cosa vuole Voi-sapete-chi,come riscatto. Ammesso che vogliano
un riscatto”.
Hermione lasciò la frase in sospeso,come se avesse un’idea precisa di cosa avesse in mente
Voldemort ma non volesse condividere il pensiero con gli altri.
Dopo tre giorni non era ancora stata identificata la maga che era stata rapita dai Mangiamorte.
Harry camminava da solo guardato a vista da un Auror che lo seguiva ad una cinquantina di metri
indietro. Sulla riva del lago,un tentacolo della piovra gigante stava mollemente fuori
dall’acqua,forse per assaporare il timido sole che di tanto in tanto ammicava dietro le nuvole.
Guardandosi i piedi,mentre che camminava,ripensava al sogno quando liberò Ron dall’attacco dei
folletti,inseguito ,l’amico gli confidò che una buona parte dei quali era ritornata sulle proprie
decisioni,non prendendo parte al conflitto,e di conseguenza facendo fare un sospiro di solievo a
Arthur,che poteva stare più tranquillo,con un folto numero di folletti che erano solo osservatori,la
sicurezza non sarebbe precipitata nel caos,come senz’altro avrebbe voluto Voldemort.
Questi pensieri,lasciarono il posto,a un strisciante malinconia,un sentimento che non provava più,da
quando Silente era morto.
Capiva dell’improvvisa voglia di cammiare da solo,mentre i suoi amici erano impegnati a studiare.
Quel lago aveva accolto la tomba del suo più grande protettore,ed é forse per questo che aveva
sentito il desiderio di camminare da solo,lungo la riva.
Si sedette sul bordo,vicino all’acqua che pigramente con ipinotiche piccole onde scorreva quasi
impercettibilmente bagnando quei pochi centrimentri di terra sul bordo. L’Auror si era fermato e
osservava anche lui il lago,stanco di molti turni in molti posti diversi,in una quasi inutile bariera fra
i maghi e Voldemort,che più di una volta aveva mostrato di spezzarla a suo piacimento,quando i
suoi scopi lo esigevano.
Apparte Tonks gli altri restavano muti osservatori dell’andamento della scuola,come le armature
che addornavano i corridoi e le scale, del castello.
Normalmente gli studenti non potevano uscire da soli,ma il tempo e la noia avevano convinto
l’Auror a lasciare fare una passeggiata a Harry approfittando del tempo mite per rilassarsi.
Harry sentì la gola che si stringeva causa di quel sentimento che lo prendeva dal centro dello
stomaco e saliva fino a chiudergli la gola. Aveva voglia di gettarsi nella sua disperazione per tutto
quello che aveva perso,a partire dai suoi genitori,Sirius,Silente,e tutto il dolore che in tutti quegli
anni aveva sopportato,il petto cominciò a sollevarsi ritmicamente,ma lui lo obbligava,a stare
fermo,non avrebbe mai voluto che anche se il funzionario del Ministero sufficentemente lontano da
non potersi accorgere delle sue emozioni,intuisse che stava male.
Piano piano riuscì a controllarsi e un qualcosa di diverso prese il posto della malinconia,un canto
cresceva dentro di lui,lo conosceva ormai faceva parte di lui come il dolore,era il canto di qualcuno
che lo aveva abbandonato anche lui,era un’amica.
IL dolore si attenuò e ritrovò il suo equilibrio.
Un cenno della guardia lo avvertiva che la passeggiata era finita,doveva rientrare a scuola,il sole era
ancora troppo debole per restare a lungo,e le ombre della sera si stavano allungando,si diresse verso
l’entrata.
Tornato alla torre,incontrò Hermione che stava scendendo per la cena,le bastò un’occhiata per
dirgli: “Ti é passata,hai fatto bene a camminare un pò solo,a volte fà bene.
Senza dire altro si diresse alla tavola con Harry che la seguiva,era straordinariamente intuitiva
pensò Harry,
La sera dopo cena parlò con Ron del canto che aveva sentito,ricevendo come risposta un laconico;
“Tu non sei come gli altri maghi,quindi non mi stupisco che senti cose che normalmente nesssuno
percepisce,dopo averti visto con i miei occhi alla locanda non mi stupisco più di niente”.
Era lapidario nella sua risposta,ma rifletteva esattamente quello che anche Harry pensava di se
stesso,decise di non pensarci più,forse aveva ragione Ron,era così e basta.
Si stavano preparando per un esame di controllo,in vista dell’esame finale,ormai tutti i professori
non facevano altro che ripetere che dovevano studiare molto se volevano prendere un dignitoso
M.A.G.O.
Harry non era emotivamente coinvolto,studiava e basta,non era minimamente interessato al risultato
finale,si preoccupava di più di sentire durante la colazione i resoconti dei fatti accaduti durante le
giornate,riportati dalla Gazzetta,Hermione li leggeva come se si trattasse di una cronista della
televisione babbana,senza alcuna emozione nella voce,tanto era l’abitudine ai fatti di violenza che
spesso venivano riportati nel giornale.
Sulla scomparsa del funzionario del Ministero,giravano a scuola le più incontrollabili notizie.
Al tavolo di Tassorosso,si era consolidato un gruppo di studenti che credeva che fosse stata rapita la
moglie del responsabile dei rapporti con i folletti,una certa Demelza Hopklain.
Invece i Corvonero erano convinti che sia stata rapita una certa Betty Boomble,responsabile dei
trasporti di animali magici internazionali.
I funerali delle vittime della famiglia erano stati sepolti con una cerimonia segreta,al quale hanno
partecipato solo pochi membri del Ministero,(recitava il testo del giornale),i quali tenevano la bocca
ben cucita,sull’argomento.
Ron informò gli amici che neanche suo padre si era sbottonato,nel dire qualcosa,rifugiandosi dietro
a un “Non sono fatti vostri!”.
Ciò faceva temere che sai stata portata via un importante funzionario del Governo magico,era la
sola conclusione logica che Hermione aveva trovato per giustificare l’accaduto.
Tutti concordarono che era senz’altro importante se temevano di diffondere la notizia.
Harry disse che senz’altro qualcuno avrebbe parlato o prima o poi bastava solo aspettare. La notizia
era troppo grossa per tenerla nascosta troppo a lungo.


Cap 17

Il ritorno della Fenice


Il lunedì era sempe un giorno di compiti,dopo la pausa del weekend. I professori ci tenevano che gli
studenti dopo il riposo domenicale,riprendessero a studiare alacremente.
Harry non capiva dove fosse lo stacco del fine settimana visto che erano caricati di compiti,il
venerdì per il fine settimana.
Stavano risolvendo un difficile questionario per Incantesimi. La classe era silenziosa,ognuno faceva
strisciare la piuma sulla pergamena,descrivendo l’effetto di un incantesimo equilibrante,usato
efficacemente durante escursioni in montagna,per non provare vertigini,vicino a pareti
particolarmente a picco.
Harry scriveva due righe,e poi si perdeva nei suoi ragionamenti. L’ultimo Horcrux era vitale per
proseguire la caccia a Voldemort,certo che non c’erano indizzi su dove potesse essere nascosto il
suo creatore,ma la sua sete di potere,lo avrebbe fatto scoprire o prima o poi.
In qualche modo finì il compito,e quando suonò la campanella notò,che il suo non era nemmeno la
metà di quello di Hermione,che febbrilmente scriveva ancora delle cose,per completare il suo.
Consegnò la relazione al professor Vitious,che come al solito era seduto su di una fila di libri per
guardare oltre la cattedra,per controllare che nessuno copiasse.
Harry distrattamente consegnò il suo,e uscì dall’aula.
La voce di Hermione lo raggiunse nel corridoio: “Harry ho visto che hai fatto un compito breve,non
tenti nemmeno di alzare la media,visto che siamo alla fine del trimestre potresti cercare di applicarti
un pò di più!”.
Harry si voltò irritato; “Con quello che ancora non sappiamo sulla nostra ricerca,non riesco a
concentrarmi su altro!”.
Il riferimento all’Horcrux,era mascherato per non farsi capire dagli altri studenti,che fluivano nel
corridoio per andare alla lezione sucessiva.
“L’aveva intuito,ma visto che per il momento non possiamo farci niente,ci conviene darci da fare
per almeno prendere un voto decente”.
Si incamminarono verso l’aula di Pozioni giù nel sotterraneo.
“Mi dici come faccio a concentrarmi sugli studi con quello che stà succedendo in giro?”.
“Semplicemente volevo dire che stare lì a rimurginare sulle cose che non vanno non serve,pensavo
che se ti sforzassi potresti occupare meglio il tuo tempo!”.
Harry si voltò a guardare Ron che camminava dietro di loro come se volesse stare fuori da quella
questione,all’occhiata dell’amico,alzò le spalle come dire che per lui era lo stesso.
“Cerchiamo di sbrigarci quest’ultimi tempi con la scuola,poi si vedrà!”. Fù il suo commento
laconico.
Non toccarono più l’argomento,in fin dei conti era meglio lasciare le cose che andassero come
dovevano pensò Harry,niente affatto convinto,l’alternativa era di restare a fissare il lago senza fare
niente,insopportabile anzi peggio di studiare.
Fù come Hermione prevedeva molto studio e niente distrazioni,le giornate stavano decisamente
migliorando ,ma non l’umore di Harry che inversamente peggiorava col tempo. I professori
continuavano a far pressione sui compiti,che la mente di Harry riusciva a seguire per metà di quelle
ultime spiegazioni. Fortuna che Hermione armata di grande pazienza,gli faceva dei riassunti per
aiutare a fare i compiti,cosa di cui era molto grato anche Ron,il quale ricopiava di pari
passo,formule e incantesimi,senza nemmeno darsi la pena di cercare di capire di cosa si stesse
trattando.
Da lì a tre settimane la commissione d’esame,sarebbe venuta a Hogwarts,per cominciare il
M.A.G.O.
Come dal G.U.F.O. Harry ricordava di quel esame,gli studenti del terzo e settimo anno,era
comprensibilmente agitati,fuori che lui e Ron,che prendevano la cosa con distacco,ma le
motivazioni erano diverse come ebbero modo di parlarne; Ron considerava il tutto come una cosa
inevitabile,da passare il più velocemente possibile,Harry invece desiderava solo concentrarsi sul da
farsi,ma visto che anche Edwige si era stancata di volare inutilmente da Reginald,per tornare
sempre senza messaggi. Lo aveva beccato un pò rudemente per fargli capire che considerava inutile
tutti quei viaggi. Facendo decidere Harry di organizzare un solo volo alla settimana,per chiedere
novità.
L’unica cosa che gli succedeva di un qualche interesse,erano quei momenti di malinconia,in cui
percepiva sempre più facilmente il canto delle fenice,quel canto,che accompagnava i suoi momenti
di massima disperazione,ora lo sentiva anche in momenti più tranquilli,decise di non farne parola ne
con Ron ne con gli altri; Hemione gli aveva detto durante un suo accenno,della cosa ma lei era
troppo presa dagli studi per dargli l’importanza che secondo lui meritava.
A tre giorni dalla prima parte degli esami,l’atmosfera era di fermento,molti prendevano pozioni per
la memoria per la stanchezza,tanto da far intervenire il professor Lumacorno,dopo l’ennesima
richiesta di una pozione rivitalizzante,dichiarò illegale qualsiasi metodo artificiale di potenziare la
mente,pena la espulsione dagli esami per chi avesse cercato di farne uso. I maligni affermavano che
tali conoscenze le riservasse per il piccolo gruppo di studenti,che aveva selezionato,e messo sotto la
sua influente ala di raccomandati. Harry aveva sempre cercato di evitare di farne parte,con un
sostanziale neutralità che lo faceva,tutto sommato lasciare in pace,senza inutili festini,o battute sulla
sua ciccatrice. Poi si sentiva sufficentemente preparato per affrontare gli esami,certo non avrebbe
forse ottenuto i voti per diventare un Auror,ma questo non lo preoccupava più di tanto,visto che le
sue ambizioni non si spingevano più in là di due mesi.
Era tempo di esami,lo diceva le facce tese degli altri alunni del terzo e settimo anno.
Dopo tante discussioni nei corridoi,previsioni,e calcoli sul tipo; vedrai che ci tocca quel professore
molto severo sulle pozioni esilaranti,o no io credo che chiedano le pozioni per potenziare l’incanto
stabilizzante ecc..
Ora le bocche erano mute,la sala grande al mattino alle nove era già stata predisposta,per la prima
prova,i quattro tavoli delle case erano stati spostati e al loro posto c’erano tante scrivanie,con
ognuna una sedia.
Harry si sedette nella stessa linea di tavoli con Hermione e Ron,ma la distanza era tale da impedire
di copiare,poco male,perché Harry non aveva intenzione di copiare,visto che aveva deciso di
prenderla con molta filosofia. Come andava andava,non era poi così importante per lui.
L’esaminatore era un vecchio che Harry aveva già visto,durante il G.U.F.O. Ma non ricordava il
nome poco male,non era domanda d’esame,e quindi non rischiava un brutto voto!,pensò
ironicamente.
La prima materia era Trasfigurazione,e le domande erano di vario genere,coprivano un pò gli studi
di tutti e sette gli anni.,con particolari riferimenti all’ultimo anno.
Le occchiate che lui con Ron si lanciavano di tanto in tanto,erano interrogative su come andassero
le risposte.
ma sguardi poco convinti,lasciava perlpessi,sui risultati.
Dopo la prima ora Hermione stava febbrilmente rileggendo le risposte per controllare se avesse
risposto giustamente a tutte le questioni. Passati altri dieci minuti,guardò interrogativamente gli altri
due per vedere a che punto erano.
Lo sguardo vuoto di Ron,le confermò che era in difficoltà,Harry invece era a buon punto anche se
tre risposte sugli effetti di una domanda sulla trasfigurazione umana,non li ricordava bene.
Hermione si alzò,e si diresse verso il tavolo degli esaminatori,per consegnare il suo lavoro,e senza
guardarli si diresse verso l’uscita,ma inciampò stranamente,vicino ai loro banchi.
Rialzatasi si diresse in fretta verso l’uscita.
Harry guardò verso la sua pergamena e ecco là le risposte che mancavano,erano fluttuanti come se
fossero pronte da scrivere sulla carta,come se il foglio indicasse cosa scrivere.
Un sorriso si stampò sulle labbra,subito soffocato,con molta lentezza guardò nella direzione di
Ron,che lo stava fissando di nascosto con identica espressione.
Scrisse le risposte che mancavano e guardò di sottecchi verso il tavolo dei professori,che a quanto
sembrava non si erano accorti di nulla.La McGranitt parlava con una donna coi capelli grigi,e
sembrava molto accalorata nel sostenere una qualche tesi,il vecchio mago sonnecchiava di
nascosto,mentre un mago più giovane sembrava interessato a guardare verso la finestra e la bella
giornata che invitava a una passeggiata fuori.
Ron fece un cenno a Harry che per primo si alzò per consegnare il suo compito. Molti altri stavano
per consegnare le loro risposte,e una piccola coda si formò davanti al tavolo dei professori.
Uscì senza guardare Ron che nel frattempo si stava alzando per consegnaree il suo esame.
Una volta usciti,misero due scale fra loro a la sala grande prima di osare parlare dell’accaduto.
Quando finalmente si decisero a parlare,vennero interrotti,dalla voce di Hermione che li chiamava.
Era in un angolo dietro ad una armatura che decorava il corridoio,che sonnecchiava abbassando la
celata ritmicamente.
“Non osate dire una parola su quanto é accaduto,dovevo essere pazza a fare quello che ho fatto,ma
ero....ero ecco ero preoccupata per voi,e così!”.
Lasciò cadere il discorso. Ron con un gran sorriso le rispose: “Quale cosa noi non sappiamo nulla di
ciò che dici,abbiamo fatto la prima prova ed é tutto”.
Harry sogghignò,vedendo bene di non parlare. Il viso di Hermione era di un rosso acceso,quasi
sembrava una fetta di bacon ben cotta.
Insieme si diressero verso la torre per prendere Ginny,così potevano andare a godersi un pò di sole
in riva al lago,in attesa della prossima prova.
L’esame successivo,si tenne il giorno dopo ed era di Difesa contro le Arti Oscure. Prima di entrare
nella sala grande,Harry vide Malocchio che lo stava osservano dall’ingesso principale,la famigliare
sensazione che lo stesse vedendo dall’interno,lo colse appena il suo occhio magico lo guardò.:
“Harry ricorda bene quello che ti ho insegnato,e vedrai che andrà tutto bene!”.
Fù li laconico messaggio di buon augurio che ricevette,prima che girasse la sua gamba di legno e si
dirigesse verso le scale per tornare al suo studio.
Harry entrò,questa volta con la sensazione di riuscire bene nell’esame,e non per l’aiuto di
Moody,che non era da disprezzare,ma per la fiducia che aveva di sè stesso,o forse meglio dire
rabbia,che lo faceva sentire capace di affrontare qualsiasi prova.
Quell’anno avevano migliorato le tecniche di difesa non verbale,e lì si sentiva in grado di
fronteggiare qualsiasi attacco.
Nella sala i banchi erano spariti e al centro uno spazio vuoto che era stato predisposto per la prova
pratica,vicino un tavolo dove gli studenti rispondevano al mago più anziano degli ispettori,facendo
la fila quando sentivano il loro nome chiamato dalla professoressa Sprite,che per l’occasione
portava un cappello senza neanche una toppa: “Harry Potter!”.
Sentito il suo nome si accodò dietro una ragazza di Corvonero,che era così nervosa che batteva i
piedi con un moto ritmico per terra per scaricare l’impazienza,ogni tanto nell’attesa del suo turno,si
girava per guardare Harry che per rassicurarla le sorrideva,il gesto la faceva sentire ancora più
nervosa,tanto che gli disse: “Chissà che figura prima del prescelto,non riuscirò a ricordarmi nulla!”.
La stupida frase diede a Harry un moto di stizza,la guardò arrabbiato,lei comprese di aver fatto un
errore e si girò imbarazzata,senza più voltarsi indietro.
Durante il suo esame la ragazza che si scoprì chiamarsi Deanna Corus,fece durante l’interrogazione
verbale due errori scambiando una fattura immobilizzante per una fattura congelante,e una
controffatura di protezione contro disorientante,Deanna la definì di disorganizzazione. Allorché
l’esaminatore la guardò torvo,e la mandò alla prova pratica senza nemmeno salutarla.
Harry ebbe un’intima soddisfazione,aveva avuto quello che si meritava,altro che prescelto!.
Arrivato davanti all’esaminatore,quest’ultimo lo guardò intensamente,ripetendo il suo nome come a
rendersi conto di chi avesse davanti; gli fece varie domande,sui vari tipi di maledizioni senza
perdono,e loro effetti,all’argomento della maledizione Avada Kedavra,il professore si soffermò a
chiedere al candidato se sapesse descrivere secondo il testo dell’ultimo anno,(Anatemi letali e
controfatture).
Le potenzialità da cui il mago attinge per scagliare la maledizione,Harry descrisse più che il
libro,(del quale non ricordava molto),quello che provava lui,quando aveva dovuto scagliarla.
L’esaminatore,non fù daccordo,disentendo che il libro,parlava di una sensazione alla bocca dello
stomaco liberatoria,mentre Harry sosteneva che era la mano a trasmettere l’energia.
IL professore lo guardò molto attentamente,come a soppesare le parole.
“Come fà lei a sostenere che la mano sia trasmettitrice della potenzialità dell’Avada Kedavra?”.
Harry si sentì molto a disagio,perché si rese conto,che non poteva dire che l’aveva provata lui
stesso,non solo non avrebbe passato l’esame,ma sarebbe stato spedito a Azkaban,per aver
ammessso di aver lanciato la maledizione,sepur contro Nagini un serpente.
Non rispose,anche se la rabbia montava dentro di lui,restò lì con le mani lungo i fianchi. “Va bene
lo stesso!”,rispose l’esaminatore, Immagino che lei sia stato toccato da questa maledizione come
nessuno al mondo,e comunque un Auror dell’inizio secolo aveva descritto le sue stesse
sensazioni,per spiegare il fenomeno,immagino che lei abbia letto il libro,anche se non è molto
conosciuto ai più;ottimo!”.
Harry restò di sasso,l’inaspettata conclusione dell’esame orale,lo aveva spiazzato,fece una specie di
smorfia come saluto al mago,mentre questi gli faceva un gesto di coniato,e si mise in coda per
l’esame pratico.
Era ancora là che rimurginava sull’esame orale che non si accorse che toccava a lui.
La maga che sembrava di esser la più vecchia di tutti,lo aveva chiamato; “Signor Potter,possiamo
aver il piacere di averla con noi!”. “Certo,ero solo distratto!”:
Rispose imbarazzato Harry,mettendosi davanti alla commissione formata da tre maghi,due uomini e
la donna.
“Vorremmo che lei...”:
Harry si sentiva a suo agio dopo il primo imbarazzo,le domande con rispettive dimostrazioni
andarono avanti per un buon venti minuti. Harry rispondeva con sicurezza,rispolverando perfino il
suo vecchio Patronus,che oramai doveva aver fatto il giro degli ambienti del ministero da quando
Patricia Boones,glielo aveva domandato durante il suo processo.
“Bene possiamo essere soddisfatti,ha ottenuto un eccellente risultato,a Difesa contro le Arti
Oscure,confermiamo il precedente giudizio!”.
La maga più anziana aveva pronunciato queste parole,dando ad Harry,una sensazione di euforia,che
a stento riuscì a trattenere.
Fuori dalla sala grande Hermione aspettava impaziente che lui e Ron uscissero,per sapere i risultati.
Harry le raccontò tutto,lei aveva ottenuto un buon giudizio,anche se non sapeva bene quale.
Ron uscì dopo un venti minuti,anche lui era abbastanza contento,anche se dovette ammettere che
qualcosina non era andata molto bene,sopratutto la questione dello scudo riflettente,delle
maledizioni minori,non era poi così resistente. Si era ritrovato a gambe all’aria senza sapere il
perché,ma nel complesso sperava di aver strappato un buon giudizio.
La giornata era di sole e quindi uscirono per andare a fare una passeggiata,come molti altri dei loro
compagni.
In riva al lago gruppetti del terzo e del settimo anno erano sdraiati a chiaccherare,sicuramente
dell’esame appena sostenuto,alcuni volti erano rilassati allegri,altri erano tesi o addirittura
tristi,segno che la prova non era andata poi così bene.
Due Auror li guardavano dall’ingresso principale del castello,pigramente appoggiati al
muro,ognuno ad un lato del portone.
Harry , Ron e Hermione si sedettero sotto al loro albero preferito; “Anche questa é fatta!”. Esclamò
Ron contento di aver terminato un’altra prova.
Hermione sembrava disinteressata a discutere dei risultati,concentrata su qualcosa che doveva
impegnarla perché era assente,e concentrata,leggeva la Gazzetta del Profeta: “Hanno ritrovato il
corpo di Kreacher in un sobborgo di Londra era morto,riverso in una squallida cantina,coperto di
stracci,ignota la causa della morte”,lesse lei con voce triste.
“Bisogna che faccia qualcosa per quei poveri esseri trattati miseramente”. Fù il laconico triste
epilogo della notizia.
Harry si sentì invadere dalla tristezza,ma non per Kreacher,in fin dei conti aveva ottenuto quello che
si meritava,ma guardando la tomba bianca dall’altra parte del lago la mente tornò a Silente,Sirius
che Kreacher aveva contribuito a far uccidere,i suoi genitori,tutti quelli che avevano sofferto per la
mano di Voldemort,pensieri che cercava di ricacciare dentro di sè,ma che uscivano prorompenti dal
suo cuore.
Hermione lo guardava con un espressione di chi stà capendo quello che si agita dentro all’animo di
Harry,cercando le parole per confortando,ma non trovandole,preferisce stare in silenzio.
Poi una musica uscì da Harry e si diffuse tutt’intorno.
Era il canto della fenice,straziante bello,come nesun canto o musica potrebbe mai esserlo.
Hermione piangeva senza contenersi,Ron guardava Harry,con la bocca socchiusa come se non
capisse,perché sentiva quel canto,e non sapesse darsi una ragione.
All’improvviso come era cominciato,il canto finì,ma Harry era sicuro che non lo aveva
abbandonato,una sensazione irrazionale,ma comunque una certezza.
“Harry,tu ha....il canto,voglio dire che il canto proviene da tè,puoi...non sò,evocarlo,ma é assurdo!”.
Ron farfugliava come se quello che aveva sentito non avesse senso anche se lo aveva certamente
sentito.
Hermione,si asciugò le lacrime: “Quello che Ron vuole dire é che sei tu l’origine del canto!”.
Harry guardò i due amici come se fossero degli altri,poi pensandoci scoprì che era vero la musica
nasceva dentro di lui,ma non riusciva a capire come fosse possibile!.
Le ombre della sera si allungavano,tornarono al castello in silenzio un’altra lunga giornata era
passata.
“Harry,Harry svegliati dobbiamo andare a fare l’esame,e se non fai in fretta,arriveremo in ritardo!”.
Ron si stava vestendo infilandosi una gamba dei pantaloni,e saltellando per mantenere l’equilibrio.
Harry cercò a tastoni gli occhiali,la notte aveva dormito in modo agitato,e faticava a mettersi in
piedi.
Ron lo aspettava vicino alla porta mettendosi il mantello e poi il capello da mago.
Harry si vestì velocemente,se non aavesse fatto velocemente doveva saltare la colazione,per non
arrivare in ritardo all’esame.
“Pozioni,dobbiamo arrivare tardi all’esame di Pozioni,come se fossimo così bravi da
permettercelo!”. Ron era molto nervoso,mentre che guardava Harry che in fretta si vestiva per
andare giù nella sala grande.
Corsero giù per le scale fino ad arrivare nella sala d’esame.
Tutti erano già riuniti fuori e aspettavano il loro turno per essere chiamati,e prendere il posto al loro
banco per cominciare l’esame.
“Harry Potter,mi sente,Harry Potter!”. La voce del professore Lumacorno che lo chiamava gli arrivò
alle orecchie mentre voltava l’angolo. “Sono qui!”. Esclamò Harry senza fiato.
Lumacorno lo guardò mentre Harry si metteva davanti a lui.
“Sei in ritardo,sei fortunato che non abbiamo ancora cominciato,se no tu avresti perso dei
punti,entrate!”.
La sala grande era attrezzata con delle file di calderoni,uno per ogni studente che sosteneva l’esame.
Ron si mise vicino ad Harry. La maga anziana detto la pozione che dovevano realizzare come
compito,mentre lei spiegava le regole,Harry si guardò in giro,Hermione li guardava con aria di
rimprovero,ma nei suoi ochi c’era anche una nota di preoccupazione,perché le era impossibile
aiutarli in quella prova.
L’esaminatrice aveva finito di spiegare,e ognuno dei candidati,si accingeva ad accenere il suo fuoco
per cominciare la pozione.
Tre ore dopo erano tutti sudati per aver armeggiato con i loro fornelli,molte pozioni erano di un
giallo sbiadito,come dovevano essere il fumo se le pozioni erano opportunamente preparate.
Quella di Ron era di un giallo tendente all’arancione,segno che aveva aggiunto troppo di radice di
Mandragola,il calderone di Harry invece era di una sfumatura giallo intensa,troppo poca
Mandragola.
Harry sbirciò quello di Hermione che aveva un colorito giallo paglierino,sembrava perfetta.
Hermione guardava i calderoni dei suoi amici con aria dubbiosa,specialmente quello di Ron.
“Bene il tempo é scaduto,consegnate un’ampolla del vostro filtro,scrivendoci sotto il vostro nome!”.
La voce del mago più giovane echeggiava nella sala,spingendo tutti a finire in fretta di riempire le
loro ampolle,Ron fù uno degli ultimi a consegnare.
Harry e Hermione lo aspettavano vicino alla porta visto che i loro preparati li avevano già
consegnati.
“E’ andata bene,alla fine credo che si sia un pò ingiallita al sole!”. L’esclamazione di Ron fece
roteare gli occhi di Hermione come dire che lo conosceva,e non era andata esattamente così.”ancora
una prova e abbiamo finito!”. Fù il commento liberatorio di Harry.
Incantesimi era l’ultima prova d’esame che dovevano superare per finire.
Tutti nella sala comune di Grifondoro,erano intenti a ripassare ognuno su di una poltrona o sui vari
divani che riempivano la sala.
Harry si trovava vicino a Hermione che ripassave anche Artimanzia,l’esame che avrebbe sostenuto
dopo di Incantesimi.
L’atmosfera era tranquilla,solo il rumore delle penne che trisciavano sulle pergamene dava un senso
del reale nervosismo che pervadeva tutti in quella assolata giornata.
Ron giocava con la sua piuma distrattamente,dirigendola con la sua bacchetta facendole fare
ghirigori nell’aria.
Ginny aveva approfittato di un permesso speciale della preside per fare un pò di
Quidditch,controllato dagli immancabili Auror.
Dal momento che le gare erano state vietate per via del pericolo che gli studenti correvano a
radunarsi tutti là fuori bersaglio di potenziali Mangiamorte. La notizia aveva fatto radunare molti
nostalgici dello sport,armati di scope si precipitarono verso il campo per sgranchire le loro scope.
Ma la sicurezza era ferrea,solo quelli degli ultimi due anni avevano avuto il permesso di poter
andare ad allenarsi.
Ma quelli del settimo anno erano costretti a studiare digrignando i denti nel vedere quelli del sesto
anno che felici uscivano verso lo stadio.
Harry li guardò con nostalgia,essendogli mancato tutto l’anno quello sport che lui amava molto,ma
sapeva che qualcosa era cambiato in lui e che oramai gli importava veramente solo di finire la
scuola e continuare la caccia a Voldemort.
Harry il pomeriggio tardi dopo aver studiato tutto il giorno con Ron sul bordo del lago a fare una
passeggiata,alcuni del sesto anno tornavano dal campo di Quidditch con le loro scope nelle mani e
con l’aria soddisfatta.Ron lanciò loro una occhiata di invidia,ma come Harry non si soffermò più di
tanto e proseguirono la passeggiata.
Vicino alla tomba bianca Harry come al solito venne preso da una stringente nostalgia. Cercava di
non passare lì se poteva ma quel pomeriggio era particolarmente malinconico,e cercare un contatto
anche se solo della tomba di Silente lo desiderava come non mai.
“Hai nostalgia vero?”.
La voce di Ron interuppe il filo dei pensieri di Harry,che anuendo con la testa fisso il bianco,che
alla luce dell’ultimo sole ancora abbagliava gli occhi.
Si sedettero a una cinquantina di metri sul bordo del lago,fissando la superficie,increspata da una
leggera brezza,deformando le immagini della tomba,dandole un movimento ondulatorio quasi
ipnotico.
Passarono così in silenzio un buon quarto d’ora,immobili.
Il silenzio e la solitudine avevano creato un’atmosfera quasi irreale,come se fossero sospesi fra due
mondi,uno silenzioso quasi evanescente e uno fatto di sottili rumori e forme che diventavano da
nitide a sfocate.
Harry percepì l’assenza di rumori come un canto,quello che aveva sentito ultimamente come un
crescendo continuo,infatti la musica aumentò fino a coprire gli altri rumori della foresta
incantata,lanciò un’occhiata a Ron che lo guardava a bocca aperta,fissandolo come se non lo avesse
mai visto.
La forma indistinta bianca che fluttuava nell’acqua prese a poco a poco il colore,da prima rosato,poi
man mano che Harry fissava il fenomeno,divenne rosso e poi in ultimo rosso con striature dorate.
Il movimento della superfice del lago prese nella macchia di colore a fare movimenti sempre più
distinti come di un uccello che sbatteva le ali per restare in volo.
Un grido dell’animale che ora si vedeva distintamente,spezzò la musica,era di una fenice.
Svanì come era apparsa. Poi il silenzio.
Harry si ritrovò a pensare che aveva bisogno di aiuto,come la prima volta che aveva ricevuto l’aiuto
da Fanny,nella camera dei segreti,aiuto per combattere la disperazione che gli aveva cominciato a
sgorgare dal petto quando si era seduto lì.
“Harry sei...,sei stato tu a chiamarla?”.
La voce di Ron ancora una volta ruppe il filo dei pensieri di Harry,che si voltò a guardarlo con
sguardo interrogativo,come a chiedere a sua volta la risposta.
“Io penso di sì!”. Fu il pensiero detto ad alta voce di Ron,si alzarono come ubbidendo ad un ordine
e si diressero in silenzio verso il castello,forse Hermione sapeva spiegare loro qualcosa di quello
che avevano vissuto,forse.
Nella sala grande erano tutti pronti per l’ultimo esame dell’anno,il sole era così forte che illuminava
ogni angolo del salone. Gli studenti erano radunati come per le altre prove fuori in attesa di venir
chiamati e prendere posto davanti al loro esaminatore.
C’erano cinque cattedre poste ognuna davanti ad un esaminatore,Hermione stava vicino ad Ron,che
le teneva la mano di nascosto per darle coraggio,in realtà era lui che ne aveva bisogno.
Harry stava più indietro,vicino a Luna che guardava distrattamente fuori dalla finestra la bella
giornata che si stava già preannunciando molto calda.
“Hermione Granger!”. Il piccolo professor Vitious aveva chiamato il suo nome per cominciare
l’esame,che consisteva in un questionario e poi subito dopo una prova pratica.
Ogni candidato aveva a disposizione circa venti minuti per rispondere alle domande e poi in base
alle proprie risposte sosteneva l’esame orale.
Hermione si sedette lontano. Harry vide che dopo solo dieci minuti aveva finito lo scritto e si era
alzata per la prova pratica. Un complicato svolazzo della sua bacchetta e l’imcantesimo di
apparizione di un Ipogrifo fece saltare dalla sorpresa tutti nel salone,un applauso del professsor
Jerkyns (l’esaminatore) e Hermione fece evanescere l’animale.
Sorridendo salutò ed uscì,non riuscendo a nascondere una certa soddisfazione.Faceva dei passetti
come se volesse danzare ma si tratenne alla vista di Ron che ancora non aveva fatto la sua
prova.Restò indietro ad attendere che anche lui e Harry finissero l’esame.
Fù la volta di Harry che quando si sentì chiamato,attirò su di sè gli sguardi degli altri studenti e non
solo,si presentò davanti alla maga più anziana e si sedette per iniziare lo scritto. Le domande
vertivano un pò su tutto quello che Vitious aveva spiegato in tutti sette anni di scuola con qualche
precisazione sugli argomenti trattati nell’ultimo.
Harry si sentiva relativamente sicuro nelle risposte,la levitazione umana ancora gli dava dei
problemi,ma per fortuna non domandarono cose particolari sull’argomento.
Gli sembrò un eternità rispondere al questionario,ma erano passati solo quindici minuti, la vecchia
diede un’occhiata al suo compito e sottolineò due risposte che secondo lei non erano chiare.
Lui si alzò per sostenere la parte pratica dell’esame e alla richiesta di un incantesimo di
capovolgimento si ritrovò a testa in giù e la strana posizione gli diede un senso terribile di
insicurezza,che gli ricordò la Coppa tre Maghi,quando nel labirinto si ritrovò a testa in giù e dovette
fare un passo,con molto coraggio per rimettersi in piedi.
La sensanzione gli fece scattare un meccanismo di pena al ricordo di Cedric,e il canto della Fenice
gli proruppe senza che potesse fare nulla per impedirlo.
Con molta difficoltà riusci a mettersi in piedi ben appoggiato al pavimento,mentre che la musica lo
accompagnava nell’atto.
La vecchia maga era in piedi che lo guardava come se ciò che stava succedendo per lei era una
esperienza del tutto nuova,e lo fissava sbalordita. Harry cercava disperatamente di ricacciare dentro
di sè la musica,ma non aveva la minima idea di come fare!.
Il suo viso era rosso dalla vergogna e non riusciava a spiaccicare una parola.
“Tu sai evocare lo spirito della Fenice?”. Lo interrogò brusca la maga.
Harry non sapeva cosa dire,era spacciato,l’esame non lo avrebbe mai superato dopo quella figura.
“Io...io non lo sò!”.Balbettò Harry senza aggiungere altro.
“Tu eri il pupillo di Silente,é chiaro che ti avrebbe insegnato il richiamo della fenice,ma a quanto
vedo dalla tua espressione non ne sai un gran chè!”.
“Non non sò perché quando ho certi stati d’animo,la sento”. Le guance gli ricominciavano a
riprendere l’aspetto normale.
“Leggo nel tuo curriculum che vuoi diventare un Auror finito la scuola!”.
“Si almeno...ecco se riesco a passare gli esami era questa la mia intenzione”.
Si voltò a cercare qualche volto amico,tanto si sentiva imbarazzato.
“Beh!,se sei in grado di evocare il canto,non vedo come tu non sia capace di passare un esame,che
al confronto é più semplice”.
Harry guardò la maga con espressione sbalordita,di quelle parole non aveva capito nulla.
“Per chiarirle le cose la Fenice viene solo richiamata da un mago di eccezzionale potere,ed anche un
buon potere,devo aggiungere”.
Harry pensò a Silente,doveva averla saputa una cosa del genere,visto che Fanny quando ne aveva
bisogno era corsa ad aiutarlo,cominciava a capire quelle parole,”Vedrai che lo scoprirai da
solo,quando sarà il momento”.
La voce della maga gli interruppe i pensieri: “Bene per me é a posto vada pure”.
Harry se ne andò via come un automa,a cercare Hermione,ed a aspettare Ron,avevano molto da
discutere sull’argomento.
 
