| Cap 21
Guerra
La gazzetta del Profeta riportava con un gran titolone la notizia: Harry Potter é morto ieri mattina durante un agguato perpretato dai seguaci di Voi-sapete-chi,per difendere Ginny Weasley,Harry Potter è stato stroncato dalla Maledizione che uccide,i particolari a pagina due. Il letto era comodo,solo una cosa stonava era una presenza che condivideva parte dello stesso che non gli permetteva di muoversi agevolmente. Cercò gli occhiali a tentoni,e il movimento animò la presenza vcino a lui,due mani delicate gli misetro sul naso gli occhiali e la vista si mise a fuoco. Ginny era mezza allunagta sopra di lui,segno che aveva dormito lì su quella sedia vicino al letto. Lei lo stava accrezzando come se volesse rassicurarsi che era effettiavamente lì vicino a lei. “Che é successo?”. Fù l’unica cosa che riuscì a dire la stanchezza gli impedì di continuare. “Sssh...ufficialmente sei morto!”. “Si questo già lo sò!”. Rispose con un fil di voce,ma la conversazione aveva qualcosa di assurdo,se era morto come mai lei gli parlava? Era morta anche lei!. “Riposa ora va tutto bene”. La frase restò a mezz’aria,perche nella stanza entrarono Ron e Hermione,la quale gli si getto sul letto per abbracciarlo. “Sei vivo,lo sapevo che eri vivo,anche se gli altri credevano che non riuscivi a farcela sei vivo per la seconda volta nella tua vita sei vivo!. Continuava a tenerlo stretto come Ginny in precedenza aveva fatto. Ron in un angolo lo guardava come se vedesse un estraneo,visibilmente incredulo,ma felice. “Ginny finita la battaglia,ci ha detto tutto della fenice e di tutto il resto”. “Quale fenice e quale tutto il resto?”. “Hai evocato la fenice e quanto pare lei o tu,insomma voi avete bloccato la maledizione e sei morto,o siete morti come solo una fenice sa fare!”. Era assurda quella conversazione,ma un senso l’aveva anche se non sapeva dire quale. Sonnocchiava e ogni tanto si risvegliava,il volto di Ginny era sempre sopra lui per rassicurarlo. Volti dei membri della fenice sbucavano davanti alla porta e poi,rassicurati dai suoi gesti di saluto si ritiravano per lasciarlo riposare. Quando riuscì ad alzarsi,sempre con Ginny alle calcagna. Scese per fare colazione,visto che era già giorno e tutti erano scesi prima di lui. L’atmosfera era strana, nessuno gli rivolgeva la parola anche se si percepiva che una domanda muta tutti l’avevano da porgli. Perché era vivo. Mangiò con Ginny,cercando di rispondersi alla stessa domanda,ma senza riuscirci. “Mangiane ancora Harry caro!”. Fù la sola inerruzione che la signora Weasley fece in quel silenzio irreale. Al pomeriggio il signor Weasley tornò in anticipo dal Ministero esclamando; “Harry sono contento che tu stia meglio,l‘ho già detto,ma per la barba di Merlino lo voglio ripetere.Il giorno che Ron decise di sedersi vicino a tè sull’espresso per Hogwarts é stato un giorno fortunato!”. Si sedette a tavola mentre con gesto automatico la moglie gli pose un piatto di legumi e carne fredda. “Lo sapevamo che eri speciale e l’ultima prova é stata veramente eccezionale,ma come hai fatto?”. La domanda che nemmeno lui riusciva a rispondere era stata detta. Il suo silenzio imbarazzante riempì la cucina. Hermione gli venne in soccorso. “E’ la Forza che Silente aveva percepito in Harry,che é saltata fuori alla fine,la forza dell’amore che Harry non capiva di cui abbiamo tante volte parlato,senza arrivare a nessun risultato,é la Fenice!”. Non riuscì a completare quella semplice ma geniale spiegazione che la porta si spalancò,ed un Hagrid entrò seguito dalla voce di Lupin che lo rinfrancava; “Stà bene te lo dicevo,ora calmati”. Hagrid sollevò di peso Harry e lo strinse lasciandolo sospeso con i piedi sospesi ad un metro da terra. “C’elo sapevo che ti avevi qualcosa di speciale,Silente me lo diceva sempre,che tu ci arrivavi solo a scoprirlo!”. L’emozione era visibile negli occhi del gigante amico. Che quando fù calmo lo lasciò andare con molta gratitudine di Harry,che si sentiva meglio coi piedi per terra che strapazzato per aria. Harry non aveva il coraggio di dirgli che non aveva la più piccola idea di dove avesse preso la forza,o come fosse riuscito a evocare la Fenice. Hermione ancora una volta gli venne in soccorso; “Lui non può sapere come evocarla perché é qualcosa che ha dentro e non é una formula imparata a memoria,sarebbe come dire che uno sà come fà a cammiare,uno lo fà e basta!”. Nei giorni successivi,con l’aiuto di Hermione di Ginny,cercò inutilmente di rievocare la Fenice ma senza risultati. “Penso che sia dovuta ad un particolare stato d’animo,la tua Fenice”. Fù il commento finale di Hermione ormai stanca di cercare su tutti i testi che le capitavano sotto mano sugli incantesimi di evocazione,della fenice di Harry,nemmeno l’ombra. Ginny,era insolitameente fiduciosa,perché anche se gli sforzi non portavano a nessun risultato,sosteneva senza alcun dubbio,che in caso di bisogno lui sarebbe riuscito a chiamare l’uccello mitico. Harry daccordo con Ron invece pensava che era stato un episodio passeggero,visto che malgrado non si arrendesse,nemmeno l’ombra di uno sbuffo di fumo era riuscito a produrre. Anche Lupin aveva tentato di fargli evocare la magia,ma non aveva alcuna idea su come ripetere l’esperimento,una cosa però metteva tutti d’accordo,Harry aveva qualcosa di speciale. La signora Weasley,ogni volta che lo vedeva tentava sempre di rimpinzarlo,con qualche gustoso manicaretto,cosa che non dispiaceva ad Harry. “Harry caro, se non fosse stato per tè ora Ginny non sarebbe più qui con noi”. Era la frase che la madre ripeteva sempre prima di proporgli del cibo,era il suo modo di ringraziarlo. La notizia dell’evocaziione non era uscita dai limiti della Tana. Il signor Weasley,aveva fatto promettere solennemente ai membri di non rivelare a nessuno dell’accaduto. Tre giorni dopo l’attacco,il Ministro circondato da una decina di Auror fece una visita a sorpresa alla Tana,un Mangiamorte aveva parlato e la notizia si era sparsa nel mondo magico anche grazie ad una soffiata che qualcuno del Ministero aveva fatto alla Gazzetta. La visita aveva provocato una grossa lite fra il signor Weasley e il Ministro. Il primno si rifiutava di consegnare Harry,mentre che il secondo,voleva organizzare una conferenza stampa,proprio lì per illustrare che grazie al Ministro Harry aveva scoperto il suo potere. Nessuna conferenza fu indetta,e quasi il signor Weasley diede le dimissioni dal suo incarico,ma a Harry fù risparmiata quell’inutile farsa. La Gazzetta i giorni successivi dimenticò Harry totalmente perché Voldemort per vendicarsi attaccava senza sosta tutti i villaggi magici,che riusciva a raggiungere,era la guerra!. Harry ad ogni notizia che Hermione leggeva puntualmente di qualche attacco,prendeva a girare per la stanza nervosamente,chiedendosi se mai avrebbero avuto la possibilità di fare cessare quella situazione,anche se continuava a esercitarsi non riusciva a far apparire niente. Al colmo della rabbia,propose a Ron di andare a fare una passeggiata a Diagon Alley,e cosa ancor più irrazionale Ron accettò. La strada principale era deserta,senza neanche un passante,i negozi erano per lo più chiusi e davano un senso d’abbandono,girarono verso il negozio di Fred e George,dove una volta giunti videro per la prima volta un gruppetto di gente,maghi dall’aria spaurita,aspettavano di poter comprare uno degli ormai famosi indumenti antifattura. Guardando la vetrina notarono che gli articoli che riguardavano gli scherzi erano completamente scomparsi,forse la gente non aveva voglia di acquistare scherzi,quando le notizie che si sentivano in giro erano bollettini di guerra. Fred da dietro la vetrina notò l’arrivo di Harry e Ron,e gli fece un gesto di entrare,la coda di maghi che aspettava il suo turno per entrare borbottò per la scorrettezza,erano in fila da molte ore. “Harry! Cosa ci fai qui?”. La voce era preoccupata,senz’altro avrebbe preferito che fosse restato a casa. Stavano entrando quando dalla via sbucò un Mangiamorte,seguito da un altro,erano lì certamente per attaccare il negozio,visto che era una delle poche attività che ancora funzionavano. La i clienti vedendoli comparire scapparono a nascondersi. Harry infuriato sfoderò la bacchetta ,con Fred al suo fianco che si era messo in guardia. Una maledizione scagliata dal primo incendiò la vetrina del negozio,nessuno dei due aveva riconosciuto Harry. Ma mentre che Fred lanciava l’incantesimo Aquamenti per spegnere l’incendio,Harry attaccò il primo comparso,e lo bloccò con un; “Pietrificus totalis!”. Cadde a terra con la mano ancora tesa, l’altro riconosciuto Harry si lanciò verso di lui bloccato da Fred, George e Ron che insieme,gli lanciarono tre fatture diverse,lasciandolo a terra trasformato in una specie di voluminoso verme. “Ce lo aspettavamo da un pò,visto che la nostra attività è una delle poche che ancora funziona. A Tu-sai-chi,non deve fare molto piacere che noi restiamo aperti”. Fred ancora ansimante per lo scontro,si era avvicinato al primo Mangiamorte,dal fondo della via una squadra di Auror arrivò di corsa,erano tutti molto robusti e decisi,ma ormai tutto era finito prima che potessero lanciare un solo incantesimo. Il più grosso guardò Harry e lo riconobbe per via della ciccatrice; “Tu non dovresti essere quà fuori senza scorta,non vedi cosa stà succedendo?”. Harry si sentì avvampare dalla rabbia: “Certo che vedo cosa stà succedendo,ma se pensa che io mi nasconda,può aspettare un bel pezzo!”. L’Auror guardò in giro e vedendo il lavoro che avevano fatto,disse: “Bel lavoro, ce ne fossero di più di tipi come voi,il nostro lavoro sarebbe meno faticoso.Comunque non é opportuno che tu vada in giro così,é meglio che torni a casa”. Si voltò verso i due più vicini; “Voi accompagnate il signor Potter a casa”. Sembrava più un ordine a tutti che un suggerimento,Harry non protestò ulteriormente,tanto non aveva più niente da fare lì,si smaterializzò con Ron,ambedue non volevano dispiacere al signor Weasley. Il giorno dopo il sole era a picco,e lui e Ron erano nel giardino dietro la Tana all’ombra per godere di un pò di fresco. “Cosa facciamo andiamo da Reginald,o facciamo un giro sulle scope, é tanto che non le adoperiamo più”. Anche Harry aveva nostalgia del Quidditch,visto che l’ultimo anno non avevano potuto fare nemmeno un voletto,causa le direttive della preside che aveva espressamente proibito il gioco,per i possibili attacchi di Voldemort. Harry non aveva ancora deciso,che la statuetta del serpente prese a diventare calda,la mostrò a Ron che subito capì e discretamente si materializzarono vicino alla villa oscura. Codaliscia era già là ad attendere Harry e quando vide Ron ebbe un moto di paura,subito represso,da l’impazienza di raccontare a Harry il motivo del loro incontro. “Potter ti ho dato delle ottime informazioni,e grazie a me che i tuoi amici ora sono ancora vivi”. Lanciò un’occhiata di traverso per vedere se Ron avesse percepito le sue parole. “Ora l’Oscuro Signore,é molto arrabbiato di tè,e ha giurato vendetta presto,con un’azione che sarà a detta sua eclatante”. Harry divenne rosso dalla rabbia; “Io sarò pronto quando verrà!”. “Sapevo che avresti detto così,tuttavia c’é una cosa che devi sapere,ricordati che io ti ho aiutato quando eri nel pericolo,nel caso che lui sia sconfitto devi testimoniare,a mio favore,lo farai?”. Harry era spiazzato,e prese tempo domandandogli; “Cosa ha in mente?”. “Non lo sò,forse sospetta di me,o forse non mi reputa degno di sapere il suo piano,con la sua sconfitta all’attacco della casa dei tuoi amici é diventato più sospettoso e non rivela i suoi piani a nessuno di noi,e se vuoi saperla tutta,penso che qualcuno dei suoi seguaci comincia a pensare che tu possa sconfiggerlo!”. “Come tè,non é vero?”. Ron che fino a quel momento era stato in silenzio,era sbottato. “Si, come me”. Fù la risposta laconica di Minus. “Due Mangiamorte sono stati incaricati di pedinarti e scoprire dove e quando poterti fare un attacco letale,ma i loro nomi non li sò,ora il mio debito é ripagato,ricordati solo del mio aiuto qualora dovessi sconfiggerlo”. Rapidamente si trasformò in un ratto e si perse dietro alle rocce di quella desolazione sassosa. “Lo ha fatto apposta,sapeva che avresti risposto così,per farti fare quello che ha in mente”. Ron appena il ratto fù scomparso,quasi gridava per far capire a Harry il suo punto di vista. “Non qui ritorniamo alla Tana”. Harry si guardava intorno per vedere se nessuno li stesse spiando. “OK!”. I due si materializzarono davanti alla casa di Ron. Ma non erano passati inosservati,due tipi,tarchiati sembravano lì ad aspettarli. La signora Weasley era davanti a loro con le braccia sui fianchi,segno che era disposta a dare battaglia. “Questi due signori sono del Ministero!”. Non finì di presentare i due che loro si avvicinarono a Harry chiedendogli: “Sei tu Harry Potter?”. Senza aspettare risposta,la sua ciccatrice parlava per lui. “Siamo venuti per farti da scorta,per decreto del Ministro,per via che la tua vita é sempre più in pericolo”. L’altro aggiunse; “Non puoi spostarti senza che noi siamo con tè!”. “Il Ministro mi ha incastrato proprio bene,voleva sapere cosa facessi e così ha avuto la bella idea di far finta che io improvvisamente diventassi importante,che la mia vita diventasse importante!”. I due sembravano fatti di pietra,la sfuriata di Harry non sortì nessun effetto,quasi non avesse parlato. Anche Harry cambiò tattica e sembrò fintamente rassegnato,ma fece una smorfia a Ron che capì che avrebbero parlato in casa,lontano da occhi indiscreti. “Vogliono sapere cosa fai quando scompari,é per questo che ti hanno messo alle spalle quei due. Il Ministero non ha digerito i tuoi spostamenti autonomi”. Hermione aveva esordito così alla notizia dei due guardiani che apettavano fuori dalla proprietà dei Weasley,che Harry andasse da qualche parte per Proteggerlo. “Ma abbiamo un vantaggio...”. Hermione espose il suo piano a Harry e Ron,Ginny era assente,perché i genitori avevano deciso che era meglio per lei di lavorare nei periodi al di fuori di quelli scolastici. Il risultato fù che lei passava sette ore al negozio dei gemelli a dare una mano. Harry era ammirato del piano di Hermione lo trovava geniale,lei al sentirlo arrossì e Ron fù colto da un motto di stizza. La mattina dopo il cielo era scuro,carico di pioggia,Harry come Ron e Hermione si erano alzati presto per attuare il loro piano. Una controllatina da parte di lei che i due Auror erano ancora fuori,e ad un cenno affermativo del sul capo,Harry mangiò,con più soddisfazzione del solito. Come convenuto,lui uscì da solo lasciando i due amici a guardarlo dalla finestra della cucina. Harry si fece vedere dai due corpulenti,che sembravano stati lì tutta la notte in piedi ad aspettarlo. “Dove vuoi andare adesso!”. Lo apostrofò uno dei due. “Vado a fare un giro,avrò il diritto di fare una passeggiata,o sono recluso qui?”. “Non senza questo!”. Quello più grosso gli arpionò un braccio,e gli mise un braccialetto,e lo sigillò con la bacchetta. “Così possiamo venire con tè quando ti materializzi!”. Harry era soffocato dalla rabbia,ma si trattenne,pensando intensamente al piano di Hermione. Con un crack si materializzò. La via era deserta come se l’era immaginata. Hogsmade non somigliava più a quella che ricordava ai tempi della scuola. Un rumore dietro alle sue spalle e due anziane megere comparvero. Certamente erano i due Auror che si erano travestiti per non dare nell’occhio,come si erano conciati rifletteva la loro personalità,anche da donne,erano nerboruti e minacciosi. Harry si diresse verso il pub la Testa di porco. Entrò e l’atmosfera era la più deprimente che si potesse immaginare,solo un vecchio mago era appoggiato al bancone sempre più sudicio. Il barista non diede neanche un’occhiata al nuovo avventore,e gli mise davanti un bicchiere sporco di whisky incendiario. Lui pagò,come se fosse la cosa più naturale del mondo,era la prima volta che lo beveva,ma visto lo sporco del bicchiere,avrebbe aspettato ancora un pò ad assaggiarlo. Dopo un dieci minuti,entrarono anche le due megere. Anche davanti a loro,comparvero due bicchieri sporchi di Whisky,non guardarono mai in faccia nessuno,ma Harry percepiva la loro tensione. Harry prese coraggio,e sussurrò al barista; “E’ da quando venivo a scuola,che questo posto non é più frequentato!”. Con una finta noncuranza si grattò la ciccatrice,per fare in modo che il barista la vedesse,e capisse con chi stava parlando. Il tremore della mano dell’uomo,fece capire a Hary che aveva intuito il messaggio,anche se non alzò la testa,gli altri che erano un pò più lontani non potevano aver visto il gesto. Ma la trappola era scattata. “Vado a fare un giro vicino alla mia vecchia scuola e magari vado a trovare il Guardiacaccia”. Le parole parvero cadere nel vuoto. Ma Harry era sicuro che dal bagliore che aveva visto per un attimo negli occhi del barista,l’informazione doveva essere registrata. Uscì senza degnare nessuno di un’occhiata. Cominciò a passeggiare lentamente come di chi ammirasse il paesaggio. Dopo meno di un minuto le due vecchie uscirono dietro di lui. Cominciava la caccia. Stava decisamente per piovere,le nuvole erano sempre più minacciose e nere La passeggiata di Harry e dei due angeli custodi durava ormai da quasi un’oretta,senza che nulla stesse per accadere. Ma poi come sempre succede,all’improvviso,quattro crack ruppero la quiete. Erano dei Mangiamorte,si distinguevano dai loro abiti neri,i cappucci nascondevano parte dei loro volti. Ma una voce famigliare ruppe l’anonimato. “Prendetelo e attebnti é pericoloso!”. La voce odiata di Piton,ruppe gli indugi degli altri. Harry fece uscire la bacchetta e urlò: “Proteggo!!”. Una bariera impedì al primo di fargli una fattura legante. Le due megere fecero uscire le loro bacchette,e i loro travestimenti caddero rivelando i due robusti Auror. Un Mangiamorte urlò: “E’ una trappola, ci stavano aspettando!”. Piton uscì da dietro al suo cappuccio,il volto ancora più brutto dell’ultima volta che si erano scontrati,era più bianco,e segnato dall’ultima lotta avuta con Harry,ed era anche più magro,ma la cattiveria era visibile dai suoi occhi,che sporgevano come due sfere gonfie d’odio. “Nessuno si ritira senza aver catturato o ucciso Potter!”. L’epitaffio lanciato risuonava nel combattimento come una condanna a morte per Harry,il quale non ebbe tempo per preoccuparsene stava lottando con due di loro,mentre gli altri due erano impegnati con i due Auror. Harry sentì montare dentro di sè il canto dell’incantatore di serpenti,sapeva che era l’unica cosa che lo teneva al sicuro della Leggimanzia di Piton,oscurandogli i pensieri. Altri crack ruppero l’aria,Lupin e Tonks apparvero dal nulla,invece da sotto il mantello dell’invisibilità di Harry comparve Ron che gli gridò; “Ho portato rinforzi!”. La lotta era a favore dell’Odine della Fenice. Ma Piton aveva atterrato un Auror e stava ingaggiando Harry, “Questa voltra la fortuna non ti aiuterà!”