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spaik1981
view post Posted on 29/8/2007, 17:36




Poato altri tre capitoli ciao


Cap 18

La scoperta della stanza della forza misteriosa,la rivelazione del Ministrero


Gli esami erano passati,aspettavano solo di sapere i risultati. Gli altri studenti si preparavano a
partire ma quelli del settimo anno avrebbero ricevuto il diploma di fine M.A.G.O.
La cerimonia si svolgeva come ogni anno alla presenza del ministro e di tutto il corpo insegnanti al
completo.
Hagrid aveva detto a Hermione che era contento di loro tre e in via confidenziale,(neanche aveva
tentato di trattenersi),le disse che erano passati.
La votazione finale non aveva voluto dirla,lasciando la sorpresa,ma il sorriso la diceva lunga,
almeno su quello di Hermione.
La sera si ritrovavano nella stanza delle necessità come spesso accadeva,era un modo per passare il
tempo,in attesa della cerimonia finale.
Ron giocava distrattamente con un cuscino per terra,Hermione parlava con Ginny,al riguardo di un
progetto di un’associazzione per i diritti delle creature magiche oppresse. Mentre Luna con aria
distratta come al solito guardava il muro di fronte.
Harry passeggiava nervosamente; “Non abbiamo fatto un passo avanti nella scoperta dell’amuleto
di Grifondoro e Voldemort certamente troverà il modo di recuperarlo un giorno o l’altro!”.
Nessuno gli rispose pensavano tutti che dopo tanto parlare e fare congetture non ci fosse più nulla
da dire al riguardo.
“Domani c’é la lista dei giudizi del M.A.G.O. poi ci diranno quando ci sarà la cerimonia dei
diplomi,dopo di che non avremo più la possibilità di cercare nella scuola,visto che non saremo più
studenti qui!”. L’affermazione di Luna era come al solito diretta e lapidaria,aveva ragione. Harry si
sentì sconfortato,ma una cosa sola lo sosteneva,che se per lui era difficile trovare l’Horcrux,anche
per Voldemort sarebbe stato difficile entrare a Hogwarts per impossessarsene.
“Andiamo a mangiare,che é ora!”.
Erano seduti a tavola quando un gufo planò sul tavolo facendo non poco clamore fra gli studenti di
Grifondoro,Harry fissò il gufo con stupore vedendo che si era messo davanti a lui e tendeva una
zampa sulla quale era legata una pergamena,dall’aria ufficiale.
L’uccello guardava Harry con aria altezzosa come se fosse portatore di una notizia importante.
Harry guardò Ron,che gli rispose con uno sguardo vuoto,prese il rotolo e lo aprì,in alto era scritii in
caratteri dorati luccicanti Minisrero della Magia.
Con la presente invitiamo il signor Harry James Potter al Ministero in data.....
La lettera finiva con la motivazione dell’invito.
Hermione strappò la lettera di mano ad un incredulo Harry,leggendo la motivazione: “Visto la sua
domanda di entrare a far parte degli Auror e avendo conseguito il M.A.G.O,previsto dalla legge
sull’assunzione dei nuovi apprendisti la attendiamo presso l’ufficio Auror,ecc,ecc”.
Finì di leggere ad alta voce la parte riguardante l’incontro previsto per la settimana seguente,che
una smorfia di incredulità si dipinse sul suo volto.
“Non hai fatto una domanda per entrare vero?”. Le chiese con aria dubbiosa.
“No non ancora,a dire il vero non sò esattamente cosa fare,non ho preso una decisione!”.
“Me lo immaginavo,é tutta una mossa del ministro,per farti fare la figura di chi sostiene il
Ministero,e poi come fanno a sapere del tuo punteggio,che ancora i risultati non sono stati resi
noti!”. Continuò Hermione infervorata.
“Temo che li sappiano da me!”. La voce della McGranitt,ruppe le congetture di Hermione e tutti e
quattro,Ginny compresa si voltarono per guardare dalla parte da qui proveniva la voce della preside.
“Infatti volevo parlartene,appena avessi avuto del tempo,ma con le scartoffie che ho dovuto
riempire in quest’ultimo periodo,non ne ho avuto il tempo!”.
La McGranitt,era in piedi dietro a loro,che con aria arcigna guardava Harry che teneva ancora la
lettera in mano come se fosse un serpente che stesse per morderlo.
“Il ministro in persona mi ha ufficialmente chiesto i risultati dei tuoi esami,e non vedo perché non
fornirglieli,tanto la commissione d’esame,proviene tutta dal Minstero,e avrebbe saputo tutto lo
stesso”.
Harry non aveva nulla da obbiettare, il ragionamento non faceva una grinza,era solo
arrabiato,perché non lo lasciavano mai stare in pace.
“Sono anni che tentano di usarmi per i loro scopi pubblicitari,e non ne posso più!”. Sbottò Harry
alzando la voce più di quello che avrebbe voluto.
La McGranitt,lo fissò senza batter ciglio e gli rispose: “Allora é l’occasione di dirglielo,non ti
pare,là davanti a tutti,non potranno fraintenderti,se ne fai una pubblica dichiarazione no!”.
Harry la fissò come se avesse detto qualcosa a cui non aveva pensato,poi annuì come per
confermare : “Bene andrò al Ministero,ma se pensano che che stia al loro gioco...!”.
Non terminò la frase,che la direttrice voltandosi disse: “Bene é così che bisogna rispondere,buona
giornata!”.
Sparì lasciando tutti ineterdetti e muti.
Harry con la testa mostrò l’uscita forse fuori lontano da orecchie indiscrete,avrebbere potuto parlare
senza che nessuno potesse disturbarli.
“Avete sentito la McGranitt,chissà cosa intendeva dire!”.
Si affrettò a dire Ron una volta usciti e sistematosi nel loro angolo di cortile preferito.
“Semplicemente che Harry farebbe bene a affrontare il Ministro,così una volta per tutte finirà di
tentare di strumentalizzarlo!”.
La voce di Hermione comparve dietro al libro che stava leggendo.
Ron la guardò con aria di compatimento,gli esami erano finiti e lei continuava a leggere,come se
fosse un giorno di scuola normale.
Ginny era seduta con il volto rivolto verso il sole che cominciava a bruciare la pelle.
Harry era immerso nei suoi pensieri,ma ad un tratto esclamò: “Si penso che sia meglio che io vada
una volta per tutte,affronterò il Ministro e vedremo se mi considereranno ancora un moccioso da
tirare i fili a loro piacimento”.
Fece una pausa e guardò Ginny che quasi sorrideva alle sue parole,doveva conoscerlo bene,per aver
previsto la sua reazione.
“E’ per dopo domani l’incontro,Tonks mi accompagnerà fino all’entrata,come scorta”.
Dopo quest’affermazione di Harry passarono il tempo rimasto fino al pranzo a parlare male del
Ministero.
La mattina della partenza Harry era come distaccato,da tutti i preparativi.
Gli studenti rimasti a Hogwarts,si preparavano alla cerimonia dei diplomi del settimo
anno,formando capanelli di ragazzi vocianti,che commentavano i risultati dell’esame,ma
stranamente al passaggio di Harry si ammutolivano,come a non voler esser ascoltati da lui.
Hermione commentò il loro comportamento,con la frase pronunciata dalla McGranitt,e dall’invito
ricevuto,che ormai doveva aver fatto il giro della scuola.
Harry scese le scale fino al portone principale,dove la Tonks lo aspetava con un altro Auror; “Ciao
io sono Adameus Kooply,il tuo accompagnatore con Tonks fino al Ministero”. Fù il commento del
corpulento Auror,ma i suoi occhi erano di ghiaccio anche se il suo tono era amichevole. Harry fece
un cenno di saluto ai due,ma l’impressione ricevuta dallo sconosciuto era di diffidenza nei suoi
confronti.
Uscirono in silenzio dall’area della scuola,Ron e gli altri restarono a guardarlo davanti alla
porta,usciti dal campo protetto dagli antichi incantesimi,si smaterializzarono proprio nel punto dove
sparirono Piton con Draco,la sera della morte di Silente.
Si ritrovarono dopo il consueto volo nell’ormai famigliare stretto tubo davanti alla fontana
all’entrata principale del Ministero,la quale era stata restaurata dalla battaglia che vi era successa la
notte della sua entrata clandestina nella stanza delle profezie.
“Eccoci!”, fù il commento lapidario di Tonks.
Nell’ingresso del palazzo c’erano molti curiosi,anche fotografi della Gazzetta del Profeta,che gli
chiesero inutilmente una foto per immortalare l’avvenimento.
Harry a testa bassa si diresse verso le bariere di controllo che portavano dentro l’edificio.
Ma a differenza dell’ultima volta che ci era stato un esercito di Auror era a guardia
dell’ingresso,tutti con l’aria burbera e poco inclini a affretare le procedure d’ingresso,ai visitatori.
Alla vista di Tonks che spingeva dentro Harry si misero da parte non troppo contenti di farsi da
parte per farlo entrare così velocemente,anzi guardandolo piuttosto male al suo passaggio.
Solo uno lo salutò con aria amichevole come se lo conoscesse da lungo tempo ,anche se Harry non
ricordava di averlo mai visto,arrivando a dargli una amichevole pacca sulle spalle.
Una volta dentro Tonks lo diresse verso l’ascensore che portava ai piani alti. Scesero al piano
dell’ufficio del Ministro della Magia,una porta di quercia pesante ornato da fregi in oro e rosso con
maghi che in posa estatica mostravano il loro potere sulle altre creature magiche.
Tonks bussò alla porta ricevendo un “avanti” dal Ministro,che era dietro un’enorme scrivania con
molte carte posate che formavano alti mucchi di pergamene.
“Harry ben venuto” la voce del ministro Scrimgeour uscì da dietro la montagna di carta.
“Vedi come sono costretto a passare le mie giornate,, firmare tutte queste cose”.
La voce era di chi tentava di dare un tono gioviale all’incontro ma Harry non si lasciò
ingannare,conosceva bene il Ministro,e certamente se lo aveva invitato aveva qualche scopo
pubblicitario per averlo invitato.
Tonks,stava per chiudere la porta dietro di lui,quando una figura purtroppo conosciuta si fece avanti
e gettò un’cchiata dentro l’ufficio. Cornelius Caramel era sulla porta che guardava Harry con aria di
chi avreebbe preferito di vedere Voldemort che lui seduto davanti a Scrimgeour,senza dire una
parola come era venuto se ne andò,chiudendo la porta dietro di sè.
“Gira come un sonnambulo per il Ministero come se non riuscisse ancora a capacitarsi,di quello
che gli é successo”.
Evidentemente parlava della sua sostituzione come Ministro della magia,ma Harry non sentiva
nessuna pietà per quell’uomo che aveva cercato di rovianre la vita sia a lui che a Silente,aveva
avuto quello che si meritava.
“Ma il motivo della mia lettera di convocazione non é quello di farti conoscere il nuovo capo
Auror,anche se lo conoscerai veramente,ma ero stato colpito dal commento che la tua esaminatrice
ti ha fatto quando é tornata dalla scuola dopo gli esami”.
Restò per un attimo in silenzio per vedere l’effetto della notizia su di Harry,il quale non diede segno
di esserne colpito,certo non se lo aspettava che la convocazione era un mascheramento di qualcosa
d’altro,ma aveva imparato a diffidare del Ministero. La presenza di Caramel glielo aveva ricordato
se mai lo avesse scordato.
“Dunque ti dicevo che Melania Roffly,mi ha detto,devo dire molto impressionata che hai
involonatriamente evocato il canto della fenice e sospetto che non sai che cosa vuol dire”.
Harry era seccato, aveva ragione non aveva la minima idea di cosa significasse!.
Come se leggesse nella sua mente,il Ministro annui; “Si Harry il canto é una rara dote che le Fenici
danno a chi é scelto,ti chiamano il prescelto,ma in questo caso direi il scelto!”.
Le parole scendevano negli starti profondi della mente di Harry,come se dessero la certezza che lo
aveva sempre saputo,il legame con Fanny era una sorta di simbiosi,non una simpatia.
“Le Fenici dicevo,vengono alimentate,non chiedermi perché,non lo sappiamo nemmeno noi,
dell’energia che stiamo studiando ma che poco abbiamo capito”.
Ad Harry venne subito alla mente la stanza battezzata da Hermione “dell’amore”,l’energia che
Silente diceva che ne era pieno.
La voce del Minstro continuava a spiegare,mentre la mente di Harry lavorava a pieno ritmo.
“Avrai certamente saputo della stanza del massimo potere,come i nostri indicibili la chiamano,essa
é fonte di incalcolabile potere e le Fenici appunto se ne cibano,o meglio ci convivono traendo la
loro forza e vita”.
Il silenzio era caduto dopo quell’ultima affermazione del Ministro.
Harry capiva che toccava a lui parlare.
“Lei... lei pensa che io abbia qualcosa a che fare quindi con quella stanza?”.
“Si, noi pensiamo che tu, visto il tuo rapporto con il canto della Fenice, abbia molto a che fare con
questa energia!”.
Posò la piuma sulla scrivania prima di continuare e fissò intensamente Harry negli occhi; “Quelli
che evocano il canto sono gli unici che possono entrare nella stanza e uscirne vivi!”.
L’affermazione aveva qualcosa di inquietante,non solo per la prospettiva di essere uccisi da
quell’energia,ma il tono della voce era inquieto,preoccupato,no si addiceva al carattere di quel ex
Auror,spaventava più della freddezza che fino all’ora aveva dimostrato.
Harry si sentiva in trappola,aveva previsto un discorsetto,magari sul suo impegno verso il
Ministero,retorica,forse minacce,ma a quella rivelazione non era per niente preparato.
“Devo pensare che dovrò visitare quella....quella stanza oggi,non é vero?”.
Era stupido aver risposto così, non aveva senso la sua domanda,ma ormai l’aveva pronunciata.
Il Ministro lo scrutò senza batter ciglio: “No,se tu non vuoi,a differenza di quello che pensi del
Ministero,noi non obblighiamo la gente a fare quello che non vogliono”.
Fù una doccia gelata,era la risposta sbagliata,Harry sperava in una risata di scherno alla sua
domanda,ma quella risposta era più fuori posto.
Lo aveva incastrato,e il peggio era che non sapeva nemmeno a cosa andava incontro.
“Penso che sia ora di farti conoscere un nostro collaboratore é un Indicibile,si chiama Mysterouses”.
Ad un cenno della bacchette che fece un breve movimento,la porta si aprì e una maga dall’aria
assente entrò nell’ufficio del Ministro esclamando: “Ha, sei tu Harry Potter,sono molti anni che
seguo le tue vicende!”.
La maga restò in piedi vicino ad Harry mentre il Ministro con un cenno gli indicava la porta come a
congedarlo.
“Ci vediamo più tardi Harry penso che troverai quest’incontro molto interessante!”.
L’affermazione dell’ingrigito Auror gli diede un senso di solievo,se dovevano rivedersi dopo non
era possibile che gli avevano teso una trappola.
Seguì la donna che lo precedette verso gli ascensori senza degnarlo di uno sguardo.
Schiacciato il bottone per scendere verso i sotterranei,la maga finalmente lo guardò; “Troverai
molto interessante la stanza del massimo potere,noi sappiamo che l’hai già vista quando c’é stato il
ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato,anche se all’epoca Caramel non diede molte
spiegazioni su cosa accadette quella sera!”.
Lo sguardo da prima sfuggente ora era interessato a notare ogni espressione del volto di
Harry,mentre che stavano quasi arrivando al piano terreno,dopo di che avrebbero sceso la scaletta
anche Harry sapeva condurre al sotteraneo,che portava alla stanza del,come lo avevano chiamato
della massima forza,o potere,l’amore!.
“La Fenice é legata a questa stanza da un legame che ancora non siamo riusciti a scoprire e
speriamo che tu ci dia una mano a far luce a questo mistero,visto che erano secoli che nessuno
riusciva più a evocare un canto”.
Le parole diedero di nouvo un sussulto al cuore di Harry che ritornò ad essere estremamente
nervoso.
La scaletta era davanti a loro,la donna di circa una cinquantina d’anni scese per prima,Harry esitò
un istante prima di seguirla,poi rassegnato scese le scale verso quella che ricordava fin troppo bene
essere la strada verso la porta.
La maga si fermò in prossimità ,e Harry guardò con cura quella superficie di legno che con il
coltello regalatogli da Sirius tentò di aprire,fondendo la lama senza nemmeno scalfire la serratura e
fondendo il coltello,che fino ad allora aveva aperto tutte le porte con le quali si era cimentato.
La maga cercò in un angolo dietro uno sportello di un armadio che la prima volta non aveva notato,
una specie di scafandro che indossò. Sembrava come quello che Harry aveva visto in un
documentario alla tv dei Dursley che i Babbani usavano per scendere nell’acqua per immergersi nel
mare.
Ma non diede segno di darne uno anche a lui,cosa che aumentò enormemente la sua inquetudine.
“Tu se sai veramente evocare la Fenice,non ne hai bisogno,serve per neutralizzare le radiazioni che
sprigiona la stanza,il suo potere può distruggere ogni fibra del tuo corpo se non ti proteggi,molti
maghi del passato hanno perso la vita cercando di inbrigliarla!”.
La semplice affermazione detta come una cronaca di un fatto banale accaduto diede l’ultimo colpo
alla fragile sicurezza di Harry: “E se si sbaglia cosa faccio? Resterò bruciato e fine
dell’esperimento!”. L’urlo gli uscì senza che avesse potuto in qualche modo fermarlo.
“Da colui che ha combattuto contro Voldemort,mi sembra che non hai molto coraggio,ma forse le
storie erano tutte esagerate!”.
La rabbia come era uscita incontrollabile,si placò,lasciando il posto ad una fredda determinazione di
non mostrare un’altra volta la sua paura,ma il pericolo restava,e doveva far ricorso a tutto il suo
coraggio per non girare sui tacchi e uscire di corsa dal Ministero.
Mise il cappuccio e lo guardò la dietro la lente di quello che assomigliava ad una protezione da
saldatore,estrasse la bacchetta e con un complicato gesto della mano puntò verso la serratura che
lentamente si aprì. Harry restò di sasso, incapace di muoversi e pensò intensamente a l’unico che
avrebbe potuto aiutarlo in una situazione simile,Silente.
La porta era ormai aperta del tutto ma Harry non sentiva nessun effetto,tipo dolore o caldo,insomma
niente,guardò la donna dietro la maschera che lo fissava,senza batter ciglio.
Co un gesto di stizza Harry spalancò la porta e niente!.
Dentro la stanza niente,lo stavano prendendo in giro,la stanza era vuota!.
La maga stava ora facendo qualcosa di strano lo stava guardando sopra la testa,e a quanto pare
vedeva qualcosa che Harry non capiva cosa fosse.
Forse le lenti erano una sorta di rivelatore di un qualche genere.
Harry era al colmo della sopportazione, avrebbe cominciato ad urlare se non fosse che vedeva un
qualcosa di famigliare,si di famigliare anche se non sapeva bene dire cosa,ma aparteneva a lui,o per
meglio dire a dentro a lui!.
L’Indicibile era immobile e non faceva assolutamente nulla,e per contradizione Harry si sentì
ancora più nervoso.
“Perchè mi fissa così senza dire nulla?”:
La voce uscì con un tono strozzato,di chi fosse al limite della sopportazione e stesse per esplodere.
Il qualcosa di famigliare si fece nel frattempo più definito,era come se da una massa centrale si
muovesse di lato, due parti come se fossero autonome,l’immagine era assurda,ma era quello che
percepiva sopra la sua testa.
Brillante fulgido rosso e oro,si distingueva le ali di una Fenice ,che restava sospesa sopra la testa di
Harry,sbattendo le ali per restare in volo,era come se si fosse formata lì davanti a quella stanza
vuota.
La donna continuava a osservare le evoluzioni dell’uccello,che si era spostata da sopra la testa di
Harry .Era entrato nella stanza,dietro alla sua scia una volta dentro,lasciava come delle immagini di
volti confusi,prese a fare ampi giri in tondo,la stanza era più grande di quanto si potesse pensare dal
di fuori.
La maga seguì all’interno la Fenice,seguita da Harry che una volta entrato si sentì immerso in
qualcosa di suo,una forza che gli dava la sensazione di...un non sò.
Gli ampi giri si fecero più veloci mettendo a fuoco le forme che prima erano indistinte,erano volti e
erano famigliari,distingueva ora chiaramente suo padre, sua madre e luminoso come pochi Silente.
No si muovevano ma dal volto sereno si intuiva che lo amavano, non dissero niente ne si diedero a
mostrare a Harry che lo stavano in qualche modo salutando o riconoscendo.
La sua sensazione di amore crebbe, il cuore stava per scoppiare ne era certo,la forza che lo
dominava era enorme,più forte della paura stessa che molte volte nella sua vita aveva
provato,perfino davanti a Voldemort.
La mano della strega lo stava trascinando fuori,ma lui fece resistenza voleva restare là,voleva non
essere mai più separato da quella forza che lo stava consumando al suo interno ma allo stesso
tempo,era come pioggia che lo bagnava ma al di dentro contrariamente alla pioggia normale,questa
agiva dentro di lui.
La spinta ad uscire era più insistente e riprovò a lottare per restare dentro la stanza ma
inaspettabilmente la donna aveva più forza di quando si potesse sospettare,e riuscì a farlo
uscire,chiudendo la porta con un gesto magico,e Harry si trovò per terra seduto senza un bricciolo di
energia,disperato senza più quella meravigliosa e terribile al tempo stesso sensazione.
Nel corridoio entrò come se fosse stato nascosto fino ad allora il Ministro con un altro mago che lo
sorressero per portarlo su di sopra,il mago sconosciuto gli cacciò in bocca a forza un liquido
ambrato che costretto a bere gli scivolò nella gola,bruciandola.
Harry non aveva forza e fù costretto a ingurgitare la pozione,le braccia e le gambe erano di gomma
e non avevano alcuna intenzione di rispondere ai comandi del suo cervello.
La maga gli si rivolse,per la prima volta da quando erano entrati nella stanza,e nel frattempo si era
tolta la protezione del costume.
“Stai tranquillo, é normale che ti senti senza energie,hai sopportato quello che nessuno di noi
avrebbe potuto senza morire,ora devi riprenderti,ci vuole del tempo!”.
Le poche energie lo abbandonarono e si addormentò come un saso.
Si stava lamentando quando si rese conto di essere sdraiato in un letto e che la mano di qualcuno lo
stava tenendo calmo per non farlo alzare.
“Sei qui da due giorni e eri come morto!”.
La voce arrivò da lontano,non riusciva a identificarla di chi fosse,ripiombò in un sonno profondo,
era troppo stanco per occuparsene.
Si trovò dentro una stanza e ad un tavolo c’erano seduti i suoi genitori,dall’altro lato c’erano,Silente
e Sirius Black,quest’ultimo gli fece cenno di sedersi,la felicità in Harry toccò livelli mai
raggiunti,erano tutti lì che lo aspettavano che volevano parlare con lui.
I volti sorridenti,Silente si alzò e gli fece un leggero inchino,il suo viso era giovane anche se era
facilmente riconscibile,gli indicò la sedia vicino alla sua dicendogli: “Naturalmente noi siamo
morti,ma tuttavia puoi vederci,come se fossimo vivi,ricorderai che ti dissi che avevi qualcosa di
speciale dentro di tè!”.
Silente aveva appena cominciato a parlare che Harry cercò il volto di Sirius,il quale era anche lui
ringiovanito,e non sciupato dagli anni di carcere trascorso ad Azkaban,anche i suoi genitori si
tenevano vicini e sorridevano.
Ma all’improvviso la voce di Silente non si udiva più e la sala contenente coloro che più aveva
amato al mondo e che erano morti,venne risucchiata in un tunnel nero.
“Harry per tutti i Gargoye,svegliati per favore riprenditi,abbiamo bisogno di tè!”.
Ancora quella voce che lo richiamava,ma lui faceva resistenza voleva tornare nel sogno rivedere
quei volti,non voleva tornare nella realtà dolorosa.
Ritornò a dormire.
Era mattina,lo capì da come la luce filtrava nella finestra. Una mano teneva la sua,gli occhi gli
bruciavano e cercò gli occhiali,per mettere a fuoco la figura che dormiva vicino al suo letto,il
movimento verso il comodino fece svegliare colui che vegliava accanto al suo letto.
I capelli erano rossi fuoco lunghi,e una volta che gli occhiali erano al loro posto sopra al naso la
figura di Ginny era perfettamente a fuoco,che assonnata come di chi fosse stato lì tutta la notte a
guardarlo.
“Harry grazie al cielo sei tornato,i guaritori,non sapevano cosa dire,se tu ti fossi ripreso o
no,eravamo così preoccupati!.”.
La voce ora riconoscibile di Ginny era calda e preoccupata,mentre la sua mano teneva stretta quella
di Harry.
“Perché sono qui,ero al Ministero e...., non ricordo più nulla!”.
“Quando non ti abbiamo più visto rientrare la sera,mio padre ha chiesto tue notizie e gli hanno
risposto che tu sei stato oggetto di un esperimento,nella stanza del massimo potere,é il luogo più
oscuro e terribile del Ministero,ci ha spiegato papà!”.
“No,oscuro no,ma potente direi di sì,visto quello che mi ha fatto,sai ho...ho rivisto i miei,e Sirius e
Silente,erano tutti là,seduti ad una tavola,bè almeno li ho visti così ma immagino che la tavola fosse
nella mia immaginazione,come loro del resto!”.
La voce man mano che descriveva l’accaduto,diventava sempre più scettica a quello che credeva di
aver visto.
“Ti hanno usato,quei....quei,non trovo le parole per definirli”.
La voce di Ginny diventava sempre più aspra.
“Io invece ne sono contento,ho rivisto I miei genitori Sirius,e Silente,vorrei che fosse durato per
sempre!”.
La voce di Harry era di chi avesse molta amarezza e stemprò l’asprezza di Ginny,che dopo non
ebbe più il coraggio di aggiungere nulla contro il Ministero.
Erano lì,con Ginny che teneva la mano e Harry che ripensava al sogno,o cosa era stato,quando la
porta si aprì e la signora Weasley entrò,lo sguardo preoccupato,ma poi vedendolo coscente fece un
sorriso,e corse verso il letto per abbracciarlo; “Ginny non é voluta restare a casa ed è restata qui per
tutto il tempo!”.
Lo abbracciò,stringendolo a sè con impeto.
“Stai bene caro? Arthur si é molto arrabbiato quando ha saputo di quello..,di quel esperimento che ti
hanno fatto, ha litigato col Miniistro in persona,ma é stato rassicurato che non correvi pericolo di
vita”.
“Se ti senti bene possiamo tornare alla Tana,anche questa sera”. Ginny aveva interrotto la madre per
evitare ad Harry una sua tirata sul comportamento del Ministero,cosa di cui Harry le fù grato,le
rispose anuendo con la testa, chiuse gli occhi e ritornò alla tavola vista nella stanza nell’ufficio dei
misteri.
I preparativi per uscire dal San Mungo, l’ospedale per malattie e ferite magiche dove Harry era stato
ricoverato,fù breve,avevano tutti fretta di rientrare.
Alla Tana l’accoglienza era stata rumorosa, tutti i Weasley compresi Ron e Hermione,quest’ultima
gli lanciò una lunga occhiata per verificare se tutto era in ordine. Tutti gli fecero grandi feste,i
gemelli vestiti in due impeccabili completi di coccodrillo della palude della Luna,riconoscibili per
la tipica pelle quasi fosforescente,gli si fecero intorno per salutarlo.
Ma la domanda che si leggeva negli occhi di tutti era cosa fosse successo nel Ministero due giorni
prima.
Harry capì che doveva dire qualcosa sull’argomento e una volta seduti e preso la cena,in un
atmosfera quasi distesa cominciò a descrivere l’accaduto,all fine del quale un silenzio cadde sulla
tavola,anche Fleur e Bill,venuti lì per salutarlo si tennero per mano senza parlare.
Arthur prese in mano la situazione,sentendosi responsabile in parte dell’accaduto,in quanto membro
del Ministero.
“Beh,dopo la discussione che ho avuto con il Ministro,posso dire che Harry non verrà più fatto
oggeto di esperimenti,o quant’altro!”.
Harry non pensava che quello che il signor Weasley aveva appena detto corrispondesse alla volontà
del Ministero,credeva che lo avrebbero ancora tormentato per estorcergli informazioni o per lo
meno per farsi pubblicità gratuita,senza minimamente preoccuparsi se lui corresse qualche rischio o
no.
Decise comunque di non farne parola con i genitori Weasley,per non caricarli di ulteriori
preoccupazioni,restò in silenzio per tutta la serata,comunque la cena era degna della miglior signora
Weasley,una sorta di compensazione per il dolore subito,e per il momento non poteva chiedere di
più.
La mattina dopo tutti appena svegli non facevano altro che parlare della cerimonia,per i diplomi del
settimo anno,che di lì a qualche giorno,una volta ricevuti i gufi con le votazioni finali,avrebbe avuto
luogo a Hogwarts.
Hermione come al solito era estremamente nervosa,andava da una stanza all’altra a chiedere se
qualcuno avesse visto gufi in arrivo dalla scuola.
Ginny che solitamente era molto amicale con lei,all’ennesima domanda le rispose con aria seccata
di no. La reazione fece desistere Hermione di continuare a tormentare tutti ,e di rinchiudersi a
leggere pesanti libri di Artimanzia,o quant’altro le capitasse in mano per passare il tempo
nell’attesa.
Ron in un susssurro per non farsi sentire da Hermione disse a Harry che secondo lui,visto
l’atteggiamento di lei,come minimo lì avrebbero fatta Ministro per ringraziarla per aver studiato a
Hogwarts.
Dopo tre giorni di relativa calma,anche se le notizie della Gazzetta del Profeta erano sempre più
bollettini di guerra,che dei reportage di un giornale di una comunità magica.
I sospirati gufo da scuola erano finalmente arrivati.
La confusione che ne succedette era paragonabile solo alla notizia che il singor Weasley era stato
nominato Ministro.
Tutti correvano a sbirciare per primi i risultati,creando di fatto un caos davanti agli uccelli che
appena consegnata la posta,fuggirono via come se da questo dipendesse la loro vita.
La prima pergamena ad essere aperta fù quella di Ron che Harry non ebbe la pazienza di legggere,
dopo la sua e che sbirciò da dietro le sue spalle,lottando discretamente con la signora Weasley per
vedere.
Una lista di O erano appilate nei cinque giudizi del M.A.G.O una sola A spuntava in
trasfigurazione,Ron era entusiasta di quei voti,e cominciò a saltare sul posto come se una scarica
elettrica lo attraversasse.
L’attenzione si sposto rapidamente su Hermione che nel frattempo aveva aperto la sua pergamena.
Tutti e sette i giudizi erano E,con una nota in più,che Ron non aveva avuto con i complimenti della
preside e la lettera terminava con la frase,una delle migliori studentesse degli ultimi 100 anni.
Lei restò lì senza muoversi,con la paura che se si fosse mossa avrebbe cancellato quel giudizio.
Ron ruppe l’attesa abbracciandola forte,e gridando; “Lo sapevo,che non poteva andare che così!”.
A turno tutti si complimentarono con lei.
Restava solo la pergamena di Harry che per la fretta di vedere i suoi amici,non aveva avuto il tempo
di leggere.
Ron impaziente gliela aveva strappata dalle mani,febbrilmente la stava aprendo leggendo ad alta
voce i giudizi: “Difesa contro le Arti Oscure- E,Pozioni- O,Inacantesimi- E,trasfigurazione-
O.,Erbologia.-O. “Sei un Auror,ce l’ai fatta!”.
Harry si sentì male,era vero che era riuscito ad avere i voti per fare domanda come Auror,ma i voti
di Ron per la A a Trasfigurazione,aveva chiuso sul nascere la sua aspirazione per diventarlo.
Ron intuì la sua delusione e di rimando gli grida: “Non importa sai, non ho mai pensato di
riuscirci,vedrai che papà mi troverà un posto al Ministero e potremo vederci lo stesso,anche se da
uffici diversi!”.
Festeggiarono tutta la sera con i gemelli che diedero fondo a tutti i loro fuochi più nuovi e divertenti
per fargli festa.




Cap 19

Sweeky scova il covo di Colui-che-non-deve-essere-nominato


Il trambusto per i preparativi per andare l’ultima volta a scuola per la cerimonia dei diplomi fù un
caos totale.
La signora Weasley era così eccitata che fece fare tre volte la colazione a Harry sostenendo che le
due volte precedenti lui non aveva mangiato,di buon grado Harry si sottomise a quel piacevole
suplizio.
Hermione aveva scordato di mettersi l’uniforme scolastica e dovette risalire all’ultimo minuto per
riparare alla sua sovraeccitazione.
Ron urlava con George che a suo dire gli aveva nascosto il manto della scuola con la preziosa spilla
di Prefetto.
Ginny non riusciva a trovare la sua Puffola Pigmea che risultò essere stata messa in una scatola sul
suo letto,ma il colpevole anche per motivi di ritardo ormai preoccupante,non venne scoperto.
Erano tutti fuori dalla porta pronti a smaterializzarsi per andare a scuola,quando il signor Weasley si
bloccò dicendo; “Ma un momento,Ginny é ancora minorenne,e non può Materializzarsi,non ha la
patente!”.
Tutti restarono di stucco,nessuno aveva pensato a quel piccolo particolare,e non c’era tempo per
chiamare il Nottetempo per andare a scuola in bus.
Ginny sorridendo,per stemperare quello che stava per fare,si avvicinò ad Hary dicendo; “Mi dai un
passaggio,se no arriveremo tutti in ritardo e i diplomi saranno già stati consegnati e la cerimonia
sarà finita”.
Il signor Weasley per un attimo restò di sasso, era un membro del Ministero dopo tutto e non poteva
proprio lui ingannare la legge,ma un sorriso di sua moglie Molly,lo convinse e disse: “Va beh ma al
ritorno si và in autobus!”.
Ginny si strinse ad Harry dicendo: E’ la prima volta che mi Materializzo,spero che non sia male
come tutti dicono”.
Quella intrusione vicino a lui,fece risorgere il leone che credeva fosse sopito e sotto controllo dentro
di sè,la strinse a sè con più forza del necessario,e lei di buon grado gli si accomodò ancora di più
vicina. Al “tre” del signor Weasley si Materializzarono fuori dai cancelli della scuola.
Nel vialetto davanti all’ingresso era un tripudio di fiori e ghirlande infiocchettate,
“La Preside doveva aver fatto le cose in grande” fù il commento di Hermione,per compensare le
cattive notizie che ormai ogni poche ore venivano stampate sulla Gazzetta a caratteri cubitali.
Il sole aggiunto alle magnifiche decorazioni,dovevano mitigare la situazione,dando l’impressione di
normalità,anzi di festa.
Anche Gazza all’ingresso aveva un’aria di festa,lo sguardo feroce che normalmente sfoderava,era
nascosto dietro un’aria di finta benevolenza di fronte ai parenti e agli studenti del settimo anno.
La sala grande era abbondantemente addobbata,come il viale d’accesso,ma con l’aggiunta di un
rinfresco preparato per la fine della consegna dei diplomi.
Hermione leggeva il programma della giornata e un singhiozzo improvvisamente le scosse la voce;
“Vi rendete conto che é una delle ultime volte che entriamo qui come studenti!”:
Detto ciò si gettò fra le braccia di uno stupito Ron,che non potè fare altro che tenerla stretta non
sapendo cosa fare d’altro.
Harry vide nell’entrare dentro che Fiorenzo era appena dietro il portale,il centauro lo salutò con un
cenno della mano,non si erano visti che sporadicamente quell’anno vuoi per gli impegni scolastici e
non,vuoi anche perché Divinazione non era nel programma di Harry.
Gli zoccoli colpirono la pietra quando si fece più vicino,e scrutando attorno,per vedere se nessuno li
sentisse,mormorò: “Stai attento Harry,che da ora comincia il vero pericolo,i cieli dicono che presto
una guerra totale verrà nel mondo magico,e tu ne sarai l’ago della bilancia!”:
Le parole pesavano nella testa di Harry come e forse di più di quelle della profezia.Harry si
allontanò senza dire una parola,ma era visibilmente toccato da esse.
Ron lo raggiunse all’interno mentre che fissava insistenetemente una decorazione sul tavolo di
Grifondoro,come se lo avesse particolarmente affascinato,ma in realtà non la vedeva nemmeno.
“Cosa ti ha detto Fiorenzo,di così tanto sconvolgente?”.
Harry non voleva rovinare la cerimonia di Ron,ne di nessun altro,fece con grande sforzo un sorriso
e rispose; “Niente,che forse non diventerò un Auror,sai con i guai che ho combinato,non c’é da
stupirsi!”:
Ron decise che anche se era evidente che era una bugia,non dire niente era per il momento una
tattica migliore. “Beh forse mio padre ci troverà un lavoro a tutti e due al Ministero,e potremmo
restare tutti insieme”.
Harry rise alla battuta,ma questa volta senza fingere.
Hagrid si avvicinò con dei passi rumororsi al gruppetto; “Harry e anche voi indossate i
cappelli,comincia la cerimonia,nella sala grande!”:
Non aveva ancora finito di pronunciare la frase che un rumore di trombe,annunciò che la cerimonia
aveva cominciato il suo corso.
Tutti gli studenti del settimo anno erano sulla destra del portale ,mentre i genitori erano dalla parte
sinistra.
Harry vedeva che i genitori di Weasley gli facevano grandi cenni con la mano,forse per non farlo
sentire solo in quel momento importante.
Harry dal canto suo non sentiva tutta quella solennità,pensava già al dopo,alla caccia!:
La McGranittt era in piedi davanti a quella che una volta era lo scranno di Silente vestita del suo
completo scozzese migliore.
Hagrid come direttore di Grifondoro era impettitto come un baccalà,,indossando la sua solita giacca
di castoro,e l’immancabile cravatta gialla.
La preside chiamò la casa di Corvonero,e tutti gli studenti seguirono il Professor Vitious,che nel suo
frac sembrava un pinguino,forse anche per via della sua statura bassa,accentuava la somiglianza.
Una volta disposti dentro alla sala nella parte sinistra,la voce della McGranitt risuonò e i Serpeverde
entrarono disponendosi accanto ai Corvonero.
Fù la volta dei Grifondoro,che Hagrid fece scomparire dietro la sua mole,e Harry considerò per la
prima volta dall’inizio della scuola che non erano sopravissuti molti alla selezione,da una parte gli
esami,avevano dato una sfoltita,e dall’altra la guerra che ormai pesava nell’aria,aveva consigliato
agli apprensivi genitori,di ririrare i propri figli da scuola,come le sorelle Patty,che erano state
ritirare alla morte di Silente.
Anche i Tassorosso erano disposti nella sala e la voce della direttrice,risuonò nell’aria con
decisione.
“Benvenuti a voi tutti!. Come ben sapete quest’anno abbiamo avuto molte difficoltà durante l’anno
scolastico”:
Il discorso introduttivo continuò per un buon quarto d’ora,toccando i temi dei sette anni passati alla
scuola e di quanto importante siano stati per la vita che da ora in avanti avrebbero vissuto.
Anche Silente venne citato,come esempio di quanto ritenesse importante quella scuola ecc.
Harry ritornò alla realtà solo quando la preside chiamo uno per uno gli studenti,per consegnare la
pergamena con i voti conseguiti,sempre accompagnata,da pianti e gioia dei parenti,di quel alunno.
Ron aveva gonfiato le spalle al sentire il proprio nome,e la signora Weasley pianse più forte di
qualsiasi altra madre che l’aveva preceduta nel corso della premiazione.
Ma al momento della consegna del diploma di Harry fece una cosa che le altre non osarono,uscì dal
suo posto e lo abbraciò,mettendolo in un grosso imbarazzo,visto che tutti lo stavano guardando con
rimprovero,per essere stato li al centro ancora una volta dell’attenzione,con quell’azione che
certamente era stata programmata,per darsi importanza.
Era rosso dalla rabbia,e le parole arrivarono dopo un pò che la preside le aveva pronunciate; “Ci hai
dato molti problemi con la tua presenza forse più di qualsiasi altro ragazzo che io ricordi,qui a
Hogwarts,ma sei stato anche quello che ha lasciato la sua impronta più profondamente di ciunque
altro,Albus a parte”.
Harry non capiva il contesto ,anche perché non aveva seguito il discorso fin dall’inizio,restò in
silenzio,quando la mano si alzò per prendere il diploma.
“Ci rivedremo molto presto,per té non é un addio!”.
Le parole della preside,per la prima volta commossa,nel dare la pergamena,erano
incomprensibili,decise che Hermione avrebbe tradotto il discorso,e lo avrebbe chiarificato,per il
momento era importante di tornare dentro le fila di Grifondoro,per essere dimenticato,sopratutto
dopo la scena della madre di Ron.
Hermione quando toccò a lei,alle parole della McGranitt,pianse perché fù definita la migliore
studentessa degli ultimi sette anni.
Ricevuto il rotolo si gettò fra le braccia della madre di Ron per consolarsi,di che cosa Harry non lo
capiva bene,visto i risultati,ma non era importante approfondirlo.
Il pranzo fù indimenticabile,gli elfi domestici diedero fondo a tutta la loro bravura nel preparare il
miglior cibo che la scuola avesse mai dato.
Sul piatto di Harry c’era una scritta,che recitava; Congratulazione Harry Potter signore!.
Non poteva essere stato che Dobby,era l’unico a cui potesse venire in mente un’idea del
genere.Harry sorrise finalmente disteso,mentre che mangiavano.Ron guardò Harry interrogativo,alla
vista del piatto,il quale gli rispose con una scrollata di spalle,ne sapeva quanto lui.
IL pomeriggio,era dedicato a passeggiate con i famigliari e gli amici, Hermione era intenta a
mostrare ai genitori il castello,e da come rimasero impressionati,doveva fare un gran effetto.
Ron mostrava a tutti il suo rotolo,con il diploma,facendo reagire George che gli fece un incantesimo
rendendolo luminoso,perfino in quella assolata giornata.
Harry preferì lasciare i Weasley che chiacchieravano sul futuro di Ron,e si incamminò verso il
lago,sorvegliato da lontano da due Auror grossi come armadi.
Ginny si staccò dal gruppo e discretamente gli si mise accanto e camminò in silenzio vicino a lui.
Percorsero un centinaio di metri prima che Harry dicesse qualcosa; “Io devo andare,ho da teminare
quello che con Silente ho iniziato,e non .... non posso restare qui,voglio dire con voi,ora é tutto più
difficile e pericoloso”.
Neanche lui aveva capito bene quello che aveva detto,ma lo sguardo che lei gli lanciò gli diede la
risposta,lei sapeva già dove voleva arrivare.
“Lo sò,ma devi considerare che hai anche bisogno di noi,anche ,e sopratutto se stà diventando
pericoloso,noi siamo preparati,e comunque saremmo in pericolo anche senza di tè,credi che Tu-saichi,
voglia risparmiarci solo perché non ti frequentiamo?”.
Lui non aveva mai considerato la cosa da quel punto di vista,e scoprì che lei aveva ragione,non fece
più obiezzioni,e camminarono in silenzio per una mezz’oretta prima di rientrare.
La sera alla Tana i festeggiamenti superarono ogni prudenza,tantè che il signor Weasley,fù costretto
a fermare i gemelli che tentarono di mandare in orbita,un super fuoco d’artificio che se lanciato
sarebbe arrivato senza dubbio,fino alla città babbana più vicina,viste le proporzioni del
propellente,che erano di oltre mezzo metro.
Comunque al fuoco mancato segui una nutrita sequela di razzi di dimensioni più modeste,ma di
gran effetto,che fecero pensare ad Harry che la città vicina aveva partecipato,lo stesso ai
festeggiamenti.
La luce di una pattuglia di polizziotti babbani,fece da sfondo alla coreografia dei lampi nel cielo,ma
il signor Weasley,dovette fare un incantesimo Oblivator,in tutta fretta a due stupiti agenti scesi ad
osservare quella pittoresca casa a multi piani,che alla prima vista potevano sembrare messi lì a
casaccio,ma ad una più accurata indagine,la prima impressione era confermata.
Harry rise molto a vedere sui loro volti stampati lo stupore,ma era meglio che finisse tutto
dimenticato,anche se mentre se ne stavano andando sembrava che avessero digerito,un uovo di
drago.
Il giorno dopo la festa erano tutti un pò insonnoliti mentre tentavano di fare colazione. Edwige entrò
dalla finestra con legata alla zampetta,una pergamena che consegnò ad uno stupito Harry.
Era di Reginald che si congratulava per la notizia del buon esame,e lo avvertiva di non allontanarsi
di casa perché presto avrebbe avuto notizie importanti da comunicargli,Tweeky era in caccia.
La frase sibillina dava ad Harry una strana euforia,che si aggirava per la Tana come Hermione
prima del risultato degli esami.
Ron leggeva pigramente le notizie sportive sul Quidditch,mentre Ginny e Hermione parlottavano
fittamente senza però far partecipare gli altri,anzi cambiando discorso tutte le volte che Ron o Harry
si fermavano a partecipare alla conversazione.
Cosa che Harry non diede molto peso,occupato come era di ragionare su cosa stesse per fare
Tweeky,di così importante e sopratutto misterioso.
La risposta venne due giorni dopo,al pomeriggio,quando il sole era a picco e loro stavano rintanati
sotto un gigantesco albero per approffitare della sua ombra e godersi un pò di refrigerio.
Edwige che non era tornata dopo il suo giro notturno con Leo spuntò sopra la testa di Harry su di un
ramo e cominciò a chiamarlo tubando dolcemente.
Lo sguardo di tutti si fissò velocemente sul bianco piumaggio della bianca civetta.
Harry con quasi una furia,slegò il rotolo di pergamena dalla zampa,provocando una beccata di
rimprovero da parte di lei.
Harry lesse ad alta voce; “Domani mattina presto venite da me,notizie importanti”.
La telegrafica missiva rese tutti ancora più nervosi,e le supposizioni erano nel gruppo le più svariate
e fantasiose,Ron era certo che Tweeky aveva scoperto Piton che agonizzante aveva creato un
rifugio magico,e viveva da eremita.
Ma anche se la discussione era accesa,alla fine decisero di aspettare l’indomani per sapere
qualcosa.
Erano tutti e tre seduti davanti ad una tazza di tè,le panche in legno emanavano il calore del sole che
le aveva scaldate nella torrida giornata. Reginald stava come al solito guardandoli col suo sguardo
enigmatico,che ormai Harry aveva cominciato a conoscere.
“Senza farvi perdere del tempo ,voglio dirvi che Tweeky ha scoperto una traccia importante su dove
potrebbe nascondersi Voldemort”.
Le parole di Reginald risuonarono nell’aria come macigni che cadono da una parete scoscesa.
Hermione non respirava più e Ron aveva la bocca aperta come se dovesse inghiottire un uovo di
drago intero.
Harry aveva gli occhi socchiusi come di chi avesse troppo sole che gli impediva di guardare.
L’aria era tesa come se Voldemort dovesse apparire da un momento all’altro,lì davanti a loro.
“Per caso un serpente che vive normalmente sulle montagne dietro al villaggio magico di Gold rock
ha scoperto una bariera magica,frutto di un potente incantesimo,che non permette a nessuno,uomo o
animale di attraversarla”.
Le parole ebbero l’effetto di paralizzare gli sguardi di tutti.
“Al villaggio, Omar andato per investigare sulla protezione, ha chiesto di qualche villa che sia in
qualche modo legata a leggende di paese,che sia nei dintorni del luogo della barriera e ha saputo
dopo una robusta bevuta con un anziano del posto che una casa sembra che sia svanita nel nulla.
Nonostante le ricerche che gli abitanti hanno compiuto sul luogo nessuno é riuscito a scoprire dove
fosse finita!”.
“Ahii!”Ron si era sporcato i pantaloni con un pò del suo tè tanto era concentrato a seguire il
discorso dell’incantatore di serpenti.,che senza distrarsi dal gridolino di Ron,mentre cercava di
pulirsi,continuò il racconto; “Naturalmente i babbani non possono spiegarsi che una villa sia sotto la
protezione di una potente magia,ma noi abbiamo il sospetto,che dietro vi sia nascosto il quartier
generale di Lord Voldemort.
Il perché é presto detto,il serpente che ha cercato inutilmente di passare é stato respinto da un
sibillio,che ha riconosciuto come la lingua detta: Serpentese!”.
“Intendi dire che chi pronunciato le parole,era un Mangiamorte?”.
Esclamò Hermione,dando un’occhiata a Harry e Ron per cercare conferma alle sue parole.
“Si é proprio quello che abbiamo pensato tutti e tre”.
Fù la risposta tranquilla di Reginald.
“Si un Mangiamorte che allontanava il serpente con un avvertimento,di non restare davanti alla
barriera. Il campo é una difesa magica che di solito viene usata per proteggere qualcosa di
importante,da qui l’ipotesi...”.
La frase lasciata in sospeso per lasciare ad ognuno di terminarla secondo le proprie
congetture,lasciò tutti senza un gran che da dire,l’ipotesi di Reginald era l’unica logica e plausibile.
Harry per l’emozione si alzò e si mise in disparte guardando oltre il giardino verso la campagnia,i
pensieri che affollavano la sua mente erano tanti e tutti acavallati gli uni sopra gli altri.
Poter sfidare Voldemort nel suo terreno era qualcosa che sembrava pazzesco ma dava anche un
senso di euforia.
“Bisogna che io vada là,al più presto!”.
La frase che pronunciò era sorpresa anche per lui. Ron rispose subito senza pensarci; “veniamo
anche noi con te,se no non se ne parla”.
“E’ meglio che vada da solo con Tweeky,così attirerò meno l’attenzione,una sbirciatina e via,ritorno
subito dopo”.
Hermione era bianca,certo lo aveva sempre saputo che prima o poi sarebbe successo,ma pensarlo é
una cosa ma doverlo vivere....
Harry si voltò a guardare Reginald,che impassibile lo stava osservando.
I fumi dei profumi che normalmente teneva accesi ne deformavano il viso,dandogli un’aspetto
diverso, in qualche modo sembrava uno sguardo di serpente.
Come era venuta la sensazione scomparve e il volto sciupato riprese le normali sembianze.
“Va bene Tweeky sarà felice di accompagnarti fin là,poi dopo sei solo!”.
Un sibillo diceva che era daccordo che non ci avrebbero messo molto ad arrivare,Harry fece un
cenno di assenso,ed uscì senza voltarsi indietro,se lo avesse fatto,vedendo i volti dei suoi amici
preoccupati,non avrebbe avuto il coraggio di andarsene.
Seguì il ballonzolante amico,per una cinquantina di metri,finchè la casa non era più in vista,e
seguendo le istruzioni del serpente,lo fissò intensamente negli occhi e il famigliare gancio
all’ombelico lostrappò via.
L’ambiente era molto diverso da quello di campagnia appena lasciato.
Un pendio era di fronte a lui e un sentiero a mala pena tracciato in mezzo a erbacce che tendevano a
soffocarlo.
In basso un villaggio Babbano era pigramente intravedibile in mezzo alla folta chioma degli alberi.
Fra rocce e sempre meno vegetazione arrivarono ad un bivio che si perdeva davanti un gigante
masso che impediva la vista di cosa celasse.
Harry guardò interogativo il serpente,che gli sibillò che erano arrivati davanti alla barriera magica.
Harry protese la mano per testare la consistenza della magia.
Un pensiero non suo gli invase la mente,che doveva ritornare subito a casa che qualcuno stava male.
Lottò contro l’impulso di fare dietro front e correre a casa,ma si tratenne pensando che era una
trappola per qualche Babbano curioso che si fosse avventurato fin là.
Il pensiero si fece meno pressante nella sua mente.
Nel frattempo che si liberava del malessere che sentiva nel non obbedire all’impulso,la mano
toccava qualcosa di elettrico,come una sottile atmosfera,che respingeva la sua presenza fisica.
Tweeky era con il capo teso in allarme,sibillando gli disse che era meglio che andassero via prima
che qualcuno passasse.
Harry per tutta risposta.fece uscire il suo mantello dell’invisibilità dicendo; “Tu vai, io resto qui
ancora un pò per vedere se viene qualcuno!”.
Il serpente fece un cenno con la testa e si allontanò con il suo strisciare tirandosi dietro la palla che
sembrava portare nel suo ventre.
Harry si sistemò su di un masso un pò più piccolo per aspettare che qualcosa succeddesse.
Ma dopo un’ora la sua delusione era al colmo,nessuno neanche un animale passò li vicino.
Si ritrovava nella stessa condizione che aveva vissuto davanti alla grotta,questa volta era senza
speranza di veder qualche Mangiamorte,perché pensandoci bene neanche Reginald sapeva di sicuro
se era la sede di Voldemort oppure solo un luogo di riunione o chissà cosa altro.
Aveva fame e decise di ritirarsi,dopo tre ore di inutile attesa,almeno per quel giorno. Domani si
sarebbe appostato di buon ora con qualcosa da mangiare,così almeno avrebbe passato il tempo e
chissà se Ron gli avrebbe dato il cambio,o magari anche Reginald stesso
La settimana passò senza che a parte una lepre selvatica,nessun umano si vide.Ron dopo la prima
giornata si rifiutava di restare la ad aspettare e a niente servì ricordagli che molte altre volte in
passato la sua testardaggine aveva avuto ragione.
Ne lui ,ne Hermione erano convinti che Voldemort sia così stupido da rivelare la sua presenza
facilmente e senza un piano che per altro nessuno aveva. Era meglio aspettare che qualcosa di
concreto succedesse prima di progettare qualcosa.
Il risultato fù che Harry passava le sue giornate la, davanti quella che ora mai era diventata una
roccia famigliare,e il sentierino appena accennato in mezzo a sterpaglie e sassi era un pò più
delineato,visto che aveva fatto parecchi chillometri per smaltire il nervoso,e la noia.
Una talpa sbucò dal suo nascondiglio e annusò l’aria come se avvertisse la presenza invisibile di
Harry che sotto il mantello sudava ,e non poteva neanche mettersi al riparo visto che di alberi
lì,dove la natura faceva fatica a far crescere qualcosa,di alberi nemmeno l’ombra.
La barriera che tante volte aveva toccato restava ben chiusa,ed era la sola cosa che gli impediva di
andarsene,sicuramente dietro c’era qualcosa,ma cosa non riusciva a figurarselo.
Leo che era venuto con lui,su suggerimento di Ron pigramente stava appollaiato su una roccia
vicino,visto il caldo opprimente.
Era la sua unica compagnia,era il suo messaggio di pericolo per chiedere aiuti nel caso che qualche
Mangiamorte,fosse spuntato dalla o verso la barriera.
I pensieri andavano a tutti gli avvenimenti che erano successi nell’ultimo anno, dalla scuola che non
voleva finire agli esami finali che aveva sostenuto,all’unico Horcrux che ancora era nascosto nella
scuola e che ancora non aveva idea di dove fosse nascosto.
Al suo futuro che non aveva ancora un suo preciso connotato.
Ginny che sentiva di averne bisogno,e che le mancava,ma non osava fare progetti su di loro,visto il
suo futuro incerto e pieno di incognite.
Sarebbe riuscito a uccidere Voldemort,o sarebbe stato ucciso da lui,o da un suo Mangiamorte?.
I dubbi che inevitabilmente affollavano la sua mente,erano come fantasmi che orribilmente
giravano,intorno ai suoi occhi,se li figurava come se Ginny gli avesse lanciato un Orcovolante e i
mostri del suo pensiero roteavano intorno alla sua testa.
Decise di tornare alla Tana,scoraggiato dell’inutitilità dei suoi appostamenti e forse stare con gli
altri avrebbe allontanato quei fantasmi.
Aveva chiamato Leo per smaterializzarsi di lì,quando un movimento improvviso,dall’altra parte
della roccia.barriera attrasse la sua attenzione.
Un ombra indistinta si rifletteva sulla roccia,era teso come una corda di violino,non osava muoversi
per non dare il sospetto della sua presenza,ma l’ombra aveva solo sfiorato la roccia ed era di nuovo
scomparsa.
Per una buona mezz’oretta Harry restò così,alla fine pensò di esserselo immaginato il
movimento,visto come era ansioso di supportare la sua teoria.
Ma nulla,nulla si muoveva in quel paesaggio srido e monotono.
Chiamò Leo per tornare alla Tana e forse parlandone con gli altri,avrebbe trovato una spiegazione.
Hermione,come era prevedibile,non accolse la sua visione con entusiasmo,confermando che forse
era stata solo una sua volontà di confermare la sua testardaggine,che un reale incontro con un
Mangiamorte.
Ron era preso dall’Ordine visto che suo padre aveva fatto capire che potevano ora che erano
maggiorenni,entrare a far parte dello stesso,e che avrebbero fatto cose utili,certamente più utili che
restare a penzoloni seduto vicino ad una roccia a non fare nulla.
Harry gli fece notare che forse non aveva considerato,che visto che lui non era tanto propenso ad
entrare nell’ordine,usava Ron ed Hermione per attirarlo nelle loro attività.
Ron dal canto suo si sentì offeso dalla sua affermazione,che lo accusò di manie di protagonismo e
restarono ognuno barricato nella propria decisione,con in mezzo Hermione che cercava di fare da
pacere.
Harry per tutta risposta il giorno dopo tornò al suo nascondiglio deciso a dimostrare che il suo non
era tempo perso,ma anzi che il suo era un lavoro che era di estrema importanza.
Per l’ennesima volta si ritrovò solo con il caldo a picco e nessuna speranza che qualcosa potesse
succedere.
Prese a calci dei sassi dalla rabbia,ma poi se ne pentì subito,e se qualcuno fosse dietro la roccia a
sentire se c’era qualcuno?,certamente ora sapeva che qualcuno era nascosto là fuori,che aspettava.
Ma con le orecchie tese ascoltò per cinque lunghi minuti,ma ancora niente,per assurdo aveva
sperato che quella stupida azione,in qualche modo avesse fatto scattare una reazione,ma a quanto
pareva nessuno era nascosto dietro la barriera e qundi nessuno poteva averlo sentito.
Anche Leo incominciava a dar segni di impazzienza, perché cominciò a svolazzare
nervosamente,forse per via anche del caldo che quel giorno era particolarmnete fastidioso,per giunta
due zanzare avevano preso a ronzargli intorno,forse percependo il suo odore,che sotto il mantello
dell’invisibilità ,al caldo lo faceva sudare molto,e quando tornava a casa era sempre zuppo tanto da
costringerlo a docce continuative per sentirsi rinfrescato.
Poi come l’altra volta l’ombra passò davanti alla roccia,e uno squittio,distrasse l’attenzione e quello
che sembrava un topo,passò sfrecciando e subito si nascose in un anfratto fra due rocce.
Harry restò così sorpreso,che non tentò nessuna reazione,ma poi ripensandoci bene,aveva fatto bene
di non reagire,anche perché si sarebbe sentito stupido a bloccare un ratto.
Ron e gli altri si sarebbero sganasciati dalle risa alla sua eroica azione.
Furioso cominciò a fare una danza in cerchio,sollevando nuvolette di polvere,poi calmandosi tese il
braccio fuori dal manto,e chiamò Leo,deciso a non parlarne con nessuno.
La sera dopo mangiato,il suo volto scuro,rivelò i suoi pensieri e Ginny che di solito non aveva
bisogno di sapere cosa gli passasse per la testa,gli si avvicinò e anche se non voleva farne parola,le
riversò addosso tutta la storia,ma al contrario di quello che si aspettava come reazione, lei non lo
schernì,anzi gli fece un’osservazione alla quale lui non aveva pensato.
“Poteva essere un Animagus,Un Mangiamorte Animagus!”.
L’affermazione lasciò la sua bocca spalancata.
L’unico Animagus che conosceva che potesse trasformarsi in un roditore era Peter Minus,ma
l’ipotesi era per lo meno assurda.
Cosa ci avrebbe fatto lì Codaliscia,e per di più,sarebbe stato senz’altro attaccato,se avesse avvertito
i rumori,ben ricordava il loro ultimo incontro nel cimitero,davanti alla tomba Riddle, il padre di
Voldemort.
Il pensiero gli diede coraggio,per ritornare ancora una volta davanti al sentiero,a riprovare ad
entrare.
La frustrazione era arrivata al limite,quando fissando quella roccia,un’idea assurda gli venne in
mente.”Ma si perché no”!,tanto nessuno avrebbe mai saputo del tentativo,trasse il suo coltellino
dalla tasca e si praticò un piccolo taglio sul dorso della mano,se aveva funzionato nella
grotta,quando con Silente aveva rivelato il passaggio verso il lago nascosto,poteva funzionare anche
qui.
Poche gocce di sangue sulla roccia,e un crack la roccia scomparve rivelando il seguito del
sentiero,che portava verso quella che sembrava una costruzione anche se da lì poco si scorgeva,se
non una parete di legno, un pò consunta dal tempo e alberi che celavano alla vista quella che doveva
essere la residenza di Voldemort!.
Ma nessuno era di guardia o camminava nel poco di quello che si vedeva.
Harry con il cuore in gola che batteva a mille,decise che la notizia era troppo importante per
aspettare,doveva avvertire Ron e Hermione per decidere insieme il da farsi.
Frettolosamente tese la mano verso la barriera e sentì lo sfrigolio della magia che teneva fuori gli
intrusi,ma quel problema avrebbe aspettato. Per ora dare la notizia era la cosa più importante.
Un sonoro crack ed Harry comparve sulla stradina che conduceva alla Tana.
Da lontano la signora Weasley che stava occupandosi del suo giardino,alzò la testa e quasi si mise a
gridare dall’emozione di vederlo arrivare sano e salvo.
“Harry per tutti i Gargoyle dove sei stato da solo,glielo detto a Ron che non doveva lasciarti andare
da solo in giro!”:
Harry le sorrise per rassicurarla ma entrò in casa senza tentare di darle una scusa,la notizia aveva la
priorità,e comunque lo vedeva bene che non era ferito o chissà cosa.
Aggirandosi trovò solo Ginny che stava preparandosi ad uscire in giardino. Dalla sua espressione
capì che aveva notizie importanti e lo accompagnò sul retro della casa,dove uno shock aspettava
Harry.
Ron era seduto con la mano di Hermione nella sua ,ma appena sentito il rumore dei loro passi subito
la scostò.
Harry si era dimenticato di cosa doveva dire agli amici,e restò lì a balbettare una frase
incomprensibile.
Ron si alzò dalla panca di legno e con le orecchie rosse fuoco gli andò incontro; “Harry scusa,la
mamma mi ha fatto,ci ha fatto la ramanzina sul non lasciarti mai solo,e penso che abbia ragione. Da
ora in poi,non ti lasceremo mai andare”.
Harry sentì la rabbia salire dal profondo. Così non era perché ritenevano stupido restare la a fare la
guardia che non avevano partecipato,ma era per stare soli a tenersi per mano,e magari a
sbacciucchiarsi,mentre lui era a rischiare la vita là.
Si voltò senza dire una parola e rientrò a casa.