. La maledizione Tarantuallegra colpì Ron alle gambe ,il quale cominciò a ballare freneticamente senza riuscire a fermarsi. Harry pensò Incarceramus,ma fù bloccato da Piton,che con un ghigno la parò. Era si rese conto uno scontro all’ultimo sangue,sentiva che Piton non sarebbe andato via questa volta ferito sarebbe rimasto fino alla morte. “Crucio!!!”. Urlò Piton e un bruciore avvolse Harry,le sue ali ondeggiarono e la sensazione di bruciore si attenuò. Emise uno stridio,come di minaccia,verso il suo avversario. Teneva le ali allargate, altro segno di possenza. Piton era smarrito,quello era senz’altro un modo di combattere che non aveva mai visto. L’odio contorse quel poco di umanità che era rimasta nei suoi occhi,ansimava come un animale inferocito. Non si trattenne più,urlò; “Avada kedavra!!!!”. Il raggio verde partì dalla sua bacchetta. Il buio lo avvolse. “Svegliati,.per favore dai!!!”. La voce veniva da molto lontano,Ron lo stava scuotendo,ma lui avrebbe preferito restare là dove era,ovunque fosse stato quell’posto. Poi i ricordi lo assalirono terribili in tutta la loro semplice verità.Piton lo stava uccidendo,proprio come aveva fatto con Silente,già ma lui non era morto,glielo dicevano le scosse di Ron che disperatamente cercava di rianimarlo. Si sedette a fatica e chiese mettendosi gli occhiali caduti,che Ron gli porgeva. “Dovv...dové?”. “E’ morto!. Ha preso in pieno la sua maledizione ed é morto!”. Harry si girò per racappezzarsi,e vide il corpo dell’odiato Piton,disteso lì a poca distanza da lui il viso di stupore e che aveva preso il posto della rabbia che lo aveva spinto a cercare di uccidere Harry. “Gli altri cosa,cosa é successo”. “I mangiamorte sono stati fatti prigionieri,ma uno degli Auror,beh non sò cosa sia successo é caduto,poi sono arrivati gli altri e non ho saputo più niente”. Harry si costrinse ad alzarsi,c’erano molti addetti del Ministero,che facevano da scudo a quello che era caduto. Harry spinse a fatica la folla e si fece largo fino ad arrivare davanti agli altri. Era lì steso immobile,Harry aveva già visto la morte per non riconscerla. “Tu non dovresti essere qui vai al San Mungo,a farti dare un’occhiata!”. L’Auror che lo stava spingendo lontano dal corpo esamine del mago,ad Harry venne un’improvvisa nausea,si nascose e cominciò a vomitare,senza tenersi,non era giusto,no non lo era. Nei giorni successivi non parlò molto con nessuno,principalmente si sentiva in colpa per quello che era accaduto,sopratutto perché un mago,un Auror era morto. Non andò al funerale anche se in qualche modo era là quel giorno. Il triste evento aveva fatto andare in secondo piano il fatto che lui per la terza volta nella sua vita aveva resistito ad una maledizione senza perdono. Hermione quando ne parlarono anche con Ron e Ginny,aveva dato una sua interpretazione del fatto. Harry aveva in qualche modo inspiegabile ricevuto il dono della Fenice,un dono più unico che raro. Tale dono era la capacità di risorgere dalla sua morte. Prerogativa appunto della Fenice,era forse quello che aveva intuito Silente,e spiegava la sua ammirazione per Harry,per quell’amore puro,che possedeva e che lo sosteneva nei momenti più bui. Nessuno aveva avuto il coraggio di dissentire da quella versione,anche perché la spiegazione calzava come un guanto,a quello che anche Ron di persona aveva visto. Ma la rabbia di tante morti non lasciava mai Harry,che dava poco spazio nella sua mente a quel dono,ma preferiva tornare a darsi dello stupido perché se fosse stato sincero con quei due forse il morto non sarebbe stato tale. Hermione aveva un bel da farsi a dire a Harry che non era colpa sua,ma non riusciva a rompere la barriera che lui aveva eretto intorno a sè. A tavola nessuno tentava più di dirgli la propria considerazione,neanche Fred e George,che ora passavano più tempo a casa,dopo l’attacco al loro negozio,cercavano di scherzare sull’argomento. Harry era solo disperatamente solo. Il pessimismo non si attenuò nei giorni successivi,anche perché le notizie,d’apprima incoraggianti (il Ministero aveva dato molta enfasi alla morte di Piton,e alla cattura dei suoi relegando un trafiletto per la morte dell’Auror) si facevano sempre più tetri,attacchi e distruzione,si erano moltiplicati. La rabbia di Voi-sapete-chi era cresciuta a dismisura,e assolutamente doveva dimostrare che era lui che spadroneggiava come voleva. Harry aveva rifiutato ogni tipo di scorta,visto la fine dell’ultima. Ma si muoveva poco,e quando lo faceva era sempre in compagnia di tre o quattro membri dell’Ordine della fenice. Qualcuno ogni tanto tentava di instaurare una conversazione sulla sua Fenice,ma lui alzava lo sguardo e non rispondeva. Anche in ragione del fatto,che non sapeva bene di cosa esattamente parlare. L’unico con cui aveva fatto qualche progresso era ex professor Lupin. Un paio di volte erano rimasti in giardino a parlarne,anche lui credeva come Hermione che il dono,così lo chiamava , Silente lo aveva intuito,lasciando che sia lui,Harry a scoprirlo e a decidere cosa farne. Non che ci fosse qualcosa che potesse decidere,ma la delicatezza che Silente aveva sempre dimostrato nei suoi confronti la poteva capire solo a distanza di tempo,e ogni volta lo scopriva sempre più,nella sua grande dimensione,come uomo e come mago. Reginald gli aveva mandato un messaggio,via Edwige,che per un pò si sarebbe nascosto,e che quindi non sarebbe stato raggiungibile,attorno alla sua casa si erano intravisti strani movimenti,e per prudenza preferiva stare un pò in disparte. Harry si sentì un pò tradito,anche se capiva bene,che di quei tempi la prudenza non era mai troppa. La Tana ad esempio,ci volevano un buon venti minuti per entrarvi. Il signor Weasley aveva aumentato la sicurezza con complicati sistemi di parole d’ordine e procedure aumentando il senso di claustrofobia di tutti. Non era l’unico problema la sicurezza in casa Weasley che Harry aveva, c’era anche una cosa che non voleva dire a nessuno,da quando aveva scoperto avere la Fenice come potere,o cosa diavolo fosse,che riusciva a proteggerlo dalle maledizioni senza perdono,una febbricciola,lo assaliva all’improvviso,e scordava persino il suo nome in quei momenti,per fortuna nessuno lo aveva visto in quella condizione,era riuscito a nascondersi ogni volta che sentiva i brividi di freddo,premonitori dell’attacco. Generalmente si risvegliava dopo un ora o giù di lì,e doveva restare un pò sdraiato per riprendersi. Solo che quel pomeriggio,era sdraiato,dietro alla lavanderia di casa e non era solo!. “Harry stai tranquillo,ti passerà presto,riposa”. Ginny era seduta tranquillamente vicino a lui,sembrava anzi che ci fosse abituata,a restare a guardarlo,mentre lui combatteva contro la febbre. “Lo sappiamo da un pò,da quando sei svenuto in giardino,e pensavamo che ti fosse successo qualcosa,ma poi ti sei ripreso,e per non darti altri pesi,abbiamo fatto finta di niente”. “Chi altri lo sà?”. Domandò Harry. “Solo io Hermione Fred e George e anche Ron”. “Insomma quasi tutta la casa!”. “No i nostri genitori,non lo sanno,ti immagini nostra madre se lo sapesse”. “Grazie per non averlo detto a tutti”. Ginny gli diede la mano per alzarsi era ora di cena e non dovevano farsi insospettire facendo tardi.
Cap 22
Grop libera Hagrid e Ron
Le prime piogge stavano per abbattersi,nuvole che si addensavano sempre di più le preannunciavano. Harry si era parzialmente ripreso dalle sue febbricole. Era sempre tenuto d’occhio, discretamente da uno dei suoi amici,anche se il resto della famiglia mostrava di non esserne al corrente Harry sospettava che tutti sapessero del suo probblema. Due gufi erano all’orizzonte,uno era senz’altro la lettera di Ginny per l’inizio scuola. Ma la signora Weasley non aveva idea di chi fosse l’altra,visto che presumibilmente arrivavano da Hogwarts. Una era indirizzata a Ginny,ma la seconda era stranamente per Harry. La famiglia si strinse tutta intorno a Harry per leggere in diretta il motivo di quella lettera. Signor Harry Potter,la lettera cominciava così,e terminava con il giorno dell’appuntamento e l’ora. Tutti restarono senza fiato. Le parole scritte non bastavano a rassicurare di quello che dicevano. Anche il signor Weasley al ritorno dal lavoro,saputo della lettera,fece uno scarno commento. “Immagino che Minerva abbia avuto le sue ragioni per scriverti quella lettera,e si possono intuire,visto quello che stà succedendo!”. Poi finito il commento si immerse nella lettura della Gazzetta. Harry si prensentò il giorno dopo all’appuntamento con la McGranitt,la scuola vista così,senza studenti,dava un’impressione di qualcosa di abbandonato. I soliti due Auror erano davanti al portone come due soldati di piantonamento. I corridoi aumentarono il senso di vuoto,davanti all’ufficio del preside Harry pronunciò la parola che permetteva di accedere alla stanza. “Azzecca garbugli!”. Disse ad alta voce. Il Gargoye si spostò per far posto alla scala a chiocciola che portava sù,nell’ufficio. Bussò; “Avanti Harry ti aspettavo!”. La voce della preside risuonò nell’anticamenra. Lei era seduta con l’immancabile pila di documenti davanti. Gli indicò la sedia davanti alla scrivania. “Come ti ho scritto nella mia,ho bisogno di sapere se hai già un progetto lavorativo per quest’anno,o no?”. Harry non aveva ancora pensato a nessun progetto,visto che le eredità che aveva ricevuto ancora gli permettevano di stare per lungo tempo tranquillo. Scosse la testa. “Bene,é consuetudine della scuola avere i ranghi degli insegnanti al completo prima dell’inizio anno. Ma come ben sai il posto di Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure,non lo vuole nessuno,già che l’anno scorso abbiamo avuto la fortuna che Alastor abbia accettato”: Con la bacchetta fece comparire due tazze di tè freddo alla menta.,poi continuò. “Ma quest’anno,non ne vuole sapere di tornare. Questo ci mette in un grave problema,non abbiamo insegnante,se poi aggiungi che gli studenti sono sempre meno capisci,il perché di questa visita!”. “Se ho bene capito,devo fare io l’insegnante,ma sono troppo giovane,e inesperto,per poterlo fare bene!”. “Giovane senz’altro,ma sull’inesperto,ho i miei dubbi!”. Una pausa per sorseggiare la bevanda; “Hai fatto più di qualsiasi altro mago che io sappia,nella difesa contro le Arti Oscure,e francamente non vedo persona più qualificata di tè per questo lavoro,e poi siamo disperati,la scuola deve aprire per la nostra stessa sopravvivenza come maghi,é una delle poche cose che che ancora non é chiusa,e non deve succedere!”. Harry aveva le orecchie rosse come un pomodoro,la gola secca,tentò di rispondere; “Se pensa che io sia adatto,ma c’é ancora una questione Voldemort,non la prenderà molto bene”. “Ci ho pensato,ma la sicurezza verrà ancora aumentata e penso che tu,come chiunque altro non sia più in pericolo qui che da un’altra parte,se non erro hanno attaccato anche la Tana,quest’estate no?”. Era vero ricordava ancora l’accaduto,in un caledoscopio di violenze che avevano caratterizzato l’anno. “Io...io sono daccordo verrò,sopratutto perché Silente,beh forse lo avrebbe voluto”. “Bene Harry potrai avere la stanza che occupava Alastor,allora al primo Settembre allora”. Un leggero sorriso increspò le sue labbra; “Farai molto rumore,ma immagino che ormai sarai abbituato”. Harry accennò un si con la testa,la cosa non gli piaceva per niente,ma ormai.. Tornato alla Tana fece l’annuncio davanti a tutta la famiglòia al completo,e le reazioni furono delle più svariate. “Che bello sarai il mio professore!”. Ginny era al settimo cielo dalla notizia. Ron invece con la bocca leggermente aperta; “Sono stato io a farti copiare i miei compiti ed ora tu sei un insegnante”. “Quando mai ha copiato i tuoi compiti,visto che tutti e due avete copiato i miei”. Hermione ci tenne a precisare,ma un sorriso diceva che lei era contenta dell’incarico a Harry. “Beh non pretendo di essere il migliore che ci sia mai stato,come insegnante”. Harry arrossì violentemente quando pronunciò queste parole. “Ma non mi sorprenderei se ci fossi vicino,hai fatto molto,molto più di chiunque io abbia mai visto”. Fù il commento del signor Weasley,prima di rituffarsi nel suo giornale. “Faremo una festa!”. Esclamò la signora Weasley,subito spalleggiata dai gemelli che si materializzarono per andare a prendere dei fuochi degni dell’accaduto. La festa durò tutta la sera i fuochi erano magnifici,e forse servì ad allentare la tensione che regnava ormai ovunque nel mondo magico. Harry parlò a lungo con i suoi amici sul soggetto,ultimo Horcrux che era ancor là a Hogwarts,e muoversi indisturbato avrebbe dato l’opportunità a Harry come insegnante di cercarlo con più libertà. Ginny preparava i bagagli per tornare all’ultimo anno di scuola mentre Ron aiutava il Ministero come aiutante nel ministero per il controllo delle creature magiche. Era l’unico posto che suo padre aveva trovato,ma subito aveva aggiunto che era provvisorio,in attesa di meglio. Così giunse la partenza.Harry si sarebbe materializzato e Ginny avrebbe preso l’espresso per Hogwarts,ma un gufo dell’ultimo minuto pregava Harry di fare da scorta al treno per motivi di sicurezza. Arrivarono alla stazione con sufficente anticipo per controllare tutti gli studenti arrivassero in sicurezza. Due Auror avevano fatto da barriera vicino al binario,e controllavano tutti quelli che passavano di là. Harry era guardato a vista da tutti gli studenti e i loro genitori. Come un fenomeno da baraccone. Le voci più assurde erano girate quell’estate,le sue avventure avevano viaggito veloci e come era prevedibile,erano state interpretate nei modi più disparati e fantasiosi. Una bambinette del primo anno gli si avvicinò dicendogli. “Professore è vero che lei fà rimbalzare le maledizioni come i draghi?”. “Non sono un drago!”. Fù tutto quello che riuscì a rispondere mentre la ragazzian fuggiva rossa in viso. Harry entrò in uno scompartimento vuoto,seguito da Ginny,subito fuori si formò un viavai di studenti che volevano vedere se era vero che il famoso Harry Potter stava andando a scuola con quel treno. Sembrava che si fosse riempito di colpo il treno,pareva che molti più studenti rispetto l’anno precedente fossero tornati a scuola quest’anno. Hagrid era come al solito alla stazione ad aspettare quelli del primo anno,ma non si contenne quando vide Harry corse verso di lui e lo abbracciò stritolandogli tutte le ossa del tronco,a fatica lo lasciò respirare; “Sono contento di rivederti quà,é un pò come se voi tre non mi lasciaste solo adesso che sei qui!”. Harry provava i stessi sentimenti di Hagrid. “Sai Hermione é arrivata ieri doveva sistemare alcune cose”. Non riuscì a finire la frase che Harry lo interruppe: “Come Hermione é qui,cosa ci fà?”. “E’ vero che non dovevo dirtelo ma vedi lei é stata presa come insegnante di Trasfigurazione,Minerva é troppo oberata come preside per poter continuare a fare anche l’insegnante,sai Hermione aveva il massimo dei voti e così,ma non é l’unica vedrai che ci sono altri che conosci”. Il sorriso come di un bambino troppo cresciuto invase quel poco di viso che la barba lasciava intravvedere,Harry preferì non insistere oltre,lo avrebbe saputo anche troppo presto,chi altri sarebbe tornato a scuola. Dire che era strano andare verso la l’aula di Difesa non come studente ma come insegnante era dare un senso sbiadito a quello che provava,si era già messo l’animo in pace,di non tornare mai più a scuola che dopo poco più di un mese era di nuovo là. Entrò nella silenziosa aula,e dentro la sua stanza,una stretta al cuore che il vechio dormitorio di Grifondoro non fosse più la sua casa,ma tutto sommato si sarebbe abituato a quella nuova sitruazione presto,o almeno così credeva. “Ciao Harry”. Un razzo era entrato nella sua stanza,Hermione corse ad abbracciarlo. “Ero impaziente di rivederti,avevo chiesto a tutti di non dirti niente,per poterti fare una sorpresa,ma Hagrid ha rovinato tutto!”. “Beh ti assicuro che lo é stata comunque”. Rispose Harry. “Dobbiamo trovare l’ultimo Horcrux,non ricordi,come potevi pensare che ti avrei lasciato qui da solo a provare?”. “Andiamo a pranzo!”. Detto ciò Hermione si diresse verso la sala grande. Tutti e due si bloccarono vedendo quanti nuovi studenti erano arrivati quest’anno a Hogwarts. Cerano una folla tra ragazzini del primo anno e vecchie facce già viste. La McGranitt stava preparando la cerimonia dell’assegnazione nelle varie case. Harry fece per sedersi al tavolo di Grifondoro,ma Hermione lo spinse verso il tavolo dei professori. Aveva dimenticato che ora non era più uno studente. Harry si sistemò vicino a Hermione e osservò la cerimonia,o meglio fù osservato da tutti queli che partecipavano alla stessa. Hermione gli sussurrò; “Sono venuti per te!”. “Per me?”: “Si perché pensano che tu possa proteggerli e insegnargli a proteggersi”. “In che modo,se non so nemmeno cosa insegnare”. Rispose Harry in un sussurro. “Ho preparato uno schema,ma la verità é che tu sei sempre più famoso,non cé giorno che la Gazzetta,non parli delle tue gesta”. Il suo sorriso era per stemperare l’irritazione di Harry che non amava essere al centro dell’attenzione. Hagrid dall’altro capo della tavolata,gli fece un segno di saluto che per poco non rovesciò la tavola,tanto era contento di vederlo lì seduto,come un professore. “Devi abbituarti sarai sempre un mago che tutti riconoscono,fai sempre cose che nessun altro immaginerebbe neppure di arrivare a fare,cosa pretendi?”. L’arguzzia di Hermione era come al solito disarmante,Harry preferì concentrarsi sul suo pranzo per non dover rispondere. Nelle due settimane seguenti,cercò di abbituarsi a quegli sguardi insistenti che tutti gli lanciavano. Le sue lezioni accuratamente preparate da Hermione,erano un’esperienza interessante. Sopratutto perché anche i suoi vecchi nemici,i Serpeverde,lo guardavano con rispetto,nessuno osava rivolgergli uno sguardo insolente,o una frecciatina,come erano soliti fare. Anche il professor Lumacorno che era ancora il direttore della casa,gli tesseva le lodi su come i suoi pupilli ne parlavano bene,anche quando erano riuniti nella loro sala comune. Ma Harry pensava che era più una politica che un dato reale. In fondo lui proveniva da Grifondoro,e molti di loro,apparte quelli del primo anno lo avevano sbeffeggiato,negli anni scorsi. La visita di Ron una mattina che non aveva lezione,fù una piacevole sorpresa. “Sono venuto perché il Ministero vuole che dia una mano a Hagrid per una certa faccenda”. Harry intuiva che l’aria di mistero era dovuta più al fatto che Ron si sentiva sminuito nei contronti suoi e di Hermione che ad un ipotetico incarico importante,perciò rispose: “Sono contento di rivederti,sai qui é una noia totale,mi sembra di essere in una vetrina e che tutti passano fuori a vedermi,non interessa a nessuno le mie lezioni,sono solo un oggetto curioso”. Mentiva clamorosamente per far piacere al suo amico,tentava di sminuirsi per farlo sentire meglio. Hermione entro nella stanza e corse ad abbracciare Ron doveva aver saputo che era là a scuola. “Ci sei mancato molto!”. Fù tutto quello che riuscì a dire. “Già,voi siete qui che interpretate la parte dei grandi professori,mentre io ho a che fare con mostri bavosi e maghi che tentano di crearne di nuove combinazioni,e poi siete sempre insieme mentre io...”. Non finì la frase ma Harry intuì che era geloso. “Le lezioni che teniamo non ci permettono di vederci spesso,lo sai come funziona no!”. Fù il timido tentativo di Hermione per calmarlo,ma la smorfia che Ron fece la diceva lunga su quello che pensava in realtà. Decisero che sarebbero andati tutti e tre da Hagrid nella sua capanna a trovarlo,lo videro mentre stava raccogliendo nell’orto dei fagioli corridori. “Chissà perché mi dicevo che ci venivate voi qui presto”. Era evidentemente contento di rivederli tutti insieme,entrarono per bere qualcosa. Una volta serviti dal solito secchiello di tè,fù Hagrid il primo a parlare; “Io e Ron dobbiamo andare per l’Ordine a fare un giro di ricognizione”. Ron non ne aveva parlato evidentemente voleva dare un’impressione di chi eroicamente va ad affrontare una missione estremamente pericolosa,lo diceva anche la sua aria altezzosa. Harry capiva che in lui la gelosia era ancora forte,dopo tutto lui aveva,e faceva ancora cose che dovevano lasciarlo sminuito,anche l’occhiata di Hermione confermava quell’ipotesi. “Beh sono sontento che abbiate qualcosa importante da fare,noi qui ci annoiamo a morte”. Cercò Harry di dare coraggio al suo amico. Ma Ron non la pensava allo stesso modo: “Forse tu ma lei,é nel suo elemento restare qui a fare lezione ad un branco di ragazzini!”. Harry li interruppe prima che potessero cominciare una poco opportuna discussione: “Quando partite?”. “Domani andiamo via,domani”. Rispose Ron con una vibbrazione di tensione nella voce. Era chiaro che avrebbe preferito avere Harry con sè,ma il suo orgoglio non gli permetteva di farne il ben che minimo accenno. Così si allontanò senza chiedere nulla,ma le spalle erano basse.Harry si sentì impotente a fare qualcosa per l’amico. Quella mattina le lezioni erano particolarmente lunghe,le ore non passavano mai. Un paio di volte Harry era sgattaiolato fuori dalla classe con una scusa per parlare con Hermione,e anche lei era nel corridoio come lui per sapere le ultime novità. Ma era troppo presto,anche se lui aveva più volte detto che se ci fossero state delle novità cattive lo avrebbero senz’altro saputo presto,le notizie cattive viaggiavano veloci. Nel pomerriggio erano fuori dalla scuola per vedere se qualcuno tornava alla capanna di Hagrid,ma l’unico movimento fù quello di Grop che andava verso la foresta dopo aver visitato la capanna,ma ne Harry ne Hermione avevano voglia di fare conversazione con lui,anche se il suo inglese era molto migliorato,restava sempre un tantino nervoso,durante le conversazioni,e da come lo videro già nervoso di per sè di non aver trovato Hagrid in casa,non avevano intenzione di innervosirlo ancora di più,sè ne tornò di corsa alla foresta,con grande solievo di tutti e due. Le ombre della sera si allungavano senza che nessuna notizia ne buona ne cattiva,arrivò alla capanna. Decisero di andare a mangiare e poi sarebbero tornati là magari tutta notte se era necessario,per aspettare il ritorno di Ron e Hgrid. La notte era già alta,Harry si sistemò meglio la coperta che Hermione aveva tirato verso di sè. Il freddo cominciava a farsi sentire di notte. Un rumore piuttosto forte di passi svegliò Hermione che si era assopita. “Cosa c’é!”. Farfugliò mezza addormentata. “E’ Grop ne sono sicuro,il rumore é troppo forte per essere Hagrid!”. Fù la risposta di Harry perfettamente sveglio e attento ad ogni rumore. Harry si mise in piedi e sfoderò la bacchetta per essere pronto a qualsiasi evenienza. La massa enorme di Grop si stagliava contro la luna notturna,ma la forma era a dir poco sproporzionata perfino per lui. Infatti man mano che si avvicinava Harry notò che portava un sacco sulle spalle. No, non era un sacco, era Hagrid. Harry gli corse incontro seguito da Hermione che emise un gridolino,vedendo come stava trasportando Hagrid sulle spalle. “Grop dove é Ron?”. Harry sperava che Grop riuscisse a comprendere il senso delle sue parole. Un grugnito di rabbia fece indietreggiare sia lui che Hermione. “...Grid ,chima Grop pericolo,Grop và trova lui e il rosso,ora andare a prendere,rosso!”. “Anchio vengo a dové il rosso?”. Grop scarica davanti a casa Hagrid senza sensi e si appresta a tornare nella foresta,seguito da Harry che si gira a dire ad Hermione; “Tu stai qui ad occuparti di Hagrid,io vado a cercare Ron”: Senza aspettarsi una rispota seguì la massa di Grop,che nonostante la sua mole cominciò a correre velocemente verso la foresta. Harry ansimava per restargli dietro,le lunghe falcate del gigante coprivano con un passo quattro di quelli suoi. La fatica stava facendo battere il cuore a mille nel petto,se non fossero arrivati presto Harry avrebbe dovuto fermarsi e riposare per qualche secondo. Il sentiero era aperto dalla mole di Grop così non doveva preoccuparsi di evitare i rami della foresta che apparte il loro passaggio era compatta. Il cielo era invisibile sotto la coltre dei rami più alti che impedivano di osservare le stelle. Il fiato si faceva troppo corto,i polmoni gli facevano male,quando a furia di correre Grop rallentò davanti quella che pareva una radura. Harry si appoggiò ad un tronco qualche secondo per respiare,le coltellate che sentiva al fianco si affievolirono. Ma non c’era tempo,Ron era la sua priorità in quel momento. Grop cercava in giro con aria smarrita, Ron doveva essere stato lì prima che lui portasse via Hagrid svenuto. “Rosso é qui da qualche parte”. Grugnì Grop. Harry cominciò a cercare qualche traccia,i segni di una lotta erano un pò ovunque. Dalle traccie almeno un altro gigante si era trovato lì. Un manto strappato era penzoloni su di un ramo semi strappato,la mente di Harry era in sovratensione. Ron doveva esserci,magari svenuto,o si svenuto ma vivo. Harremi strappato,la mente di Harry era in sovratensione. Ron doveva esserci,magari svenuto,o si svenuto ma vivo. Harry ripeteva questa frase nella sua mente spostando rami e guardando dentro ai cespugli. Un tonfo forte,da dietro un grosso albero,una figura enorme si avventò contro Harry che non fece in tempo ad alzare la bacchetta per difendersi che. Tumm,si ritrovò per terra a faccia in giù,era stato atterrato da una manata come maglio. Il gigante si stava preparando a duplicare il colpo,quando la manona di Grop arrestò a mezz’aria quella del suo avversario. “No male rosso!”. La risposta che Grop siede fù come una dichiarazione di guerra l’altro gigante si dimenticò di Harry sdraiato a terra con in mano la bacchetta,attonito a guardare la scena. Due giganti che si scagliarono l’uno addosso all’altro,fù come se due treni si scontrassero. Il rumore dello scontro e la terra scossa dall’impatto erano terribili. Grop ebbe la meglio,perché il suo avversario sorpreso da tanta decisione di difendere il rosso,come chiamava Ron misero al tappeto l’attaccante che ruggì in modo da far drizzare i capelli a Harry; “E’ meglio che cerchiamo il rosso e scappiamo prima che si riprenda!”. Le parole gli uscirono dalla gola senza che potesse trattenerle. Annaspando cercava dietro al cespuglio la presenza di qualche segno che Ron fosse lì privo di sensi ma ben nascosto,ma nessun indizio di dove potesse essere. Grop sollevò alla sua sinistra,una catasta di legna che copriva una buca e sotto c’era un impaurito Ron tutto sporco e dagli occhi sgranati che fissava il corpo del gigante atterrato da Grop. Harry si avvicinò urlante a Grop; “Torna a casa che io mi occupo di Ron!”. Ma le parole caddero nel vuoto,perché Grop si mise in spalla Ron e cominciò ad allontanarsi dalla scena della battaglia. Aveva fatto appena due passi che funzionari del Ministero comparvero dappertutto. Hermione o qualcun’altro li aveva informati dello scontro,una voce famigliare interpellò Harry: “Fortuna che c’ero io questa sera a guardia,il gufo mi si é parato davanti come un proiettile e ho potuto organizzare gli aiuti!. State tutti bene?”. Il viso sfigurato di Bill aveva una strana espressione di ansia,chissà quanto sarà stato preoccupato alla notizia dell’attacco a Ron. “Hei tu metti giù mio fratello!”. Con le mani Bill faceva larghi gesti a Grop di posare Ron per terra. Una volta che lo ebbe davanti lo esaminò,Ron era come se non sapesse dove era e perché era lì,sicuramente aveva preso una bella battuta per essere così frastornato. “Rinveni!”. Bill con la bacchetta fece un gesto che rianimò Ron,che con la vista annebbiata,guardava Harry alternativamente a Bill: “Harry cosa ci fai tu qui,e dové Hagrid?”. “Hagrid é a casa con Hermione,cerca di muoverti il meno possibile,hai preso una bella botta”. “Si ma si riprenderà presto,é un Weasley e noi siamo corriacei”. Il sorriso di Bill rincuorò Harry che aveva un’espressione preoccupata dipinta sul viso. “Andiamo a casa”. Fù il commento di Bill prima di prendere Ron sotto braccio e sparire. Giusto un attimo prima che Ron alzasse la mano destra per salutare Grop che seduto guardava la piccola figura del rosso che barcollando si rialzava. “Beh Grop grazie per aver salvato Ron,Harry si preparava a smaterializzarsi,quando un pensiero gli balzò in testa,non era educato di abbandonare lì Grop dopo il salvataggio del suo amico,decise che un’altra passeggiata non gli avrebbe fatto poi così male per tornare alla scuola. Hermione e Hagrid li aspettavano alla capanna di quest’ultimo,sembrava che Hagrid non fosse conciato poi così male,ma comunque Hermione gli aveva fatto un bendaggio per l’enorme testone che doveva aver preso una botta. I giorni successivi sguardi interrogativi scrutavano Harry,gli studenti avevano una domanda che per paura del suo ruolo di professore non facevano ma si intuiva che avevano molto voglia di sapere che cosa fosse successo quella notte. La McGranitt era l’unica che aveva avuto un rapporto completo su quanto accaduto e di conseguenza anche il signor Weasley,arrivato quella notte stessa aveva saputo dell’accaduto. Prudentemente nessun altro era stato portato a conoscenza degli eventi. Solo un ragazzo del terzo anno aveva coraggiosamente chiesto,se si era battutto contro otto giganti e si era liberato da loro con un semplice incantesimo. Harry dall’evidente esagerazione dei fatti non riuscì ad arrabbiarsi e gli sorrise,facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie. La storia come tutte le storie che lo riguardavano assunse contorni sempre più fantasiosi,ma dopo tutto teneva gli studenti occupati e non li faceva pensare al pericolo,che incombeva sempre di più sulla scuola. Harry era una specie di talismano,che al posto di allontanare i giovani studenti per il pericolo che correvano a stare vicino a lui nella stessa scuola erano aumentati come nessuno avrebbe mai creduto che fosse possibile. La preside era contenta della scelta fatta di farlo entrare come insegnante,visto le pressioni che il consiglio le aveva fatto per cercare qualcuno che fosse più maturo,ed esperto di lui. Ma da una parte nessuno avrebbe mai accettato la cattedra con la minaccia incombente di Voldemort,che era titolo fisso sulla Gazzetta del Profeta,con le sue azioni sempre più cruenti. Dall’altra Harry era controllato dagli innumerevoli Auror che stazionavano fissi alla scuola,vero motivo che ha indotto il Ministro a considerare la candidatura di Harry come possibile. Questi erano gli argomenti che lui discuteva con Hermine la sera,e spesso alle loro riunioni partecipava anche Ginny che sgattaiolava dentro la stanza di Harry con la sua complicità,le aveva prestato il suo mantello dell’invisibilità. Domani viene Neville a trovarci, ha aperto un negozio di piante magiche,indovina con chi?”. Ginny aveva rivolto la domanda ad Harry evidentemente perché Hermione la sapeva già la novità. “Non ne ho idea!”. Rispose Harry seccato,visto che era l’ultimo a sapere le cose. “Con Luna,pare anche che si siano messi assieme seriamente,quei due!”. Hermione aveva risposto senza staccare gli occhi dal suo libro,considerando scontato che fosse cosi. Harry cambiò argomento,perché si sentiva punto: “Come và Ron, qualcuno a sue notizie,ieri era ancora frastrornato quando lo ho visto alla Tana”. “George é passato qui per rassicurarci,ma tu eri via e così ha lasciato a dirti che Ron é sempre un pò confuso,ma stà migliorando”. Un sollievo si dilatò dal petto di Harry come un nodo che si fosse disfatto. Luna teneva Neville per mano mentre si stavano avvicinamndo al portale della scuola,Harry era nella sua ora buca,e si era messo vicino alla capanna di Hagrid ad attenderli. Era evidente che i due stavano insieme,e ancora più erano innamorati l’uno dell’altra. “Ciao!”. Esclamò Harry nel vederli entrare,ricambiato da un duplice sorriso,che la diceva lunga su quanto gli amici tenevano a quella visita. “Non vi abbiamo scordato,e siamo sempre intenzionati ad aiutarvi nella ricerca!”. Neville era orgoglioso di aver sottolineato quelle parole,ci credeva veramente. Harry sorrise ai loro amici,si senz’altro avrebbero fatto di tutto per aiutarlo,un calore avvolse il suo stomaco,e un canto dentro di lui gli diede forza e fiducia. Il giorno dopo avevano deciso di tornare alla Tana,per vedere come stava Ron e passare il fine settimana con tutti ,visto che anche George e Fred avevano fatto sapere che ci sarebbero stati. In effetti la casa era piena di gente,anche se ad Harry non sfuggìrono le occhiate che gli lanciavano tutti,piuttosto preoccupate,pensava di averci fatto il callo,ma evidentemente non si era ancora abbituato. Ron dal canto suo era molto contento che avessero deciso di andarlo a trovare. Perché non faceva altro che dare pacche sulle spalle ad Harry,ma di tanto in tanto,il suo sguardo si annebbiava smarrendosi in qualche pensiero,che la sua avventura passata gli faceva rivivere. All’arrivo del signor Weasley,lo stesso sguardo preoccupato era dipinto anche sul suo volto,ma Harry distratto dalla cucina della signora Weasley non ci diede troppa attenzione. Solo dopo cena e dopo una manciata di razzi luccichii, ultima invenzione dei gemelli,lanciati per festeggiare lo scampato pericolo di Ron,il signor Arthur con fare da cospiratore,si sedette vicino ad Harry. “Sai é da quando sei tornato che aspettavo l’occasione per parlarti. Anche Fred e George si erano seduti con aria tesa vicino al padre,che continuò a parlare. I gemelli hanno saputo durante una missione loro affidata,che Tu-sai-chi avrebbe cercato di uccidere Harry con un’imboscata,ma naturalmente tutto l’Ordine sarebbe intervenuto per proteggerlo,anche se non ci sarebbe stato bisogno. Allo sguardo interrogativo di Harry il signor Weasley,con una nota di imbarazzo continuò; “Si dopo la tua.....si insomma quello che hai fatto,sei il simbolo della Fenice,almeno molti di noi ti considerano così!”. Dunque era questo che pensavano di lui,Harry intuii come se gli avessero dato una scossa per fargli muovere le rotelle del suo cervello. Era considerato una sorta di emanazione della Fenice. “Beh ti dicevo di quel progetto che Tu-sai-chi ha in mente,pensiamo che sia presto che voglia realizzarlo,e a questo proposito,c’é qualcuno che verrà a trovarci oggi che potrebbe aiutarci”. Passò un quarto d’ora mentre George spiegava a Harry come erano arrivati a quella conclusione partendo da un mago che li aveva contattati nel loro negozio e delle piste che successivamente avevano seguito per scovare un seguace dei Mangiamorte che aveva confessato il piano del suo capo. La spiegazione era in pieno svolgimento,quando una figura alta e con un altrettanto alto cappello,comparve nel vialetto davanti alla Tana. Il signor Weasley interruppe la spiegazione del gemello; “Ecco Evanius un mio collega che lavora all’ufficio degli indicibili,ti potrà essere d’aiuto”. “Harry Potter,non sai il piacere di incontrarti”. Con un sorriso che dagli occhi non trapelava,il mago si sedette vicino a Harry mentre quest’ultimo guardava il signor Weasley interrogativo,ma di rimando ebbe solo un sorriso stiracchiato. “Anche la tua ultima apparizione al Ministero ha lasciato una traccia indelebile ,se ne parlerà per anni!”. “La mandata il Ministro?”. Rispose per niente arrendevole Harry”. “No!”. Questa volta il sorriso era vero,e si allargava da una parte all’altra della bocca dello strano Indicibile. “Anzi ti sarei grato se non ne facessi parola con altri al di fuori della cerchia della famiglia del nostro caro Arthur”. Una pausa per notare la reazione di Harry,il quale non ne ebbe. “Non nego che molti sarebbero per lo meno curiosi di sapere da tè di tutte le tue avventure,ma questa volta l’idea é stata di Arthur,presumo che voglia darti una mano”. Lo sguardo di Harry cadde sull’espressione del capo famiglia Weasley,che fece un’espressione complice,del loro discreto colloquio. Evanius con un espressione ancora più misteriosa si avvicinò a Harry e quasi gli sussurrò; “Bisogna che una di queste sere tu venga al Ministero,c’é qualcosa che devi assolutamnte verificare!”. La frase piombò nello stomaco di Harry come un macigno,già ritornare al Ministero come aveva fatto l’ultima volta,era un pensiero sgradevole,aveva passato giorni interi per rimettersi da quella esprerienza. Anche se si fidava del padre Weasley,non era sicuro che gettarsi in un’altra avventura fosse la cosa più giusta da fare ora,tra la scuola e la caccia all’ultimo Horcrux,e poi a Voldemort,gli assorbiva tutto il tempo. Ma l’indicibile sembrava che avesse previsto quella reazione e questa volta a voce più chiara e forte disse: “E’ molto importante che tu visiti una delle nostre stanze più nascoste e segrete,la stanza dell’amfiteatro,dove l’antico velo divide il mondo dei morti da quello dei vivi!”. Lo stomaco che prima era occupato da un macigno,ora si era espanso come se quel macigno si fosse dilatato,Harry boccheggiava rispondendo; “Quella che ho visto il giorno che Sirius é morto?”. “Si é uno dei nostri segreti più importanti,tu devi fare la conoscenza con quel mistero!”. Harry era separato dal mondo che lo circondava da una spessa barriera,la coscenza che lui non faceva parte nemmeno del mondo magico,era diverso anche da quello,ora ne aveva la netta sensazione. Con la testa anuii,per dire che era daccordo con l’Indicibile,forse avrebbe rivisto Sirius,e gli altri. “Tutto bene,sembra che tu abbia ingoiato della Puzzalinfa”. Il viso di Ron entrò nella sua visuale e in qualche modo lo riportò nel mondo. “Si ha bisogno solo di riposarsi,é sempre così sottoposto a stress,che un pò di riposo non potrà che fargli bene”. La risposta era venuta dal mago che sistemandosi il cappello si alzò,e si diresse verso l’uscita della Tana,Harry aveva la sensazione che lo avrebbe rivisto molto presto. George guardando Harry che a sua volta era ancora rivolto verso il vialetto dove era scomparso il mago; “Nostro padre lo rispetta molto, dice che é uno dei più validi dell’intero Ministero”. Ma il signor Weasley alzandosi non commentò lasciando Harry che prendesse le sue decisioni da solo.