Cap 20

Uno strano alleato


Per il giorno successivo non parlò con i due traditori,Ginny faceva da pacere senza grandi risultati.
Harry si ostinava a restare in silenzio e di tanto in tanto andava a controllare la roccia se aveva segni
di passaggio,non dando nessuna notizia sulla sua scoperta.
Gli ochhi rossi di Hermione che gli aveva chiesto scusa,a poco a poco lo fecero sbollire e decise di
rivelare la sua scoperta agli altri,che una volta appresola,lo guardarono con un senso di colpa ancora
più grande.
“Lo sapevo che tu saresti riuscito a scoprire cosa si doveva fare per entrare,non sei il prescelto!”.
Ron aveva tentato di sdrammatizzare la notizia.
Provocando un sorriso che Harry non tentò di nascondere,erano tornati uniti come prima,e forse che
Ron e Hermione stavano insieme,non era poi quella grande catastrofe che Harry aveva immaginato.
Poi lui aveva altre cose di cui peoccuparsi,dare la caccia a Voldemort. Si,forse se loro si sarebbero
staccati da lui avrebbero corso meno rischi.
Un idea stava cominciando a farsi strada nella sua mente,avrebbe favorito i loro incontri,così
avrebbe potuto dare la caccia ai Mangiamorte senza aver la preoccupazione della loro incolumità.
La mattina dopo quando riuscì a parlare con Ron in privato,gli fece un gran sorriso dicendogli:
“State bene insieme, perchè non passate più tempo insieme?. Io vado là a fare la guardia e se ho
bisogno vi chiamo”.
La sua voce gli sembrava poco naturale,ma Ron non diede di aver capito il suo piano.
“Vuoi farci sentire ancora più male di ieri?”.
La voce ora aveva un tono di quasi lamentoso. Ron lo guardava fisso negli occhi,mentre Harry
abbozzò un sorriso; “Beh pensavo che stare un pò insieme,non vi avrebbe fatto male,tutto qui!”:
“Certo tutto qui,é questo il tuo piano patetico per tenerci lontani dai guai non é vero?”:
Harry abbassò lo sguardo,come di uno che avesse ingoiato della Puzzalinfa.
“Beh pensavo...”. Ron non gli lasciò finire la frase; “Non ci riuscirai,perché noi verremo con te
dovunque andrai. Per il resto fare progetti a lungo termine non ha senso perché nessuno di noi sà
dove sarà o cosa farà domani”.
Il ragionamento non faceva una piega e Harry decise di lasciar perdere il discorso.
Il giorno dopo,il sole era di nuovo implacabile e lui e Ron erano stretti sotto il mantello
dell’invisibilità,mentre Harry mostrava a Ron il passaggio per entrare,ma nemmeno Ron aveva idea
di come passare la barriera invisibile per dare un’occhiata all’interno della proprietà.
Passarono due ore a parlare sottovoce del campionato di Quidditch inglese,per far passare il tempo.
Senza che nessuno si scorgesse al di là della protezione magica.
Solo un ratto passò di sfuggita e scomparve prima che potessero vederlo bene,apparte quella
presenza nulla si muoveva,un’altra giornata sprecata a guardare quel panorama che ormai per Harry
era diventato famigliare.
Il calore andava di pari passo con le cattive notizie riportate dalla Gazzetta.
Harry passava le sue giornate o in compagnia di Ron o da solo e spesso tirava sassolini contro la
barriera per passare il tempo. Quella giornata era da solo perché il padre di Ron aveva avuto
bisogno di tutti quelli disponibili per dare una mano all’Ordine,ma Harry continuava a rifiutare di
entrarvi,non perché volesse fare di testa sua,(come George lo aveva accusato),ma perché reputava la
sua lotta mirata verso Voldemort,più che verso i Mangiamorte in generale,non che se ne avesse
trovato uno non avrebbe avuto il piacere di combatterlo,ma solo voleva mettere tutte le sue energie
per trovare l’odiato Tom Riddle.
Il topo che di tanto in tanto passava di sfuggita quel giorno lo spiava da dietro un masso e di tanto in
tanto quando la sua mano spuntava da sotto il manto,che dava un senso di caldo terribile,tirava
sassolini la testina compariva dal suo nascondiglio.
Un crack improvviso e il ratto si trasforma in un uomo.
Harry non fà in tempo ad afferrrare la bacchetta che un grido: “Expelliamus!”.
Eccheggia nell’aria.
Codaliscia era li davanti a lui,la bacchetta puntata contro il suo petto.
Lo sguardo interrogativo,Harry era mezzo scoperto lì per terra,vulnerabile.
“Dai finiscimi!”. Urlò con tutto il disprezzo che aveva in corpo.
Ma la figura restava li senza dare l’impressione di voler fare nulla di minaccioso.
“Sei tu,Potter?”:
La voce era di qualcuno che voleva rassicurarsi,di chi fosse.
“Certo che sono io,ora puoi portarmi dal tuo padrone,così può uccidermi!”.
Harry non provava nessuna paura,ma solo un enorme disprezzo.
“Non ho intenzione di portarti da nessuno,e non ho intenzione di ucciderti,ma solo di impedirti di
farlo a me,e se mi ascolti senza fare nulla di strano,ti spiego il perché!”.
Harry stupito e un pò frastornato,slacciò il manto e si mise a sedere per terra.
Ma non tentò di prendere la bacchetta sfuggita lì a circa un metro da lui.
“Bene,vedo che non sei stupido”.
Anche Minus si mise a sedere,non prima di guardare intorno per vedere se non fossero ascoltati.
“Corro un grave rischio a parlarti qui,ti ho intravisto già da un pò di tempo,ma non ero sicuro che
fossi tu,anche se sapevo del tuo mantello,non volevo correre rischi,ma oggi che ti ho visto
giocherellare ho capito che solo tu potevi avere il coraggio di venire fin qui”.
La mano con la bacchetta era puntata per terra,come a voler far rilassare Harry,il quale però stava
sempre in tensione,aspettandosi il peggio.
“Ho pensato molto a te,da quando mi hai salvato la vita”.
Harry era in tensione. Guardava Minus come se si aspettasse che da un momento all’altro scattasse
e cercasse di inprigionarlo o peggio.
Ma qualcosa gli diceva di ascoltarlo e sentire cosa aveva in mente. Dopo tutto se avesse voluto lo
avrebbe potuto catturare o uccidere quando voleva.
“Le cose qui non vanno molto bene per me,tu vieni sembre fuori ad ogni discorso che sento,anche
l’Oscuro signore,é sempre più in collera con te,a tal punto che non possiamo pronunciare il tuo
nome davanti a lui”.
Il discorso si faceva più interessante ora.,anche se Codaliscia aveva lo sguardo smarrito perso in
quelle immagini mentali,mentre gli faceva le confidenze.
“Ora tu stai facendo molti progressi e io sento che posso aiutarti e salvarti la vita a mia volta,così il
nostro conto sarà pari”.
La mano argentata faceva degli svolazzi tenedo la bacchetta non come chi vuole colpire ma come
farla notare per incorraggiare un discorso.
“Ti ricordi certamente di come ho ottenuto questa vero?”.
“Si, é stata una dell’esperienze più brutte della mia vita,soprattutto per Cedric. Si, ricordo”.
“Non aveva scampo e nemmeno tu se non fossi stato così rapido a scappare. Ma questa mano é per
me fonte di dolore,perché ogni volta che scontento il Signore,mi brucia come se fosse di metallo
fuso,e credimi che non è piacevole”.
“Per Cedric lo é ancora di meno,visto che é morto,e tu ne sei la colpa!”.
La voce gli uscì quasi gridando.
“Parla piano,vuoi farti sentire,cosa credi che qui facciamo delle scampagnate!”.
Codaliscia si alzò per vedere se nessuno avesse notato quella strana coppia,che stava discutendo.
“Lo sai benissimo che ho dovuto,pensi che l’Oscuro signore mi avrebbe permesso di decidere?”.
Harry sentì la rabbia sbollire,era vero che se ci fosse stato qualcuno lì intorno,sentirlo gridare non
sarebbe stata una buona idea.
“Cosa vuoi da me!”. La frase uscì senza che lui avesse partecipato a formularla.
“Ho un debito e al momento opportuno lo ripagherò,tieni questo,si scalderà quando potrò darti delle
notizie che ti riguardano,una volta che avrò ripagato il mio debito,non avrò altri obblighi,ognuno
andrà per la sua strada!”.
Gli occhi che tanto disprezzava erano come due bulbi che sporgevano dalla sua faccia,molto più
brutto dell’ultima volta che lo aveva visto,ma sembrava che non mentisse.
Gli tese con la mano umana un oggettino che aveva la forma di una statuetta di un serpente in
bronzo.
Harry non tese la sua per prenderlo,diffidava che potesse essere maledetto.
“No non é maledetto,se no io non potrei toccarlo a mano nuda!”.
Harry come gesto di sfida lo prese,per mostrare che non aveva paura.
“Come ti dicevo,questa statuetta ti avvertirà quando l’Oscuro signore ti avrà individuato,e avrai il
tempo di metterti in salvo,é tutto quello che posso fare per tè. Approposito,non girare più qui in
torno.L’Oscuro signore,non abita più qui da un pò, aveva sentore che potesse essere individuato,e si
é trasferito,ma qualcuno dei Mangiamorte viene ancora qui!”.
Poi come se stesse esitando continuò a parlare: “Ti chiamerò anche per darti notizie,che ti
riguardano,in ogni caso,se dobbiamo riincontrarci,ci vedremo lassù su quella sporgenza,é discreto,e
nessuno potrà notarci facilmente.
La mano di metallo brillò al sole e indicò una sporgenza che a mala pena si intravvedeva a est della
loro posizione.
Troncata la frase come se non ci fosse più niente da dire si alzò in direzione della casa,poi come se
avesse dimenticato qualcosa da dire si voltò: “Ti contatterò attraverso l’amuleto,se saprò qualcosa
che ti riguarda,potremmo vederci qui se lo sentirai scaldarsi”.
Detto ciò si trasformò nel ratto che aveva fatto compagnia per lungo tempo a Ron e scomparve
dietro la barriera. Lasciando Harry con la stauetta in mano,che velocemente recuperò la bacchetta e
si ristemò il mantello dell’invisibilità,dubbioso arrabbiato con se stesso per essersi fatto sorprendere
così,e con un crack si materializzò alla Tana per raccontare tutto ai suoi amici e vedere il da farsi.
La notizia che aveva incontrato Codaliscia,fece il giro della casa ad una velocità
impressionante,sopratutto perché Ron aveva quasi urlato dalla sorpresa,e il signor Weasley che era
nella stanza accanto non poteva non aver sentito.
Harry dovette suo malgrado raccontargli tutta la storia.
Il padre di Ron restò di stucco,e aprì la bocca come Ron faceva a volte,quando restava sorpreso.
“E’ una notizia importante,fammi vedere la stauetta,così posso vedere se ha qualche fattura
oscura!”.
La bacchetta del signor Weasley fece qualche svolazzo sopra l’oggetto ma nulla successe.
“A quanto pare non é stata affatturata,anche se non mi fido ugualmente,potrebbe avere qualche
incantesimo che io non conosco”.
Restituì l’oggetto a Harry che lo ripose in un fazzoletto come se il gesto lo mettesse al riparo da
qualche influenza nefasta.
“Dobbiamo parlarne con il resto dell’Ordine di questa novità,é una svolta nelle nostre indagini!”:
L’entusiasmo che il signor Weasley provava non era condiviso da Harry che restò in silenzio.
Alla riunione tenutasi il giorno dopo,erano presenti molti maghi,c’é ne erano alcuni che aveva già
conosciuto in passato.
Quel ritorno in Grimmault Place12 era avvenuto solo per fare un piacere al signor Weasley,ma non
aveva il minimo entusiasmo di parteciparvi.
Infatti aveva preso una decisione di continuare da solo l’nseguimento,anche senza Ron ed
Hermione,la strada si faceva sempre più difficile,e un coinvolgimento loro,il pensiero di qualcosa
che poteva andar male era per lui insopportabile.
Hermione lo guardava dall’altra parte della cucina con occhi attenti come se intuisse quello che
pensava. Distolse lo sguardo prima che il suo volto facesse trapelare la sua decisione.
Fù da molti presenti scrutato e soppesato,qualcuno gli fece anche un timido sorriso,era al centro
dell’attenzione,indovinava che il Prescelto,come aveva sentito mormorare da due passando accanto
nel corridoio, era importante nella strategia per combattere Voi-sapete-chi.
Le parole del signor Weasley per un momento lo fecero pensare al Ministro Scrimgeour,quando lo
soppesò per la sua personale campagna pubblicitaria.
Naturalmente non pensava che il padre di Ron cercasse di usarlo,ma tuttavia il gioco era troppo
importante per non usare ogni carta,e Harry si sentiva proprio così una carta da giocare in mezzo al
mazzo,con una scusa uscì dalla casa e si materializzò a Diagon Alley.
La vecchia strada nel cuore di Londra,conpletamente magica in territorio Babbano. Era
completamente cambiata é vero che non ci veniva più da un pezzo ma i pochi negozi che si
ricordava ancora aperti,ora erano chiusi,solo i carlatani,con le loro bancarelle fattiscenti,erano lì
avendere qualcosa.
Abbondavano gli intrugli anti malocchio anti fatture,e i soli acquirenti erano maghi dall’aria
disperata,che si aggiuaravano di quà o di là per trovare,un modo sicuro di assicurarsi una protezione
dai Dissennatori o dai Mangiamorte,ma come ben sapeva Harry se veramente volevano farti del
male,non cera intruglio che potesse resistergli.
Ancora più sfiduciato tornò verso la Tana,avrebbe fatto di tutto per cambiare le cose e tornare a
vedere le strade piene di gente allegra che parlava di cose del tutto banali.
Giunto alla Tana trovò Hermione che lo aspettava con apprensione a giudicare dai suoi capelli che
aveva strapazzato nell’attesa del suo ritorno.
“Togliti dalla testa quello che hai pensato alla riunione”.
Harry preferì non risponderle e andare di sopra sperando che lo lasciasse in pace,ma giunto nella
stanza da letto, Ron lo attendeva straiato nel letto con le mani incrociate dietro la nuca,aveva l’aria
di chi avesse la stessa domanda da porgli, ma lui fece finta di essere stanco e si buttò sul letto per
scoraggiare l’amico a fargliela.
La notte non riuscì a dormire bene passando il tempo a rimurginare un piano per uscire da quella
situazione e piano piano un idea si affacciò nella sua mente.
Quando ebbe maturata,il sonno lo prese e al risveglio la mattina dopo era solo nella stanza. Rapido
scese a far colazione.
Tutti erano affacendati e non prestarono attenzione a lui,o meglio avvertì che lo lasciavano apposta
tranquillo dopo la sua fuga dalla riunione il giorno prima.
Parlò con l’indifferenza con Ron intento a fare un pò d’ordine nella cucina,sua madre gli aveva dato
il compito prima di uscire a far compere.
“Oggi vado al Ministero a far domanda per il corso di Auror che si terrà prima della scuola”.
Ron non fece neanche finta di protestare,sapendo quanto ci teneva a iscriversi anche lui,ma dopo i
risultati,sembrava aver abbandonato l’idea.
Gli rispose a monosillabi,qualcosa come se và bene a tè. Harry mise in ordine le proprie cose e uscì
dando le spalle a tutto,non sapeva se mai sarebbe rientrato in quella casa.
Con un crack si materializzò davanti al rifugio di Reginald per salutarlo e dirgli le ultime novità a
proposito di Codaliscia e poi sarebbe andato a naso per seguire il suo destino.
Reginald era come al solito immerso nei fumi della sua stanza preferita,lo guardò con aria
imperscrutabile mentre raccontava la sua storia e non diede aria di essere sorpreso dei risultati;
“Sapevo che qualcuno abitava là,ma chi di preciso non ne avevo idea”.
Fece una pausa.
“Devi stare attento,non sei sicuro dell’intenzione di questo personaggio,che ha sempre vissuto
nell’ambiguità. Il suo comportamento anche se fosse onesto potrebbe portare grossi guai sia a lui
che a tè”.
Reginald scomparve dietro una sbuffata di fumo alzato dalla corrente dell’aria.
“Non incontratevi mai nello stesso posto,così eviterai di essere sorpreso,da un eventuale spione,ma
ora é giusto che vai ad affrontare il tuo destino,Omar ti darà un travestimento,così la tua ciccatrice
non sarà più così evidente”.
Fece un cenno di saluto con la mano di comiato. Harry non sapeva cosa pensare di lui,era il suo un
atteggiamento che lo lasciava sempre perplesso.
Da una parte lo aiutava sempre con un consiglio che alla fine risultava sempre prezioso,ma
dall’altra non si era mai proposto per aiutarlo direttamente in una qualche azione.
Omar lo condusse in quella che sembrava una stanza ripostoglio,e da una cassapanca tirò fuori un
abito di foggia orientale.
Una tunica lunga che Harry aveva visto in un documentario trasmesso alla tv Babbana in casa dei
Dursley.
Il travestimento terminava con un turbante che nascondeva parte della fronte.
Omar gli fece cenno di puntarsi la bacchetta e di pronunciare la formula; “Insolo!”.
Subito la sua pelle divenne di un colore marrone mielato,tipico delle popolazioni dei paesi caldi.
Così cammuffato,Harry avrebbe sfidato Ron a riconoscerlo se lo avesse incontrato per strada.
Uscito dalla casa di Reginald,gli venne in mente di provare il suo travestimento al Paiolo magico.
Una volta entrato davanti a Tom, il barista ormai trassegnato a non veder mai più la folla chiassosa
dei clienti che abitualmente frequentavano il locale,si sedette davanti a lui dietro il bancone e con
voce artefatta chiese una burrobirra.
Il barista dopo un’occhiata fugace gli portò la bevanda esclamando: “Ormai gli stranieri come tè
non se ne vedonoi più molti in giro,una volta no ti avrei neanche notato ma oggi voi stranieri siete
una vera rarità!”.
Harry sorrise.Il travestimento aveva funzionato,non lo aveva riconosciuto,paghò la sua
consumazione e uscì,lasciando lo sconsolato barista chino sul suo bancone perso nei suoi pensieri.
Una volta per strada,non ebbe tempo di ragionare sulla prossima tappa del suo cammino,perché
dalla tasca interna della giacca senti una sensazione di caldo ,proveniente dal serpente che Minus gli
aveva dato.
Harry pensò mentalmente all’immagine che aveva memorizzato del luogo del loro incontro.
Codaliscia era là ad attenderlo.
Harry si guardò intorno per vedere se nessuno gli stesse tendendo un’agguato.
“Ottimo travestimento Potter,se non sapevo che solo tu potevi venire qui,me ne sarei andato senza
farmi vedere!”.
Ma a quanto riusciva a vedere nessuno era lì a parte un nervoso e irrequieto Minus.
“Ti ho chiamato perchè ho sentito che il signore Oscuro,ha in porgetto di tenderti un agguato,ed ha
intenzione di usare i tuoi amici per attirarti nella sua trappola,domani,cercate di non essere nella
casa dei Weasley,e fate in modo che sembri per caso che non siete là!”.
Il suo sguardo era continuamente a roteare intorno per vedere se qualcosa di sospetto si muoveva lì
intorno.
“Ricorda, se mi scoprono anche tu sarai in pericolo”.
Detto ciò,si trasformò nel ratto che era stato durante tutti quegli anni.
Harry aveva la testa che vorticava,e non a causa del tubo che lo stava avvolgendo mentre che si
materializzava davanti alla Tana,ma per capire come potesse dire quello che aveva sentito da
Minus,e sopratutto come sarebbe stato accolto dal signor Weasley.
Come prevedibile,la famiglia al completo era attonita davanti a lui che tentava di spiegare la notizia.
La signora emise un gridolino e si guardò intorno come chi non sapesse come cominciare a mettere
in salvo le proprie cose.
George e Fred erano nervosi e molto arrabbiati.
Il signor Weasley stranamente era calmo e stava facendo funzionare il cervello a tutto vapore.
“Dobbiamo riunire tui quelli dell’Ordine che sono disponibili,così possiamo appronare
un’accoglienza per chi verrà a farci visita”.
Gettò una manciata di polvere volante nel camino e inginocchiatosi pronunciò ad alta voce le parole
Grimmault Place 12.
Un Lupin sorpreso apparve nel fuoco,e sempre più preoccupato ascoltò il racconto alla fine del
quale disse sbrigativamente,che avrebbe informato lui tutti quelli che riusciva quella sera a trovare e
scomparve in uno sbuffo di fumo.
Harry tentò di portare la calma,visto che tutti parlavano concitatamente insieme creando un assoluto
caos,visto che nessuno poteva sentire gli altri parlare.
La sua voce ebbe il potere di zittire tutti.
Solo dopo una buona mezz’ora riuscirono a mettersi d’accordo su di un piano per non dare
l’impressione di essere ne fuggiti ne di sapere in qualche modo della visita.
Lupin accompagnato dalla Tonks apparvero nel vialetto,seguiti scaglionati nel tempo da diversi
apparteneti all’Ordine.
La riunione fù tenuta nel più assoluto silenzio e tutti erano daccordo che il piano pensato da Harry
fosse un buon metodo per fronteggiare l’emergenza.
Harry alla fine si accorse che lo guardavano tutti in uno strano modo,una volta definiti i particolari.
Era abbituato a essere osservato ma quella volta doveva esserci un’altra spiegazione di quegli
sguardi insistenti.
Poi un’illuminazione si fece strada nella sua mente.
Era ancora travestito da orientale.
Si affrettò a rimettersi i suoi abituali vestiti.
Spiegando quando si era normalizzato,che era per non farsi riconoscere.
Tonks fece un commento; “Dovresti farla veramente quella domanda per diventare un Auror
sei,come dire portato naturalmente per i nostri compiti.
Harry sorrise era contento che la pensasse così.
La notte passò insonne,un pò per preparare l’accoglienza ai Mangiamorte,un pò per il nervoso che li
aveva tutti attanagliati.
Piano piano tutti caddero in un torpore sonnolento,fino all’alba.
Il signore Weasley era sulla porta di casa che sonnecchiava con la bacchetta in mano e di traverso
sulla sedia.
Gli altri erano nascosti dentro e ognuno aveva trovato un angolo per allungarsi e rilassarsi prima
della lotta.
Ginny era stata costretta dalla madre a rinchiudersi di sopra con Fleur,ma di tanto in tanto si
sentivano le sue proteste,non l’aveva presa molto bene che le avessero proibito di scendere durante
gli scontri,che ipoteticamente sarebbero avvenuti di li a poco.
Harry come convenuto era sotto il suo mantello fuori nel giardino e doveva essere il primo che
doveva dare l’allarme in caso di avvistamenti.
Ma le decorazioni che la signora aveva messo sopra l’albero gli davano un senso di disagio,infatti il
vento le muoveva e gli dava la sensazzione di una presenza estranea.
Il giorno si fece più luminoso,e il silenzio era irreale.
Piano piano la casa si animò di movimenti e voci.
Ognuno faceva la colazione preparata dalla mamma Weasley.
Il giorno era pieno,quando in una finta aria di festa gli addobbi luccicavano al sole.
Tutti erano vestiti da festa e una finta aria allegra risuonava nell’aria.
Un movimento tanto a lungo atteso si materializzò dietro un cespuglio.
Harry fece il verso del gufo come era stato preventivato.
Il signor Weasley si alzò come se gli avessero attaccato la corrente elettrica,figura che nella mente
di Harry,si compose al ricordo dello zio Vernon il giorno che aveva tentato di riparare una
lampadina in sala.
Poi non ci fù più tempo per i ricordi.
Ombre comparvero tutt’intorno alla casa,silenziose rapide,che se Harry non avesse avuto la soffiata
da Codaliscia,certamente avrebbero sorpreso tutti gli ignari abitanti,e chissà cosa sarebbe potuto
succedere.
Dalla porta di casa uscirono tutti gli apparteneti all’ordine che Lupin era riuscito a trovare,erano
vestiti da festa e facevano un finto allegro vociare come di chi si stesse preparando alla festa.
La situazione era surreale,addobbi e gente festosa,proprio a dare l’impressione che fossero lì non
per combattere ma per festeggiare qualche avvenimento.
Una mano scattò da dietro un cespuglio e una voce gridò: “Pietrficus totalis!”.
Un Mangiamorte,aveva steso uno degli invitati,ma l’effetto di panico che credeva di aver generato
con quell’azione,diede l’effetto contrario,nessuno si spaventò,anzi era come se un ordine fosse stato
dato.
In molte mani comparvero bacchette e contromaledizzioni cominciarono a volare da tutte le parti
per reazione.
A questo punto i seguaci di Voldemort,erano sorpresi e urlando si lanciarono contro i finti invitati,la
sorpresa era riuscita!.
Maledizioni e contromaledizioni volavano da ogni parte,ripresi dallo shok attaccavano
feroci,respinti da un numero quasi eguale di apparteneti all’Ordine della Fenice.
Harry lottava contro un incredulo Mangiamorte biondo,che lo riconobbe per essere fra quelli che
attaccarono la scuola la notte della morte di Silente.
Visto che non poteva vederlo,lanciava maledizioni dappertutto,sperando di colpirlo.
La foga fece perdere il manto ad Harry che ora si trovava ben visibile agli occhi del Mangiamorte.
Aumentata la foga riconoscendo Harry,lanciò con accanimento maledizioni per bloccarlo,ma
evidentemente non voleva ucciderlo,forse voleva risparmiarlo per Voldemort in persona.
Harry ebbe la meglio assestandogli un incarceramus,che lo avvolse in corde che lo fecero urlare
dalla rabbia.
Harry ebbe la visione di Fleur che usciva dalla casa,facendo svolazzare la bacchetta come un
direttore d’orchestra che dirige.
Era come un balletto,che con grazia assestava colpi su colpi a chi si trovava d’avanti.
La sorpresa nel vederla gli fece scordare la lotta in corso,ma una bruciante sensazione al viso lo fece
ritornare nella realtà.
Uno sconosciuto lo stava frustando con lingue di fuoco,Urlò; “Porteggo!”.
Lo scudo resse e l’attaccante di ritrovò a gambe levate disteso per terra.
Un’altra distrazione entrò nel campo visivo di Harry.
Ginny era appena uscita dalla casa per partecipare alla lotta,il viso deciso di chi non vuole farsi
mettere da parte.
Harry sentì un nodo in gola,era nella confusione più totale.
Prese a correre verso Ginny per proteggerla da eventuali attacchi.
Anche in considerazione che erano in numero leggermente inferiore agli attaccanti,lei si sarebbe
trovata sicuramente a combattrere per la vita.
Non era ancora giunto vicino a lei che una maledizione senza perdono fù scagliata da una figura
incappucciata.
“Avad....”.
Non fece in tempo di finire la frase che Harry nel panico tentò di arrivare davanti a lei,ma il getto di
luce verde cominciava a formarsi sulla punta della bacchetta.
Harry non sarebbe riuscito a mettersi in mezzo e beccarsi la maledizione in tempo,prima che la
colpisse.
Ma era troppo lontano,sembravano chilometri,e invece erano pochi metri.
Harry voleva prendere su di se quella luce voleva morire per impedire che lei morisse,si era questo
che lui voleva.
Volava in una frazzione di secondo anche meno si accorse di volare,e il suo becco prese la luce
sentì il verdo colpo che entrava dentro di lui e che stava morendo era riuscito!.
Poi fù tutto nero la morte non era poi così spiacevole voci e forme che si dissolvevano davanti a
lui,il silenzio era morto,Harry era morto!.
Baci e lacrime davano fastidio al suo stato di torpore,era piccolo e cercava di crescerre nonostante
che le sue dimensioni non erano così minime.
Ma qualcuno stava piangendo su di lui e la cosa gli dava fastidio,dopo tutto era morto.
La luce e il volto di Ginny in lacrime era sopra di lui,cercò di dirgli che era morto e che non
considerava gradevole che lei lo bagnasse,con le sue lacrime,e quei baci disperati non lo lasciavano
in pace là dove era.
Immagini Lupin che gli faceva scudo con il suo corpo e molti dell’ordine erano intorno a lui come
se stesssero vegliando la sua salma,ma non lo guardavano anzì erano impegnati a proteggere il suo
cadavere.
Ma l’insopportabile pioggia di baci e lacrime lo riportavano indietro,ma come non capiva che era
morto!.
Il nero coprì tutto e tutte le considerazioni del caso.
Un’altra immagine attraversò la sua coscenza,un membro dell’Ordine cadde vicino a lui,anche lui
era morto,e glielo confermò dicendogli: “Mi hanno colpito sono morto anch’io!”.
Lo guardò fisso spegnendosi nei suoi occhi,la bocca leggermente aperta,poi di nuovo il buio
dell’oblio senza fine cadde definitivamente sopra di lui.


 
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spaik1981
view post Posted on 10/9/2007, 17:00