Cap 23 Un atto disperato,il rapimento di Edvige A Hogwarts non si sentiva altro che susurrare le prodezze di Harry ,il quale faceva di tutto per minimizzarle e per dargli la minor importanza,ottenendo l’effetto contrario. Oramai la fantasia era oltre ogni limite e controllo. La preside era ormai roca per sgolarsi a smentire,ed anche lei si era demoralizzata,e non cercava più di soffocare le voci,semplicemente le ignorava. Risultato che le lezioni erano scrupolosamente tenute a porte chiuse,per impedire che orde di ragazzini assistesseso di nascosto,sperando in una qualche magia di quelle assurde che erano imputate a Harry . Ora i lazzi non erano solo dagli studenti,ma anche dal corpo insegnanti ne arrivavano di frecciate La Cooman gridava fra i fumi dell’alcool,che Harry le aveva confidato che lei aveva predetto che Harry sarebbe diventato immortale. Visto il pericolo di tale affermazione la McGranitt aveva minacciato la professoressa di divinazione,che un’altra storia assurda come quella e sarebbe stata cacciata dalla scuola. Fù Harry che prese le difese della Cooman,suggerendo alla preside che se l’avese licenziata,lui avrebbe corso un grave pericolo,visto che in confidenza lei aveva fatto la profezia su di lui e Voldemort!. La McGranitt era così scioccata che se ne andò nella sua presidenza senza proferir parola,nessuno la vide per tutta la giornata. Le visite di Neville e Luna,si susseguivano regolarmente,la ricerca dell’ultimo Horcrux era per tutti di vitale importanza,anche se i risultati erano nulli, dell’oggetto nessun indizio. Fù poco prima di Natale che Luna durante le loro riunioni,uscì con una frase che gelò Harry. Erano nella stanza di Harry Ron era come al solito,immusolito,per via del suo lavoro al Ministero,gli erano affidate creature disgustose da controllare,mentre accusava i suoi amici,di spassarsela a Hogwarts,a niente erano valse le proteste sia di Harry che Hermione,il suo umore rimaneva cupo. Luna uscì con una frase,buttata lì più per sfogarsi della frustrazione che per dire qualcosa di utile: “Sarebbe meglio interrogare il Capello parlante,visto i risultati”. Harry si alzò di colpo,come se una scopa invisibile,lo avesse colpito alla schiena. “Cosa,cosa hai detto!”. La guardò improvvisamente come se fosse la persona più importante al mondo. “Beh era solo uno sfogo,visto che il capello magico da consigli avevo pensato,no nulla era solo...”. “Certo il capello,é lui che mi ha dato la spada di Goldrig Grifondoro,forse sà dove é nascosto l’ultimo oggetto appartenuto a lui!”. Abbracciò Luna con foga,tanto era l’entusiasmo della scoperta. Neville li guardò come se fosse uscito da una trance; “Cosa il cappello”. Balbettò. Hermione balzò in piedi lasciando cadere l’immancabile libro che stava in moco annoiato consultando: “Cosi può essere,visto che una volta ha funzionato e poi non abbiamo altri indizzi,cosa ci costa provare”. Ron cambiò umore all’improvviso,interessandosi della conversazione: “Come faremo ad entrare nell’ufficio della preside,le chiediamo se ci può lasciare il cappello per un pò,visto che comincia a fare freddo”. Nessuno colse la battutta ognuno impegnato a riflettere su come entrare senza creare sospetti. “Ma certo che per tè Harry non sarà un problema,o per tè”. Ron si voltò a guardare Hermione;”Visto che lavorate qui a Hogwarts,entrate nell’ufficio della preside con una scusa,quando lei non c’é,per interrogare il cappello!”. La voce di Ron era con un tono di che denunciava la sua invidia,non aveva mai perdonato sia a l’uno che all’altra di essere là,insieme e lui a lavorare per l’ufficio controllo delle creature magiche,un lavoro che non gli piaceva,lontano dai suoi amici. “Ron,lo sai che non é colpa nostra che tu non puoi essere qui con noi a Hogwarts”. La voce stanca di Hermione,ripeteva la stessa cosa che molte volte gli avevano ripetuto sia lei che Harry,ma senza convincerlo. La testa di Ron si abbassò come se il peso di quelle parole fosse posato sul suo collo: “Già,ma io,mi....”. Non finì la frase,tanto conoscevano già la risposta. Hermione per distendere esclamò: “Allora Harry ed io cercheremo di entrare domani nell’ufficio,e poi domani sera ci ritroveremo qui per fare il punto sulla situazione!”. Tutti furono d’accordo ed ognuno si mosse per rientrare,mentre Harry tirò un respiro di sollievo. La mattina dopo Hermione aveva stabilito di vedersi con Harry nella sala comune,per fare un piano. Hagrid era vicino a loro e inevitabilmente sentì il loro progetto; “Se dovete cercare qualcosa dalla Preside,fatelo verso le due di questo pomeriggio,ho sentito che la sentono al Ministero per le nuove cose..la per la sicurezza,e non ci sarà alla scuola,e voi due stati attenti a non cacciarvi nei guai come al solito!”. Harry fece un sorriso a Hagrid,che arrossendo si concentrò sulla sua colazione. Verso le due Hermione e Harry,come due cospiratori,per caso si trovarono nel corridoio davanti al Gargoye che nascondeva la scala a chicciola che portava all’ufficio della McGranitt. Neville e Luna ,comparvero poco dopo e come stabilito,si misero come due che aspettassero l’arrivo della preside per un colloquio,mentre in realtà facevano la guardia che nessuno disturbasse la ricerca degli altri. Hermione facendo un sospiro per prendere coraggio,pronunciò la frase che permetteva di accedere all’ufficio; “Qudditch”. Esclamò,e il passaggio si aprì rivelando la scala che subito si mosse per portarla con Harry sul piano della stanza. Dentro Harry riconobbe il solito ronzio dei vari marchingegni che sbuffando emettevano vapore. Una stretta al cuore,quell’atmosfera,quei quadri che raffiguravano i presidi che si erano succeduti nei secoli a Hogwarts,ricordavano il dolore per la scomparsa di Silente. Dippets l’odioso preside che era appartenuto ai Serpeverde guardò la porta aprirsi e cominciò ad urlare mettendo in allarme anche gli altri che sonnecchiavano dentro le loro cornici. “Chi é che entra di soppiatto senza mostrarsi,quando la preside non é presente!”. Hermione aveva insistito,perché entrassero,coperti dal mantello dell’invisibilità,per non essere riconosciuti e traditi durante la loro missione di ricerca. Il ritratto di Silente cominciò ad agitarsi. Harry vi si diresse,e proprio davanti,alzò leggermente un lembo del mantello per essere riconosciuto,solo da lui. “A sei tu,mi domandavo quando saresti venuto”. Pronunciando queste parole alzò la sua bacchetta per sigillare il suo quadro,per impedire che altri potessero vedere con chi stava parlando. Gli altri direttori erano affacciati alle cornici vicine a quella di Silente,ma non riuscivano a vedere il suo interlocutore,facendo mormorii rabbiosi. “Siamo qui perché abbiamo scoperto quale potrebbe essere l’ultimo Horcrux ancora rimasto intatto!”. “Dunque hai scoperto gli altri,me lo aspettavo da tè,e dimmi dove, quale sarebbe?”. Il volto impassibile di Silente scrutava Harry da dietro le sue lenti. “E’ qui ed é uno degli oggetti appartenuti a Goldrig Grifondoro,noi pensiamo che sia custodito dal cappello parlante!”. “Vai avanti”. Fù la risposta laconica del ex-preside”. “Il pugnale,è lui che pensiamo,sappia dove si trovi,ed é per questo che siamo qui!”. “Hhuumm....forse é una buona idea,val la pena di tentare”. Il volto corrugato di Silente dava ad Harry l’impressione che l’ipotesi fosse per lo meno possibile,anche Hermione lanciando un’occhiata a Harry era visibilmente impaziente di controllare se. “Provate,ma un attimo Harry é da molto che volevo dirti che mi dispiace per non averti dato ascolto al riguardo di Severus,ma devi capire una cosa,che é molto importante!”. IL viso del expreside,esprimeva preoccupazione e dolore,abbandonando la sua solita serenità. “Dobbiamo dare una seconda possibilità,perché sbagliare é umano,e gliela dovevo,ora sò da Minerva che é morto,per causa della maledizione fallita,su di tè,ma non devi pensare che fossi stato ne leggero ne imprudente,anche se ho pagato di persona il mio giudizio,ricordi quanto ti ho detto che le persone estremamente intelligenti,tendono a fare errori più eclatanti?”. Harry acennò con la testa che se lo ricordava,le lacrime erano inopportunamente,vicino a sgorgare dai suoi occhi,distolse lo sguardo dal ritratto. “Beh adesso dovete cercare prima che si accorgano che siete qui senza permesso”. Silente aveva congedato i due. “Approposito,auguri per la vostra carriera di insegnanti!”. La frase,Harry intuiva che Silente l’aveva pronunciata per risollevare il morale,e il suo sorriso di comiato, confermava ciò. Coperti dal manto,e seguiti dal mormorio degli altri presidi si diressero verso la bibblioteca che conteneva il cappello parlante. Harry con decisione se lo inforcò sulla testa,risvegliandolo dal suo torpore. “Ha, sei tu”. Ti prego non pronunciare il mio nome siamo qui per uno scopo,e preferiamo restare in incognito!”. Harry aveva interrotto il cappello,prima che dicesse a tutti i ritratti che si stortavano per capire chi ci fosse dietro al manto. “Ha, e perché dovrei mantenere il silenzio”. Il copricapo contorse la punta come qualcuno corrugasse la fronte in segno di dubbio su cosa pensare. Hermione parlò e spiegò a grandi linee la loro scoperta,di nuovo il cappello si contorse. “Certo che posso darvi il pugnale di Grifondoro,ma mi é stato consegnato da lui stesso e non ricordo che avessi avuto la consegna di restituirlo se non al legittimo proprietario!”. Hermione ancora più perplessa di lui gli fece osservare; “Te lo ha dato prima o dopo di essere morto?”. Harry guardò Hermione come se fosse matta. Ma il pezzo di stoffa inaspettatamente replicò: “Adesso che me lo fai presente,penso dopo,é strano tutto ciò!”. “Non é strano se pensi che sia stato un’altro,a dartelo facendosi credere,il legittimo proprietario!”. Harry sorrise,era forutnato ad avere un’amica come lei. “Adesso che me lo fai pensare,si é strano!”. “Allora possiamo averlo?”. La voce di lei uscì con un ansia malcelata. “Dovete volerlo veramente,solo così,potrà uscire dal mio interno”. IL cappello detto ciò,si riaflosciò, segno che la conversazione era finita,fù di nuovo posato sullo scaffale della bibblioteca, sua normale dimora. Harry si concentrò come mai aveva fatto. Anche Hermione era tesa,gli occhi chiusi serrati si spremeva la mente per volere con tutte le sue fibre di veder comparire,il pugnale tanto cercato. Ma niente nonostante tutti gli sforzi, nulla uscì dal cappello. Harry era al limite della sopportazione,dovevano andare via prima che tornasse la preside ed erano vicini,molto vicini al loro scopo di distruggere l’ultimo oggetto che contenesse l’ultima parte dell’anima di Voldemort,e dovevano rinunciarvi,proprio adesso. Una rabbia mista a una determinazione che mai aveva provato,stava per levarsi il mantello furibondo,ma si al diavolo la segretezza ormai non gli importava più nulla solo scoprire l’Horcrux era importante. Quando dall’interno della tesa consunta dal tempo brillò qualcosa,era lei la lama impestata di pietre preziose di Goldrig Grifondoro. Harry con mano indecisa prese l’impugnatura e mise l’oggetto sotto il manto lanciando un occhiata a Hermione che aveva gli occhi dilatati dall’emozione, si diressero verso la porta mentre una voce alle loro spalle diceva; “Buona fortuna Harry!”. Il ritratto di Silente in modo inspiegabile aveva scoperto chi fosse l’invisibile visitatore dell’ufficio della preside. Hermione era agitatissima, si diressero ancora nascosti verso l’aula di Harry e una volta entrati si chiusero dentro. “Perché Silente ci ha scoperti?”. La domanda di Hermione le sgorgò come un fiume in piena si vedeva che non riusciva a trattenersi dal porla. “Non lo sò,immagino che...!”. Harry si era spostato verso la finestra mentre che pensava e rimase paralizzato vedendo qualcosa là fuori. “Edwige,ma cosa.....é lui maledetto!”. Harry si precipitò verso le scale lasciando Hermione da prima esterefatta ma subito dopo lazò verso la finestra,e per poco non svenne,fuori nel parco semi nascosto dai primi rami della foresta incantata,c’era una figura vestita di nero,che teneva una civetta bianca come la neve in mano e la teneva alzata verso la finestra come a mostrarla,il viso della figura era bianco e le mani lunghe appartenevano a Lord Voldemort!. Harry faceva gli scalini due a due urlando ai ragazzini di farsi da parte mentre che come un turbine passava davanti a loro. Anche due Auror che erano di guardia davanti al portale della scuola rimasero impietriti davanti al furioso Harry che correva a più non posso,verso la foresta. Tonks uno dei due Auror che erano di guardia all’ingresso vedendo la furia di Harry intuii che qualcosa di grosso stava per accadere,estraendo la sua bacchetta corse dietro ad Harry,il volto mostrava la paura di quello che stava pensando. Harry era già al limitare del bosco,quando prese ad urlare: “Vieni fuori,maledetto,te la prendi sempre con i più deboli ma se vieni fuori possiamo regolare i nostri conti,una volta per tutte! Urlava senza ritegno la bacchetta scintillava di scariche rosse dorate tanto era arrabbiato. Nella sua testa comparve un pensiero, Presto presto ci vedremo,tu e io. Harry si girava e rigirava come per intuire da dova venisse quella voce,ma poi dovette arrendersi all’evidenza era nella sua testa che Voldemort aveva lasciato il messaggio,poi una lunga risata agghiacciante fredda. Tonks respirava a fatica nel momento che riuscì a raggiungere Harry,gli diede un’occhiata preoccupata, quasi di paura nel notare l’espressione del suo volto. “Era quello che penso?”. Disse ansante. “Si era Voldemort,ha rapito Edwige,il mio gufo!”. “Harry, ti rendi conto di quello che sei!”. La voce di Tonks era preoccupata,non per l’atto eferrato appena compiuto da Voldemort,ma per un qualcosa che evidentemente aveva visto in lui. “Non capisco di cosa stai parlando,Voldemort ha appena rapito il mio gufo e tu perdi tempo a...beh!”. Non sapendo come finire la frase,girò sui tacchi e ritornò verso il castello. Era così arrabbiato e in ansia per la sorte dellla sua civetta. All’ingresso si accorse che aveva provocato un bel trambusto,alcuni studenti erano lì,con sguardi spauriti,e alla sua vista si fecero da parte,come se avesse qualche malattia contagiosa. La McGranitt arrivò trafelata,seguita da Hermione; “La professoressa Hermione mi ha appenna detto che Tu-sai-chi é,era qui a scuola?”. Un grido di spavento corse lungo gli studenti assiepati vicino a loro,avidi ascoltare gli avvenimenti. “Si e ha rapito la mia civetta!”. “Ha rapito cosa?”. “La mia civetta,ne possiamo parlare nel suo ufficio?”. “Si é meglio così!”. Gli studenti delusi seguirono con lo sguardo Harry, Hermione e la Preside che si dirigevano verso la scala che portava verso la direzione. Senza dubbio quella sera sarebbero circolate molte voci su quella strana scomparsa,con ripercussioni anche sulla fiducia dei genitori che non avrebbero considerato i propri figli al sicuro nella scuola. “Harry dobbiamo fare qualcosa per impedire che il panico dilaghi nella scuola e tutti questi fatti non aiutano a migliorare la nostra situazione”: Il capello della Preside era storto sulla sua testa,era evidente che era da poco rientrata dalla sua visita,quando era stata rapita Edvige,almeno così pensava Harry mentre che rispondeva; “Cosa ci posso fare,io sono venuto qui per tenere su la scuola della quale anch’io sono affezionato,ed ora anche la mia civetta é stata coinvolta,ed é stata una mossa per costringermi ad uscire allo scoperto da Voldemort,vuol dire che oramai siamo alla conclusione di tutta questa soria!”. Quasi urlò la sua risposta,la McGranitt era rimasta di sasso da quella sfuriata,ma si riprese subito e con la voce leggermente incrinata; “Immagino...immagino di si che siamo alla battuta finale Harry,che ne sarà di tutti noi,della scuola”. “Farò in modo che la scuola resti aperta,era la vita di Silente,ed é stato l’unico posto dove io mi sia mai sentito a casa,farò di tutto perché ciò accada!”. La determinazione della sua voce,rinfrancò la preside,che riprese un pò di colorito. “Cosa intendi fare adesso Harry?”. “Devo terminare una cosa e poi andrò a cercare Voldemort,ecco cosa!”. Il volto della maga si sbiancò,le mani tremarono e la mascella si muoveva senza riuscire a formulare una frase. Harry pensò che era meglio andarsene,aveva detto tutto quello che c’era da dire al proposito,nell’uscire guardò il ritratto di Silente,che tranquillo fece un gesto di assenso,mentre tutti gli altri presidi,agitati parlavano tutti insieme e passavano da una cornice all’altra per farsi sentire,ma Harry non aveva tempo per dargli ascolto,doveva andare a distruggere l’ultimo Horcrux,e poi se la sarebbe vista con Voldemort,e si sarebbe ripreso anche la sua civetta!. Hermione che per tutto quel tempo era stata muta ascoltatrice della conversazione seguì Harry muta fin dentro la sua stanza,prima di parlare. “Ti rendi conto Harry che ormai é quasi arrivata l’ora.....beh diamoci da fare per scoprire il modo di distruggere l’horcrux che ancora é nascosto dentro al pugnale di Grifondoro!”. Harry senza rispondere mise sullla scrivania l’oggetto che brillava di una luce propria,e sospettava che non erano i rubini di cui era tempestato a farlo luccicare,ma una presenza malvagia dava origine al bagliore. Hermione puntò la bacchetta verso il tavolo esclamando; “Speciali revelo!”. Il pugnale mostrò come una sorta di mano fumosa che brandiva l’impugnatura sollevandolo per aria in atteggiamento aggressivo,minacciado i due ad avvicinarsi o aggredirlo. Harry si mise davanti a Hermione che aveva indietreggiato alla reazione dell’arma. La punta era minacciosamente puntata contro Hermione,Harry sfoderando la bacchetta Urlò; “Proteggo!”. La lama si scagliò contemporaneamente al suo grido verso la gola di Hermione ma la protezzione di Harry la deviò,trasformandola in una specie di missile teleguidato che Harry aveva visto in una trasmissione Babbana alla tv. Facendo un giro circolare intorno alla stanza come a trovare un punto debole dal quale colpire Hermione, lei era paralizzata e fissava i movimenti come se avesse davanti un serpente a sonagli che la teneva ipnotizzata incapace di reagire alla sua minaccia. Le ampie giravolte e virate brusche che la lama compiva servivano a depistare gli incantesimi che Harry lanciava per bloccare l’oggetto nella sua corsa assassina. Si muoveva sempre più velocemente in cerchi e voluttà brusche,quando la porta della stanza si aprì e un ingnaro Ron si affacciò dentro,il pugnale subito si scagliò contro di lui,la visione fugace di Ron che chiudeva la porta, fece in modo che la lama si impiantasse nel legno della porta dando ad Harry un attimo di tempo per formulare; “Collo a portis!”. IL coltello non riusciva a liberarsi dal legno,incollato dalla magia. Hermione si risvegliò dal torpore provocato dall’oggetto,avvicinandosi alla porta ancora ansimando dallo spavento: “O..ra puoi entrare Ron, Harry lo ha bloccato!”. La porta si aprì e uno scudo tremante entrò dallo spiraglio, dietro c’era Ron che lo teneva con mani tremanti: “Ho pensato che se si fosse liberato questo sarebbe servito”. Quasi a scusarsi della sua idea. Dal corridoio una voce di una qualche armatura protestava urlando; “E’ mio ridammelo”. Ron ben nascosto dietro lo scudo avanzò dentro la stanza, Harry era sul punto di ridere vedendo la situazione,Hermione era sudata con gli occhi sbarrati, lo scudo danzava nell’aria avvicinadosi a lei e tutti fissavano la porta come se fosse un mostro che stesse per scatenarsi. A Harry venne un’idea, cerco il suo tagliacarte sulla scrivania,si avvicinò alla porta e si ferì nel braccio tagliandosi e facendo scorrere due gocce di sangue sull’impugnatura che mandava bagliori sinistri. Appena il sangue toccò l’elsa,i bagliori si spensero di colpo,la magia posta da Voldemort aveva ottenuto il prezzo ora poteva essere impugnato! Hermione aprì la bocca come avrebbe fatto il miglior Ron senza capire perché Harry era riuscito a trovare il modo di rendere innoqua quell’arma. Harry si affrettò: E’ stato Silente a mostrarmi come fare a entrare grotta la sera in cui é morto,pensavo che potesse funzionare e così... “Ron esclamò: Però ha funzionato!”. Era allegro,mentre si avvicinava ad esamiare l’oggetto. Hermione invece era diffidente come se si aspettasse una qualche trappola difensiva. Harry non fece a tempo a fermare la mano di Ron,il quale aveva già impugnato l’arma. Successe tutto in un lampo dall’impugnatura uscirono quattro lame piccole e sottili ,che trafissero la mano che la impugnava,da parte a parte. Ron con gli occhi fuori dalle orbite cerco di staccare la mano dall’elsa ma le lame glielo impedivano, Harry gli bloccò la mano per impedirgli farsi ancora più male il sangue nel frattempo scorreva lungo il braccio copioso. Hermione era così spaventata che rimaneva paralizzata ,il sangue le era defluito dal volto,metre gli occhi si erano sgranati dall’orrore. Harry urlò un altro trabocchetto di Voldemort!”. La sua mente era in un vorticoso caos mentre che pensava,ha avuto il suo pagamento di sangue,cosa vuole adesso per richiudersi?. Senza sapere perché appoggiò la lama sulla ciccatrice,e le lame che stavano trafiggendo la mano di Ron scomparvero. “Co..oo.oome stai?”. La voce gli uscì strozzata dalla gola,mentre che Hermione riprendendosi dallo spavento fece un’incantesimo Coagulo!,con la bacchetta,fermando il sangue che sgorgava copioso,dalla mano del sofferente Ron. “Andiamo da Madama Chips”. Disse avvolgendo con un asciugamano che Harry le aveva rimediato,la mano dolorante. Harry vide allontanarsi i due amici,che imboccarono la scale per l’infermieria,ma non si mosse per seguirli,aveva preso la sua decisione era l’ultima volta che li vedeva. Hermione scese fino all’infermeria per aiutare Ron che si lamentava debolmente a ogni passo. L’angoscia che provava per l’accaduto era mischiata a qualcosa che non capiva. Madama Chips appena li vide,con Ron che aveva l’asciugamano intriso di sangue,subito lo fece distendere su di un letto. “Non é una ferita magica, sono solo lame,le curerò in un baleno. Il petto di Hermione non si scioglieva dalla morsa che la opprimeva,ma ancora non capiva il perché. La certezza la colpì quando si voltò a cercare Harry,che non era lì a vedere come stava il suo amico. Dopo due minuti di incertezza non potè resistere,Ron era ormai tranquillo e in mani capaci. Corse sù per le scale fino alla stanza di difesa contro le arti oscure,era vuota!. Harry non era rimasto come un barlume di speranza le aveva suggerito,a guardia del pugnale di Grifondoro,infatti tutti e due erano spariti,la conferma terribile dei suoi sospetti era avvenuta. Era partito e per sempre per combattere la sua ultima battaglia contro Voldemort. Aveva deciso di farlo da solo,come un pò era sempre stato contro colui che gli aveva portato via tutti coloro che per lui più contavano,i genitori, Sirius ,Silente. Anche la ragazza che era fatta per lui Ginny l’aveva allontanata,per paura che potesse essere uccisa,o per lo meno usata per fargli del male,ed ora l’ultima beffa anche la sua civetta Edvige era stata rapita,per schernirlo. Lei capiva che vedere Ron ferito,era l’ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso della pazienza di Harry,. L’ultimo Horcrux era stato trovato,il solo motivo che aveva indotto Harry a restare in quella vita che gli era preclusa,la scuola che tanto aveva amato,o come lui la chiamava la sua casa,i suoi amici erano definitivamente relegati in un altra vita,un altro mondo. I pensieri dell’abbandono che le passavano per la testa,furono interrotti bruscamente dalla voce di Ginny: “Dove sono tutti quanti?”. Lo sguardo vagava per la stanza,quasi disperato,come se sapesse. “Ron é in infermeria,si é ferito ma stà bene”. Il viso di Ginny si traformò in una maschera di terrore. “Harry Harry se ne andato,per sempre!”. Si abbracciarono cercando nell’altra la forza di accettare quell’ultima grande pena,quello che pur sapendo che sarebbe o prima o poi successo. In tutti i modi avevano cercato di ricacciare dentro nel profondo del loro esere,la terribile verità che Harry da ora in avanti avrebbe combattuto per la propria vita,contro un avversario che era infinitamente malvagio e crudele!. Armato solo del suo amore. Ginny piangeva senza più tenersi,come se coltelli le stessero trafiggendo il cuore,mormorando; “Non é mai stato mio,anche se mi é appartenuto fin da quando lo visto per la prima volta,l’ho subito amato, fin dai primi sguardi,ora voglio solo stare con lui combattere con lui,non importa il rischio che posso correre, devo ritrovarlo!”. Hermione abbassò lo sguardo triste: “Lui ti ama ma non si farà trovare da te ne da noi,almeno non finchè avrà terminato la sua guerra contro Tu-sai-chi,ha trovato l’ultimo pezzo dell’anima di Voldemort ed ora lo stà cercando,perché uno dei due non può vivere se l’altro non muore!”. Il volto pieno di lacrime di Ginny era congelato in un espressione di stupore misto a paura,a sentire le parole di Hermione,la quale gli raccontò della profezia,a quel punto pensava che raccontandogli tutta la verità sulla loro ricerca,sulla preparazione che Silente aveva fatto per dare una possibilità a Harry di riuscire nell’impresa di combattere Voldemort a armi pari. La decisione di raccontarle tutto era per Hermione una specie di ricompensa per tutto il dolore che stava provando,ma sopratutto darle una speranza che tutto non era perduto,anzi!. “Andremo a cercarlo vero?, riusciremo ad aiutarlo non possiamo restare qui,non ora,sono restata in questa stupida scuola solo perché c’era lui,ma adesso non me ne importa più nulla,e poi fra due mesi sarò maggiorenne”. Hermione fece un cenno con la testa debole ma il suo era un assenso.