Cap 21


Guerra


La gazzetta del Profeta riportava con un gran titolone la notizia: Harry Potter é morto ieri mattina
durante un agguato perpretato dai seguaci di Voi-sapete-chi,per difendere Ginny Weasley,Harry
Potter è stato stroncato dalla Maledizione che uccide,i particolari a pagina due.
Il letto era comodo,solo una cosa stonava era una presenza che condivideva parte dello stesso che
non gli permetteva di muoversi agevolmente.
Cercò gli occhiali a tentoni,e il movimento animò la presenza vcino a lui,due mani delicate gli
misetro sul naso gli occhiali e la vista si mise a fuoco.
Ginny era mezza allunagta sopra di lui,segno che aveva dormito lì su quella sedia vicino al letto.
Lei lo stava accrezzando come se volesse rassicurarsi che era effettiavamente lì vicino a lei.
“Che é successo?”.
Fù l’unica cosa che riuscì a dire la stanchezza gli impedì di continuare.
“Sssh...ufficialmente sei morto!”.
“Si questo già lo sò!”.
Rispose con un fil di voce,ma la conversazione aveva qualcosa di assurdo,se era morto come mai lei
gli parlava? Era morta anche lei!.
“Riposa ora va tutto bene”.
La frase restò a mezz’aria,perche nella stanza entrarono Ron e Hermione,la quale gli si getto sul
letto per abbracciarlo.
“Sei vivo,lo sapevo che eri vivo,anche se gli altri credevano che non riuscivi a farcela sei vivo per la
seconda volta nella tua vita sei vivo!.
Continuava a tenerlo stretto come Ginny in precedenza aveva fatto.
Ron in un angolo lo guardava come se vedesse un estraneo,visibilmente incredulo,ma felice.
“Ginny finita la battaglia,ci ha detto tutto della fenice e di tutto il resto”.
“Quale fenice e quale tutto il resto?”.
“Hai evocato la fenice e quanto pare lei o tu,insomma voi avete bloccato la maledizione e sei
morto,o siete morti come solo una fenice sa fare!”.
Era assurda quella conversazione,ma un senso l’aveva anche se non sapeva dire quale.
Sonnocchiava e ogni tanto si risvegliava,il volto di Ginny era sempre sopra lui per rassicurarlo.
Volti dei membri della fenice sbucavano davanti alla porta e poi,rassicurati dai suoi gesti di saluto si
ritiravano per lasciarlo riposare.
Quando riuscì ad alzarsi,sempre con Ginny alle calcagna.
Scese per fare colazione,visto che era già giorno e tutti erano scesi prima di lui.
L’atmosfera era strana, nessuno gli rivolgeva la parola anche se si percepiva che una domanda muta
tutti l’avevano da porgli.
Perché era vivo.
Mangiò con Ginny,cercando di rispondersi alla stessa domanda,ma senza riuscirci.
“Mangiane ancora Harry caro!”.
Fù la sola inerruzione che la signora Weasley fece in quel silenzio irreale.
Al pomeriggio il signor Weasley tornò in anticipo dal Ministero esclamando; “Harry sono contento
che tu stia meglio,l‘ho già detto,ma per la barba di Merlino lo voglio ripetere.Il giorno che Ron
decise di sedersi vicino a tè sull’espresso per Hogwarts é stato un giorno fortunato!”.
Si sedette a tavola mentre con gesto automatico la moglie gli pose un piatto di legumi e carne
fredda.
“Lo sapevamo che eri speciale e l’ultima prova é stata veramente eccezionale,ma come hai fatto?”.
La domanda che nemmeno lui riusciva a rispondere era stata detta.
Il suo silenzio imbarazzante riempì la cucina.
Hermione gli venne in soccorso.
“E’ la Forza che Silente aveva percepito in Harry,che é saltata fuori alla fine,la forza dell’amore che
Harry non capiva di cui abbiamo tante volte parlato,senza arrivare a nessun risultato,é la Fenice!”.
Non riuscì a completare quella semplice ma geniale spiegazione che la porta si spalancò,ed un
Hagrid entrò seguito dalla voce di Lupin che lo rinfrancava; “Stà bene te lo dicevo,ora calmati”.
Hagrid sollevò di peso Harry e lo strinse lasciandolo sospeso con i piedi sospesi ad un metro da
terra.
“C’elo sapevo che ti avevi qualcosa di speciale,Silente me lo diceva sempre,che tu ci arrivavi solo a
scoprirlo!”.
L’emozione era visibile negli occhi del gigante amico.
Che quando fù calmo lo lasciò andare con molta gratitudine di Harry,che si sentiva meglio coi piedi
per terra che strapazzato per aria.
Harry non aveva il coraggio di dirgli che non aveva la più piccola idea di dove avesse preso la
forza,o come fosse riuscito a evocare la Fenice.
Hermione ancora una volta gli venne in soccorso; “Lui non può sapere come evocarla perché é
qualcosa che ha dentro e non é una formula imparata a memoria,sarebbe come dire che uno sà come
fà a cammiare,uno lo fà e basta!”.
Nei giorni successivi,con l’aiuto di Hermione di Ginny,cercò inutilmente di rievocare la Fenice ma
senza risultati.
“Penso che sia dovuta ad un particolare stato d’animo,la tua Fenice”.
Fù il commento finale di Hermione ormai stanca di cercare su tutti i testi che le capitavano sotto
mano sugli incantesimi di evocazione,della fenice di Harry,nemmeno l’ombra.
Ginny,era insolitameente fiduciosa,perché anche se gli sforzi non portavano a nessun
risultato,sosteneva senza alcun dubbio,che in caso di bisogno lui sarebbe riuscito a chiamare
l’uccello mitico.
Harry daccordo con Ron invece pensava che era stato un episodio passeggero,visto che malgrado
non si arrendesse,nemmeno l’ombra di uno sbuffo di fumo era riuscito a produrre.
Anche Lupin aveva tentato di fargli evocare la magia,ma non aveva alcuna idea su come ripetere
l’esperimento,una cosa però metteva tutti d’accordo,Harry aveva qualcosa di speciale.
La signora Weasley,ogni volta che lo vedeva tentava sempre di rimpinzarlo,con qualche gustoso
manicaretto,cosa che non dispiaceva ad Harry.
“Harry caro, se non fosse stato per tè ora Ginny non sarebbe più qui con noi”.
Era la frase che la madre ripeteva sempre prima di proporgli del cibo,era il suo modo di
ringraziarlo.
La notizia dell’evocaziione non era uscita dai limiti della Tana. Il signor Weasley,aveva fatto
promettere solennemente ai membri di non rivelare a nessuno dell’accaduto.
Tre giorni dopo l’attacco,il Ministro circondato da una decina di Auror fece una visita a sorpresa
alla Tana,un Mangiamorte aveva parlato e la notizia si era sparsa nel mondo magico anche grazie ad
una soffiata che qualcuno del Ministero aveva fatto alla Gazzetta.
La visita aveva provocato una grossa lite fra il signor Weasley e il Ministro.
Il primno si rifiutava di consegnare Harry,mentre che il secondo,voleva organizzare una conferenza
stampa,proprio lì per illustrare che grazie al Ministro Harry aveva scoperto il suo potere.
Nessuna conferenza fu indetta,e quasi il signor Weasley diede le dimissioni dal suo incarico,ma a
Harry fù risparmiata quell’inutile farsa.
La Gazzetta i giorni successivi dimenticò Harry totalmente perché Voldemort per vendicarsi
attaccava senza sosta tutti i villaggi magici,che riusciva a raggiungere,era la guerra!.
Harry ad ogni notizia che Hermione leggeva puntualmente di qualche attacco,prendeva a girare per
la stanza nervosamente,chiedendosi se mai avrebbero avuto la possibilità di fare cessare quella
situazione,anche se continuava a esercitarsi non riusciva a far apparire niente.
Al colmo della rabbia,propose a Ron di andare a fare una passeggiata a Diagon Alley,e cosa ancor
più irrazionale Ron accettò.
La strada principale era deserta,senza neanche un passante,i negozi erano per lo più chiusi e davano
un senso d’abbandono,girarono verso il negozio di Fred e George,dove una volta giunti videro per
la prima volta un gruppetto di gente,maghi dall’aria spaurita,aspettavano di poter comprare uno
degli ormai famosi indumenti antifattura.
Guardando la vetrina notarono che gli articoli che riguardavano gli scherzi erano completamente
scomparsi,forse la gente non aveva voglia di acquistare scherzi,quando le notizie che si sentivano in
giro erano bollettini di guerra.
Fred da dietro la vetrina notò l’arrivo di Harry e Ron,e gli fece un gesto di entrare,la coda di maghi
che aspettava il suo turno per entrare borbottò per la scorrettezza,erano in fila da molte ore.
“Harry! Cosa ci fai qui?”.
La voce era preoccupata,senz’altro avrebbe preferito che fosse restato a casa.
Stavano entrando quando dalla via sbucò un Mangiamorte,seguito da un altro,erano lì certamente
per attaccare il negozio,visto che era una delle poche attività che ancora funzionavano.
La i clienti vedendoli comparire scapparono a nascondersi.
Harry infuriato sfoderò la bacchetta ,con Fred al suo fianco che si era messo in guardia.
Una maledizione scagliata dal primo incendiò la vetrina del negozio,nessuno dei due aveva
riconosciuto Harry.
Ma mentre che Fred lanciava l’incantesimo Aquamenti per spegnere l’incendio,Harry attaccò il
primo comparso,e lo bloccò con un; “Pietrificus totalis!”.
Cadde a terra con la mano ancora tesa, l’altro riconosciuto Harry si lanciò verso di lui bloccato da
Fred, George e Ron che insieme,gli lanciarono tre fatture diverse,lasciandolo a terra trasformato in
una specie di voluminoso verme.
“Ce lo aspettavamo da un pò,visto che la nostra attività è una delle poche che ancora funziona. A
Tu-sai-chi,non deve fare molto piacere che noi restiamo aperti”.
Fred ancora ansimante per lo scontro,si era avvicinato al primo Mangiamorte,dal fondo della via
una squadra di Auror arrivò di corsa,erano tutti molto robusti e decisi,ma ormai tutto era finito
prima che potessero lanciare un solo incantesimo.
Il più grosso guardò Harry e lo riconobbe per via della ciccatrice; “Tu non dovresti essere quà fuori
senza scorta,non vedi cosa stà succedendo?”.
Harry si sentì avvampare dalla rabbia: “Certo che vedo cosa stà succedendo,ma se pensa che io mi
nasconda,può aspettare un bel pezzo!”.
L’Auror guardò in giro e vedendo il lavoro che avevano fatto,disse: “Bel lavoro, ce ne fossero di
più di tipi come voi,il nostro lavoro sarebbe meno faticoso.Comunque non é opportuno che tu vada
in giro così,é meglio che torni a casa”.
Si voltò verso i due più vicini; “Voi accompagnate il signor Potter a casa”.
Sembrava più un ordine a tutti che un suggerimento,Harry non protestò ulteriormente,tanto non
aveva più niente da fare lì,si smaterializzò con Ron,ambedue non volevano dispiacere al signor
Weasley.
Il giorno dopo il sole era a picco,e lui e Ron erano nel giardino dietro la Tana all’ombra per godere
di un pò di fresco.
“Cosa facciamo andiamo da Reginald,o facciamo un giro sulle scope, é tanto che non le adoperiamo
più”.
Anche Harry aveva nostalgia del Quidditch,visto che l’ultimo anno non avevano potuto fare
nemmeno un voletto,causa le direttive della preside che aveva espressamente proibito il gioco,per i
possibili attacchi di Voldemort.
Harry non aveva ancora deciso,che la statuetta del serpente prese a diventare calda,la mostrò a Ron
che subito capì e discretamente si materializzarono vicino alla villa oscura.
Codaliscia era già là ad attendere Harry e quando vide Ron ebbe un moto di paura,subito
represso,da l’impazienza di raccontare a Harry il motivo del loro incontro.
“Potter ti ho dato delle ottime informazioni,e grazie a me che i tuoi amici ora sono ancora vivi”.
Lanciò un’occhiata di traverso per vedere se Ron avesse percepito le sue parole.
“Ora l’Oscuro Signore,é molto arrabbiato di tè,e ha giurato vendetta presto,con un’azione che sarà a
detta sua eclatante”.
Harry divenne rosso dalla rabbia; “Io sarò pronto quando verrà!”.
“Sapevo che avresti detto così,tuttavia c’é una cosa che devi sapere,ricordati che io ti ho aiutato
quando eri nel pericolo,nel caso che lui sia sconfitto devi testimoniare,a mio favore,lo farai?”.
Harry era spiazzato,e prese tempo domandandogli; “Cosa ha in mente?”.
“Non lo sò,forse sospetta di me,o forse non mi reputa degno di sapere il suo piano,con la sua
sconfitta all’attacco della casa dei tuoi amici é diventato più sospettoso e non rivela i suoi piani a
nessuno di noi,e se vuoi saperla tutta,penso che qualcuno dei suoi seguaci comincia a pensare che tu
possa sconfiggerlo!”.
“Come tè,non é vero?”.
Ron che fino a quel momento era stato in silenzio,era sbottato.
“Si, come me”.
Fù la risposta laconica di Minus.
“Due Mangiamorte sono stati incaricati di pedinarti e scoprire dove e quando poterti fare un attacco
letale,ma i loro nomi non li sò,ora il mio debito é ripagato,ricordati solo del mio aiuto qualora
dovessi sconfiggerlo”.
Rapidamente si trasformò in un ratto e si perse dietro alle rocce di quella desolazione sassosa.
“Lo ha fatto apposta,sapeva che avresti risposto così,per farti fare quello che ha in mente”.
Ron appena il ratto fù scomparso,quasi gridava per far capire a Harry il suo punto di vista.
“Non qui ritorniamo alla Tana”.
Harry si guardava intorno per vedere se nessuno li stesse spiando.
“OK!”.
I due si materializzarono davanti alla casa di Ron.
Ma non erano passati inosservati,due tipi,tarchiati sembravano lì ad aspettarli.
La signora Weasley era davanti a loro con le braccia sui fianchi,segno che era disposta a dare
battaglia.
“Questi due signori sono del Ministero!”.
Non finì di presentare i due che loro si avvicinarono a Harry chiedendogli: “Sei tu Harry Potter?”.
Senza aspettare risposta,la sua ciccatrice parlava per lui.
“Siamo venuti per farti da scorta,per decreto del Ministro,per via che la tua vita é sempre più in
pericolo”.
L’altro aggiunse; “Non puoi spostarti senza che noi siamo con tè!”.
“Il Ministro mi ha incastrato proprio bene,voleva sapere cosa facessi e così ha avuto la bella idea di
far finta che io improvvisamente diventassi importante,che la mia vita diventasse importante!”.
I due sembravano fatti di pietra,la sfuriata di Harry non sortì nessun effetto,quasi non avesse
parlato.
Anche Harry cambiò tattica e sembrò fintamente rassegnato,ma fece una smorfia a Ron che capì che
avrebbero parlato in casa,lontano da occhi indiscreti.
“Vogliono sapere cosa fai quando scompari,é per questo che ti hanno messo alle spalle quei due. Il
Ministero non ha digerito i tuoi spostamenti autonomi”.
Hermione aveva esordito così alla notizia dei due guardiani che apettavano fuori dalla proprietà dei
Weasley,che Harry andasse da qualche parte per Proteggerlo.
“Ma abbiamo un vantaggio...”.
Hermione espose il suo piano a Harry e Ron,Ginny era assente,perché i genitori avevano deciso che
era meglio per lei di lavorare nei periodi al di fuori di quelli scolastici.
Il risultato fù che lei passava sette ore al negozio dei gemelli a dare una mano.
Harry era ammirato del piano di Hermione lo trovava geniale,lei al sentirlo arrossì e Ron fù colto da
un motto di stizza.
La mattina dopo il cielo era scuro,carico di pioggia,Harry come Ron e Hermione si erano alzati
presto per attuare il loro piano.
Una controllatina da parte di lei che i due Auror erano ancora fuori,e ad un cenno affermativo del
sul capo,Harry mangiò,con più soddisfazzione del solito.
Come convenuto,lui uscì da solo lasciando i due amici a guardarlo dalla finestra della cucina.
Harry si fece vedere dai due corpulenti,che sembravano stati lì tutta la notte in piedi ad aspettarlo.
“Dove vuoi andare adesso!”.
Lo apostrofò uno dei due.
“Vado a fare un giro,avrò il diritto di fare una passeggiata,o sono recluso qui?”.
“Non senza questo!”.
Quello più grosso gli arpionò un braccio,e gli mise un braccialetto,e lo sigillò con la bacchetta.
“Così possiamo venire con tè quando ti materializzi!”.
Harry era soffocato dalla rabbia,ma si trattenne,pensando intensamente al piano di Hermione.
Con un crack si materializzò.
La via era deserta come se l’era immaginata.
Hogsmade non somigliava più a quella che ricordava ai tempi della scuola.
Un rumore dietro alle sue spalle e due anziane megere comparvero.
Certamente erano i due Auror che si erano travestiti per non dare nell’occhio,come si erano conciati
rifletteva la loro personalità,anche da donne,erano nerboruti e minacciosi.
Harry si diresse verso il pub la Testa di porco.
Entrò e l’atmosfera era la più deprimente che si potesse immaginare,solo un vecchio mago era
appoggiato al bancone sempre più sudicio.
Il barista non diede neanche un’occhiata al nuovo avventore,e gli mise davanti un bicchiere sporco
di whisky incendiario.
Lui pagò,come se fosse la cosa più naturale del mondo,era la prima volta che lo beveva,ma visto lo
sporco del bicchiere,avrebbe aspettato ancora un pò ad assaggiarlo.
Dopo un dieci minuti,entrarono anche le due megere.
Anche davanti a loro,comparvero due bicchieri sporchi di Whisky,non guardarono mai in faccia
nessuno,ma Harry percepiva la loro tensione.
Harry prese coraggio,e sussurrò al barista; “E’ da quando venivo a scuola,che questo posto non é
più frequentato!”.
Con una finta noncuranza si grattò la ciccatrice,per fare in modo che il barista la vedesse,e capisse
con chi stava parlando.
Il tremore della mano dell’uomo,fece capire a Hary che aveva intuito il messaggio,anche se non
alzò la testa,gli altri che erano un pò più lontani non potevano aver visto il gesto.
Ma la trappola era scattata.
“Vado a fare un giro vicino alla mia vecchia scuola e magari vado a trovare il Guardiacaccia”.
Le parole parvero cadere nel vuoto.
Ma Harry era sicuro che dal bagliore che aveva visto per un attimo negli occhi del
barista,l’informazione doveva essere registrata.
Uscì senza degnare nessuno di un’occhiata.
Cominciò a passeggiare lentamente come di chi ammirasse il paesaggio.
Dopo meno di un minuto le due vecchie uscirono dietro di lui.
Cominciava la caccia.
Stava decisamente per piovere,le nuvole erano sempre più minacciose e nere
La passeggiata di Harry e dei due angeli custodi durava ormai da quasi un’oretta,senza che nulla
stesse per accadere.
Ma poi come sempre succede,all’improvviso,quattro crack ruppero la quiete.
Erano dei Mangiamorte,si distinguevano dai loro abiti neri,i cappucci nascondevano parte dei loro
volti.
Ma una voce famigliare ruppe l’anonimato.
“Prendetelo e attebnti é pericoloso!”.
La voce odiata di Piton,ruppe gli indugi degli altri.
Harry fece uscire la bacchetta e urlò: “Proteggo!!”.
Una bariera impedì al primo di fargli una fattura legante.
Le due megere fecero uscire le loro bacchette,e i loro travestimenti caddero rivelando i due robusti
Auror.
Un Mangiamorte urlò: “E’ una trappola, ci stavano aspettando!”.
Piton uscì da dietro al suo cappuccio,il volto ancora più brutto dell’ultima volta che si erano
scontrati,era più bianco,e segnato dall’ultima lotta avuta con Harry,ed era anche più magro,ma la
cattiveria era visibile dai suoi occhi,che sporgevano come due sfere gonfie d’odio.
“Nessuno si ritira senza aver catturato o ucciso Potter!”.
L’epitaffio lanciato risuonava nel combattimento come una condanna a morte per Harry,il quale non
ebbe tempo per preoccuparsene stava lottando con due di loro,mentre gli altri due erano impegnati
con i due Auror.
Harry sentì montare dentro di sè il canto dell’incantatore di serpenti,sapeva che era l’unica cosa che
lo teneva al sicuro della Leggimanzia di Piton,oscurandogli i pensieri.
Altri crack ruppero l’aria,Lupin e Tonks apparvero dal nulla,invece da sotto il mantello
dell’invisibilità di Harry comparve Ron che gli gridò; “Ho portato rinforzi!”.
La lotta era a favore dell’Odine della Fenice.
Ma Piton aveva atterrato un Auror e stava ingaggiando Harry, “Questa voltra la fortuna non ti
aiuterà!”.
La maledizione Tarantuallegra colpì Ron alle gambe ,il quale cominciò a ballare freneticamente
senza riuscire a fermarsi.
Harry pensò Incarceramus,ma fù bloccato da Piton,che con un ghigno la parò.
Era si rese conto uno scontro all’ultimo sangue,sentiva che Piton non sarebbe andato via questa
volta ferito sarebbe rimasto fino alla morte.
“Crucio!!!”.
Urlò Piton e un bruciore avvolse Harry,le sue ali ondeggiarono e la sensazione di bruciore si
attenuò.
Emise uno stridio,come di minaccia,verso il suo avversario.
Teneva le ali allargate, altro segno di possenza.
Piton era smarrito,quello era senz’altro un modo di combattere che non aveva mai visto.
L’odio contorse quel poco di umanità che era rimasta nei suoi occhi,ansimava come un animale
inferocito.
Non si trattenne più,urlò; “Avada kedavra!!!!”.
Il raggio verde partì dalla sua bacchetta.
Il buio lo avvolse.
“Svegliati,.per favore dai!!!”.
La voce veniva da molto lontano,Ron lo stava scuotendo,ma lui avrebbe preferito restare là dove
era,ovunque fosse stato quell’posto.
Poi i ricordi lo assalirono terribili in tutta la loro semplice verità.Piton lo stava uccidendo,proprio
come aveva fatto con Silente,già ma lui non era morto,glielo dicevano le scosse di Ron che
disperatamente cercava di rianimarlo.
Si sedette a fatica e chiese mettendosi gli occhiali caduti,che Ron gli porgeva.
“Dovv...dové?”.
“E’ morto!. Ha preso in pieno la sua maledizione ed é morto!”.
Harry si girò per racappezzarsi,e vide il corpo dell’odiato Piton,disteso lì a poca distanza da lui il
viso di stupore e che aveva preso il posto della rabbia che lo aveva spinto a cercare di uccidere
Harry.
“Gli altri cosa,cosa é successo”.
“I mangiamorte sono stati fatti prigionieri,ma uno degli Auror,beh non sò cosa sia successo é
caduto,poi sono arrivati gli altri e non ho saputo più niente”.
Harry si costrinse ad alzarsi,c’erano molti addetti del Ministero,che facevano da scudo a quello che
era caduto.
Harry spinse a fatica la folla e si fece largo fino ad arrivare davanti agli altri.
Era lì steso immobile,Harry aveva già visto la morte per non riconscerla.
“Tu non dovresti essere qui vai al San Mungo,a farti dare un’occhiata!”.
L’Auror che lo stava spingendo lontano dal corpo esamine del mago,ad Harry venne un’improvvisa
nausea,si nascose e cominciò a vomitare,senza tenersi,non era giusto,no non lo era.
Nei giorni successivi non parlò molto con nessuno,principalmente si sentiva in colpa per quello che
era accaduto,sopratutto perché un mago,un Auror era morto.
Non andò al funerale anche se in qualche modo era là quel giorno.
Il triste evento aveva fatto andare in secondo piano il fatto che lui per la terza volta nella sua vita
aveva resistito ad una maledizione senza perdono.
Hermione quando ne parlarono anche con Ron e Ginny,aveva dato una sua interpretazione del fatto.
Harry aveva in qualche modo inspiegabile ricevuto il dono della Fenice,un dono più unico che raro.
Tale dono era la capacità di risorgere dalla sua morte.
Prerogativa appunto della Fenice,era forse quello che aveva intuito Silente,e spiegava la sua
ammirazione per Harry,per quell’amore puro,che possedeva e che lo sosteneva nei momenti più bui.
Nessuno aveva avuto il coraggio di dissentire da quella versione,anche perché la spiegazione
calzava come un guanto,a quello che anche Ron di persona aveva visto.
Ma la rabbia di tante morti non lasciava mai Harry,che dava poco spazio nella sua mente a quel
dono,ma preferiva tornare a darsi dello stupido perché se fosse stato sincero con quei due forse il
morto non sarebbe stato tale.
Hermione aveva un bel da farsi a dire a Harry che non era colpa sua,ma non riusciva a rompere la
barriera che lui aveva eretto intorno a sè.
A tavola nessuno tentava più di dirgli la propria considerazione,neanche Fred e George,che ora
passavano più tempo a casa,dopo l’attacco al loro negozio,cercavano di scherzare sull’argomento.
Harry era solo disperatamente solo.
Il pessimismo non si attenuò nei giorni successivi,anche perché le notizie,d’apprima incoraggianti
(il Ministero aveva dato molta enfasi alla morte di Piton,e alla cattura dei suoi relegando un
trafiletto per la morte dell’Auror) si facevano sempre più tetri,attacchi e distruzione,si erano
moltiplicati.
La rabbia di Voi-sapete-chi era cresciuta a dismisura,e assolutamente doveva dimostrare che era lui
che spadroneggiava come voleva.
Harry aveva rifiutato ogni tipo di scorta,visto la fine dell’ultima.
Ma si muoveva poco,e quando lo faceva era sempre in compagnia di tre o quattro membri
dell’Ordine della fenice.
Qualcuno ogni tanto tentava di instaurare una conversazione sulla sua Fenice,ma lui alzava lo
sguardo e non rispondeva.
Anche in ragione del fatto,che non sapeva bene di cosa esattamente parlare.
L’unico con cui aveva fatto qualche progresso era ex professor Lupin.
Un paio di volte erano rimasti in giardino a parlarne,anche lui credeva come Hermione che il
dono,così lo chiamava , Silente lo aveva intuito,lasciando che sia lui,Harry a scoprirlo e a decidere
cosa farne.
Non che ci fosse qualcosa che potesse decidere,ma la delicatezza che Silente aveva sempre
dimostrato nei suoi confronti la poteva capire solo a distanza di tempo,e ogni volta lo scopriva
sempre più,nella sua grande dimensione,come uomo e come mago.
Reginald gli aveva mandato un messaggio,via Edwige,che per un pò si sarebbe nascosto,e che
quindi non sarebbe stato raggiungibile,attorno alla sua casa si erano intravisti strani movimenti,e per
prudenza preferiva stare un pò in disparte.
Harry si sentì un pò tradito,anche se capiva bene,che di quei tempi la prudenza non era mai troppa.
La Tana ad esempio,ci volevano un buon venti minuti per entrarvi.
Il signor Weasley aveva aumentato la sicurezza con complicati sistemi di parole d’ordine e
procedure aumentando il senso di claustrofobia di tutti.
Non era l’unico problema la sicurezza in casa Weasley che Harry aveva, c’era anche una cosa che
non voleva dire a nessuno,da quando aveva scoperto avere la Fenice come potere,o cosa diavolo
fosse,che riusciva a proteggerlo dalle maledizioni senza perdono,una febbricciola,lo assaliva
all’improvviso,e scordava persino il suo nome in quei momenti,per fortuna nessuno lo aveva visto
in quella condizione,era riuscito a nascondersi ogni volta che sentiva i brividi di freddo,premonitori
dell’attacco.
Generalmente si risvegliava dopo un ora o giù di lì,e doveva restare un pò sdraiato per riprendersi.
Solo che quel pomeriggio,era sdraiato,dietro alla lavanderia di casa e non era solo!.
“Harry stai tranquillo,ti passerà presto,riposa”.
Ginny era seduta tranquillamente vicino a lui,sembrava anzi che ci fosse abituata,a restare a
guardarlo,mentre lui combatteva contro la febbre.
“Lo sappiamo da un pò,da quando sei svenuto in giardino,e pensavamo che ti fosse successo
qualcosa,ma poi ti sei ripreso,e per non darti altri pesi,abbiamo fatto finta di niente”.
“Chi altri lo sà?”.
Domandò Harry.
“Solo io Hermione Fred e George e anche Ron”.
“Insomma quasi tutta la casa!”.
“No i nostri genitori,non lo sanno,ti immagini nostra madre se lo sapesse”.
“Grazie per non averlo detto a tutti”.
Ginny gli diede la mano per alzarsi era ora di cena e non dovevano farsi insospettire facendo tardi.




Cap 22


Grop libera Hagrid e Ron


Le prime piogge stavano per abbattersi,nuvole che si addensavano sempre di più le
preannunciavano.
Harry si era parzialmente ripreso dalle sue febbricole.
Era sempre tenuto d’occhio, discretamente da uno dei suoi amici,anche se il resto della famiglia
mostrava di non esserne al corrente Harry sospettava che tutti sapessero del suo probblema.
Due gufi erano all’orizzonte,uno era senz’altro la lettera di Ginny per l’inizio scuola.
Ma la signora Weasley non aveva idea di chi fosse l’altra,visto che presumibilmente arrivavano da
Hogwarts.
Una era indirizzata a Ginny,ma la seconda era stranamente per Harry.
La famiglia si strinse tutta intorno a Harry per leggere in diretta il motivo di quella lettera.
Signor Harry Potter,la lettera cominciava così,e terminava con il giorno dell’appuntamento e l’ora.
Tutti restarono senza fiato.
Le parole scritte non bastavano a rassicurare di quello che dicevano.
Anche il signor Weasley al ritorno dal lavoro,saputo della lettera,fece uno scarno commento.
“Immagino che Minerva abbia avuto le sue ragioni per scriverti quella lettera,e si possono
intuire,visto quello che stà succedendo!”.
Poi finito il commento si immerse nella lettura della Gazzetta.
Harry si prensentò il giorno dopo all’appuntamento con la McGranitt,la scuola vista così,senza
studenti,dava un’impressione di qualcosa di abbandonato.
I soliti due Auror erano davanti al portone come due soldati di piantonamento.
I corridoi aumentarono il senso di vuoto,davanti all’ufficio del preside Harry pronunciò la parola
che permetteva di accedere alla stanza.
“Azzecca garbugli!”.
Disse ad alta voce.
Il Gargoye si spostò per far posto alla scala a chiocciola che portava sù,nell’ufficio.
Bussò; “Avanti Harry ti aspettavo!”.
La voce della preside risuonò nell’anticamenra.
Lei era seduta con l’immancabile pila di documenti davanti.
Gli indicò la sedia davanti alla scrivania.
“Come ti ho scritto nella mia,ho bisogno di sapere se hai già un progetto lavorativo per quest’anno,o
no?”.
Harry non aveva ancora pensato a nessun progetto,visto che le eredità che aveva ricevuto ancora gli
permettevano di stare per lungo tempo tranquillo.
Scosse la testa.
“Bene,é consuetudine della scuola avere i ranghi degli insegnanti al completo prima dell’inizio
anno. Ma come ben sai il posto di Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure,non lo vuole
nessuno,già che l’anno scorso abbiamo avuto la fortuna che Alastor abbia accettato”:
Con la bacchetta fece comparire due tazze di tè freddo alla menta.,poi continuò.
“Ma quest’anno,non ne vuole sapere di tornare. Questo ci mette in un grave problema,non abbiamo
insegnante,se poi aggiungi che gli studenti sono sempre meno capisci,il perché di questa visita!”.
“Se ho bene capito,devo fare io l’insegnante,ma sono troppo giovane,e inesperto,per poterlo fare
bene!”.
“Giovane senz’altro,ma sull’inesperto,ho i miei dubbi!”.
Una pausa per sorseggiare la bevanda; “Hai fatto più di qualsiasi altro mago che io sappia,nella
difesa contro le Arti Oscure,e francamente non vedo persona più qualificata di tè per questo
lavoro,e poi siamo disperati,la scuola deve aprire per la nostra stessa sopravvivenza come maghi,é
una delle poche cose che che ancora non é chiusa,e non deve succedere!”.
Harry aveva le orecchie rosse come un pomodoro,la gola secca,tentò di rispondere; “Se pensa che io
sia adatto,ma c’é ancora una questione Voldemort,non la prenderà molto bene”.
“Ci ho pensato,ma la sicurezza verrà ancora aumentata e penso che tu,come chiunque altro non sia
più in pericolo qui che da un’altra parte,se non erro hanno attaccato anche la Tana,quest’estate no?”.
Era vero ricordava ancora l’accaduto,in un caledoscopio di violenze che avevano caratterizzato
l’anno.
“Io...io sono daccordo verrò,sopratutto perché Silente,beh forse lo avrebbe voluto”.
“Bene Harry potrai avere la stanza che occupava Alastor,allora al primo Settembre allora”.
Un leggero sorriso increspò le sue labbra; “Farai molto rumore,ma immagino che ormai sarai
abbituato”.
Harry accennò un si con la testa,la cosa non gli piaceva per niente,ma ormai..
Tornato alla Tana fece l’annuncio davanti a tutta la famiglòia al completo,e le reazioni furono delle
più svariate.
“Che bello sarai il mio professore!”.
Ginny era al settimo cielo dalla notizia.
Ron invece con la bocca leggermente aperta; “Sono stato io a farti copiare i miei compiti ed ora tu
sei un insegnante”.
“Quando mai ha copiato i tuoi compiti,visto che tutti e due avete copiato i miei”. Hermione ci tenne
a precisare,ma un sorriso diceva che lei era contenta dell’incarico a Harry.
“Beh non pretendo di essere il migliore che ci sia mai stato,come insegnante”.
Harry arrossì violentemente quando pronunciò queste parole.
“Ma non mi sorprenderei se ci fossi vicino,hai fatto molto,molto più di chiunque io abbia mai
visto”.
Fù il commento del signor Weasley,prima di rituffarsi nel suo giornale.
“Faremo una festa!”. Esclamò la signora Weasley,subito spalleggiata dai gemelli che si
materializzarono per andare a prendere dei fuochi degni dell’accaduto.
La festa durò tutta la sera i fuochi erano magnifici,e forse servì ad allentare la tensione che regnava
ormai ovunque nel mondo magico.
Harry parlò a lungo con i suoi amici sul soggetto,ultimo Horcrux che era ancor là a Hogwarts,e
muoversi indisturbato avrebbe dato l’opportunità a Harry come insegnante di cercarlo con più
libertà.
Ginny preparava i bagagli per tornare all’ultimo anno di scuola mentre Ron aiutava il Ministero
come aiutante nel ministero per il controllo delle creature magiche.
Era l’unico posto che suo padre aveva trovato,ma subito aveva aggiunto che era provvisorio,in
attesa di meglio.
Così giunse la partenza.Harry si sarebbe materializzato e Ginny avrebbe preso l’espresso per
Hogwarts,ma un gufo dell’ultimo minuto pregava Harry di fare da scorta al treno per motivi di
sicurezza.
Arrivarono alla stazione con sufficente anticipo per controllare tutti gli studenti arrivassero in
sicurezza.
Due Auror avevano fatto da barriera vicino al binario,e controllavano tutti quelli che passavano di
là.
Harry era guardato a vista da tutti gli studenti e i loro genitori.
Come un fenomeno da baraccone.
Le voci più assurde erano girate quell’estate,le sue avventure avevano viaggito veloci e come era
prevedibile,erano state interpretate nei modi più disparati e fantasiosi.
Una bambinette del primo anno gli si avvicinò dicendogli.
“Professore è vero che lei fà rimbalzare le maledizioni come i draghi?”.
“Non sono un drago!”.
Fù tutto quello che riuscì a rispondere mentre la ragazzian fuggiva rossa in viso.
Harry entrò in uno scompartimento vuoto,seguito da Ginny,subito fuori si formò un viavai di
studenti che volevano vedere se era vero che il famoso Harry Potter stava andando a scuola con
quel treno.
Sembrava che si fosse riempito di colpo il treno,pareva che molti più studenti rispetto l’anno
precedente fossero tornati a scuola quest’anno.
Hagrid era come al solito alla stazione ad aspettare quelli del primo anno,ma non si contenne
quando vide Harry corse verso di lui e lo abbracciò stritolandogli tutte le ossa del tronco,a fatica lo
lasciò respirare; “Sono contento di rivederti quà,é un pò come se voi tre non mi lasciaste solo
adesso che sei qui!”.
Harry provava i stessi sentimenti di Hagrid.
“Sai Hermione é arrivata ieri doveva sistemare alcune cose”.
Non riuscì a finire la frase che Harry lo interruppe: “Come Hermione é qui,cosa ci fà?”.
“E’ vero che non dovevo dirtelo ma vedi lei é stata presa come insegnante di
Trasfigurazione,Minerva é troppo oberata come preside per poter continuare a fare anche
l’insegnante,sai Hermione aveva il massimo dei voti e così,ma non é l’unica vedrai che ci sono altri
che conosci”.
Il sorriso come di un bambino troppo cresciuto invase quel poco di viso che la barba lasciava
intravvedere,Harry preferì non insistere oltre,lo avrebbe saputo anche troppo presto,chi altri sarebbe
tornato a scuola.
Dire che era strano andare verso la l’aula di Difesa non come studente ma come insegnante era dare
un senso sbiadito a quello che provava,si era già messo l’animo in pace,di non tornare mai più a
scuola che dopo poco più di un mese era di nuovo là.
Entrò nella silenziosa aula,e dentro la sua stanza,una stretta al cuore che il vechio dormitorio di
Grifondoro non fosse più la sua casa,ma tutto sommato si sarebbe abituato a quella nuova
sitruazione presto,o almeno così credeva.
“Ciao Harry”. Un razzo era entrato nella sua stanza,Hermione corse ad abbracciarlo.
“Ero impaziente di rivederti,avevo chiesto a tutti di non dirti niente,per poterti fare una sorpresa,ma
Hagrid ha rovinato tutto!”.
“Beh ti assicuro che lo é stata comunque”.
Rispose Harry.
“Dobbiamo trovare l’ultimo Horcrux,non ricordi,come potevi pensare che ti avrei lasciato qui da
solo a provare?”.
“Andiamo a pranzo!”.
Detto ciò Hermione si diresse verso la sala grande.
Tutti e due si bloccarono vedendo quanti nuovi studenti erano arrivati quest’anno a Hogwarts.
Cerano una folla tra ragazzini del primo anno e vecchie facce già viste.
La McGranitt stava preparando la cerimonia dell’assegnazione nelle varie case.
Harry fece per sedersi al tavolo di Grifondoro,ma Hermione lo spinse verso il tavolo dei professori.
Aveva dimenticato che ora non era più uno studente.
Harry si sistemò vicino a Hermione e osservò la cerimonia,o meglio fù osservato da tutti queli che
partecipavano alla stessa.
Hermione gli sussurrò; “Sono venuti per te!”.
“Per me?”:
“Si perché pensano che tu possa proteggerli e insegnargli a proteggersi”.
“In che modo,se non so nemmeno cosa insegnare”.
Rispose Harry in un sussurro.
“Ho preparato uno schema,ma la verità é che tu sei sempre più famoso,non cé giorno che la
Gazzetta,non parli delle tue gesta”.
Il suo sorriso era per stemperare l’irritazione di Harry che non amava essere al centro
dell’attenzione.
Hagrid dall’altro capo della tavolata,gli fece un segno di saluto che per poco non rovesciò la
tavola,tanto era contento di vederlo lì seduto,come un professore.
“Devi abbituarti sarai sempre un mago che tutti riconoscono,fai sempre cose che nessun altro
immaginerebbe neppure di arrivare a fare,cosa pretendi?”.
L’arguzzia di Hermione era come al solito disarmante,Harry preferì concentrarsi sul suo pranzo per
non dover rispondere.
Nelle due settimane seguenti,cercò di abbituarsi a quegli sguardi insistenti che tutti gli lanciavano.
Le sue lezioni accuratamente preparate da Hermione,erano un’esperienza interessante.
Sopratutto perché anche i suoi vecchi nemici,i Serpeverde,lo guardavano con rispetto,nessuno osava
rivolgergli uno sguardo insolente,o una frecciatina,come erano soliti fare.
Anche il professor Lumacorno che era ancora il direttore della casa,gli tesseva le lodi su come i suoi
pupilli ne parlavano bene,anche quando erano riuniti nella loro sala comune.
Ma Harry pensava che era più una politica che un dato reale.
In fondo lui proveniva da Grifondoro,e molti di loro,apparte quelli del primo anno lo avevano
sbeffeggiato,negli anni scorsi.
La visita di Ron una mattina che non aveva lezione,fù una piacevole sorpresa.
“Sono venuto perché il Ministero vuole che dia una mano a Hagrid per una certa faccenda”.
Harry intuiva che l’aria di mistero era dovuta più al fatto che Ron si sentiva sminuito nei contronti
suoi e di Hermione che ad un ipotetico incarico importante,perciò rispose: “Sono contento di
rivederti,sai qui é una noia totale,mi sembra di essere in una vetrina e che tutti passano fuori a
vedermi,non interessa a nessuno le mie lezioni,sono solo un oggetto curioso”.
Mentiva clamorosamente per far piacere al suo amico,tentava di sminuirsi per farlo sentire meglio.
Hermione entro nella stanza e corse ad abbracciare Ron doveva aver saputo che era là a scuola.
“Ci sei mancato molto!”.
Fù tutto quello che riuscì a dire.
“Già,voi siete qui che interpretate la parte dei grandi professori,mentre io ho a che fare con mostri
bavosi e maghi che tentano di crearne di nuove combinazioni,e poi siete sempre insieme mentre
io...”.
Non finì la frase ma Harry intuì che era geloso.
“Le lezioni che teniamo non ci permettono di vederci spesso,lo sai come funziona no!”.
Fù il timido tentativo di Hermione per calmarlo,ma la smorfia che Ron fece la diceva lunga su
quello che pensava in realtà.
Decisero che sarebbero andati tutti e tre da Hagrid nella sua capanna a trovarlo,lo videro mentre
stava raccogliendo nell’orto dei fagioli corridori.
“Chissà perché mi dicevo che ci venivate voi qui presto”.
Era evidentemente contento di rivederli tutti insieme,entrarono per bere qualcosa.
Una volta serviti dal solito secchiello di tè,fù Hagrid il primo a parlare; “Io e Ron dobbiamo andare
per l’Ordine a fare un giro di ricognizione”.
Ron non ne aveva parlato evidentemente voleva dare un’impressione di chi eroicamente va ad
affrontare una missione estremamente pericolosa,lo diceva anche la sua aria altezzosa.
Harry capiva che in lui la gelosia era ancora forte,dopo tutto lui aveva,e faceva ancora cose che
dovevano lasciarlo sminuito,anche l’occhiata di Hermione confermava quell’ipotesi.
“Beh sono sontento che abbiate qualcosa importante da fare,noi qui ci annoiamo a morte”.
Cercò Harry di dare coraggio al suo amico.
Ma Ron non la pensava allo stesso modo: “Forse tu ma lei,é nel suo elemento restare qui a fare
lezione ad un branco di ragazzini!”.
Harry li interruppe prima che potessero cominciare una poco opportuna discussione: “Quando
partite?”.
“Domani andiamo via,domani”.
Rispose Ron con una vibbrazione di tensione nella voce.
Era chiaro che avrebbe preferito avere Harry con sè,ma il suo orgoglio non gli permetteva di farne il
ben che minimo accenno.
Così si allontanò senza chiedere nulla,ma le spalle erano basse.Harry si sentì impotente a fare
qualcosa per l’amico.
Quella mattina le lezioni erano particolarmente lunghe,le ore non passavano mai.
Un paio di volte Harry era sgattaiolato fuori dalla classe con una scusa per parlare con Hermione,e
anche lei era nel corridoio come lui per sapere le ultime novità.
Ma era troppo presto,anche se lui aveva più volte detto che se ci fossero state delle novità cattive lo
avrebbero senz’altro saputo presto,le notizie cattive viaggiavano veloci.
Nel pomerriggio erano fuori dalla scuola per vedere se qualcuno tornava alla capanna di Hagrid,ma
l’unico movimento fù quello di Grop che andava verso la foresta dopo aver visitato la capanna,ma
ne Harry ne Hermione avevano voglia di fare conversazione con lui,anche se il suo inglese era
molto migliorato,restava sempre un tantino nervoso,durante le conversazioni,e da come lo videro
già nervoso di per sè di non aver trovato Hagrid in casa,non avevano intenzione di innervosirlo
ancora di più,sè ne tornò di corsa alla foresta,con grande solievo di tutti e due.
Le ombre della sera si allungavano senza che nessuna notizia ne buona ne cattiva,arrivò alla
capanna.
Decisero di andare a mangiare e poi sarebbero tornati là magari tutta notte se era necessario,per
aspettare il ritorno di Ron e Hgrid.
La notte era già alta,Harry si sistemò meglio la coperta che Hermione aveva tirato verso di sè.
Il freddo cominciava a farsi sentire di notte.
Un rumore piuttosto forte di passi svegliò Hermione che si era assopita.
“Cosa c’é!”. Farfugliò mezza addormentata.
“E’ Grop ne sono sicuro,il rumore é troppo forte per essere Hagrid!”.
Fù la risposta di Harry perfettamente sveglio e attento ad ogni rumore.
Harry si mise in piedi e sfoderò la bacchetta per essere pronto a qualsiasi evenienza.
La massa enorme di Grop si stagliava contro la luna notturna,ma la forma era a dir poco
sproporzionata perfino per lui.
Infatti man mano che si avvicinava Harry notò che portava un sacco sulle spalle.
No, non era un sacco, era Hagrid.
Harry gli corse incontro seguito da Hermione che emise un gridolino,vedendo come stava
trasportando Hagrid sulle spalle.
“Grop dove é Ron?”.
Harry sperava che Grop riuscisse a comprendere il senso delle sue parole.
Un grugnito di rabbia fece indietreggiare sia lui che Hermione.
“...Grid ,chima Grop pericolo,Grop và trova lui e il rosso,ora andare a prendere,rosso!”.
“Anchio vengo a dové il rosso?”.
Grop scarica davanti a casa Hagrid senza sensi e si appresta a tornare nella foresta,seguito da Harry
che si gira a dire ad Hermione; “Tu stai qui ad occuparti di Hagrid,io vado a cercare Ron”:
Senza aspettarsi una rispota seguì la massa di Grop,che nonostante la sua mole cominciò a correre
velocemente verso la foresta.
Harry ansimava per restargli dietro,le lunghe falcate del gigante coprivano con un passo quattro di
quelli suoi.
La fatica stava facendo battere il cuore a mille nel petto,se non fossero arrivati presto Harry avrebbe
dovuto fermarsi e riposare per qualche secondo.
Il sentiero era aperto dalla mole di Grop così non doveva preoccuparsi di evitare i rami della foresta
che apparte il loro passaggio era compatta.
Il cielo era invisibile sotto la coltre dei rami più alti che impedivano di osservare le stelle.
Il fiato si faceva troppo corto,i polmoni gli facevano male,quando a furia di correre Grop rallentò
davanti quella che pareva una radura.
Harry si appoggiò ad un tronco qualche secondo per respiare,le coltellate che sentiva al fianco si
affievolirono.
Ma non c’era tempo,Ron era la sua priorità in quel momento.
Grop cercava in giro con aria smarrita, Ron doveva essere stato lì prima che lui portasse via Hagrid
svenuto.
“Rosso é qui da qualche parte”. Grugnì Grop.
Harry cominciò a cercare qualche traccia,i segni di una lotta erano un pò ovunque. Dalle traccie
almeno un altro gigante si era trovato lì.
Un manto strappato era penzoloni su di un ramo semi strappato,la mente di Harry era in
sovratensione.
Ron doveva esserci,magari svenuto,o si svenuto ma vivo.
Harremi strappato,la mente di Harry era in sovratensione.
Ron doveva esserci,magari svenuto,o si svenuto ma vivo.
Harry ripeteva questa frase nella sua mente spostando rami e guardando dentro ai cespugli.
Un tonfo forte,da dietro un grosso albero,una figura enorme si avventò contro Harry che non fece in
tempo ad alzare la bacchetta per difendersi che.
Tumm,si ritrovò per terra a faccia in giù,era stato atterrato da una manata come maglio.
Il gigante si stava preparando a duplicare il colpo,quando la manona di Grop arrestò a mezz’aria
quella del suo avversario.
“No male rosso!”.
La risposta che Grop siede fù come una dichiarazione di guerra l’altro gigante si dimenticò di Harry
sdraiato a terra con in mano la bacchetta,attonito a guardare la scena.
Due giganti che si scagliarono l’uno addosso all’altro,fù come se due treni si scontrassero.
Il rumore dello scontro e la terra scossa dall’impatto erano terribili.
Grop ebbe la meglio,perché il suo avversario sorpreso da tanta decisione di difendere il rosso,come
chiamava Ron misero al tappeto l’attaccante che ruggì in modo da far drizzare i capelli a Harry; “E’
meglio che cerchiamo il rosso e scappiamo prima che si riprenda!”.
Le parole gli uscirono dalla gola senza che potesse trattenerle.
Annaspando cercava dietro al cespuglio la presenza di qualche segno che Ron fosse lì privo di sensi
ma ben nascosto,ma nessun indizio di dove potesse essere.
Grop sollevò alla sua sinistra,una catasta di legna che copriva una buca e sotto c’era un impaurito
Ron tutto sporco e dagli occhi sgranati che fissava il corpo del gigante atterrato da Grop.
Harry si avvicinò urlante a Grop; “Torna a casa che io mi occupo di Ron!”.
Ma le parole caddero nel vuoto,perché Grop si mise in spalla Ron e cominciò ad allontanarsi dalla
scena della battaglia.
Aveva fatto appena due passi che funzionari del Ministero comparvero dappertutto.
Hermione o qualcun’altro li aveva informati dello scontro,una voce famigliare interpellò Harry:
“Fortuna che c’ero io questa sera a guardia,il gufo mi si é parato davanti come un proiettile e ho
potuto organizzare gli aiuti!. State tutti bene?”.
Il viso sfigurato di Bill aveva una strana espressione di ansia,chissà quanto sarà stato preoccupato
alla notizia dell’attacco a Ron.
“Hei tu metti giù mio fratello!”.
Con le mani Bill faceva larghi gesti a Grop di posare Ron per terra.
Una volta che lo ebbe davanti lo esaminò,Ron era come se non sapesse dove era e perché era
lì,sicuramente aveva preso una bella battuta per essere così frastornato.
“Rinveni!”. Bill con la bacchetta fece un gesto che rianimò Ron,che con la vista
annebbiata,guardava Harry alternativamente a Bill: “Harry cosa ci fai tu qui,e dové Hagrid?”.
“Hagrid é a casa con Hermione,cerca di muoverti il meno possibile,hai preso una bella botta”.
“Si ma si riprenderà presto,é un Weasley e noi siamo corriacei”.
Il sorriso di Bill rincuorò Harry che aveva un’espressione preoccupata dipinta sul viso.
“Andiamo a casa”. Fù il commento di Bill prima di prendere Ron sotto braccio e sparire.
Giusto un attimo prima che Ron alzasse la mano destra per salutare Grop che seduto guardava la
piccola figura del rosso che barcollando si rialzava.
“Beh Grop grazie per aver salvato Ron,Harry si preparava a smaterializzarsi,quando un pensiero gli
balzò in testa,non era educato di abbandonare lì Grop dopo il salvataggio del suo amico,decise che
un’altra passeggiata non gli avrebbe fatto poi così male per tornare alla scuola.
Hermione e Hagrid li aspettavano alla capanna di quest’ultimo,sembrava che Hagrid non fosse
conciato poi così male,ma comunque Hermione gli aveva fatto un bendaggio per l’enorme testone
che doveva aver preso una botta.
I giorni successivi sguardi interrogativi scrutavano Harry,gli studenti avevano una domanda che per
paura del suo ruolo di professore non facevano ma si intuiva che avevano molto voglia di sapere
che cosa fosse successo quella notte.
La McGranitt era l’unica che aveva avuto un rapporto completo su quanto accaduto e di
conseguenza anche il signor Weasley,arrivato quella notte stessa aveva saputo dell’accaduto.
Prudentemente nessun altro era stato portato a conoscenza degli eventi.
Solo un ragazzo del terzo anno aveva coraggiosamente chiesto,se si era battutto contro otto giganti e
si era liberato da loro con un semplice incantesimo.
Harry dall’evidente esagerazione dei fatti non riuscì ad arrabbiarsi e gli sorrise,facendolo arrossire
fino alla punta delle orecchie.
La storia come tutte le storie che lo riguardavano assunse contorni sempre più fantasiosi,ma dopo
tutto teneva gli studenti occupati e non li faceva pensare al pericolo,che incombeva sempre di più
sulla scuola.
Harry era una specie di talismano,che al posto di allontanare i giovani studenti per il pericolo che
correvano a stare vicino a lui nella stessa scuola erano aumentati come nessuno avrebbe mai creduto
che fosse possibile.
La preside era contenta della scelta fatta di farlo entrare come insegnante,visto le pressioni che il
consiglio le aveva fatto per cercare qualcuno che fosse più maturo,ed esperto di lui.
Ma da una parte nessuno avrebbe mai accettato la cattedra con la minaccia incombente di
Voldemort,che era titolo fisso sulla Gazzetta del Profeta,con le sue azioni sempre più cruenti.
Dall’altra Harry era controllato dagli innumerevoli Auror che stazionavano fissi alla scuola,vero
motivo che ha indotto il Ministro a considerare la candidatura di Harry come possibile.
Questi erano gli argomenti che lui discuteva con Hermine la sera,e spesso alle loro riunioni
partecipava anche Ginny che sgattaiolava dentro la stanza di Harry con la sua complicità,le aveva
prestato il suo mantello dell’invisibilità.
Domani viene Neville a trovarci, ha aperto un negozio di piante magiche,indovina con chi?”.
Ginny aveva rivolto la domanda ad Harry evidentemente perché Hermione la sapeva già la novità.
“Non ne ho idea!”. Rispose Harry seccato,visto che era l’ultimo a sapere le cose.
“Con Luna,pare anche che si siano messi assieme seriamente,quei due!”.
Hermione aveva risposto senza staccare gli occhi dal suo libro,considerando scontato che fosse cosi.
Harry cambiò argomento,perché si sentiva punto: “Come và Ron, qualcuno a sue notizie,ieri era
ancora frastrornato quando lo ho visto alla Tana”.
“George é passato qui per rassicurarci,ma tu eri via e così ha lasciato a dirti che Ron é sempre un pò
confuso,ma stà migliorando”.
Un sollievo si dilatò dal petto di Harry come un nodo che si fosse disfatto.
Luna teneva Neville per mano mentre si stavano avvicinamndo al portale della scuola,Harry era
nella sua ora buca,e si era messo vicino alla capanna di Hagrid ad attenderli.
Era evidente che i due stavano insieme,e ancora più erano innamorati l’uno dell’altra.
“Ciao!”.
Esclamò Harry nel vederli entrare,ricambiato da un duplice sorriso,che la diceva lunga su quanto gli
amici tenevano a quella visita.
“Non vi abbiamo scordato,e siamo sempre intenzionati ad aiutarvi nella ricerca!”.
Neville era orgoglioso di aver sottolineato quelle parole,ci credeva veramente.
Harry sorrise ai loro amici,si senz’altro avrebbero fatto di tutto per aiutarlo,un calore avvolse il suo
stomaco,e un canto dentro di lui gli diede forza e fiducia.
Il giorno dopo avevano deciso di tornare alla Tana,per vedere come stava Ron e passare il fine
settimana con tutti ,visto che anche George e Fred avevano fatto sapere che ci sarebbero stati.
In effetti la casa era piena di gente,anche se ad Harry non sfuggìrono le occhiate che gli lanciavano
tutti,piuttosto preoccupate,pensava di averci fatto il callo,ma evidentemente non si era ancora
abbituato.
Ron dal canto suo era molto contento che avessero deciso di andarlo a trovare.
Perché non faceva altro che dare pacche sulle spalle ad Harry,ma di tanto in tanto,il suo sguardo si
annebbiava smarrendosi in qualche pensiero,che la sua avventura passata gli faceva rivivere.
All’arrivo del signor Weasley,lo stesso sguardo preoccupato era dipinto anche sul suo volto,ma
Harry distratto dalla cucina della signora Weasley non ci diede troppa attenzione.
Solo dopo cena e dopo una manciata di razzi luccichii, ultima invenzione dei gemelli,lanciati per
festeggiare lo scampato pericolo di Ron,il signor Arthur con fare da cospiratore,si sedette vicino ad
Harry.
“Sai é da quando sei tornato che aspettavo l’occasione per parlarti.
Anche Fred e George si erano seduti con aria tesa vicino al padre,che continuò a parlare.
I gemelli hanno saputo durante una missione loro affidata,che Tu-sai-chi avrebbe cercato di
uccidere Harry con un’imboscata,ma naturalmente tutto l’Ordine sarebbe intervenuto per
proteggerlo,anche se non ci sarebbe stato bisogno.
Allo sguardo interrogativo di Harry il signor Weasley,con una nota di imbarazzo continuò; “Si dopo
la tua.....si insomma quello che hai fatto,sei il simbolo della Fenice,almeno molti di noi ti
considerano così!”.
Dunque era questo che pensavano di lui,Harry intuii come se gli avessero dato una scossa per fargli
muovere le rotelle del suo cervello.
Era considerato una sorta di emanazione della Fenice.
“Beh ti dicevo di quel progetto che Tu-sai-chi ha in mente,pensiamo che sia presto che voglia
realizzarlo,e a questo proposito,c’é qualcuno che verrà a trovarci oggi che potrebbe aiutarci”.
Passò un quarto d’ora mentre George spiegava a Harry come erano arrivati a quella conclusione
partendo da un mago che li aveva contattati nel loro negozio e delle piste che successivamente
avevano seguito per scovare un seguace dei Mangiamorte che aveva confessato il piano del suo
capo.
La spiegazione era in pieno svolgimento,quando una figura alta e con un altrettanto alto
cappello,comparve nel vialetto davanti alla Tana.
Il signor Weasley interruppe la spiegazione del gemello; “Ecco Evanius un mio collega che lavora
all’ufficio degli indicibili,ti potrà essere d’aiuto”.
“Harry Potter,non sai il piacere di incontrarti”.
Con un sorriso che dagli occhi non trapelava,il mago si sedette vicino a Harry mentre quest’ultimo
guardava il signor Weasley interrogativo,ma di rimando ebbe solo un sorriso stiracchiato.
“Anche la tua ultima apparizione al Ministero ha lasciato una traccia indelebile ,se ne parlerà per
anni!”.
“La mandata il Ministro?”.
Rispose per niente arrendevole Harry”.
“No!”. Questa volta il sorriso era vero,e si allargava da una parte all’altra della bocca dello strano
Indicibile.
“Anzi ti sarei grato se non ne facessi parola con altri al di fuori della cerchia della famiglia del
nostro caro Arthur”.
Una pausa per notare la reazione di Harry,il quale non ne ebbe.
“Non nego che molti sarebbero per lo meno curiosi di sapere da tè di tutte le tue avventure,ma
questa volta l’idea é stata di Arthur,presumo che voglia darti una mano”.
Lo sguardo di Harry cadde sull’espressione del capo famiglia Weasley,che fece un’espressione
complice,del loro discreto colloquio.
Evanius con un espressione ancora più misteriosa si avvicinò a Harry e quasi gli sussurrò; “Bisogna
che una di queste sere tu venga al Ministero,c’é qualcosa che devi assolutamnte verificare!”.
La frase piombò nello stomaco di Harry come un macigno,già ritornare al Ministero come aveva
fatto l’ultima volta,era un pensiero sgradevole,aveva passato giorni interi per rimettersi da quella
esprerienza.
Anche se si fidava del padre Weasley,non era sicuro che gettarsi in un’altra avventura fosse la cosa
più giusta da fare ora,tra la scuola e la caccia all’ultimo Horcrux,e poi a Voldemort,gli assorbiva
tutto il tempo.
Ma l’indicibile sembrava che avesse previsto quella reazione e questa volta a voce più chiara e forte
disse: “E’ molto importante che tu visiti una delle nostre stanze più nascoste e segrete,la stanza
dell’amfiteatro,dove l’antico velo divide il mondo dei morti da quello dei vivi!”.
Lo stomaco che prima era occupato da un macigno,ora si era espanso come se quel macigno si fosse
dilatato,Harry boccheggiava rispondendo; “Quella che ho visto il giorno che Sirius é morto?”.
“Si é uno dei nostri segreti più importanti,tu devi fare la conoscenza con quel mistero!”.
Harry era separato dal mondo che lo circondava da una spessa barriera,la coscenza che lui non
faceva parte nemmeno del mondo magico,era diverso anche da quello,ora ne aveva la netta
sensazione.
Con la testa anuii,per dire che era daccordo con l’Indicibile,forse avrebbe rivisto Sirius,e gli altri.
“Tutto bene,sembra che tu abbia ingoiato della Puzzalinfa”.
Il viso di Ron entrò nella sua visuale e in qualche modo lo riportò nel mondo.
“Si ha bisogno solo di riposarsi,é sempre così sottoposto a stress,che un pò di riposo non potrà che
fargli bene”.
La risposta era venuta dal mago che sistemandosi il cappello si alzò,e si diresse verso l’uscita della
Tana,Harry aveva la sensazione che lo avrebbe rivisto molto presto.
George guardando Harry che a sua volta era ancora rivolto verso il vialetto dove era scomparso il
mago; “Nostro padre lo rispetta molto, dice che é uno dei più validi dell’intero Ministero”.
Ma il signor Weasley alzandosi non commentò lasciando Harry che prendesse le sue decisioni da
solo.