Cap 24
L’ES si mobilita
Harry stava camminando su una strada affollata di Babbani, il centro di Londra era come al solito caotico,passanti indifferenti scorrevano come immagini di un cinema Babbano. Nessuno pareva rendersi conto di chi per un attimo stava sfiorando,in quella assurda corsa che molti chiamano vivere. Una pioggia fredda e poco amichevole batteva i passanti come gli edifici,rendendoli ancora più tetri. Il Ministero era lì vicino forse ad un solo isolato. La prima volta che aveva percorso quella strada,era in compagnia del signor Weasley,per l’udienza che aveva subito. Ritornò sui suoi passi e finalmente ritrovò la stradina che portava verso l’entrata dei visitatori,la vecchia cabina era là come quando aveva combattuto per scoprire la profezia. “Nome e scopo della visita”. La voce fredda femminile aveva parlato ed era preparato alla risposta; “Neville Paciock,vengo a visitare il signor Evanius”. Sperava che nessuno andasse ad avvertire l’Indicibile del suo arrivo e scoprisse presto che in realtà lui era Harry. Una spilla scese dalla bocchetta del resto monete,e la cabina prese a scendere. La spilla recava la scritta Neville,aveva contato su questa mancanza di verifiche per conservare l’anonimato,almeno finchè avrebbe potuto,doveva ancora superare il Guardimago,al controllo bacchette. Nell’androne principale la solita confussione di maghi che entravano e uscivano incessantemente. Aveva contato su questo per provare il modo di entrare senza che nessuno notasse chi era in realtà. La sicurezza era molto aumentata da quando era stato là l’ ultima volta. Auror dall’aria arcinia stavano controllando file ordinate di maghi che pazientemente aspettavano il loro turno,evidentemente era prassi ordinaria il controllo. L’agitazione prese Harry in fila per entrare,forse quella visita era troppo rischiosa,ed era stato avventato presentarsi così senza un piano o qualcuno che lo aiutasse,ma ormai andarsene avrebbe attirato certamente l’attenzione di qualcuno,doveva restare lì. Un mago davanti a lui borbottava; “Tutte le volte che vengo qui sono almeno due ore di attesa,se poi non scatta un allarme,in quel caso si perde tutta la mattinata!”. Harry aveva coperto la ciccatrice accuratamente per evitare le solite espressioni di stupore,e si era fatto un incantesimo trasparente per gli occhiali,che Fred gli aveva insegnato,tutto sommato il mago che gli aveva rivolto la parola non dava segno di accorgersi con chi stava parlando,era un segno incoraggiante. L’orologio dell’atrio segnava ormai una buona mezz’oretta di coda,maghi in corsie preferenziali scorrevano rapidi,evidentemente erano alti funzionari del Ministero,uno di questi fece battere forte il cuore di Harry era Evanius,che ad un suo cenno di saluto si blocco stentando di riconscerlo,quasi dalla sorpresa pronunciò il suo nome riconosciutolo,ma lo afferrò per il braccio tirandolo fuori dalla fila,mentre leggeva la targhetta che portava appuntata sul petto con il nome falso scritto sopra. Gli altri maghi cominciarono a interessarsi a quel ragazzo che aveva attirato l’attenzione di un personaggio che viaggiava nella corsia preferenziale. “Ma sei matto a presentarti così senza dirmi nulla e poi con un nome falso!”. Lo strattonò verso il controllo prima che qualcuno potesse accorgersi di chi fosse. “Come pensi di poter passare la sicurezza senza essere identificato”. Un Auror arcigno si mise davanti a Harry per controllarlo,ma una mano di Evanius gli impedì di compiere la perquisizione e il controllo identificativo. “E’ con me Hopkins,garantisco io per lui!”. L’auror poco convinto si fece da parte,non prima di aver lanciato una lunga occhiata al volto di Harry,come a tamparsi bene i suoi lineamenti nella memoria. In un istante si ritrovò a scendere le scale che portavano verso i sotterranei,fino alla famigliare scala a chicciola che portava verso la parte più segreta del Ministero. Un altro Auror era a controllare che solo gli autorizzati scendessero la sotto,questa volta Evanius,senza farsi accorgere del movimento fece un gesto alla spilla che Harry portava facendola diventare di un colore viola con riflessi dorati,e il nome scritto si trasformò nel suo. La bacchetta del guardiano emise un suono che a quanto pare era quello giusto perché senza fare domande si scansò per lasciarli passare. La spilla doveva contenere una qualche autorizzazione dopo la magia dell’Indicibile. Passata la porta la magia che rendeva invisibili i suoi occhiali svanì. Evanius lo anticipò: “Nessuna magia può passare questa porta, mostra tutti come sono in realtà,per evitare che qualche mangiamorte riesca a introdursi di nascosto,nemmeno la Pozione polisucco riesce a passare,é per questo che ti ho traformato la spilla, il nome deve corrispondere a chi la indossa!”. Harry si sentì stupido con il suo ingenuo piano di entrare lì senza essere riconosciuto. La stanza nella quale entrarono era quella dell’anfiteatro,con in fondo l’arco su cui era posto il velo dietro il quale era scomparso Sirius,il cuore arrivò in fondo ai piedi,e le gambe tremarono inpercettibilmente. “Questa é l’anfiteatro del velo dell’Ade,é forse la più segreta e pericolosa stanza dell’intero Ministero!”. Harry lo interruppe esclamando; “Lo sò, Sirius é morto qui!”. “Mi hanno detto che tu hai sentito delle voci,dietro il velo,la notte che vi siete battuti contro i Mangiamorte”. Harry non sapeva se rispondere o no alla domanda; “Si, io e Luna abbiamo sentito gente parlare dietro questo velo”. “Non avvicinarti Harry, é mortalmente pericoloso!”. Disse Evanius a voce alta, ma Harry era attirato come ipnotizzato dal velo che cominciò a agitarsi debolmente come se un soffio di vento lo muovesse. Prima che Evanius riuscisse a tirarlo indietro Harry si mise davanti e tocco il velo, era come toccare qualcosa di gelido, ghiaccio forse. Il tocco provocò che dei mormorii indistinti divennero voci di gente che discorreva,parlava. Harry era del tutto irrigidito,incapace di muoversi,ipnotizzato, voleva solo entrare la dentro. Sirius era là, ne era certo!. “Harry Potter torna qui!!”. Le parole erano lontane, un fastidio perché Harry non voleva affatto tornare indietro,e poi quel vento,una brezza tiepida era come una carezza che lo trasportava in paesi esotici nei quali Harry non era mai stato,un profumo e il passo era fatto. La realtà come lui la conosceva era svanita come se la sua vita di prima fosse stato un sogno,un orribile incubo,ma ora sentiva di appartenere in maniera straordinaria a quel mondo,perché quel mondo era totale,si totale era la sola parola che gli veniva alla mente per descrivere quello che provava,no non lo provava, era quella realtà!. Di sicuro era una fenice che volava libera piangendo di felicità, scaldato nel sole tiepido portato dalla brezza come se quel calore fosse in lui. Molte altre sensazioni entrarono nel suo vivere da fenice,sotto di lui correva un cane,che aveva si lo sentiva la sua stessa gioia di essere,correvano senza metà tanto erano sempre compresi in quel tutto che li univa. Un cappello da mago era indossato da un giovane che Harry faticò a riconoscere tanto era giovane,e un’antica voce famigliare gli parlò,ma quello che disse non voleva esprimerlo con ricordi era ed é tutto,non lo avrebbe mai scordato. L’immagine cambiò ancora, due giovani erano abbracciati su di una roccia sufficientemente larga per farli sedere comodi ,anch’essi gli si rivolsero mentre volava attorno a loro con le sue magnifiche ali rosse screzziate d’oro,ma questa volta non fece fatica a riconscerli,ma anche quest’immagine non passò attraverso il suo ricordo,era e basta. Ma ora una sensazione orribile lo afferrò,impedendogli di continuare a volare,lo tirava indietro non aveva forze per contrastare quella brutta sensazione che lo obbligava a rientrare dentro una specie di porta, Hermione era appoggiata alla finestra dell’infermieria,Ron si era ristabilito e stava per lasciare la stanza per riprendere il suo lavoro. Ginny che era andata a salutarlo era seduta sul letto,colta da una sensazione impossibile da spiegare o da razzionalizzare,i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Hermione; “E’ andato per sempre,non sarà mai più come prima!”. “Lo sò ma lo amo disperatamente!”. Lo strano discorso fù mal interpretato da Ron che rispose: “No vedrete che tornerà presto,verrà a vedere come stò,é senz’altro preoccupato per la mia salute e si vorrà rassicurare di come stò!”. Nessuna delle due amiche rispose,loro avevano capito e nessuna parola poteva compensare l’accaduto. Ma le due amiche avevano capito molto più di quanto volevano dar a vedere. Il viso dell’Indicibile era su quello di Harry che si ritrovò disteso per terra sul freddo pavimento di pietra,non volava più e la musica che solo ora si era reso conto che ascoltava durante il viaggio,era finita. “Ho avuto paura che ti avremmo perso per sempre quando ti sei messo davanti all’arco!”. Una pausa per assicurarsi che Harry riprendesse conoscenza completamente,obbligandolo a muoversi. “Ma cosa,per la barba di Merlino,cosa ti é successo,nessuno ha mai potuto avvicinarsi a quel velo senza morire,e tu ci sei passato in mezzo senza scomparire,o meglio sei scomparso per un attimo e poi sei caduto dall’altra parte così,come se avessi attraversato la porta di casa!”. Il volto sconvolto dell’indicibile,mostrava ad Harry che cosa gli era successo, “voglio andarmene,devo...devo andare”. “Dove vai se non riesci a stare in piedi,cerca di calmarti,vado a chiamare Arthur,tu stai qui!”. L’indicibile corse fuori.per fortuna che non incontrò nessuno sulla scala che portava ai piani di sopra. Trovò Arthur che stava per scendere e dal volto sconvolto metre lo relazionava sull’accaduto nell’anfiteatro,anche il viso abitualmente rilassato del padre Weasley,si compose una smorfia di incredulità,i due decisero che era meglio portare Harry fuori di là alla Tana,almeno un luogo che conosceva bene. Un buon cinque minuti dopo che ebbero finito di decidere sul da farsi,scesero fino al sotterraneo nella zone dove Evanius aveva lasciato Harry,ma una volta giuntovi notarono che Harry era scomparso. Corsero verso l’ascensore e poi senza fiato alla barriera di corntrollo,chiedendo ai Guardamaghi se uno rispondente alla descrizione di Harry era passato di là da poco. Era passato due minuti prima ed era pittosto agitato,tanto che una guardia lo aveva ricordato per la sua cammianta discontinua. Harry era scappato di nuovo!. Hermine stava preparando i suoi bagagli per partire. Quando la MaGranitt entrò nella sua stanza: “Hai proprio deciso di partire,io credo che Harry sia capace di cavarsela con le proprie forze,non é mai stato un ragazzo normale,tutti lo abbiamo capito”. Hermione stava piegando un malgione per riporlo nel baule,finì l’operzione prima di rispondere. “A dire tutta la verità,ero venuta qui per aiutare Harry nella sua ricerca,ed ora che é conclusa penso che insegnare non sia per me un progetto a lungo termine”. “Ma se insegnare é per tè come una seconda pelle,e poi quale futuro pensi che abbiamo,se non cerchiamo di salvaguardare il nostro mondo,potrebbe non esserci più se tutto va a rotoli!”. Hermione fece una smorfia,mentre osservava la Preside; “Se Harry non riesce a fermare Voldemort,un futuro non lo avremo di certo!”. Fù l’anziana maga ad abbassare lo sguardo,il volto scavato dalla preoccupazione,certamente per la situazione che stavano vivendo: “Qui poteva contare su di una protezione,che fuori non avrà,ci hai pensato”. Hermione sbiancò dalla rabbia repressa: “Quale protezione,ricordo che lui ha detto una volta che se Vodemort decide di attaccarti,non hai nessuno scampo,se non il tuo coraggio e il tuo fegato”. Era ansante quando pronunciò queste parole. “Guardi cosa é successo a tutti quelli che si sono messi tra lui e Voldemort,sono morti,cosa pensa che possano fare una squadra di Auror,se lui decide di ucciderlo,il rapimento di Edvige é il segnale che ormai é arrivato il momento dello scontro finale,lo ha deciso!!”. La MaGranitt si fece piccola come se fosse impotente dopo quella accalorata precisazione. Un silenzio calò fra le due donne,fù la preside che ruppe la tensione: “Almeno avete trovato quello che cercavate nel mio ufficio?”. Fù il momento di Hermione di sentirsi impotente,la voce non aveva tono di accusa,ma era una semplice constatazione,di quello che era successo. “Si era il motivo per cui siamo venuti ancora una volta a Hogwarts!,ci serviva per sconfiggere il Signore Oscuro,ma per favore non mi chieda di più!”. “No immagino di no,avete fatto sempre tutto voi da soli,in tutti questi anni,e certamente ora non cambierete,ma se avete bisogno di noi,sapete che l’Ordine della Fenice vi sosterrà con tutte le sue forze!”. Hermione arrossì quando ringraziò la preside,sentiva che doveva dire qualcosa per scusarsi: “Harry é sempre stato lui a decidere,cosa fare,io e Ron siamo stati sempre solo quelli che lo hanno accompagnato,in tutte le sue avventure,ma é sempre stato solo lui a fare il grosso del lavoro!”. Il baule era finito e con la bacchetta diede l’ordine Locomotor,facendolo levitare pronto per partire. Precedentemente aveva fatto anche il bagaglio di Harry che era partito senza portare via niente dei suoi effetti personali,con un’altro colpo di bacchetta alzò anche il secondo baule,era pronta a cominciare l’ultima battaglia!. Scesero in silenzio le scale verso il portone principale,ognuna persa dentro i suoi pensieri e preoccupazioni. Davanti al portone,una piccola folla era in attesa di Hermione,c’erano Ron con il suo baule,Luna e Neville,ambedue con i loro bagagli,e sorpresa!. Seamus Finnigan,Dean Thomas, Fred e GeorgeWeasley,Ginny Tutti appartenenti al gruppo dell’ES. La MaGranitt li guardò stupita,erano tutti lì come se qualcuno li avesse contattati per riunirsi là per aiutare Harry per sostenerlo,per combattere. Erano tutti là, i volti decisi come di chi sia risoluto ad agire. La preside nascose le lacrime che stavano per impossessarsi di lei ,sistemando gli occhiali perfettamente posati sul naso. “Non posso fermarvi immagino,visto che sembrate decisi ad andare fino in fondo,aiutatelo come potete,ma tornate tutti e interi!”. Detto ciò,si volto e rientrò nella scuola,soprafatta dall’emozione,la situazione era così pericolosa che ne nella scuola ne altrove sarebbero stati al sicuro,tanto valeva che fossero motivati e quindi più forti,insieme forse... Hermione prese la parola; “Bene ora che siete tutti qui,dobbiamo andare a trovarci un posto dove stare prima di cominciare a cercare Harry!”. Fred interruppe i suoi progetti dicendo: “Harry é stato al ministero,nostro padre celo ha detto”. Fu la volta di George di interrompere il gemello: “Si é andato là ed é scappato di nuovo,ma cosa più importante é che é passato nell’arco dei trapassati ed é ricomparso dall’altra parte,Evanius che era presente,non sà darsi una spiegazione sull’accaduto,nessuno era riuscito a tornare da quella passeggiata!”. Fù la volta di Hermione a interrompere i gemelli; “Io lo sò é Harry é in qualche modo una fenice,o per lo meno ne ha poteri,la morte non lo può avere!”. IL gruppo a quell’affermazione si guardò imbarazzato come se non riuscisse a credere che quelle parole fossero vere! Hermione capendo l’imbarazzo spezzò l’atmosfera dicendo: “Dobbiamo cercare di ritrovare Edvige, Voldemort non si sarà certamente occupato della civetta di Harry,conoscendolo lui é troppo importante per occuparsene,dopo riusciremo a ritrovare Harry”. L’affermazione sul legame fra il ritrovamento della civetta e il legame con Harry non era ben chiaro a nessuno del gruppo,ma almeno avevano un punto di partenza. Harry era confuso ma sopratutto aveva freddo,la pioggia che non smetteva di cadere gli aveva inzuppato i vestiti,per uno che non sapeva dove andare e cosa fare era un inconveniente fastidioso: al Paiolo magico,no, non era molto saggio lo avrebbero riconosciuto subito,e qualche spia lo avrebbe subito individuato. Da Reginald,no, lo avrebbe messo in pericolo per niente,alla Tana figuriamoci,lo avrebbero assalito dalle domande e lui voleva restare solo per organizzare qualcosa. Restava ancora un posto,dove andare,Harry entrò dentro ad un parco sotto una tettoia per fermarsi e ragionare,sedutosi sopra una panchina,giocherellava con l’impugnatura della bacchetta nescosta sotto la giacca,il gesto lo faceva sentire al sicuro,se fosse stato attaccato si sarebbe potuto difendere. Nella panchina di fronte a lui,un bimbo Babbano con la sua mamma aspettavano pazientemente che la pioggia passase per tornare alle loro faccende. Il bimbo osservava Harry con interesse,con quell’interesse che solo un bimbo può avere,notando cose che ad un adulto sfuggono. Il movimento della mano sulla bacchetta aveva provocato delle scintille nascoste sotto la giacca,che avevano ipnotizzato l’attenzione del fanciullo. Harry pensò che era meglio andarsene,prima di ricevere un gufo dal Ministero per aver infranto la legge sulla segretezza,aveva anche deciso dove andare. Si alzò di scatto e si nascose dietro un pilone della struttura che teneva su la tettoia,e con un leggero crack,si smaterializzò,non senza che il bimbo avesse notato che lui era sparito,verso nessuna direzzione,tentò anche di dirlo alla mamma ma lei spazientita,lo rimproverò della sua troppa fantasia. Harry passeggiava tranquillamente nella strada principale di Diagon Alley,la vecchia atmosfera era del tutto svanita, i negozi che un tempo vendevano tutti quei generi di mercanzie che ad ogni mago avrebbe voluto possedere,erano chiusi e sbarrati. Segni di bruciature e pezzi di muro crollati erano il segno inequivocabile di lotte avvenute negli ultimi tempi,testimoni dell’aumento della brutalità e dell’innalzamento degli scontri,voluto da Voldemort per ficcare il mondo magico. Pochi e frettolosi maghi si aggiravano spostandosi a gruppi,sbrigavano le loro commissioni e sparivano preoccupati di finire in mezzo a qualche regolamento di conti dei Mangiamorte. Nel vederlo così passeggiare tranquillamente,ma sopratutto da solo aumentava il loro senso di paura,qualcuno nel riconscerlo cambiava strada,o lasciava cadere gli acquisti e si rintanava aspettando che fosse passato,prima di raccogliere gli oggetti caduti. Harry trovava tutto ciò più strano,che il fatto di passeggiare così senza una meta. La sua passeggiata lo portò vicino al negozio Tiri vispi Weasley,che portava un cartello con su scritto,momentaneamente chiuso. La facciata portava i segni di un recente scontro,ma sembrava che la cosa non fosse grave da pensare che qualcuno si fosse fatto male. Ormai erano due ore che Harry bighellonava per la strada,incontrando solo maghi e due Auror che erano di pattuglia,alla loro richiesta se voleva essere scortato da qualche parte,evidentemente lo avevano subito riconosciuto,il suo rifiuto sorridente li aveva lasciati sbigottiti. Decise di andare a Notturn Alley,la stradina stretta che portava nel cuore della parte oscura del centro magico,era sgombra e silenziosa. Ma un avolta giunto al centro,la vita sembrava essersi ripresa. Tutti negozi erano aperti e molti maghi e streghe dall’aria equivoca affollavano il passaggio. Se da una parte Diagon Alley,la gente era spaventata al vederlo,non era niente al confronto del suo passaggio lì. Sguardi di paura mista a odio faceva restare tutti almeno a due metri da lui che li guardava sorridendo,cosa che li spaventava ancora di più. Colto da un’improvvisa ispirazione si fermò davanti un arcigno grosso mago dall’aria molto cattiva chiedendogli: “Stò cercando Voldemort,saprebbe dirmi dove possso trovarlo?”. La domanda assurda fece l’effetto di una bomba lanciata in mezzo alla folla che oramai si era radunata intorno a lui. Il mago era bianco in volto e non riusciva a proferire parola dalla sfacciataggine di Harry. Una bacchetta sbucò nelle mani di un suo vicino,dall’aria piuttosto arrabbiato,subito incalzato da Harry; “Vuole togliere il privilegio a Voldemort di uccidermi,non sarà molto contento se lei mi uccide, non le pare!”. Gridolini di paura serpeggiarono in mezzo alla folla, nessuno osò fare più un gesto minaccioso. La situazione pareva essere in stallo,nessuno osava fare il minimo gesto. Harry gridò per farsi sentire da tutti; “Voglio indietro la mia Civetta,diteglielo,se lo incontrate!”. Silenzio,nessuno parlava. Una voce dal centro della folla radunatasi,ruppe la tensione: “Ti aspetta nel pomeriggio dove tu sei andato a cercarlo l’ultima volta!. La voce distinguibile per quella del gigante biondo incontrato la sera della morte di Silente,gli aveva dato la risposta,per la quale aveva fatto la passeggiata,il contatto era preso!. “Verrò, ho fretta anch’io di finire questa storia una volta per tutte”. Senza aspettare altro si volse e tornò verso Diagon Alley, tutti si allontanarono da lui mentre passava, i loro volti esprimevano odio paura e qualcuno perfino rispetto,nessuno aveva mai pensato di essere così spudorato,sopratutto lì,in mezzo a tanti sostenitori di Voldemort!. Harry non era minimamente impressionato da ciò,una volta accettato di scontrarsi con Voldemort,il resto era una passeggiata!. L’ES si era parcheggiato momentaneamente nel giardino di casa Weasley,per discutere sul da farsi,le panche in legno che normalmente erano adibite alle cene estive della famiglia ora erano occupate dalla riunione in corso. Hermione era infervorata in un progetto di controllo dei luoghi ove eventualmente Harry potesse visitare,quando Bill,entrò correndo nel giardino,quasi urlando richiamò l’attenzione di tutti. La signora Molly,subito comparve aspettandosi qualche brutta notizia,seguita da Tonks e da Lupin. “Harry é stato visto a Diagon Alley!”. Fù tutto quello che riuscì a dire Bill prima di sedersi su di un lato della panca. Il silenzio era totale,tutti pendevano dalle sue labbra. “E non é il peggio,era completamente solo,ha persino rifiutato di essere accompagnato da due Auror,dove volesse andare,e subito lo hanno visto dirigersi a Notturn Alley”. Un gridolino di paura uscì spontaneo sia da Molly che da Ginny. Bill continuò: “Ha chiesto a un passante noto fiancheggiatore di Voi-sapete-chi,se poteva incontrarlo,hanno fissato un appuntamento,dove non si sa”. Il signor Weasley comparve subito dopo il racconto di Bill,era sconvolto. “Dalle vostre facce sapete,il Ministero ha dichiarato lo stato di massima allerta,tutti gli Auror son impegnati nella ricerca di Harry,con l’ordine di prenderlo e portarlo al Ministero!”. Il suo volto sudato la diceva lunga sul suo stato di apprensione. “Ho riunito tutto l’Ordine della Fenice per trovarlo,é....é beh penso che é l’ultima battaglia,se Harry dovesse sconfiggere Voi-sapete-chi,anche gli altri crolleranno!”,in caso contrario,beh non voglio nemmeno prendere in considerazione la cosa!”. Un brivido di freddo percorse tutti,nessuno osava fare o dire nulla. Maghi e streghe comincivano a comparire per irspondere alla chiamata dell’Ordine,silenziosi evidentemente al corrente delle ultime novità. Il signor Weasley si asciugò il sudore con un fazzoletto per darsi il coraggio di continuare,dando l’impressione che non tutte le cattive notizie erano state date; “E’ venuto al Minstero nell’ufficio dei misteri ed é insomma é passato dall’arco dell’al di là.......ed é fuggito,insomma passare di li é morte certa,nessuno sarebbe sopravissuto,non capiamo..........Hermione e tu Ron casa pensate,voi eravate i più vicini a Harry cosa.....”. La confusione che mostrava guardando sia Hermione che il figlio non lasciava dubbi,era completamente nel panico. Hermione sentitasi interpellata,si alzò,e di fronte ai molti che si erano radunati,sentiva che doveva dare una spiegazione,le mani le tremavano per quello che stava pensando,ed anche la voce tradiva il suo pensiero: “Lui,era come tutti sappiamo il preferito di Silente,ma non molti sanno il perché,e devo dire che anche io e Ron che più di chiunque abbiamo conosciuto Harry fatichiamo a capire gli avvenimenti”. IL prato davanti alla Tana era pieno ormai di maghi che in silenzio religioso ascoltavano con un’attenzione assoluta. Lei non ci fece caso,e continuò: “Solo Silente aveva compreso fin a che punto Harry era speciale,ma di tutto quello che gli ha detto o fatto capire,il suo vero potere non lo ha mai dichiarato,forse nemmeno Silente sapeva fin a che punto potesse svilupparsi,per farla breve Harry é in qualche modo una Fenice!”. L’affermazione sollevò mormorii e borbottii fra gli ascoltatori. “Ecco perché non é morto durante l’attacco di Piton,ed é la spiegazione del passaggio nell’arco del al di là,non può morire,e quindi ha sfidato Voldemort,perché é sicuro di vincere!”. George aveva dato voce al pensiero che più o meno tutti stavano pensando in quel momento. Ma Hermione,fece un gesto per calmarli, il volto ancora più triste se é possibile; “No non è vero che non può morire,penso che dipenda da lui,e credo che se ha visto quello che credo che abbia visto non voglia continuare a vivere!”. Pochi intuirono le reali parole che si nascondevano dietro a quell’affermazione,e quei pochi,la famiglia Weasley e Lupin,sentirono definitivamente calare la scure sopra le loro teste. Ginny voleva urlare,voleva esternare tutto il suo dolore,lo amava e anche se non c’erano state mai molte speranze,aveva creduto e lo aveva amato,ma inaspettatamente,il suo amore le usci dal petto come un canto,non quello della Fenice che solo Harry riusciva ad evocare,ma uno più flebile se possibile più gentile e timido,corse via perché nessuno potesse ridere del suo sentimento,era solo suo e di nessun altro! Qualcuno urlò dal cancello del giardino: “E’ qui Potter é qui”. I maghi si separarono per permettere a Harry di passare,nessuno si aspettava di vederlo lì. “Harry!”. Gridò Hermione mentre lui tranquillo guardava dalla strada,senza sembrare di voler entrare ma senza neanche dare l’impressione di voler dare solo un’occhiata e fuggire. Restò così per vari minuti,senza muoversi,e senza che nessuno cercasse di invitarlo ad entrare. Ginny attirata dal grido uscì dalla casa ove si era rifugiata,e lo vide restò davanti al cancello senza cercare di dire niente,anche se i suoi occhi parlavano d’amore di dolore mista a gioia,lui con quel sorriso aperto che parlava di molte cose per lo più difficili a dirsi a voce,tranquillamente si girò e scomparve. Hermione andò verso Ginny che era rimasta lì senza muoversi,con un braccio consolatorio le cinse le spalle e la tenne stretta mormorandole; “E’ venuto a salutarci,non poteva fare altrimenti”. Ginny lo sapeva le aveva fatto capire che se ne andava solo fisicamente ma per il resto era là in mezzo a loro per sempre
Cap 26
I due serpenti
La villa nascosta che era stata meta delle sue giornate estive,ora era ancora più inospitale,la montagna cominciava a dare i segni di un gelido inverno lì a venire. L’entrata normalmente occultata da una grossa pietra ora era minacciosamente sparita lasciando la visione di una lugubre vecchia casa in legno,anerito dal tempo. Harry con circospezione avanzò in quel giardino con alberi scheletrici fino all’entrata custodita da due Gargoye in pietra che cominciavano a mostrare i segni del tempo. Un enorme battacchio a forma di serpente,era tutto quello che mostrava il carattere del suo proprietario,per il resto l’anonimato era evidentemente studiato per non dare un’indicazione di chi potesse abitarci dentro. Gli scuri erano tutti chiusi,impedendo la vista dell’interno della villa. Ma Harry pensò che era più a causa di non fare entrare luce all’interno,che di impedire ai potenziali estranei di vedere gli occupanti. Ancora nessuna presenza,anche se Harry aveva la sensazione che qualcuno potesse essere li a spiarlo. Uno sbattere d’ali bianche e Edvige era là comparsa dall’interno della casa. Le si posò su di una spalla e Harry l’accarezzò con la mano libera dalla bacchetta.mentre che il suo sguardo correva incessantemente sui particolari della casa per vedere da dove sarebbe partito l’attacco,ma nessun movimento presagiva quello che sarebbe stato l’attacco finale. Finito il giro,Harry decise che sarebbe stato meglio uscire di là,la situazione sembrava diversa da quelle che si era aspettato arrivando. Silenzio Edvige tubava felice sulla sua spalla,anche lei sembrava in apprensione,perché farlo andare là solo per recuperare la sua civetta?. Tornò sui suoi passi,verso il cancello,non era possibile che fosse stato solo uno scherzo per spaventarlo. Era all’uscita,quando molta gente apparve al di fuori della proprietà,erano tutti maghi dell’Ordine,ed anche i suoi amici dell’ES erano insieme. Non fece in tempo ad avvicinarsi a dirgli di andarsene che una risata fredda glaciale gli arrivò da dietro le spalle,con il cuore in gola si girò,lasciando andare la civetta che subito si diresse verso il cancello,ma non arrivò ad oltrepassarlo. Una barriera magica impediva a chiunque di attraversarla. Cominciò a compiere giri alti sull’entrata della casa,tubando allarmata. Intorno a lui comparvaro molti Mangiamorte,incappucciati e silenziosi. Al centro di essi troneggiava la figura di Voldemort,che prese a girare intorno a Harry che restava immobile ad aspettare l’attacco con i nervi tesi come corde di violino. Una brezza gelida arrivò a Harry; “Aspettavo questo momento da molto tempo,più volte é stato rimandato,ma ora ,tutti devono sapere chi é Lord Voldemort e quale il suo enorme potere!”. La mano bianca e fece un gesto con la bacchetta,simile all’ondeggiamento di un serpente,che striscia,e la bariera magica si dissolse. L’Ordine della Fenice,potè entrare nel giardino della villa,ma a occhio il loro numero era inferiore a quello dei Mangiamorte,che subito si misero a semi cerchio,pronti ad ingaggiare battaglia. “I miei Mangiamorte hanno ricevuto l’ordine di non attaccare almeno se non sono attaccati,si perché tutti devono vedere la mia potenza!”. La voce aveva qualcosa di delirante,e spaventoso allo stesso tempo. Un gesto fulmineo di Voldemort; “Invalidamus bacchette!”. Tutti i maghi dell’Ordine si ritrovarono con in mano,al posto delle loro bacchette,dei serpenti che subito molti lasciarono cadere per terra. Alcuni tentarono di immobilizzare le proprie,ma con scarsi risultati. Nel giro di un minuto,tutte strisciando si diressero verso Voldemort si aquattarono sibillando attorno a Harry. “Questa é l’ultima sfida fra me e tè,ma tutti devono vedere e quando tu sarai morto,dovranno piegarsi e riconoscermi quale io sono, il loro signore e padrone!”. Molti si guardarono smarriti,Harry con grande orrore vide in mezzo a loro anche i suoi amici,e anche lei Ginny,che lo guardava,con espressione di incoraggiamento. Lui di rimado le sorrise con un’espressione serena e rilassata,ricevendo in cambio,uno stiracchiato sorriso. Harry con lentezza,per evitare un attacco di qualche Mangiamorte,prese dalla tasca il pugnale di Grifondoro,e lo mise per terra davanti a lui poi con misurata lentezza,indietreggiò di due passi,con la bacchetta indicò l’arma: “Questo é l’ultimo dei tuoi Horcrux,penso che l’Oscuro signore lo riconosca!”. Uno sguardo di paura e di comprensione passò negli occhi di Voldemort. “Dunque era questo che tu e Silente stavate nescondendo con tanto accanimento,avete scoperto il mio segreto”. La voce tagliente aveva una nota di,come una vibrazione di paura,ma nel contempo più violenta e cattiva. “Si, abbiamo scoperto tutti e sette i pezzi della tua anima,e li abbiamo distruttii!”. Un gesto di pura violenza e Voldemort lancia un Avada Kadavra,che uccide all’istante un membro dell’Ordine,Harry non osava distogliere lo sguardo da Voldemort prevedendo un attacco. “Io...io sono il più potente mago della storia,erede si Sanlazar Serpeverde.....il tuo gesto non mi ha sconfitto ne distrutto sono ancora qui pronto a distruggerti!,e lo farò oggi!”. Un mormorio si levò dalle fila sia dei Mangiamorte che da qulle dell’ordine,evidentemente le notizie e la morte del mago avevano suscitato molte reazioni,qualche mago si sentiva impotente e si allontanò da Voldemort,come a cercare un riparo. Altri nel conoscere la verità sulla ricerca di Silente guadarono minacciosi i Mangiamorte,che si sentirono indeboliti dalla reazione di Harry,abbassando le loro bacchette. La situazione era di totale confusione fra i due schieramenti. Un canto uscì da Harry, era quello che sapeva essere il canto della Fenice,e subito tutti gli animi restarono come ipnotizzati dalle sue vibrazioni. “Un uccello non ti salverà dalla mia collera,quello che mi rimane dentro di anima é più che sufficente a ditruggerti,tu e tutti gli altri che tentano di opporsi all’inevitabile risultato finale,alla fine dovranno dopo la tua morte essermi obbedienti,obbedire al loro signore. Con un gesto obbligò quattro davanti agli altri ad abbassarsi,chini in un gesto tipico della schiavitù. Poi con un gesto che durò una frazzione di secondo puntò la bacchetta,contro qualcuno nel gruppo dei maghi e urlò: Avada kedavra!!”. Harry rispose,senza pensare a cosa stesse per dire,ma con un panico senza precedenti; “Fenicis proteggis! Ginny venne subito avvolta da una luce dorata mentre cadeva a terra coraggiunta per prima dal raggio di luce verde della morte. “Vedi cosa mi hai costretto a fare,uccidere la persona che più ti stà a cuore di tutte,cosa credi che mi sia sfuggita,pensi che non sappia.....!”. Ma Harry non ascoltava quelle parole inutili. Corse lasciando cadere ogni prudenza e difesa,non sapeva cosa avesse detto ne perché,ma guardava inorridito la figura distesa per terra i lunghi capelli rosso fiamma sparpagliati nel gesto della morte,come una bambola che qualcuno aveva gettato via inutile. La tenne fra le braccia,inerte molle come solo la morte può essere. Cantò,vide figure che giravano intorno gli occhi forse di Hermione,ma non importava. Da molto lontano una voce di Belatrix rideva come rise nel Ministero schernendolo. Niente niente ora era importante nemmeno ucciderla,avrebbe ricompensato quello che stava provando teneva fra le mani qualcosa che era più importante di tutte altre al mondo l’amore morto. Con delicatezza la pose per terra,la mano di Hermione lo aiutò a comporre il corpo,le pettinò i capelli e le mise in ordine i vestiti poi con calma,si alzò. Si diresse verso Voldemort che continuava a guardarlo felice di avergli inferto il più grande dolore della sua vita. “Vedi chi sono io,forse potrei decidere persino di lasciarti in vita adesso,tanto sei già morto!”. Harry non rispose alla provocazione Molto lentamente si mise davanti a Voldemort,che era scosso da un delirio di ognipotenza e tremava felice agitando la bacchetta inebriato da tanto dolore,come se se ne nutrisse e acquistasse forza e piacere allo stesso tempo; “Allora mi supplichi di ucciderti ora vero,vorrai raggiungerla,come vorrai raggiungere Silente e i tuoi genitori,stò dimenticando nessuno?, A si quell’inutile Sirius Black,il tuo padrino,ti stanno tutti aspettando impazienti di vederti,io sono il più forte iooo!”. Quell’urlo rimbombava fra tutti quelli che immobili stavano a veder quella battaglia,era come se tutti fossero coscienti che lo scontro finale fra Voldemort e Harry fosse la sola battaglia che quel giorno si sarebbe giocata. Nessuno aveva gesti minacciosi,anche i Mangiamorte avevano abbassato le loro bacchette,impietriti da quel singolare combattimento,xche si stava per preparare,alcuni facevano trasparire da sotto le loro maschere,un’avida curiosità,per capire chi fosse il più forte fra i due contendenti. Hermione teneva Ginny stretta fra le braccia,in un inutile gesto di protezione,impietrita,consapevole della terribbile situazione che stava vivendo. Vedere li tanti nemici che aspettavano il finire della sfida era più terribile che partecipare alla contesa,Lupin era vicino a Tonks,Ron era assente come se tutto fosse solo un sogno. Belatrix respirava con lunghe affannose boccate come a provare un piacere intenso dalla morte imminete di Harry per mano del Signore Oscuro. Tutto ciò durò solo pochi secondi,Voldemort alzò la sua bacchetta,e la puntò dritta al cuore di Harry,gli occhi igniettati di sangue. Harry per un attimo fece un gesto come per alzare la sua,ma cambiò idea,e traquillamente la gettò lontano verso i Mangiamorte,come a significare il distacco totale verso l’unica difesa posssibile contro l’odiato nemico. Gli occhi di Voldemort si allargarono dallo stupore,e la mano armata tremò per un istante,nessuno avrebbe mai osato disarmarsi volontariamente,davanti alla propria morte. “Tu dunque mi ricosci come tuo padrone e accetti la mia superiorità!”. Ma Harry non sembrava riconoscere niente,delle farneticanti urla del suo avversario,infatti pacatamente rispose; “Se sei un serpente battiti come tale!”. Nessuno capì le sue parole tranne colui alla quale erano rivolte,che parve soppesarle come possibili,infatti la sua bacchetta,dopo un minuto che parve un’eternità la abbassò,lasciando i suoi seguaci nello sgomento,cominciarono a agitarsi e a mormorare fra di loro. Questa nuova situazione creò un palpabile nervosismo in tutti ormai muti osservatori dell’inevitabile. Harry stava lì quasi indifferente davanti Voldemort,che aveva del tutto abbassato il braccio,poi con una risata che aveva un suono profondo,mostruoso,lanciò la sua bacchetta per terra suscitando ancora più mormorii fra tutti. “Hai ragione perché ucciderti come se io fossi un mago normale,sei degno di morire per mano di una magia che va al là di quella comune,perché tutti riconoscano e si pieghino al mio potere assoluto!”