Cap 23
Un atto disperato,il rapimento di Edvige
A Hogwarts non si sentiva altro che susurrare le prodezze di Harry ,il quale faceva di tutto per
minimizzarle e per dargli la minor importanza,ottenendo l’effetto contrario.
Oramai la fantasia era oltre ogni limite e controllo.
La preside era ormai roca per sgolarsi a smentire,ed anche lei si era demoralizzata,e non cercava più
di soffocare le voci,semplicemente le ignorava.
Risultato che le lezioni erano scrupolosamente tenute a porte chiuse,per impedire che orde di
ragazzini assistesseso di nascosto,sperando in una qualche magia di quelle assurde che erano
imputate a Harry .
Ora i lazzi non erano solo dagli studenti,ma anche dal corpo insegnanti ne arrivavano di frecciate
La Cooman gridava fra i fumi dell’alcool,che Harry le aveva confidato che lei aveva predetto che
Harry sarebbe diventato immortale.
Visto il pericolo di tale affermazione la McGranitt aveva minacciato la professoressa di
divinazione,che un’altra storia assurda come quella e sarebbe stata cacciata dalla scuola.
Fù Harry che prese le difese della Cooman,suggerendo alla preside che se l’avese licenziata,lui
avrebbe corso un grave pericolo,visto che in confidenza lei aveva fatto la profezia su di lui e
Voldemort!.
La McGranitt era così scioccata che se ne andò nella sua presidenza senza proferir parola,nessuno la
vide per tutta la giornata.
Le visite di Neville e Luna,si susseguivano regolarmente,la ricerca dell’ultimo Horcrux era per tutti
di vitale importanza,anche se i risultati erano nulli, dell’oggetto nessun indizio.
Fù poco prima di Natale che Luna durante le loro riunioni,uscì con una frase che gelò Harry.
Erano nella stanza di Harry Ron era come al solito,immusolito,per via del suo lavoro al
Ministero,gli erano affidate creature disgustose da controllare,mentre accusava i suoi amici,di
spassarsela a Hogwarts,a niente erano valse le proteste sia di Harry che Hermione,il suo umore
rimaneva cupo.
Luna uscì con una frase,buttata lì più per sfogarsi della frustrazione che per dire qualcosa di utile:
“Sarebbe meglio interrogare il Capello parlante,visto i risultati”.
Harry si alzò di colpo,come se una scopa invisibile,lo avesse colpito alla schiena.
“Cosa,cosa hai detto!”.
La guardò improvvisamente come se fosse la persona più importante al mondo.
“Beh era solo uno sfogo,visto che il capello magico da consigli avevo pensato,no nulla era solo...”.
“Certo il capello,é lui che mi ha dato la spada di Goldrig Grifondoro,forse sà dove é nascosto
l’ultimo oggetto appartenuto a lui!”.
Abbracciò Luna con foga,tanto era l’entusiasmo della scoperta.
Neville li guardò come se fosse uscito da una trance; “Cosa il cappello”.
Balbettò.
Hermione balzò in piedi lasciando cadere l’immancabile libro che stava in moco annoiato
consultando: “Cosi può essere,visto che una volta ha funzionato e poi non abbiamo altri indizzi,cosa
ci costa provare”.
Ron cambiò umore all’improvviso,interessandosi della conversazione: “Come faremo ad entrare
nell’ufficio della preside,le chiediamo se ci può lasciare il cappello per un pò,visto che comincia a
fare freddo”.
Nessuno colse la battutta ognuno impegnato a riflettere su come entrare senza creare sospetti.
“Ma certo che per tè Harry non sarà un problema,o per tè”.
Ron si voltò a guardare Hermione;”Visto che lavorate qui a Hogwarts,entrate nell’ufficio della
preside con una scusa,quando lei non c’é,per interrogare il cappello!”.
La voce di Ron era con un tono di che denunciava la sua invidia,non aveva mai perdonato sia a
l’uno che all’altra di essere là,insieme e lui a lavorare per l’ufficio controllo delle creature
magiche,un lavoro che non gli piaceva,lontano dai suoi amici.
“Ron,lo sai che non é colpa nostra che tu non puoi essere qui con noi a Hogwarts”.
La voce stanca di Hermione,ripeteva la stessa cosa che molte volte gli avevano ripetuto sia lei che
Harry,ma senza convincerlo.
La testa di Ron si abbassò come se il peso di quelle parole fosse posato sul suo collo: “Già,ma
io,mi....”.
Non finì la frase,tanto conoscevano già la risposta.
Hermione per distendere esclamò: “Allora Harry ed io cercheremo di entrare domani nell’ufficio,e
poi domani sera ci ritroveremo qui per fare il punto sulla situazione!”.
Tutti furono d’accordo ed ognuno si mosse per rientrare,mentre Harry tirò un respiro di sollievo.
La mattina dopo Hermione aveva stabilito di vedersi con Harry nella sala comune,per fare un piano.
Hagrid era vicino a loro e inevitabilmente sentì il loro progetto; “Se dovete cercare qualcosa dalla
Preside,fatelo verso le due di questo pomeriggio,ho sentito che la sentono al Ministero per le nuove
cose..la per la sicurezza,e non ci sarà alla scuola,e voi due stati attenti a non cacciarvi nei guai come
al solito!”.
Harry fece un sorriso a Hagrid,che arrossendo si concentrò sulla sua colazione.
Verso le due Hermione e Harry,come due cospiratori,per caso si trovarono nel corridoio davanti al
Gargoye che nascondeva la scala a chicciola che portava all’ufficio della McGranitt.
Neville e Luna ,comparvero poco dopo e come stabilito,si misero come due che aspettassero
l’arrivo della preside per un colloquio,mentre in realtà facevano la guardia che nessuno disturbasse
la ricerca degli altri.
Hermione facendo un sospiro per prendere coraggio,pronunciò la frase che permetteva di accedere
all’ufficio; “Qudditch”. Esclamò,e il passaggio si aprì rivelando la scala che subito si mosse per
portarla con Harry sul piano della stanza.
Dentro Harry riconobbe il solito ronzio dei vari marchingegni che sbuffando emettevano vapore.
Una stretta al cuore,quell’atmosfera,quei quadri che raffiguravano i presidi che si erano succeduti
nei secoli a Hogwarts,ricordavano il dolore per la scomparsa di Silente.
Dippets l’odioso preside che era appartenuto ai Serpeverde guardò la porta aprirsi e cominciò ad
urlare mettendo in allarme anche gli altri che sonnecchiavano dentro le loro cornici.
“Chi é che entra di soppiatto senza mostrarsi,quando la preside non é presente!”.
Hermione aveva insistito,perché entrassero,coperti dal mantello dell’invisibilità,per non essere
riconosciuti e traditi durante la loro missione di ricerca.
Il ritratto di Silente cominciò ad agitarsi.
Harry vi si diresse,e proprio davanti,alzò leggermente un lembo del mantello per essere
riconosciuto,solo da lui.
“A sei tu,mi domandavo quando saresti venuto”.
Pronunciando queste parole alzò la sua bacchetta per sigillare il suo quadro,per impedire che altri
potessero vedere con chi stava parlando.
Gli altri direttori erano affacciati alle cornici vicine a quella di Silente,ma non riuscivano a vedere il
suo interlocutore,facendo mormorii rabbiosi.
“Siamo qui perché abbiamo scoperto quale potrebbe essere l’ultimo Horcrux ancora rimasto
intatto!”.
“Dunque hai scoperto gli altri,me lo aspettavo da tè,e dimmi dove, quale sarebbe?”.
Il volto impassibile di Silente scrutava Harry da dietro le sue lenti.
“E’ qui ed é uno degli oggetti appartenuti a Goldrig Grifondoro,noi pensiamo che sia custodito dal
cappello parlante!”.
“Vai avanti”. Fù la risposta laconica del ex-preside”.
“Il pugnale,è lui che pensiamo,sappia dove si trovi,ed é per questo che siamo qui!”.
“Hhuumm....forse é una buona idea,val la pena di tentare”.
Il volto corrugato di Silente dava ad Harry l’impressione che l’ipotesi fosse per lo meno
possibile,anche Hermione lanciando un’occhiata a Harry era visibilmente impaziente di controllare
se.
“Provate,ma un attimo Harry é da molto che volevo dirti che mi dispiace per non averti dato ascolto
al riguardo di Severus,ma devi capire una cosa,che é molto importante!”.
IL viso del expreside,esprimeva preoccupazione e dolore,abbandonando la sua solita serenità.
“Dobbiamo dare una seconda possibilità,perché sbagliare é umano,e gliela dovevo,ora sò da
Minerva che é morto,per causa della maledizione fallita,su di tè,ma non devi pensare che fossi stato
ne leggero ne imprudente,anche se ho pagato di persona il mio giudizio,ricordi quanto ti ho detto
che le persone estremamente intelligenti,tendono a fare errori più eclatanti?”.
Harry acennò con la testa che se lo ricordava,le lacrime erano inopportunamente,vicino a sgorgare
dai suoi occhi,distolse lo sguardo dal ritratto.
“Beh adesso dovete cercare prima che si accorgano che siete qui senza permesso”.
Silente aveva congedato i due.
“Approposito,auguri per la vostra carriera di insegnanti!”.
La frase,Harry intuiva che Silente l’aveva pronunciata per risollevare il morale,e il suo sorriso di
comiato, confermava ciò.
Coperti dal manto,e seguiti dal mormorio degli altri presidi si diressero verso la bibblioteca che
conteneva il cappello parlante.
Harry con decisione se lo inforcò sulla testa,risvegliandolo dal suo torpore.
“Ha, sei tu”.
Ti prego non pronunciare il mio nome siamo qui per uno scopo,e preferiamo restare in incognito!”.
Harry aveva interrotto il cappello,prima che dicesse a tutti i ritratti che si stortavano per capire chi ci
fosse dietro al manto.
“Ha, e perché dovrei mantenere il silenzio”.
Il copricapo contorse la punta come qualcuno corrugasse la fronte in segno di dubbio su cosa
pensare.
Hermione parlò e spiegò a grandi linee la loro scoperta,di nuovo il cappello si contorse.
“Certo che posso darvi il pugnale di Grifondoro,ma mi é stato consegnato da lui stesso e non
ricordo che avessi avuto la consegna di restituirlo se non al legittimo proprietario!”.
Hermione ancora più perplessa di lui gli fece osservare; “Te lo ha dato prima o dopo di essere
morto?”.
Harry guardò Hermione come se fosse matta.
Ma il pezzo di stoffa inaspettatamente replicò: “Adesso che me lo fai presente,penso dopo,é strano
tutto ciò!”.
“Non é strano se pensi che sia stato un’altro,a dartelo facendosi credere,il legittimo proprietario!”.
Harry sorrise,era forutnato ad avere un’amica come lei.
“Adesso che me lo fai pensare,si é strano!”.
“Allora possiamo averlo?”. La voce di lei uscì con un ansia malcelata.
“Dovete volerlo veramente,solo così,potrà uscire dal mio interno”.
IL cappello detto ciò,si riaflosciò, segno che la conversazione era finita,fù di nuovo posato sullo
scaffale della bibblioteca, sua normale dimora.
Harry si concentrò come mai aveva fatto.
Anche Hermione era tesa,gli occhi chiusi serrati si spremeva la mente per volere con tutte le sue
fibre di veder comparire,il pugnale tanto cercato. Ma niente nonostante tutti gli sforzi, nulla uscì dal
cappello.
Harry era al limite della sopportazione,dovevano andare via prima che tornasse la preside ed erano
vicini,molto vicini al loro scopo di distruggere l’ultimo oggetto che contenesse l’ultima parte
dell’anima di Voldemort,e dovevano rinunciarvi,proprio adesso.
Una rabbia mista a una determinazione che mai aveva provato,stava per levarsi il mantello
furibondo,ma si al diavolo la segretezza ormai non gli importava più nulla solo scoprire l’Horcrux
era importante.
Quando dall’interno della tesa consunta dal tempo brillò qualcosa,era lei la lama impestata di pietre
preziose di Goldrig Grifondoro.
Harry con mano indecisa prese l’impugnatura e mise l’oggetto sotto il manto lanciando un occhiata
a Hermione che aveva gli occhi dilatati dall’emozione, si diressero verso la porta mentre una voce
alle loro spalle diceva; “Buona fortuna Harry!”.
Il ritratto di Silente in modo inspiegabile aveva scoperto chi fosse l’invisibile visitatore dell’ufficio
della preside.
Hermione era agitatissima, si diressero ancora nascosti verso l’aula di Harry e una volta entrati si
chiusero dentro.
“Perché Silente ci ha scoperti?”.
La domanda di Hermione le sgorgò come un fiume in piena si vedeva che non riusciva a trattenersi
dal porla.
“Non lo sò,immagino che...!”.
Harry si era spostato verso la finestra mentre che pensava e rimase paralizzato vedendo qualcosa là
fuori.
“Edwige,ma cosa.....é lui maledetto!”.
Harry si precipitò verso le scale lasciando Hermione da prima esterefatta ma subito dopo lazò verso
la finestra,e per poco non svenne,fuori nel parco semi nascosto dai primi rami della foresta
incantata,c’era una figura vestita di nero,che teneva una civetta bianca come la neve in mano e la
teneva alzata verso la finestra come a mostrarla,il viso della figura era bianco e le mani lunghe
appartenevano a Lord Voldemort!.
Harry faceva gli scalini due a due urlando ai ragazzini di farsi da parte mentre che come un turbine
passava davanti a loro.
Anche due Auror che erano di guardia davanti al portale della scuola rimasero impietriti davanti al
furioso Harry che correva a più non posso,verso la foresta.
Tonks uno dei due Auror che erano di guardia all’ingresso vedendo la furia di Harry intuii che
qualcosa di grosso stava per accadere,estraendo la sua bacchetta corse dietro ad Harry,il volto
mostrava la paura di quello che stava pensando.
Harry era già al limitare del bosco,quando prese ad urlare: “Vieni fuori,maledetto,te la prendi
sempre con i più deboli ma se vieni fuori possiamo regolare i nostri conti,una volta per tutte!
Urlava senza ritegno la bacchetta scintillava di scariche rosse dorate tanto era arrabbiato.
Nella sua testa comparve un pensiero, Presto presto ci vedremo,tu e io.
Harry si girava e rigirava come per intuire da dova venisse quella voce,ma poi dovette arrendersi
all’evidenza era nella sua testa che Voldemort aveva lasciato il messaggio,poi una lunga risata
agghiacciante fredda.
Tonks respirava a fatica nel momento che riuscì a raggiungere Harry,gli diede un’occhiata
preoccupata, quasi di paura nel notare l’espressione del suo volto.
“Era quello che penso?”.
Disse ansante.
“Si era Voldemort,ha rapito Edwige,il mio gufo!”.
“Harry, ti rendi conto di quello che sei!”.
La voce di Tonks era preoccupata,non per l’atto eferrato appena compiuto da Voldemort,ma per un
qualcosa che evidentemente aveva visto in lui.
“Non capisco di cosa stai parlando,Voldemort ha appena rapito il mio gufo e tu perdi tempo
a...beh!”.
Non sapendo come finire la frase,girò sui tacchi e ritornò verso il castello.
Era così arrabbiato e in ansia per la sorte dellla sua civetta. All’ingresso si accorse che aveva
provocato un bel trambusto,alcuni studenti erano lì,con sguardi spauriti,e alla sua vista si fecero da
parte,come se avesse qualche malattia contagiosa.
La McGranitt arrivò trafelata,seguita da Hermione; “La professoressa Hermione mi ha appenna
detto che Tu-sai-chi é,era qui a scuola?”.
Un grido di spavento corse lungo gli studenti assiepati vicino a loro,avidi ascoltare gli avvenimenti.
“Si e ha rapito la mia civetta!”.
“Ha rapito cosa?”.
“La mia civetta,ne possiamo parlare nel suo ufficio?”.
“Si é meglio così!”.
Gli studenti delusi seguirono con lo sguardo Harry, Hermione e la Preside che si dirigevano verso la
scala che portava verso la direzione. Senza dubbio quella sera sarebbero circolate molte voci su
quella strana scomparsa,con ripercussioni anche sulla fiducia dei genitori che non avrebbero
considerato i propri figli al sicuro nella scuola.
“Harry dobbiamo fare qualcosa per impedire che il panico dilaghi nella scuola e tutti questi fatti non
aiutano a migliorare la nostra situazione”:
Il capello della Preside era storto sulla sua testa,era evidente che era da poco rientrata dalla sua
visita,quando era stata rapita Edvige,almeno così pensava Harry mentre che rispondeva; “Cosa ci
posso fare,io sono venuto qui per tenere su la scuola della quale anch’io sono affezionato,ed ora
anche la mia civetta é stata coinvolta,ed é stata una mossa per costringermi ad uscire allo scoperto
da Voldemort,vuol dire che oramai siamo alla conclusione di tutta questa soria!”.
Quasi urlò la sua risposta,la McGranitt era rimasta di sasso da quella sfuriata,ma si riprese subito e
con la voce leggermente incrinata; “Immagino...immagino di si che siamo alla battuta finale
Harry,che ne sarà di tutti noi,della scuola”.
“Farò in modo che la scuola resti aperta,era la vita di Silente,ed é stato l’unico posto dove io mi sia
mai sentito a casa,farò di tutto perché ciò accada!”.
La determinazione della sua voce,rinfrancò la preside,che riprese un pò di colorito.
“Cosa intendi fare adesso Harry?”.
“Devo terminare una cosa e poi andrò a cercare Voldemort,ecco cosa!”.
Il volto della maga si sbiancò,le mani tremarono e la mascella si muoveva senza riuscire a
formulare una frase.
Harry pensò che era meglio andarsene,aveva detto tutto quello che c’era da dire al
proposito,nell’uscire guardò il ritratto di Silente,che tranquillo fece un gesto di assenso,mentre tutti
gli altri presidi,agitati parlavano tutti insieme e passavano da una cornice all’altra per farsi
sentire,ma Harry non aveva tempo per dargli ascolto,doveva andare a distruggere l’ultimo
Horcrux,e poi se la sarebbe vista con Voldemort,e si sarebbe ripreso anche la sua civetta!.
Hermione che per tutto quel tempo era stata muta ascoltatrice della conversazione seguì Harry muta
fin dentro la sua stanza,prima di parlare.
“Ti rendi conto Harry che ormai é quasi arrivata l’ora.....beh diamoci da fare per scoprire il modo di
distruggere l’horcrux che ancora é nascosto dentro al pugnale di Grifondoro!”.
Harry senza rispondere mise sullla scrivania l’oggetto che brillava di una luce propria,e sospettava
che non erano i rubini di cui era tempestato a farlo luccicare,ma una presenza malvagia dava origine
al bagliore.
Hermione puntò la bacchetta verso il tavolo esclamando; “Speciali revelo!”.
Il pugnale mostrò come una sorta di mano fumosa che brandiva l’impugnatura sollevandolo per aria
in atteggiamento aggressivo,minacciado i due ad avvicinarsi o aggredirlo.
Harry si mise davanti a Hermione che aveva indietreggiato alla reazione dell’arma.
La punta era minacciosamente puntata contro Hermione,Harry sfoderando la bacchetta Urlò;
“Proteggo!”.
La lama si scagliò contemporaneamente al suo grido verso la gola di Hermione ma la protezzione di
Harry la deviò,trasformandola in una specie di missile teleguidato che Harry aveva visto in una
trasmissione Babbana alla tv.
Facendo un giro circolare intorno alla stanza come a trovare un punto debole dal quale colpire
Hermione, lei era paralizzata e fissava i movimenti come se avesse davanti un serpente a sonagli
che la teneva ipnotizzata incapace di reagire alla sua minaccia.
Le ampie giravolte e virate brusche che la lama compiva servivano a depistare gli incantesimi che
Harry lanciava per bloccare l’oggetto nella sua corsa assassina.
Si muoveva sempre più velocemente in cerchi e voluttà brusche,quando la porta della stanza si aprì
e un ingnaro Ron si affacciò dentro,il pugnale subito si scagliò contro di lui,la visione fugace di Ron
che chiudeva la porta, fece in modo che la lama si impiantasse nel legno della porta dando ad Harry
un attimo di tempo per formulare; “Collo a portis!”.
IL coltello non riusciva a liberarsi dal legno,incollato dalla magia.
Hermione si risvegliò dal torpore provocato dall’oggetto,avvicinandosi alla porta ancora ansimando
dallo spavento: “O..ra puoi entrare Ron, Harry lo ha bloccato!”.
La porta si aprì e uno scudo tremante entrò dallo spiraglio, dietro c’era Ron che lo teneva con mani
tremanti: “Ho pensato che se si fosse liberato questo sarebbe servito”. Quasi a scusarsi della sua
idea.
Dal corridoio una voce di una qualche armatura protestava urlando; “E’ mio ridammelo”.
Ron ben nascosto dietro lo scudo avanzò dentro la stanza, Harry era sul punto di ridere vedendo la
situazione,Hermione era sudata con gli occhi sbarrati, lo scudo danzava nell’aria avvicinadosi a lei e
tutti fissavano la porta come se fosse un mostro che stesse per scatenarsi.
A Harry venne un’idea, cerco il suo tagliacarte sulla scrivania,si avvicinò alla porta e si ferì nel
braccio tagliandosi e facendo scorrere due gocce di sangue sull’impugnatura che mandava bagliori
sinistri.
Appena il sangue toccò l’elsa,i bagliori si spensero di colpo,la magia posta da Voldemort aveva
ottenuto il prezzo ora poteva essere impugnato!
Hermione aprì la bocca come avrebbe fatto il miglior Ron senza capire perché Harry era riuscito a
trovare il modo di rendere innoqua quell’arma.
Harry si affrettò: E’ stato Silente a mostrarmi come fare a entrare grotta la sera in cui é
morto,pensavo che potesse funzionare e così...
“Ron esclamò: Però ha funzionato!”.
Era allegro,mentre si avvicinava ad esamiare l’oggetto.
Hermione invece era diffidente come se si aspettasse una qualche trappola difensiva.
Harry non fece a tempo a fermare la mano di Ron,il quale aveva già impugnato l’arma.
Successe tutto in un lampo dall’impugnatura uscirono quattro lame piccole e sottili ,che trafissero la
mano che la impugnava,da parte a parte.
Ron con gli occhi fuori dalle orbite cerco di staccare la mano dall’elsa ma le lame glielo
impedivano, Harry gli bloccò la mano per impedirgli farsi ancora più male il sangue nel frattempo
scorreva lungo il braccio copioso. Hermione era così spaventata che rimaneva paralizzata ,il sangue
le era defluito dal volto,metre gli occhi si erano sgranati dall’orrore.
Harry urlò un altro trabocchetto di Voldemort!”.
La sua mente era in un vorticoso caos mentre che pensava,ha avuto il suo pagamento di sangue,cosa
vuole adesso per richiudersi?.
Senza sapere perché appoggiò la lama sulla ciccatrice,e le lame che stavano trafiggendo la mano di
Ron scomparvero.
“Co..oo.oome stai?”.
La voce gli uscì strozzata dalla gola,mentre che Hermione riprendendosi dallo spavento fece
un’incantesimo Coagulo!,con la bacchetta,fermando il sangue che sgorgava copioso,dalla mano del
sofferente Ron.
“Andiamo da Madama Chips”. Disse avvolgendo con un asciugamano che Harry le aveva
rimediato,la mano dolorante.
Harry vide allontanarsi i due amici,che imboccarono la scale per l’infermieria,ma non si mosse per
seguirli,aveva preso la sua decisione era l’ultima volta che li vedeva.
Hermione scese fino all’infermeria per aiutare Ron che si lamentava debolmente a ogni passo.
L’angoscia che provava per l’accaduto era mischiata a qualcosa che non capiva.
Madama Chips appena li vide,con Ron che aveva l’asciugamano intriso di sangue,subito lo fece
distendere su di un letto.
“Non é una ferita magica, sono solo lame,le curerò in un baleno.
Il petto di Hermione non si scioglieva dalla morsa che la opprimeva,ma ancora non capiva il perché.
La certezza la colpì quando si voltò a cercare Harry,che non era lì a vedere come stava il suo amico.
Dopo due minuti di incertezza non potè resistere,Ron era ormai tranquillo e in mani capaci. Corse
sù per le scale fino alla stanza di difesa contro le arti oscure,era vuota!.
Harry non era rimasto come un barlume di speranza le aveva suggerito,a guardia del pugnale di
Grifondoro,infatti tutti e due erano spariti,la conferma terribile dei suoi sospetti era avvenuta.
Era partito e per sempre per combattere la sua ultima battaglia contro Voldemort.
Aveva deciso di farlo da solo,come un pò era sempre stato contro colui che gli aveva portato via
tutti coloro che per lui più contavano,i genitori, Sirius ,Silente.
Anche la ragazza che era fatta per lui Ginny l’aveva allontanata,per paura che potesse essere
uccisa,o per lo meno usata per fargli del male,ed ora l’ultima beffa anche la sua civetta Edvige era
stata rapita,per schernirlo.
Lei capiva che vedere Ron ferito,era l’ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso della
pazienza di Harry,.
L’ultimo Horcrux era stato trovato,il solo motivo che aveva indotto Harry a restare in quella vita
che gli era preclusa,la scuola che tanto aveva amato,o come lui la chiamava la sua casa,i suoi amici
erano definitivamente relegati in un altra vita,un altro mondo.
I pensieri dell’abbandono che le passavano per la testa,furono interrotti bruscamente dalla voce di
Ginny: “Dove sono tutti quanti?”.
Lo sguardo vagava per la stanza,quasi disperato,come se sapesse.
“Ron é in infermeria,si é ferito ma stà bene”.
Il viso di Ginny si traformò in una maschera di terrore.
“Harry Harry se ne andato,per sempre!”.
Si abbracciarono cercando nell’altra la forza di accettare quell’ultima grande pena,quello che pur
sapendo che sarebbe o prima o poi successo. In tutti i modi avevano cercato di ricacciare dentro nel
profondo del loro esere,la terribile verità che Harry da ora in avanti avrebbe combattuto per la
propria vita,contro un avversario che era infinitamente malvagio e crudele!.
Armato solo del suo amore.
Ginny piangeva senza più tenersi,come se coltelli le stessero trafiggendo il cuore,mormorando;
“Non é mai stato mio,anche se mi é appartenuto fin da quando lo visto per la prima volta,l’ho subito
amato, fin dai primi sguardi,ora voglio solo stare con lui combattere con lui,non importa il rischio
che posso correre, devo ritrovarlo!”.
Hermione abbassò lo sguardo triste: “Lui ti ama ma non si farà trovare da te ne da noi,almeno non
finchè avrà terminato la sua guerra contro Tu-sai-chi,ha trovato l’ultimo pezzo dell’anima di
Voldemort ed ora lo stà cercando,perché uno dei due non può vivere se l’altro non muore!”.
Il volto pieno di lacrime di Ginny era congelato in un espressione di stupore misto a paura,a sentire
le parole di Hermione,la quale gli raccontò della profezia,a quel punto pensava che raccontandogli
tutta la verità sulla loro ricerca,sulla preparazione che Silente aveva fatto per dare una possibilità a
Harry di riuscire nell’impresa di combattere Voldemort a armi pari.
La decisione di raccontarle tutto era per Hermione una specie di ricompensa per tutto il dolore che
stava provando,ma sopratutto darle una speranza che tutto non era perduto,anzi!.
“Andremo a cercarlo vero?, riusciremo ad aiutarlo non possiamo restare qui,non ora,sono restata in
questa stupida scuola solo perché c’era lui,ma adesso non me ne importa più nulla,e poi fra due
mesi sarò maggiorenne”.
Hermione fece un cenno con la testa debole ma il suo era un assenso.







Cap 24


L’ES si mobilita



Harry stava camminando su una strada affollata di Babbani, il centro di Londra era come al solito
caotico,passanti indifferenti scorrevano come immagini di un cinema Babbano.
Nessuno pareva rendersi conto di chi per un attimo stava sfiorando,in quella assurda corsa che molti
chiamano vivere.
Una pioggia fredda e poco amichevole batteva i passanti come gli edifici,rendendoli ancora più
tetri.
Il Ministero era lì vicino forse ad un solo isolato.
La prima volta che aveva percorso quella strada,era in compagnia del signor Weasley,per l’udienza
che aveva subito.
Ritornò sui suoi passi e finalmente ritrovò la stradina che portava verso l’entrata dei visitatori,la
vecchia cabina era là come quando aveva combattuto per scoprire la profezia.
“Nome e scopo della visita”.
La voce fredda femminile aveva parlato ed era preparato alla risposta; “Neville Paciock,vengo a
visitare il signor Evanius”.
Sperava che nessuno andasse ad avvertire l’Indicibile del suo arrivo e scoprisse presto che in realtà
lui era Harry.
Una spilla scese dalla bocchetta del resto monete,e la cabina prese a scendere.
La spilla recava la scritta Neville,aveva contato su questa mancanza di verifiche per conservare
l’anonimato,almeno finchè avrebbe potuto,doveva ancora superare il Guardimago,al controllo
bacchette.
Nell’androne principale la solita confussione di maghi che entravano e uscivano incessantemente.
Aveva contato su questo per provare il modo di entrare senza che nessuno notasse chi era in realtà.
La sicurezza era molto aumentata da quando era stato là l’ ultima volta. Auror dall’aria arcinia
stavano controllando file ordinate di maghi che pazientemente aspettavano il loro
turno,evidentemente era prassi ordinaria il controllo.
L’agitazione prese Harry in fila per entrare,forse quella visita era troppo rischiosa,ed era stato
avventato presentarsi così senza un piano o qualcuno che lo aiutasse,ma ormai andarsene avrebbe
attirato certamente l’attenzione di qualcuno,doveva restare lì.
Un mago davanti a lui borbottava; “Tutte le volte che vengo qui sono almeno due ore di attesa,se
poi non scatta un allarme,in quel caso si perde tutta la mattinata!”.
Harry aveva coperto la ciccatrice accuratamente per evitare le solite espressioni di stupore,e si era
fatto un incantesimo trasparente per gli occhiali,che Fred gli aveva insegnato,tutto sommato il mago
che gli aveva rivolto la parola non dava segno di accorgersi con chi stava parlando,era un segno
incoraggiante.
L’orologio dell’atrio segnava ormai una buona mezz’oretta di coda,maghi in corsie preferenziali
scorrevano rapidi,evidentemente erano alti funzionari del Ministero,uno di questi fece battere forte
il cuore di Harry era Evanius,che ad un suo cenno di saluto si blocco stentando di riconscerlo,quasi
dalla sorpresa pronunciò il suo nome riconosciutolo,ma lo afferrò per il braccio tirandolo fuori dalla
fila,mentre leggeva la targhetta che portava appuntata sul petto con il nome falso scritto sopra.
Gli altri maghi cominciarono a interessarsi a quel ragazzo che aveva attirato l’attenzione di un
personaggio che viaggiava nella corsia preferenziale.
“Ma sei matto a presentarti così senza dirmi nulla e poi con un nome falso!”.
Lo strattonò verso il controllo prima che qualcuno potesse accorgersi di chi fosse.
“Come pensi di poter passare la sicurezza senza essere identificato”.
Un Auror arcigno si mise davanti a Harry per controllarlo,ma una mano di Evanius gli impedì di
compiere la perquisizione e il controllo identificativo.
“E’ con me Hopkins,garantisco io per lui!”.
L’auror poco convinto si fece da parte,non prima di aver lanciato una lunga occhiata al volto di
Harry,come a tamparsi bene i suoi lineamenti nella memoria.
In un istante si ritrovò a scendere le scale che portavano verso i sotterranei,fino alla famigliare scala
a chicciola che portava verso la parte più segreta del Ministero.
Un altro Auror era a controllare che solo gli autorizzati scendessero la sotto,questa volta
Evanius,senza farsi accorgere del movimento fece un gesto alla spilla che Harry portava facendola
diventare di un colore viola con riflessi dorati,e il nome scritto si trasformò nel suo.
La bacchetta del guardiano emise un suono che a quanto pare era quello giusto perché senza fare
domande si scansò per lasciarli passare.
La spilla doveva contenere una qualche autorizzazione dopo la magia dell’Indicibile.
Passata la porta la magia che rendeva invisibili i suoi occhiali svanì.
Evanius lo anticipò: “Nessuna magia può passare questa porta, mostra tutti come sono in realtà,per
evitare che qualche mangiamorte riesca a introdursi di nascosto,nemmeno la Pozione polisucco
riesce a passare,é per questo che ti ho traformato la spilla, il nome deve corrispondere a chi la
indossa!”.
Harry si sentì stupido con il suo ingenuo piano di entrare lì senza essere riconosciuto.
La stanza nella quale entrarono era quella dell’anfiteatro,con in fondo l’arco su cui era posto il velo
dietro il quale era scomparso Sirius,il cuore arrivò in fondo ai piedi,e le gambe tremarono
inpercettibilmente.
“Questa é l’anfiteatro del velo dell’Ade,é forse la più segreta e pericolosa stanza dell’intero
Ministero!”.
Harry lo interruppe esclamando; “Lo sò, Sirius é morto qui!”.
“Mi hanno detto che tu hai sentito delle voci,dietro il velo,la notte che vi siete battuti contro i
Mangiamorte”.
Harry non sapeva se rispondere o no alla domanda; “Si, io e Luna abbiamo sentito gente parlare
dietro questo velo”.
“Non avvicinarti Harry, é mortalmente pericoloso!”. Disse Evanius a voce alta, ma Harry era
attirato come ipnotizzato dal velo che cominciò a agitarsi debolmente come se un soffio di vento lo
muovesse.
Prima che Evanius riuscisse a tirarlo indietro Harry si mise davanti e tocco il velo, era come toccare
qualcosa di gelido, ghiaccio forse.
Il tocco provocò che dei mormorii indistinti divennero voci di gente che discorreva,parlava.
Harry era del tutto irrigidito,incapace di muoversi,ipnotizzato, voleva solo entrare la dentro. Sirius
era là, ne era certo!.
“Harry Potter torna qui!!”.
Le parole erano lontane, un fastidio perché Harry non voleva affatto tornare indietro,e poi quel
vento,una brezza tiepida era come una carezza che lo trasportava in paesi esotici nei quali Harry
non era mai stato,un profumo e il passo era fatto. La realtà come lui la conosceva era svanita come
se la sua vita di prima fosse stato un sogno,un orribile incubo,ma ora sentiva di appartenere in
maniera straordinaria a quel mondo,perché quel mondo era totale,si totale era la sola parola che gli
veniva alla mente per descrivere quello che provava,no non lo provava, era quella realtà!.
Di sicuro era una fenice che volava libera piangendo di felicità, scaldato nel sole tiepido portato
dalla brezza come se quel calore fosse in lui.
Molte altre sensazioni entrarono nel suo vivere da fenice,sotto di lui correva un cane,che aveva si lo
sentiva la sua stessa gioia di essere,correvano senza metà tanto erano sempre compresi in quel tutto
che li univa.
Un cappello da mago era indossato da un giovane che Harry faticò a riconoscere tanto era giovane,e
un’antica voce famigliare gli parlò,ma quello che disse non voleva esprimerlo con ricordi era ed é
tutto,non lo avrebbe mai scordato.
L’immagine cambiò ancora, due giovani erano abbracciati su di una roccia sufficientemente larga
per farli sedere comodi ,anch’essi gli si rivolsero mentre volava attorno a loro con le sue magnifiche
ali rosse screzziate d’oro,ma questa volta non fece fatica a riconscerli,ma anche quest’immagine
non passò attraverso il suo ricordo,era e basta.
Ma ora una sensazione orribile lo afferrò,impedendogli di continuare a volare,lo tirava indietro non
aveva forze per contrastare quella brutta sensazione che lo obbligava a rientrare dentro una specie di
porta,
Hermione era appoggiata alla finestra dell’infermieria,Ron si era ristabilito e stava per lasciare la
stanza per riprendere il suo lavoro.
Ginny che era andata a salutarlo era seduta sul letto,colta da una sensazione impossibile da spiegare
o da razzionalizzare,i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Hermione; “E’ andato per
sempre,non sarà mai più come prima!”.
“Lo sò ma lo amo disperatamente!”.
Lo strano discorso fù mal interpretato da Ron che rispose: “No vedrete che tornerà presto,verrà a
vedere come stò,é senz’altro preoccupato per la mia salute e si vorrà rassicurare di come stò!”.
Nessuna delle due amiche rispose,loro avevano capito e nessuna parola poteva compensare
l’accaduto.
Ma le due amiche avevano capito molto più di quanto volevano dar a vedere.
Il viso dell’Indicibile era su quello di Harry che si ritrovò disteso per terra sul freddo pavimento di
pietra,non volava più e la musica che solo ora si era reso conto che ascoltava durante il viaggio,era
finita.
“Ho avuto paura che ti avremmo perso per sempre quando ti sei messo davanti all’arco!”.
Una pausa per assicurarsi che Harry riprendesse conoscenza completamente,obbligandolo a
muoversi.
“Ma cosa,per la barba di Merlino,cosa ti é successo,nessuno ha mai potuto avvicinarsi a quel velo
senza morire,e tu ci sei passato in mezzo senza scomparire,o meglio sei scomparso per un attimo e
poi sei caduto dall’altra parte così,come se avessi attraversato la porta di casa!”.
Il volto sconvolto dell’indicibile,mostrava ad Harry che cosa gli era successo,
“voglio andarmene,devo...devo andare”.
“Dove vai se non riesci a stare in piedi,cerca di calmarti,vado a chiamare Arthur,tu stai qui!”.
L’indicibile corse fuori.per fortuna che non incontrò nessuno sulla scala che portava ai piani di
sopra.
Trovò Arthur che stava per scendere e dal volto sconvolto metre lo relazionava sull’accaduto
nell’anfiteatro,anche il viso abitualmente rilassato del padre Weasley,si compose una smorfia di
incredulità,i due decisero che era meglio portare Harry fuori di là alla Tana,almeno un luogo che
conosceva bene.
Un buon cinque minuti dopo che ebbero finito di decidere sul da farsi,scesero fino al sotterraneo
nella zone dove Evanius aveva lasciato Harry,ma una volta giuntovi notarono che Harry era
scomparso.
Corsero verso l’ascensore e poi senza fiato alla barriera di corntrollo,chiedendo ai Guardamaghi se
uno rispondente alla descrizione di Harry era passato di là da poco.
Era passato due minuti prima ed era pittosto agitato,tanto che una guardia lo aveva ricordato per la
sua cammianta discontinua.
Harry era scappato di nuovo!.
Hermine stava preparando i suoi bagagli per partire.
Quando la MaGranitt entrò nella sua stanza: “Hai proprio deciso di partire,io credo che Harry sia
capace di cavarsela con le proprie forze,non é mai stato un ragazzo normale,tutti lo abbiamo
capito”.
Hermione stava piegando un malgione per riporlo nel baule,finì l’operzione prima di rispondere.
“A dire tutta la verità,ero venuta qui per aiutare Harry nella sua ricerca,ed ora che é conclusa penso
che insegnare non sia per me un progetto a lungo termine”.
“Ma se insegnare é per tè come una seconda pelle,e poi quale futuro pensi che abbiamo,se non
cerchiamo di salvaguardare il nostro mondo,potrebbe non esserci più se tutto va a rotoli!”.
Hermione fece una smorfia,mentre osservava la Preside; “Se Harry non riesce a fermare
Voldemort,un futuro non lo avremo di certo!”.
Fù l’anziana maga ad abbassare lo sguardo,il volto scavato dalla preoccupazione,certamente per la
situazione che stavano vivendo: “Qui poteva contare su di una protezione,che fuori non avrà,ci hai
pensato”.
Hermione sbiancò dalla rabbia repressa: “Quale protezione,ricordo che lui ha detto una volta che se
Vodemort decide di attaccarti,non hai nessuno scampo,se non il tuo coraggio e il tuo fegato”.
Era ansante quando pronunciò queste parole.
“Guardi cosa é successo a tutti quelli che si sono messi tra lui e Voldemort,sono morti,cosa pensa
che possano fare una squadra di Auror,se lui decide di ucciderlo,il rapimento di Edvige é il segnale
che ormai é arrivato il momento dello scontro finale,lo ha deciso!!”.
La MaGranitt si fece piccola come se fosse impotente dopo quella accalorata precisazione.
Un silenzio calò fra le due donne,fù la preside che ruppe la tensione: “Almeno avete trovato quello
che cercavate nel mio ufficio?”.
Fù il momento di Hermione di sentirsi impotente,la voce non aveva tono di accusa,ma era una
semplice constatazione,di quello che era successo.
“Si era il motivo per cui siamo venuti ancora una volta a Hogwarts!,ci serviva per sconfiggere il
Signore Oscuro,ma per favore non mi chieda di più!”.
“No immagino di no,avete fatto sempre tutto voi da soli,in tutti questi anni,e certamente ora non
cambierete,ma se avete bisogno di noi,sapete che l’Ordine della Fenice vi sosterrà con tutte le sue
forze!”.
Hermione arrossì quando ringraziò la preside,sentiva che doveva dire qualcosa per scusarsi: “Harry
é sempre stato lui a decidere,cosa fare,io e Ron siamo stati sempre solo quelli che lo hanno
accompagnato,in tutte le sue avventure,ma é sempre stato solo lui a fare il grosso del lavoro!”.
Il baule era finito e con la bacchetta diede l’ordine Locomotor,facendolo levitare pronto per partire.
Precedentemente aveva fatto anche il bagaglio di Harry che era partito senza portare via niente dei
suoi effetti personali,con un’altro colpo di bacchetta alzò anche il secondo baule,era pronta a
cominciare l’ultima battaglia!.
Scesero in silenzio le scale verso il portone principale,ognuna persa dentro i suoi pensieri e
preoccupazioni.
Davanti al portone,una piccola folla era in attesa di Hermione,c’erano Ron con il suo baule,Luna e
Neville,ambedue con i loro bagagli,e sorpresa!.
Seamus Finnigan,Dean Thomas, Fred e GeorgeWeasley,Ginny
Tutti appartenenti al gruppo dell’ES. La MaGranitt li guardò stupita,erano tutti lì come se qualcuno
li avesse contattati per riunirsi là per aiutare Harry per sostenerlo,per combattere.
Erano tutti là, i volti decisi come di chi sia risoluto ad agire.
La preside nascose le lacrime che stavano per impossessarsi di lei ,sistemando gli occhiali
perfettamente posati sul naso.
“Non posso fermarvi immagino,visto che sembrate decisi ad andare fino in fondo,aiutatelo come
potete,ma tornate tutti e interi!”.
Detto ciò,si volto e rientrò nella scuola,soprafatta dall’emozione,la situazione era così pericolosa
che ne nella scuola ne altrove sarebbero stati al sicuro,tanto valeva che fossero motivati e quindi più
forti,insieme forse...
Hermione prese la parola; “Bene ora che siete tutti qui,dobbiamo andare a trovarci un posto dove
stare prima di cominciare a cercare Harry!”.
Fred interruppe i suoi progetti dicendo: “Harry é stato al ministero,nostro padre celo ha detto”.
Fu la volta di George di interrompere il gemello: “Si é andato là ed é scappato di nuovo,ma cosa più
importante é che é passato nell’arco dei trapassati ed é ricomparso dall’altra parte,Evanius che era
presente,non sà darsi una spiegazione sull’accaduto,nessuno era riuscito a tornare da quella
passeggiata!”.
Fù la volta di Hermione a interrompere i gemelli; “Io lo sò é Harry é in qualche modo una fenice,o
per lo meno ne ha poteri,la morte non lo può avere!”.
IL gruppo a quell’affermazione si guardò imbarazzato come se non riuscisse a credere che quelle
parole fossero vere!
Hermione capendo l’imbarazzo spezzò l’atmosfera dicendo: “Dobbiamo cercare di ritrovare
Edvige, Voldemort non si sarà certamente occupato della civetta di Harry,conoscendolo lui é troppo
importante per occuparsene,dopo riusciremo a ritrovare Harry”.
L’affermazione sul legame fra il ritrovamento della civetta e il legame con Harry non era ben chiaro
a nessuno del gruppo,ma almeno avevano un punto di partenza.
Harry era confuso ma sopratutto aveva freddo,la pioggia che non smetteva di cadere gli aveva
inzuppato i vestiti,per uno che non sapeva dove andare e cosa fare era un inconveniente fastidioso:
al Paiolo magico,no, non era molto saggio lo avrebbero riconosciuto subito,e qualche spia lo
avrebbe subito individuato.
Da Reginald,no, lo avrebbe messo in pericolo per niente,alla Tana figuriamoci,lo avrebbero assalito
dalle domande e lui voleva restare solo per organizzare qualcosa.
Restava ancora un posto,dove andare,Harry entrò dentro ad un parco sotto una tettoia per fermarsi e
ragionare,sedutosi sopra una panchina,giocherellava con l’impugnatura della bacchetta nescosta
sotto la giacca,il gesto lo faceva sentire al sicuro,se fosse stato attaccato si sarebbe potuto difendere.
Nella panchina di fronte a lui,un bimbo Babbano con la sua mamma aspettavano pazientemente che
la pioggia passase per tornare alle loro faccende.
Il bimbo osservava Harry con interesse,con quell’interesse che solo un bimbo può avere,notando
cose che ad un adulto sfuggono.
Il movimento della mano sulla bacchetta aveva provocato delle scintille nascoste sotto la giacca,che
avevano ipnotizzato l’attenzione del fanciullo.
Harry pensò che era meglio andarsene,prima di ricevere un gufo dal Ministero per aver infranto la
legge sulla segretezza,aveva anche deciso dove andare.
Si alzò di scatto e si nascose dietro un pilone della struttura che teneva su la tettoia,e con un leggero
crack,si smaterializzò,non senza che il bimbo avesse notato che lui era sparito,verso nessuna
direzzione,tentò anche di dirlo alla mamma ma lei spazientita,lo rimproverò della sua troppa
fantasia.
Harry passeggiava tranquillamente nella strada principale di Diagon Alley,la vecchia atmosfera era
del tutto svanita, i negozi che un tempo vendevano tutti quei generi di mercanzie che ad ogni mago
avrebbe voluto possedere,erano chiusi e sbarrati.
Segni di bruciature e pezzi di muro crollati erano il segno inequivocabile di lotte avvenute negli
ultimi tempi,testimoni dell’aumento della brutalità e dell’innalzamento degli scontri,voluto da
Voldemort per ficcare il mondo magico.
Pochi e frettolosi maghi si aggiravano spostandosi a gruppi,sbrigavano le loro commissioni e
sparivano preoccupati di finire in mezzo a qualche regolamento di conti dei Mangiamorte.
Nel vederlo così passeggiare tranquillamente,ma sopratutto da solo aumentava il loro senso di
paura,qualcuno nel riconscerlo cambiava strada,o lasciava cadere gli acquisti e si rintanava
aspettando che fosse passato,prima di raccogliere gli oggetti caduti.
Harry trovava tutto ciò più strano,che il fatto di passeggiare così senza una meta.
La sua passeggiata lo portò vicino al negozio Tiri vispi Weasley,che portava un cartello con su
scritto,momentaneamente chiuso.
La facciata portava i segni di un recente scontro,ma sembrava che la cosa non fosse grave da
pensare che qualcuno si fosse fatto male.
Ormai erano due ore che Harry bighellonava per la strada,incontrando solo maghi e due Auror che
erano di pattuglia,alla loro richiesta se voleva essere scortato da qualche parte,evidentemente lo
avevano subito riconosciuto,il suo rifiuto sorridente li aveva lasciati sbigottiti.
Decise di andare a Notturn Alley,la stradina stretta che portava nel cuore della parte oscura del
centro magico,era sgombra e silenziosa.
Ma un avolta giunto al centro,la vita sembrava essersi ripresa.
Tutti negozi erano aperti e molti maghi e streghe dall’aria equivoca affollavano il passaggio.
Se da una parte Diagon Alley,la gente era spaventata al vederlo,non era niente al confronto del suo
passaggio lì.
Sguardi di paura mista a odio faceva restare tutti almeno a due metri da lui che li guardava
sorridendo,cosa che li spaventava ancora di più.
Colto da un’improvvisa ispirazione si fermò davanti un arcigno grosso mago dall’aria molto cattiva
chiedendogli: “Stò cercando Voldemort,saprebbe dirmi dove possso trovarlo?”.
La domanda assurda fece l’effetto di una bomba lanciata in mezzo alla folla che oramai si era
radunata intorno a lui.
Il mago era bianco in volto e non riusciva a proferire parola dalla sfacciataggine di Harry.
Una bacchetta sbucò nelle mani di un suo vicino,dall’aria piuttosto arrabbiato,subito incalzato da
Harry; “Vuole togliere il privilegio a Voldemort di uccidermi,non sarà molto contento se lei mi
uccide, non le pare!”.
Gridolini di paura serpeggiarono in mezzo alla folla, nessuno osò fare più un gesto minaccioso.
La situazione pareva essere in stallo,nessuno osava fare il minimo gesto.
Harry gridò per farsi sentire da tutti; “Voglio indietro la mia Civetta,diteglielo,se lo incontrate!”.
Silenzio,nessuno parlava.
Una voce dal centro della folla radunatasi,ruppe la tensione: “Ti aspetta nel pomeriggio dove tu sei
andato a cercarlo l’ultima volta!.
La voce distinguibile per quella del gigante biondo incontrato la sera della morte di Silente,gli
aveva dato la risposta,per la quale aveva fatto la passeggiata,il contatto era preso!.
“Verrò, ho fretta anch’io di finire questa storia una volta per tutte”.
Senza aspettare altro si volse e tornò verso Diagon Alley, tutti si allontanarono da lui mentre
passava, i loro volti esprimevano odio paura e qualcuno perfino rispetto,nessuno aveva mai pensato
di essere così spudorato,sopratutto lì,in mezzo a tanti sostenitori di Voldemort!.
Harry non era minimamente impressionato da ciò,una volta accettato di scontrarsi con Voldemort,il
resto era una passeggiata!.
L’ES si era parcheggiato momentaneamente nel giardino di casa Weasley,per discutere sul da
farsi,le panche in legno che normalmente erano adibite alle cene estive della famiglia ora erano
occupate dalla riunione in corso.
Hermione era infervorata in un progetto di controllo dei luoghi ove eventualmente Harry potesse
visitare,quando Bill,entrò correndo nel giardino,quasi urlando richiamò l’attenzione di tutti.
La signora Molly,subito comparve aspettandosi qualche brutta notizia,seguita da Tonks e da Lupin.
“Harry é stato visto a Diagon Alley!”.
Fù tutto quello che riuscì a dire Bill prima di sedersi su di un lato della panca. Il silenzio era
totale,tutti pendevano dalle sue labbra.
“E non é il peggio,era completamente solo,ha persino rifiutato di essere accompagnato da due
Auror,dove volesse andare,e subito lo hanno visto dirigersi a Notturn Alley”.
Un gridolino di paura uscì spontaneo sia da Molly che da Ginny.
Bill continuò: “Ha chiesto a un passante noto fiancheggiatore di Voi-sapete-chi,se poteva
incontrarlo,hanno fissato un appuntamento,dove non si sa”.
Il signor Weasley comparve subito dopo il racconto di Bill,era sconvolto.
“Dalle vostre facce sapete,il Ministero ha dichiarato lo stato di massima allerta,tutti gli Auror son
impegnati nella ricerca di Harry,con l’ordine di prenderlo e portarlo al Ministero!”.
Il suo volto sudato la diceva lunga sul suo stato di apprensione.
“Ho riunito tutto l’Ordine della Fenice per trovarlo,é....é beh penso che é l’ultima battaglia,se Harry
dovesse sconfiggere Voi-sapete-chi,anche gli altri crolleranno!”,in caso contrario,beh non voglio
nemmeno prendere in considerazione la cosa!”.
Un brivido di freddo percorse tutti,nessuno osava fare o dire nulla.
Maghi e streghe comincivano a comparire per irspondere alla chiamata dell’Ordine,silenziosi
evidentemente al corrente delle ultime novità.
Il signor Weasley si asciugò il sudore con un fazzoletto per darsi il coraggio di continuare,dando
l’impressione che non tutte le cattive notizie erano state date; “E’ venuto al Minstero nell’ufficio dei
misteri ed é insomma é passato dall’arco dell’al di là.......ed é fuggito,insomma passare di li é morte
certa,nessuno sarebbe sopravissuto,non capiamo..........Hermione e tu Ron casa pensate,voi eravate i
più vicini a Harry cosa.....”.
La confusione che mostrava guardando sia Hermione che il figlio non lasciava dubbi,era
completamente nel panico.
Hermione sentitasi interpellata,si alzò,e di fronte ai molti che si erano radunati,sentiva che doveva
dare una spiegazione,le mani le tremavano per quello che stava pensando,ed anche la voce tradiva il
suo pensiero: “Lui,era come tutti sappiamo il preferito di Silente,ma non molti sanno il perché,e
devo dire che anche io e Ron che più di chiunque abbiamo conosciuto Harry fatichiamo a capire gli
avvenimenti”.
IL prato davanti alla Tana era pieno ormai di maghi che in silenzio religioso ascoltavano con
un’attenzione assoluta.
Lei non ci fece caso,e continuò: “Solo Silente aveva compreso fin a che punto Harry era
speciale,ma di tutto quello che gli ha detto o fatto capire,il suo vero potere non lo ha mai
dichiarato,forse nemmeno Silente sapeva fin a che punto potesse svilupparsi,per farla breve Harry é
in qualche modo una Fenice!”.
L’affermazione sollevò mormorii e borbottii fra gli ascoltatori.
“Ecco perché non é morto durante l’attacco di Piton,ed é la spiegazione del passaggio nell’arco del
al di là,non può morire,e quindi ha sfidato Voldemort,perché é sicuro di vincere!”.
George aveva dato voce al pensiero che più o meno tutti stavano pensando in quel momento.
Ma Hermione,fece un gesto per calmarli, il volto ancora più triste se é possibile; “No non è vero che
non può morire,penso che dipenda da lui,e credo che se ha visto quello che credo che abbia visto
non voglia continuare a vivere!”.
Pochi intuirono le reali parole che si nascondevano dietro a quell’affermazione,e quei pochi,la
famiglia Weasley e Lupin,sentirono definitivamente calare la scure sopra le loro teste.
Ginny voleva urlare,voleva esternare tutto il suo dolore,lo amava e anche se non c’erano state mai
molte speranze,aveva creduto e lo aveva amato,ma inaspettatamente,il suo amore le usci dal petto
come un canto,non quello della Fenice che solo Harry riusciva ad evocare,ma uno più flebile se
possibile più gentile e timido,corse via perché nessuno potesse ridere del suo sentimento,era solo
suo e di nessun altro!
Qualcuno urlò dal cancello del giardino: “E’ qui Potter é qui”.
I maghi si separarono per permettere a Harry di passare,nessuno si aspettava di vederlo lì.
“Harry!”. Gridò Hermione mentre lui tranquillo guardava dalla strada,senza sembrare di voler
entrare ma senza neanche dare l’impressione di voler dare solo un’occhiata e fuggire.
Restò così per vari minuti,senza muoversi,e senza che nessuno cercasse di invitarlo ad entrare.
Ginny attirata dal grido uscì dalla casa ove si era rifugiata,e lo vide restò davanti al cancello senza
cercare di dire niente,anche se i suoi occhi parlavano d’amore di dolore mista a gioia,lui con quel
sorriso aperto che parlava di molte cose per lo più difficili a dirsi a voce,tranquillamente si girò e
scomparve.
Hermione andò verso Ginny che era rimasta lì senza muoversi,con un braccio consolatorio le cinse
le spalle e la tenne stretta mormorandole; “E’ venuto a salutarci,non poteva fare altrimenti”.
Ginny lo sapeva le aveva fatto capire che se ne andava solo fisicamente ma per il resto era là in
mezzo a loro per sempre