. Il suo corpo cominciò ad ondeggiare come un serpente a sonagli,che si prepara ad attaccare!. Harry prese a ondeggiare allo stesso modo,ma era evidente che non aveva assolutamente programmato quella mossa,che gli riusciva in modo naturale,come se anche lui fosse un serpente da quando era nato. Le due figure si fronteggiarono girando in cerchio, i loro corpi si trasformarono lentamente in due sinuosi serpenti,sibillando ma quello di Harry non era una traformazione fisica ma un ondeggiare che dava quell’impressione serpentesca,ma con una eccezzione un a forma di luce dietro alle sue spalle che andava via via formandosi,che ricordava le ali di una fenice. Era senza dubbio il combattimento meno usuale che il mondo magico avesse mai visto. Le forme che prima erano ancora umane ora sprigionavano luce verdeargentata quella di Voldemort,rossodorata quella di Harry. Due serpenti che si fronteggiavano minacciosi superbi,con uno scatto fulmineo,il serpente verde,si avvinghiò a quello rosso,creando delle spirali strette come a volerlo stritolare,ma Harry reagì aumentando l’intensità della sua luce,che dava un senso di dolore a Voldemort,che subito si staccò cercando un altro modo di attaccarlo. Scattando verso la gola di Harry che con uno sbattito d’ali,aggrazziato si spostò di lato facendo cadere l’attacco nel vuoto. Gli occhi di Voldemort non erano più così sicuri di riuscire facilmente ad avere la meglio su Harry. Tentò ancora di attaccare prendendolo alle spalle con una rapida girata ma ancora una volta Harry si liberò dall’attacco fluttuando leggero grazie alle sue ali,scivolando di lato. La situazione era di stallo per ogni attacco del primo la reazione del secondo morbida e quasi distaccata faceva arrabbiare il secondo,mai nella storia dei maghi un combattimento era stato visto così. Voldemort cominciò sistematicamente a mordere ripetutamente e rapidamente Harry con accanimento sempre maggiore,fino ad arrivare a sembrare quasi immobile tanto era veloce,Harry sembrava prendere un ritmo per evitare i suoi colpi con un movimento contrario,alla fine crearono una specie di danza che li vedeva ondeggiare vibrare armonicamente. La luce di Harry si affievoliva ogni volta che la brutalità dell’alltro lo incalzava,dando l’impressione che stesse per soccombere alla violenza,ma manteneva ancora un buon ritmo,nello schivare i morsi. Belatrix era estasiata del combattimento,seguendo ipnotizzata l’andamento,facendosi coinvolgere,mettendosi ad ondeggiare anch’essa sul posto come di chi partecipa intensamente al combattimento. IL respiro di Voldemort era ridotto dalla furia della sua azione sibillii e rantoli minacciosi,ma si notava un certo logorio,ma tantè che inpercettibilmante rallentò gli attacchi,poi all’improvviso,cambiò tattica,preferendo ritentare di avvinghiarsi attorno ad Harry bloccandogli le Ali e obbligandolo a restare immobile fra le sue spire. L’ormai sinuoso serpentifero collo di Voldemort si allontana dalla sua preda del chiaro intento di cercare il bersaglio,del suo collo scoperto agli attachi mordaci del Signore Oscuro,un sibillio acuto e la bocca dilatata che di umano non aveva più niente,azzannò finalmente Harry alla gola,lasciandola senza luce arrossita dal sangue che scorreva dalla ferita. Harry al posto di gridare dal dolore come tutti a quel punto si aspettavano,di sentire. Si Rilassò,lasciando che Voldemort restasse così avvinghiato da non distinguere più l’uno dall’altro. Gli occhi dei due erano così vicini che potevano distinguere ogni dettaglio dell’altro. Harry era sereno anche se sofferente ma Voldemort provava un dolore che neanche la maledizione Crucio,avrebbe potuto lanciare. Dal dolore si sforzò di allontanarsi dal suo nemico per riprendersi,ma questa volta Harry non gli permise di farlo. Le pupille dilatate dal dolore e dallo sforzo di separarsi da quella che stava per comprendere essere la forza più potente dell’universo,l’amore puro. Ora era Harry ad avere l’iniziativa del combattimento. Permettendo a Voldemort di staccarsi per riprendersi,dallo sforzo di provare un dolore che andava oltre il fisico,oltre l’energia,era l’essenza stessa del suo essere!. AnsanteVoldemort barcollava mentre guardava Harry mentre gli girava in torno,cercando di recuperare le forze,ma indeciso su quale tattica adottare per infliggere dolore al suo avversario. Harry dal canto suo era tranquillo la certezza che dentro di lui aumentava di controllare la situazione gli infondeva coraggio,il canto che già dall’inizio della lotta era cominciato in sordina,ora era potente riempiva l’aria attorno a lui,ipnotizando i maghi dell’ordine e lasciando sgomenti i Mangiamorte,già provati dall’evidente inefficacia degli attacchi del loro Oscuro Signore,che spaurito aspettava la minima esitazione da parte di Harry per infliggergli il colpo mortale. Una frazione di secondo e gli occhi di Harry guardarono la figura inerte di Ginny tenuta ancora fra le braccia di Hermione,un dolore bruciante,alla gola e Voldemort era all’attacco ma non riuscì ad affondare molto profondamente perché anche lui provava un forte dolore causato dal contatto fra i due. Harry chiuse gli occhi con ancora l’immagine di Ginny che gli sorrideva quel giorno in cui si erano baciati per la prima volta dopo la vittoria della coppa di Quidditch,pensò semplicemente ad entrare nella mente di Voldemort,allo stesso modo in cui fece durante le sue visite involontarie. Era un giovane ragazzo intento a mostrare i suoi poteri a dei ragazzini nella camerata all’orfanotrofio dove aveva vissuto la sua infanzia dopo la morte di sua madre. Gli occhi spaventati gli dicevano che lo temevano non solo per i suoi poteri ma sopratutto,per la crudeltà con la quale li usava,per soggiogarli. L’immagine cambiò repentinamente,ora l’adulto che stava di fronte a lui era consapevole della sua passeggiata nei suoi ricordi,frastornato da quel canto che gli impediva di utilizzare l’occlumanzia per difendere la sua mente. Harry era sempre più concentrato,ignorando perfino il dolore provocato dalla ferita che gli era stata inferta alla gola che dal calore che scendeva lungo il collo,perdeva sangue. I suoi occhi erano dentro le pupille serpentesche e sprofondavano nel rosso sangue fino a veder un lampo di luce verde,che copriva sua madre rendendola una bambola gettata a terra da una forza invisibile,ancora quegli occhi,ancora rosso,nella sua mente passò l’idea che gli stava mostrando i suoi pensieri più cupi nel tentativo di fiaccare la sua resistenza,morti ancora morti si affollavano davanti a lui,tutti quelli che aveva ucciso durante la sua lunga carriera di omicida,volti che si spegnevano preceduti da un lampo verde. La realtà balzò agli occhi di Harry.Voldemort aveva cercato di ipnotizzarlo per cercare di recuperare la sua bacchetta,ma la mente di Harry non aveva permesso di trascinarlo così nel profondo. Harry non seppe come fece ma era come se volasse e coprisse lo spazio che li separava ad una velocità che l’altro non aveva previsto,impedendogli di fatti di recuperare la sua bacchetta. Harry era ancora in contatto fisico,ed ancora il dolore si impossesso del suo avversario. Ma non c’era modo per l’altro di staccarsi,era la fine,Harry stremato dalla perdita di sangue,combatteva ormai solo con la mente perché il corpo non lo seguiva più!. Erano un tutt’uno i due contendenti,il serpente verde sofferente nella mente peggio di come avrebbe potuto la maledizione Crucio!,l’altro il rosso debole nel fisico,ma tranquillo nella mente che trovava quella lotta come operata da altri,e lui era semplicemente uno spettatore. Ondate di energia si sprigionavano dal corpo sofferente del mago oscuro più potente di tutti i tempi,come un qualcosa che si liberava troppo a lungo trattenuto. Qualcosa di diverso della morte stava per sopraffarlo, le sue energie scappavano dal suo corpo,gli occhi dicevano che stava per abbandonare Harry era sempre più nel profondo dell’essere Voldemort,finchè l’altro cessò di essere,come tanti esseri umani,maghi e Babbani che aveva ucciso, anche a lui toccò la stessa sorte. Lord Voldemort aveva terminato di essere, era morto,restava solo una figura vuota per terra,i tratti che avevano ripreso una parvenza umana,gli occhi erano tornati del colore originale spalancati sull’enormità del la sua vita sulle sue scelte. Più piccolo di quando sembrasse quando era in vita,un urlo seguito da un crack e Belatrix svanì nel nulla ricacciata nell’oscurità che l’avrebbe protetta per tutta la sua vita. Molti maghi cominciarono a dare ordini,ripendendosi dalla shock della sconfitta di Voldemort. Harry non guardò più l’affannarsi dei vari Auror e membri dell’Ordine che catturavano i Mangiamorte che non avevano neanche la forza di ribellarsi,attoniti nel convincersi che l’Oscuro Signore non era morte,e di li a poco si sarebbe rialzato e avrebbe sconfitto uccidendo l’odiato Potter!. Ma la morte,(Harry l’aveva imparato a sue spese),non ridà chi si é preso,nemmeno Voldemort. Di tutto ciò nulla interessava ad Harry,si chinò e prese Ginny fra le sue braccia,con la voce rotta di Hermione che gli diceva qualcosa,ma lui non voleva ascoltarla,aveva altro da fare in quel momento. Immagini fluttuavano davanti ai suoi occhi sorrisi,paura forse di quello che era diventato, rumori,frasi,Ron,Lupin,un Auror. Tutto ciò era solo rumore e immagini che sollecitavano i suoi sensi,ma lei fra le sue braccia era la cosa più importante di tutte adesso,qualcuno cercò di separarli portandogliela via,ma lui resistette e la difese da tutti quelli che volevano separarli,si allontanò dalla folla non voleva sapere più nulla di quella faccenda,non voleva ascoltare nessuno,perché nessuno aveva da raccontare niente che potesse interessarlo. Era riuscito a scappare,era finalmente solo grazie a delle mani pietose che avevano scostato gli altri,ora era libero libero da Voldemort e da quel mondo di dolore,che era stata la sua vita,era contento che infine le forze lo stavano per abbandonare la depose vicino al luogo che aveva scelto per restare l’albero faceva da riparo al loro sonno e li avrebbe protetti per sempre la adagiò con cura come nel timore di svegliarla. Si sedette accanto era stanco troppo persino per il suo essere una fenice,la quale luce li avvolse come una coperta,l’abbracciò e si lasciò andare.
Cap 26
Un anno dopo
Hermione era andata a Hogwarts per presenziare all’apertura del nuovo anno accademico,il Ministro della Magia aveva decretato che in occasione della sconfitta di Voldemort,la Gazzetta del Profeta,ora scriveva apertamente quel nome che era stato considerato per molto tempo tabù,(prima della morte del Signore Oscuro),Che una nuova casa era stata aggiunta alle quattro che già da secoli formavano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts,aggiungendo la casa della fenice,che portava come blasone una fenice che teneva fra le sue zampe una saetta,la nota ciccatrice che il suo fondatore portava sulla fronte naturalmente si riferivano a Harry Potter,tragicamente scomparso misteriosamente dopo aver sconfitto l’odiato nemico del mondo magico. Hermione era stata invitata come rappresentante del Ministero,in quanto si occupava dell’ufficio Protezzione diritti creature magiche,da lei formato,il suo segretario un elfo domestico di nome Dobby,non ben visto dalla comunità della sua specie,la seguiva in ogni occasione pubblica vestendosi in modo da molti giudicato sconveniente,con i suoi calzini scompagnati e vistosamente colorati. Hermione aveva dubitato a lungo ad accettare di tornare lì a scuola,perché la ferita che portava dentro nel suo cuore era ancora viva e le faceva male,infatti ogni volta che pensava ad Harry ,le lacrime le cadevano copiose e la tristezza non le permetteva di fare niente,nonostante che il suo lavoro le piaceva molto. Ricordava come se fosse successo ieri che tutto l’Ordine della Fenice protesse l’allontanamento di Harry morente e ne avesse nascosto l’ublicazione della tomba anche al Ministero stesso che non aveva così potuto fare come avrebbe voluto una cerimonia degna a suo dire di Merlino stesso. Harry e Ginny riposavano insieme indisturbati sotto l’albero sotto il quale li avevano ritrovati due ore dopo la loro scomparsa,lei e Ron erano già li che li vegliavano,all’arrivo degli altri. Il resto é stato classificato dal signor Weasley un segreto dell’Ordine stesso,la preparazione della tomba e l’occultamento dopo la cerimonia funebre. La signora Weasley usciva poco di casa e quel poco lo passava portare fiori sulla tomba dei suoi due figli come lei amava ricordare,subito dopo piangeva coinvolgendo chi era in casa al momento. Hogwarts era festosa venti nuovi ragazzi avrebbero frequentato il primo anno con la nuova divisa,stiamndosi di appartenere alla casa della Fenice. Un nuovo tavolo era stato aggiunto in mezzo agli altri quattro,e i ragazzini vi si erano sistemati con molto imbarazzo,erano gli unici che non avevano compagni più grandi che li appaudivano per accoglierli durante la cerimonia dello smistamento delle case,ma nel contempo,avevano l’invidia di tutte le altre case,ma solo chi aveva perso uno o ambedue i genitori,avevano la possibilità di farne parte. I Serpeverde li avevano già ribatezzati la casa degli orfani,ma gli altri consideravano ciò solo invidia. Un bambinetto che godeva di una famiglia numerosa e in buona salute,disse al cappello parlante che era orfano di ambedue i genitori,per sperare di entrare nella casa della Fenice,ma scoperto dal cappello fù assegnato alla casa dei serpeverde. Hermione non era l’unica che era andata lì quella sera a presenziare all’apertura dell’anno accademico,molti amici di Harry erano lì,Neville Luna,e in un angolo un pò nascosto Ron,che aveva continuato a lavorare con l’ufficio Creature Magiche,e vedeva spesso Grop e Hagrid,ma non aveva più voluto avere degli amici. Gli unici che frequentava oltre a Hermione naturalmente,con la quale stava facendo progetti di matrimonio,erano Luna e Neville che si erano già sposati da sei mesi. In tasca portava un astuccio contenente un paio di occhiali,che anche se giurava che li portava in caso di necessità,tutti sapevano che erano quelli di Harry,e non se ne separava mai,ma non diede mai una spiegazione a nessuno di quel suo comportamento. La serata era finita e gli amici più intimi di Harry si riunirono come erano soliti fare quando erano tutti insieme nella stanza delle necessità per stare un pò insieme e parlare degli avvenimenti accaduti. Ma mai nessuno con i quali avevano parlato li era mai riusciti a convincere che Harry era morto a causa della ferita alla gola,tutti erano più che sicuri che Harry fosse morto perché,aveva scoperto il mondo meraviglioso dal quale era tornato una volta e nel quale Ginny lo stava aspettando. Hermione Solo oggi si sentiva di parlare di quello che lei e Ron avevano assistito durante gli ultimi istanti di vita di Harry. Si alzò,dopo aver consultato con gli occhi Ron,e ottenuto da lui un breve cenno con la testa,prese a raccontare,quei momenti. “Eravamo sconvolti io e Ron da lontano stavamo guardando Morire Harry che con le ultime forze portava il corpo di Ginny,non osavamo avvicinarci,perché avevamo intuito che lui non voleva nessuno in quel momento lì,io tremavo e Ron era paralizzato dall’orrore e dalla disperazione,tutti e due avevamo capito che stava morendo,sopratutto da come l’aveva abbracciata,poco..poco prima di andarsene”. Guardava una bibblioteca piena di volumi sulla difesa,mentre parlava,il distrarsi le rendeva meno duro il parlare di quei fatti che ancora le facevano male ricordare. “Ma una cosa non abbiamo mai detto a nessuno fino ad ora”. Una pausa come a voler convincersi che facesse bene a tirare fuori quell’argomento,si voltò a guardare i suoi amici e a cercare l’approvazione di Ron che con gli occhi lucidi,fece un cenno con la testa,anche lui voleva che quella storia fosse raccontata. Hermione si rigirò e riprese a sfogliare i libri mentre con voce più tranquilla riprese il racconto. “Harry era certamente in quel momento coscente,non era ne in confusione,molto meno di noi altri che agimmo solo di istinto,ma lui sembrava sapesse cosa stesse facendo,come un qualcosa che avesse uno scopo ben preciso!”. Nessuno osava muoversi dietro le sue spalle Fred aveva artilgiato la spalla di George,il quale non sembrava neanche essersi accorto del gesto del gemello. La voce tranquilla continuò il suo racconto:: “Ne abbiamo parlato molto io e Ron dopo,e ci siamo detti che Harry non poteva morire,perché troppe volte la maledizione Avada Kedavra,non lo aveva colpito,e più di una volta,forse la forza della fenice che risiedeva in lui,aveva poteri curativi,che andavano ben oltre le semplici lacrime guarenti! Luna guardò Neville,come qualcuno che finalmente ha capito una cosa importante; “Ecco perché riusciva sempre a cavarsela,io e Neville c’elo siamo chiesti tante volte,senza darci una ragione!”. Non dovevano essere stati gli unici a porsi quella domanda,visto i rumori e i grugniti che da tutti uscirono ,finalmente uno dei tanti misteri su Harry era stato svelato!. George intervenne: “Ma ancora non ci spiega,cosa fosse successo quel giorno!?”. “No ancora non lo spiega”. Fece di rimando Hermione;”Ma quello che vedemmo al momento neanche noi lo capimmo,ovvero,era qualcosa che a scuola nessuno ci aveva mai accennato,ne io ho mai letto in nessun libro,e anche dopo cercai di ottenere qualche informazione dalla McGranitt,ma anche lei non aveva mai assistito a niente di ciò!”. Fred spazzientito la interruppe: “Insomma dicci cosa é successo e basta!!”. “Harry si era coperto di luce,la stesssa che noi tutti abbiamo visto,durante la lotta contro Voldemort,e la stessa che Ginny.......”. La voce si ruppe a pronunciare quel nome,come se avesse rotto un tabù. “Ginny era coperta da quella luce già dopo dopo che .....insomma lo sapete”. Harry ci sorrise come faceva per rassicurarci,in tutti questi anni di lotta,era quel sorriso che ci dava forza,e fiducia che lui in qualche modo,anche se spaventato come noi,possedesse un qualcosa un potere che lo sostenesse,ci sostenesse,solo ora lo capisco”. Ron piangeva in silenzio a testa bassa,ma era un pianto di felicità. Suo fratello Fred lo guardava come se pensasse che fosse impazzito,dopo tutto quel dolore. “Harry si trasformò in una Fenice e accanto a lui un’altra Fenice comparve uscendo dal corpo di Ginny,i due presero a volare felici,l’uno attorno all’altro,emettendo suoni,no canti d’amore,mai avrei pensato che potesse esistere un simile sentimento,una bellezza così intensa,ma loro erano vivi,non come comunemente pensiamo,ma vivi,forse in un modo migliore di quanto noi possiamo credere nelle nostre fantasie più sfrenate,mai mago o strega hanno avuto una visione così...così,bella. Erano in un tempo ,almeno quello che io percepii,ma anche Ron vide la stessa cosa. Erano,eravamo in un prato,ma non quello sul quale erano adagiati i loro corpi,(penso che Harry fosse già staccato da quell’ambiente),ma un prato,come posso spiegare,della felicità,tutto era armonia!”. Ron a quel punto non era il solo a piangere,ma Hermione non indagò con lo sguardo per capire chi fosse. “Erano felicie volavano in tondo come due esseri liberi totalmente liberi,ma in quella gioia non erano soli,ho visto James,ho visto Lilly,che giocavano con un grosso cane nero che abbaiava e scodinzolava felice leccandoli,e un giovane,si un giovane Silente che rideva a più non posso per le loro esibizioni,e con la mano faceva comparire cerchi di fiori nel quale Sirius faceva salti avvitandosi in volo come se non ci fosse nessuna forza di gravità a impedirgli simili esibizioni. Le due Fenici lo seguivano giocando senza mai stancarsi,in ultimo Harry riprese forma umana e mi mostrò un gesto prima che il tutto svanisse e io e Ron tornassimo nella crudele realtà,in questa realtà!”. Si giro e fece davanti agli altri un movimento come di un serpente che si avvita,con stupore degli altri la stanza delle necessità si trasformò in un prato un bellissimo prato e i personaggi descritti da lei erano lì che li salutavano festosi,lei aveva ricevuto un regalo il regalo più bello che un mago potesse ricevere il regalo della fenice il potere di andare al di là. Luna per la rpima volta veramente stupita di ciò che vedeva disse: “E’ come pura felicità,una pozione che nessun mago può realizzare,é..é”. Ma non finì la frase e cominciò ridere senza un motivo,o forse il motivo non esisteva era da vivere e basta. Hermione rideva e anche tutti gli altri non riuscivano a tenersi e cominciarono a ballare ,anche quando Hermione con un gesto richiuse la visione i loro volti erano ritornati tristi non perché era stata una visione ma perché era finita. “Dovete mantenere il segreto,così sono stati gli accordi con Silente,io sono il custode segreto della porta della Fenice,e non ci é permesso restarvi se non per breve tempo,almeno finché anche noi,beh avete capito!”. Tutti annuirono e piangevano e si abbracciavano tristi e felici,Ron non riuscì a evitare di dire una battuta; “La custode della porta della Fenice o della felice,felicità!”risero e in quel momento Hermione capì esattamente cosa volesse dire la parola amore.
Fine?
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