Cap 26


I due serpenti


La villa nascosta che era stata meta delle sue giornate estive,ora era ancora più inospitale,la
montagna cominciava a dare i segni di un gelido inverno lì a venire.
L’entrata normalmente occultata da una grossa pietra ora era minacciosamente sparita lasciando la
visione di una lugubre vecchia casa in legno,anerito dal tempo.
Harry con circospezione avanzò in quel giardino con alberi scheletrici fino all’entrata custodita da
due Gargoye in pietra che cominciavano a mostrare i segni del tempo.
Un enorme battacchio a forma di serpente,era tutto quello che mostrava il carattere del suo
proprietario,per il resto l’anonimato era evidentemente studiato per non dare un’indicazione di chi
potesse abitarci dentro.
Gli scuri erano tutti chiusi,impedendo la vista dell’interno della villa.
Ma Harry pensò che era più a causa di non fare entrare luce all’interno,che di impedire ai potenziali
estranei di vedere gli occupanti.
Ancora nessuna presenza,anche se Harry aveva la sensazione che qualcuno potesse essere li a
spiarlo.
Uno sbattere d’ali bianche e Edvige era là comparsa dall’interno della casa.
Le si posò su di una spalla e Harry l’accarezzò con la mano libera dalla bacchetta.mentre che il suo
sguardo correva incessantemente sui particolari della casa per vedere da dove sarebbe partito
l’attacco,ma nessun movimento presagiva quello che sarebbe stato l’attacco finale.
Finito il giro,Harry decise che sarebbe stato meglio uscire di là,la situazione sembrava diversa da
quelle che si era aspettato arrivando.
Silenzio Edvige tubava felice sulla sua spalla,anche lei sembrava in apprensione,perché farlo andare
là solo per recuperare la sua civetta?.
Tornò sui suoi passi,verso il cancello,non era possibile che fosse stato solo uno scherzo per
spaventarlo.
Era all’uscita,quando molta gente apparve al di fuori della proprietà,erano tutti maghi
dell’Ordine,ed anche i suoi amici dell’ES erano insieme.
Non fece in tempo ad avvicinarsi a dirgli di andarsene che una risata fredda glaciale gli arrivò da
dietro le spalle,con il cuore in gola si girò,lasciando andare la civetta che subito si diresse verso il
cancello,ma non arrivò ad oltrepassarlo.
Una barriera magica impediva a chiunque di attraversarla.
Cominciò a compiere giri alti sull’entrata della casa,tubando allarmata.
Intorno a lui comparvaro molti Mangiamorte,incappucciati e silenziosi.
Al centro di essi troneggiava la figura di Voldemort,che prese a girare intorno a Harry che restava
immobile ad aspettare l’attacco con i nervi tesi come corde di violino.
Una brezza gelida arrivò a Harry; “Aspettavo questo momento da molto tempo,più volte é stato
rimandato,ma ora ,tutti devono sapere chi é Lord Voldemort e quale il suo enorme potere!”.
La mano bianca e fece un gesto con la bacchetta,simile all’ondeggiamento di un serpente,che
striscia,e la bariera magica si dissolse.
L’Ordine della Fenice,potè entrare nel giardino della villa,ma a occhio il loro numero era inferiore a
quello dei Mangiamorte,che subito si misero a semi cerchio,pronti ad ingaggiare battaglia.
“I miei Mangiamorte hanno ricevuto l’ordine di non attaccare almeno se non sono attaccati,si
perché tutti devono vedere la mia potenza!”.
La voce aveva qualcosa di delirante,e spaventoso allo stesso tempo.
Un gesto fulmineo di Voldemort; “Invalidamus bacchette!”.
Tutti i maghi dell’Ordine si ritrovarono con in mano,al posto delle loro bacchette,dei serpenti che
subito molti lasciarono cadere per terra.
Alcuni tentarono di immobilizzare le proprie,ma con scarsi risultati.
Nel giro di un minuto,tutte strisciando si diressero verso Voldemort si aquattarono sibillando
attorno a Harry.
“Questa é l’ultima sfida fra me e tè,ma tutti devono vedere e quando tu sarai morto,dovranno
piegarsi e riconoscermi quale io sono, il loro signore e padrone!”.
Molti si guardarono smarriti,Harry con grande orrore vide in mezzo a loro anche i suoi amici,e
anche lei Ginny,che lo guardava,con espressione di incoraggiamento.
Lui di rimado le sorrise con un’espressione serena e rilassata,ricevendo in cambio,uno stiracchiato
sorriso.
Harry con lentezza,per evitare un attacco di qualche Mangiamorte,prese dalla tasca il pugnale di
Grifondoro,e lo mise per terra davanti a lui poi con misurata lentezza,indietreggiò di due passi,con
la bacchetta indicò l’arma: “Questo é l’ultimo dei tuoi Horcrux,penso che l’Oscuro signore lo
riconosca!”.
Uno sguardo di paura e di comprensione passò negli occhi di Voldemort.
“Dunque era questo che tu e Silente stavate nescondendo con tanto accanimento,avete scoperto il
mio segreto”.
La voce tagliente aveva una nota di,come una vibrazione di paura,ma nel contempo più violenta e
cattiva.
“Si, abbiamo scoperto tutti e sette i pezzi della tua anima,e li abbiamo distruttii!”.
Un gesto di pura violenza e Voldemort lancia un Avada Kadavra,che uccide all’istante un membro
dell’Ordine,Harry non osava distogliere lo sguardo da Voldemort prevedendo un attacco.
“Io...io sono il più potente mago della storia,erede si Sanlazar Serpeverde.....il tuo gesto non mi ha
sconfitto ne distrutto sono ancora qui pronto a distruggerti!,e lo farò oggi!”.
Un mormorio si levò dalle fila sia dei Mangiamorte che da qulle dell’ordine,evidentemente le
notizie e la morte del mago avevano suscitato molte reazioni,qualche mago si sentiva impotente e si
allontanò da Voldemort,come a cercare un riparo.
Altri nel conoscere la verità sulla ricerca di Silente guadarono minacciosi i Mangiamorte,che si
sentirono indeboliti dalla reazione di Harry,abbassando le loro bacchette.
La situazione era di totale confusione fra i due schieramenti.
Un canto uscì da Harry, era quello che sapeva essere il canto della Fenice,e subito tutti gli animi
restarono come ipnotizzati dalle sue vibrazioni.
“Un uccello non ti salverà dalla mia collera,quello che mi rimane dentro di anima é più che
sufficente a ditruggerti,tu e tutti gli altri che tentano di opporsi all’inevitabile risultato finale,alla
fine dovranno dopo la tua morte essermi obbedienti,obbedire al loro signore.
Con un gesto obbligò quattro davanti agli altri ad abbassarsi,chini in un gesto tipico della schiavitù.
Poi con un gesto che durò una frazzione di secondo puntò la bacchetta,contro qualcuno nel gruppo
dei maghi e urlò: Avada kedavra!!”.
Harry rispose,senza pensare a cosa stesse per dire,ma con un panico senza precedenti; “Fenicis
proteggis!
Ginny venne subito avvolta da una luce dorata mentre cadeva a terra coraggiunta per prima dal
raggio di luce verde della morte.
“Vedi cosa mi hai costretto a fare,uccidere la persona che più ti stà a cuore di tutte,cosa credi che mi
sia sfuggita,pensi che non sappia.....!”.
Ma Harry non ascoltava quelle parole inutili.
Corse lasciando cadere ogni prudenza e difesa,non sapeva cosa avesse detto ne perché,ma guardava
inorridito la figura distesa per terra i lunghi capelli rosso fiamma sparpagliati nel gesto della
morte,come una bambola che qualcuno aveva gettato via inutile.
La tenne fra le braccia,inerte molle come solo la morte può essere.
Cantò,vide figure che giravano intorno gli occhi forse di Hermione,ma non importava.
Da molto lontano una voce di Belatrix rideva come rise nel Ministero schernendolo.
Niente niente ora era importante nemmeno ucciderla,avrebbe ricompensato quello che stava
provando teneva fra le mani qualcosa che era più importante di tutte altre al mondo l’amore morto.
Con delicatezza la pose per terra,la mano di Hermione lo aiutò a comporre il corpo,le pettinò i
capelli e le mise in ordine i vestiti poi con calma,si alzò.
Si diresse verso Voldemort che continuava a guardarlo felice di avergli inferto il più grande dolore
della sua vita.
“Vedi chi sono io,forse potrei decidere persino di lasciarti in vita adesso,tanto sei già morto!”.
Harry non rispose alla provocazione
Molto lentamente si mise davanti a Voldemort,che era scosso da un delirio di ognipotenza e
tremava felice agitando la bacchetta inebriato da tanto dolore,come se se ne nutrisse e acquistasse
forza e piacere allo stesso tempo; “Allora mi supplichi di ucciderti ora vero,vorrai
raggiungerla,come vorrai raggiungere Silente e i tuoi genitori,stò dimenticando nessuno?, A si
quell’inutile Sirius Black,il tuo padrino,ti stanno tutti aspettando impazienti di vederti,io sono il più
forte iooo!”.
Quell’urlo rimbombava fra tutti quelli che immobili stavano a veder quella battaglia,era come se
tutti fossero coscienti che lo scontro finale fra Voldemort e Harry fosse la sola battaglia che quel
giorno si sarebbe giocata.
Nessuno aveva gesti minacciosi,anche i Mangiamorte avevano abbassato le loro bacchette,impietriti
da quel singolare combattimento,xche si stava per preparare,alcuni facevano trasparire da sotto le
loro maschere,un’avida curiosità,per capire chi fosse il più forte fra i due contendenti.
Hermione teneva Ginny stretta fra le braccia,in un inutile gesto di protezione,impietrita,consapevole
della terribbile situazione che stava vivendo.
Vedere li tanti nemici che aspettavano il finire della sfida era più terribile che partecipare alla
contesa,Lupin era vicino a Tonks,Ron era assente come se tutto fosse solo un sogno.
Belatrix respirava con lunghe affannose boccate come a provare un piacere intenso dalla morte
imminete di Harry per mano del Signore Oscuro.
Tutto ciò durò solo pochi secondi,Voldemort alzò la sua bacchetta,e la puntò dritta al cuore di
Harry,gli occhi igniettati di sangue.
Harry per un attimo fece un gesto come per alzare la sua,ma cambiò idea,e traquillamente la gettò
lontano verso i Mangiamorte,come a significare il distacco totale verso l’unica difesa posssibile
contro l’odiato nemico.
Gli occhi di Voldemort si allargarono dallo stupore,e la mano armata tremò per un istante,nessuno
avrebbe mai osato disarmarsi volontariamente,davanti alla propria morte.
“Tu dunque mi ricosci come tuo padrone e accetti la mia superiorità!”.
Ma Harry non sembrava riconoscere niente,delle farneticanti urla del suo avversario,infatti
pacatamente rispose; “Se sei un serpente battiti come tale!”.
Nessuno capì le sue parole tranne colui alla quale erano rivolte,che parve soppesarle come
possibili,infatti la sua bacchetta,dopo un minuto che parve un’eternità la abbassò,lasciando i suoi
seguaci nello sgomento,cominciarono a agitarsi e a mormorare fra di loro.
Questa nuova situazione creò un palpabile nervosismo in tutti ormai muti osservatori
dell’inevitabile.
Harry stava lì quasi indifferente davanti Voldemort,che aveva del tutto abbassato il braccio,poi con
una risata che aveva un suono profondo,mostruoso,lanciò la sua bacchetta per terra suscitando
ancora più mormorii fra tutti.
“Hai ragione perché ucciderti come se io fossi un mago normale,sei degno di morire per mano di
una magia che va al là di quella comune,perché tutti riconoscano e si pieghino al mio potere
assoluto!”.
Il suo corpo cominciò ad ondeggiare come un serpente a sonagli,che si prepara ad attaccare!.
Harry prese a ondeggiare allo stesso modo,ma era evidente che non aveva assolutamente
programmato quella mossa,che gli riusciva in modo naturale,come se anche lui fosse un serpente da
quando era nato.
Le due figure si fronteggiarono girando in cerchio, i loro corpi si trasformarono lentamente in due
sinuosi serpenti,sibillando ma quello di Harry non era una traformazione fisica ma un ondeggiare
che dava quell’impressione serpentesca,ma con una eccezzione un a forma di luce dietro alle sue
spalle che andava via via formandosi,che ricordava le ali di una fenice.
Era senza dubbio il combattimento meno usuale che il mondo magico avesse mai visto.
Le forme che prima erano ancora umane ora sprigionavano luce verdeargentata quella di
Voldemort,rossodorata quella di Harry. Due serpenti che si fronteggiavano minacciosi superbi,con
uno scatto fulmineo,il serpente verde,si avvinghiò a quello rosso,creando delle spirali strette come a
volerlo stritolare,ma Harry reagì aumentando l’intensità della sua luce,che dava un senso di dolore a
Voldemort,che subito si staccò cercando un altro modo di attaccarlo.
Scattando verso la gola di Harry che con uno sbattito d’ali,aggrazziato si spostò di lato facendo
cadere l’attacco nel vuoto.
Gli occhi di Voldemort non erano più così sicuri di riuscire facilmente ad avere la meglio su Harry.
Tentò ancora di attaccare prendendolo alle spalle con una rapida girata ma ancora una volta Harry si
liberò dall’attacco fluttuando leggero grazie alle sue ali,scivolando di lato.
La situazione era di stallo per ogni attacco del primo la reazione del secondo morbida e quasi
distaccata faceva arrabbiare il secondo,mai nella storia dei maghi un combattimento era stato visto
così.
Voldemort cominciò sistematicamente a mordere ripetutamente e rapidamente Harry con
accanimento sempre maggiore,fino ad arrivare a sembrare quasi immobile tanto era veloce,Harry
sembrava prendere un ritmo per evitare i suoi colpi con un movimento contrario,alla fine crearono
una specie di danza che li vedeva ondeggiare vibrare armonicamente.
La luce di Harry si affievoliva ogni volta che la brutalità dell’alltro lo incalzava,dando
l’impressione che stesse per soccombere alla violenza,ma manteneva ancora un buon ritmo,nello
schivare i morsi.
Belatrix era estasiata del combattimento,seguendo ipnotizzata l’andamento,facendosi
coinvolgere,mettendosi ad ondeggiare anch’essa sul posto come di chi partecipa intensamente al
combattimento.
IL respiro di Voldemort era ridotto dalla furia della sua azione sibillii e rantoli minacciosi,ma si
notava un certo logorio,ma tantè che inpercettibilmante rallentò gli attacchi,poi
all’improvviso,cambiò tattica,preferendo ritentare di avvinghiarsi attorno ad Harry bloccandogli le
Ali e obbligandolo a restare immobile fra le sue spire.
L’ormai sinuoso serpentifero collo di Voldemort si allontana dalla sua preda del chiaro intento di
cercare il bersaglio,del suo collo scoperto agli attachi mordaci del Signore Oscuro,un sibillio acuto e
la bocca dilatata che di umano non aveva più niente,azzannò finalmente Harry alla gola,lasciandola
senza luce arrossita dal sangue che scorreva dalla ferita.
Harry al posto di gridare dal dolore come tutti a quel punto si aspettavano,di sentire.
Si Rilassò,lasciando che Voldemort restasse così avvinghiato da non distinguere più l’uno dall’altro.
Gli occhi dei due erano così vicini che potevano distinguere ogni dettaglio dell’altro.
Harry era sereno anche se sofferente ma Voldemort provava un dolore che neanche la maledizione
Crucio,avrebbe potuto lanciare.
Dal dolore si sforzò di allontanarsi dal suo nemico per riprendersi,ma questa volta Harry non gli
permise di farlo.
Le pupille dilatate dal dolore e dallo sforzo di separarsi da quella che stava per comprendere essere
la forza più potente dell’universo,l’amore puro.
Ora era Harry ad avere l’iniziativa del combattimento.
Permettendo a Voldemort di staccarsi per riprendersi,dallo sforzo di provare un dolore che andava
oltre il fisico,oltre l’energia,era l’essenza stessa del suo essere!.
AnsanteVoldemort barcollava mentre guardava Harry mentre gli girava in torno,cercando di
recuperare le forze,ma indeciso su quale tattica adottare per infliggere dolore al suo avversario.
Harry dal canto suo era tranquillo la certezza che dentro di lui aumentava di controllare la
situazione gli infondeva coraggio,il canto che già dall’inizio della lotta era cominciato in
sordina,ora era potente riempiva l’aria attorno a lui,ipnotizando i maghi dell’ordine e lasciando
sgomenti i Mangiamorte,già provati dall’evidente inefficacia degli attacchi del loro Oscuro
Signore,che spaurito aspettava la minima esitazione da parte di Harry per infliggergli il colpo
mortale.
Una frazione di secondo e gli occhi di Harry guardarono la figura inerte di Ginny tenuta ancora fra
le braccia di Hermione,un dolore bruciante,alla gola e Voldemort era all’attacco ma non riuscì ad
affondare molto profondamente perché anche lui provava un forte dolore causato dal contatto fra i
due.
Harry chiuse gli occhi con ancora l’immagine di Ginny che gli sorrideva quel giorno in cui si erano
baciati per la prima volta dopo la vittoria della coppa di Quidditch,pensò semplicemente ad entrare
nella mente di Voldemort,allo stesso modo in cui fece durante le sue visite involontarie.
Era un giovane ragazzo intento a mostrare i suoi poteri a dei ragazzini nella camerata
all’orfanotrofio dove aveva vissuto la sua infanzia dopo la morte di sua madre. Gli occhi spaventati
gli dicevano che lo temevano non solo per i suoi poteri ma sopratutto,per la crudeltà con la quale li
usava,per soggiogarli.
L’immagine cambiò repentinamente,ora l’adulto che stava di fronte a lui era consapevole della sua
passeggiata nei suoi ricordi,frastornato da quel canto che gli impediva di utilizzare l’occlumanzia
per difendere la sua mente.
Harry era sempre più concentrato,ignorando perfino il dolore provocato dalla ferita che gli era stata
inferta alla gola che dal calore che scendeva lungo il collo,perdeva sangue.
I suoi occhi erano dentro le pupille serpentesche e sprofondavano nel rosso sangue fino a veder un
lampo di luce verde,che copriva sua madre rendendola una bambola gettata a terra da una forza
invisibile,ancora quegli occhi,ancora rosso,nella sua mente passò l’idea che gli stava mostrando i
suoi pensieri più cupi nel tentativo di fiaccare la sua resistenza,morti ancora morti si affollavano
davanti a lui,tutti quelli che aveva ucciso durante la sua lunga carriera di omicida,volti che si
spegnevano preceduti da un lampo verde.
La realtà balzò agli occhi di Harry.Voldemort aveva cercato di ipnotizzarlo per cercare di
recuperare la sua bacchetta,ma la mente di Harry non aveva permesso di trascinarlo così nel
profondo.
Harry non seppe come fece ma era come se volasse e coprisse lo spazio che li separava ad una
velocità che l’altro non aveva previsto,impedendogli di fatti di recuperare la sua bacchetta.
Harry era ancora in contatto fisico,ed ancora il dolore si impossesso del suo avversario.
Ma non c’era modo per l’altro di staccarsi,era la fine,Harry stremato dalla perdita di
sangue,combatteva ormai solo con la mente perché il corpo non lo seguiva più!.
Erano un tutt’uno i due contendenti,il serpente verde sofferente nella mente peggio di come avrebbe
potuto la maledizione Crucio!,l’altro il rosso debole nel fisico,ma tranquillo nella mente che trovava
quella lotta come operata da altri,e lui era semplicemente uno spettatore.
Ondate di energia si sprigionavano dal corpo sofferente del mago oscuro più potente di tutti i
tempi,come un qualcosa che si liberava troppo a lungo trattenuto.
Qualcosa di diverso della morte stava per sopraffarlo, le sue energie scappavano dal suo corpo,gli
occhi dicevano che stava per abbandonare
Harry era sempre più nel profondo dell’essere Voldemort,finchè l’altro cessò di essere,come tanti
esseri umani,maghi e Babbani che aveva ucciso, anche a lui toccò la stessa sorte. Lord Voldemort
aveva terminato di essere, era morto,restava solo una figura vuota per terra,i tratti che avevano
ripreso una parvenza umana,gli occhi erano tornati del colore originale spalancati sull’enormità del
la sua vita sulle sue scelte.
Più piccolo di quando sembrasse quando era in vita,un urlo seguito da un crack e Belatrix svanì nel
nulla ricacciata nell’oscurità che l’avrebbe protetta per tutta la sua vita.
Molti maghi cominciarono a dare ordini,ripendendosi dalla shock della sconfitta di Voldemort.
Harry non guardò più l’affannarsi dei vari Auror e membri dell’Ordine che catturavano i
Mangiamorte che non avevano neanche la forza di ribellarsi,attoniti nel convincersi che l’Oscuro
Signore non era morte,e di li a poco si sarebbe rialzato e avrebbe sconfitto uccidendo l’odiato
Potter!.
Ma la morte,(Harry l’aveva imparato a sue spese),non ridà chi si é preso,nemmeno Voldemort.
Di tutto ciò nulla interessava ad Harry,si chinò e prese Ginny fra le sue braccia,con la voce rotta di
Hermione che gli diceva qualcosa,ma lui non voleva ascoltarla,aveva altro da fare in quel momento.
Immagini fluttuavano davanti ai suoi occhi sorrisi,paura forse di quello che era diventato,
rumori,frasi,Ron,Lupin,un Auror.
Tutto ciò era solo rumore e immagini che sollecitavano i suoi sensi,ma lei fra le sue braccia era la
cosa più importante di tutte adesso,qualcuno cercò di separarli portandogliela via,ma lui resistette e
la difese da tutti quelli che volevano separarli,si allontanò dalla folla non voleva sapere più nulla di
quella faccenda,non voleva ascoltare nessuno,perché nessuno aveva da raccontare niente che
potesse interessarlo.
Era riuscito a scappare,era finalmente solo grazie a delle mani pietose che avevano scostato gli
altri,ora era libero libero da Voldemort e da quel mondo di dolore,che era stata la sua vita,era
contento che infine le forze lo stavano per abbandonare la depose vicino al luogo che aveva scelto
per restare l’albero faceva da riparo al loro sonno e li avrebbe protetti per sempre la adagiò con cura
come nel timore di svegliarla. Si sedette accanto era stanco troppo persino per il suo essere una
fenice,la quale luce li avvolse come una coperta,l’abbracciò e si lasciò andare.



Cap 26


Un anno dopo


Hermione era andata a Hogwarts per presenziare all’apertura del nuovo anno accademico,il
Ministro della Magia aveva decretato che in occasione della sconfitta di Voldemort,la Gazzetta del
Profeta,ora scriveva apertamente quel nome che era stato considerato per molto tempo tabù,(prima
della morte del Signore Oscuro),Che una nuova casa era stata aggiunta alle quattro che già da
secoli formavano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts,aggiungendo la casa della fenice,che
portava come blasone una fenice che teneva fra le sue zampe una saetta,la nota ciccatrice che il suo
fondatore portava sulla fronte naturalmente si riferivano a Harry Potter,tragicamente scomparso
misteriosamente dopo aver sconfitto l’odiato nemico del mondo magico.
Hermione era stata invitata come rappresentante del Ministero,in quanto si occupava dell’ufficio
Protezzione diritti creature magiche,da lei formato,il suo segretario un elfo domestico di nome
Dobby,non ben visto dalla comunità della sua specie,la seguiva in ogni occasione pubblica
vestendosi in modo da molti giudicato sconveniente,con i suoi calzini scompagnati e vistosamente
colorati.
Hermione aveva dubitato a lungo ad accettare di tornare lì a scuola,perché la ferita che portava
dentro nel suo cuore era ancora viva e le faceva male,infatti ogni volta che pensava ad Harry ,le
lacrime le cadevano copiose e la tristezza non le permetteva di fare niente,nonostante che il suo
lavoro le piaceva molto.
Ricordava come se fosse successo ieri che tutto l’Ordine della Fenice protesse l’allontanamento di
Harry morente e ne avesse nascosto l’ublicazione della tomba anche al Ministero stesso che non
aveva così potuto fare come avrebbe voluto una cerimonia degna a suo dire di Merlino stesso.
Harry e Ginny riposavano insieme indisturbati sotto l’albero sotto il quale li avevano ritrovati due
ore dopo la loro scomparsa,lei e Ron erano già li che li vegliavano,all’arrivo degli altri.
Il resto é stato classificato dal signor Weasley un segreto dell’Ordine stesso,la preparazione della
tomba e l’occultamento dopo la cerimonia funebre.
La signora Weasley usciva poco di casa e quel poco lo passava portare fiori sulla tomba dei suoi
due figli come lei amava ricordare,subito dopo piangeva coinvolgendo chi era in casa al momento.
Hogwarts era festosa venti nuovi ragazzi avrebbero frequentato il primo anno con la nuova
divisa,stiamndosi di appartenere alla casa della Fenice.
Un nuovo tavolo era stato aggiunto in mezzo agli altri quattro,e i ragazzini vi si erano sistemati con
molto imbarazzo,erano gli unici che non avevano compagni più grandi che li appaudivano per
accoglierli durante la cerimonia dello smistamento delle case,ma nel contempo,avevano l’invidia di
tutte le altre case,ma solo chi aveva perso uno o ambedue i genitori,avevano la possibilità di farne
parte.
I Serpeverde li avevano già ribatezzati la casa degli orfani,ma gli altri consideravano ciò solo
invidia.
Un bambinetto che godeva di una famiglia numerosa e in buona salute,disse al cappello parlante che
era orfano di ambedue i genitori,per sperare di entrare nella casa della Fenice,ma scoperto dal
cappello fù assegnato alla casa dei serpeverde.
Hermione non era l’unica che era andata lì quella sera a presenziare all’apertura dell’anno
accademico,molti amici di Harry erano lì,Neville Luna,e in un angolo un pò nascosto Ron,che
aveva continuato a lavorare con l’ufficio Creature Magiche,e vedeva spesso Grop e Hagrid,ma non
aveva più voluto avere degli amici. Gli unici che frequentava oltre a Hermione naturalmente,con la
quale stava facendo progetti di matrimonio,erano Luna e Neville che si erano già sposati da sei
mesi.
In tasca portava un astuccio contenente un paio di occhiali,che anche se giurava che li portava in
caso di necessità,tutti sapevano che erano quelli di Harry,e non se ne separava mai,ma non diede
mai una spiegazione a nessuno di quel suo comportamento.
La serata era finita e gli amici più intimi di Harry si riunirono come erano soliti fare quando erano
tutti insieme nella stanza delle necessità per stare un pò insieme e parlare degli avvenimenti
accaduti.
Ma mai nessuno con i quali avevano parlato li era mai riusciti a convincere che Harry era morto a
causa della ferita alla gola,tutti erano più che sicuri che Harry fosse morto perché,aveva scoperto il
mondo meraviglioso dal quale era tornato una volta e nel quale Ginny lo stava aspettando.
Hermione Solo oggi si sentiva di parlare di quello che lei e Ron avevano assistito durante gli ultimi
istanti di vita di Harry.
Si alzò,dopo aver consultato con gli occhi Ron,e ottenuto da lui un breve cenno con la testa,prese a
raccontare,quei momenti.
“Eravamo sconvolti io e Ron da lontano stavamo guardando Morire Harry che con le ultime forze
portava il corpo di Ginny,non osavamo avvicinarci,perché avevamo intuito che lui non voleva
nessuno in quel momento lì,io tremavo e Ron era paralizzato dall’orrore e dalla disperazione,tutti e
due avevamo capito che stava morendo,sopratutto da come l’aveva abbracciata,poco..poco prima di
andarsene”.
Guardava una bibblioteca piena di volumi sulla difesa,mentre parlava,il distrarsi le rendeva meno
duro il parlare di quei fatti che ancora le facevano male ricordare.
“Ma una cosa non abbiamo mai detto a nessuno fino ad ora”.
Una pausa come a voler convincersi che facesse bene a tirare fuori quell’argomento,si voltò a
guardare i suoi amici e a cercare l’approvazione di Ron che con gli occhi lucidi,fece un cenno con
la testa,anche lui voleva che quella storia fosse raccontata.
Hermione si rigirò e riprese a sfogliare i libri mentre con voce più tranquilla riprese il racconto.
“Harry era certamente in quel momento coscente,non era ne in confusione,molto meno di noi altri
che agimmo solo di istinto,ma lui sembrava sapesse cosa stesse facendo,come un qualcosa che
avesse uno scopo ben preciso!”.
Nessuno osava muoversi dietro le sue spalle Fred aveva artilgiato la spalla di George,il quale non
sembrava neanche essersi accorto del gesto del gemello.
La voce tranquilla continuò il suo racconto:: “Ne abbiamo parlato molto io e Ron dopo,e ci siamo
detti che Harry non poteva morire,perché troppe volte la maledizione Avada Kedavra,non lo aveva
colpito,e più di una volta,forse la forza della fenice che risiedeva in lui,aveva poteri curativi,che
andavano ben oltre le semplici lacrime guarenti!
Luna guardò Neville,come qualcuno che finalmente ha capito una cosa importante; “Ecco perché
riusciva sempre a cavarsela,io e Neville c’elo siamo chiesti tante volte,senza darci una ragione!”.
Non dovevano essere stati gli unici a porsi quella domanda,visto i rumori e i grugniti che da tutti
uscirono ,finalmente uno dei tanti misteri su Harry era stato svelato!.
George intervenne: “Ma ancora non ci spiega,cosa fosse successo quel giorno!?”.
“No ancora non lo spiega”. Fece di rimando Hermione;”Ma quello che vedemmo al momento
neanche noi lo capimmo,ovvero,era qualcosa che a scuola nessuno ci aveva mai accennato,ne io ho
mai letto in nessun libro,e anche dopo cercai di ottenere qualche informazione dalla McGranitt,ma
anche lei non aveva mai assistito a niente di ciò!”.
Fred spazzientito la interruppe: “Insomma dicci cosa é successo e basta!!”.
“Harry si era coperto di luce,la stesssa che noi tutti abbiamo visto,durante la lotta contro
Voldemort,e la stessa che Ginny.......”.
La voce si ruppe a pronunciare quel nome,come se avesse rotto un tabù.
“Ginny era coperta da quella luce già dopo dopo che .....insomma lo sapete”.
Harry ci sorrise come faceva per rassicurarci,in tutti questi anni di lotta,era quel sorriso che ci dava
forza,e fiducia che lui in qualche modo,anche se spaventato come noi,possedesse un qualcosa un
potere che lo sostenesse,ci sostenesse,solo ora lo capisco”.
Ron piangeva in silenzio a testa bassa,ma era un pianto di felicità.
Suo fratello Fred lo guardava come se pensasse che fosse impazzito,dopo tutto quel dolore.
“Harry si trasformò in una Fenice e accanto a lui un’altra Fenice comparve uscendo dal corpo di
Ginny,i due presero a volare felici,l’uno attorno all’altro,emettendo suoni,no canti d’amore,mai
avrei pensato che potesse esistere un simile sentimento,una bellezza così intensa,ma loro erano
vivi,non come comunemente pensiamo,ma vivi,forse in un modo migliore di quanto noi possiamo
credere nelle nostre fantasie più sfrenate,mai mago o strega hanno avuto una visione
così...così,bella.
Erano in un tempo ,almeno quello che io percepii,ma anche Ron vide la stessa cosa.
Erano,eravamo in un prato,ma non quello sul quale erano adagiati i loro corpi,(penso che Harry
fosse già staccato da quell’ambiente),ma un prato,come posso spiegare,della felicità,tutto era
armonia!”.
Ron a quel punto non era il solo a piangere,ma Hermione non indagò con lo sguardo per capire chi
fosse.
“Erano felicie volavano in tondo come due esseri liberi totalmente liberi,ma in quella gioia non
erano soli,ho visto James,ho visto Lilly,che giocavano con un grosso cane nero che abbaiava e
scodinzolava felice leccandoli,e un giovane,si un giovane Silente che rideva a più non posso per le
loro esibizioni,e con la mano faceva comparire cerchi di fiori nel quale Sirius faceva salti
avvitandosi in volo come se non ci fosse nessuna forza di gravità a impedirgli simili esibizioni.
Le due Fenici lo seguivano giocando senza mai stancarsi,in ultimo Harry riprese forma umana e mi
mostrò un gesto prima che il tutto svanisse e io e Ron tornassimo nella crudele realtà,in questa
realtà!”.
Si giro e fece davanti agli altri un movimento come di un serpente che si avvita,con stupore degli
altri la stanza delle necessità si trasformò in un prato un bellissimo prato e i personaggi descritti da
lei erano lì che li salutavano festosi,lei aveva ricevuto un regalo il regalo più bello che un mago
potesse ricevere il regalo della fenice il potere di andare al di là.
Luna per la rpima volta veramente stupita di ciò che vedeva disse: “E’ come pura felicità,una
pozione che nessun mago può realizzare,é..é”.
Ma non finì la frase e cominciò ridere senza un motivo,o forse il motivo non esisteva era da vivere e
basta.
Hermione rideva e anche tutti gli altri non riuscivano a tenersi e cominciarono a ballare ,anche
quando Hermione con un gesto richiuse la visione i loro volti erano ritornati tristi non perché era
stata una visione ma perché era finita.
“Dovete mantenere il segreto,così sono stati gli accordi con Silente,io sono il custode segreto della
porta della Fenice,e non ci é permesso restarvi se non per breve tempo,almeno finché anche noi,beh
avete capito!”.
Tutti annuirono e piangevano e si abbracciavano tristi e felici,Ron non riuscì a evitare di dire una
battuta; “La custode della porta della Fenice o della felice,felicità!”risero e in quel momento
Hermione capì esattamente cosa volesse dire la parola amore.

Fine?
 
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